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Facolt di Medicina e Chirurgia

Corso di Fisica

Il moto e le sue leggi


A.A 2011/12
Corso di Fisica - UdA

Introduzione
La Meccanica quella branca della Fisica
che si occupa della descrizione dei moti
dei corpi e delle forze che sono
responsabili dei moti stessi.
Tradizionalmente si suole dividere la
Meccanica in Cinematica, Statica e
Dinamica.
Cinematica ! Descrizione dei moti a
prescindere delle cause che li generano
Statica ! Condizioni di equilibrio
Dinamica ! Ricerca lequazione del moto
di un corpo quando si conoscono le forze
ad esso applicate.
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Descrizione cinematica del moto


Si dice che un corpo si muove
quando la sua posizione rispetto
ad altri corpi, considerati come
fissi, varia nel tempo. Il
concetto di moto ha perci
sempre un significato relativo.
In meccanica, il moto di un
corpo sempre riferito ad un
sistema di riferimento. Per
descrivere poi lo stato di moto
del corpo facciamo ricorso alle
grandezze cinematiche
spostamento, velocit,
accelerazione.
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Posizione
La posizione di un punto nello spazio
identificata dal vettore posizione.
In uno spazio bidimensionale, il
vettore posizione P caratterizzato
da due componenti PX e PY

Y(m)

PY=4

PX=3

X(m)

In uno spazio tridimensionale, il


vettore posizione caratterizzato da
tre componenti PX , PY e PZ
Se il punto si muove, le componenti
varieranno nel tempo:
Px = Px(t)
Py = Py(t)
Pz = Pz(t)
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Traiettoria e legge oraria

Definiamo traiettoria del moto la linea


descritta dal punto durante il suo moto. Se
la traiettoria nota, per descrivere
completamente il moto, basta conoscere la
posizione del punto lungo la traiettoria ad
ogni istante.
Se indichiamo con s il tratto di traiettoria
percorso dal punto P nel tempo t, il moto
completamente descritto quando si conosce
la relazione

s = s(t)
che prende il nome di legge oraria.
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Spostamento

La differenza di posizione tra due


punti si chiama spostamento.
In generale, lo spostamento una
grandezza vettoriale.
La legge oraria (o legge del moto)
pu quindi essere descritta
mediante le tre funzioni del tempo:
x = x(t)
y = y(t)
z = z(t)

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Moto unidimensionale
In un moto unidimensionale, una
sola delle componenti varier nel
tempo, ad esempio Px.
In questo caso si possono
trascurare le altre relazioni e
considerare solo:
x = x(t)
Lo spostamento di un corpo indicato dalla differenza di
posizione tra due istanti di tempo successivi:
x = x(t1) x(t0) = x1 x0

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Velocit
Il rapporto tra la variazione della posizione e lintervallo di tempo
impiegato a percorrere tale distanza chiamato velocit media:
vm = x / t (m/s)
Se prendiamo un t sempre pi
piccolo, a questo corrisponder un
s sempre pi piccolo e il rapporto
rimarr un numero finito;
definiamo pertanto

pos.
(m)
30
20

10

x3

Velocit istantanea:

x2
x1
10

20

30

40

t (s)

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v = lim (
x /
t) = dx/dt
t
0
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Interpretazione trigonometrica della velocit


x
x2

x1

Se AB un tratto di legge
oraria, dal grafico si
evince che, considerando
la corda AB, si ha:

B
P
A

t1

BC x 2 x1
= vm
=
AC t 2 t1
t2

Se invece di B scegliamo un punto P via via pi vicino ad A, il t


diminuisce e di conseguenza anche il corrispondente x diminuisce.
Per P che tende a coincidere con A, avremo che la corda AP tende
a coincidere con la tangente alla curva in A. Quindi potremo
definire la velocit istantanea nel punto A della legge oraria come:
v = tg
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Un po di trigonometria

B
BC = AB sin(
)

AB
BC

AC = AB cos(
)

AC

BC AB sin( )
sin( )
=
=
= tg( )
AC AB cos( ) cos( )

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Accelerazione
Analogamente a quanto fatto per la velocit definiamo
laccelerazione media come:
am = v/
t
Mentre definiamo laccelerazione istantanea come:
a = lim v/
t = dv/dt
t
0
Laccelerazione si misura in (m/s)/s, ovvero in m/s2

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Posizione costante

Il moto pi semplice possibile quello che non c.


Se per un corpo a = 0 e v = 0:
v = x / t = 0

=>

x = 0

x = x1 - x0= 0
Oppure:

x1 = x0
La posizione del corpo rimane la stessa.
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Moto rettilineo uniforme


Nel moto rettilineo uniforme a = 0 mentre v 0.
Poich a = v/
t = 0

=>

v = 0

=>

v0 = v1

e dunque la velocit non varia.


La legge oraria del moto, cio la posizione in funzione del tempo, si
pu determinare da:
v = x / t

=>

x = v t

=>

x1 x0 = v (t1 t0)

Usualmente si pone t0 = 0 e t1 = t, quindi

x1 = x0 + v t
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Moto uniformemente accelerato


Nel moto uniformemente accelerato a = costante
Poich a = v/
t

=>

v = a t

=>

v1 = v0 + a t

Poich la velocit varia non possibile sfruttare lespressione


x1 = x0 + v t per calcolare la legge oraria del moto.
v

a>0

v1

v0
a<0
t

t
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Integrazione delle leggi del moto


Per trovare lo spazio percorso nel tempo t osserviamo che esso
dato dalla somma dei prodotti:
(
x0 = v0 t) + (
x1 = v1 t) + + (
xn = vn t)
ovvero dalla somma delle aree definite dai rettangolini in figura.
In definitiva tale somma approssima larea del trapezio di base
v0 e (v0 + at), e altezza t, ovvero larea della porzione di piano
racchiusa tra la retta e lasse dei tempi.
v

x(t) = [v0 + (v0 + at)] t

vn

v0 + at

v2
v1
v0

x(t) = v0t + a t2

t
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Integrazione delle leggi del moto


In generale le equazioni del moto uniformemente accelerato
sono:

s(t) = s0 + v0t + a t2
v(t) = v0 + a t
ricavando t dalla seconda equazione e sostituendo nella prima
si ricava:
v2(t) = v02 + 2a s

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Moto naturalmente accelerato

g = 9.8 m/s2

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Moto naturalmente accelerato


In questo caso le equazioni del moto divengono:
s(t) = s0 + v0t + g t2
v(t) = v0 + g t
Combinando le due relazioni sopra, si ottiene:
v2(t) = v02 + 2g s
In particolare se il corpo parte da fermo,
dopo essere caduto per un dislivello h ha
acquistato una velocit pari a:
v = (2gh)1/2
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Moto di un punto nello spazio


Se un punto materiale si muove nello
spazio tridimensionale e non solo
lungo una sola direzione, le equazioni
del moto sono simili a quelle viste
precedentemente, ma per indicare
lo spazio percorso, la velocit e
laccelerazione bisogna usare dei
vettori.
Questo moto pu essere scomposto
nel moto lungo lasse X, lungo lasse
Y e lungo lasse Z

s(t) = s0 + v0t + a t2
v(t) = v0 + a t
Sx (t) = S0x + v ox t + 1 ax t 2
2

1 2
Sy (t) = S0y + v oy t + 2 ay t

1 a t2
S
(t)
=
S
+
v
t
+
z
0z
oz
2 z

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Composizione e decomposizione dei movimenti

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Composizione e decomposizione dei movimenti

y
Py

Se il punto P si sposta in un piano,


possiamo individuarne la posizione nel
riferimento cartesiano di origine O
mediante il vettore OP.

OP pu pensarsi come somma dei due


vettori OPx ed OPy, che sono le sue
componenti lungo gli assi.
Px

Il moto del punto P si riduce allo


studio di due movimenti rettilinei:
quelli di Px e Py, proiezioni
ortogonali di P.
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Composizione e decomposizione dei movimenti

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Moto del proiettile

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Moto del proiettile


O v0

Px

x(t) = x 0 + v ox t + 1 ax t 2
2

1 a t2
y(t)
=
y
+
v
t
+

0
oy
2 y

r v 0x = v0
v0 =
v 0y = 0

Py

P
y

a x = 0
a=
a y = g

x(t) = vo t
y(t) = 1 gt2

Lungo lasse x il moto uniforme x = v0t


Lungo lasse y il moto uniformemente accelerato
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y = gt2
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Moto del proiettile

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Moto del proiettile

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Moto su traiettoria curvilinea

t1
P1

t2

P1P2 = OP2 OP1

P2

vettore spostamento

se t2 = t1 + t, con t molto piccolo:

P2 molto vicino a P1 e P1P2 ha circa la


O

direzione della tangente alla traiettoria


in P1 e le sua lunghezza ~ P1P2

Allora

r P1 P2
v=
t

Direzione della tangente alla traiettoria


Verso del moto
Modulo uguale alla velocit scalare v
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Moto su traiettoria curvilinea


t1
P1

r
v1

t2

r
P2 v 2
B

A
O

Nello spostamento dal punto P1 al punto P2


la velocit del punto variata.
Anche se il modulo della velocit rimasto
costante (cosa che avviene nel moto
circolare uniforme), la direzione della
velocit diversa.
Una variazione della velocit implica
sempre la presenza di unaccelerazione.

Se t2 = t1 + t, con t molto piccolo, al vettore

r
r v
accelerazione del punto P allistante t: a =

r
v
t

si da il nome

In generale la direzione del vettore accelerazione non quella della


tangente alla traiettoria!!
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Moto su traiettoria curvilinea

v1

P1

v2

P2

P1P2 = OP2 OP1

v1

an

v2

Nel moto circolare uniforme la variazione di velocit, e quindi


laccelerazione, perpendicolare alla velocit stessa.
In generale, per un moto curvilineo
non uniforme, a pu pensarsi
scomposto in due componenti at ed an

A v
v1
O

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v2

at

an

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Moto su traiettoria curvilinea


A
v1
O

v2

Analizzando meglio la figura a fianco


osserviamo che il segmento
AB normale alla traiettoria,
mentre il segmento
BC |v2| |v1| tangente alla traiettoria.

Quindi, con buona approssimazione possiamo scrivere che:


BC/
t = at e che at = (|v2| |v1|) / t rappresenta la componente
dellaccelerazione che modifica il modulo del vettore velocit.
Mentre AB/
t = an rappresenta la componente dellaccelerazione
che modifica lorientamento del vettore velocit.

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Moto su traiettoria curvilinea


A
v1

v2

Se at = 0 allora |v| = costante (il modulo della velocit non varia)


Se an = 0 allora v non cambia di direzione e la traiettoria
rettilinea

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Moto circolare
Nel moto circolare un punto si muove lungo una circonferenza (!)
E conveniente descrivere la posizione
del punto lungo la circonferenza tramite
un angolo ( ).
Il moto del punto pu essere descritto
dalla variazione nel tempo della posizione.
In analogia a v = s / t, = / t
rappresenta la velocit angolare del
punto. si misura in s-1

r
C

= /t

E possibile anche definire unaccelerazione angolare = / t


si misura in s-2
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Moto circolare
Nel moto circolare le variabili angolari sono legate a quelle lineari
(in modulo) dalle relazioni (valide nel limite di t -> 0)
Essendo s = r:
= t = s / r
s / t = v = r

r
C

=v/r

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Moto circolare uniforme


Nel moto circolare uniforme |v1| = |v2| = |v| = costante.
Questo possibile solo se laccelerazione tangenziale nulla
(at = 0 )
Laccelerazione normale (o centripeta)
deve essere diversa da zero, in modo
tale che la velocit vari la sua direzione.
Ma quanto deve valere laccelerazione
normale perch il moto sia effettivamente
circolare e non a spirale ?

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v2
r
C

s
v1

34

Moto circolare uniforme


v2
r
C

v2
s
v1

v1

v1
v2
t

Per t molto piccolo sar t = |v| / |v|


Quindi |v| / t = |v| = |v| / r |v| = |v|2 / r = v2 / r
In sostanza, perch |v| sia costante deve risultare:
|an| = |ac| = v2 / r

(= 2 r)

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Moto armonico
Se P si muove di moto circolare uniforme
la sua proiezione Px si muove di moto
armonico.

y
C
Py
r
A

ac
t

Sia t = 0 quando Px in 0.
Allora langolo al centro sotteso
da PC t e

PX

x = r sin(
t)
y = r cos(
t)

r = ampiezza
= pulsazione

la legge del moto armonico il cui


diagramma orario una sinusoide:
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Moto armonico

+r

-2

t
-r

Il periodo T = 2
/ e la frequenza = / 2
sono quelli del
moto circolare uniforme corrispondente.
Il periodo si misura in secondi, la frequenza in Hz (s-1).
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Moto armonico
y
C
Py

r
A

ac
t

La velocit istantanea del moto


la proiezione di v su AB

PX

vx = v cos(
t) = r cos(
t)

Analogamente per laccelerazione ax


che la proiezione di ac su AB
ax = -|ac| sin(
t) = -
2 r sin(
t) = -
2x

Quindi nel moto armonico laccelerazione proporzionale allo


spostamento e diretta sempre verso il centro del moto.
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LEGGI FONDAMENTALI DELLA DINAMICA


Newton (1642-1727) descrisse le leggi
(principi) della dinamica pi di 300 anni
fa, formulandole in modo che esse, e le
loro conseguenze, fossero in accordo,
entro le precisioni di misura, con le
osservazioni sperimentali effettuate.
Nel tempo, nuovi fenomeni hanno
richiesto la formulazione di nuove leggi
(ad es. relativit speciale, meccanica
quantistica) pi accurate; ma le
vecchie leggi di Newton sono rimaste
sempre valide e sono alla base delle
nuove.
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Causa ed effetto del moto

Forza (causa)
Moto del corpo (effetto)
Lesperienza mostra che leffetto dipende dalla massa del corpo
Il moto avviene nella direzione e verso della forza

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Prima Legge o Principio dinerzia


Se la forza risultante totale che agisce su un corpo
nulla, laccelerazione del corpo nulla ed esso si muove di
moto rettilineo uniforme oppure conserva il suo stato di
quiete.

Fris = 0

a=0

v = cost

Possiamo dare una definizione a posteriori della forza


come linfluenza capace di produrre una variazione dello
stato di quiete o di moto di un corpo.

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Seconda Legge
Una forza impressa ad un corpo produce unaccelerazione parallela
alla forza e ad essa proporzionale; il coefficiente di proporzionalit
non dipende dalla forza, ma dalle propriet intrinseche del corpo.

F=ma

richiede la conoscenza delle forze, a prescindere dal loro effetto


sul moto dei corpi;

il coefficiente m la massa inerziale di un corpo;

la massa non dipende dallo stato di quiete o di moto del corpo;

la massa si mantiene costante nel tempo.

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Additivit delle forze (come vettori)

r
r
Fris = iFi
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Unit di Misura della Forza


[F] = [m] [a] = [m l t -2 ]
si misura in Newton (SI)
1 N = 1 Kg 1 m / 1 s 2

(1 dine = 1 g 1 cm / 1 s

= 1 N / 10 5)

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Conseguenze della seconda legge


La seconda legge di Newton implica che se un corpo fermo, la
somma delle forze che agiscono su di esso nulla.
Se un corpo inizialmente fermo si mette in moto perch su di esso
hanno agito una o pi forze.

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Terza legge
Quando un corpo A imprime una qualsiasi forza FAB su un corpo B,
automaticamente il corpo B imprime su A una forza FBA uguale in
modulo ed opposta in verso (Principio di azione e reazione).
F

AB

= -F

BA

Es.: molti esempi pratici (nuoto, camminata, barche a remi, rimbalzo


ecc.);
Nei sistemi isolati, ovvero quei sistemi
dove la somma vettoriale delle forze
esterne, se presenti, uguale a 0, la somma
vettoriale di tutte le forze interne (cio la
forza totale) sempre nulla, perch tutte
le forze tra corpi, comunque complicate, si
cancellano due a due.
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Sistemi di Riferimento Inerziali


Le leggi di Newton implicano il concetto di accelerazione, quindi
quello di un sistema di riferimento rispetto al quale misurare
laccelerazione. Non tutti i sistemi di riferimento sono appropriati;
Definiamo sistemi inerziali tutti quelli in cui valgono le leggi di
Newton.
Ad esempio una giostra che ruota NON un sistema di
riferimento inerziale, in quanto un corpo sembra accelerare
anche in mancanza di forze esterne.
Questa accelerazione apparente deriva
dalla non inerzialit del sistema di
riferimento. Notare come la superficie
della terra dato che questa ruota NON un sistema di riferimento
inerziale.
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Sistemi di Riferimento Inerziali (II)


Un sistema di riferimento inerziale o galileiano classico
quello collegato a delle stelle fisse. inerziale ogni altro
sistema non accelerato rispetto ad esso.
In effetti, ogni sistema di riferimento che si muove con
velocit costante rispetto ad un sistema inerziale anchesso
inerziale.

F = ma

F = ma

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Prima Legge modificata


Un corpo non soggetto ad interazioni permane nel suo stato di
quiete o di moto rettilineo uniforme, in un sistema di riferimento
inerziale.
In sostanza lultima frase limita la validit della prima legge, o
meglio precisa che questa valida solo se il sistema di
riferimento inerziale. Se non lo bisogna tenere conto anche
dellaccelerazione che il sistema di riferimento ha rispetto ad un
sistema di riferimento inerziale.
Dato un sistema di riferimento inerziale, tutti i sistemi, in
quiete o in moto rettilineo uniforme rispetto ad esso, sono anche
essi dei sistemi di riferimento inerziali;
Dal punto di vista della dinamica, quiete e moto rettilineo
uniforme sono equivalenti.
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Ulteriori considerazioni
Dati due corpi di massa m1 ed m2 che siano isolati, cio
interagiscano solo tra loro, allora la risultante delle forze zero:
F12 = -F21

ma

m1a12 = -m2 a21

Fgrav

e considerando i moduli dellaccelerazione:


m2 = a1
m1 a2
Quindi le forze sono uguali e contrarie ma
le accelerazioni sono inversamente
proporzionali alle masse.

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M
-Fgrav
TERRA

50

Forza Peso
Il peso una forza.
FP = mg
con g = accelerazione di gravit
del luogo dove si effettua la misura.
La massa di un corpo legata alle quantit di materia del corpo,
e rimane quindi invariata se quel corpo posto, ad esempio,
sulla Terra o sulla Luna. Il peso no.
Quindi sulla superficie della Terra un corpo di massa m = 1 kg
ha un peso FP = 1 x 9.8 = 9.8 N, un uomo di massa 80 kg ha un
peso FP = 784 N
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Origine della Forza Peso:


Legge di Gravitazione Universale
La forza peso un aspetto della
FORZA di GRAVITAZIONE UNIVERSALE
M1

F
r

M2

Due corpi di massa M1 e M2 si attraggono con una forza


che direttamente proporzionale al prodotto delle
masse e inversamente proporzionale al quadrato della
distanza tra le masse stesse.
In modulo:

F = G0 M1M2/r2

dove la forza si esercita tra i centri delle masse e


G0 = 6.67 10-11 (Nm2)/kg2 la costante di gravitazione universale.
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Forze fondamentali in natura


FORZA GRAVITAZIONALE
FORZA ELETTRICA (elettrostatica)
FORZA NUCLEARE DEBOLE
FORZA NUCLEARE FORTE
Le forze di gravit ed elettriche sono responsabili di
fenomeni su larga scala (esperienza quotidiana, corpi celesti).
delle forze elettrostatiche parleremo allinizio della sezione
dedicata allelettromagnetismo.

Le forze nucleari (debole e forte) sono responsabili dei


fenomeni su scala nucleare.

delle forze nucleari deboli e forti parleremo nella sezione


dedicata alla Fisica Moderna.
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La forza gravitazionale
Per ricavare la legge di gravitazione universale rivediamo
insieme il ragionamento (ipotetico) di Newton.
I dati che Newton aveva a disposizione erano:
la forza di gravit sulla terra provoca un moto dei
corpi verso il basso. Questo moto un moto accelerato
con accelerazione costante (Galileo);
le tre leggi di Keplero
dati astronomici sul sistema terra-luna: il periodo di
rivoluzione della Luna ( 27.5 giorni), la distanza
Terra-Luna (r 60 RT = 60 x 6.4 105 m = 3.84 108 m)

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Leggi di Keplero
1 legge:
L'orbita descritta da
un pianeta un ellisse,
di cui il sole occupa uno
dei due fuochi.

a
sole

afelio

perielio

a
raggio
vettore

terra

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Leggi di Keplero
2 legge:
Il raggio vettore che
unisce il centro del
sole con il centro del
pianeta descrive
aree uguali in tempi
uguali.

terra

raggio
vettore

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sole

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Leggi di Keplero
3 legge:
I quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono
proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite.

a
= costante
2
T
3

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La forza gravitazionale
Lintuizione di Newton fu quella di capire che la forza che
sulla terra causa la caduta dei corpi verso il basso si
estende fino alla luna e dunque la stessa di quella che la
lega alla terra.
Ma qual lespressione di questa
forza?
E compatibile con le osservazioni
sperimentali della caduta dei
corpi e del moto dei pianeti?

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La forza gravitazionale
In questo caso la Luna si muove lungo una traiettoria curva (e non
rettilinea) perch tenderebbe a cadere verso la Terra descrivendo
unorbita (quasi) circolare.
Ma allora, laccelerazione
centripeta, corrispondente
alla forza gravitazionale
esercitata dalla Terra,
dovrebbe risultare essere
una frazione della
accelerazione di gravit g
(opportunamente ridotta in
proporzione alla distanza
Terra-Luna).

Nel moto circolare uniforme:


v
m
fc
C

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v = r
ac = v2/r
fc = m v2/r

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La forza gravitazionale

ac

RT

A questo punto Newton ebbe


unintuizione:
il valore di g legato alla
distanza del corpo che cade dal
centro della Terra, distanza
pari al raggio terrestre; quindi
se immaginiamo che la forza
gravitazionale sia esercitata
dalla Terra come se la sua massa
fosse tutta concentrata nel
centro (forza centrale), allora la
forza a distanza pari a quella
Terra-Luna dovrebbe essere
ridotta di un fattore:
r / R = 60 RT / RT = 60

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60

La forza gravitazionale

In questo caso il valore


dellaccelerazione centripeta vale
g

RT

ac

ac = g/60 1.63 10-1 m/s2


valore troppo elevato rispetto a
quello dedotto dalle osservazioni
astronomiche per le quali:
v = 2r/T 103 m/s
ac = v2/r = 42r/T2 2.7 10-3 m/s2

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61

La forza gravitazionale
ac
g
RT

La seconda intuizione fu quella di


ipotizzare che la forza gravitazionale
si comportasse secondo una legge
simile a quella che regola lemissione
della luce da una sorgente luminosa,
legge che egli stesso aveva formulato:
la potenza luminosa diminuisce con
linverso del quadrato della distanza
dalla sorgente.

Se questa regola valeva anche per la forza gravitazionale, allora g


doveva essere ridotta di un fattore 1/(602) = 1/3600, alla distanza
della Luna.
Questa volta i conti tornarono e Newton fu in grado di formulare la
Legge di Gravitazione Universale che regola le interazioni tra i corpi
celesti e, pi in generale, tra tutti i corpi dotati di massa.
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Legge di gravitazione universale

M1

F
r

M2

Due corpi di massa M1 e M2 si attraggono con una forza


che direttamente proporzionale al prodotto delle masse
e inversamente proporzionale al quadrato della distanza
tra le masse stesse.
In modulo:

F = G0 M1M2/r2

dove la forza si esercita tra i centri delle masse e G0 la


costante di gravitazione universale.
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63

Esperimento di Cavendish
La costante di gravitazione universale G0 venne misurata
verso la fine del 1700 dal fisico inglese Cavendish con un
famoso esperimento (bilancia di torsione) che forn un
valore straordinariamente vicino al suo valore oggi
misurabile.

m
G0 = 6.67 10-11 (Nm2)/kg2
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64

Esperimento di Cavendish

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65

Massa della Terra


Se conosciamo g, possiamo utilizzare la legge di gravitazione
universale per calcolare in modo semplice la massa della Terra.
In prossimit della superficie terrestre possiamo scrivere che
Fgrav = G0mMT/RT2
con MT e RT massa e raggio della Terra rispettivamente.
Poich deve valere anche che
Fgrav = Fpeso = mg
Possiamo uguagliare i secondi membri delle due equazioni
ottenendo:
MT = g RT2/G0 = 9.8 (6.4 106)2/6.67 10-11 6 1024 Kg

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Accelerazione di Gravit
Oppure, conoscendo la massa della terra, possiamo utilizzare la
legge di gravitazione universale per calcolare in modo semplice
laccelerazione di gravit g.
In prossimit della superficie terrestre possiamo scrivere che
Fgrav = G0 mMT/RT2
con MT e RT massa e raggio della Terra.
Poich deve valere anche che
Fgrav = Fpeso = mg
Risulta

g = G0MT/RT2 = 9.81 m/s2


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Applicazioni delle leggi di Newton


Le leggi di Newton permettono di determinare il moto
dei corpi, a patto di conoscere le forze che agiscono
su di essi.
La forza peso una forza che agisce su un qualsiasi
corpo dotato di massa che si trova sulla superficie
terrestre.
Altre forze possono essere delle forze esterne che
noi applichiamo, oppure delle reazioni vincolari, oppure
le forze di attrito.

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Reazioni Vincolari
Nel caso in cui il corpo non libero, ma condizionato
a muoversi con certe limitazioni, si parla di vincoli.
Esempi: tavoli, rotaie,fili
inestensibili, pendolo...
Il vincolo esercita sul
corpo una forza (Reazione
Vincolare) ortogonale al
vincolo stesso, oppure
lungo la direzione del
vincolo nel caso di un filo.
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Esempi di Reazioni Vincolari

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Il piano inclinato
F
F sin

F
F

lungo il piano inclinato:


F sin = m gsin = m a
laccelerazione a pari a gsin , quindi minore rispetto
a g di un fattore sin
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Forze dattrito
Quando due corpi sono tenuti in contatto, lungo le superfici di
contatto si manifesta una forza che si oppone allo scorrimento di
un corpo rispetto allaltro

FA

FA
FA
tale forza di attrito proporzionale alla reazione N
perpendicolare al vincolo, si manifesta parallelamente alla
superficie di contatto ed diretta sempre in verso opposto allo
scorrimento
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Forze dattrito
Esistono molti tipi di forza di attrito, come lattrito radente,
relativo allo scorrimento di due superfici, volvente, quando un
corpo rotondo rotola su una superficie, ecc. Senza lattrito
volvente, ad esempio, non potremmo andare in bicicletta. Ci
limiteremo a considerare ora solo il primo caso, ovvero lattrito
radente, nelle sue due forme statico e dinamico.

FA
F

FAs
FAd
attrito
statico

FA

nessun moto
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attrito
dinamico

scivolamento
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Forze dattrito
attrito statico
oh ...
issa

genera una forza opposta a quella applicata


quando questa non sufficiente a mettere
in movimento il corpo). Lintensit della
forza tale da bilanciare la forza esterna
fino ad un valore massimo di:
Fstat (max) = sN = s mg
(NB: Questo il modulo della forza).

Quando la forza esterna supera quella di attrito statico, il corpo


si mette in moto. A questo punto per la forza di attrito vale:
Fd = d N = d mg

(attrito dinamico)

Con Fd che ha la direzione e verso opposto a quella del moto.


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Forze dattrito
In generale la forza di attrito ha la forma
FA = N = mg
dove un coefficiente di attrito ed N la forza normale
che tiene schiacciate le due superfici .
I coefficienti s e d hanno valori differenti ( d < s ) e
dipendono dalle superfici dei corpi e dalla presenza di
lubrificanti, polveri, etc. (cio dalla presenza di asperit che
impediscano lo scorrimento delle superfici) e NON dipendono
dalla estensione delle superfici.

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Il piano inclinato con attrito


F
F sin

FTOT = mgsin mgcos = ma


a = (gsin gcos) = g (sin cos)
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