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INQUINAMENTO ATMOSFERICO, INDAGATI CUFFARO, LOMBARDO E

ASSESSORI REGIONALI ALLAMBIENTE


La truffa ambientale della SiciliaNuove sanzioni Ue alla Regione?
GIULIO AMBROSETTI 5 NOVEMBRE 2014

POLITICA La storia quella del Piano per la tutela della qualit dell'aria e dell'ambiente che i tecnici
dell'assessorato al Territorio hanno copiato dalla Regione Veneto. Sulla vicenda interrogazione
dell'eurodeputato grillino Ignazio Corraro alla Commissione europea
In Sicilia il piano ambientale copiato da quello della Regione Veneto ed cittadini pagheranno di tasca
propria linadempienza degli uffici regionali dato che lEuropa ha gi avviato le procedure di infrazione.
A riaccendere i riflettori su una questione che qualche anno fa ha sollevato un vespaio di polemiche il capo
delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo, Ignazio Corrao. Il tema, come gi accennato, il
Piano regionale di Coordinamento per la tutela della qualit dell'aria e dell'ambiente emanato dall'assessorato
regionale al Territorio e Ambiente nel 2007. Una vicenda finita gi sui tavoli dei Tribunali. Questo perch
il Piano sembra non avere molto a che vedere con la Sicilia, se vero che, per l'85 per cento, stato
copiato dal Piano della Regione Veneto e da altre fonti.
Sulla vicenda Corrao, europarlamentare eletto in Sicilia, ha presentato un'interrogazione alla Commissione
europea.
Molti Comuni - si legge nellinterrogazione - che ricadono nei comprensori delle citt siciliane di Gela,
Messina e Siracusa (Aree dichiarate ad alto rischio ambientale dal 1990) da anni sono al centro di
manifestazioni di protesta di cittadini, aziende e associazioni ambientaliste a causa dell'inquinamento
ambientale. I risultati riguardanti le Aree a rischio, la tutela della qualit dell'aria e la salvaguardia della
salute delle popolazioni si sintetizzano oggi in 2 ex presidenti della Regione e 4 ex assessori regionali al
Territorio e Ambiente sotto processo per omessi interventi antismog e per il sistema di controlli deficitari,
nonostante l'Unione europea abbia destinato risorse comunitarie per oltre 70 milioni di euro" (con molta
probabilit, quando Corrao parla di Messina fa riferimento alla Valle del Mela, l'area del Messinese
massacrata dall'elettrodotto di Terna).
Corrao stigmatizza le continue rotazioni di dirigenti e personale operate dal presidente della Regione,
Rosario Crocetta: Rotazioni - sottolinea l'eurodeputato grillino - che non garantiscono un adeguato livello di
esperienza e professionalit.
Il capo delegazione del Movimento 5 Stelle chiede alla Commissione di valutare il caso alla luce della
normativa europea. E se intenzione della Commissione valutare se l'assessorato regionale al Territorio e
Ambiente in grado di assicurare il rispetto del diritto comunitario.

Dalla Commissione Europea intanto arriva gi una prima risposta. Nel luglio 2014 - si legge nel
testo - stata inviata al governo italiano una lettera di costituzione in mora, la quale evidenzia le
varie carenze del Piano per la qualit dellaria adottato dalla Regione Sicilia. In base alla risposta
ricevuta dallItalia, la Commissione decider sulle eventuali ulteriori azioni da intraprendere.
http://meridionews.it/articolo/29230/la-truffa-ambientale-della-sicilia-nuove-sanzioni-ue-allaregione/

Corte di Giustizia: qualit dell'aria, Italia condannata


Giuseppe Latour | 19 Dicembre 2012 | Norme

La Corte di Giustizia europea condanna lItalia per il mancato rispetto delle direttive europee
in materia di qualit dellaria. Anche se solo per un periodo limitato di tempo, grazie a una serie
di eccezioni formali nel ricorso presentato dalla Commissione europea. E lesito della causa
conclusasi mercoled davanti ai giudici di Lussemburgo, dove si discuteva la presenza di polveri
sottili in moltissime regioni italiane.
1

La materia del contendere la direttiva 96/62/Ce in materia di valutazione e di gestione della


qualit dell'aria, entrata in vigore il 21 novembre 1996: qui si stabilisce che gli stati membri devono
presentare relazioni annuali sulle sostanze contenute nellaria delle diverse parti del loro territorio.
Nella sostanza, le norme comunitarie in questa materia obbligano i paesi Ue ad adottare le misure
necessarie per garantire che le concentrazioni di particelle PM10 (particelle microscopiche
potenzialmente pericolose per la salute) non superino alcuni valori massimi nella concentrazione
annuale e in quella rilevata giorno per giorno.
Sulla base delle relazioni annuali trasmesse per gli anni 2005, 2006 e 2007 - spiegano i documenti
ufficiali della Corte di Giustizia - la Commissione europea ha individuato l'esistenza di superamenti
dei valori limite di particelle PM10 di lungo periodo in numerose aree del territorio italiano. I dati
pi recenti, riferiti al 2009, indicano che non si fatto nulla per correre ai ripari.
La Commissione europea, infatti, ha rilevato una persistenza della situazione di superamento dei
valori limite giornalieri e/o annuali in ben 70 zone. Qui, in sostanza, ci sono problemi con la
qualit dellaria.
A scorrere lelenco si scopre che tutto il territorio italiano coinvolto. Si parla, infatti, di Piemonte,
Lombardia, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia
Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.
In tutti questi posti le misure necessarie per assicurare il rispetto di tali valori limite non risultano,
ad oggi, n attuate n adottate. E l'Italia in difetto, perch non ha trasmesso alla Commissione
nuove istanze di deroga rispetto alle direttive comunitarie.
Nella sua sentenza la Corte rileva, innanzitutto, che la Commissione ha commesso un errore
formale nel suo ricorso, non precisando gli anni per i quali contesta linadempimento. La Corte
deduce quindi che linadempimento degli obblighi si estende comunque sul periodo degli anni 2006
e 2007 e riguarda 55 zone e agglomerati italiani. Nulla potr essere rilevato per gli anni precedenti
e successivi, nonostante le violazioni.
LItalia, dal canto suo, ha ammesso il superamento dei valori limite, ma ha fatto valere che essi
non potevano essere rispettati per almeno cinque ragioni. Tra queste cera linsufficiente
conoscenza tecnica del fenomeno della formazione delle PM10 e lassenza di coordinamento tra
la politica dellUnione in materia di qualit dellaria e quella finalizzata a ridurre i gas
a effetto serra.
Inoltre, il rispetto dei valori limite avrebbe implicato ladozione di misure drastiche sul piano
economico e sociale, nonch la violazione di diritti e libert fondamentali.
Per la Corte, per, queste ragioni non sono sufficienti. Il procedimento per inadempimento si basa
sullaccertamento oggettivo dellinosservanza da parte di uno Stato membro degli obblighi cui
tenuto. irrilevante che linadempimento derivi dalla volont o dalla negligenza dello Stato
membro, oppure dalle difficolt tecniche. Per questo nella sentenza si legge che lItalia venuta
meno agli obblighi ad essa incombenti alla luce delle disposizioni comunitarie.
http://www.euractiv.it/it/news/norme/6422-corte-di-giustizia-qualita-dellaria-italia-condannata.html

INQUINAMENTO ATMOSFERICO, INDAGATI CUFFARO, LOMBARDO E


ASSESSORI REGIONALI ALLAMBIENTE
11 GIUGNO 2011

Si conclusa lindagine avviata dalla Procura di Palermo per individuare le responsabilit sulla mancata
stesura del Piano di risanamento della qualit dellaria in Sicilia.
Una vicenda che da anni ci ha visti impegnati sia sul fronte dellinformazione che adendo le vie giudiziarie.

A tal proposito, occorre precisare che una denuncia inerente le vicende agrigentine, fu a suo tempo
presentata dallAssessorato Ambiente del Comune di Agrigento.
Inoltre, nel corso di un incontro tenutosi allAssessorato Regionale allAmbiente, fu il funzionario del
Comune arch. Domenico Savio Lo Presti, ad insistere affinch si arrivasse alla stesura del Piano di
risanamento della qualit dellaria, e che in detto Piano, rientrasse Agrigento, visto come i dati dei
rilevamenti indicassero allarmanti superamenti di soglia massima degli inquinanti.
anche doveroso ricordare come la Provincia Regionale di Agrigento, sospese, nonostante le vibrate
proteste, il monitoraggio della qualit dellaria, seppure i dati precedentemente rilevati non erano affatto
tranquillizzanti.
Lo Presti, nonostante il ruolo di funzionario comunale al settore ambiente, stanco di non trovare riscontro
alcuno alle denunce presentate, alle segnalazioni fatte agli organi competenti, esasperato dalla situazione,
inscen insieme ai propri figli una protesta dinanzi la Prefettura di Agrigento (clicca qui).
Nonostante ci, cos come riportato in un articolo di qualche giorno fa (clicca qui), quantomeno per
Agrigento ben poco, o forse nulla, cambiato.
Oggi, quantomeno per ci che riguarda eventuali responsabilit a livello regionale, si arrivati allemissione
di avvisi di conclusione delle INDAGINI per omissioni in atti dufficio.
Gli avvisi di conclusione delle INDAGINI , sono state notificate al presidente della Regione Raffaele
Lombardo, allex governatore Salvatore Cuffaro e ai sette assessori allAmbiente che si sono succeduti tra il
2003 e il 2010.
In attesa che anche le INDAGINI per le vicende agrigentine possano portare allindividuazione di possibili
responsabilit penali da parte di soggetti che avessero eventualmente compiuto atti omissivi, non ci resta che
sperare che dora innanzi, si voglia quantomeno provvedere ad effettuare un maggiore controllo del
territorio, individuando lorigine degli inquinanti che continuano ad ammorbare laria del territorio comunale
agrigentino, ed in particolar modo quello delle frazioni di Monserrato e Villaseta.
In merito alla conclusione delle INDAGINI che ha portato alliscrizione al registro degli indagati Cuffaro,
Lombardo e gli Assessori regionali allAmbiente, si registrano diversi interventi.
Le autorit giudiziarie hanno individuato le responsabilit degli amministratori regionali dichiara
Giuseppe Messina, coordinatore regionale Movimento difesa del cittadino, che negli anni non hanno
ottemperato ad un dispositivo di legge che richiamava gli stessi ad unattivit di prevenzione per la salute
pubblica. Studi dellOrganizzazione mondiale della sanit, hanno, infatti, sancito che le emissioni di fattori
inquinanti nellambiente sono causa significativa di patologie e lesposizione a fattori cancerogeni molto
rischiosi per la salute.
In questi anni la Regione Siciliana non ha mai affrontato la vicenda dichiara Mimmo Fontana, presidente
regionale di Legambiente Sicilia nonostante le nostre sollecitazioni. Sollecitazioni che si sono spinte fino
alla denuncia del caso clamoroso della copiatura del Piano della Regione Veneto. In quel caso stato
significativo il fatto che la Regione Siciliana, piuttosto che prendere provvedimenti nei confronti di aveva
gravemente danneggiato limmagine dellamministrazione regionale (si ricordino gli articoli ironici su tutti i
quotidiani nazionali), ha perseverato nel sottovalutare limportanza di uno strumento indispensabile per
restituire qualit allaria che respiriamo.

Commenti
Salvatore Anz scrive:
17 giugno 2011 alle 11:32
Gentile Direttore
nel vostro articolo ci sono diverse gravi inesattezze, soprattutto ascrivibili (ed facile comprenderne i
motivi)
a
dichiarazioni
di
soggetti
riconducibili
a
Legambiente.
1. Come facile verificare le contestazioni fatte dalla Procura di Palermo alla Regione Siciliana iniziano a
partire dal 2002. A quel tempo, e fino al 2007, lufficio che avrebbe dovuto redigere il piano era guidato da
un ambientalista di Legambiente. E facile verificare anche che le cosiddette sollecitazioni di Fontana,
incredibilmente, cominciano solo alla fine del 2007, e solo quando viene rimosso per responsabilit
dirigenziale
il
carissimo
amico
(presunto)
ambientalista.
2. La Procura ha verificato la correttezza del comportamento dei dirigenti interessati alla vicenda e (come
hanno correttamente riportato molti giornali) nessuna contestazione stata avanzata nei loro confronti.
Considerato che, a partire dal 2007 e fino al 2010 sono stato responsabile dellufficio, ho la necessit di
ristabilire la verit, a fronte invece delle false notizie che cerca di propagandare Legambiente. Il piano, che
lambientalista di Legambiente avrebbe dovuto fare e non ha fatto (in sei anni), stato invece fatto da me (in
de anni e mezzo), ed al momento al Ministero Ambiente in attesa di approvazione a causa di una recente

modifica
normativa.
3. Il cosiddetto caso clamoroso della copiatura del piano del Veneto una montatura di alcuni dirigenti di
Legambiente, che con tali false denunce hanno cercato di giustificare il comportamento di un loro amico, che
ha diretto lufficio regionale che avrebbe dovuto fare il piano. Quello che non dicono Fontana e Messina
che tra gli amministratori regionali che non avrebbero ottemperato ad un dispositivo di legge
rientrerebbe
pertanto,
a
pieno
titolo,
proprio
un
dirigente
di
Legambiente.
Lascio a voi di tirare le conclusioni in merito a questa vicenda, molto siciliana, ma vorrei che pubblicaste
questa mia rettifica perch giusto che i cittadini abbiano una informazione corretta.
Salvatore Anz Dipartimento Regionale Ambiente
GJMorici scrive:
17 giugno 2011 alle 13:42
Gent.mo Dott. Anz,
nel pubblicare il Suo commento, mi corre lobbligo di fare delle precisazioni in merito alle inesattezze da
Ella indicate.
Quanto riportato nellultima parte dellarticolo, riconducibile alle dichiarazioni rilasciate dai soggetti
interessati,
e
non
da
nostra
attivit
di
carattere
giornalistico.
Per quanto riguarda invece le vicende agrigentine, tengo a precisare che io stesso oltre al Comune di
Agrigento e residente del quartiere di Monserrato ho presentato esposti allAutorit Giudiziaria, chiedendo
che venissero individuate le cause dellinquinamento atmosferico nella mia citt, e se nella sospensione del
servizio di monitoraggio della qualit dellaria alla luce dei precedenti dati acquisiti che indicavano
allarmanti
sforamenti
-,
non
fossero
ravvisabili
estremi
di
reato.
Va inoltre precisato, che il Comune di Agrigento, aveva predisposto un piano inerente la qualit dellaria,
che,
pare
non
sia
stato
tenuto
in
considerazione
alcuna
dalla
Regione.
Nel corso di due distinti incontri, ai quali mi trovai a partecipare, avvenuti presso lAssessorato regionale, fu
larch. Lo Presti del Comune di Agrigento, a ribadire la necessit che il nostro territorio venisse inserito nel
piano
di
bonifica
predisposto
dalla
Regione.
Ad osteggiare tale iniziativa, fu, inspiegabilmente, la rappresentante della Provincia Regionale di Agrigento,
e un responsabile dellARPA.
Purtroppo, i lunghi periodi durante i quali non venne effettuato il monitoraggio della qualit dellaria, non
permisero di acquisire dati in merito agli sforamenti provocati da inquinanti, cosa che venne poi accertata in
seguito,
come
dimostrato
dai
dati
forniti
dalla
Provincia.
Dati preoccupanti, che prima minimizzati o taciuti, finirono con lallarmare lo stesso Presidente della
Provincia:
http://www.lavalledeitempli.net/2011/02/02/monitoraggio-dellaria-il-presidente-dorsi-preoccupato/
Per quanto riguarda loperato di alcuni ambientalisti del Fontana non so, ma di altri certamente s -, devo
convenire con Lei sul fatto che la coerenza non pare sia proprio la caratteristica che li distingue.
A tal riguardo, devo anche precisare che ai due incontri tenutisi allAssessorato Regionale, nessuno dei
Sigg.ri
ambientalisti
agrigentini
ha
sentito
la
necessit
di
prendervi
parte
Distinti saluti
Gian J. Morici
Salvatore Anz scrive:
17 giugno 2011 alle 16:23
Gentile direttore
la ringrazio per aver pubblicato il mio intervento, e non ho difficolt alcuna a confermare le sue precisazioni
sulla questione relativa ad Agrigento. Tenga presente, tuttavia, che i funzionari pubblici sono tenuti quando
prendono decisioni di questi tipo ad affidarsi agli organi tecnici di cui si avvalgono. E nel caso sollevato
dal Comune di Agrigento, come lei ha correttamente ricordato, ci sono state in Conferenza di Servizi
indicazioni metodologiche degli organi tecnici (Arpa Sicilia) e di controllo (Provincia regionale) che non
potevano
essere
da
noi
ignorate.
Detto questo mi consenta di complimentarmi con Lei e il Suo giornale per lobiettivit e la correttezza
dimostrate.
Cordiali saluti
Salvatore Anz Dipartimento Regionale Ambiente
domenico savio lo presti scrive:

17 giugno 2011 alle 19:28


Intervengo soltanto per una precisazione. Il Comune di Agrigento era, insieme ai Comuni di Canicatt e
Porto Empedocle, uno dei tre comuni della provincia di Agrigento sottoposti allobbligo, con Decreto
assessoriale regionale e a seguito dei rilevamenti effettuati, della redazione di un piano comunale per il
risanamento dellaria, piano che sarebbe dovuto confluire, in parte o in tutto, in quello regionale. Orbene, in
corso dopera, mentre con la fattiva collaborazione della Commissione Provinciale Territorio Ambiente si
procedeva a tappe forzate alla redazione di detto piano, inspiegabilmente lAssessore Regionale pro-tempore
(se non erro siamo nel 2009)SENZA CHE FOSSERO STATE EFFETTUATI NUOVI RILIEVI ma,per
come ci fu spiegato in una Conferenza di servizi proprio alla sede dellA.R.T.A. presente il Dott., Anz
soltanto grazie a modelli previsionali elaborati da una Societ romana per conto della Regione, il Comune
di Agrigento si ritrov miracolato ed escluso dai Comuni con gli obblighi di cui si diceva sopra, perdendo,
di fatto, la possibilit di accedere a specifici finanziamenti europei. Al suo posto si ritrov il comune di
Realmonte che, notorio, ricco di attivit industriali inquinanti!
Cordiali saluti
Domenico Savio Lo Presti Servizio Tutela Igiene Ambientale Comune di Agrigento
Salvatore Anz scrive:
18 giugno 2011 alle 09:13
Non ho difficolt a confermare che la Regione Siciliana ha esaminato nello specifico la proposta del Comune
di Agrigento, convocando una Conferenza di Servizi dedicata allargomento, cosa che ha correttamente
evidenziato
lArch.
Lo
Presti.
Bisogna
tuttavia
tenere
presente
che:
- la zonizzazione deve esser fatta sulla base di elementi scientifici, utilizzando tecniche, parametri e
algoritmi che sono stabiliti dalla legislazione nazionale e UE,e in questo senso la Regione Siciliana non pu
discostarsi
dalle
procedure
definite
dagli
organismi
scientifici
internazionali;
- la modellistica, il cui utilizzo imposto dalla normativa, fornisce indicazioni oggettive sulla migrazione e
sullimpatto degli inquinanti in base ai dati meteo caratteristici dellarea esaminata;
- nel caso di Agrigento le valutazioni effettuate da una societ specializzata del settore hanno escluso che il
Comune
potesse
essere
inserito
nella
zonizzazione
ai
sensi
di
legge;
- al momento attuale linserimento fra le aree zonizzate comporta pi che altro oneri e responsabilit a
carico degli amministratori (si veda il caso del Sindaco di Palermo, oggi sotto processo);
- considerato che lUnione Europea adotta il principio di precauzione (si veda Comunicazione COM-2000
1 della Commissione Europea), nessuno vieta al Comune di Agrigento di adottare, in piena autonomia, ogni
iniziativa utile alla tutela della qualit dellaria nel proprio territorio, e di essere propositivo anche per questo
aspetto nei confronti della Regione Siciliana.
Aggiungo infine che, anche se di recente ho cambiato incarico, sono a disposizione degli amministratori del
Comune di Agrigento per fornire indicazioni metodologiche in merito.
Cordiali saluti
Salvatore Anz Dipartimento Regionale Ambiente
Cittadino interessato scrive:
18 giugno 2011 alle 14:11
Vogliate perdonarmi se non mi firmo. Il ruolo istituzionale non me lo consente. Seguo con attenzione il
dibattito sul sito ed essendo, come privato cittadino, interessato allargomento, vorrei conoscere in maniera
pi
approfondita
alcuni
aspetti
della
vicenda.
I modelli previsionali utilizzati al fine di redigere il piano di zonizzazione del territorio, correggetemi se
sbaglio, avrebbero indicato una prevalenza di venti provenienti dal quadrante Est (Levante). Solo cos si
spiegherebbe linserimento del Comune di Realmonte nella cosiddetta zona A del piano, trovandosi il
territorio di detto comune ad Ovest, rispetto la posizione geografica di possibili opifici industriali che
potrebbero
emettere
in
atmosfera
eventuali
agenti
inquinanti.
Nulla questio sulle tecniche, parametri e algoritmi utilizzati, ma, perdonate la mia ignoranza in materia,
dinanzi
tale
deduzione,
qualche
dubbio
mi
sorge:
1 un indicatore naturale, forse poco scientifico ma certamente efficace per individuare la prevalenza di un
vento rispetto altri, rappresentato dalle chiome asimmetriche e dalla curvatura del fusto degli alberi, causata
dallazione di forti venti dominanti. Unattenta osservazione delle poche piante dalto fusto presenti nel tratto
costiero in questione, avrebbe lasciato presupporre una prevalenza di venti provenienti dal quadrante Ovest
(Ponente). Un esempio idoneo ad avvalorare lipotesi di venti dominanti dal quadrante Ovest, era lormai
scomparso pino della casa natale di Luigi Pirandello, la cui chioma era visibilmente rivolta ad Est, cos
come la curvatura del fusto, proprio a causa dellazione dei venti. Qualcosa dunque, parrebbe non
funzionare;
2 meno empirico, e dunque pi scientifico, il dato fornito dal molo di Ponente, del bacino portuale di
Porto Empedocle. La necessit di proteggersi dai forti venti provenienti da Ovest, dimostrata dal lungo
molo, che supera quello di Levante. Lunghezza e direttrice, oltre a render sicura la rada, tenendo conto

dellandamento delle correnti che determinano il trasporto delle sabbie, permette alle stesse di scivolare
lungo quella che altrimenti sarebbe una trappola detritica, senza andare ad insabbiare larea portuale interna.
Se la prevalenza dei venti dominanti, fosse stata quella di venti provenienti da Est, il molo di Levante
sarebbe stato progettato e costruito secondo gli accorgimenti adottati per quello di Ponente, e non viceversa.
Errore
di
calcolo
nella
progettazione
e
costruzione
del
porto?
3 i dati forniti dalle centraline di monitoraggio della qualit dellaria,rilevati allinterno del territorio
comunale della citt di Agrigento, mostrano indiscutibilmente come in pi circostanze sia stata superata la
soglia massima prevista dalla legge per il PM10 presente in atmosfera. Stante inoltre al report orario dei
monitoraggi, si evince come dati significativi dinquinamento atmosferico, siano stati registrati in orari in cui
inimmaginabile siano attribuibili a fattori diversi dallemissione di micro polveri dovute alla presenza di
opifici industriali. Considerato che gli impianti in questione sono allocati ai confini ad Ovest della citt, cosa
inquina latmosfera e da dove soffiano i venti?
Senza voler mettere in discussione la validit dei modelli previsionali utilizzati per la stesura del piano di
zonizzazione, a mio modesto avviso, non si sarebbe dovuto far a meno di considerare i fattori di cui sopra,
prima
di
passare
allapprovazione
ed
alla
fase
attuativa
del
piano
dazione.
Con riferimento a quanto affermato dal Dott. Anz, in merito al fatto che linserimento fra le aree zonizzate
comporta pi che altro oneri e responsabilit a carico degli amministratori, mi sorgono spontanee due
domande:
1) oneri e responsabilit , vanno evitati escludendo da un piano dinterventi territori le cui condizioni
negative ne richiederebbero linserimento?
2) Seppur nessuno vieta al Comune di Agrigento di adottare, in piena autonomia, ogni iniziativa utile alla
tutela della qualit dellaria nel proprio territorio, lesclusione dal piano, ha precluso allAmministrazione
comunale di poter usufruire di finanziamenti, agevolazioni o quanto altro, finalizzato al contrasto
dellinquinamento atmosferico?
Cordiali saluti
GJMorici scrive:
19 giugno 2011 alle 16:46
Per dovere di cronaca:
A Lombardo, Cuffaro e agli assessori si contesta il non avere adottato le misure imposte dalla legge per il
contrasto dellinquinamento atmosferico nonostante fossero a conoscenza dei risultati delle centraline di
rilevamento poste sul territorio regionale, dellandamento della qualit dellaria, del persistere dei fenomeni
di inquinamento con superamento dei limiti di legge. In particolare gli indagati non hanno mai adottato i
programmi per il raggiungimento dei valori limite ai fini della protezione della salute della popolazione, da
predisporre entro 18 mesi, e i piani di risanamento della qualit dellaria. Gli assessori coinvolti sono Mario
Parlavecchio, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello, Mario Milone, Giovanni Di Mauro e
Calogero
Sparma.
Nellavviso di conclusione dellindagine i pm hanno indicato le citt in cui, secondo la rilevazione delle
centraline, si sono superati, negli anni, i limiti previsti dalla legge per il biossido di azoto e per le cosiddette
polveri sottili: Palermo tra il 2002 e il 2009, Caltanissetta e Gela tra il 2007 e il 2009,Catania tra il 2003 e il
2009, Messina nel 2008 e nel 2009 e Siracusa negli anni 2007 e 2009. Negli stessi anni i valori massimi delle
polveri sottili sarebbero stati oltrepassati a Palermo, AGRIGENTO, Gela, Caltanissetta, Catania, Messina e
Siracusa.
La Procura di Palermo, per gli stessi reati, ha chiesto e ottenuto il processo del sindaco del capoluogo Diego
Cammarata e di due assessori comunali imputati di omissione di atti dufficio e getto pericoloso di cose.
Identiche le condotte: non avere adottato provvedimenti idonei a contrastare linquinamento in citt. Il
dibattimento in corso e il 20 giugno, dopo una lunga battaglia di perizie, comincer la requisitoria. I PM
ORA STANNO VALUTANDO LIPOTESI DI INVIARE GLI ATTI DELLINCHIESTA ALLE
PROCURE DELLE CITTA IN CUI SI SAREBBERO SUPERATI I VALORI MASSIMI DI
INQUINAMENTO PERCHE VALUTINO SE PROCEDERE CONTRO GLI AMMINISTRATORI
COMUNALI.
(Fonte: http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=107242 )
Quanto succitato, parrebbe dimostrare come:
1 Agrigento dovesse essere oggetto di maggiori attenzioni nel campo della lotta allinquinamento
atmosferico;
2 il non aver inserito Agrigento nel piano di zonizzazione, non salvaguardi gli amministratori dal rischio di
dover rispondere di eventuali responsabilit.

C da augurarsi, che si voglia anche provvedere a verificare eventuali reati di natura omissiva, commessi da
chi potrebbe non aver ottemperato alle disposizioni di legge che imponevano il monitoraggio della qualit
dellaria,
e
nei
confronti
di
quanti
avrebbero
avuto
il
compito
di
vigilare.
A tal proposito, va evidenziato come anche lo scrivente avesse gi provveduto a segnalare da tempo
allAutorit Giudiziaria agrigentina ed ai NOE, gli aspetti succitati.
marco scrive:
20 giugno 2011 alle 15:43
Scusate, ma questo dott. Anz, quello che stato condannato per diffamazione nei confronti di Giuseppe
Messina di Legambiente proprio a proposito del piano dellaria copiato dal Veneto?
Dal Quotidiano di Sicilia del 24 settembre 2010:
Nel 2007 Legambiente aveva accusato che il testo regionale era stato copiato dal Veneto. Piano dellaria
finisce in tribunale, condannato direttore del progetto. Riconosciuto il reato di diffamazione nelle risposte di
Anz a Messina.Danni per quasi 15000 euro (c pure la foto del condannato dott. Anz).
Mi chiedo, se si tratta della stessa persona, a che titolo parla se per quello che continua ad affermare gi
stato riconosciuto colpevole di diffamazione??
Salvatore Anz scrive:
20 giugno 2011 alle 23:29
Lintervento di marco necessita di una risposta. Sar breve, dato che nel caso in questione non vale la pena
di sprecare fiato.
Un giudice molto distratto mi ha condannato in sede civile perch avrei replicato con troppa durezza a chi
mi accusava di illeciti e reati, e non per avere copiato alcunch. La sentenza gi stata appellata, ma
probabilmente le gravi anomalie rilevabili nel caso in questione mi costringeranno a presentare anche un
esposto al Consiglio Superiore della Magistratura. Aggiungo che in numerose altre cause civili ho
personalmente citato in giudizio coloro che hanno tentato di danneggiare la mia immagine e la mia
reputazione. Se proprio ci tenete, vi terr informato dellevolversi della situazione.
E difficile tuttavia comprendere come mai il nostro marco, cos attento a banali cause civili, sia invece tanto
distratto nel caso di procedimenti penali di ben altra rilevanza (che hanno RICHIESTO persino una
conferenza stampa dellAutorit Giudiziaria). Egli infatti fa finta di non capire che un pool di magistrati
della Procura della Repubblica di Palermo ha investigato sulle vicende sopra descritte, ha spulciato per pi di
due anni nelle carte della Regione avvalendosi dei Carabinieri dei NOE e di CTU esperti del settore, ed ha
infine accertato la correttezza del comportamento dei funzionari degli uffici. Le conclusioni della Procura
smentiscono pertanto in modo plateale coloro che, in perfetta malafede, hanno denunciato inesistenti
imbrogli ed illeciti, calpestando la reputazione di incolpevoli dipendenti pubblici.
Temo che questa contraddizione risulter fatale anche per il giudice distratto proprio come qualcuno di
nostra conoscenza che sar chiamato a spiegare al Consiglio Superiore della Magistratura i motivi del
proprio comportamento. Se ne facciano una ragione il nostro marco e i suoi (molto noti) amici.
Le osservazioni e le domande del cittadino interessato e del Direttore Morici meritano invece riflessioni
serie e puntuali e, per quanto possibile, approfondite. Visto lorario mi riservo di rispondere nel prossimo
intervento.
Cordiali saluti
Salvatore Anz
marco scrive:
21 giugno 2011 alle 13:55
La risposta del dott. Anz al mio commento mi sembra quella di persona non proprio serena. Un giudice
distratto (???) mi ha condannato mi costringeranno a presentare un esposto al Consiglio Superiore della
Magistraturaquesta contraddizione risulter fatale anche per il giudice distratto, il tutto quindi tra velati
insulti ed incomprensibili minacce. Ma che dice? Straparla? Con queste affermazioni mi sa che il dott. Anz
rischia lattenzione di qualche giudice nei suoi confronti. Da parte mia nessunaltra aggiunta se non ribadire
che mi sono limitato a ricordare solo un dato di fatto ed incontrovertibile: il dott. Anz stato condannato
per diffamazione ed il risarcimento dovuto (anche se la sentenza appellata). Il livello della risposta del
dott. Anz mi spinge ad immaginare che il giudice che lha condannato forse tanto distratto non deve
essere stato.
domenico savio lo presti scrive:
21 giugno 2011 alle 22:02

Mi dispiace che il dibattito si sia spostato sul Dott. Anz e perdiamo di vista le problematiche
dellinquinamento
Salvatore Anz scrive:
22 giugno 2011 alle 14:03
Larch. Lo presti non si deve meravigliare, qualcuno (ed facile capire chi) ha interesse ad alzare cortine
fumogene. Per chi legge, tuttavia, i balbettii sconnessi del nostro marco (chiunque egli sia) costituiscono una
eloquente risposta. Non servono altri commenti.
Al Direttore chiedo per di fornirmi in via riservata la mail del nostro misterioso amico (anche se molto
probabilmente quella fornita sar falsa) e il relativo indirizzo IP, per verificare se il caso di portare anche il
nostro
marco
a
raggiungere
i
suoi
amici
in
tribunale.
Aggiungo infine che non intendo pi interloquire con tali elementi (con loro parla solo il mio avvocato), e
che se sar dato ulteriore spazio a interventi di questo tipo, caratterizzati da evidenti finalit poco limpide,
sar costretto (e mi dispiacerebbe molto) a interrompere la mia collaborazione con il vostro sito. Questo tipo
di cortile non utile per nessuno, ed meglio fare parlare le Procure !
Devo ancora una risposta, su argomentazioni serie, al cittadino interessato e al Direttore Morici.
Provveder quanto prima.
Salvatore Anz
GJMorici scrive:
22 giugno 2011 alle 14:52
Gentili lettori,
visti gli ultimi interventi, mi corre lobbligo di ricondurre il confronto su quello che largomento sul quale
incentrato larticolo, evitando commenti che anche qualora non risultassero perseguibili a termini di legge

non
sono
certamente
utili
al
dibattito,
n
alla
soluzione
del
problema.
Questo, mimpone anche una maggiore moderazione dei commenti, che dora innanzi non verranno pi
pubblicati in tutti quei casi in cui non siano riferiti esclusivamente allargomento dellarticolo, o qualora i
toni non risultassero adeguati alla natura del dibattito.
Gian J. Morici
GJMorici scrive:
22 giugno 2011 alle 15:05
Gent.mo Dottor Anz,
intendo ringraziarLa per lattenzione rivolta al giornale e per limpegno assuntosi nel rispondere a quelle che
Lei definisce argomentazioni serie, proposte oltre che da me, anche da cittadino interessato.
Sono certo che solo un confronto sereno e qualificato, pu portare alla ricerca della soluzione di determinati
problemi, che ritengo stiano a cuore di noi tutti.
Cordiali saluti
gian J. Morici
Salvatore Anz scrive:
23 giugno 2011 alle 20:20
Lintervento del cittadino interessato dimostra che la collettivit non pu che beneficiare di informazioni e
sollecitazioni veicolate in modo corretto, anche se sono frutto di punti di vista diversi. Rispondo alle sue
osservazioni, e mi scuso per il ritardo.
1. Nulla questio sugli indicatori naturali, ma tenga presente che forniscono informazioni solo a microscala. Allargando un po il campo le cose possono cambiare notevolmente.
2. In un contesto di deficit ambientale, dove una causa (opifici) pu determinare degli effetti
(sforamenti dei limiti di tutela della salute) va da s che bisogna intervenire prioritariamente sulle
sorgenti inquinanti (cementeria, centrale termoelettrica, attivit portuali, traffico, ecc.), anche se
chiaro che devono comunque essere controllate le aree di ricaduta (le cosiddette immissioni). Se la
sua tesi vera che senso avrebbe intervenire su Agrigento se linquinamento viene da lontano ? Per
restare nel suo campo (il retroterra culturale non un optional) la soluzione per un porto che
continua ad interrarsi non ladozione di un nuovo programma di pulizia e dragaggio (che magari
pu anche essere utile, ma solo come soluzione tampone), ma una corretta progettazione delle opere
di
difesa,
unica
soluzione
che
garantisca
un
risultato
a
lungo
termine.
3. Ovviamente siamo daccordo sui termini della questione oneri/responsabilit, ma tenga presente
che la mia osservazione tendeva a mettere in evidenza il fato che la soluzione di un problema cos

delicato difficilmente un automatismo (inserimento nella zonizzazione), e che se si opera con


superficialit i risultati ottenuti possono essere molto diversi da quelli che ci si aspetta. Si trattava in
sostanza solo di un paradosso.
2.
4. Quando ho detto che nessuno vieta al Comune di Agrigento di adottare, in piena autonomia, ogni
iniziativa utile alla tutela della qualit dellaria nel proprio territorio si trattava di un eufemismo. In
realt avrei dovuto dire che la legge impone al Comune (in particolare nella persona del Sindaco
pro-tempore) di adottare ogni iniziativa necessaria a tutela della popolazione, nella qualit di
massima autorit sanitaria locale, anche in presenza di omissioni di altri Organi/Amministrazioni. Il
caso di Palermo un esempio paradigmatico: il Sindaco viene processato anche se la stessa Procura
ipotizza che a monte ci possano essere state omissioni concorrenti di organi gerarchicamente
sovraordinati
(Regione).
5. Gli strumenti attuativi di contrasto allinquinamento atmosferico (i cosiddetti piani dazione) non
sono ancora stati definiti. Nella pianificazione prevista lelaborazione del Piano dArea Urbana
(per le zone di risanamento) e del Programma per le zone di mantenimento (per le aree restanti), da
definire nellambito del Tavolo di settore provinciale di Agrigento, al cui interno un ruolo di primo
piano viene sicuramente svolto dal comune capoluogo. In quella sede gli amministratori comunali
potranno pertanto portare tutte le proposte che riterranno utili e opportune ai fini della tutela della
qualit
dellaria
nel
loro
territorio.
6. La zonizzazione non un fine ma un mezzo. Si tratta solo di uno strumento che deve aiutare a
contrastare gli effetti dellinquinamento e migliorare la qualit dellaria. Pu fatta per controllare gli
effetti dellinquinamento o per intervenire sulle sue cause strutturali. E evidente che non sempre i
due percorsi portano a prodotti coincidenti. Consiglio tuttavia al Comune di Agrigento, se ritiene di
avere elementi utili ad una modifica dellassetto definito dalla Regione, di sottoporre con grande
urgenza i propri dati al Ministero Ambiente, che in questi giorni sta valutando il lavoro della Sicilia
(e pu modificarlo/integrarlo). Siate rapidi.
Al Direttore rispondo domani.
Cordiali saluti
Salvatore Anz
Aldo scrive:
24 giugno 2011 alle 07:57
@ dott. Anz
c una cosa che non mi convince. al punto 2, lei scrive . forse non sa che tra quelle da lei individuate come
sorgenti inquinanti ce n qualcuna che dista da monserrato (agrigento) appena qualche centinaio di metri. per
il resto, non sono un tecnico, ma da residente posso soltanto dire che fino a non molto tempo fa sui davanzali
delle nostre finestre, al mattino dovevamo togliere una strana polvere nera che si era accumulata durante la
notte. nessuno ha mai saputo o voluto dirci cosa era. per non parlare del fomo maleodorante che quasi tutte le
notti invade monserrato. spero solo che finalmente si arrivi a risolvere il problema.
grazie
Salvatore Anz scrive:
24 giugno 2011 alle 09:06
Quando i cittadini evidenziano un problema, come quello ricordato da Aldo, hanno il diritto di avere
risposte, certe e puntuali. E la pubblica amministrazione da chiunque sia rappresentata (Ministero,
Regione, Provincia, Comune) ha obbligo di intervenire. Ad Aldo pertanto, ed ai suoi concittadini, non
pu che andare tutta la mia solidariet (e, per quello che vale, anche il mio aiuto). Bisogna per mettersi
definitivamente daccordo sugli obiettivi e sugli strumenti per raggiungerli. Quella strana polvere nera di
cui parla Aldo ha sicuramente una provienienza, e dovrebbe essere facile individuarla. E possibile far
svolgere specifiche indagini (di tipo mineralogico) allArpa, per risalire alla fonte. Discorso analogo per il
fumo maleodorante. I cittadini hanno la possibilit di organizzarsi, anche in gruppo, per sollecitare chi ha il
dovere di intervenire. Esistono adesso nuovi strumenti, introdotti di recente nella nostra legislazione che
possono anche essere attivati, se necessario (Class action Azione Collettiva Pubblica Amministrazione D.
Lgs. 20 dicembre 2009 , n. 198 Attuazione dellarticolo 4 della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di
ricorso per lefficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici).
Detto quanto sopra, e per tornare agli aspetti tecnici, ribadisco che lunica soluzione di problemi di questo
tipo intervenire in modo strutturale a monte rimuovendo le cause dellinquinamento, ovunque esse siano.
Altri interventi sono assolutamente inutili, e possono essere persino controproducenti, quando distolgono
lattenzione dellopinione pubblica dai veri problemi. Non ha alcun senso prevedere interventi su

Monserrato (quali potrebbero essere ?) se le polveri vengono da fuori (a meno che le sorgenti inquinanti non
siano proprio l).
Devo sempre un intervento al Direttore. Mi serve un p di tempo perch si tratta di un tema delicato.
Cordiali saluti
Salvatore Anz
Salvatore Anz scrive:
25 giugno 2011 alle 10:45
Gentile Direttore
Le devo alcune risposte sulla questione centrale che lei ha evidenziato, e cio il regime delle responsabilit.
Nei miei interventi precedenti alcuni temi sono stati gi abbondantemente trattati, e mi limito quindi ad
alcune osservazioni di carattere generale (non mi possibile parlare di situazioni specifiche, dato che c un
procedimento penale in corso).
Il nodo di questa vicenda la mancanza di specifici strumenti di tutela della qualit dellaria e contrasto
allinquinamento. Tali strumenti (Piani dazione a breve termine, Piani per la qualit dellaria per le zone in
cui i livelli sono pi alti dei valori limite, Piani di mantenimento, Programmi demergenza, ecc.), vanno
elaborati con le procedure e i passaggi tecnico-amministrativi previsti dalla normativa, altrimenti si rischia di
vanificare il lavoro fatto. Lesempio classico il caso delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) adottate dal
Comune di Palermo per contrastare linquinamento da traffico, bocciate dal TAR per la mancanza di uno
strumento propedeutico espressamente previsto dalla legge (il Piano Urbano del Traffico).
Il problema centrale che la nostra regione, come abbiamo detto in precedenza, partita con un handicap di
circa 6 anni: mentre le altre regioni lavoravano alla pianificazione gi a partire dal 2000 la Sicilia ha
cominciato ad operare nel settore soltanto nel 2007 (abbiamo spiegato perch), e le conseguenze di questa
partenza ad handicap sono oggi visibili a tutti. La bozza del documento di pianificazione elaborato nel luglio
2010, a conclusione di un lungo (ma inevitabile) percorso che si sviluppato in circa tre anni, definisce in
dettaglio sorgenti inquinanti, norme tecniche (limiti alle emissioni, aggiornamento dei sistemi di
abbattimento nei grandi impianti, revisione delle autorizzazioni, ecc.), procedure operative e tempi
contingentati per pervenire con urgenza (massimo sei mesi) alladozione formale degli strumenti necessari
per ottemperare agli obblighi discendenti dalla legislazione vigente. Vista la situazione in cui ancora oggi
versano alcuni grandi agglomerati urbani, e considerato il rischio che in queste aree pu essere associato alla
mancanza di strumenti locali di contrasto allinquinamento ai fini della tutela della salute, lUfficio aveva
anche previsto lobbligo dellelaborazione di un Programma provvisorio di interventi demergenza da
adottare (a livello comunale) in soli due mesi.
Nel 2010 c stato un rallentamento del percorso, anche per via dellentrata in vigore della nuova normativa
di settore, ma evidente che in assenza dei provvedimenti attuativi, tutta la pianificazione di settore risulta
oggi non efficace, in quanto assolutamente monca degli strumenti operativi di contrasto e prevenzione
rispetto allinquinamento atmosferico. E questo il problema sollevato anche dalla Procura della Repubblica
di Palermo. Pu darsi che esistano refluenze anche a livello locale, ma tenga presente che eventuali
responsabilit (se ci sono) possono essere accertate solo in sede processuale. Vedremo come andr a finire.
Cordiali saluti
Salvatore Anz
GJMorici scrive:
25 giugno 2011 alle 12:06
Gent.mo Dottore Anz,
la ringrazio per llattenzione mostrata verso largomento in questione e a sollecitudine con la quale ha
risposto ai commenti lasciati dai nostri lettori.
Comprendo benissimo che alcuni aspetti della vicenda non possono essere approfonditi n in questa sede, n
in questo momento, visto che largomento probabilmente sar oggetto di dibattito nelle aule giudiziarie.
In
attesa
di
nuovi
sviluppi,
le
giungano
graditi
i
miei
pi
cordiali
saluti.
Gian J. Morici
Vittorio scrive:
28 giugno 2011 alle 23:56
Colgo lopportunit della costante presenza e degli illuminati interventi di un luminare dellinquinamento
atmosferico quale si dimostra il dott. Anz per chiarirmi una perplessit che mi sorta dalla lettura, forse
superficiale, del piano di coordinamento della qualit dellaria presente nel sito dellAssessorato Territorio,

10

laddove tra le misure antinquinamento si prevede la riduzione del numero di giornate di utilizzo del
riscaldamento domestico. Chiedo al dott. Anz chi possa aver previsto questa misura che per la nostra
Regione, dove le giornate fredde sono veramente ridotte, mi sembra una ridicolaggine. Nellultimo capitolo,
poi, non capisco il riferimento alla Calabria per una specie di coordinamento sui problemi della qualit
dellaria. Francamente il collegamento mi sembra pi filosofia che altro. Spero che il dott. Anz possa
intervenire sugli autori per correggere queste stranezze.
vittorio scrive:
1 luglio 2011 alle 00:44
Unaltra domanda per il nostro esperto dott. Anz, sempre a proposito del Piano di coordinamento della
qualit dellaria: ma perch nel Piano non c traccia delle industrie e delle zone industriali, p.e. dei poli
petrolchimici, della Regione? Ho letto e riletto ma proprio cos. E saltato qualche capitolo? La cosa mi
sembra davvero madornale. Ma lei non se ne era accorto? Spero che segnali questa lacuna incredibile a chi di
dovere.
vittorio scrive:
4 luglio 2011 alle 00:30
Nel rileggere la copertina del Piano di coordinamento mi sono accorto che il dott.Anz tra gli autori del
documento, anzi forse il responsabile della sua redazione. A questo punto, anche per le domande che avevo
poste riguardo alle incongruenze da me rilevate, resto sorpreso, francamente non me laspettavo.
Salvatore Anz scrive:
4 luglio 2011 alle 11:47
Il
nostro
Vittorio
(chiunque
sia)

distratto
come
il
suo
amico
marco.
Come ho gi spiegato fino al 2007 lufficio che avrebbe dovuto redigere il piano era guidato da un
ambientalista di Legambiente, tale Gioacchino Genchi. Il piano di coordinamento fatto nel 2007 non ha
lelenco degli impianti industriali perch il sopra citato ambientalista dal 2001 al 2006 non riuscito a
trovare il tempo e/o il modo di realizzarlo. Ho dovuto provvedere io nel 2008 (D.A. 94 del 24 luglio 2008).
La lacuna stata segnalata ai vertici dellamministrazione regionale, che hanno gi preso i provvedimenti del
caso
(sono
sicuro
che
vittorio
li
conosce).
Se il nostro vittorio fosse stato pi attento avrebbe trovato lInventario delle emissioni nello stesso sito (e
persino nella stessa pagina web) dove casualmente ha trovato il Piano di coordinamento, ma sempre
casualmente rileviamo gli sfuggito. Consiglio a Vittorio di chiedere allambientalista di Legambiente
Genchi perch in sei anni non abbia provveduto a fare quello che doveva fare ai sensi di legge. Ci faccia
conoscere
la
risposta

siamo
curiosi
!
Il riscaldamento domestico una delle fonti di inquinamento urbano. Anche se incide solo per una quota
molto ridotta (3-4%), un intervento di razionalizzazione (anche in questo settore) non pu che fare bene
allambiente
nel
suo
complesso.
Lo
sanno
anche
i
bambini

!
Per le altre misure contro linquinamento consiglio a Vittorio, che sembra molto volenteroso, di visionare il
documento Adempimenti attuativi della legislazione di settore in materia di valutazione e gestione della
qualit dellaria ambiente, redatto e consegnato da me nel 2010 e pubblicato sul sito dellassessorato nella
sezione Procedure VAS. Studiando attentamente quel documento avr sicuramente molto da imparare. Per
le lezioni private (per lui) non sono disponibile.
vittorio scrive:
5 luglio 2011 alle 00:06
Commento moderato:
Mi ero semplicemente permesso di fare alcune domande ed alcune osservazioni ad una persona, il dott.
Anz, che dava limpressione di essere disponibile e cortese. Mi sembravano domande da lettore interessato
allargomento e desideroso di ricevere solo chiarimenti. Dal tono e dal contenuto inspiegabilmente stizzosi
della risposta, con cui il dott. Anz, non so a che titolo, mi definisce distratto, lancia insulti e fa strane
allusioni a post di altri lettori a suo dire miei amici, che in realt non so chi siano, devo purtroppo dedurre
di avere sbagliato sia riguardo la sua disponibilit, sia riguardo la sua cortesia, sia, soprattutto la buona
creanza. Non ritengo di essere un distratto, le mie domande-perplessit sono rimaste senza risposta e, se
devo essere sincero, non credo interessasse pi di tanto la storia da primo della classe del dott.Anz (quanto
dice di avere fatto lui e quanto dice di non avere fatto i suoi predecessori). Anzi, a leggere larticolo di testa
sulle vicende giudiziarie che coinvolgono gli Assessori ed i due Presidenti della Regione sulle responsabilit
dei mancati interventi sui Piani di risanamento contro linquinamento atmosferico, mi pare che la
ricostruzione del dott. Anz diverga del tutto da quella della Procura.
GJMorici scrive:
5 luglio 2011 alle 00:45
Gent.mo Sig. Vittorio,

11

ancora una volta, vorrei richiamare lattenzione su quello che sono gli aspetti che riguardano linquinamento
atmosferico, mettendo da parte le vicende giudiziarie riferite ad aspetti diversi da quelli indicati nellarticolo.
Purtroppo, fare riferimento ad altre vicende, che hanno trovato o troveranno in altre sedi le giuste risposte,
finisce con il distrarre i lettori da quello che largomento centrale del dibattito.
Vi invito dunque, a voler restare in tema, altrimenti, mio malgrado, mi vedrei costretto a censurare i
commenti.
Grazie.
Luigi scrive:
5 luglio 2011 alle 12:07
Da quello che abbiamo letto si capisce che a partire dal 2007 stato fatto un lungo lavoro di recupero dei
ritardi del passato, che si concluso nel 2010 con un documento di pianificazione che stato presentato al
pubblico ed alle associazioni ambientaliste. Ho verificato che il documento in effetti consultabile in rete sul
sito
dellassessorato
regionale
allambiente.
Ma allora qualcuno pu dirci cosa abbia fatto negli anni precedenti al 2007 il predecessore del dott. Anz, e
cio il dott. Genchi, che immagino fosse regolarmente stipendiato per questo dalla Regione ? Considerato
che Genchi un dirigente di Legambiente forse sarebbe opportuno un chiarimento su questo aspetto da parte
di Mimmo Fontana, che intervenuto pi volte con diverse dichiarazioni pubbliche. Credo che i cittadini
abbiano bisogno di risposte chiare sul ruolo di Legambiente in questa storia, dato che la vicenda presenta dei
lati abbastanza oscuri. Grazie.
Andrea scrive:
5 luglio 2011 alle 12:28
Gentile direttore leggo spesso la sua testata e concordo con lei: fare riferimento ad altre vicende distrae
lattenzione da argomenti molto interessanti come linquinamento atmosferico. Ma proprio per il grande
interesse che suscita largomento mi chiedo come mai unassociazione ambientalista come Legambiente, da
cui sempre mi sono sentito difeso,che tante lotte porta avanti a difesa dellambiente e dei cittadini, che,
giustamente,in tante occasioni ha puntato il mirino sullinefficienza della pubblica amministrazione, che a
difesa dellinteresse pubblico, molte volte, ha invocato il principio della responsabilit, oggi tanto abbia da
dire su quello che stato fatto e nulla sui mancati adempimenti. Se come leggo nel commento di Salvatore
Anz del 4 luglio:.fino al 2007 lufficio che avrebbe dovuto redigere il piano era guidato da un
ambientalista di Legambiente, tale Gioacchino Genchi,considerato il grave danno che la mancata
pianificazione ha procurato alla popolazione, perch questo tal Gioacchino Genchi non tra i responsabili?
Ma soprattutto mi chiedo dovera Legambiente e dove erano Messina e Fontana in tutti questi anni di
inadempienze? Perch non parlano di gravi responsabilit di questo Gioacchino Genchi? Leggo che
Fontana,coordinatore regionale di Legambiente, scrive di aver denunciato il caso clamoroso della
copiatura del Piano della Regione Veneto. In quel caso stato significativo il fatto che la Regione Siciliana,
piuttosto che prendere provvedimenti nei confronti di chi aveva gravemente danneggiato limmagine
dellamministrazione regionale (si ricordino gli articoli ironici su tutti i quotidiani nazionali), ha perseverato
nel sottovalutare limportanza di uno strumento indispensabile per restituire qualit allaria che respiriamo.
Ma considerato il fatto che il grave danno allimmagine dellamministrazione regionale si rivelata una
bufala, poich stato accertato che il piano non era copiato; ritengo, da cittadino ambientalista, che sarebbe
stato pi opportuno un intervento di Legambiente che sollecitasse la Regione Siciliana a prendere
provvedimenti nei confronti di chi ha gravemente danneggiato la salute dei cittadini.
Grazie.
GJMorici scrive:
5 luglio 2011 alle 12:31
Gent.mo Sig. Luigi,
credo che largomento da approfondire, sia pi quello dello stato delle cose e di come sintenda risolverle,
che
non
la
ricerca
di
eventuali
responsabilit
pregresse.
A quelle, qualora ci fossero, penser certamente la Magistratura.
Torno dunque ad invitarvi a lasciar perdere questi aspetti, per seguire un po meglio il problema di Agrigento
e per capire visti i discordanti pareri da parte di assessorati, Arpa, Provincia, Procura etc se il problema
dellinquinamento atmosferico nella nostra citt, sussiste, o si tratta di pura invenzione.
Anche su questo, lasciamo che eventuali responsabilit vengano poi individuate da chi di competenza.
Grazie!
vittorio scrive:
5 luglio 2011 alle 23:46

12

Gent.le Direttore,
poich non apparso il mio commento, lo riinvio, poich mi trovo del tutto in sintonia con il suo invito.
Infatti, proprio per questo motivo ricordavo che il titolo di testa dellarticolo : Inquinamnto atmosferico,
indagati Cuffaro, Lombardo e Assessori regionali. Tuttavia, mi sia consentito di ricordare (per lultima volta)
a chi non sembra avere letto larticolo di testa che in sede penale la Magistratura sta gi facendo il suo
dovere tanto vero che ha individuato, allo stato dei fatti, con nomi e cognomi i presunti responsabili,dal
2002 ad oggi, e non mi sembra che abbia tirato in ballo Legambiente, Fontana e Genchi. Secondo dato di
fatto: cosa ha fatto la vituperata Legambiente? In sede civile ha denunciato per diffamazione il tal dott. Anz,
il quale stato condannato al risarcimento danni e, per quel che so di diritto civile, la sentenza esecutiva
anche se appellata. Spero che dora innanzi si parli dei problemi agrigentini e non di chiacchiere inutili e
fuorvianti come ricordato dal Direttore Morici. Su questi due aspetti da parte mia nessun ulteriore commento.
Salvatore Anz scrive:
6 luglio 2011 alle 15:40
Gentile Direttore
rispondo a Luigi e Andrea
Dagli accertamenti della Magistratura emerge in modo chiaro (credo che fra non molto sar pubblica la
consulenza del pool di esperti che si occupato della vicenda) che la Regione Siciliana ha ottemperato al
disposto normativo con ben sei anni di ritardo (testuale) rispetto al giugno 2004, data alla quale avrebbe
dovuto allinearsi alla legislazione vigente. Si tratta di un fatto che non ha bisogno di commenti.
Nel 2004 la struttura regionale che avrebbe dovuto occuparsi della pianificazione e predisporre gli strumenti
contrasto allinquinamento atmosferico (anche per larea agrigentina, nella quale operava una rete di
rilevamento della qualit dellaria) era guidata dallambientalista di Legambiente Genchi. Si tratta di un altro
fatto
che
non
necessita
di
commenti.
I sei anni di ritardo rilevati dalla Procura di Palermo coincidono in modo imbarazzante con la durata
dellincarico del mio predecessore (Genchi), che nel 2007 stato sollevato dallincarico per responsabilit
dirigenziale e successivamente sanzionato dalla Giunta di Governo (Delibera Giunta Regionale n. 241 del
24/06/2010) . Mi risulta inoltre che sia stato processato dalla Corte dei Conti e che nel 2010 sia stato
condannato (Sentenza Corte dei Conti n. 1031/2010). Non so di eventuali ulteriori sviluppi, ma se dovessi
avere notizie, in un senso o nellaltro, ve le dar. Soprattutto a Vittorio, che sembra molto interessato.
Registriamo ancora una volta lassenza imbarazzante di Legambiente e Fontana sulle domande che avete
formulato: cosa ha fatto lambientalista Genchi per tutelare la salute degli agrigentini ? Dove sono gli
strumenti di pianificazione per la tutela della qualit dellaria a scala provinciale che avrebbe dovuto fare per
salvaguardare la loro salute ? Non era pagato per questo ? Il silenzio assordante. Anche in questo caso non
servono commenti.
elisa scrive:
7 luglio 2011 alle 10:12
Basta, non se ne pu pi della tiritera quotidiana di questo dott. Anz contro Legambiente e gli altri signori
con cui ce lha. Ma che ce ne frega delle sue storie? E andato da chi di dovere a riferire le sue accuse? Di
sicuro lo avr fatto. Ma se non lhanno preso in considerazione in Procura e un motivo ci sar, perch ci
dobbiamo sorbire noi ogni giorno questa litania? Ha stufato. Vogliamo tornare a parlare di cose serie e non di
fatti personali?
andrea scrive:
7 luglio 2011 alle 16:32
Elisa non ha seguito gli interventi, o confusa. Questa discussione parte da una dichiarazione di Fontana,
Presidente Regionale di Legambiente, che denuncia il caso clamoroso della copiatura del Piano della
Regione Veneto e chiede provvedimenti nei confronti di aveva gravemente danneggiato limmagine
dellamministrazione regionale (il primo intervento). Non mi sembrano fatti personali ma fatti resi molto
pubblici proprio da Legambiente. Credo che tutti noi abbiamo il diritto di sapere se qualcuno ha mentito:
se ha mentito Anz, allora sar incriminato, dato che non credibile che un pool di magistrati della Procura
di Palermo ne occulti le responsabilit. Se invece ha mentito Mimmo Fontana allora la cosa
particolarmente grave, per i motivi che ho spiegato in precedenza. Noi vogliamo essere tutelati dalle
associazioni ambientaliste (che per questo prendono dei contributi pubblici), e non vogliamo essere presi per
i fondelli.
Si tratta di cose molto serie, e credo che sia un fatto importante anche dal punto di vista giornalistico:

13

vogliamo sapere se il Presidente Regionale di Legambiente nel caso in questione ha detto la verit
allopinione pubblica, o se ha mentito.
Aspettiamo risposte.
elisa scrive:
8 luglio 2011 alle 22:25
Sig. Andrea, secondo lei io non avrei seguito tutti gli interventi del blog e sarei confusa forse perch non mi
sono associata alla stuffosa tiritera del dott. Anz? Comprendo una volta, ma cantarsela e suonarsela pi
volte, capir che pu scocciare anche al lettore pi paziente, specie se si tratta di argomenti su cui la
Magistratura sembra avere le idee chiare (vedi responsabilit di assessori e presidenti). Comunque, un invito,
sia pi garbato con le persone che non conosce o che non la pensano come lei e riservi certi giudizi per suoi
amici, conoscenti e affini (per dirla con il grande Tot). Spero che il direttore Morici tuteli le forme di
rispetto verso chi dissente, specie da certe cordate o scordate.
Luigi scrive:
9 luglio 2011 alle 07:56
Incredibile! Elisa si rifiuta testardamente di leggere larticolo iniziale, che ha fatto partire 33 interventi
(compreso il suo). Cosa possiamo farci ? E proprio vero che non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire

Sembra chiaro che le domande che abbiamo fatto su Genchi e Fontana, e le informazioni che abbiamo
ricevuto, hanno innervosito molto qualche suo amico, ed facile capire perch !
Ma la questione resta sempre aperta: vogliamo sapere se Legambiente (Fontana, Arnone, Genchi) ha detto la
verit su questa storia o se ha mentito in modo vergognoso allopinione pubblica, dato che gestisce soldi
pubblici.
Tentare
di
cambiare
continuamente
discorso

inutile
e
puerile.
Ci piacerebbe inoltre che il Direttore facesse qualche verifica sui documenti, da buon giornalista, e ci facesse
sapere qualcosa.
Grazie.
andrea scrive:
9 luglio 2011 alle 08:20
Sig.ra Elisa, lei non si deve associare nessuno, deve solo arrendersi allevidenza. Capisco che per i suoi amici
sia spiacevole, ma i fatti sono fatti. Il tema di questa sezione lo ha deciso Legambiente, la invito a rileggersi
nuovamente tutti gli interventi. Inoltre io non sono stato sgarbato con nessuno e non uso i suoi termini, molto
subdoli. Per dirla con il grande Tot che le piace molto: ma mi faccia il piacere !.
Luigi scrive:
10 luglio 2011 alle 16:08
Direi che il silenzio contrito di Arnone, Genchi e Fontana vale pi di qualunque ammissione pubblica di
colpa. A questo punto, considerato che sembrebbe ormai chiaro che Legambiente abbia mentito ai cittadini
che dovrebbe invece tutelare (e mi sembra ormai chiaro a tutti), lultimo atto dovrebbero essere le dimissioni
dei responsabili.
E troppo aspettarci almeno un p di dignit ?
andrea scrive:
11 luglio 2011 alle 07:12
Commento Moderato:
E chiaro quale stato il ruolo di Legambiente (Arnone, Fontana) in questa storia, ed altrettanto chiaro che
non si dimetteranno mai. Troppi interessi in ballo.
Omissis. Sarebbe interessante capire come sia stato scelto il direttore di questa riserva, quali capacit abbia
Fontana, e soprattutto le modalit di informazione al pubblico e selezione dei candidati. Vizi privati e
pubbliche virt !
E ovvio che questi soggetti, quando il momento, scendono in campo per sostenere che le chiazze
schiumose marroni e maleodoranti sono acqua da bere omissis o che la Sicilia ha il Piano del Veneto. Li
trovi in prima fila quando si tratta di fare la morale agli altri, e li vedi rampognare severamente il prossimo, e
discettare in pubblico di ambiente, regole, correttezza, trasparenza, conflitti di interesse, ecc. ecc.
Poveri noi !
Comitato Cittadino Isola Pulita scrive:

14

28 settembre 2013 alle 23:05


1 ANNO E 8 MESI DI RECLLUSIONE A SALVATORE ANZA EX DIRIGENTE ASSESSORATO
AMBIENTE
http://isolapulita.blogspot.it/2013/02/1anno-e-8-mesi-di-reclusione-salvatore.html
Sentenza n. 5455/2012, ANZA, TOLOMEO, INTERLANDI, ZUCCARELLO, GENCHI,
PELLERITO,MESSINA,CAVALLARO,CIAMPOLILLO,CIRINCIONE,SANSONE,FONTANA,LEGAMB
IENTE,TRIZZINO,MOVIMENTO 5 STELLE,SMOG MAZZARA,PAINO AEROLOGICO PADANO A
NOI AMBIENTALISTI Lidea di realizzare le piste ciclabili sfruttando argini di fiumi e canali ci aveva
insospettito NON POCO e quindi.
PUO RITENERSI ACCERTATO CHE IL PIANO CONTENEVA SE NON ERRORI, COMUNQUE
VISTOSE COPIATURE DI UN PIANO DI ALTRA REGIONE
La teste Interlandi Rosanna, allepoca dei fatti Assessore Regionale per il territorio ed Ambiente, la quale ha
spiegato che allAnz era stata affidata la redazione del Piano regionale per la tutela della qualit dellaria
che era stato pubblicato ad agosto 2007 sul sito dellAssessorato.
Il piano era stato elaborato con ritardo rispetto ai tempi dovuti, ritardo per il quale era stata attivata un
procedura comunitaria per infrazione.
Era per emerso che il Piano regionale per la tutela della qualit dellaria oltre a contenere ERRORI DI
SINTASSI vari, era una COPIATURA di un precedente piano redatto per la regione Veneto e tale
circostanza risultava da una serie di INDICAZIONI e RIFERIMENTI che erano del tutto ILLOGICI ed
INCONGRUI ove riferiti al territorio siciliano.
In particolare si faceva riferimento alle immissioni atmosferiche derivanti dalluso dei riscaldamenti
domestici dovuti al CLIMA RIGIDO, si indicava quale soluzioni dellinquinamento da traffico il
potenziamento delle PISTE CICLABILI da realizzare sugli ARGINI DEI FIUMI CHE ATTRAVERSANO I
CENTRI STORICI e, in alcuni casi si trovava addirittura il link della Regione Veneto (pag 14 verbale del
24.11.2011).
Appare quindi evidente che non possono ritenersi credibili i testi Barbaro e Tolomeo che hanno parlato di
correzioni effettuate dalla segreteria e nel tempo di ventiminuti mezzora; ma soprattutto appare evidente
che gli errori del Piano regionale per la tutela della qualit dellaria, non potevano essere semplici refusi,
giacch non potrebbe logicamente giustificarsi la creazione ad hoc di una commissione composta da tre
soggetti che ha lavorato per quattro mesi, per la correzione di un elaborato di appena 385 pagine, compresi
gli
allegati.
.lungi da essere meri refusi come dichiarato eufemisticamente da testi interessati anche ad escludere
ovvero attenuare proprie responsabilit amministrative, erano vere e proprie COPIATURE.
Peraltro, nello stesso decreto di correzione relativo al piano regionale per la tutela della qualit dellaria si
legge di comunit montane, argini di fiumi e vcanali, intero territorio pianeggiante della regione,
bacino aerologico padano eccc..
.il Piano regionale per la tutela della qualit dellaria conteneva effettivamente degli errori che per la
loro evidenza e natura erano tali da rendere legittime le critiche..
Per quanto riguarda la commisurazione della pena, rileva questo Giudice che NON si ravvisano motivi per la
concessione delle circostanze ATTENUANTI e ci sia per motivi processuali che per motivi sostanziali.
Infatti la vicenda presenta profili di indubbia gravit.per formulare offese personali connotate da
una fortissima violenza verbale, violenza di cui lIMPUTATO non sembrato neppure rendersi conto nel
corso del suo esame dibattimentale.
DICHIARA Anz Salvatore responsabile del REATO continuato a lui ascrittoi e lo CONDANNA ALLA
PENA di UNO ANNO e MESI OTTO di RECLUSIONE, oltre che al PAGAMENTO delle spese
processuali.
Sentenza n. 5455/2012 emessa dal Tribunale penale di Palermo, Giudice Monocratico, sez. quarta penale, nel
proc. n. 4863/2010, alludienza del 18.10.2012, di condanna a un anno e otto mesi di reclusione, nei
confronti di Anz Salvatore EX DIRIGENTE ASSESSORATO TERRTORIO AMBIENTE DELLA
REGIONE. Laccusa: diffamazione in relazione alle posizioni assunte dallassociazione sul Piano Regionale
di Coordinamento per la tutela della Qualit dellaria .
Scarica lintera sentenza in pdf
DOTTORE SALVATORE ANZA DIRIGENTE ASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE DELLA
REGIONE SICILIA CONDANNATO AD UN ANNO E 8 MESI REG SENT 5455 2012 UDIENZA 18 10
2012 RGT 4863 2010 RG NR 7076 2009
http://lagazzettadiisola.files.wordpress.com/2013/02/dottore-salvatore-anza-condannato-a-18-mesi-reg-sent5455-2012-udienza-18-10-2012-rgt-4863-2010-rg-nr-7076-20093.pdf
http://www.lavalledeitempli.net/2011/06/16/inquinamento-atmosferico-indagati-cuffaro-lombardo-eassessori-regionali-all%E2%80%99ambiente/

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Monserrato: cittadini dove siete? La protesta di una famiglia contro linquinamento


atmosferico
29 maggio 2010 | Filed under: Sotto la lente | Posted by: Redazione

Monserrato, per molti rappresenta uno dei quartieri satellite della citt di Agrigento.
In verit, assieme a Villaseta, una realt a s stante. Una sorta di villaggio del Far West, dove vige
la legge del pi forte.
Ma a differenza del Far West, qui non
Le notti di Monserrato, hanno una loro peculiarit.

neppure

lo

sceriffo

difenderti.

Qui, la sera, scende unoscurit diversa da quella del buio della notte.
Unoscurit che oltre ad avvolgere tutto, sembra coprirti per poi entrarti dentro.
La
sera,
dalle
finestre
aperte,
qualcosa
penetra
nella
stanza.
Un odore sgradevole che impregna tutto. Lodore delle tante notti insonni trascorse dagli abitanti di
Monserrato. Un fetore che ammorba lintero quartiere.
Monserrato la frontiera. E come in tutte le zone di frontiera, vige la legge del pi forte.
Qui, tutti hanno il diritto di far ci che vogliono e poco importa se questo avviene contro legge; se
c chi da tempo si lamenta; se c chi stanco di non trovare adeguate risposte ai propri reclami,
comincia ad accarezzare lidea di cercar casa altrove, in un posto qualsiasi, purch laria sia
respirabile.
Qui, la salute non un diritto. Neppure dormire o respirare un diritto.
Domenico Savio Lo Presti, che abita con la sua famiglia a Monserrato, stamattina assieme ai suoi
due figli, Jorge e Manfredi, ha deciso di rendere pubblico il suo malessere.
Muniti di cartelli, hanno protestato dinanzi la Prefettura bene ricordare che anche sede della
Provincia che ha competenze specifiche in materia -, nella speranza che la loro azione serva a
sensibilizzare lopinione pubblica e le Istituzioni, riguardo un problema che non pu pi essere
ignorato o sottovalutato.
Il fenomeno di questi miasmi puzzolenti che infestano il quartiere di Monserrato e quello di
Villaseta ci spiega Lo Presti, che anche funzionario del Settore Ambiente del Comune di
Agrigento dura almeno da due anni.
Ma cosa si fatto a tal proposito?
Ci sono state iniziative promosse dai comitati di quartiere continua Lo Presti il Comune si
attivato e sono anche stati presentati degli esposti alla Procura. In pi circostanze, abbiamo anche
avvisato le forze dellordine, nella speranza che si riuscisse a individuare lorigine di questi miasmi
che avvolgono il quartiere nelle ore notturne. Dallodore sembrerebbe plastica bruciata con
conseguente emissione di diossina. Non si riesce a venire a capo di questa situazione e dire che non
sono molti gli impianti che potrebbero essere coinvolti nellorigine di questi miasmi si possono
contare sulle dita di una mano in quella zona. Eppure non si riesce a capire come dopo oltre due
anni, si debba assistere al perdurare di questo fenomeno. Laltra cosa strana il silenzio ufficiale dei
cittadini di Monserrato che hanno paura di esporsi. Parlando con altri abitanti del quartiere ma
cos anche a Villaseta ndr si avverte questa strana paura di mettersi in vista. Non un caso se ho
deciso di venire qui con i miei due figli, senza pubblicizzare la manifestazione di protesta. Questa
vuol essere anche loccasione per lanciare un segnale ai cittadini di Monserrato: non con il
silenzio che risolviamo i nostri problemi. Qui ci stanno letteralmente avvelenando giorno dopo
giorno. Corriamo il rischio di veder aumentare i casi di leucemie e tumori. I nostri figli vengono
avvelenati, eppure si sta zitti .
Domenico guarda i suoi figli, che anzich andare in giro con i propri coetanei in questa bella
mattina di fine maggio, sono accanto a lui, con i loro cartelli di protesta.
Manfredi, il pi piccolo dei due ragazzi, ci racconta di come soffra a causa di unallergia.
Quando certe sere c puzza, non riesco neppure a respirare. Mi si chiude il naso. Io ci soffro,
per quando c questa strana puzza, sto veramente male...
Domenico guarda il figlio con tenerezza. Quanta esasperazione c in chi decide di ribellarsi, di
uscire allo scoperto per denunciare quanto sotto gli occhi e il naso di tutti e pare che nessuno
veda?
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Jorge, il figlio pi grande, ha un cartello con dietro scritto ci stanno avvelenando giorno per
giorno.
Parole forti che dovrebbero far riflettere.
Soltanto quando noi tutti troveremo il coraggio di venire a protestare davanti la Prefettura
continua Domenico potremo sperare che Monserrato diventi un quartiere civile e vivibile come gli
altri quartieri di Agrigento. Questo fenomeno ha origine da una attivit criminale. Prova ne sia che
accade sempre allimbrunire o a tarda serata , prosegue per tutta la notte e cessa alle prime ore del
mattino. E praticamente una attivit criminale organizzata che tiene conto dellimpossibilit, o
perlomeno delle difficolt, delle autorit ad intervenire Sappiamo che durante le ore notturne le
pattuglie sono in numero ridotto e non c quindi la stessa possibilit di organizzarsi come avviene
durante il giorno. Di conseguenza costoro continuano a lavorare tranquillamente.
Domenico un fiume in piena. Dalle sue parole, traspare tutta la rabbia e la disperazione di chi si
sente quasi impotente dinanzi i soprusi di chi, favorito dal buio della notte e dalla complicit dei
silenzi, avvelena lui, la sua famiglia, ma anche quelle migliaia di cittadini ignavi che preferiscono
starsene tranquillamente a casa propria, salvo poi lamentarsi al bar di come Monserrato sia ormai
invivibile.
Questa la valle delle nebbie, dei fetori che mozzano il respiro, dove chi ha avuto la malaugurata
sorte di venire ad abitare non ha diritto a nulla, pu solo subire la legge del pi forte.
E i pi forti sono loro. I pi forti sono coloro che di notte inquinano laria; coloro che ci regalano
ogni mattina un sottile strato di polvere nera sui davanzali; coloro che emettono questi fetori che
appestano laria a nord di Monserrato, fin quando non raggiungono questo quartiere di dannati, di
senza diritti, di non-persone, la cui cittadinanza resta solo una questione filosofica o giuridica.
Domenico parla dei miasmi, quelli che lui e la sua famiglia avvertono nellaria.
DA CASA sua, non si vede la collina che domina Monserrato.
Quella collina dove la notte le fiamme appaiono da lontano come le luci di un presepe.
Ma da Agrigento, quelle fiamme si vedono benissimo.
mai possibile che nessuno se ne accorga? A nessuno mai viene in mente di andare a raccogliere
ed analizzare i residui di questi fuochi notturni?
Tolti questi piccoli incendi controllati, in zona si contano ben pochi impianti industriali. cos
difficile risalire allorigine dei miasmi che come una nebbia avvolgono Monserrato?
Su quanti Domenico, Jorge e Manfredi, pu contare Monserrato?
Sul cartello che ha addosso Domenico, c scritto: cittadini di Monserrato, dove siete?
Ma forse qui, a Monserrato, le nebbie, oltre il quartiere, hanno avvolto anche le coscienze
Gian J. Morici
http://www.lavalledeitempli.net/2010/05/29/monserrato-cittadini-dove-siete-la-protesta-di-una-famigliacontro-l%E2%80%99inquinamento-atmosferico-2/

Monserrato: Tanto fumo e niente arrosto


23 maggio 2011 | Filed under: In evidenza,Varie | Posted by: Redazione

ormai notorio, che un po tutti diciamo un mucchio di idiozie e che anche in passato le cose non
stavano diversamente da oggi.
Delle tante idiozie che un uomo pu dire nel corso della propria vita, specie gli uomini pi illustri,
non si comprende bene per quale misteriosa ragione, alcune vengono codificate e tramandate ai
posteri con il nome di proverbi.
Massime che contengono, dettami o consigli, a volte espressi in maniera metaforica, frutto di
esperienze, che finiamo con il considerare autentiche perle di saggezza popolare.
Tra le tante perle abbiamo deciso di sceglierne una, per spiegare ai nostri lettori come ad ogni
proverbio, risponda sempre unaltra massima che dice lesatto opposto.
Modi di dire comune, che come i discorsi dei nostri politici (paremiologi anche loro?), affermano
tutto e il contrario di tutto.
Insomma, in un modo o nellaltro, il nostro vecchio e saggio antenato cazzeccava sempre.
Narra la storia, di un antico motto, che testualmente recitava: Non c fumo senza arrosto. E cos
forse fu per decenni, o secoli, fin quando non nacque il quartiere di Monserrato ad Agrigento.

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Si racconta che un giorno, un gruppo di amici affamati e nella provincia di Agrigento di gente che
ha fame ce n tanta -, vide da molto lontano, una colonna di fumo levarsi verso lalto, in prossimit
del mare, o almeno cos pareva guardando dallentroterra.
Tanto di quel fumo, da far pensare che sulla brace fosse stata messa a cuocere unintera mandria di
buoi. Unecatombe, come quelle che i greci offrivano ai loro dei nella bellissima valle dei templi.
E poich prossimo alla valle sinnalzava il fumo, parve loro verosimile che di arrosto sacrificale si
trattasse.
Prese al seguito mogli, progenie, suoceri, padri e nonni, gli affamati mossero verso il punto laddove
il fumo sinnalzava.
Grande fu lo stupore, quando videro che a far tanto fumo, non di brace si trattava, ma di una
schifosa sostanza cancerogena (petcoke) utilizzata da un impianto posto nelle vicinanze della
valle dei templi.
A seguito delle proteste dei poveracci, e forse per timore che la Procura intervenisse, la velenosa
sostanza venne da l rimossa e non pi (almeno per il momento) utilizzata.
Ai poveri disgraziati, non rimase che tornar indietro, con pi fame di quanta non e avessero
allandata.
Passato qualche giorno, nuovi fumi invasero laria e le case degli abitanti di Monserrato -,
portando nuovamente quei poveracci a credere che di arrosto si trattasse.
Non c fumo senza arrosto, ripeteva il vecchio nonno durante il cammino.
Ahi quanto amara fu la sorpresa nello scoprire che non di carne messa al fuoco si trattava, ma di un
opificio che laria ammorbava.
Per la fame, provarono anche ad addentare qualche mattone forato, ma, rottisi i denti, dovettero
lasciar perdere e tornare con un buco allo stomaco alle loro case.
Pass dellaltro tempo, durante il quale impararono a riconoscere i luoghi di provenienza del fumo,
non incappando pi in clamorosi errori.
Fu cos che un giorno, quasi allimbrunire, nuovi fumi videro levarsi allorizzonte.
Questa volta, sotto il costone calcarenitico di Monserrato, da dove da l innanzi, quasi ogni sera,
nuove braci sarebbero state accese.
Un posto senza industrie, non poteva che segnalare la presenza della fatidica ecatombe di buoi,
sacrificati agli dei, e ristoro delle loro pance.
Ancora una volta il vecchio e saggio nonno, pronunci le fatidiche parole: non c fumo senza
arrosto.
Noi, non sappiamo che fine abbia fatto il nonno, ma da quel momento in poi, nacque un nuovo detto
popolare: Tanto fumo e niente arrosto.
Linquinamento atmosferico di Monserrato, noto a tutti e pi denuncie sono state presentate,
anche a seguito degli sforamenti di pm10 segnalati dalle centraline di monitoraggio della qualit
dellaria, eppure, ci nonostante, quasi ogni sera, laria a Monserrato irrespirabile e colonne di
fumo si levano in prossimit della popolosa frazione agrigentina.
Che si tratti dei fantasmi degli antichi greci, che continuano a sacrificare spettri di centinaia di buoi
ai loro dei?
Vista limpossibilit dacchiappare anche uno solo di questi affumicatori, dovremmo pensare che
di fantasmi veramente si tratti
Che poi chi avrebbe il compito di vigilare, non vede nulla, ce lo spiega ancora una volta la saggezza
popolare questa volta veneta -, con un altro proverbio:
Chi nasci la note de San Zuene, no vedi strighe e no sogna fantasme.
Bene, segno che chi preposto ai controlli, nato la notte di San Giovanni ed di origini
veneziane
Magari con quel po di sangue siciliano che non guasta e che gli ricorda altri proverbi: Cu orbu,
surdu e taci, campa centanni npaci
Gian J. Morici

http://www.lavalledeitempli.net/2011/05/23/monserrato-tanto-fumo-e-niente-arrosto/
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA ISOLA DELLE FEMMINE
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2015/01/lombardo-cuffaro-crocetta-sette-ex.html

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