Le lacrime di Bergoglio Benedette sono quelle lacrime che nascono dalla sofferenza! Ancor pi se vengono dalla sofferenza dellaltrui dolore perch sono segno, non solo di unattenzione e sensibilit che va oltre il personale egoismo, ma lespressione di una profonda partecipazione allaltrui dolore come fosse il nostro, quello che si traduce nella parola fraternit. Se poi vengono da chi risiede al vertice di una responsabilit universale, segno che anche il potere, a qualsiasi professione appartenga, va al di l delle fredde analisi e dei grandi teorici e virtuali insegnamenti (e ordine) per condividere in se stessi, direi nelle proprie viscere, il pianto di unimmensa umanit sommersa da una radicale sofferenza e per giunta senza speranza. Il dolore, il soffrire di una moltitudine senza numero e senza volto delle nuove generazioni, lindice chiaro che viviamo in un mondo senza futuro, e allora il loro e nostro pianto si deve immedesimare nelloceano della comune sofferenza come in quello di ogni tempo, perch le lacrime di infinite moltitudini di bimbi, di adulti, uomini e donne, non cadano invano su una terra arida e senza anima. Per questo, alle lacrime e da quelle lacrime deve nascere un perch?. Perch tanto soffrire in un mondo ricoperto di tanta ricchezza, donata perch ogni uomo potesse godere dei doni della vita? Quante lacrime sono state versate nel tempo e quante lacrime dovranno ancora versare gli innocenti per poter sorridere ad un mondo illuminato dallalba radiosa di un giorno senza pianto? necessario porsi un interrogativo forte e responsabile: qual la vera causa di queste lacrime e qual il rimedio che, al di l della commiserazione e pianto comune, ponga le radici vere di una speranza nuova per una terra o un tempo dove la vita sar, finalmente, un dono per tutti? V una risposta sola che nasce da una coscienza responsabile: luomo e non altro (caso, destino, ecc) la vera causa di quelle lacrime: la nostra commiserazione, il nostro pianto si trasforma in responsabilit. Noi abbiamo creato la (o le) genesi di questo dolore, perch siamo venuti meno ai nostri doveri di costruttori di un mondo dove ogni essere umano possa trovare la sua vita, un mondo donde todos y todas quepan, e abbiamo impedito che accanto al progresso, alle nuove conquiste ci fosse una nuova coscienza, la giustizia per tutti perch il mondo, la terra, ogni bene per tutti, oggi e domani. Le lacrime di un cristiano, come la sofferenza, non sono frutto di uninutile piet. Il Vangelo chiama tutti ad una nuova presa di coscienza per realizzare un mondo e una storia umana senza lacrime inutili. Nel Vangelo di Giovanni (11, 11-44) si legge che Ges alla notizia della morte di Lazzaro, pianse. Senza indugio corse alla casa di Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, per condividere con loro il suo dolore, ma poi fece tutto quello che solo lui poteva fare: chiam con voce ferma Lazzaro e lo invit a uscire dalla tomba strappandolo da quel sonno profondo. Nel Vangelo di Luca (23, 27-31) Ges sale verso il calvario portando la croce, cosciente che lattende una morte atroce. Intorno a lui alcune donne piangono, angosciate per il suo dolore. E Ges si rivolge loro con parole ferme, quasi dure: Non piangete su di me, ma su di voi e sui vostri figli [] perch se hanno trattato cos il legno verde che avverr del legno secco?. Fondazione Guido Piccini per i diritti delluomo onlus via Terzago 11 25080 Calvagese della Riviera (BS) Italy www.fondazionegpiccini.org
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per i diritti delluomo onlus Il pianto del cristiano un atto legittimo, anzi doveroso, di umana piet. Ma non basta, anzi evangelicamente non ha alcun valore se non accompagnato dalla volont di colpire le cause di quel pianto di quei bimbi incontrati a Manila da papa Bergoglio e di quellinfinito numero di ragazzi di ogni genere ed et abbandonati per le strade del mondo, emarginati da una societ ingiusta ed egoista. Quelle masse di ragazzi senza presente e senza futuro, emarginati dalla prepotenza del potere, sono gli stessi che Bergoglio ha incontrato nelle strade della sua America e, se vorr, ne incontrer ovunque, anche in paesi cosiddetti ricchi. Quelle lacrime vanno accompagnate da condanne e decisioni forti, come fece Ges, per smascherare la menzogna che il denaro del tempio serva ad aprire le porte del Regno un denaro spesso rubato alla fame del povero Le porpore lussuose, le case e le banche, come laccumulo di ogni denaro, grondano sangue. necessario ricordare a quei ricchi cristiani, di qua e di l dalloceano, che non una colpa essere poveri, ma una conseguenza dellaccumulo delliniqua ricchezza. Il pianto si pu e si deve condividere, ma le cause del pianto, lingiustizia e legoismo, vanno duramente respinte e combattute. Certo, i poveri devono fare meno figli (strano codice etico!) ma i ricchi che si professano anche cristiani, facciano meno ricchezza perch, almeno un po di pi, arrivi anche ai figli dei poveri. Per questo Ges vuole una coscienza rivoluzionaria, fondata su due grandi valori, frutto del suo annuncio e della sua testimonianza: la verit e la giustizia. La verit (che va annunciata e gridata in ogni tempo e ovunque) questo pianto, frutto di un enorme egoismo, legoismo dei ricchi cattolici che, da vivi, si costruiscono le sontuose cappelle funerarie, ma sono gi morti; le ricchezze delle sette cattoliche che fanno propri i principi di un capitalismo ingiusto e assurdo per poi, dicono, fare del bene; le pompose curie cardinalizie, in primis quella romana, che con la scusa di onorare limmensit di Dio, impoveriscono i suoi figli. Monsignor Romero, il vescovo salvadoregno ucciso sullaltare martire per la giustizia, al suo arrivo a San Salvador e visto il mega progetto della cattedrale, ferm immediatamente i lavori affermando: Solo quando tutti i figli di Dio avranno una casa, penseremo alla costruzione della casa di Dio. La giustizia, un valore essenziale e difficile perch fondato sulluguaglianza dei diritti e sulla fraternit, il valore che rid ad ogni uomo, donna, bimbo, giovane la sua piena dignit umana. E cos i cristiani adulti di oggi potranno versare lacrime sincere e unirle alle lacrime di tutti i poveri ed emarginati del mondo. Insegnare ai giovani che loro, e solo loro, formando la propria coscienza cristiana sul catechismo rivoluzionario del Vangelo, creeranno una storia senza un pianto ingiusto e vano. Renato Piccini 20 gennaio 2015
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