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INIZIATIVA LAICA: LETTERA APERTA SUL PROGETTO DI LEGGE

DI AFFISSIONE DEL CROCEFISSO NEGLI UFFICI DELLA REGIONE

Al Presidente della Regione Emilia-Romagna,


alla Giunta regionale, ai Consiglieri regionali

Presidente Bonaccini, Assessori e Consiglieri regionali


Con la presente lettera intendiamo chiedere chiarimenti rispetto al progetto di legge presentato dal
consigliere di Fratelli dItalia Tommaso Foti in cui si chiede di esporre il crocefisso in tutti gli uffici
della Regione e in tutti i locali degli Enti dipendenti. Nella proposta prevista addirittura una multa
di 1200 euro in caso di inadempienza. La motivazione della proposta che " .. il crocefisso
simbolo della civilt e della cultura cristiana, ed esprime l'elevato fondamento dei valori civili".
Leggere questargomentazione, soprattutto dopo la tragedia di Parigi, ci pare particolarmente
stonato. Il deflagrare del fondamentalismo religioso in Europa da un lato, la risposta pacifica dei
Francesi (e non solo) dallaltro, ci invitano a riflettere in modo approfondito non solo sulle cause
della violenza ma anche sulla complessit dei processi di globalizzazione. Soprattutto, ci viene
richiesta la massima attenzione sociale sui modelli di integrazione e convivenza, sulla formazione
dei bambini/e e dei ragazzi/e nella nostre societ multiculturali.
Sappiamo da tempo che laffissione del crocefisso nei luoghi delle Istituzioni Pubbliche va ben
oltre il fatto in s: mette in gioco lidentit morale dello spazio pubblico. Siamo tutti
consapevoli che dietro questo simbolo, che molti considerano solo un piccolo elemento di arredo,
si trovano altre forme di presenza religiosa, veicolata dal Concordato. Parliamo delle
inadempienze nellorganizzare a scuola le attivit alternative allora di religione cattolica, o degli
ostacoli posti alla libera scelta nella legge sul testamento biologico, o ancora alla destinazione
piuttosto arbitraria dellotto per mille, e si potrebbe continuare.
Il messaggio che il crocefisso affisso invia, fa capire a un cittadino italiano o straniero, credente o
non, che il suo spazio pubblico ha una precisa e univoca collocazione etico/religiosa e indica
che lo Stato non sufficientemente garante della laicit e del rispetto di tutti i credo e di
ogni sentire in materia spirituale-religiosa. In ultima istanza, indica che lo Stato non
garantisce sufficientemente la piena libert di ciascun cittadino. Lesposizione del crocefisso
nei luoghi pubblici stata efficacemente definita Crocefisso di Stato: lossimoro rende bene la
contraddizione, tutta italiana, dei rapporti Stato/Chiesa.
La tragedia di Parigi ci impone di rafforzare il rispetto per le idee e i diritti di ogni credente, ma
soprattutto ci invita a uscire dal quadro mentale o dal presupposto culturale del Dio
Esclusivo, che ha contribuito ad alimentare il fanatismo e lodio per le appartenenze religiose e
culturali diverse. Questo il presupposto culturale che ha armato la follia dei terroristi a Parigi
come in Nigeria, e in ogni paese in cui si sono scatenati ed emergono lintegralismo religioso e il
terrorismo. Nessuna banale comparazione tra fatti e situazioni, ma un invito per tutti a uscire da
categorie culturali eticamente univoche e potenzialmente intolleranti.
Non perci accettabile usare le parole civilt e cultura e farne la base su cui proporre
una legge dello Stato, in una dichiarata logica di esclusivit etica che rischia di diventare
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conflitto e divisione nelle coscienze. Accettare nei fatti la libert religiosa, lasciare libert di
scelta ai singoli sui temi etici, dovere di uno Stato moderno e laico. Quando una forza politica
prende a pretesto un simbolo religioso, come fa il consigliere Foti con il crocefisso, per marcare
unidentit nazionale o per affermare una superiore civilt, opportuno che i cittadini stiano
culturalmente in guardia.
La proposta del consigliere Foti ignora il principio di laicit, in genere proclamato fervidamente a
parole, aggirato nei fatti, nel nostro Paese. esattamente questa la cifra culturale della legge
proposta da Fratelli dItalia. La storia del nostro Paese ha visto molti politici impugnare il crocefisso
con scopi ben diversi da quelli proclamati: basta scorrere un testo di storia, o qualche recente
cronaca politica. Quando un simbolo religioso viene trascinato in unassemblea politica c per
da alzare bene le antenne perch gli esiti non sono in genere buoni n per i cittadini, n per la
politica e neppure per il simbolo, in questo caso il povero Crocefisso che ha tutto il diritto di
rimanere ed essere celebrato nei luoghi di culto.
Chiediamo dunque al Presidente della Regione Emilia Romagna, alla Giunta e al Consiglio
regionale di potenziare le politiche di integrazione e di assimilazione culturale. Di rafforzare
linformazione e la formazione sui diritti umani, sui principi della nostra Costituzione in
sede scolastica ed extrascolastica. Nessuno venga emarginato o dimenticato. Soltanto una
maggiore cultura e conoscenza possono arginare i vari fondamentalismi.
Auspichiamo inoltre che i Consiglieri e la Giunta della nostra regione considerino queste e le
molte altre ragioni della tolleranza, della laicit e della eguaglianza dei Cittadini quando
discuteranno della legge del consigliere Foti.
INIZIATIVA LAICA GIORNATE DELLA LAICITA
Reggio Emilia

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