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giornale per studenti, insegnanti ed altri esseri pensanti

Caesar van Everdingen, Natura morta con Busto di Venere, 1665 - Olio su tela, Mauritshuis, L’Aia

memoria
Poesia e racconto p. 3 - La scomparsa della memoria p. 4 - Tu sei quello
che ricordi p. 6 - L’opera d’arte e la memoria p. 8 - Una memoria sen-
za storia p. 10 - Cianciana p. 11 - La memoria della storia, la storia della
2€
memoria p. 12 - La memoria a rovescio p. 14 - La memoria del riconosci-
mento p. 16 - L’elogio della memoria p. 17 - Coscienza e memoria p. 18
A n n o III n . 4
- I minatori di Favara p. 20 - Là, nella terra delle illusioni p. 22 - Tomàsi di
Lampedusa, Bassani e il passato p. 25 - Bolle speculative e crisi finanziarie
dic.-gen.
p. 26 - Memoria p. 28 - I mille volti del cibo nell’antica Roma p. 29 - Me-
moria e libertà p. 30 - Una storia in uno scatto p. 32 - Non dimenticare chi 2 0 0 9/ 2 0 1 0
dimentica p. 33 - C’era una volta la mafia p. 34 - Memoria e civiltà p. 35
l‘arcobaleno

editoriale
2

L
a Repubblica italiana riconosce il
giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento
dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Me-
moria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico),
le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che
hanno subììtoto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in
campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della
propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. E’ l’articolo 1 della legge
20 luglio 2000 n° 211 che istituisce la giornata della memoria. Come per le più gra-
vi malattie, anche per i totalitarismi esistono efficaci mezzi profilattici: si chiamano
informazione, interesse, senso critico, partecipazione, memoria. Ma il senso di un nu-
mero del giornale dedicato interamente alla memoria non si esaurisce nella, pur assolu-
ta e inderogabile, necessità di non dimenticare le più immani tragedie del secolo scorso.
I Greci dell’età arcaica fecero della memoria una dea, la chiamarono Mnemosine e la de-
signarono come madre delle nove muse, concepite assieme a Zeus. Il poeta è l’uomo della
memoria, ricorda il passato e prefigura il futuro. La letteratura e la poesia, figlie esse stesse
del ricordo, si sono nutrite di memoria in ogni epoca e regione. Riaffiorano alla nostra me-
moria di studenti le pagine in cui Ulisse o Enea raccontano le loro appassionanti vicende;
oppure quelle, altrettanto indimenticabili, in cui Dante lascia che Paolo e Francesca, Fari-
nata, Ulisse, Ugolino, Pier delle Vigne, Pia dei Tolomei e tante altre figure, si abbandonino
all’umanissima dolcezza e sofferenza del ricordo. E, per restare nelle aule scolastiche, come
non ricordare Leopardi? Lui, il poeta delle ricordanze, è senza dubbio il più grande evo-
catore di immagini, fissate in un passato nel quale, molto facilmente, i giovani riescono
a specchiarsi. Il motivo lo spiega egli stesso nello Zibaldone: Il passato, a ricordarsene,
è pi
più bello del presente,come il futuro a immaginarlo. Perchéé? Perché il solo presente ha la sua
vera forma nella concezione umana; è la sola immagine del vero; e tutto il vero è brutto.
Fuori dalla dimensione poetica, nell’economia prosaica della forza, il passato
lo scrive chi ha il potere nel presente. E allora si tenta di riscrivere la sto-
ria, provando a negare l’Olocausto, come da decenni provano a fare i
cosiddetti storici negazionisti. Oppure, dato che erano giovani,
forti e sono morti, mettendo sullo stesso piano chi è morto
per la libertà
libert di tutti e chi è morto per la supremazia di
una razza o per il dominio di un duce. Ricor-
dare è resistere, ricordare è esistere.

Tobia Ravà, Memoria del futuro, Memoria universale – 2007


Chi illumina
Quando mi guardi
i miei occhi sono chiavi, Io sono una forza
il muro ha segreti,
il mio timore parole, poesie.
Solo tu fai della mia
del Passato...
memoria Io sono una forza del Passato.
una viaggiatrice affascinata, Solo nella tradizione è il mio amore.
un fuoco incessante. Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d’altare,
altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
Alejandra Pizarnik dove sono vissuti i fratelli.
[da Le opere e le notti] Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l’Appia
Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io assisto, per privilegio d
d’anagrafe,
anagrafe,
dall’orlo
orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.

Pier Paolo Pasolini


[da Poesia in forma di rosa,
rosa, Garzanti, Milano 1964]
zora zora zora zora zora zora zora
zora zora zora zora zora
zora

La città e la memoria
Al di là di sei fiumi e tre catene di montagne sorge Zora, città che chi l’ha vista una
volta non può più dimenticare. Ma non perché essa lasci come altre città memorabili
un’immagine fuor del comune nei ricordi. Zora ha la proprietà di restare nella memoria
punto per punto, nella successione delle vie, e delle case lungo le vie, e delle porte e delle
finestre nelle case, pur non mostrando in esse bellezze o rarità particolari. Il suo segreto
è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale
nella quale non si può cambiare o spostare nessuna nota. L’uomo che sa a memoria com’è
fatta Zora, la notte quando non può dormire immagina di camminare per le sue vie e
����
ricorda l’ordine in cui si succedono l’orologio di rame, la tenda a strisce del barbiere, lo
zampillo dai nove schizzi, la torre di vetro dell’astronomo, l’edicola del venditore di co-
comeri, la statua dell’eremita e del leone, il bagno turco, il caffè all’angolo, la traversa che
va al porto. Questa città che non si cancella dalla mente è come un’armatura o reticolo
nelle cui caselle ognuno può disporre le cose che vuole ricordare: nomi di uomini illustri,
virtù, numeri, classificazioni vegetali e minerali, date di battaglie, costellazioni, parti del
discorso. Tra ogni nozione e ogni punto dell’itinerario potrà stabilire un nesso d’affinità 3
o di contrasto che serva da richiamo istantaneo alla memoria. Cosicché gli
uomini più sapienti del mondo sono quelli che sanno a mente Zora.
poesia e
zora zora zora zora zora zora

Ma inutilmente mi sono messo in viaggio per visitare la città: obbligata


a restare immobile e uguale a se stessa per essere meglio ricordata, Zora
languì, si disfece e scomparve. La Terra l’ha dimenticata.
racconto
zora zora zora zora

Italo Calvino [da Le città invisibili, Einaudi, Torino, 1972]

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

La scomparsa della memoria


senza
memoria
e le sue conseguenze
pare identificarsi col mostrare indif- i più giovani ll’estraneità
estraneità non si basa
4 ferenza per qualunque immagine di su alcuna esperienza negativa, non si
di Graziella Priulla ‘politica
politica buona’. fonda su alcun ragionamento pessi-
La lontananza dalle istituzioni è il mistico. Semplicemente non c’èè mai
primo dato che colpisce, in misura stato posto per questo ambito, nella

I
l distacco crescente dalla politica inimmaginabile per una generazione loro vita. Levolvere
L’evolvere del sistema di
e dalla sfera pubblica costituisce come la mia: è da ricordare, tuttavia, valori verso le sfere della socialità ri-
un punto centrale della riflessio- che la maggioranza della popolazione stretta e della vita privata era già ma-
ne contemporanea sulla condizione dei sistemi occidentali nutre senti- turo quando sono nati. Non ne hanno
conosciuto un altro. Già il mainstream
della politica come cosa sporca era
patrimonio diffuso del senso comu-
ne. Loro non erano ancora alle ele-
mentari negli anni di Tangentopoli, e
infatti nella loro memoria non ne è
rimasta traccia.
In un simile contesto non ci si può
stupire se la memoria storica è de-
stinata a svanire. Il passato è tutto
allineato su una sola linea, definibile
come ciò che non è più (e allora a che
serve?). Senza queste coordinate, è
inevitabile che il presente si appiatti-
sca sulla biografia individuale.
Dai dati di lettura dei giornali sap-
piamo che lo stesso diritto all’infor-
mazione - a suo tempo conquistato
a così caro prezzo e giunto a questi
ragazzi senza alcuno sforzo - pare
loro superfluo, assorbito nell’indiffindiffe-
renza. Gli avvenimenti del mondo e
dell’Italia
Italia e le ragioni che li fondano
si rivelano al contempo insopportabi-
li e incomprensibili, in un’indistinta
indistinta
successione di immagini irrilevanti.
Democristiani? socialisti? comuni-
sti? Riferimenti sfocati o muti, per
la loro esperienza. Da sempre riten-
gono ll’occuparsi
occuparsi della cosa pubblica
appannaggio di una categoria che de-
finiscono ‘ii politici’:: generalizzazione
che usano comunemente, conden-
sandovi un po’ di separatezza, un po’
di disprezzo.
La storia recente del paese è per i più
terra ignota. Quando arrivano alle gio-
vani orecchie distratte, le sue vicende
risultano monche, decontestualizzate
tessere di un puzzle impossibile e inu-
tile da ricomporre. Alla maggioranza
Thomas Todd, Inna dei miei studenti (universitari, e per
di più iscritti a Scienze politiche) ri-
giovanile. Mentre ll’ideale democra- menti di apatia e di disinteresse nei sulta difficile datare anche approssi-
tico sarebbe quello di una comunità confronti delle procedure democra- mativamente eventi come la Libera-
di individui consapevoli e politica- tiche, come le ricerche politologiche zione (“da che?”), ), il referendum sulla
mente attivi, molti dei nostri ragazzi ormai da tempo segnalano. monarchia, la Costituzione, la legge
tendono a sentirsi orgogliosi di ciò C’èè tuttavia una significativa differen- sul divorzio, la nascita del centro-si-
per cui noi avremmo provato vergo- za: se per le generazioni precedenti si nistra, il rapimento e l’assassinio
assassinio di
gna: vivere nell’epoca post-ideologica tratta di delusione e disincanto, per Aldo Moro, gli anni di piombo e il
terrorismo. Fatti collocati in un ge- ce e perché sono inseriti in reti sociali cose non era apprezzato e le agenzie
nerico passato, vaghi per molti, senza organizzative e valoriali. Quando non di socializzazione - i partiti, i sinda-
nessuna eco per moltissimi. dispongono di questo codice, quan- cati, la scuola pubblica, spesso la fa-
La guerra fredda era quella che si do mancano reti che li includano, o miglia - si adoperavano per combat-
combatteva nei paesi del nord. Mao si estraniano o scelgono le soluzioni terlo, per prevenire il malessere o per
forse è il diminutivo di Maometto. più ovvie: la politica personale, le pa- canalizzarlo, per far esprimere le sue
Non sono battute, ma risposte vere, role d’ordine più semplici, i richiami ragioni. Invece, al presente, disincan-
serie, agli esami. populistici. to ed estraneità non solo sono diven-
Ormai abbiamo deciso di dare per Per la formazione degli orientamen- tate le pulsioni prevalenti, ma è sta-
scontato che la storia del dopoguerra ti politici è cruciale il periodo che va to lasciato loro un spazio tale, sono
sia terreno vergine (“aa scuola ci fer- dai 15 ai 25 anni: è la fase della socia- state così abilmente alimentate, che
mavamo alla prima guerra mondiale” lizzazione nel corso della quale si co- hanno acquisito un dichiarato valore
- e adesso le ore di storia sono state struisce l’appartenenza sociale. Nel positivo, nella nota spirale che si au-
ulteriormente ridotte): non hanno nuovo millennio questa coorte appa- toalimenta.
mai sentito nominare De Gasperi o re ripiegata su se stessa, alla ricerca di Parlare di battaglia perduta è facile:
Togliatti; molti collocano il fascismo un’identità
identità cui sembra impedita una individualisti insofferenti di regole,
“tanto tempo fa. ”Quanto?” “Un se- maturazione significativa. votati a un consumismo irriflesso …
colo, forse due”. Anche a casa non ne Non riescono, perché mancano loro Ma saranno classe dirigente, rappre-
hanno parlato mai. il contesto, i riferimenti, gli strumen- sentano il risicato futuro di questo
D’altronde ben pochi sanno dire chi
ha governato “prima di Berlusconi”,
che costituisce la loro unica compe-
tenza diretta ed è comunemente rite-
nuto spartiacque e svolta rispetto a un
passato “di sinistra” (l’idea che “prima”
ci fossero stati sempre al governo “i
comunisti” è passata con incredibile
facilità, e mi guardano diffidenti - “ma
lei è di parte” – quando, per dimostra-
re che non è vero, azzardo una storia
del potere nel dopoguerra).
Le parole stesse della politica intrec-
ciano una rete di territori sconosciu-
ti, in cui hanno paura di perdersi.
Un piccolo episodio. Qualche mese
fa il trentunenne Tommy, ascoltando
una popolare trasmissione di Radio
DeeJay, non trovandosi d’accordo
con quanto detto dal conduttore, Fa-
bio Volo, ha pensato bene di scriver-
gli: “Comunista! Comunista! Comu-
nista!”. Volo, perplesso, lo ha contat-
tato, domandandogli cosa intendesse
per “comunista”, visto che non c’en-
trava niente col tema della trasmis-
sione. Tommy ha cercato di giustifi-
carsi: “Ma guarda...sinceramente ...
comunista è come dire interista!... è
un insulto, così ... la definizione della
parola, esatta, non la so”. Dato che il Francesca Woodman, foto da House series, 1976
radioascoltatore divagava, Volo lo ha
riportato alla domanda iniziale: “Ma
cosa vuol dire essere comunista?”. ti, i criteri, a vedere un nesso tra la paese di vecchi!
Risposta: “Mah... votare... c’è anco- vita e la politica. Persuasi di essere In gioco non sono ll’inno
inno di Mameli, il
ra Cossutta?”. Volo ha invitato il suo deboli e indifesi in un mondo com- tricolore che torna a sventolare. Il de-
interlocutore a riflettere: “Tommy, plesso, immersi in scenari complessi- ficit parte dall’ignoranza
ignoranza civile. Una ri-
hai 31 anni, non puoi farti dire dagli vi di insicurezze, demandano ad altri cerca condotta per conto dell’Istituto
altri cosa devi pensare. Bisogna che la gestione della loro esistenza. Cattaneo su seimila maturandi italiani
tu pensi le cose che dici; puoi anche Tutto intorno a loro, da che hanno - dieci anni fa - rilevava che oltre la 5
dirmi ‘comunista’, ma devi almeno l’uso
uso di ragione, ha fatto capire che metà dei giovani, che magari avrebbe-
sapere cosa significa!”. le macrodimensioni (ciò che è collet- ro preso all’esame
esame 58 o 60, non sapeva
Sono segni di un complessivo smot- tivo, ciò che è pubblico, ciò che è so- rispondere alla domanda: “quali sono
tamento dell’ambiente
ambiente simbolico: ciale) nascondono insidie e inganni, i rami del Parlamento?”.. Figuriamoci
chi è stato nutrito fin da bambino a sono pericolose e ostili. Meglio rifu- con che occhi sgranati leggono di “bi- bi-
Nutella e circensi la fa registrare con giarsi nel proprio orticello. cameralismo perfetto”,, o di “presiden-
presiden-
maggiore evidenza. Anche in passato la vita democrati- zialismo alla francese”.
La politica è un codice, e per giunta ca contava un numero consistente di Ma votano.
complesso. I cittadini partecipano ignari, di delusi, di scontenti, di in- Un popolo sovrano che di politica non sa
perché qualcuno li socializza al codi- differenti. Allora però questo stato di e non vuol sapere nulla, che sovrano è?

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
utilizzate per mantenere in allena- molto più complessi e che coinvol-
mento la memoria, considerata, a gono varie zone dell’encefalo.
ragione, il fulcro della nostra capa- Ma il terzo contenitore come riceve
cità di conoscere (o, ancora meglio, le informazioni?
di riconoscere). Se volessimo utiliz- Tutto il meccanismo della memoria
zare una definizione mediandola dal si articola intorno al sistema lim-
mondo dell’informatica, potremmo bico (gruppo di strutture cerebrali
memoria e dire che la memoria è la capacità
di acquisire, elaborare e rievocare
che formano i margini interni della
corteccia cerebrale). Esso rappresen-
cervello un’informazione.
In realtà, quando utilizziamo il ter-
ta la zona del cervello che gesti-
sce le emozioni. Di questo sistema
6 mine memoria, compiamo una fa parte l’ippocampo ed è proprio
di Rosario Coco* semplificazione linguistica, poich
poiché questa parte del sistema che sele-
si dovrebbe, più correttamente, par- ziona le informazioni da trasfe-
lare di memorie,, ognuna delle quali rire nel terzo contenitore, ovvero la
rappresenta una serie di sistemi in- memoria a lungo termine (secondaria
(secondaria).

“U
no – pruno, due – bue, terconnessi complessi, con scopi e Perché succede questo? Per com-
tre – re, quattro – gatto, comportamenti molto diversi. prendere questo fenomeno bisogna
cinque – propinque, sei A sostegno di quanto detto, ci soc- ricordare che tutte le componenti
– pigmei, sette – saette, otto – ot- corrono gli studi di fisiologia, che del sistema limbico hanno il com-
tentotto, nove – piove, dieci – ceci” dimostrano come tutte le informa- pito di regolare i comportamenti re-
questa filastrocca, che ricorda quel- zioni da noi acquisite vengono im- lativi ai bisogni primari, esssenzia-
le ascoltate nei giochi dei bambini, magazzinate in tre depositi differen- li per la sopravvivenza dell’individuo
in realtà non è altro che un sistema ti da cui vengono di volta in volta e della specie: il mangiare, il bere, il
mnemonico popolare, che sfrutta richiamate. procurarsi cibo, le relazioni sessua-
una tecnica per ricordare una se- Alla luce di queste acquisizioni di- li, ed anche, per una specie evoluta
quenza di dieci parole, nell’ordine stinguiamo: come l’uomo, la capacità di interpre-
appropriato. • una memoria sensoriale-im- tare i segnali provenienti dagli altri e
E’ solo una delle tantissime tecniche mediata che utilizza i cinque sensi dall’ambiente.

... T U SEI Q
(udito, tatto, gusto, vista, olfatto) e
permette di conservare le informa-
UELL
A questo punto è facile compren-
dere perché la memoria risenta
zioni per un tempo brevissimo (po- notevolmente delle emozioni sia
Alexander Sterzel, Senza titolo (part.)

chi secondi). positive sia negative, che tendono


• una memoria a breve termine ad influenzare l’apprendimento.
che conserva per un tempo poco pi più Questo ci spiega, ad esempio, per-
lungo (qualche minuto) le informa- ché,, se si prova insofferenza per
zioni ricevute dalla memoria senso- una materia scolastica, sarà scarsa la
riale, dopo averle elaborate. possibilità di apprenderla, mentre,
• una memoria a lungo termine di contro, un approccio positivo riu-
dove vengono conservate per anni o scirà a stimolare il ritmo di trasfe-
decenni alcune informazioni, elabo- rimento nella memoria secondaria.
rate in modo ancora più complesso e E’ da rilevare, inoltre, che un atteg-
trasformate in ricordi stabili. giamento positivo può nascere spon-
Per essere ancora più chiari, sfor- taneamente, ma pu può anche essere
ziamoci di considerare questi tre notevolmente incrementato (come
depositi come dei contenitori co- succede talora per alcuni studenti
municanti fra loro: possiamo, allora, più volenterosi!), cercando e trovan-
affermare che la memoria sensoriale do delle motivazioni e, soprattutto,
- immediata trattiene per pochi atti- stimolando l’auto-motivazione.
mi le informazioni provenienti dagli Per completare la comprensione dei
organi di senso, eliminandone circa meccanismi della memoria, è impor-
il 75%. Del rimanente 25%, soltanto tante sapere che non esistono zone
poco meno dell’1% viene trasmesso del cervello dove vengono memo-
e conservato nella memoria a breve rizzati singoli dati, come in un disco
termine (primaria), che è il deposito fisso di un computer, ma che ogni
più limitato dell’encefalo. informazione viene distribuita attra-
E’ ovvio che la suddetta schematizza- verso un intero complesso di cellule
zione serva a rendere più facilmente della memoria. Pertanto, succederà
comprensibili una serie di processi che,, se si richiama alla memoria un
dato, può essere sufficiente presen- riferire, ad esempio, che una donna
tare una piccola parte del modello di età superiore ai 65 anni presenta
(una associazione) per ottenere il difficoltà nel ricordare quello che
modello nella sua interezza. è successo, o i nomi delle persone

Andrew Polushkin, Reconstruction of Memory (part.)


La complessità, peraltro solo accen- che normalmente frequenta o an-
nata, dei sistemi fisiologici coinvolti che i nomi delle cose che utilizza
nei meccanismi della memoria ci fa comunemente, può indurre a ipo-
comprendere, pertanto, come anche tizzare una fase iniziale di malattia
i più banali disturbi della memoria di Alzheimer.
possano rappresentare un segnale di Oltre l’invecchiamento, anche l’alco-
allarme per un possibile danno cere- lismo (che sta diventando un proble-
brale. ma sempre pi più concreto in ambito
La perdita parziale o totale della me- giovanile) ed altre encefalopatie tos-
moria va sotto il nome di amnesia. siche e carenziali possono causare
Diverse sono le cause che pos- severi disturbi della memoria.
sono provocare una perdita, to- Si può intervenire sulla perdita di
tale o parziale, della memoria. memoria? A parte l’intervento far-
Fra le cause naturali che abitual- macologico, qualcosa pu può essere fat-
mente determinano questo evento, to in fase di prevenzione; è impor-
va sicuramente annoverato l’invec- tante, ad esempio, il mantenimento
chiamento. di un’attività intellettuale che possa
A tal proposito però occorre ricorda- favorire un costante impegno, anche
re come Cicerone sostenesse che gli in età avanzata; altrettanto impor-
anziani ricordano ciò che interessa e tante è mantenere degli stili di vita
che perdono la memoria solo se non adeguati: l’attività fisica, bere in ma-
la esercitano. Opinione più o meno niera moderata, evitare il fumo (an-
condivisa dai geriatri moderni che che se per un certo periodo sembra-
definiscono questa condizione con va potesse proteggere dall’insorgen-
il termine di “amnesia senile be- za della demenza!), seguire una dieta

LO CHE
nigna”:
nigna ”: le cose importanti vengono
ricordate e, in realtà,, si dimenticano
R ICORDI...
corretta. Garantire un adeguato ap-
porto glucidico al cervello, mangiare
che stiamo vivendo, dando così un
valore a tutto ciò che ci circonda,
i dettagli ma non l’insieme. Ad enfa- molta frutta e tanta verdura come dalle cose, agli ambienti, alle perso-
tizzare l’importanza della memoria fonte di antiossidanti, che proteg- ne; riesce a farci conoscere la nostra
nell’invecchiamento, Norberto Bob- gono contro il deterioramento e le identità,, dando un senso logico alla
bio afferma che: malattie legate all’invecchiamento. nostra vita psichica, agli eventi ed
“Il mondo dei vecchi, di tutti i vec- Grassi entro certi limiti (sotto il 30% alla nostra storia personale. Ci per-
chi, è il mondo della memoria. Si dice, delle calorie totali) per mantenere mette la comprensione di tutto ciò ò
alla fine, tu sei quello che hai pensa- un giusto peso, evitando il rischio di che ci circonda ed interagisce con
to, amato, compiuto. Aggiungerei tu malattie come diabete ed iperten- noi; di collegare il nostro tempo e
sei quello che ricordi”. sione, che possono favorire la per- il nostro spazio, di comprendere
Tuttavia, il malfunzionamento della dita di memoria. Per la formazione l’attimo presente come una logica
memoria nella persona anziana - che di acetilcolina, neurotrasmettitore evoluzione del nostro passato ed è,
potremmo definire “non normale”, coinvolto nei meccanismi della me- in definitiva, una premessa neces-
ma “nella norma” - può subire una moria, utilizzare alimenti quali tuor- saria del nostro futuro. Senza la
velocizzazione considerevole ed un lo d’uovo, soia e legumi in genere. memoria è come se tutto diventasse
tangibile aggravamento a seguito di Utilizzare proteine dagli alimenti di un incomprensibile groviglio di no-
particolari condizioni patologiche. origine animale (carne, pesce, uova, zioni senza alcuna possibilità di un
È ciò che accade in alcune malattie latte e derivati) che sono anche fonti senso logico e si perdesse progres- 7
degenerative ((malattia di Alzhei- di vitamina B12. sivamente la capacità di svolgere
mer, malattia di Parkinson,, depres- Ma non si può concludere un ra- le più comuni attività quotidiane.
sione, demenze vascolari, ecc.) o in gionamento sulla memoria senza Non ci sarebbe più nessuna possi-
seguito ad alcuni eventi patologici comprenderne il significato emo- bilità di interagire con gli altri, non
che provocano specifici danni a li- zionale, che va ben oltre l’aspetto riuscendo più a distinguere tra per-
vello cerebrale (ictus, trauma crani- fisio-patologico: infatti, la memo- sone conosciute o sconosciute, tra
co, ecc.). ria rappresenta un filo sottile che quelle che per noi hanno una gran-
Pertanto, diventa importante per lega tutte le nostre azioni, le nostre de importanza e quelle che invece
i medici riconoscere quelle situa- sensazioni, i nostri sentimenti e le non hanno alcun significato.
zioni iniziali, apparentemente sfu- nostre emozioni. Ci permette di
mate, di scarso significato. Sentirsi collegare i fatti accaduti con ciò ci *medico geriatra

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
Nel medioevo, la struttura stessa del- comunicativa, osserva, riflette, ricor-
la chiesa, per il popolo analfabeta che da. Il meccanismo della memoria si
non poteva comprendere la messa in attiva in un duplice senso: memoriz-
latino, diventava un libro di pietra ri- za il fatto rappresentato e contempo-
coperto da bassorilievi raffiguranti i raneamente arricchisce concetti giàà
fatti della Bibbia. All’immagine scul- impressi nella memoria.
memoria torea e pittorica (pensiamo ai graffiti
preistorici), prima ancora che alla pa-
Il pedagogista Piaget spiegava il mec-
canismo di arricchimento continuo
e arte rola scritta, è stato affidato il compito
di far ricordare. Il linguaggio iconico
dei concetti già costituiti nella me-
moria, con i termini di assimilazione
8 è sempre più immediato ed incisivo e accomodamento, meccanismi essen-
di Stefania Lucia Zammataro del linguaggio scritto ed ha una va- ziali per l’apprendimento, quindi, per
lenza pedagogica maggiore. l’adattamento all’ambiente e per la
Qualche esempio? Due opere subli- sopravvivenza.
mi: La fucilazione del 3 maggio di Tutto il sapere di un popolo dipende

L
a memoria è ciò che ci concede Goya e Guernica di Picasso. Il fatto dalla memoria. Nel momento in cui
di possedere per sempre quello storico sociale è preciso, freddo, cru- un gruppo umano elabora una forma
che il tempo ci ha tolto. do. Entrambi gli artisti si affidano al di scrittura, crea la sua possibilità di
L’arte è la forma linguistica attraverso linguaggio cromatico per suscitare tramandare un numero di informa-
cui il pensiero, quindi la memoria, si nello spettatore sgomento e orrore. zioni maggiori rispetto al sistema di
concretizza e prende forma attraver- Il modo è soggettivo: colore caldo trasmissione orale. La memoria col-
so immagini. e violento per Goya, tetro bianco e lettiva di un popolo, da cui deriva la
E’ stata la pittura, prima che la foto- nero per Picasso. Il colore e la parola propria mentalità, è la sintesi delle
grafia “impressionasse” in un foto- sono strumenti limitati, le loro com- esperienze tramandate e delle con-
gramma un’immagine da ricordare, binazioni sono invece infinite, come suetudini di vita ad esse correlate. La

LOPERA DARTE COME SP


a fermare nel tempo volti e cose. I infinite sono le suggestioni produci- storia è memoria, anche se memo-
generi iconografici del ritratto e del bili. La capacità di produrre opere ria selezionata. Ognuno di noi sa di
soggetto storico nascono dall’esi- altamente comunicative dipende dal- essere esistito e di esistere grazie alla
genza di tramandare e diffondere de- l’ampiezza del bagaglio mnemonico e memoria.
terminati valori. L’immagine, roman- culturale di colui che ne costruisce la Il concetto di memoria è legato al
tica, passionale o violenta, con la sua struttura. concetto di tempo. La memoria ren-
capacità di suscitare emozioni pro- Nel momento in cui lo spettatore si de il tempo relativo: un evento può,,
fonde, sottolinea e rafforza la parola. pone di fronte ad un’opera altamente per la sua peculiarità,, rimanere per
sempre nella nostra memoria e per
sempre esistere.
Il concetto di memoria è anche le-
gato al concetto d’inconscio. Nell’in-
conscio si formano immagini mentali
profondamente impresse nella nostra
memoria, che agiscono e ci condizio-
nano a nostra insaputa. Nella corrente
artistica del Surrealismo, l’inconscio
assume i contorni del mondo onirico.
L’apparente “irragionevolezza” del
mondo poetico di De Chirico, è l’ir-
ragionevolezza del mondo onirico. Il
quadro, per l’artista surrealista, è uno
spazio entro il quale l’uomo esprime
la sua libertà, oltrepassando le strut-
ture ben definite del mondo reale.
Con la poetica surrealista si crea una
frattura tra arte e società,, tra mondo
esteriore e mondo interiore, tra fan-
tasia e realtà.
Francisco Goya, La fucilazione del 3 di maggio, 1808 Il surrealismo trae spunto dalla psica-
Museo del Prado, Madrid nalisi per una ricerca sulle origini del
Pablo Picasso, Guernica, 1937 - Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid
pensiero e delle ideologie dell’uomo, primari, piatti, la linea è scultorea, la gruppo surrealista; è l’affermazione
basata sempre sul dialettico confron- luce è immateriale; anche le ombre di valori soggettivi, unici, che valoriz-
to tra memoria storica e individuale. sono marcate, ma non rispondono a zano l’uomo nella sua autenticità. È
La memoria è conoscenza,, base per nessuna logica di chiaroscuro; nes- una rivolta sociale che non si consu-
la formazione della coscienza. L’uo- suna luce le produce, servono solo a ma nelle piazze gracidanti di slogan

PAZIO DELLA MEMORIA


mo crea così il suo libero pensiero. creare suggestioni psicologiche. Lo di protesta, ma che opera in sordina,
Nei quadri di De Chirico la memoria spazio è inabitato e inabitabile, è ric- con strumenti silenziosi, che costrin-
prende forma di immagini sognanti, co di simboli: è lo spazio della memo- gono lo spettatore a introiettarsi nel
remote, individuali, che cercano di ria più profonda, quella dell’inconscio quadro come dentro ad uno specchio,
liberarsi da secoli di sovrastrutture, di Freud e della psicanalisi. Il tempo e a riconoscersi in quelle immagini
convenzioni e inibizioni sociali, per è,, insieme, eterno e immutabile. Ra- oniriche dissacratorie, proprio della
ritrovare l’uomo nella sua autenti- ramente l’uomo è presente: un treno vergognosa falsità e ipocrisia di lui,
cità. Dato che il sogno occupa nella che passa in lontananza, una bambina il buon pensante borghese che li sta
vita dell’uomo una porzione di tem- che gioca in primo piano. osservando.
po importante, nel sogno l’uomo vive La componente classica presente
una vita parallela dove il tempo e lo nelle sue opere non è storicismo, ma
spazio sono relativi, in cui soddisfa la trasposizione della nostra antica
pienamente i suoi desideri reinter- tradizione in una dimensione meta-
pretando le esperienze vissute duran- fisica senza tempo, in cui la nostra
te lo stato di veglia. memoria storica, la nostra cultura, ri-
La surrealtà à è un luogo in cui gli vivono in una dimensione psicologica
elementi razionali della veglia, tro- scevra da canoni, in cui il pensiero
vano un punto d’incontro con gli fluttua libero e reinventa la storia.
elementi contraddittori del sogno. Nella dimensione dell’inconscio ogni
Nei quadri di De Chirico si mesco- relazione è logica, plausibile. Gli
lano elementi architettonici apparte- oggetti, gli uomini, si liberano della 9
nenti ad epoche storiche differenti, funzione logica e del ruolo che li le-
remote e recenti. Statue solitarie, gano alla realtà; tutto viene ribaltato:
architetture fantastiche e impossi- dimensione, materiale, funzione, per
bili, colonne greche, torri medievali, assumere di volta in volta significa-
portici rinascimentali, ciminiere di ti nuovi, soggettivi, liberi dal con-
fabbriche moderne. Ogni elemento trollo sociale che li ha prodotti, dal
architettonico sembra vivere di vita buon senso, dalla morale borghese.
propria, ogni funzionalità razionale è È un sentimento di autentica ribel-
ribaltata, come è ribaltata ogni logica lione sociale quello che alberga nelle Giorgio De Chirico,
relazione dimensionale. I colori sono opere di De Chirico e dei pittori del Le Muse inquietanti, 1918

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
storia della musica in particolare, generazione di sbagliato?

senza storia
del costume e della società in ge- Non abbiamo memoria
nerale, non dell’intera storia di un storica? Devo credere ad
popolo. E dire che di grandi cose Hobsbawm quando dice
ne sono successe nel 1991: la guerra che la maggior parte dei gio-
del Golfo, la fine dell’Apartheid, lo vani è cresciuta in una sorta
scioglimento dell’URSS, gli agguati di presente permanente, nel
memoria della banda della Uno bianca… Forse
ero troppo piccola… proviamo con
quale manca ogni rapporto
organico con il passato storico
dei tempi qualcosa di più vicino…. Una cosa
che mi colpì molto fu l’elezione di
del tempo in cui essi vivono?
Cerchiamo su internet, di
10 Danny Mendez a miss Italia. Era
forse la prima donna nera che avessi
solito si trova tutto… ma-
gari ad una certa et età cam-
di Eleonora Spadaro mai visto. Che anno era? Controllia- bia il tipo di memoria…
mo su Wikipedia…1996. Ed ecco che Leggendo qua e là capisco
l’ho fatto di nuovo. Evento epocale, che nei soggetti anziani
s’intende, ma sempre di costume e viene compromessa la me-
moria recente e resta atti-
va quella remota. A quan-

I
eri sera mio nonno mi to pare è un fattore biolo-
raccontava di quella gico: pi
più si invecchia, pipiù
volta che col carretto, si perdono neuroni e così
con alcuni parenti, andò diminuiscono il peso del
a trovare uno zio appena cervello ed il numero dei
tornato dalla campagna dendriti, ovvero i collega-
d’Africa e trasferito in una menti tra un neurone ed
caserma a Siracusa. Era il un altro. In poche parole,
1935, lui aveva dieci anni mio nonno non ricorda
e oggi, che ne ha quasi quello che ha mangiato
ottantacinque, ancora ri- ieri a pranzo, ma di sicuro
corda quella lunghissima ricorda quello che ha fat-
notte di viaggio, i racconti to nel maggio del ’32.
dello zio sull’Africa, l’orec- Ma non è questo il pun-
chio di Dionisio e la fonte to. Qui si parla di un
Aretusea, che quel giorno problema sociale: non
vide proprio per la prima nasciamo senza esperien-
volta. Provo a pensare za, qualcuno ce la lascia
quale mio ricordo dell’in- in eredità.. Forse questo
fanzia possa compararsi lascito è così vasto e ric-
ad un evento storico di co che non lo si sa gesti-
quella portata, ma l’unico re, non si sa qual è il suo
che mi viene in mente è la posto designato; si relega
morte di Freddie Mercury, in soffitta perché sembra
avvenuta nel 1991. Avevo un marchingegno stra-
cinque anni e me ne ricor- no e non si capisce bene
do bene, perché mia ma- a cosa serva. Mi hanno
dre era una grande fan dei sempre insegnato che le
una memoria

Queen e quel giorno era cose preziose si tengo-


veramente dispiaciuta per no bene, si rispolverano
l’accaduto. Cerco qualche continuamente per non
altro evento, ma nella mia far perder loro la lucen-
mente riaffiorano solo società si tratta. E anche il 1996 pro- tezza, che non vanno dimenticate
eventi storici che vanno pone fatti di rilevanza storica non dove capita, ma custodite. Qual è
dal compimento dei miei comuni, come la visita di Castro in la causa di questo scempio?
dodici anni in poi, quando Vaticano. Addirittura, a Portopalo Forse i mezzi di comunicazio-
ormai ero in cammino ver- di Capo Passero, a 40 kilometri da ne rendono la storia un piatto del
so il flagello della pubert
pubertà, dove vivo, si compì proprio quell’an- giorno che non viene riportato nel
incredibilmente vicina ma no la “Strage di Natale”, quasi tre- menu, da “mangiare” solo oggi per
paradossalmente lontana cento immigrati morti, la più grande poi cancellarlo dalla lavagnetta per
dall’infanzia. tragedia del Mediterraneo dei nostri riscriverne un altro il giorno dopo?
Perché mio nonno ricor- tempi, e io non ne sapevo nulla fino È forse il metodo di insegnamento
da momenti che hanno a qualche tempo fa! La domanda di- scolastico, che impedisce di collega-
segnato la storia dell’Ita- venta un mantra nella mia mente, re gli eventi e li presenta ai ragazzi
lia e del mondo e io solo adesso voglio proprio sapere perch
perché come fossero situazioni a sé stanti,
la morte di un cantante la storia ha fatto così poco parte del- indipendenti e radicalmente scisse
inglese? Per carit
carità, non la mia vita di bambina. da tutto il resto, come se non ci fos-
voglio sminuire l’impor- Non credo di esser la sola a non ri- sero cause e conseguenze, ma solo
tanza e le ripercussioni cordare fatti di risonanza globale “fatti”? Non so esattamente il per-
che ha avuto la prematu- della mia infanzia. Credo sia come ché,, ho solo prove indiziarie e ipo-
ra scomparsa di Freddie un virus che impedisce di immagaz- tesi da verificare. Ma oggi mi sento
Mercury, ma gli strascichi zinare la storia nelle nostre testoli- artefice della storia e testimone al
della morte di quest’uo- ne come qualcosa da ricordare in tempo stesso, e di questo mi ricor-
mo hanno riguardato la un prossimo futuro. Cos’ha la mia derò di sicuro per tutta la vita.
A
cianciana
nnidati nel cuore dell’entro-
terra. Siamo chi fummo. Chi
ricordiamo di essere stati.
Vite ingoiate.
Zingari e rumeni e albanesi e
musulmani. Italiani e siciliani prima.
Pronti a desiderare, sognare e persino
rubare cieli altrui. Un esercito di
uomini che lascia la propria casa,
abbandona il proprio nome, per terre
assai lontane. Una lunga marcia da
non dimenticare, ora che l’Italia sta
vivendo al contrario quel percorso:
da paese di emigranti a nazione di
immigrati.
E allora il teatro sceglie di aiutare a
ricordare il dimenticato e così tre
giovani attori siracusani, Angelo Abela,
Eugenio Vaccaro e Marco Pisano della
Compagnia Esiba Teatro con il loro
spettacolo Cianciana portano alla luce
un pezzo di storia caduto nell’oblio,
raccontano una Sicilia primitiva in cui
di Giorgia Landolfo
pane, lavoro, strade e fognature erano
un lusso per pochi. La drammaturgia,
curata da Milena Viscardi, liberamente
ispirata al romanzo-inchiesta Terra di
rapina di Giuliana Saladino è la contro
storia dell’isola, una partitura narrativa dei nuovi cammini della speranza con un addio che è un grido di dolore, di
polifonica capace di accogliere stralci le valigie di cartone. E quello stesso generazioni costrette a lasciare casa,
di testi burocratici della legge Gullo, sole sulla pelle e negli occhi. patria e famiglia per una possibilità
pezzi giornalistici degli anni ‘40, poesie Le lotte contadine furono un momento di vita. Un tempo che sembra ormai
di Ignazio Buttitta, canzoni popolari della storia in cui la modernità civile lontano anni luce, quasi risucchiato dal
di Rosa Balistrieri, testimonianze degli in Sicilia si giocò le sue carte, come silenzio e che torna ad essere rievocato
anziani dell’entroterra agrigentino altrove le aveva giocate, ma perse. dal talento di tre giovani attori
e frammenti lirici dei poeti arabi Cianciana mette in scena così tra capaci di commuovere e divertire,
di Sicilia, per raccontare il grande commozione e brio, trovate comiche tenendo gli spettatori incollati alla
movimento delle lotte contadine, le e spunti lirici, un itinerario comune scena. Passione comune, il teatro per
speranze infrante, il sudore e la fame, a molti italiani. Nascere al sud, figli questi giovani attori siracusani, nata
la possibilità di scelta, comunque di contadini, a spaccarsi le schiene negli anni inquieti dell’adolescenza,
esistente seppur offuscata, tra legalità sulle zolle sempre uguali, vivere la raccolta e riunita insieme nel 2004
e crimine. Un’esistenza sempre in fame e la miseria, essere obbligati con la nascita di Esiba Teatro all’interno
bilico fra una terra madre che in un ad andare via, a cercare riscatto dell’associazione Esiba Arte che sceglie
certo senso respinge ed una matrigna e un futuro migliore lì su al nord. di affrontare attraverso il linguaggio
che mai accoglie davvero. A Cianciana, Dove gli zingari, cinquant’anni fa teatrale temi storici, sociali, attuali.
paese mai raggiunto dalle lotte e più, eravamo noi. Guardare loro In scena allora si impone l’impegno. Si
contadine, non c’era ricchezza, ma una è come guardarci nello specchio di vede tornare il teatro alla sua originaria
miseria antica, tramandata da padre in ieri e dell’altro ieri. Eppure spesso funzione di critica politica e sociale. E si
figlio insieme al patrimonio genetico e siamo inclini a dimenticare. Presto e assiste ad uno spettacolo che si rischia
accettata con fatalistica rassegnazione. volentieri, come se periodicamente di ricordare, perché si fa strumento,
Così Giuseppe Di Maria, ragazzo di ci contagiasse un’amnesia collettiva, contro la rimozione e l’oblio, di un
Cianciana, frantumate le speranze di pronta a cancellare realtà storiche utili futuro che per essere progettato ha
un imminente cambiamento, rapisce il per costruire il futuro. Ma senza la bisogno di voltarsi indietro e recuperare
figlio di un barone, colpisce l’universo memoria non saremmo né sapremmo un passato che appartiene a tutti noi. 11
dei padroni pur di avere ciò che gli chi siamo.
spetta di diritto e finisce per trovarsi
cucito addosso il ruolo del criminale.
La memoria: ovvero l’io o il noi.
Possiamo pure immaginarla come
memoria e
Erano gli anni della massiccia
immigrazione dal sud, anni in cui
un serbatoio, più o meno capiente,
provvisto di un tubo di deflusso dal
teatro
i contadini aspettavano la riforma regime variabile, a seconda dell’età.
agraria, gli zolfatai scontavano la loro In Cianciana convergono la memoria
condanna nell’inferno delle terre altrui collettiva e il passato recente,
e il popolo piangeva l’esodo dei suoi risuonano mille voci che da brusio si
figli. Erano gli anni dei treni del sole e trasformano nel rumore assordante di

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
razioni di uomini e donne. le organizzazioni dei cosiddetti fasci
Tutto questo ha molto a che fare con siciliani dei lavoratori e dicono che il
la storia di una terra come la Sicilia, an- solo movimento contadino del se-
tica ed esagerata nel divenire delle sue condo dopoguerra è riuscito a mo-
vicissitudini, come nel manifestarsi bilitare più di mezzo milione di per-
delle sue profonde contraddizioni. sone. Numeri impressionanti, anche
memoria Una terra che, come scrive Riccardo
Orioles in Allonsanfan – la mafia, la po-
rapportati ad altre celebrate espe-
rienze di lotte sociali nel centro-nord
civile litica ed altre storie – un suo recente li-
bro intriso di quella memoria dinamica
d’Italia che, però,, bisogna ulterior-
mente rivalutare anche alla luce dello
12 di cui si accennava prima, è: Troppo scontro violentissimo, e di enormi
di Giovanni Abbagnato piccola per autogestirsi, troppo grande per dimensioni, che avvenne a più ripre-
essere mantenuta con la forza, per duemila se in quella lunga fase storica in cui

LA MEMORIA
DELLA STORIA
LA S T O R I A
DELLA MEMORIA
C
hissà perché spesso il termine anni “invasa” e altrettanto regolarmente s’incrociarono, nella società
societ siciliana,
memoria si associa ad immagi- affidata alla classe dirigente di prima: la- le aspirazioni alla libertà e al riscatto
ni d’immobilismo che sanno tifondisti romani, feudatari spagnoli, no- civile, con gli interessi concreti del-
di polvere e di decadenza, ossia di un tabili borbonici o “uomini di rispetto” . le misere popolazioni dell’Isola, che
tempo andato che, nella migliore del- Sicilia terra assediata per definizione, chiedevano un miglioramento delle
le ipotesi, non può
pu che dare delle sen- spesso espugnata, ma mai del tutto loro condizioni materiali di vita ed
sazioni di mestizia crepuscolare per presa. Sicilia arcipelago di mondi distin- il riconoscimento complessivo della
tutto quello che è stato e non è più. guibili ma impenetrabili, oscuri ma loro dignità di persone.
Non è certo il caso di negare questa decifrabili, diretti ma ambigui. Sici- Fare memoria di tutto questo significa,
componente di nostalgia, ma il ricon- lia al contempo artefice e prigioniera anzitutto, restituire onore e dignitàà
durre il tutto ad una sorta di sospen- dei propri e degli altrui pregiudizi e alle centinaia di organizzatori e mili-
sione del tempo, sembra un insensato stereotipi. tanti del movimento contadino e operaio
negare il senso stesso della storia che Si prendano ad esempio i tratti del- siciliano assassinati dalla mafia, che era
è,, essenzialmente, memoria dell’uma- l’individualismo e dell’indolenza, so- loro dichiarata nemica e naturale allea-
nità. prattutto nella dimensione sociale ta del ceto padronale, fautrice della
Già i classici, con Cicerone, sostene- e collettiva, non senza un qualche conservazione dell’iniquo assetto
vano che la memoria è custode di tutte le fondamento attribuito ai siciliani, sociale storicamente imposto dai la-
cose e a questo assioma onnicompren- e si confrontino in una prospettiva tifondisti agrari. Ma significa, anche,
sivo si collega un’acquisizione molto storica. Si fa molta fatica ad immagi- gratificare con il ricordo riconoscen-
più recente proposta dallo scrittore nare che questa terra è stata capace, te i milioni di siciliani ai quali non fu
Forster che concretizza il concetto dalla fine dell’800 fino ad arrivare agli sottratta la vita, ma la speranza. Tutti
principale sostenendo che se non ri- anni successivi al secondo conflitto quegli uomini e quelle donne ai qua-
cordiamo non possiamo comprendere. mondiale, di esprimere movimenti li, dopo avere assistito al soffocamento
Forse in un’affermazione del genere di rivendicazione sociale di dimen- nel sangue delle speranze che con le
sta il senso prospettico della storia sioni impressionanti. Le stime, as- loro lotte avevano acceso, non rima-
che è memoria di quello che è stato in solutamente affidabili sul piano della se altro che la strada dell’emigrazione
un divenire dinamico che ha deciso, e verifica storica, parlano di centinaia che, a più riprese, interessò milioni
continua a decidere, i destini di gene- di migliaia di partecipanti attivi nel- di siciliani, determinando, di fatto, la
devastante tendenza all’affermazione
di relazioni umane e sociali basate su
egoismi e forme aggiornate di preva-
ricazione. Nel solco antico di questo
retaggio positivo dovrebbe essere
possibile ripensare, in senso auten-
ticamente libero e democratico, l’as-
setto socio-economico della Sicilia
ed un sistema condiviso di valori. Un
orizzonte civile entro il quale non do-
vrebbe esserci spazio, tra l’altro, per
egoismi e indifferenza verso gli “ulti-
mi” del mondo in una terra che, pur-
troppo, conosce bene il dolore che
sta dietro l’emigrazione. Cosa c’entra
con una visione prepotente e bellige-
rante della storia, una terra, come la
Sicilia, che negli anni ‘80 ha saputo
rivelare la sua vocazione pacifista ed
internazionalista, dando vita ad un
imponente movimento di resistenza
all’installazione di devastanti arma-
menti, segni di una distruttiva cultura
di guerra? Cosa c’entra il nostro pa-
trimonio ideale, maturato in decenni
di emigrazione, con i lager, ipocrita-
mente chiamati Centri di Permanenza
Temporanea, oggi perfino superati dai
Centri di Identificazione ed Espulsione?
In una tragica escalation di barbarie,
desertificazione sociale della Sicilia. ristico e mafioso continua intanto a gli attuali respingimenti hanno trasfor-
Ma fare memoria nel senso dinami- tessere le sue trame e a dettare le sue mato i nostri mari in immensi cimi-
co prima richiamato significa anche leggi nella società e nelle istituzioni. teri per i disperati dei nostri giorni.
aprire una prospettiva di cambiamen- Ma ancora, fare memoria, significa ac- Adesso questi nuovi migranti non
to delle attuali condizioni di vita della cendere speranze a partire dalle espe- hanno diritto nemmeno alle dolorose
Sicilia che, pur non essendo più terra rienze del passato, che ci raccontano umiliazioni toccate ai nostri emigra-
di latifondo e avendo inevitabilmen- di una Sicilia capace di rappresenta- ti in tutte le Ellis Islands presenti nei
te mutato la propria identità sociolo- re un centro universale di cultura e Paesi, spesso ostili, dove furono co-
gica, mantiene un assetto profonda- d’integrazione tra popoli diversi per stretti ad andare per guadagnare du-
mente ingiusto. Le vecchie e le nuove provenienza, interessi, convinzioni ramente il riscatto dei loro figli. Per
povertà s’intersecano e mentre i gio- sociali e credo religioso. molti di loro non ci sarà nemmeno
vani, in forme talvolta diverse, hanno Quindi, una terra e il suo popolo che un’accoglienza dura e ostile, ma solo
ripreso, da tempo e massicciamente, hanno nel loro DNA la potenzia- il rifiuto totale di applicazione dei
ad emigrare, il sistema politico-affa- le capacità di resistere alla diffusa e principi minimi di solidarietà da par-
te di società incapaci di comprendere
che non riconoscere l’umanità degli
altri significa negare la propria.
Eppure, in questi tempi bui in cui
la memoria sembra non interessi più
nessuno o, nella migliore delle ipote-
si, sembra sia considerata un retaggio
di un passato di avanguardie mino-
ritarie, ormai dimenticato, forse c’è
ancora spazio per credere in un’uma- 13
nità artefice del bene comune, anche
attraverso un impegno collettivo e
creativo. In questo senso, possiamo
sperare che anche ai nostri giorni ab-
biano ancora un senso le convinzioni
di Giambattista Vico che sosteneva
che “lala speranza e il coraggio di pochi
lasciano tracce indelebili” e che “la fan-
tasia altro non è che memoria o dilatata
o composta”
composta”.

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
dal Senato - faceva parte delle pene cora sopravviveva, ma anche perché
che potevano essere inflitte ad una il Papa, alquanto superstizioso, era
maiestas e prevedeva la abolitio nomi- ossessionato dai corvi che volteggia-
nis: il praenomen del condannato non vano sul noce secolare. Egli era ter-
si sarebbe tramandato in seno alla fa- rorizzato dall’idea che quei corvi fos-
miglia, e sarebbe stato cancellato da sero demoni in attesa della reincar-
memoria tutte le iscrizioni. Inoltre, comporta-
va l’abbattimento di statue e monu-
nazione dell’imperatore Nerone, da
secoli identificato come l’anticristo.
popolare menti onorari e lo sfregio dei ritratti
presenti sulle monete.
Anche l’imperatore Geta, della fa-
miglia dei Severi (193-235 d.C.), fu, in
A volte, la pena, in caso di voto po- questo caso, una vittima della damna-
14 sitivo del Senato, era seguita dalla tio.
di VIncenza Iannelli rescissio actorum,, ossia dalla completa Dipinto nel tondo della famiglia, in-
distruzione di tutte le opere realizza- sieme al padre Settimio Severo, alla
te dal condannato nell’esercizio della madre Giulia Domna e al fratello
propria carica, poiché era ritenuto un maggiore Caracalla, la sua faccia fu

A
nche nell’antica Roma, come pessimo cittadino. Se tale atto avve- cancellata a causa della damnatio me-
oggi, c’era chi si meritava niva in vita, allora - dal punto di vista moriae ordinata da Caracalla, che lo
di essere ricordato e chi no, giuridico - esso rappresentava una aveva fatto assassinare, e sostituita
c’erano imperatori, generali, po- vera e propria morte civile. dalle parole optimis fortissimisque prin-
litici, amati o odiati, rispettati o La morte civile consisteva nella pri- cipibus.
disprezzati, adorati come fossero vazione della capacità giuridic
giuridicaa come I rapporti tra i due fratelli furono
divinità o damnati, ossia perfino conseguenza di una condanna giudi- sempre difficili e basati su rivalità

LA MEMORIA A ROVESCIO
ROVESCIO
O
tra damnatio e finta apotheosis
cancellati dalla memoria. ziale, nella generale perdita di tutti i e gelosie.
La damnatio memoriae era una pratica diritti civili e nel conseguente allon- Quando Settimio Severo morì, Ca-
in uso nell’antica Roma che consiste- tanamento dalla società. racalla e Geta furono proclamati in-
va nel cancellare dai documenti, dalle In età imperiale, la damnatio memoriae sieme imperatori ma, molto presto,
iscrizioni, dall’arredo urbano il nome ebbe un processo di degenerazione Caracalla si sbarazzò del fratello.
di quei cittadini che avevano mostra- giungendo a colpire, anche dopo la Dopo l’assassinio di Geta, Caracal-
to, con il loro operato, di essere ne- loro morte, persino la memoria degli la infang
infangò la sua memoria ed ordinò
mici della città
citt e del senato. Alcuni imperatori spodestati o uccisi. che, oltre alla sua faccia, come già
imperatori, come Caligola e Nerone, Tra gli imperatori che subirono un’on- detto, il suo nome fosse rimosso da
ne furono colpiti a causa della loro ta simile ci fu, guarda caso, Nerone tutte le iscrizioni.
condotta efferata. (54-68 d.C.), fautore, ad eccezione Il contrario della damnatio memo-
In età repubblicana, a Roma, tale dei primi cinque anni di regno, di un riae era l’apoteosi (latino: apotheo-
sanzione - generalmente prescritta dispotismo tirannico, assertore di un sis) o deificazione (latino: deificatio)
potere teocratico, sull’esempio delle che significava “divinizzazione”, o,
monarchie orientali, affetto da me- più in generale, “glorificazione”, di
galomania galoppante, atteggiamenti solito intesa ad un livello divino o
che lo resero inviso un po’ a tutti, alla semidivino.
classe senatoriale, ai cristiani, ecc. Nell’antica Roma, questi termi-
La sua discutibile condotta ed altre ni si riferivano al processo con cui
motivazioni che assomigliano tanto un imperatore veniva riconosciuto
a certe credenze popolari, gli valsero come divinità, solitamente dopo la
una meritata damnatio: papa Pasqua- morte.
le II,, agli inizi del XII secolo, inter- Ottaviano Augusto (27 a.C.-14 d.C),
ruppe la tradizione di portar fiori al dopo la sua morte venne divinizza-
mausoleo dei Domizi-Enobarbi, ri- to; l’imperatore della pax si meritò
tenuto la tomba di Nerone, fece ra- questo onore.
dere al suolo il mausoleo e tagliare il Anche l’imperatore Claudio (41-
noce secolare piantato nelle adiacen- 54.d.C) venne divinizzato ma non
ze della tomba. Al loro posto, venne fu altrettanto meritevole, almeno a
eretta una cappella:: nucleo originario detta di Seneca il filosofo, il quale,
di quella che oggi, dopo varie trasfor- per vendicarsi di essere stato da lui
mazioni e ampliamenti, è la basilica esiliato, dopo la morte dell’impera-
di Santa Maria del Popolo, in Piazza tore, scrisse un’ opera satirica, dal ti-
del Popolo a Roma. tolo fortemente emblematico: Apo-
Il tutto non solo per eliminare la me- kolokyntosis (invece di Apotheosis)
Nerone moria popolare di Nerone che, ad divi Claudii o Ludus de morte Claudii,
oltre un millennio dalla morte, an- che, tradotta, significa: “La zucchi-
ve chiama Ercole, che aveva girato il VI
mondo in lungo e in largo e doveva
conoscere tutti i popoli, e gli dice di E l’avrebbe data a bere a Ercole, che
andar lui e veder di scoprire di che non è punto malizioso, se là non ci
razza fosse. Ercole, al primo veder- fosse stata la Febbre, che sola era ve-
lo, ne ebbe sgomento, accorgendosi nuta con lui, lasciando il proprio tem-
che ancora non aveva finito di avere pio: tutti gli altri d
dèi erano rimasti a
a che fare coi mostri. Appena si tro- Roma. “Costui, disse, ti racconta frot-
vò davanti quel ceffo di nuovo stam- tole belle e buone. Te lo dico io, che
po, quel modo di camminare strano, son vissuta tanti anni con lui: è nato
quella voce che non era di animale a Lione, ti presento un concittadino
terrestre, ma come quella dei mostri di Planco. Ti ripeto, è nato a sedici
marini, cavernosa e cincischiata, miglia da Vienna, è un Gallo di razza.
ebbe paura che fosse venuta la sua E così,, da buon Gallo, si impadronì
tredicesima fatica. Guardandolo poi di Roma. Costui ti garantisco che è
più attentamente, ci trovò una par- nato a Lione, proprio dove regnò tan-
venza di uomo. Allora gli si avvicin
avvicinò ti anni Licino. Tu che hai battuto più
e, cosa molto facile per un greculo, contrade d’un mulattiere di profes-
lo apostrof
apostrofò ò in greco: sione, devi conoscere quelli di Lione
“Chi, d’onde sei? dove mai a te sono e sapere che dallo Xanto al Rodano
patria e famiglia?” ci corrono molte miglia”. A questo
Claudio si sente allargare il cuore, punto Claudio piglia fuoco e si sfo-
che ci siano là dei classicisti, e spera ga facendo più chiasso che può.. Che
Seneca di trovare accoglienza per le sue sto- cosa dicesse, non lo capiva nessuno;
rie. Allora, volendo indicare, con un ma intanto lui voleva che mettessero
verso omerico anche lui, di essere a morte la Febbre, con quel suo gesto
ficazione dell’imperatore Claudio” Cesare, rispose: della mano tremolante, abbastanza
(intesa come deificazione di una “L’aure da Troia ai Cìconi traspor- ferma soltanto per il cenno con cui
zucca o di uno zuccone, di uno tando m’han spinto”. mandava la gente al taglio della testa.
sciocco, qual era Claudio). Più vero sarebbe stato il verso se- L’ordine di mozzarle il collo lo aveva
La nozione di apoteosi viene inte- guente, non meno omerico: dato; ma si sarebbe detto che lì fosse-
ramente parodiata: Claudio non va “Là per me la città fu distrutta, e ro tutti liberti suoi, tanto nessuno gli
nell’Olimpo e non viene assunto perduta coi suoi”.
suoi” dava retta.
tra gli dei ma viene mandato negli
inferi dove diventa prima schiavo
del nipote Caligola, in seguito del
liberto Menandro ed affronta molte
vicissitudini umilianti.
Questa opera satirica non solo ir-
rideva il fatto che il notoriamente
goffo Claudio potesse essere una
divinità,, ma rivelava una certa irri-
verenza nei confronti dell’idea del
culto del governante, diffusa tra le
classi benestanti di Roma.
A seguire, un passaggio tratto dal-
l’l’Apokolokyntosis
Apokolokyntosis, capp .5-6:

V
Quel che successe poi sulla terra è
superfluo riferirlo. Lo sapete benis-
simo, e non c’è pericolo che esca di
mente quello che la gioia popola-
re ha segnato bene nella memoria:
nessuno si dimentica della propria
felicità. Sentite piuttosto quello che
accadde in cielo: la conferma la tro-
verete nella mia fonte.
Annunciano a Giove l’arrivo di un 15
personaggio di statura discreta, e
discretamente imbiancato: doveva
avere chi sa che brutte intenzioni,
perché tentennava continuamente
la testa e strascicava il piede destro.
Gli avevano domandato di che paese
fosse, e lui aveva borbottato qualco- Tondo severiano
sa con suoni inarticolati e indistin-
ti, ma la sua lingua non la capivano: con l’immagine
non era né greco n né romano, né di rimossa di Geta
altro paese conosciuto. Allora Gio-

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

La memoria del riconoscimento


memoria per scoprire se stessi
irripetibile
16 atti, non è più coinvolto emotiva- produttività,, vantaggio, ecc. Nello
di Giacomo Pisani mente in essi e in ciò che gli accade stesso tempo, ci è impedita l’apertu-
attorno, ma si limita a calcolare og- ra all’altro nel senso di una simpatia

“O
gni reificazione è un di- gettivamente le proprie mosse. Egli (letteralmente “provare emozioni
menticare”. Lo scriveva- vive una “seconda natura” di cui non con”) esistenziale e affettiva.
no Max Horkheimer e è l’autore, ma che si limita ad inter- Nel campo della psicologia dell’etàà
Theodor W. Adorno in Dialettica del- pretare nel modo più proficuo. evolutiva e della ricerca sulla socia-
l’illuminismo.
l’illuminismo Tale prassi impedisce ai soggetti lizzazione si è concordi nel ritenere
Le nostre azioni, il nostro lavoro, co- umani che partecipano alla vita socia- che la formazione, nel bambino, delle
stituiscono lo strumento indispensa- le di adottare la prospettiva delle loro capacità di pensare e di agire sia da
bile per soddisfare i propri bisogni controparti, ostacolando contempo- intendersi come un processo che si
e per vivere. La società impone una raneamente una piena comprensio- svolge mediante il meccanismo del-
serie di “mediazioni” (un’attività de- ne del proprio rapporto con l’altro e l’assunzione della prospettiva altrui.
terminata, il salario, una proprietà) à
à) dell’esistenza in generale. I soggetti Molto importante ma spesso tra-
che permettono il soddisfacimento cominciano a vivere una serie di atti scurato, in questo processo, è il lato
dei bisogni vitali: mangiare, avere una sciolti, senza senso, collegati da crite- emotivo della relazione tra il bambi-
famiglia ecc. ri estranei, desolanti, che trascinano no e la persona di riferimento. Attra-
Il lavoro, allora, si trasforma in un og- l’uomo in un mondo fatto di vuoto. verso questo attaccamento emotivo
getto, in una “cosa” utile a soddisfare Ci si perde in una serie infinita di alle sue figure di riferimento gli viene
i bisogni del sistema. Così, come af- relazioni sconosciute, che bloccano dischiuso un mondo di qualità signi-
ferma Lukàcs, la reificazione (da res: il pensiero nelle fredde logiche dei ficative, nel quale deve impegnarsi
cosa facere: fare) non significa altro numeri, in cui si schematizza la vita. praticamente. Per questo i nostri atti
“che un rapporto, una relazione tra Si vive negli angoli lasciati liberi dalla cognitivi si fondano su un riconosci-
persone che riceve il carattere della “seconda natura”, in cui pure torna mento affettivo di essi.
cosalità”. sovente il riflesso del dovere. Si cede I nostri sforzi di acquisire una co-
L’individuo non può fare a meno di all’oblio, si impoverisce la vita a puro noscenza del mondo non possono
percepire gli elementi di una data si- obbedire, opprimendo gli stimoli con che fallire e perdere il loro senso se
tuazione solo in riferimento all’utili- qualche grossolano sedativo. Restano perdiamo di vista questo precedente
tà che essi possono avere per i propri le briciole della propria essenza, inca- atto di riconoscimento. L’abitudine
calcoli utilitaristici, come “cose” da nalata nei percorsi estranei della so- ad un’applicazione disimpegnata de-
cui è possibile ricavare profitto. Nel- pravvivenza, che prendono a pugni, gli oggetti che incontriamo, ci porta
lo stesso tempo, ognuno considera se come quando non si riesce a capire il spesso a dimenticare di riconoscere in
stesso e gli altri come “oggetti” di una mondo, il senso delle cose che ci cir- essi il ruolo esistenziale fondamenta-
transazione vantaggiosa e le proprie condano, eppure si vorrebbe. le per la piena espressione delle pro-
capacità come “risorse” supplemen- Il mondo scorre con le sue leggi, le prie capacità e della propria perso-
tari nel calcolo delle opportunità di sue forme, e ognuno è chiamato a nalità.. Il riconoscimento di se stessi
profitto. Insomma, come dice Marx, metterci del suo, senza esagerare, nell’altro, nel suo universo emotivo
il lavoro viene considerato come un senza esporsi, senza impadronirsi ed affettivo può aiutare la nostra me-
mero “fatto materiale”, invece di es- totalmente delle azioni, che restano moria a riportarci nella condizione di
sere vissuto come l’agente umano quelle richieste, lontane, già decise. una “prassi impegnata”.
della produzione. La nostra natura, i nostri desideri, La memoria, senza il coinvolgimento
Piuttosto che vivere le proprie azioni la nostra “stoffa” autentica, vengono emotivo, non ci distoglie dalla passi-
come naturali autodeterminazioni, in sempre più trascurati, e la nostra stes- vità,, portandoci ancora una volta ad
quanto generate dalle proprie pulsio- sa comprensione del mondo e degli essere vissuti dal mondo.
ni , dai propri stimoli, dalle proprie altri viene impedita, fino a degenera- Quando una sola cosa torna ad es-
capacità, l’uomo si pone di fronte a re inconsapevolmente nella passività sere scoperta nei propri tratti unici,
tali azioni come uno “spettatore in- di uno “spettatore contemplativo”. quelli che solo a noi possono essere
differente” . Esse non sono più parte La nostra conoscenza risulta limitata, dischiusi, si coglie involontariamente
integrante dell’essenza dell’individuo, in quanto gli oggetti con cui veniamo un nuovo tratto della nostra essenza,
ma vengono gestite a distanza e de- in contatto non entrano nella nostra sempre irripetibile. Così la vita si co-
terminate esternamente dalle transa- vita in funzione dei nostri desideri, lora di mille sfumature e ogni cosa ci
zioni economiche o dalle condizioni delle nostre emozioni. I loro “signifi- rivela un po’ di noi stessi e del nostro
sociali in cui la persona è implicata. cati” sono già stabiliti ed essi vengo- universo. Quello che muove i sogni,
L’individuo è distaccato dai propri no sfruttati solo in funzione di essi: le idee, le passioni.
D
urante una delle mie scorrerie fuori dalla casa, dove gli avevano det- quello uno sforzo, che la Natura non
in Rete mi sono imbattuto in to che lo aspettavano due giovani, ma può sostener lungamente”. Rassicura-
un libro abbastanza singolare. non trovò nessuno. Intanto la sala da ta in questo modo la quasi totalità dei
Pubblicato nel 1815, non si può certo pranzo era crollata, schiacciando tut- nostri giovani lettori, segnaleremo
dire che sia un capolavoro, né per la ti i convitati, così miseramente che i loro che il Cancellieri, tra centinaia di
genialità del suo autore, Francesco
genialit loro corpi non erano più riconoscibili. figure del passato, annovera un caso
Cancellieri, né per l’argomento, una Simonide, salvato dal suo amore per esemplare di memoria e di erudizio-
dissertazione sulla dote umana della Castore e Polluce -erano infatti pro- ne a lui contemporaneo, dimostran-
memoria. In effetti, il mio interesse prio loro i due giovani, autori di un do di avere un fiuto da scopritore di
per il Cancellieri, uno storico, biblio- così atroce scherzetto- riuscì,, grazie talenti. Eccone la descrizione: Per
tecario ed erudito romano, vissuto tra alla sua prodigiosa memoria, a iden- mezzo del cultissimo Sig. Marchese Carlo
il 1751 ed il 1826, sta nell’interesse che tificare le informi spoglie, ricostruen- Teodoro Antici
Antici,, che mi onora della sua
dimostra di provare per il tema della do esattamente la disposizione dei pregevolissima amicizia, è pervenuto nel-
memoria. Per essere più precisi, egli commensali. Si dice che da questa le mie mani un nitidissimo Ms. intitolato,
non discute propriamente di memo- circostanza trasse l’insegnamento che Porphyrii De Vita Plotini, et Or-
ria, ma parla degli uomini che ne sono non c’è nulla che giovi alla memoria dine Librorum ejus Commenta-
stati grandemente dotati oppure che più dell’ordine. Nel libro si raccon- rius graece, et latine, ex versione
l’hanno persa, in una prospettiva mol- ta, ancora, sulle orme di Seneca, che Marsilii Ficini emendata. Graeca
to attenta ai risvolti pratici. Non a un ambasciatore di Pirro, un certo emendavit, et Latina emendavit
caso, infatti, vi compaiono una ricca Cinea, il giorno dopo il suo arrivo a Jacobus Leopardi 1814. Questo suo
bibliografia sopra la memoria arti- Roma, avesse imparato a memoria il Nipote,, che è Primogenito dell’ornatiss.
Nipote
ficiale, quella che oggi chiamiamo nome di tutti i senatori. E se fin qui Sig. Conte Monaldo Leopardi
Leopardi,, senza
mnemotecnica, una sintesi di un nuo- le lodi sono per le doti naturali, non avere avuto Maestro alcuno di Lin-
vo metodo,, quello del sig. Looke, pub- mancano esempi, riportati dal Can- gua Greca
Greca, ha ultimato in Recanati,
blicato a Pesaro nel 1771, ed infine una cellieri, di memorie d’elefante “pro- sua Patria, questo egregio lavoro, a’ 31 di
biblioteca degli scrittori del giuoco degli curate con varie efficaci bevande”, Agosto dello scorso anno 1814, in etetàà di soli
scacchi. come quelle dei re Ciro e Mitridate. anni sedici, mesi due, e giorni due. Egli in
Secondo Ammiano Marcellino il pri- capo a sei mesi l’avea recato dal greco in
mo giunse a numerare ad uno ad uno Italiano, col Libro di Esichio Milesio
tutti i soldati dei suoi numerosi eser- de Viris doctrina claris
claris,, di cui abbia-
citi, mentre il secondo, a dir di Valerio mo la versione Latina di Adriano Giu-
Massimo, aveva imparato le lingue di nio (…) Ma avendo considerato, che le il-
ventidue Nazioni a lui soggette. lustrazioni, delle quali voleva arricchirlo,
Dagli esempi finora riportati si capisce sarebbero state quasi inutili in italiano,
che, per il nostro erudito, la memoria, ridusse l’opera in latino. Poi in poco pipiù di
quando viene utilmente applicata, è un mese, compose un’altra Opera ddee Vitis,
un importante strumento di eserci- et Scriptis Rhetorum quorundamquorundam,,
zio di potere. Pico della Mirandola, alla quale aggiunse alcuni Opuscoli greco
in grado di ripetere parola per paro- latini illustrati. Ora si occupa intorno ad
la, in ordine naturale o inverso, inte- un’altra Opera pipiù lunga, intitolata Frag-
re pagine di un libro appena sentito menta Patrum secundi Saeculi, et
leggere, gli appare probabilmente un Veterum Auctorum de illis testi-
caso meno interessante. Più intriganti monia collecta, et illustrata
illustrata,, che
sono i casi di bambini dotati di me- conterr le Vite de’ Padri istessi, composte
conterrà
moria prodigiosa, come il caso di un da’ passi di antichi Autori, recati tutti in
certo Jacopo Martino, nato a Budrio latino, con nuova versione, ed i frammenti
Tra i primi autori della mnemotec- nel 1639, forse perché vi si adombra delle loro Opere perdute con osservazioni
nica, il Cancellieri annovera il poeta una possessione diabolica. A propo- critiche, collocate a’ loro luoghi, e sparse
greco Simonide. Costui, invitato a sito dei ragazzi, il Nostro rileva che, per tutta l’Opera. Quali progressi non do-
cena con molti altri commensali in crescendo, spesso le straordinarie ca- vranno aspettarsi in etetà più
pi matura da un
casa del ricco Scopa, cantò dei versi pacità vengono meno, “confermando Giovine di merito sì straordinario?
in sua lode, inserendovi, però, anche in tal modo l’osservazione da altri già
lodi per i semidei Castore e Polluce. fatta, che comunemente i Fanciulli, Per chi volesse scaricare il libro, l’indirizzo è:
Scopa, irritato, disse a Simonide che i quali troppo presto cominciano a http://books.google.it/books?id=KP0QAQA
del compenso pattuito gli avrebbe pa- dar pruova di straordinario ingegno, AIAAJ&printsec
gato solo metà,, consigliandogli di farsi o sono da immatura morte rapiti, o
dare l’altra metà dai Gemelli Dioscu- col crescere degli anni divengon qua- di Antonio Squeo
ri. Poco dopo Simonide fu chiamato si stupidi, ed insensati, come se fosse
17
prodigi e
memoria
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l‘arcobaleno
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19

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

I MINATORI DI FAVARA
disegno di Guglielmo Manenti

musica
20

di Aldo Migliorisi
(http://aldomigliorisi.blogspot.com)

NON C’ENTRANO NIENTE


(con il ballo del qua qua)
L’
altro giorno, con la scusa di controllare se tutto fosse in disordine, se le tribù di topi stessero tutte bene,
se la polvere e le ragnatele avessero bisogno di qualcosa, ho pensato che forse era il caso di dare un’occhia-
ta in soffitta. Tra le cianfrusaglie ho trovato un carrettino siciliano tutto solo che mi guardava con un’aria
triste. Mi ha fatto tenerezza: così l’ho preso e l’ho portato a casa. Là, almeno, avrebbe trovato qualcuno con cui
parlare.
Il carrettino era completo di lucine intermittenti e di un carillon che suonava un tralallallero allegro che sem-
brava uno jingle di Paperissima. Solo che il motivo che aveva subito questo trattamento non c’entrava niente
con il ballo del qua-qua spacciato per tarantella. Era una canzone antica, cantata dai minatori di Favara, un canto
intriso di dolore, di disperazione per la vita che sfugge, di morte e che invece, per uno strano destino, è diventata
la marcetta che tutti conosciamo.
Da qua si potrebbe partire per parlare della memoria che è una cosa importante, non solo in musica. Importante
perché – come ripete sempre la mia felce, quella che sta in cucina sulla mensola - senza radici le ali non crescono;
e bisogna che queste radici sprofondino in una terra ricca, nutrita e nutriente.
Poi ho anche pensato che ognuno di noi ha la casa piena di memorie. Dischi, foto, cartoline, oggetti: tutto
conservato per chissà chi e per chissà quando. Così ogni tanto uno dà una sfogliata all’album dei ricordi, si vede
com’era e si rassicura del fatto di esistere; o, perlomeno, di essere già esistito.
Per non farla tanta lunga, siccome ho tirato in ballo la storia del motivetto del carillon, arrivati a questo punto,
dovrei anche raccontarla. E dire anche di quale canzone si tratta.
La cosa è iniziata l’altro giorno ancora, quando, dopo aver piazzato il carrettino in casa, mi sento bussare ad
una spalla: è la felce che pretende un duro confronto con il sottoscritto causa mancato rifornimento acqua. In
altre parole, avevo dimenticato di innaffiarla da diverso tempo; chiarito l’equivoco e provveduto alla fornitura,
la pianta si è tranquillizzata e ha attaccato bottone con la solita tiritera che tirano fuori tutte le piante, quando
non sanno più cosa dire: cioè quella cosa su ali, radici, ecc. Ho iniziato subito a sbadigliare pesantemente, che i
discorsi intelligenti mi fanno venire il sonno.
- Io l’ho già sentita questa storia – si è intromessa la micia. Non era il titolo di un album dei Gang del ’91,
“Le Radici e le Ali”?
- Non ricordo, ma se è per questo è anche il titolo dell’ultimo disco di Eros Ramazzotti: “Ali e Radici”. Lo
avete ascoltato? – ho detto tutto contento.
Nella stanza è sceso un silenzio che si poteva tagliare col coltello. La micia e la felce si sono scambiate un’occhia-
ta d’intesa, hanno sospirato e, poiché sono persone per bene, hanno fatto finta di niente.
- Storia vecchia, sì: ma mai compresa - ha replicato la gatta.
- Gentile amico: prenda, ad esempio, il carrettino siciliano con carillon che suona “Vitti na crozza” che lei
ha piazzato in casa come oggetto d’arredamento – ha iniziato la felce che, siccome ama le buone manie-
re, mi dà sempre del lei.
- Lasci stare il carrettino che è un ricordo di mia zia, quella che al ritorno dai suoi viaggi portava sempre
come souvenirs gondole, torri di Pisa, colossei – l’ho interrotta subito.
- Vero: tutte rigorosamente di plastica e tutte con le lucine. Per non parlare poi dei quadretti con scritto
”a quel paese andai, a te pensai e questo ricordo ti portai”, con i quali riempiva le case dei parenti – ha
aggiunto perfida la gatta.
- Comunque, il carrettino si può sempre riciclare come regalo di Natale per quelli dell’Arcobaleno. Tanto
quelli si bevono tutto: gatte che parlano e felci che filosofeggiano comprese – ho tagliato corto io.
- Beh, diciamo che tra lucine e carillon, è un oggetto che potrebbe anche definirsi “pittoresco” – ha detto
la felce, con tono conciliante.
- “Il visitatore cadde morto, colpito dal pittoresco”, diceva Jacob – ha insistito sogghignando la gatta, che
non è un tipo molto accomodante.
Io, tanto per cambiare, me ne sono uscito con la solita sparata che non c’entra niente. Colpa della memoria as-
sociativa, come direbbe la mia felce, che è un’appassionata di neuroscienze e psicologia cognitiva.
- Jacob chi, quello del film Twilight?
- No, quello si chiama Jacob Black ed è un licantropo. Il Jacob che dico io è Max Jacob, il poeta – ha repli-
cato la gatta.
- Non è che ci sia poi tutta questa differenza, tra lupi mannari e poeti. Entrambi, appena vedono la luna,
incominciano a farneticare - ho detto io, sbuffando.
Nel frattempo la discussione si era accesa. La felce teneva banco su “Vitti na crozza”, che dice che aveva letto
la vera storia della canzone in un libro. Solo che si ricordava la copertina, che dice era bellissima; rammentava
vagamente il titolo, che era una cosa tipo la musica è proprio scema, o troppo stupida; ma, assolutamente, non
aveva presente chi fosse l’autore.
- Pazienza, - ho detto io – sopravviveremo lo stesso. Sai quanto ce ne frega di chi scrive libri: tutta gente
che non ne ha mai letto uno. O leggi, o scrivi: non puoi fare due cose contemporaneamente.
La micia mi ha guardato inorridita. Io non ci ho fatto caso; anzi ho pensato che questa cosa delle felci che leg-
gono libri e delle gatte che citano i poeti francesi è una storia che va bene per un cartone animato, non certo per
un articolo su memoria e musica.
- Signori, per piacere, ritorniamo a noi - ha fatto la felce con pazienza. - Veda, caro amico, “Vitti na crozza”
è il perfetto esempio per spiegare quello che le stavo dicendo poco fa: se si dimenticano le radici, la pianta
muore. Una canzone con un testo che più tragico non si può, dove si parla di un corpo mangiato dai vermi,
ridotta ad un carillon per carrettini siciliani e con un tralallallero appiccicato addosso che grida vendetta.
L’hanno fatta diventare un canto da gita fuoriporta, hanno cambiato le parole, la musica, c’è stato perfino
chi ne ha rivendicata la paternità. Nessuno ricorda più di cosa parlasse questa canzone; e quando si perde la
memoria delle cose, tutto è possibile: cambiare il senso, i fatti, il ricordo, la storia stessa. Chi non sa ricordare
il passato è condannato a ripeterlo, diceva Santayana.
- Santayana chi, quello di Samba Pa Ti? – ho chiesto io, sempre vittima della memoria associativa.
- No, quello si chiama Carlos Santana e suona latin rock – ha detto la micia infastidita da queste mie asso-
ciazioni che vengono fuori sempre a sproposito.
- Questo Santayana si chiamava Georges – ha precisato la felce. - Ha presente il realismo magico? 21
- Credo di averne sentito parlare in qualche sala d’aspetto… oppure ho visto il film? Forse il film, ma non
ricordo bene – ho annaspato cercando di darmi un tono.
- Lascia perdere – ha tagliato corto la gatta. - Considerato questi tuoi vuoti di memoria, mi sa che dovresti
fare qualcosa per tenerla in allenamento. C’è un libro scritto da un dottore algerino, un certo Agostino. Si
chiama “Le confessioni”, una specie di diario a luci rosse, perlomeno nella prima parte. Poi il tipo diventa
buono e lo fanno pure santo. La solita storia di sesso e redenzione. Comunque, al capitolo dieci ci sono delle
tecniche mnemoniche che potrebbero servirti.
- Scusate se m’intrometto – ha detto la felce. - Ma, invece di perdere tempo con questi manuali new-age
perché, amico mio, come esercizio per la memoria non prova a fare qualcosa d’utile? Ad esempio, ricordarsi
di innaffiarmi?

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

LA’ , N E L L A T E R R A
D E L L E I L LU S I O N I
memoria e ... e delle delusioni
rivoluzione ed ….. ecco quello che cercavo, qua-
lunque cosa sia, completo di partico-
santa, quando in Italia cominciarono a
scoppiare le bombe? Piazza Fontana,
22 lari e di immagini.
Non so perché, ma la mia mente fun-
Piazza della Loggia, ll’Italicus?
Italicus? Ero una
ragazza ma ricordo il mio sconcerto
di A. L. D. ziona per opposizione ed i cassettini e quello del mio contesto. Avevamo
si aprono prevalentemente su questa sempre pensato che le bombe potes-

P
er qualunque essere adulto e modalità, che ho imparato a nascon- sero esplodere in altri Paesi, che si
pensante, e tanto più per un
un’in- dere: non sembra politically correct trattasse di cose lontane da noi, quasi
segnante ancorché ex, memoria contrapporsi sempre. mitiche, da libri. E invece qui da noi? E
è sinonimo di difficoltà: come trasmet- Sembra che il passato, ad esempio, poi cominciò lo stillicidio delle mor-
tere qualcosa di altissimo valore a provochi in tutti, eccetto me, senti- ti, delle esecuzioni mirate. Le notizie
persone che non gliene danno alcuno? menti di rimpianto. Anche e soprat- erano inquietanti, le fotografie di quei
E cioè le generazioni successive? Il tutto in chi non ne ha memoria: tra i corpi riversi, di quelle strisce di sangue
problema non è certo nuovissimo ma miei studenti, che continuavano negli avevano dell’incredibile.
incredibile. Sembrava un
sembra che, oggi, sia diventato dram- anni, ottusamente, a dirmi che ‘‘un tem- brutto sogno da cui non riuscivamo a
matico. po si stava meglio
meglio’. Ho sempre chiesto svegliarci.
Talvolta non si tratta tanto di memo- in quale periodo storico si collocasse E l’esterno
esterno non era da meno. Il sogno
ria ma di testimonianza, non tanto e questo ‘meglio
‘ ’’, senza mai avere una ri- del Cile, l’idea
idea che si potesse coniuga-
non solo sui nudi fatti, che si possono sposta precisa.. re giustizia sociale, diminuzione delle
trovare su qualunque libro di storia, Così, cominciavo a fare degli esempi. insopportabili disparità socio-econo-
ma su come quei fatti furono vissuti dai Lasciavo che i cassettini si aprissero a miche con la democrazia. E la bruta-
giovani di allora. Forse, così, possono caso, un po’ alla rinfusa, senza un or- le fine del sogno, la morte di Allende,
assumere la forma di vita vissuta, can- dine preciso, seguendo ll’estro del mo- quell’uomo così normale, così ragionevo-
cellando distanza ed estraneità. Così, mento e le loro reazioni. Incredule, le che incarnava il sogno. Non riuscivo a
provo e per un periodo particolar- nella maggior parte dei casi, dato che capire come i cileni potessero mani-
mente denso. l’informazione
informazione sulla storia recente ha festare contro di lui. Come la sinistra
Sono una di quelle persone fortunate sempre brillato per ll’assenza tra giova- cilena potesse osteggiarlo tanto. Ero
che hanno un un’ottima memoria. ni (e meno giovani). giovane, non avevo ancora capito il cu-
Mi sono sempre chiesta che cosa fos- Beh, durante la guerra e l’immediato pio dissolvi delle sinistre. E la sfronta-
se, in realtà, la memoria. dopoguerra certo no. tezza del potere, rappresentato in quel
Immagino la mia come uno schedario Negli anni Sessanta, quando nei quar- caso dall’appoggio
appoggio dato dall dall’aviazione
formato da un numero indefinibile di tieri popolari i bambini andavano scal- americana al golpe cileno. E le esecu-
cassettini, tutti dotati di un pulsante. zi e non si sognavano neanche di an- zioni, gli omicidi, i missing.
Appena sfiorato, un cassettino si apre dare a scuola? Alla fine degli anni Ses- E poi il Vietnam, la Cecoslovacchia,
Berlino. Si parlava di guerra atomica,
di fine dell’umanità.
umanità. Si parlava d’inver-
no nucleare, della sopravvivenza solo
degli insetti che avrebbero ereditato
la Terra. Si parlava di una guerra che
poteva scoppiare per errore e che sa-
rebbe andata avanti senza che nessu-
no potesse fermarla. C’erano dei film
‘The
The day after
after’, ‘l’ultima
ultima spiaggia
spiaggia’ che
rappresentavano la fine del mondo,
anzi dell’umanità.
umanità. Perché i tempi della
Terra sono ben altri ed è solo l’uma-
nità che rischia di auto-distruggersi.
Gaia si darebbe una scrollatina e con-
tinuerebbe con altre modalità, con
altre forme di vita, senza questi fasti-
diosi e presuntuosi, ma in definitiva
irrilevanti, omuncoli.
Ricordo la mia gioia quando comin-
ciarono a Parigi gli incontri per por-
re fine all’orribile
orribile guerra del Vietnam,
con l’infi
infinita serie d’orrori,
orrori, le gabbie
di tigre, Mai Lai, il dramma di una ge-
nerazione distrutta sia in Vietnam sia
Foto 1 negli States.
Esecuzione di un guerrigliero comunista per strada a Saigon Ed il mio sconforto quando la discus-
durante la Guerra del Vietnam. Foto di Eddie Adams/Associated Press sione interminabile doveva decide-
re….. la forma del tavolo. rimpiangerete’ ed io che rido di lui. E
rimpiangerete guerriglia senza pietà, che si concluse
Gli incontri di Parigi non portarono qualcuno accanto a me che dice ‘ha ra- con la sconfitta dei governativi (il re
un granché, a parte l’eleganza
eleganza di Ma- gione’, lasciandomi incredula. E l’Iran
gione era ovviamente in salvo in Occidente)
dame Bin. che diventa una Repubblica islamica, in e con la vittoria di quei guerriglieri
La guerra in Vietnam finì, in realtà, per cui il potere politico è sottoposto al- che si rifacevano alla tradizione Kh-
la pressione dell’opinione
opinione pubblica in- l’autorità
autorità religiosa, cioè al dispotismo mer e che volevano riportare il Paese
terna ed internazionale contraria alla degli ayatollah. Ed in cui si instaura al passato. Gli stranieri, soprattutto
guerra. Ma ci vollero così tanti anni! Si una giustizia islamica, basata su processi giornalisti, furono tutti espulsi dal
leggeva di giovani vietnamiti che non senza avvocato difensore che durano Paese che si riempì di campi di riedu-
conoscevano altro che la guerra che dieci minuti, seguiti dalldall’esecuzione cazione e fosse comuni poco dopo.
andava avanti ormai da…. sempre, per immediata! E le donne sono costrette Però c’era anche qualcosa di bello: in
loro. Prima i giapponesi, poi i francesi al chador ed i pasdaran la fanno da pa- Cecoslovacchia scoppiò la Primavera
ed infine gli americani, in un intermi- droni per le strade, arrestando e fru- di Praga. Che meraviglia, un sociali-
nabile susseguirsi. stando quelle che disobbediscono o smo dal volto umano, il massimo. Che
E quali uomini tornano a casa dalla mostrano un ciuffo di capelli. Perché l’orrido sistema dell’Est europeo po-
guerra? si sa, la donna è il diavolo! E sono pas- tesse diventare accettabile? Dubcek
Guardate la foto 1, guardate l’uomo a sati 30 anni ed è ancora così! ci credeva. Che il socialismo reale, in
sinistra che sorride! Saranno norma- E intanto il Vietnam, dopo la libera- realtà un capitalismo di stato, potes-
li, dopo? Si può tornare normali dopo zione, è diventato un Paese così libero se evolvere in un sistema più umano?
aver ucciso un uomo in modo così sbri- che, a migliaia, i vietnamiti diventano ‘Ma la nostra non è vera democrazia,’
gativo? Ma non è un uomo, è un ne- boat people, cioè persone che, pur mi rispondevano i compagni/e. E allo-
mico! Sono io che non posso capire! di scappare, finiscono in massa nelle ra tanto vale avere una sana dittatura,
E, per equilibrio, guardate la foto 2, è bocche dei pescicani. Che schifo di ancorché del proletariato, che poi a
Mai Lai, opera di giovani americani. mondo! Com Com’è possibile che cambi me sembrava SUL proletariato. Ma io
Cosa avranno raccontato questi giova- solo in peggio? E fu lì che cominciai ero la solita sporca borghese deviata.
ni americani, tornando a casa? Ma che ad odiare la frase che così spesso sen- Durò ben poco e la Teoria della So-
erano solo musi gialli, no? tivo sulla bocca dei miei compagni/e vranità Limitata ebbe subito il suo
E la rivoluzione iraniana, con i suoi ‘Tanto,
Tanto, peggio di così non può andare’. spazio. Qualcuno ricorda Jan Palach
freddi bollettini: sentivo la notizia del Ogni giorno mi accorgevo che sì, peg- (foto 3)? Io sì.
giorno ‘oggi
oggi mille morti
morti’ (mitragliava- gio di così poteva andare! E che dire Ma torniamo in Italia dove, dopo
no la folla con gli elicotteri e la folla della disgraziata Cambogia nelle mani bombe e massacri vari, infuriava la
continuava a raccogliersi con disu- dei Khmer rouges? Non hanno ancora Teoria degli Opposti Estremismi,
mano coraggio) e le dichiarazioni di finito, a decenni di distanza, di trovare che accogliemmo come un un’’ennesima
Khomeini, dalla sua tranquilla Parigi, fosse comuni. provocazione delle reazionarie forze
“non possono ucciderci tutti”. UC- Ah, spero che Nixon bruci in un infer- dell’ordine in accordo con i reaziona-
CIDERCI! Ricordo anche le analisi no che temo non esista! La Cambogia ri magistrati. Molto dopo dovemmo
dei giornali, che leggevo avidamente, era un tranquillo paese rurale prima ammettere che era vera! Allora scop-
L‘Espresso, Europeo, Panorama. No, che gli aerei americani cominciassero piavano bombe qua e là dal lato nero e
l’Iran è un Paese ormai secolarizzato, a bombardarlo alla ricerca dei covi di dall’altro
altro giudici, giornalisti e manager
con una classe media forte ed accul- vietcong che non esistevano. Ma tur- erano oggetto d’affettuose cure sotto
turata, non potrà diventare un Paese bare un equilibrio, imparai allora, può forma di pallottole. Le Brigate Rosse
teocratico. Ok, non può accadere. E portare conseguenze terribili. Perché imperversavano con i loro deliranti
poi lo Shah che scappa dicendo ‘Mi la Cambogia diventò teatro di una messaggi, in cui parlavano di SIM,
Stato Imperialista delle Multinaziona-
li assieme ad una serie d’altre
altre sigle mi-
ste che avevano scelto la lotta arma-
ta. Facevo politica attiva, allora, ed i
miei compagni/compagne trovavano
che le BR avessero un certo fascino.
Ah, una bella rivoluzione che mandas-
se tutto sottosopra! Che distruggesse
ogni equilibrio, che cambiasse tutto il
mondo marcio in cui vivevamo. Dove-
vamo forse morire democristiani? Tanto
peggio di così non poteva andare! Possi-
bile che i miei compagni della sinistra
non imparassero NIENTE? Il Viet-
nam, la Cambogia, ll’Iran, la Cecoslo-
vacchia non avevano forse dimostrato 23
il contrario? Non avevo voglia di liti-
gare con gente che già mi considerava
una sporca borghese e non parlavo del
mio orrore all’idea
idea che i militanti stu-
diassero il soggetto e preparassero quel-
la che per me era unun’’esecuzione. Mi ha
sempre fatto schifo anche l’ideaidea della
pena di morte.
Foto 2 Pensavo: “dormono la sera prima, pri-
a Mai Lai durante la Guerra del Vietnam il 16 marzo 1968 furono ma di andare a sparare ad un uomo
massacrati 347 civili inermi, principalmente vecchi, donne, bambini inconsapevole e soprattutto disarma-

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
Franca fu costretta ad emigrare, ma la
Foto 3, Jan Palach Sicilia non fu più la stessa. Ed anche
l’Italia,
Italia, in cui cominciò un un’evoluzione
culturale che portò all’abolizione delle
norme più ripugnanti, il delitto d d’ono-
re, il matrimonio che assolve dai reati,
la patria potestà, e poi all’elaborazione
di un nuovo diritto di famiglia che
poneva finalmente sullo stesso piano
i due coniugi.
Per una decente legge sulla violenza
24 sessuale, che NON considerasse più
lo stupro un reato contro la morale ma
contro la persona, ci vollero molti anni
ancora e molte manifestazioni.
Le giovani d d’oggi, che dichiarano con
orgoglio ‘io non sono femminista’,
non sanno quanto ci devono! Perché
l’immagine
immagine di se stesse è comunque
to?” Parlavano di guerra e di costi della
to? radicalmente diversa, nonostante tut-
rivoluzione ma, sparare su persone disar- to. Oggi nessuna ragazza accetterebbe
mate? A freddo? Fare processi popola- di essere strutturalmente considerata
ri, si fa per dire? Pensavo alla conver- inferiore o almeno lo spero. Eppure
sazione tra un comunista ed un ebreo Proudhon ha fatto dei calcoli precisi
libertario in un lager nazista, da un Ah, quello sì che fu un bel periodo! che arrivano alla conclusione che, per
libro di E.M. Remarque, autore che Perfino il mio animo scettico si com- equivalere un uomo, ci volessero tre
mi ha accompagnato negli anni più mosse, di fronte ad una rivoluzione donne e sette ottavi o giù di lì. Anche
teen, oggi purtroppo sparito. L Lebreo
’ebreo culturale così profonda! Stavamo la mia memoria arrotonda le frazioni.
dice all’altro
altro ‘se
se usciamo fuori di qui, cambiando il mondo, cambiandolo ra- Ricordo però questa serie di libretti
TU metterai ME in un altro tipo di dicalmente e soprattutto in modo non del Movimento Femminista, ‘Ridiamo
lager’ ‘È
lager È probabile’, risponde l’altro violento. Non ho imparato molto nella su….’ E le ridicole affermazioni sull’al-
freddamente.’ I combattenti che aveva- mia ormai lunga vita, ma una cosa sì: le tra metà del cielo di Proudhon, Hegel
no scelto la lotta armata mi facevano rivoluzioni violente portano solo altra ecc. Grandi uomini, certo, ma….
tutti orrore. Anche se c’era era un
un’inne- violenza e distruggono i propri figli. Sì, lo so, la rivoluzione femminista
gabile differenza tra terrorismo di de- E sfociano nelle dittature. Guardate non ha avuto un totale successo, ha
stra e di sinistra: i neri sparavano nel la rivoluzione francese, russa, cubana. solo modificato il mondo. Certo non
mucchio, volevano il più alto numero Non mi viene in mente UNA rivolu- era questa realtà quella per cui ci bat-
di vittime, i rossi facevano uccisioni zione che non abbia avuto un prezzo tevamo! Per non deprimermi troppo
mirate. Insomma il numero di vittime di sangue a dir poco eccessivo. Per evito di guardare la Tv ma le immagini
era minore. Non che questo cambias- non parlare di quella che allora passò dei giornali non posso evitarle. E mi
se molto. Diciamo che la quantità di in Occidente come una rivoluzione viene in mente la campagna che pro-
dolore provocata nei familiari era mi- incruenta e poi, molto più tardi, ne vammo a fare: ‘questo manifesto offen-
nore. Ricordo un bellissimo manifesto scoprimmo i prezzi: la Rivoluzione de le donne’.. Oggi, pressoché TUTTI
del mio partito di allora, che non c’è Culturale Cinese. i manifesti offendono le donne che,
più, Democrazia Proletaria. Era tutto Ah, sono decisamente contraria alle ahiloro, NON si offendono più. Ed è
grigio, con solo il rosso del sangue su rivoluzioni, credo SOLO alla lenta questo il dramma.
un corpo in divisa, riverso, e sotto la evoluzione. Quando c’è, perché non Nonostante tutto, però, sono conten-
scritta: è mica detto. Ci sono anche le dege- ta di aver partecipato e penso davvero
Sparano alle divise, ma dentro la nerazioni della storia, le involuzioni. che tante cose siano cambiate. Allora
divisa c’è è un uomo. Ogni riferimento all all’Italia d’oggi è….. sentivo le alunne che dicevano ‘no,
Sparano alla democrazia, spara- puramente causale! non mi farei operare da un chirurgo
no a TE! Ma alla rivoluzione femminista crede- donna, no, non è possibile, non vorrei
Era orribile vivere con il terrorismo, i vo, e credo ancora, in parte. che una donna diventasse Presidente
cui unici risultati erano il varo di leggi Le ragazze d d’oggi
oggi non possono nean- della Repubblica.’
sempre più repressive, di un numero che immaginare l’importanza
importanza di una Oggi, nel Paese guida dell dell’Occidente,
di morti sempre maggiore. Perché Franca Viola. E della sua famiglia. una donna è stata candidata alla pre-
non è che le forze dell’ordine
ordine restasse- Qualcuno ricorderà che fu rapita e sidenza. Sì, non ha vinto, però anche
ro indietro! Chi si ricorda di Annama- violentata da uno sporco figuro che la candidatura è una specie di rivolu-
ria Mantini, una donna che fu uccisa non voleva accettare un rifiuto. Era zione. Culturale e non violenta come
dalla polizia che sparò attraverso la por- un mafioso e la sua virilità fu offesa da ho sempre voluto che fosse.
ta d’ingresso
’ingresso?
’ingresso
ingresso? Di Georgiana Masi forse un diniego. Così, seguendo un costu- E quindi, non tutto è stato negativo
qualcuno si ricorda. Ma io ricordo an- me secolare, la rapì, pensando di ob- anche se temo che sia sempre la sto-
che un articolo di Panorama in cui si bligarla ad accettarlo. Era sempre stato ria del bicchiere mezzo pieno. D’altra
elencavano tutti i morti per un errore così. C’era
era un
un’orribile legge in base alla parte, il bicchiere mezzo vuoto ci fa
delle forze dell’ordine, per un colpo quale il matrimonio cancellava ogni forse stare meglio?
sparato per sbaglio. Dalle armi dei po- reato per tutti i rei, anche i complici. A parte l’Italia,
Italia, in cui lo squallore do-
liziotti, in quel periodo, le pallottole Ma Franca Viola, appoggiata dalla fa- mina sovrano, mi sembra che il mon-
andavano a spasso assai di frequente. miglia, rifiutò il matrimonio riparatore do non sia poi peggiorato. E, data la mia
Lunica memoria che non mi dia i
L’ e tutti gli schifosi autori del rapimen- idea base, forse è il massimo che si
brividi è il periodo del femminismo. to furono condannati. La famiglia di possa sperare.
so e il miglioramento della società. i luoghi e gli ambienti del racconto,
Veicola verità che in quegli anni molti i tempi e i temi della vicenda e dei
intellettuali, e Leonardo Sciascia fra suoi personaggi. Qui, infatti, l’aria
questi, non sono disposti ad accetta- di euforia e di libertà che si respira
re. Per Bassani, invece, polemico nei alle soglie del boom economico e che
confronti della “lagna neorealista” e fa da sfondo a una visita alla necro-
autore delle “Cinque storie ferraresi”, poli etrusca di Cerveteri, registra il
in cui aveva denunciato apertamente disagio dell’io narrante di fronte ai
la crisi degli ideali della Resistenza, primi segnali della modernizzazione
è facile riconoscersi nella scrittura convulsa che vede protagonista una
mai enfatica e dal registro ironico di società distratta e allegra, impegnata
Tomasi di Lampedusa, nello scettici- a cancellare se stessa e il proprio pas-
smo di chi non crede alla favola del sato, come si evince dalla sua indiffe-
Risorgimento incarnata nell’avidità, renza ai valori della bellezza e della
nella rozzezza e nella vanità dei tanti memoria. Come nel “Gattopardo”
Calogero Sedàra sparsi nello Stivale, anche nel “Giardino dei Finzi-Conti-
moralmente e politicamente poveri, ni” il tempo lontano, il passato è evo-
non in grado di mettere l’Italia al pas- cato come presa di distanza polemica
so con l’Europa moderna. Alle soglie dal presente e in particolare dalla mi-
degli anni Sessanta del Novecento, seria ideale e politica dell’Italia po-
che registrano la crisi dei valori col- stfascista. In questo senso la ricerca

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��������������������� di Lorenzo Catania

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S
coperto un po’ casualmente da lettivi e l’espansione dei consumi, del vero e i valori etici sottesi all’in-
Giorgio Bassani, il romanzo “Il l’incontro con il romanzo di Tomasi clinazione disinteressata del protago-
Gattopardo” di Giuseppe To- di Lampedusa, che vede protagonisti nista del “Gattopardo” per la lettura,
masi di Lampedusa viene pubblicato il principe di Salina e la sua famiglia la scienza e la matematica, speculare
postumo nella collana “Biblioteca di travolti da eventi e dall’ascesa di nuo- alla passione per la letteratura che
letteratura” della Feltrinelli nel no- ve forze sociali che li condannano a nel “Giardino dei Finzi-Contini” lega
vembre del 1958, preceduto da una un decadimento inarrestabile, agisce l’io-narrante, il professore Ermanno
prefazione partecipe del suo editor, sul pessimismo esistenziale e politico e la figlia Micòl, l, oltre che nascere
che nel libro dello sconosciuto lette- di Bassani e lo spinge a riprendere dal bisogno dei nostri personaggi di
rato siciliano coglie argomenti e temi in considerazione il progetto di rac- estraniarsi dalla retorica e dai rivolgi-
esistenziali che già
gi avevano impron- contare l’aristocratica famiglia ebrea menti del loro tempo e di esorcizzare
tato le sue storie ferraresi. Subito ap- dei Finzi-Contini che, come quella la violenza della storia, possono esse-
prezzato dai lettori piùpi disparati, nel del Gattopardo, vive appartata e se- re intesi anche come antidoto ai va-
giro di poco tempo “Il Gattopardo” guendo rituali ben precisi, in attesa lori dell’astuzia, dell’intraprendenza
diventa un best seller, ma suscita an- di essere spazzata dalla violenza delle e del pragmatismo delle nuove classi
che clamori, equivoci e polemiche, leggi razziali. Progetto a cui Bassani dirigenti che, a partire dai tardi anni
perché attraverso le sue pagine pre- lavorava da almeno vent’anni e che Cinquanta del Novecento, guidano le
senta un’immagine eretica delle vi- non a caso porta a compimento tra trasformazioni sociali che avrebbero
cende che si svolgevano nella Sicilia il 1958 e il 1961. E così l’esile vicen- cambiato i rapporti di produzione, la
del 1860, all’epoca del trapasso dal da sentimentale tra due giovani ebrei mentalità,, i costumi e i gusti estetici
regno borbonico al regno d’Italia. ferraresi al centro dell’idea narrativa degli italiani, lacerando l’anima e il
E’ vero infatti che il romanzo desacra- originaria di Bassani, ampliata e reim- volto del nostro Paese.
lizzando il Risorgimento come una postata con blocchi narrativi ispirati
costruzione retorica e condannando all’esperienza umana e politica dello 25
– in maniera allusiva - alla “non spe- scrittore, alla sua passione per l’arte
ranza” le utopie palingenetiche legate
alla Resistenza (“Per il momento […]
e la storia, acquista nel “Giardino dei
Finzi-Contini” (1962) un senso più
memoria e
delle camicie rosse non si parla più,
ma se ne riparlerà.
riparler Quando saranno
pi generale e significativo e si sottrae al
deposito delle memorie private. Un
letteratura
scomparse queste ne verranno altre di indizio della mutata predisposizione
diverso colore: e poi di nuovo rosse. E di Bassani verso la materia narrativa,
come andrà a finire?”), ci fa percepire che ora intende dipanare, si coglie
che la realtà storica è assai complessa nel Prologo del romanzo, che non si
e non sempre coincide con il progres- limita solo a comunicare in anticipo

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
Corporation, per acquisire il dato
aggiornato relativo ai fallimenti ban-
cari negli Stati Uniti a partire dal 1°°
ottobre 2000.
Vi si legge che nei primi otto mesi
del 2009 i fallimenti bancari erano
già 84, contro 26 dell’intero 2008, di
cui 22 nel secondo semestre, e solo 3
nell’intero 2007, mentre nel 2006 e
nel 2005 non se ne sono verificati e
26 nella restante parte del periodo con-
siderato se ne sono registrati solo 24,
di cui 11 nel 2002.
Nel terzo quadrimestre del 2009 la
morìa degli istituti di credito è con-
tinuata di gran lena, registrando una
notevole accelerazione, tanto che
alla data del 20 novembre se ne era-
no aggiunti altri 41, per un totale di
125, compreso il fallimento del Cit
Group, quinto per importanza nella
storia degli Stati Uniti.
Per strano che possa sembrare, questi
eventi non sembrano aver suscitato
alcun particolare interesse né volontàà
George Grosz, Eclisse di sole - 1926 di approfondimento nelle loro moti-
vazioni ed implicazioni, quasi si trat-

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di Francesco Mancini

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… generalmente la memoria, quando non quasi all’unanimità economisti, gior- tasse di una bazzecola o la cosa fosse
sia aiutata, è oggi tanto debole che si cono- nalisti economici e governanti, essa si semplicemente sfuggita di mente.
sce il passato poco meglio del futuro … sarebbe trasferita all’economia reale, Oltre alla memoria a breve termine,
ossia ai ricavi e profitti delle imprese nell’occasione ha fatto difetto anche

C
osì si esprimeva il grande eco- di produzione ed ai livelli di occupa- quella remota, in particolare per ciò ò
nomista britannico Keynes nel zione degli impianti e della mano- che si riferisce alla grande crisi del
dicembre del 1921, riferendosi dopera e non riguarderebbe più gli 1929.
alle fluttuazioni dell’opinione pubbli- aspetti finanziari. Anche in quella occasione, l’anno
ca ed alla manipolazione della stessa Può darsi che dopo la crisi concla- successivo al crac della borsa di Wall
da parte degli uomini politici. mata del fondo sovrano del Dubai, Street, il 1930, fu caratterizzato da
A distanza di tanti anni, non si può pu con ovvie conseguenze negative sulle una certa ripresa dell’economia, men-
certo dire che la situazione sia cam- borse ed i sistemi bancari di tutto il tre il crollo del sistema bancario e fi-
biata, se non forse in peggio. mondo, la smettano con la loro tiri- nanziario degli Stati Uniti si verificò ò
Particolarmente labile appare, poi, tera priva di fondamento. nell’inverno del 1933, più di quattro
la memoria in materia di speculazio- Comunque, già prima del crac della anni dopo l’inizio della crisi.
ni, bolle e crisi finanziarie, tanto che Dubai World, non c’era motivo al- Lo ricorda l’economista studioso del-
non solo gli eventi più remoti vengo- cuno di affermare che ciò che veniva le crisi finanziarie Hyman Minsky, in
no rimossi, ma anche quelli recenti, a definita la fase finanziaria della crisi un saggio del 1963 intitolato signifi-
prescindere dalla loro gravità. fosse stata definitivamente superata cativamente Potrebbe ripetersi?,, con
La pesante crisi economico-finanzia- e che fossero in atto un deciso rallen- ovvio riferimento alla grande depres-
ria, ufficialmente iniziata nel terzo tamento della crisi dell’economia ed sione avviatasi nel 1929, fornendone
trimestre del 2007, anche se ne erano un inizio di timida ripresa dei livelli una descrizione e spiegazione nei ter-
stati avvertiti i prodromi già all’inizio produttivi. mini seguenti:
di quello stesso anno, è poi deflagra- Tale posizione, infatti, appare stu- Questa implosione fu il risultato finale di
ta a settembre 2008, con la crisi della pefacente perfino ad una verifica un processo deflazionistico cumulativo il
banca d’affari Lehman Brothers, ed è superficiale dei dati di realtà, men- cui inizio può essere identificato per co-
tuttora in corso. tre basta consultare il sito www.fdic. modit con il crollo del mercato dei titoli
modità
Attualmente, hanno affermato finora gov della Federal Deposit Insurance alla fine del 1929. Questo processo defla-
zionistico prese la forma di una massiccia degli Stati Uniti e del mondo intero titoli del debito pubblico, dei deriva-
inadempienza dei contratti da parte sia era profondamente mutato, a segui- ti, del petrolio, dell’oro, delle materie
delle unit
unità finanziarie che di quelle non to del cosiddetto Nixon shock del 15 prime e così via.
finanziarie, nonché
nonch di una brusca caduta agosto 1971, ossia della sospensione Paradossalmente, sono proprio i go-
del reddito e dei prezzi. della convertibilità del dollaro in oro, verni e le autorità monetarie a forni-
In quell’occasione, alla causa di fon- da allora non più ripristinata. re, prestandole a tassi irrisori, le ri-
do individuata da Minsky, si aggiun- In pratica, da quel momento in poi, sorse finanziarie necessarie a porre in
se l’elemento scatenante costituito nel sistema monetario internazio- atto operazioni che spesso si insiste
dall’immobilismo e dall’impotenza nale, la moneta ha cessato di essere a non voler definire speculative, ben-
derivanti dai contrasti fra il presiden- una merce, forse per sempre, ed è ché provochino rilevanti aumenti dei
te uscente Hoover ed il subentrante stato eliminato ogni residuo vincolo prezzi pur in presenza di drastici cali
Roosevelt, nella fase di passaggio dei o limite all’emissione di banconote della domanda reale.
poteri dall’uno all’altro. e titoli del debito pubblico da parte Sarebbe scorretto ed ingiusto nella
Il saggio di Minsky traeva spunto da delle autorità monetarie e governa- fase attuale attribuire il riprodursi
un brusco calo dei titoli verificatosi tive statunitensi. delle bolle all’avidità ed alla credulità
nella primavera del 1962, cosa che al- Ciò ha reso, nello stesso tempo, più delle persone comuni, ossia a lavora-
l’epoca costituiva un evento ancora facile ogni manipolazione e manovra tori, pensionati e piccoli investitori,
piuttosto raro. monetaria da parte delle autorità sta- né sarebbe giusto riesumare i moniti
Nel 1982 Minsky pubblicò,
pubblic col me- tunitensi, ma anche più fragile e vul- classici, per cui coloro che non sanno
desimo titolo, una ampia trattazione nerabile il sistema monetario inter- ricordare il passato sono condannati
sullo stesso tema, comprensiva del nazionale, ormai soggetto al costante a ripeterlo.
saggio originario, in cui rammentava pericolo di rigetto del dollaro, oltre Più che di perdita della memoria del-
che, a partire dal 1966, le oscillazioni che delle altre monete, da parte del la crisi, nella fase attuale dei sistemi
e gli andamenti ciclici dell’economia, pubblico. economici appare opportuno parlare
specie nei suoi aspetti finanziari e In altri termini, il valore e l’affidabilità di coazione a ripetere.
valutari, erano andati infittendosi ed delle monete dipende ora unicamente Dovrebbe essere chiaro, infatti, che
approfondendosi: dalla credibilità delle autorità mone- gli uomini d’affari e della finanza non
Nonostante questa turbolenza, l’economia tarie e governative e dal livello di fidu- rinunciano da soli né sono in grado di
ha continuato ad andare bene, dal momen- cia nelle loro scelte e strategie. autolimitarsi nella ricerca del più alto
to che non vi è stata alcuna depressione Ad un anno dall’inizio della crisi in profitto ad ogni costo, e il modo più
grave. L’insuccesso ha riguardato invece atto, le imprese affaristiche e finan- facile ed efficace per ottenerlo consi-
la stabilit
stabilità del livello dei prezzi, i tassi di ziarie hanno sostanzialmente ripreso ste nella creazione di valori monetari
disoccupazione e il «miglioramento» per- le pratiche che la originarono, con e prodotti finanziari dal nulla o usan-
cepito del tenore materiale di vita. Sono la creazione sistematica di bolle nei do mezzi altrui.
stati questi i fallimenti che hanno spiana- mercati azionari, obbligazionari e dei L’unica maniera per ostacolare real-
to la strada al rigetto da parte di Reagan
del sistema esistente di istituzioni e di in-
terventi.
Minsky svolse una analisi fortemente
critica della politica reaganiana di co-
siddetta deregulation e di ridimensio-
namento del ruolo dei poteri pubblici
nell’economia, ma, forse perché perch essa
era ancora troppo blanda rispetto a
quelle attuate dai successivi presi-
denti, non intravide rischi di ritorno
della depressione:
Un’economia in cui il settore pubblico spen-
de per assicurare la formazione di capitale
piuttosto che per sostenere il consumo è in
grado di avvicinarsi a una condizione di
progresso tranquillo pi più di quanto non
sia possibile con le nostre attuali politiche
disegno di M. C. Escher

economiche. Così,
Cosìì, sebbene l’esteso settore 27
pubblico assicuri virtualmente che non si
possa verificare di nuovo una grande de-
pressione, il recupero di un progresso tran-
quillo dipende da una ristrutturazione del
settore pubblico che accresca lo sviluppo
delle risorse. Se da una parte è necessaria
una riforma radicale, dall’altra la strada
di Reagan non è purtroppo quella giusta
per arrivarci.
Nel frattempo l’assetto monetario

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
mente la creazione di bolle, valori e il padre fondatore dell’economia poli- siasi particolare branca del commercio o
prodotti finanziari, con l’ingiusto e tica, nella sua opera La ricchezza delle dell’industria, è sempre in qualche aspetto
intrinsecamente fraudolento trasferi- nazioni, oltre a manifestare la più to- differente e persino opposto a quello del
mento di ricchezza che essa comporta, tale diffidenza verso le società finan- pubblico.
consiste nell’assoggettare gli interessi ziarie, ammoniva a non fidarsi degli … La proposta di ogni nuova legge o re-
delle attività affaristiche e finanziarie uomini d’affari e delle loro proposte: golamentazione commerciale proveniente
alle esigenze delle attività produttive. … il saggio di profitto non aumenta, come da questa classe dovrebbe sempre essere
Ciò si realizza con la stretta regola- la rendita e i salari, con la prosperit
prosperità né si ascoltata con grande cautela e non dovreb-
mentazione e limitazione delle attività società. Al con-
riduce con il declino della societ be mai essere adottata prima di lungo e at-
degli uomini d’affari, del credito e del- trario, esso è naturalmente basso tento esame, cioè considerata non soltanto
28 la finanza, anche a rischio della drasti- nei paesi ricchi ed elevato nei pae- con la pi
più scrupolosa ma con la pipiù sospet-
ca flessione dei livelli di profitto. si poveri, ed è sempre pi più elevato tosa attenzione. Essa viene da una classe
Del resto, già gli economisti classici nei paesi che stanno andando pi più di persone il cui interesse non coincide mai
parlavano di tendenza secolare alla rapidamente in rovina. L’interesse di esattamente con quello del pubblico, la
caduta del tasso di profitto in corri- questa terza classe non ha quindi la stessa quale ha generalmente interesse a ingan-
spondenza dell’aumento dei livelli di relazione con l’interesse generale della so- nare e persino a opprimere il pubblico, e
ricchezza e di benessere delle nazioni. ciet di quello delle altre due.
cietà la quale di fatto, in molte occasioni l’ha
Non a caso, Adam Smith, considerato … l’interesse dell’uomo d’affari in qual- ingannato e oppresso.

Memoria di Dario D’Angelo

A fari tu�u ci voli memoria. Quella ca si ricanusci e quella che ci scordiamo. Quella triste che ci sta sempre
davanti e quella che una volta ci ha incantesimato.
A fari tu�u ci voli memoria e però u spissu non ci pinsamu. Come se non fosse una cosa importante questa.
Comu su non cuntassi. E allora a lassamu appinnuta dietro alla porta comu una chiavi pronta per il
ladro. Oppure a vinnemu pi na sasizza. Arrialamo.
E forse è per questo ca non cè chi
chiùù a memoria. Ca spariu u cuntu da nanna. Le rughe dei vecchi.
Lannuncio del pazzo che furia paisi paisi a cuntari lantiche verit
verità. Forse è per questo.
Per questo. Oppure che qualcuno se nè n accorto bene di quantu issa vali e sa pigghiau tu�a a picca a picca
sta ricchizza. E ora ta cunta lui la storia. E se la fa come ci piaci a iddu macari. Come ci conviene. Che
quella che era la tua memoria ora non ti appartiene più. pi Spariu.
E’ una cosa ca parra dellantico la memoria. E del futuro anche. Ca non si può pu fari u dumani senza essiri
sicuri do ieri. Ca non ci pò
p essiri morti su non cià
ci statu mai vita.

l‘arcobaleno supplemento a Sicilia Libertaria N° 290 - dicembre 2009. Direttore responsabile: Giuseppe Gurrieri.
Registrazione Tribunale di Ragusa n° 1 del 1987. Fip. - Progetto grafico Marina La Farina.
Il “Comitato di reLazione” si riunisce periodicamente. Chiunque, condividendo i princìpi antifascisti, antirazzisti ed antisessisti propri
di questo giornale, può proporsi come collaboratore o può inviare contributi all’indirizzo di posta elettronica
elettronica:
giornalelarcobaleno@gmail.com sul nostro sito http://giornalelarcobaleno.blogspot.com è possibile reperire
i numeri arretrati e gli approfondimenti tematici.
I
n qquesto numero, tutto dedicato alla memoria, non ci si poteva esimere dal considerare quella formidabile,
preziosa, irritante trappola che è la memoria del nostro computer. Può assumere la forma delle memorie
fisiche, gli hard disk, che “bruciano” irrimediabilmente i nostri archivi, ai quali abbiamo dedicato tutte
le cure e tutto il tempo necessario tranne quello sufficiente a farne il backup. Può travestirsi da innocua
periferica, un ciondolino, una chiavetta che promette paradisi di portatilità: e li mantiene fino a quando non
si infogna in chiaviche di porte irriconoscibili o talmente riconoscenti da ripagarti con tutto il repertorio
batteriologico di virus, worms, trojans e guerre stellari. Può infine, starsene lì, annidata in un oscuro recesso
di cluster, aspettando l’oblio in qualche file con estensione bak, eliminata con la morte apparente di una
pulizia della cache, con una formattazione veloce del disco, oppure cadere definitivamente, vittima di quella
soluzione finale che è la low-level formatting, la formattazione a basso livello. Ma la pazzerella, capricciosa,
volubile memoria, proprio quando la disperazione della perdita del file si è tramutata in stoica rassegnazione,
ha un guizzo e, beffardamente, restituisce in un secondo ciò che inutilmente si è cercato per ore e per giorni.
E’ quanto è successo all’articolo di Vincenza Iannelli, I mille volti del cibo nell’antica ’’antica Roma,
apparso inspiegabilmente mutilo sul numero scorso. Riconciliamoci allora con il nostro computer e
riattacchiamo a quel testo ciò che gli era stato fieramente amputato. O, forse, tutto ciò non è accaduto per
caso ed il cibo, la cosa più effimera, ha voluto prendersi la rivincita sulla memoria, la cosa più duratura?
A seguire una serie di passi in cui a trionfare è il cibo in maniera spropositata:
Fu servito comunque un antipasto di gran classe, che tutti ormai erano a tavola, all’infuori di lui, Trimalcione, al quale in nuo-
va usanza era riservato il primo posto.
Quanto al vassoio, vi campeggiava un asinello in corinzio con bisaccia, che aveva olive bianche in una tasca, nere nell’altra.
Ricoprivano l’asinello due piatti, su cui in margine stava scritto il nome di Trimalcione e il peso dell’argento. E vi ave-
vano saldato ancora dei ponticelli, che sostenevano ghiri cosparsi di miele e papavero.
E c’erano dei salsicciotti a sfrigolare su una graticola d’argento, e sotto la graticola susine di Siria con chicchi di melagrana.
Seguì una portata: si trattava di un’alzata rotonda, che aveva disposti in giro i dodici segni, su ciascuno dei quali l’im-
banditore aveva collocato quel cibo che meglio si adattava al soggetto: sull’Ariete ceci arietini, sul Toro un pezzo di manzo, sui
Gemelli testicoli e rognoni, sul Cancro una corona, sul Leone un fico d’Africa, sulla Vergine una vulvetta, sulla Libra
una bilancia, con una focaccia al cacio in un piatto e una al miele nell’altro, sullo Scorpione un pesciolino di mare, sul Sagit-
tario un occhiofisso, sul Capricorno un’aragosta, sull’Acquario un’oca, sui Pesci un par di triglie.
Nel mezzo poi una zolla strappata con l’erba sosteneva un favo.
(..) Ecco quattro valletti accorrere danzando a suon di musica e togliere il coperchio dell’alzata. Ciò fatto, vediamo lì
dentro capponi e pancette, e in mezzo, a far da Pegaso, una lepre fornita d’ali. (..)
A questo, tenne dietro un vassoio, sul quale era sistemato un cinghiale di grande mole, e per giunta fornito di un cappello,
dalle cui zanne pendevano due cestini, fatti di foglie di palma intrecciate, ripieni l’uno ’’uno di datteri freschi, l ’aaltro
ltro di datteri secchi.
Intorno al cinghiale poi dei porcellini fatti di pasta biscottata, dando l’impressione
’’impressione di stare attaccati alle mammelle, indicavano
che il cinghiale era femmina…
E già era stato sistemato sulla tavola un trionfo contornato da alcune focacce, il cui centro era occupato da un Priapo,
realizzato da un pasticcere, che secondo l’iconografi
’’iconografia consueta,teneva nel suo ampio grembo ogni sorta di frutti e di grappoli…
Concesso quindi un momento di calma (finalmente!), Trimalchione fece servire i dolci, consistenti in tordi fatti di fa-
rina di segale impastata, farciti di uva passa e noci. Fecero loro seguito anche delle mele cotogne su cui erano confitte delle
spine, in modo da sembrare dei ricci di mare. (Satyricon, 31-69 passim)

Scommetto che avete perso l’appetito ma, sia pur in modo esagerato, c’è un fondo di verità, ed anche di
più, nel racconto delle abitudini culinarie degli antichi Romani, che tanto dettagliamente ci fa Petronio.
E per finire, una chicca: vi consiglio di andare a vedere un sito: www.taccuinistorici.it in cui meglio potete
trovare delle ricette antiche, tuttora in uso, come: Formaggio di erbe fresche, proposto da Columella (scrittore,
esperto di scienza agraria, del I sec. d.C.), Santoreggia erba dei satiri (ricetta afrodisiaca) e tante altre.
E allora BUON APPETITO A TUTTI!!!


29
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������ di Vincenza Iannelli
seconda parte
cibo e
� ����
������ classici
latini
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� l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
tato alla causa della libertà dall’azio- ze e la pratica del più bieco furore
ne dei partigiani e degli antifascisti, razzista..... avevano predicato e per-
glorificare i Caduti e perpetuarne la seguito, con lo sterminio, la “razzarazza
memoria; promuovere studi intesi a eletta” che doveva schiavizzare l’inte-
mettere in rilievo l’importanza della ra umanità. Per riscattare, sul piano
guerra partigiana; battersi affinché i etico e sostanziale, gli efferati atti di
memoria principi informatori della Resistenza
divengano elementi essenziali nella
negazione della libertà e della dignità
umana sistematicamente operati con
resistente formazione delle giovani generazioni;
concorrere alla piena attuazione del-
la violenza prima della conquista del
potere e durante la ventennale ditta-
30 la Costituzione Italiana, frutto della tura fascista. Non solo. Grazie alle
di Claudio Longhitano e Guerra di Liberazione, in assoluta fe- lotte della Resistenza è stata creata la
Domenico Stimolo deltà allo spirito che ne ha dettato gli Costituzione repubblicana,, che
articoli. per la prima volta dall’Unità d’Italia
(dell’A.N.P.I. Catania)
Uno degli scopi dell’A.N.P.I., quindi, ci ha permesso di godere di un regi-
è quello della conservazione della me libero e democratico.
memoria storica dell’antifascismo La Resistenza merita il costante im-
e della Resistenza nel nostro Paese. pegno di tutti per comprendere e

L’
Associazione Nazio- Viene, pertanto, spontaneo ad un mantenere vivo il ricordo di quella
nale Partigiani d’Italia giovane porsi questa domanda ap- indomita gioventù che ne fu il nerbo.
(A.N.P.I.) è stata costituita parentemente semplice: che cos’è la È più che mai necessario e doveroso,
a Roma nel 1944, quando ancora il memoria storica? E’ importante per oggi, tenere alto e forte il vessillo del-
Nord Italia era sotto l’occupazione le giovani generazioni la sua conser- la memoria di fronte alla rinnovata

M L
nazifascista, dai partigiani che aveva- vazione? offensiva del governo più reaziona-

EMORIA E IBERTA’
no partecipato alla Resistenza nelle La Resistenza è stato quell’evento ir- rio che la storia repubblicana ricordi.
regioni del centro. Dopo la libera- ripetibile nella storia d’Italia in segui- Mai come in questi ultimi anni stiamo
zione di tutto il territorio nazionale, to al quale, grazie all’apporto di tutte assistendo al tentativo sistematico di
l’Associazione si è estesa in tutto il le classi sociali e al sacrificio di tanti cancellare la memoria storica della
Paese, anche al sud, dove gli episodi giovani, uomini e donne che immo- Resistenza e delle sue conquiste, che
di resistenza sono stati sporadici, ma larono il bene più prezioso: la vita, è viene effettuato in tanti modi, nei
dalle cui regioni provenivano molti stato possibile liberare il nostro Pae- mass media, nella scuola con la mo-
dei partigiani che avevano fatto parte se dall’occupazione nazifascista che difica dei testi scolastici, attraverso
delle formazioni del centro-nord e al- tanti lutti, rovine e barbarie aveva l’uso politico della storia, in parti-
l’estero (Jugoslavia, Albania, Grecia, causato. Con lo scatenamento della colar modo equiparando i partigiani
Francia). Il 5 aprile del 1945, l’A.N.P.I. guerra, la più devastante e distruttiva che hanno lottato per la libertà con
è stata costituita in Ente Morale. I della storia umana, l’invasione della i nazifascisti che hanno lottato per il
suoi scopi statutari sono, tra gli altri: stragrande parte degli stati europei; trionfo della loro ideologia di morte e
valorizzare il contributo effettivo por- con l’avvelenamento delle coscien- di sopraffazione. Quando espressioni
simbolo, di indipendenza, giustizia Memoria e Libertà. Questo è il
ed unità. ruolo e l’impegno dell’A.N.P.I., oggi,
Mai come ora sembra esserci bisogno in Italia. Memoria, fonte di insegna-
di un richiamo forte a queste radici mento, dando il giusto riconosci-
democratiche e dunque resistenziali mento e la necessaria valorizzazione
dell’Italia. Ecco, quindi, che la me- ai patrioti, ai martiri partigiani che
moria storica della Resistenza e del- si batterono per la Liberazione. Li-
l’antifascismo deve essere intesa non bertà, per salvaguardare e difende-
come nostalgico reducismo, ma come re, sempre, la nostra democrazia e
coscienza critica capace di garantire e realizzare una società realmente più
di promuovere quelle mete di libertà, equa e solidale.
di democrazia e di progresso sociale Anche l’A.N.P.I. di Catania è impe-
che costituirono il tema di fondo e gnata a conservare la memoria dei ca-
l’aspirazione più autentica della Lot- tanesi che diedero il loro contributo
ta di Liberazione. Ecco, quindi, che durante la Lotta di Liberazione.
se possiamo concepire la Resistenza Chiunque può rivolgersi per informa-
anche come sanzione della conquista zioni presso l’indirizzo di posta elet-
irrevocabile di un’estensione di dirit- tronica anpicatania@yahoo.it.
ti che il fascismo aveva negato e vio-
lentemente repressi, allora possiamo
affermare che la conservazione della
memoria storica assume per il futuro
delle giovani generazioni una impor-
tanza fondamentale.
La Memoria di ieri si raccorda stret-
tamente con la realtà dell’oggi. Attra-
versato da tante rilevanti contraddi-
zioni e spinte interessate e devianti
che vorrebbero strutturalmente mo-
dificare i principi fondativi della no-
stra Repubblica democratica, sanciti,
dopo gli orrori del fascismo, dalla
Costituzione italiana:
ripudio della guerra, libertà di espressione,
nei rapporti sociali e nelle rappresentazio-
ni politiche; diritti umanitari, solidarietà,
accoglienza, multiculturalità e “fratellan-
za” tra gli esseri umani; diritto al lavoro,
all’equa retribuzione, a dignitose condi-
zioni di vita, alla giustizia; diritti e do-
veri comuni di civile cittadinanza e delle
pubbliche strutture istituzionali; diritto
alla salute, all’istruzione, alla casa......
Sono questi valori fondamentali di
tutti, dell’umanità, come specificati
come «sotto il fascismo non si stava dalla “Dichiarazione Universale
poi così male», «i partigiani erano as- dei Diritti dell’Uomo” dopo le im-
sassini e terroristi», «i fascisti della mane tragedie determinate dai nazi-
Repubblica di Salò avevano dei valori fascisti con la 2° guerra mondiale.
e credevano nella patria» diventano Nel suo preludio la Dichiarazione
sempre più ricorrenti (chi non le ha proclama: “tutti gli esseri umani nasco-
mai sentite pronunciare in televisio- no liberi ed eguali in dignità e diritti”.
ne, o a volte in famiglia o peggio da Ciò non è, purtroppo, per tantissimi
qualche insegnante?), allora si com- concittadini del nostro mondo. Col- 31
prende che l’obiettivo è quello di piti dagli egoismi sfruttatori dei paesi
cancellare le radici antifasciste della ricchi; attraversati da guerre;lacerati
nostra repubblica. dalla fame, da regimi vessatori e dal-
Proprio i partigiani riscattarono la le sempre più pressanti devastazioni
Patria e l’onore civile, con la Lotta ambientali.
di Liberazione, totalmente sven- Riflettere, quindi, ed impegnarsi.
dute ai nazisti invasori. Non è certo Partecipando attivamente alla vita
“un caso” che l’A.N.P.I. nel suo stesso sociale, per svolgere una reale funzio-
stemma fondativo si fregi del trico- ne di cittadino democratico. Tutti, a
lore;; nato nell’epopea risorgimentale,
lore partire dai giovani.

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

una
storia
in uno
scatto
32

Oświęcim (Auschwitz), Particolare della recinzione elettrificata del campo - foto di Antonio Squeo
L
a demenza è una sindrome clini- nel magazzino a lungo termine men- variegate, senza un protocollo univo-
ca costituita da un complesso di tre la MLT rappresenta il grande e co caratterizzato da linee guida spe-
sintomi e di segni che possono articolato archivio di nozioni apprese cifiche condivise e verificabili. Anche
avere cause diverse. La malattia pre- e consolidate, cui accede la MBT per per questo motivo, per fronteggiare
senta un decorso progressivo e croni- utilizzare in “uscita” le informazioni di questo drammatico problema è nata
co che comporta la compromissione cui, di volta in volta, ha bisogno. Nella da circa 20 anni l’AIMA, l’Associazio-
delle facoltà mentali, tra cui preco- demenza viene colpita precocemente ne Italiana Malattia di Alzheimer, co-
cemente quella della memoria, con la MBT che, alterando la funzionalità stituita da famiglie che vivono questo
conseguente riduzione della qualità integrata con la MLT, è responsabile problema e che, insieme a professio-
ed autonomia della vita di relazione. di quei disturbi caratteristici del qua- nisti del settore, cercano di dare voce
Il sintomo che preoccupa di solito la dro e sostanzialmente caratterizzati alle molteplici problematiche, stimo-
famiglia e, in minor misura il pazien- da disturbi della memoria, dell’orien- lando gli organi preposti a prestare at-
te, è la comparsa di “dimenticanze
dimenticanze”, tamento visuo-spaziale, delle capaci- tenzione, in modo specifico ed effica-
sempre più frequenti e sempre più tà logiche e verbali. Esistono forme ce, ad una realtà che viene vissuta nel-
coinvolgenti la vita lavorativa e so- di demenza reversibili o secondarie, l’assoluto
assoluto isolamento della famiglia. Il
ciale del proprio congiunto. Le basi mentre, tra le forme di demenza pri- fatto che, ad oggi, non esista una cura
neuropsicologiche della memoria non mitive o degenerative, il morbo di Al- risolutiva non giustifica un atteggia-
sono completamente conosciute e zheimer da solo rappresenta il 50% di mento di impotenza o di ineluttabilità
questa funzione, che comunemente tutte le demenze a genesi degenerati- della malattia. Tanto si può e si deve
viene concepita come una funzione va. Lallungamento
L’allungamento della vita media ha fare, partendo da un’informazione sul-
unitaria, è in realtà articolata in varie determinato un progressivo aumento la necessità di una diagnosi precoce
sottocomponenti in una certa misura delle malattie cronico-degenerative e già nella fase di dubbio, sino allo stato
separabili e distinguibili, anche se in- tra queste la demenza rappresenta un di conferma, ma soprattutto formare
scindibilmente connesse ed integrate. aspetto quantitativamente preoccu- personale specifico a livello profes-
In questo contesto sono andati sem- pante. Oggi si calcolano in Italia circa sionale. Inoltre bisogna iniziare ad
pre meglio definendosi anche i fattori 600.000 casi . La regione Sicilia è tra adeguare le strutture UVA delle varie
di apprendimento, consolidamento e le regioni a più alto tasso di soggetti aziende sanitarie provinciali, forman-
rievocazione come fasi essenziali nel anziani e con essi la prevalenza delle do organismi specialistici e specifici
processo di memorizzazione. forme dementigene sta progressiva- che possano affrontare il problema, in
È conoscenza assodata che la mente mente acquisendo i contorni di una un sistema di rete, con la continuità e
umana immagazzini le informazioni patologia a larga incidenza sociale. I gli strumenti clinici ed amministrativi
attraverso due forme di memoria. La problemi determinati dall’insorgenza
insorgenza adeguati.
memoria che è in grado di ritenere i ri- di un quadro dementigeno non sono Informare, formare, curare, assistere
cordi per tempi molto brevi si defini- solo quelli determinati dalla cura e debbono essere i presupposti necessari
sce Memoria a breve termine (MBT), dall’assistenza del paziente, ma sono per programmare interventi specifici
la memoria in grado di ritenere i ricor- purtroppo determinati dal carico su di una patologia che già oggi rappre-
di per tempi più lunghi è definita me- socio-assistenziale di cui si deve fare senta un problema sociale, ma domani
moria a lungo termine (MLT). I due si- carico la famiglia e, al suo interno, la potrebbe diventare un un’emergenza tro-
stemi interagiscono tra loro: la MBT persona deputata all’assistenza,
assistenza, che vandoci impreparati ad affrontarla.
registra le caratteristiche fisiche dello troppo spesso è rappresentata dall’al- Aiutare la memoria di questi pazien-
stimolo ed è poi in grado di rievocar- tro coniuge, spesso anziano e anchanch’es- ti significa, tra ll’altro, aiutare la me-
le esattamente (ad esempio, tenere a so con pluripatologie. Altra criticità moria collettiva di una società che si
mente un numero telefonico per po- è rappresentata dalla quasi assoluta sforza di definirsi civile, ma che trop-
chi secondi fino alla sua composizio- assenza di servizi sia di natura sani- po spesso dimentica i problemi ed i
ne), la MLT opera estraendo e imma- taria che di tipo socio-assistenziale, diritti di chi vi appartiene.

NON DIMENTICARE
CHI DIMENTICA
dr.
r Claudio Millia
r.
Resp. U.O. Handicap
ed Anziani ASP 4 Enna

gazzinando i contenuti semantici es- che isolano la problematica all’inter-


senziali delle diverse informazioni. Ad no del nucleo “famiglia”,
famiglia , aggravando
esempio, il contenuto di un libro letto le ansie, la solitudine, la sensazione di 33
da qualche tempo, di cui tratteniamo abbandono con la quale si affronta,
un ricordo che non corrisponde alla
esatta rievocazione di interi brani, ma
per circa 10 anni, l’evoluzione di detta
patologia sino alla fase di exitus, quasi
mente
al significato e alle linee generali del-
la trama. Tuttavia, questi due sistemi
sempre per fattori di co-morbilità. Fra
le strutture sanitarie messe in campo
e
funzionali non vanno intesi in modo
separato, poiché sono strettamente
nel settore, ricordiamo le Unità di Va-
lutazione Alzheimer, che purtroppo
memoria
integrati tra loro e operano in sequen- risentono di una mancanza di orga-
za. La MBT ha il compito di elabo- nizzazione e di mezzi che li rendono
rare le informazioni in “entrata
entrata”,, che avamposti isolati nell’affrontare un ri-
verranno successivamente depositate levante problema sociale con risposte

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

cinema
C’ERA UNA VOLTA LA
E
e memoria
C’E’ ANCORA OGGI
- quando il cinema era più lungimirante della politica -

gli intrallazzi di un potente latifon-


M
gioni del mafioso e fare emergere e
poi mettere in risalto l’intransigenza
intransigenza
etico-civile del pretore che, oppo-
dista e la mafia locale agli ordini di nendosi a un borghesia e a un ceto
34 massaro Turi Passalacqua. latifondista corrotti e ambigui così
di Lorenzo Catania A differenza di certe fiction di oggi come all’arroganza
arroganza della mafia e ai
dedicate alla mafia, mosse da un im- suoi riti anacronistici e selvaggi, cer-

Q
uando il film di Pietro Germi perativo innanzitutto spettacolare ca di restituire dignità, diritti civili e
“In
In nome della legge
legge” appar- e che si concludono spesso con una fiducia a un popolo da secoli abituato
ve sugli schermi nel lontano specie di onore delle armi tra il de- a vivere nella condizione del suddito.
1949, da noi non c’era
era la televisione, tective che dà la caccia e il boss di Lo sprona a un esame di coscienza, a
nelle case degli italiani la lettura dei turno abile a sfuggire alla giustizia, conoscere la realtà e a combattere
giornali e dei libri non era un’abitu-
abitu- “In
In nome della legge” è un’opera
opera dal- per non abbandonarsi all’indifferen-
dine diffusa e pochissimi conosceva- la struttura narrativa originale, ani- za, all’omertà e allo scetticismo. Uti-
no la parola mafia. Allora il cinema mata da forte impegno, anticipatrice lizzando il cinema come mezzo per
era una finestra sul mondo e spesso del cinema “civile
civile” che si svilupperà svolgere, fra ll’altro,
altro, una funzione di
raccontava meglio della letteratura e in Italia negli anni ’60. direzione etica e di coscienza criti-
del teatro la società italiana e i suoi Nel film di Germi, infatti, il ricono- ca della società, Germi dialogava
cambiamenti in corso. Attraverso scimento reciproco tra il capomafia con il pubblico e la classe dirigente
film non esenti da approssimazioni, massaro Turi Passalacqua e il pretore del Paese. Denunciava le ambiguità
ingenuità e contraddizioni, il cinema Guido Schiavi (che anni dopo ispirerà che gravavano sulla Repubblica ita-
ci faceva capire chi siamo e da dove certe pagine del romanzo di Leonar- liana appena nata e la fragilità della
veniamo. Ci rivelava problemi e real- do Sciascia “IlIl giorno della civetta”, nostra democrazia, messe in risalto
tà che magari molti non sentivano vi- dove si fronteggiano il mafioso don dalla figura del giovane magistrato,

cini ma che pure esistevano. Mariano Arena e il capitano dei cara- che spesso si muove come un eroe
“La mafia – ha dichiarato Maria Fal- binieri Bellodi, fedele alle istituzioni) solitario sullo sfondo della campa-
cone, sorella del giudice Giovanni uc- è funzionale alla rappresentazione di gna siciliana fotografata in maniera
ciso in un tratto dell’autostrada
autostrada Punta due personalità forti che esprimono stupenda da Leonida Barboni.
Raisi-Palermo – non sapevamo cosa punti di vista e valori di riferimento Oggi, a sessant
sessant’anni di distanza e no-
fosse. Lunica
L’ volta che ne parlammo assai diversi. Uno, il capomafia, appa- nostante i numerosi film di denuncia
in famiglia ricordo che fu in coinci- rentemente uomo giusto e leale, pa- sul fenomeno mafioso, la mafia, al-
denza con l’uscita
uscita del film ‘In nome ternalista, in realtà inflessibile e abi- l’epoca
epoca ancora contadina e limitata
della legge
legge’. Ma anche in quel caso si tuato a praticare la violenza. Laltro,
L’ solo ad alcune parti della Sicilia, fa
rivelò un discorso su un problema che il rappresentante della legge, uomo sentire la sua presenza invasiva in
non sentivamo vicino a noi”. Girato solo e determinato a raddrizzare le diverse regioni italiane, perché, igno-
a Sciacca (Ag) e dintorni negli anni storture e le ingiustizie di una società rando gli interessi collettivi, il clien-
che registrano l’assassinio
assassinio del sinda- spietata con i deboli e a fare preva- telismo di massa e i comportamenti
calista Accursio Miraglia e le imprese lere i poteri dello stato senza i quali illegali proposti dall
dall’alto si sono dif-
del bandito Salvatore Giuliano, “In non c’è vera democrazia. fusi nella società come modelli di
nome della legge
legge” racconta l’espe- Il confronto che si delinea fra questi vita, frustrando il diritto di molti a
rienza di un giovane pretore mandato due personaggi è abilmente utiliz- un “altro” stato, a un altro modo di
nel paesino siciliano di Capodarso a zato dal regista per vanificare le ra- stare al mondo.
C
om’è noto, in Italia da un tren- paziente e di questa noi siamo fatti:

Paul Klee, Angelus Novus 1920


tennio si tende a trascurare, dove la pazienza è maggiore la co-
per indifferenza, arroganza, struzione è bella. Pertanto, invece di
ignoranza o altro, l’insegnamento. inorgoglirci fino ad essere patetici,
Forse a molti sembra che l’esperien- dovremmo “salire con pazienza sulle
za altrui debba sminuire l’ego,ego, ossia spalle di giganti” cioè utilizzare l’espe-
l’ingigantita
ingigantita percezione che molti rienza umana, con particolare atten-
hanno di sé e che porta tanti, troppi, zione all’esperienza umanistica.
a pensare che tutto il mondo esista L’Etica dovrebbe essere la base di ogni
LEtica
solo perché si possa approfittare bru- pensiero, attività, progetto e in defini-
talmente d’ogni cosa. tiva del “fare”, dove anche il pensare,
Ma nell’epoca
epoca della tecnica vendu- preludio al fare, è esso stesso fare.
ta al profitto, gli uomini forzano la La miglior prefazione al fare è quin-
natura, incuranti delle conseguenze. di la conoscenza, alla quale un tempo
Per sottolineare i rischi che compor- erano preposte le scuole.
ta il conferimento dei poteri è utile, Oggi la scuola è trascurata e derisa:
nel rispetto della memoria, ritorna- strategie perverse ne vogliono elimina-
re alla mitologia greca, che tanto ha re il senso per prendere il potere totale
dato anche in Sicilia. sui cittadini, gestendoli a piacimento
Epimeteo, colui che riflette dopo, per omologarli ad un unico modello.
aveva donato agli animali, trascuran- La memoria è perduta se, volendo
do gli umani, alcuni poteri diversi e apparire sempre nuovi, up to date, (ag-
specializzati, ma Prometeo, colui che giornati, ma forse “allineati e coper- di Vincenzo Milone*
riflette prima ed è amico degli uomi- ti””), vogliamo in definitiva solo appa-
ni, ( una delle interpretazioni del mito rire “a tutti i costi”
costi”. Nel mondo della meno per non diventare dipendenti,
sostiene che li avesse, infatti, plasmati mercificazione, mettiamo in vetrina in qualche modo schiavi. Per “essere
essere””
con la creta e resi simili agli dei) cerca la nostra immagine perché gli altri si bisogna mettersi in gioco con gli al-
di rimediare, sottraendo dalla casa di fermino a guardarci, accontentando- tri, anche se questa procedura è im-
Atena uno scrigno in cui sono riposte ci semplicemente di “essere guardati” pegnativa, faticosa, non immediata.
memoria e intelligenza e donandole e dimenticando di “essere””. Quando Spesso, invece, ci accontentiamo di
agli uomini. Zeus, irritato, punisce gli il mezzo viene confuso con il fine, “essere desiderati” senza concedere o
uomini togliendo loro il fuoco. il pittore si compiace della propria concedersi all’altro
all da sé.
Prometeo riporta il fuoco agli umani, collezione di colori e pennelli senza Ma la memoria deve essere a disposi-
ma Zeus lo punisce e fa costruire nel- dipingere, per adorarli, quindi feti- zione di tutti e quindi è necessaria l’in-
la fucina di Vulcano una catena per cisticamente, come un uomo che si formazione. La memoria va condivisa
legarlo ad una rupe nel freddo Cau- eccita solo per i tacchi a spillo e non realmente oltre che virtualmente.
caso, dove un’aquila ogni giorno gli per la donna che li indossa. Invece di Nello spazio della condivisione sca-
rode il fegato, che si riforma durante vivere di relazioni si collezionano fe- turisce l’emotività della solidarietà e
la notte. Tremila anni dopo, Eracle ticci. Il collezionista che non fruisce quindi un “propulsore
propulsore sostenibile
sostenibile”,,
libera Prometeo. Se continueremo a della collezione, e non ne permette la che rende inutile il ricorso a sostanze
perdere la memoria, a noi umani non fruizione agli altri, “è a rischio”. La chimiche o altri eccessi che possano
basteranno tremila anni per liberarci finalità dell’arte dovrebbe essere la far sentire amplificato un “presente
dalle torture che l’uso dissennato del- conservazione della memoria, messa inquieto””, determinato dall’assenza
inquieto
la tecnica, governata solo dal profit- a disposizione perché tutti ne possa- di futuro e che non si ritrova neanche
to, produce. no fruire. Il collezionista morboso, nel passato. Solo conoscendo il passa-
Per utilizzare la tecnica in modo ra- che nasconde gli oggetti d d’arte
arte in to, e progettando un futuro, è possi-
gionevole non si può prescindere dal- cassaforte, vuole sentirsi privilegiato, bile agire bene nel presente.
l’esperienza, che è una costruzione amplificare il proprio ego, in quanto Proprio quando il futuro è incerto, quan-
detentore di cose che gli altri non do non si capisce dove andare, eppure
hanno e delle quali, paradossalmente, per inerzia andiamo, allora è necessario
nega la fruizione anche a se stesso. volgere lo sguardo al passato per capi-
Ma se una cosa è “essere”, ”, ben poca re da dove veniamo: per fermarci, per
cosa è “avere
avere” (cfr. E. Fromm, Avere orientarci, e quindi per poter ripartire
o Essere).). Per quanto non sia detto con un senso, con una direzione, con
che tutti debbano francescanamen- una ritrovata capacità direzionale che
te rinunziare a tutto, proprio perchè ci permetta di riprendere in mano il ti-
non tutti siamo come San Francesco, mone e ritrovare la rotta.
si dovrebbe, come suggerisce Kant,
fruire di ciò che possediamo ma sem- *Vincenzo Milone ha pubblicato re-
pre tenendoci pronti, quindi capaci, centemente: “Architettura e Tempo. Il
a rinunciare a ciò che abbiamo in caso olandese nell’età contemporanea”.
qualsiasi momento, di saperne fare a (vimilo@tiscali.it) 35

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l‘arcobaleno
Sognavamo nelle notti feroci

Sogni densi e violenti

Sognati con anima e corpo :

Tornare; mangiare; raccontare.


ebrei
Finchè suonava breve sommesso

Il comando dell’ alba:

"Wstawac’"
detenuti
comuni
E si spezzava in petto il cuore.

omosessuali

Ora abbiamo ritrovato la casa,

asociali Il nostro ventre è sazio,


Sinti
immigranti Rom Abbiamo finito di raccontare.

testimoni E’ tempo. Presto udremo ancora


di Geova
Il comando straniero:

"Wstawac’"
politici
Primo Levi 11 gennaio 1946

politici

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