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gior nale per studenti, insegnanti ed esseri pensanti

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Una storia in uno scatto p. 3 - Passato / Presente, così lontani ma non così diversi
p. 4 - La realtà della sicurezza e la percezione della paura p. 6 - Pinzeri e Teatro p.
9 - Quanto fa la paura? p. 10 - Il coraggio della paura p. 12 - La paura: un’emozione
che si può apprendere p. 14 - Le trenta paure di Dante p. 16 - Paura, potere, affari
2€
e stragi di Stato p. 19 - La strage del 12 dicembre 1969 e la strategia della tensione
p. 21 - Una giornata in sicurezza p. 22 - Chi è il nemico? p. 24 - Io non ho paura p. Anno III n.2
26 - Era una notte buia e tempestosa p. 27 - Il ripiegamento sul presente dell’uo- ott-nov
mo postmoderno p. 29 - Dal Welfare State al Win for Life p. 30 - Il pasticciaccio tra
Gadda e Germi p. 33 - La paura dell’influenza, l’influenza della paura p. 34
2009
l‘arcobaleno
« Il male, dunque, che più ci spaventa,
la morte, non è nulla per noi,
perché quando ci siamo noi non c’è lei,
e quando c’è lei non ci siamo più noi. »
editoriale Epicuro

C
ome non essere d’accordo con E quanto siamo sicuri di essere più sicu- preferibilmente da ex appartenenti alle
Epicuro? Eppure, anche quando ri se troviamo un vigilante davanti alla forze dell’ordine.
fossimo intimamente convinti banca, alla posta, al supermercato, alla Tutto questo dispiegamento di for-
della verità della sua proposizione e riu- farmacia?! ze e di tecnologie avviene, però, in
scissimo a mettere a morte la morte, la E lo saremo di più quando ne avremo presenza di un effettivo e deciso
madre di tutte le paure, questa avrebbe uno anche dal fruttivendolo, dal panet- calo della criminalità, cioè proprio
fatto comunque in tempo a partorirne tiere, dal parrucchiere? mentre aumenta la sicurezza.
moltissime altre. E non sarebbe il massimo averne uno per Come si spiega?
La malattia, la vecchiaia, il dolore, lo condominio, uno per famiglia? A quan- La paura genera un bisogno di sicurezza,
smarrimento, la fragilità, la precarietà, la do i metal detector ed i tornelli nelle e chi fornisce sicurezza esercita certa-
debolezza (quanto sarebbe lungo l’elen- scuole? In Italia abbiamo oltre 325.000 mente un potere su chi ne ha bisogno.
co...) ci costringono ogni volta a misurar- persone destinate alla pubblica sicurez- Il buio ed i fantasmi, suoi figli, non ci
ci con i limiti della nostra natura e con le za, 74.000 in più rispetto alla Germania lasciano la libertà di andare là dove vor-
paure che ne derivano. e più del doppio della Gran Bretagna. remmo, spingendoci a sottometterci
Ma, come se queste non bastassero, nel Il rapporto tra forze dell’ordine e popo- alla protezione di chi si dice in grado di
tentativo quasi sempre vano di allonta- lazione è di 5,5 per 1000 abitanti, il più difendercene. E chi li conosce meglio di
nare dai pericoli le persone a noi care, alto in Europa e nel Mondo, ad eccezio- chi li ha creati? Noi siamo grati a chi ci
ne creiamo altre, mostruose barriere ne delle Mauritius. protegge dal buio e saremo ben disposti
psicologiche a cui abbiamo dato, di Da molto tempo vediamo nelle nostre a riconfermarlo nel suo ruolo di difenso-
volta in volta, nomi fantasiosi e terribi- strade pattuglie in servizio di vigilanza re della nostra sicurezza.
li: il Babau, l’Orco, l’Uomo nero, il composte da giovani militari dell’esercito Questi meccanismi sono tanto sempli-
Lupo, il Lupo Mannaro, la Strega, e carabinieri o poliziotti. ci che, per comprenderli non occorro-
il Mammone... Il “pacchetto sicurezza” varato dal go- no scienziati della politica o specialisti
E non facciamo in tempo a capire che verno ha aggiunto il pattugliamento del della psicologia del profondo.
questi erano solo spauracchi, che già sia- territorio da parte delle cosiddette “ron- Per eliminare il buio basta accen-
mo costretti a fronteggiare altre incon- de”, che dovrebbero essere costituite dere la luce!
fessate e spesso inconfessabili paure.

Questo numero parla


della paura.
Parla di come la paura abbia accompa-
gnato la storia del nostro paese, e non
solo del nostro, e di come sia una compo-
nente essenziale del controllo sociale.
All’Uomo nero dei nostri incubi infanti-
li, senza neanche doverci sforzare trop-
po, abbiamo dato i connotati dell’immi-
grato e, per scacciare i pericoli, invece
che alle gonne materne protettrici, ci
siamo affidati alle rassicuranti promesse
di un apparato di sicurezza talmente im-
ponente da incutere paura!
Non fa forse paura l’idea di barricarsi
in casa propria con sbarre di acciaio in
stile supercarcere, porte blindate e co-
razzate, sistemi di allarme audio, video
e satellitari?
Di essere ripresi da videocamere a cir-
cuito chiuso non solo se si va in banca
o dal gioielliere, ma anche se si è in un
centro commerciale, in un negozio, in
un ufficio, per strada ed in piazza?
una
storia
in uno
scatto
The Spy
di Felisiano Bruni - Rumore Collettivo

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

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paura del
diverso
4
di Vincenza Iannelli

Paura, fobia, violenza, intolleranza, raz-


zismo sono sentimenti e reazioni sempre
più diffusi al giorno d’oggi.
Il diverso, che sia immigrato, omoses-
suale, disabile, se, fino a qualche tempo
fa, era emarginato e bandito dalla so-
cietà in quanto di razza, pelle, religio-
ne, preferenze sessuali differenti dalle
nostre o, come nell’ultimo caso, affet-
to da una minorazione fisica, oggi viene
rifiutato o perseguitato e, nel peggiore
dei casi, ucciso. L’aggettivo “diverso” si-
gnifica: differente, dissimile per natura,
qualità, aspetto e si ricollega etimolo-
gicamente al latino diversus, participio
passato di divertere, che significa “volto
in direzione opposta”. La Chiesa, nel
periodo del proliferare delle eresie,
criticò e condannò questi movimenti
che erano appunto “diversi” in quanto
deviavano dalla retta via e si allontana-
vano dai principi evangelici.
Lo straniero è sempre stato considerato trine filosofiche greche, ree di intaccare considerava i Galli delle popolazioni da
un “diverso”: i Romani più conservatori i capisaldi dell’impero romano. A causa sottomettere in quanto inferiori ed in
e legati all’osservanza del mos maiorum, di questa diffidenza furono espulsi da quanto alieni dalla civiltà (la sua opera
uno tra tutti Catone il Censore, guarda- Roma oratori e filosofi greci, e chiuse le De bello Gallico ne è una testimonianza).
rono con disappunto al filellenismo di scuole in cui c’erano precettori greci. Con il pretesto di difendere le popola-
certi circoli romani (quello degli Scipio- Anche Giulio Cesare non fu immune dal zioni galliche dagli attacchi dei popoli
ni, ad esempio) ed al diffondersi di dot- connotare negativamente lo straniero: confinanti, portò avanti una campagna
militare della durata di sette anni, duran-
te la quale sottomise, una ad una, tutte le
tribù, “civilizzandole”; il vero motivo, in
realtà, era quello di evitare il pericolo di
possibili attacchi futuri, a danno dell’im-
pero romano, da parte di queste popola-
zioni selvagge e temibili.
Un’altra categoria temuta furono i cri-
stiani; in quanto sovvertitori dell’ordine
e portatori di un messaggio del tutto
estraneo alla cultura romana, furono mal-
visti e perseguitati.
A spaventarsi più di tutti per l’eccessivo
seguito che stavano acquisendo fu l’im-
peratore Nerone, che, per fermarli, li ac-
cusò dell’incendio di Roma.
In tutti i casi menzionati, la concezione
della diversità vista come inferiorità deri-
vava dall’orgoglio e dal senso di superio-
rità di questi popoli, da sempre abituati a
dominare e a prevalere sugli altri ma an-
che dalla paura che il nuovo soppiantasse tere, vengono considerati solo dei rubala- i nostri stessi diritti, che possano condur-
il vecchio. Facendo un salto temporale e voro, dei criminali. re una vita normale. Gli omosessuali era-
avvicinandoci ai nostri tempi, le perse- E allora, che si fa? Si rispediscono tutti no, insieme agli ebrei e ad altri, portati
cuzioni degli ebrei ad opera dei tedeschi a casa o peggio li si lascia in balia delle nei lager al tempo del nazismo. Ancora
durante la II Guerra mondiale sono state onde del mare. una volta il passato ritorna.
l’esempio più drammatico di come l’or- Il fenomeno della criminalità, tra gli im- E i disabili? Che cosa scatena la furia di
goglio ed il senso di superiorità di una migrati, e non solo, esiste e deve essere giovani che li sbeffeggiano e li picchia-
razza, quella ariana, abbiano portato ad arginato. Ricorrere a gruppi di persone ( no, approfittando della loro debolezza,
un atroce genocidio. le “ronde”) che, animati da senso civico e mettono, come fossero trofei, i filmati
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri (spero, ma lo temo, non da astio e rab-
tutto questo con la realtà odierna. bia), si offrono volontari per aiutare, può
Ancora oggi, lo straniero è avvertito essere pericoloso.
come un “diverso” ed etichettato in modo Non vorrei che diventasse una faida e
negativo. I denominatori comuni di cer- che, invece di risolvere, peggiorasse la
te reazioni sono: l’intolleranza e la paura. situazione. Si parla di volontari non ar-
Non siamo lontani da ciò che pensavano mati utilizzati per “fare la spia” ( non è
i romani prima e i tedeschi poi: siamo in fondo questo che si chiede loro?) ma
popoli superiori, conosciamo la civiltà, chi ci dice che l’altruismo (?) di certe
stiamo bene come stiamo; cosa c’entrano persone non sia dettato da altro e non
queste persone, cosa vogliono? fomenti odio?
La paura è quella dei cambiamenti, di Non solo gli immigrati sono oggetto di
aprirsi al nuovo, di considerare che esi- tante “premure” ma anche nostri con-
stono culture diverse dalle nostre. E allo- nazionali che hanno la colpa di provare
ra è meglio chiudere le frontiere e disin- sentimenti verso lo stesso sesso. Non
teressarsi degli altri. entro nel merito delle loro scelte bensì delle loro azioni su Internet?
Gli immigrati che, a frotte, quasi quo- giudico riprovevoli gli episodi, sempre La paura di non essere nessuno se non si
tidianamente, cercano di raggiungere le più diffusi, di aggressioni e pestaggi fa qualcosa di eclatante, la voglia di pro-
nostre coste, affrontando viaggi terribili contro di loro, per motivi futili o spes- vare nuove emozioni perché “tutto il re-
in condizioni disumane e mettendo in so inesistenti. Non è per paura che gli sto è noia”, come dice una canzone.
pericolo la propria vita, sono, per molti, omosessuali spesso vengono colpiti? Durante il nazismo, le categorie debo-
oggi, un pericolo, un nemico da combat- La paura che a loro vengano riconosciuti li (i malati, le donne, gli anziani) erano
considerate inutili ed improduttive e, in
quanto tali, nei lager subivano lo stesso
destino degli altri. Non abbiamo impara-
to niente dalla storia? Non abbiamo im-
parato niente dagli errori che sono stati
commessi? Historia magistra vitae, ma
aggiungerei, saepe non est. Amore, accet-
tazione dell’altro, diversità come possi-
bilità di imparare, di aprirsi, integrare ed
integrarsi con altre culture, e non come
qualcosa da rigettare, dovrebbero preva-
lere su xenofobia e omofobia.
Dovremmo avere paura per l’aumento
di comportamenti razzisti e non per gli
immigrati, gli omosessuali e per tutto ciò
che intacca le nostre sicurezze ed il no-
stro indiscutibile modus vivendi.
Ciò che è diverso, che esce fuori dal nor-
male, dalle convenzioni, non è detto che
sia sempre un pericolo. E’ molto più pe-
ricoloso rimanere arroccati nelle proprie
convinzioni e non accettare di metterle
in discussione. 5
Se non sopporti
chi è diverso da te:
clonati
è stato il messaggio provocatorio, po-
sto sulle magliette dei manifestanti,
alla fiaccolata di protesta contro xe-
nofobia e omofobia del 24 settembre
scorso, tenutasi a Roma e organizzata
dalla Provincia.
Potrebbe essere un’idea!!!

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
più insistenza e più rumore, possiamo vedere, visione del mondo, dai valori propri di
ad esempio, che nel triennio 2004-06 i rume- ogni persona. La seconda, fear of crime,
ni denunciati (non condannati, attenzione!) è il timore che gli individui hanno per la
per omicidio sono settantanove, in media 26 propria incolumità o per i propri beni.
i numeri all’anno. In Italia ci sono circa sessanta milio-
ni di abitanti: fa un rumeno denunciato per
Mentre la prima è più diffusa tra gli strati
medio alti, la paura della vittimizzazione
e le omicidio ogni 2.307.692 persone. Sempre nel è diffusa tra gli strati medio bassi della

impressioni
triennio 2004-2006 soltanto il 3% delle rapine popolazione ed è legata ai livelli di crimi-
in banca è stato compiuto da stranieri, e la na- nalità o di devianza del quartiere in cui
zione più rappresentata è la Germania. Nello si vive.
6 stesso periodo, soltanto il 6% delle rapine in Dal 1993 l’Istat rileva la percezione del
di Antonio Squeo uffici postali è stato compiuto da stranieri, e rischio criminalità che hanno le famiglie
la nazione più rappresentata è l’Irlanda. Sola- italiane; i dati dicono che questa paura è

P
aura e sicurezza sono un binomio mente in tre tipologie di reato si ha una mag- stabile o in lieve declino, a circa il 30%.
inscindibile. Se le rappresentassi- gioranza di denunciati stranieri: sfruttamento Nelle Isole è addirittura diminuita di
mo graficamente, vedremmo due della prostituzione (56%, ma straniere sono quasi il 10% (Tab. I.2). Un indice molto
binari che corrono uno accanto all’altro, pure le vittime); furto in abitazione (51%); fur- attendibile della percezione dell’insicu-
senza che corrano mai il rischio di sovrap- to con destrezza (66%). rezza è se ci si sente poco o per niente
porsi. Infatti chi è sicuro non ha paura e In tutti gli altri reati il primato resta in sicuri a camminare da soli di sera, al buio,
chi ha paura non può avere la sicurezza, mani italiane, con punte che superano il nel proprio quartiere. La tabella I.3 rie-
semmai ne ha disperatamente bisogno. 90%. Quello che esiste, stando anche al piloga questi dati, mostrando notevoli

La realtà
della sicurezza
e la percezione
della paura
Le nostre fonti di informazione non si Rapporto 2006, è una ten-
stancano di ripeterci che abbiamo biso- denza alla crescita della per-
gno di sicurezza. Ma è come se continuas- centuale di stranieri sul totale
sero a suggerirci che abbiamo paura. dei denunciati come presunti
La immaginate una mamma che alle pau- autori di [alcuni] reati.. Tra
re del bebè risponde con qualche storiel- le cause vi sono le condi-
la horror? Se non è del tutto deficiente zioni di esclusione in cui
dovrebbe spiegargli, invece, come stanno vivono molti immigrati
effettivamente le cose, mettendolo in in Italia, paese più vol-
guardia sui pericoli veri e tranquillizzan- te criticato dall’UE, con
dolo su quelli inesistenti. Insomma do- toni molto accesi, per le
vrebbe dargli una corretta informazione. sue politiche di non ac-
Non disponendo di altri dati, utilizziamo coglienza. Lo ammetto-
i più recenti dati ufficiali, quelli del Rap- no anche al Ministero
porto sulla criminalità* elaborato dal quando, riferendosi pro-
Ministero degli Interni. prio ai rumeni, parlano di
Questa fonte, allora, ci dice, senza mezzi sacche di marginalità
termini, che il crimine più grave, l’omici- come primo passo ver-
dio volontario, non è mai stato così basso so il coinvolgimento in
da oltre vent’anni. La stessa cosa accade attività delittuose.
per gli scippi, i furti in appartamento e per La nostra paura, dicono
quelli di camion ed autoveicoli. L’unico gli esperti della Polizia di
dato in controtendenza, per gli ultimissi- Stato, scaturisce dall’ insi-
mi anni, è quello delle rapine, specialmen- curezza. Ma questa assu-
te per il notevole incremento registrato in me due forme. La prima,
Campania e nelle grandi città. Se, invece, concern about crime,
si considera il quindicennio 1991-2006, è la preoccupazione, di
Catania segna una diminuzione del 73% e ordine sociale, politico o
Palermo addirittura del 172%! morale per la criminalità,
Se ci spostiamo sul fronte degli stranie- ed è influenzata dalla par-
ri, dove il tamburo della paura batte con tecipazione politica, dalla
divari tra le regioni (Valle d’Aosta 12,8,
Campania 38,9!) ma soprattutto tra uo-
mini e donne.
Il grafico VI.10 ci fa capire ancor meglio
come agisce il senso di insicurezza: è suffi-
ciente assistere ad episodi di spaccio o di
consumo di droga per considerare la pro-
pria città a rischio.
In altri termini si può dire che siamo in-
differenti al fatto che nel nostro ambiente
esista una criminalità più o meno grave; ciò
che ci mette in crisi è esserne messi a
contatto, anche per episodi di non grave
entità penale. Il nostro profilo psicologi-
co, riguardo al sentire paura, è condizio-
nato dalla percezione, dalla suggestione,
dall’impressione, più che motivato da fatti
specifici. In questo contesto un’enorme im-
portanza deve essere attribuita al ruolo dei
mass-media.
Nel 2007 in Italia sono stati registrati
2.933.146 casi di criminalità. Rapportati a
59.870123 abitanti rappresentano il 4,89%.
Nello stesso periodo in Spagna i casi di
criminalità sono stati il 5,14%, in Francia
il 5,52%, in Germania il 7,65% e nel Regno
Unito l’8,78%.
Nel grafico VI.10 si vede chiaramente
come la percezione dell’insicurezza sia as-
sai minore in Francia, Spagna e Germania
e Regno Unito, a fronte di una casistica
notevolmente più pesante. Quando si parla
di fenomeni sociali le spiegazioni non sono
mai semplici ed univoche, ma qui appare
evidente che l’emergenza sicurezza, che per
stessa ammissione dei massimi organi pre-
posti alla pubblica sicurezza non esiste,
deve trovare fondamento in ambiti diversi
dalle statistiche criminali. Magari nella ne-
cessità politica di compattare un elettorato
con poche semplici frasi ad effetto. Rara-
mente le parole d’ordine, gli slogans eletto-
rali, si accompagnano a ragionamenti pas-
sabili o ad analisi degne di questo nome.
Ricordo, schifato, il motto che la destra
xenofoba tedesca aveva coniato per noi
immigrati appena qualche decennio fa: Au-
sländers Raus! (Fuori gli stranieri!). Ma
i tedeschi, più pragmatici e forse più seri,
hanno lasciato che questa frase rimanesse
circoscritta ad una ristretta cerchia di cre-
tini e di nostalgici neonazisti (la differenza
tra le due categorie è assai sottile...), dal
momento che avevano bisogno della nostra 7
forza lavoro. E hanno applicato lo stesso
principio agli immigrati attuali, come han-
no fatto spagnoli, francesi e inglesi, che, in-
fatti, hanno percentuali di immigrati molto
superiori all’Italia.
In un paese, come il nostro, in cui da de-
cenni non si fanno più figli, gli immigrati
rappresentano l’unica garanzia non solo
per mandare avanti il nostro apparato
produttivo, ma anche per garantirci i con-

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
tributi con cui pagare le nostre pensioni
ed assicurarci il personale che ci userà la
gentilezza di cambiarci i pannoloni.
E questo lo afferma addirittura la Banca
d’Italia quando, in un suo rapporto del
2008 che evidenzia che la crescita del-
la presenza straniera non si è riflessa
in minori opportunità occupazio-
nalii per gli italiani e afferma l’esi-
stenza di complementarietà tra gli
8 stranieri e gli italiani più istruiti e
le donne. In libera traduzione significa
che gli immigrati hanno preso il posto
che per tradizione spettava ai meridio-
nali, simpaticamente conosciuti nelle
città e nelle fabbriche del Nord indu-
striale come terroni.
Con grande intelligenza politica, con
inaudito senso della prospettiva eco-
nomica, con impareggiabile sensibilità
sociale, con indicibile condivisione dei
fondamentali precetti religiosi, con il
totale rispetto dei principi e dei diritti
inalienabili dell’Uomo, con la totale ed
incondizionata adesione agli indirizzi
degli organismi internazionali, come
risponde l’Italia? Introduce il reato di
clandestinità. Si è perseguiti non per pimento dei doveri inderogabili di ci si affretti a rispondere che è sana e
aver compiuto atti dolosi o colposi, ma solidarietà politica, economica e so- robusta! Le immagini di barconi pieni
solo per essere privi di regolare permes- ciale. Faccio notare ai distratti che i de- di immigrati, ripetute ed amplificate in
so di soggiorno. stinatari di questo articolo sono gli es- tutti i modi, ci strappano dalla nostra
Non per ciò che si fa ma per come si è. seri umani, tutti, e non solo i cittadini. tranquillità quotidiana e stimolano il
Con ciò, secondo il mio modesto avvi- E che la solidarietà politica , economica nostro immaginario a vederci oggetti
so, si vìola e si calpesta l’articolo 2 della e sociale non è un optional come i vetri d’assedio come a Fort Alamo o d’inva-
Costituzione: La Repubblica ricono- azzurrati o i cerchi in lega, ma un dove- sione, come nello sbarco in Normandia.
sce e garantisce i diritti inviolabili re, e per giunta inderogabile, che non Al disagio subentra la paura.
dell’uomo, sia come singolo, sia nelle ammette alcuna eccezione. E quando abbiamo paura la nostra capa-
formazioni sociali ove si svolge la Ma pare che ormai, quando si parla di cità di ragionare prima arranca e poi si
sua personalità, e richiede l’adem- Costituzione, in certi palazzi di Roma, blocca. Questo è il momento pericolo-
so di cui bisogna aver
veramente paura. Le
nostre peggiori pul-
sioni si mettono a far
politica.
E il sonno della ra-
gione genera mostri.

NOTA
* Il Rapporto sulla cri-
minalità è scaricabile
al link:
http://www.interno.it/
mininterno/export/
sites/
default/it/sezioni/
sala_stampa/notizie/
sicurezza/0993_20_
06_2007_Rapporto_
Sicurezza_2006.html
PINZERI di Dario D’Angelo

A
scantarici semu tutti bravi che i E cè cu talia rittu.
problemi di certo non mancano Cu pigghia u vastuni.
e poi macari ca chisti non ci fus- Cu mangia senza pitittu
siru qualcuno disposto a rialannilli nzi- e cu fa u crastuni.
chitanza di certo si troverebbe. Cu si ietta nterra.
Cu accumencia a fumari.
E cè cu chiuri locchi. Cè cu si caca ncoddu.
Cu abbia pitrati. Cu scumpari.
Cu arriri senza senso
e cu si fa abbati. Io se qualche cosa mi scanta mi cuntu
Cu cerca i so amici. delle storie che mi fanno scantare ancora
Cu preia diu. chiossai e poi me le ripeto che così mi
Cu futti. sento meglio. A vote poi invece mi sforzo
Cu allucia. solo di rapiri locchi che macari può capi-
Cu “ci pensu iu”. tari che la cosa ca mi fici scantari è sulu
uno specchio nabbagghiu e per questo è
Una vota u scantu faceva veniri i vemmi megghiu taliari.
e se questi tarrivavano na testa erano-
guai ca unu ci puteva arristari pazzu di E cè cu fingi festa.
manicomio o moriri macari che i vemmi Cu si ietta a mari.
erano pericolosi. E allora cera bisogno Cu ammazza a famigghia.
di una cicaredda e di massaggi e di priari Cu si fa arristari.
che la calavermi era brava e arrisuvveva Cu fa attentati e cu si marita.
tutto. Bastava essiri precisi. Ordinati. Cu sforna figghi e cu si rifà una vita.
Che tutto ciaveva il suo tempo. Che il
bene era sempre chiù forti do mali. Rosa Puglisi

I
l teatro è una delle poche possibilità
che ci viene offerta per dare vita ai
IL BINARIO PARALLELO
nostri sogni.
Calderón de La Barca ci suggerisce che teatro come terapia della paura
la vida es sueño y los sueños sueños son (la vita di Laura Calcaterra
è sogno, ma i sogni sono sogni); quando
però si ha la voglia di raccontarli, di scri- Se poi il testo viene rappresentato, il gio- si frantuma in mille pezzi sentendo scro-
verli, di descriverli... allora questi comin- co è fatto e le fantasie spiccano il volo! sciare gli applausi, permettiamo al no-
ciano a materializzarsi. Il palcoscenico rappresenta un universo stro più profondo Io di prendere forma,
parallelo dove poter di prendere vita, senza esitazione, senza
superare le proprie paura di subire critiche, un Io che fluttua
paure, le proprie senza i vincoli delle regole morali e socia-
incertezze; una pa- li che normalmente incatenano la nostra
lestra dove allenare libera espressione.
il proprio io a gesti- La paura di misurarsi col mondo irrompe
re i sentimenti della in un fiume di sicurezza che ti vede pro-
vita quotidiana. Im- tagonista spavaldo della tua vita irreale,
maginiamo l’essere di quella vita che cammina su un binario
umano come una parallelo al tuo, che viaggia di fronte a te
scatola cinese, una e che, anche se solo nei tuoi sogni, co-
risorsa infinita di munque c’è!
micro-mondi che Il teatro è opportunità di rivivere storie 9
vorrebbero espri- passate, di progettare storie future, ma
mersi liberamente, soprattutto la possibilità di liberare adre-
ma che non sempre nalina, emozioni, sentimenti che diver-
trovano la forza di samente ci causerebbero infinito stress
farlo. nella nostra vita quotidiana.
Ecco: si accendo- È come una seconda possibilità, quasi
no i riflettori e noi, indolore, per realizzare i sogni naufra-
prigionieri di una gati nel mare, talvolta maremoto, della
gabbia di vetro che nostra vita.

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

la paura ����������
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nei/dei
classici
10
di Onesto Aquino

A
casuali, deve esserci qualcosa di vero!
ll’indomani dell’attentato alle tor-
Passata l’emozione, con la testa che ri-
ri gemelle, le caselle di posta elet-
prende a funzionare, si verifica poi che
tronica sono state intasate da let-
tere che attribuivano ai numeri di quella la stella di Davide non c’entra nulla,
data, 11 settembre 2001, un polpettone di che la sigla del volo non era quella, che
simboli, misteri e significati nascosti. anche Piergiorgio è di 11 lettere, che il
11 settembre, 11/9: uno+uno+nove uguale numero 11 si può ottenere in un miliar-
11. Il numero 11 ricorda le torri gemelle do di altri modi, ecc.
del World Trade Center. Chi, per conoscere le cose, non vuole
L’undici settembre è il 254-esimo giorno sobbarcarsi la fatica di studiarle a fondo,
dell’anno, e 2 più 5 più 4 fa 11. non trova poi tanto difficile industriarsi a
E mancano 111 giorni alla fine dell’anno. spiegarle con i fondi di caffè, i tarocchi,
le linee della mano, i movimenti degli
119 è il prefisso dell’Iran e dell’Iraq. Il pri-
astri o la tastiera di un computer.
mo volo che ha colpito le torri era il volo
numero 11. Lo Stato di New York è stato L’enorme successo di libri, film e trasmis-
l’undicesimo ad aggiungersi all’Unione. sioni televisive che in modo evidente si
New York City ha 11 lettere. Afghanistan richiamano al mistero e alle zone d’om-
ha 11 lettere. The Pentagon ha 11 lettere.bra delle pulsioni anziché all’analisi ed duto sa, però, che nella cultura medievale,
Il principale responsabile dell’attacco alalla limpidezza razionale, esprime in di cui Dante è eccelsa espressione, i numeri
World Trade Center nel 1993 si chiama modo esemplare in che genere di tempi assumono un particolare significato, spe-
Ramzi Yousef, 11 lettere. Il volo nume- ci ritroviamo a vivere. cialmente in relazione ai valori teologici. E
ro 11 aveva 92 persone a bordo, nove più Sono tempi nei quali è assolutamente allora 30, cioè 3 per 10, non può non signi-
normale interrogarsi ansiosamente sulla
due fa 11. L’altro volo suicida, quello sul ficare la Trinità che si combina con la perfe-
Pentagono, era il volo numero 77, con 65 fine del mondo prossima ventura (2012?!) zione divina.
persone a bordo, 6 più 5 fa 11. e contemporaneamente continuare a vi- Del resto, Dante ha composto il poema
Uno dei due aerei che ha colpito le torri vere con l’indifferenza degli immortali. proprio in terzine, lo ha articolato in tre
del World Trade Center era il volo nume- Anche noi abbiamo voluto provare a fare cantiche, ciascuno di 33 canti, aggiun-
ro Q33 NY: se si digitano questi caratteriil gioco del mistero: chissà che qualcuno gendovi l’Uno, attributo di Dio e rag-
con il font Windings si ottiene non ne venga affascinato. Ecco le istru- giungendo così il numero 100, che noto-
zioni per l’uso. riamente è il quadrato di 10, attributo di
Scaricate da qualche sito web l’edizione perfezione.
integrale della Divina Commedia in for- Di seguito sono elencate le terzine in cui è
mato testo (*.txt) e fate lo stesso con un presente la parola paura. La distribuzione
Un aereo che punta verso due grattacieli programma analizzatore di testo. Dopo delle ricorrenze, come ci si può aspettare,
gemelli, un teschio e la stella di David. averlo avviato cercate la parola “paura”. è ineguale. Ovviamente si troverà più pau-
C’è da rimanere allibiti! Le coincidenze Questo termine ricorre complessivamente ra all’inferno, meno al purgatorio e ancor
sono tante e tali che non possono essere 30 volte. Anche lo studentello più sprovve- meno in paradiso. La ripartizione è la se-
INFERNO
1. 4 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 1. 52 questa mi porse tanto di gravezza 16. 49 ma perch’io mi sarei brusciato e cotto,
1. 5 esta selva selvaggia e aspra e forte 1. 53 con la paura ch’uscia di sua vista, 16. 50 vinse paura la mia buona voglia
1. 6 che nel pensier rinova la paura! 1. 54 ch’io perdei la speranza de l’altezza. 16. 51 che di loro abbracciar mi facea ghiotto.

1. 13 Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto, 2. 61 l’amico mio, e non de la ventura, 17.106 Maggior paura non credo che fosse
1. 14 là dove terminava quella valle 2. 62 ne la diserta piaggia è impedito 17.107 quando Fetonte abbandonò li freni,
1. 15 che m’avea di paura il cor compunto, 2. 63 sì nel cammin, che volt’è per paura; 17.108 per che ‘l ciel, come pare ancor, si cosse;

1. 19 Allor fu la paura un poco queta 7. 4 disse per confortarmi: «Non ti noccia 21. 25 Allor mi volsi come l’uom cui tarda
1. 20 che nel lago del cor m’era durata 7. 5 la tua paura; ché, poder ch’elli abbia, 21. 26 di veder quel che li convien fuggire
1. 21 la notte ch’i’ passai con tanta pieta. 7. 6 non ci torrà lo scender questa roccia». 21. 27 e cui paura sùbita sgagliarda,

1. 43 l’ora del tempo e la dolce stagione; 9. 13 ma nondimen paura il suo dir dienne, 23. 10 E come l’un pensier de l’altro scoppia,
1. 44 ma non sì che paura non mi desse 9. 14 perch’io traeva la parola tronca 23. 11 così nacque di quello un altro poi,
1. 45 la vista che m’apparve d’un leone. 9. 15 forse a peggior sentenzia che non tenne. 23. 12 che la prima paura mi fé doppia.
23. 19 Già mi sentia tutti arricciar li peli PURGATORIO 29.139 mostrava l’altro la contraria cura
23. 20 de la paura e stava in dietro intento, 2.127 se cosa appare ond’elli abbian paura, 29.140 con una spada lucida e aguta,
23. 21 quand’io dissi: <<Maestro, se non celi 2.128 subitamente lasciano star l’esca, 29.141 tal, che di qua dal rio mi fé paura.
2.129 perch’assaliti son da maggior cura;
28.112 Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, 30. 43 volsimi a la sinistra col respitto
28.113 e vidi cosa, ch’io avrei paura, 3. 19 Io mi volsi dallato con paura 30. 44 col quale il fantolin corre a la mamma
28.114 sanza più prova, di contarla solo; 3. 20 d’essere abbandonato, quand’io vidi 30. 45 quando ha paura o quando elli è afflitto,
3. 21 solo dinanzi a me la terra oscura;
31. 37 così forando l’aura grossa e scura, 31. 13 Confusione e paura insieme miste
31. 38 più e più appressando ver’ la sponda, 9. 64 A guisa d’uom che ‘n dubbio si raccerta 31. 14 mi pinsero un tal «sì» fuor de la bocca,
31. 39 fuggiemi errore e cresciemi paura; 9. 65 e che muta in conforto sua paura, 31. 15 al quale intender fuor mestier le viste.
9. 66 poi che la verità li è discoperta,
31. 94 Fialte ha nome, e fece le gran prove PARADISO
31. 95 quando i giganti fer paura a’ dèi; 13.136 Troppa è più la paura ond’è sospesa 11. 67 né valse udir che la trovò sicura
31. 96 le braccia ch’el menò, già mai non 13.137 l’anima mia del tormento di sotto, 11. 68 con Amiclate, al suon de la sua voce,
move». 13.138 che già lo ‘ncarco di là giù mi pesa>>. 11. 69 colui ch’a tutto ‘l mondo fé paura;

34. 10 Già era, e con paura il metto in metro, 21.118 dal mio maestro, e «Non aver paura», 15.103 Non faceva, nascendo, ancor paura
34. 11 là dove l’ombre tutte eran coperte, 21.119 mi dice, «di parlar; ma parla e digli 15.104 la figlia al padre, che ‘l tempo e la dote
34. 12 e trasparien come festuca in vetro. 21.120 quel ch’e’ dimanda con cotanta cura». 15.105 non fuggien quinci e quindi la misura.

34.121 Da questa parte cadde giù dal cielo; 22. 88 E pria ch’io conducessi i Greci a’ fiumi 26. 19 Quella medesma voce che paura
34.122 e la terra, che pria di qua si sporse, 22. 89 di Tebe poetando, ebb’io battesmo; 26. 20 tolta m’avea del sùbito abbarbaglio,
34.123 per paura di lui fé del mar velo, 22. 90 ma per paura chiuso cristian fu’mi, 26. 21 di ragionare ancor mi mise in cura;

guente: inferno 18, purgatorio 9, paradiso 3. quella della vista. La via d’uscita dalla Potremmo rimproverargli forse di avere
Ma salta subito agli occhi che al 3 del cecità, che è provocata da un eccesso una mentalità un pochino medievale, ma,
paradiso, numero perfetto, si associano di visione, viene da Dante indicata nel poverino, bisogna capirlo, è nato nel 1265.
il 9 ed il 18, entrambi multipli di 3, uno ragionamento; come dire che il lume In compenso, come avrete sicuramente
corrispondente al suo quadrato e l’altro dell’intelletto va ben oltre la percezio- realizzato dalle impressionanti coinciden-
al doppio del suo quadrato. ne fisica dei nostri occhi. ze delle sequenze numeriche disseminate
Si può parlare ancora di coincidenze? Nel XXVI canto la preminenza della vista nel suo capolavoro, Dante disponeva di un
I numeri che precedono le terzine indi- cede il posto all’udito, senso che permette potentissimo calcolatore di sua invenzione
cano rispettivamente il canto ed i versi. e costruzione, suggeritogli dalla frequenta-
Dopo averle contate, lasciamo ad altri, zione dei matematici dell’epoca, di ascen-
più ferrati in letteratura, il compito di denza Averroista e di origine araba.
analizzarle. Non prima, però, di aver evi- Non si potrebbe spiegare altrimenti la
denziato una caratteristica delle paure di geometrica perfezione dell’impianto let-
Dante. Vediamo, ad esempio, la prima, terario e l’assoluta precisione e distribu-
quella contenuta in una terzina che tutti, zione dei riferimenti numerici.
o quasi, siamo capaci di citare: Del resto, se è stato capace di creare di
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura sana pianta tre altri mondi sarà pure sta-
esta selva selvaggia e aspra e forte to capace di dotarsi di un pc. Rimane un
che nel pensier rinova la paura! solo dubbio, sul sistema operativo adot-
Dante non prova paura per una causa at- tato: Windows, Mac, Linux? Potremmo
tuale; a destarla basta solo il ricordo del- chiederlo ai Maya!
la selva. Tra lonze, lupe e leoni, giganti, Un’ultima, ma non meno importante
mostri, esseri che volano e che striscia- considerazione: è molto probabile che
no, verifichiamo che le paure di Dante al Poeta di proseguire, argomentando, il suo la proposizione la paura fa novanta sia
sono sempre reazioni scatenate da cause viaggio ultramondano. di matrice dantesca. A parte le evidenti
di ordine psicologico, emotivo, affettivo, Sembra quasi che Dante, profetizzando sul- corrispondenze numerologiche tra il 30,
sentimentale. La paura non è mai moti- le insidie della società attuale, tutta basata sopra esaminato, ed il 90 che è addirit-
vata da un elemento che attenta alla sua sul vedere, apparire, o per dirlo peggio, sul tura 3 x 3 x 10, come non cogliere il si-
integrità fisica. Tranne che una volta, l’ul- look, abbia voluto indicarci una strada per gnificato del 90 come fine, come limite
tima, la trentesima. ricostruirla, basata, invece, sulla capacità di di una serie cui si connette il principio di
Qui Dante, racconta di aver provato paura udire, sentire, o per dir meglio, d’ascoltare. un’altra? È la trasparente metafora di un
per un sùbito abbarbaglio, un improvvi- Qualcuno potrebbe storcere il naso. mondo che trasmuta in altri. Bella!
so accecamento dovuto all’intensità della Dante un profeta, un veggente? Da fine del mondo!
visione paradisiaca di san Giovanni. Nella selva oscura dove imbonitori pro- 11
Questi, però, lo rassicura che presto la riac- fessionali seminano altrettanto oscure
quisterà tramite Beatrice e, nel mentre, lo profezie ad uso degli imbecilli, attingendo
invita a ragionare in modo approfondito su a piene mani da Nostradamus ed errori
ciò che lo ha indirizzato verso Dio. di stampa, Maya ed errori di traduzione,
È molto interessante notare che in Templari ed errori di comprensione, Ma-
un poema visionario, come la Divina lachia ed errori di persona, Barbanera, car-
Commedia è unanimemente consi- tomanti, oroscopi, cataloghi di vendite per
derato, l’unica menomazione fisica di corrispondenza, previsioni del tempo e del
Dante, temporanea ma pur sempre traffico, diciamo che Dante appare come
capace di ingenerare paura, è proprio una gigantesca stella di luce e di verità.

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

IL CORAGGIO DELLA PAURA


ovvero, la paura nell’universo mafioso
la paura lavoro, pur nella netta distinzione dei ogni giorno all’interno di un’organizza-

e la mafia ruoli e delle posizioni, riuscì a penetra-


re lo spazio psicologico di alcuni boss,
zione che vive la complessità di varie in-
fluenze, da quelle dettate dai cicli econo-
anche loro costretti a fare i conti con le mici e delle dinamiche socio–politiche e
12 proprie fragilità emotive. territoriali, a quelle emergenti all’interno
di Giovanni Abbagnato Certo, l’idea della morte è intimamente di complessi quadri psicologici presenti
connaturata ad un processo di adesione, nelle società mafiose.
prima che formale, culturale all’organizza- In questo senso, il professore Girolamo

J acques de Saint Victor, docente di sto-


ria delle idee politiche alla Università
Paris VII e collaboratore di “Le Figaro”,
zione mafiosa e, quindi, rientra nell’ordine
naturale delle convinzioni di un mafioso la
consapevolezza che il suo prestigio crimi-
Lo Verso, dell’Università di Palermo,
ha condotto degli studi interessantissi-
mi sullo psichismo mafioso, rivolto a vari
ha scritto un libro dal titolo: Mafia: nale e il suo potere economico e relazio- soggetti del mondo mafioso, tra i quali
l’industria della paura, con un eviden- nale possono essere messi in discussione figure estremamente complesse come
te riferimento alla presenza costante del-
la paura nell’universo mafioso, osservato da
diverse angolazioni.
La paura è connaturata ad ogni manife-
stazione della mafia e rappresenta un ele-
mento di confronto ineludibile per tutti
i soggetti che con essa si misurano, sia da
una parte che dall’altra della barricata.
Giovanni Falcone — magistrato di rico-
nosciute qualità umane e professionali,
ucciso insieme alla moglie e agli agenti
della sua scorta in un attentato mafioso
di inaudita violenza — aveva più volte
fatto riferimento, sia pure con una sor-
prendente serenità, alla quasi ineludibi-
lità della sua morte per mano mafiosa.
In un’occasione, stimolato dall’intervi-
statrice Michelle Padovani, aveva rive-
lato con il suo consueto equilibrio, quasi
distaccato, qual era il suo rapporto per-
sonale con la paura.
Falcone diceva testualmente:
l’importante non è stabilire se uno
ha paura o meno, è sapere convivere
con la propria paura e non farsi con-
dizionare dalla stessa paura. Ecco, il
coraggio è questo, altrimenti non è co-
raggio, ma incoscienza.
Quindi, un’affermazione di profonda
umanità, lontanissima da una certa re-
torica dell’eroismo, di un uomo che ogni
giorno era costretto a fare i conti con
l’estrema precarietà della sua vita che,
come preciserà in più occasioni, solo per
spirito di servizio e senso del dovere
aveva deciso di mettere in gioco, con la
tragica consapevolezza di avere ben po-
che possibilità di vincere questa batta-
glia, almeno per quanto riguardava la sua
personale esistenza.
Ma Giovanni Falcone, seppure nemico
implacabile dei mafiosi, non perdette mai
il rispetto per la loro umanità e grazie al-
l’equilibrio dimostrato nel suo delicato
quelle dei collaboratori di giustizia,
i cosiddetti pentiti. Interessantissimi,
nella loro drammaticità, i racconti “dal-
l’interno” di questi soggetti che fin dalla
giovane età e in tutto il loro percorso esi-
stenziale dovevano attrezzare uno spazio
assai rilevante della loro personalità per
la gestione dell’ansia e della paura, all’in-
terno e all’esterno dell’organizzazione.
La descrizione della latitanza fatta da
alcuni mafiosi rivela un fondo di terro-
re nella loro vita che non sempre viene
scongiurato da senso di onnipotenza
data dal prestigio criminale e dal con-
senso sociale sul quale spesso gli appar-
tenenti alle cosche possono contare. Il
boss pentito Tommaso Buscetta, che ha
pagato un prezzo altissimo nella guerra di
mafia scatenata dai corleonesi, subendo
lo sterminio dei suoi familiari, rivela, tra
l’altro, le preoccupazioni del mafioso per
i propri cari in un tempo in cui, secondo
lui, la mafia ad un certo punto della sua accertati l’assassinio di una giovane don-
parabola si era imbarbarita oltre misura na, presunta adultera, comandato dal pa-
non risparmiando nemmeno i figli mino- dre mafioso a tutela dell’onore della sua
ri degli affiliati che una volta sarebbero famiglia e l’omicidio di un boss di primo
stati al riparo da vendette anche durante piano con il coinvolgimento nel delitto
le guerre di mafia. del fratello, scontento della leadership
Pur prendendo le debite distanze da teo- del congiunto. La fotografa Letizia Bat-
rie, non di rado interessate, che sosten- taglia, in bellissime istantanee, in un
gono differenze sostanziali tra vari tipi di bianco e nero che parla, ha immortalato
mafie divise in una presunta, vecchia ma- momenti di disperazione di familiari di
fia “buona”, da contrapporre ad una nuo- vittime nell’immediatezza di agguati ma-
va mafia molto più crudele — asserzio- fiosi. Nei casi di omicidi di appartenenti
ne che non ha alcun fondamento storico a cosche mafiose, l’intensità drammatica
— è innegabile che anche in famiglie per- dei volti disperati dei congiunti dell’uc-
vase nella profondità delle loro coscienze ciso consegna quasi un’esplosione di un
da un ferreo codice culturale mafioso, la dolore, tanto profondo quanto annun-
paura per l’incolumità dei propri cari era e ciato, dentro chi quotidianamente aveva
rimane presente, anche se l’appartenenza potuto allontanare, ma non eliminare, la
mafiosa assicura una tale presa che non di paura costante dell’irruzione della morte
rado ha determinato assassinii comandati violenta nelle loro famiglie.
ed eseguiti all’interno di famiglie mafiose, Insomma, non si può che ribadire che
anche con legami di sangue. mafia e paura rappresentano un bino-
Per esempio, sono fatti processualmente mio inscindibile in realtà in cui, di fatto,
vengono “sospese”, se non del tutto elimi-
nate, libertà e giustizia. Da questa con-
siderazione deriva la consapevolezza che
sconfiggere la mafia è tutt’altro che solo
un problema di ordine pubblico, ma un
fatto di civiltà.

Le foto a corredo di questo articolo


sono di Letizia Battaglia 13
la paura
e la mafia

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

U N’EMOZIONE
CHE SI PUO’
14
paure
e fobie
APPRENDER E
di Rosaria Furnari

L
a paura è un’emozione primaria
che tutti abbiamo provato e che
conosciamo in modo intuitivo.
Pensiamo, ad esempio, ad una situazione
di pericolo: ci troviamo da soli davanti a
un cane da guardia inferocito perché sia-
mo entrati, magari per sbaglio, nella sua
zona. Sentiamo il nostro cuore battere
più rapidamente, respiriamo più in fret-
ta, lo stomaco si contrae, le mani diven-
tano gelate.
Contemporaneamente il cervello ci co-
munica che siamo in una situazione di
rischio fisico e noi reagiamo fuggendo.
E anche se scopriamo che in realtà il
cane era legato con una catena, abbiamo
bisogno di alcuni minuti per tornare di
nuovo tranquilli. Insomma abbiamo avu-
to paura.
La stessa cosa può capitarci in un inci-
dente stradale o se siamo vittime di una
rapina.
Vediamo meglio cosa succede in queste
situazioni in cui siamo o ci sentiamo in
pericolo, quali sono cioè le componenti
della paura:
1) Reazione viscerale (cuore che batte
velocemente, ecc.) che può a mettere
l’organismo in grado di reagire rapida-
mente o, al contrario, lo può paralizza-
re. Questa reazione non è controllabile
dalla nostra volontà.
2) Confronto mentale immediato tra E. Munch, Autoritratto con sigaretta accesa, 1895
quello che ci sta succedendo e le nostre olio su tela, Nasjonalgalleriet, Oslo
conoscenze su quello che potrebbe suc- reazioni fisiche davanti ad una forte Le paure reali sono giustificate da un ri-
cedere quando si ci trova in una situa- emozione, il nostro comportamento può schio per la propria incolumità o soprav-
zione simile. In questo frangente im- essere controllato. vivenza, ci sono però altre paure, non
maginiamo rapidamente che potremmo Allo stesso modo quando proviamo rab- meno intense, chiamate fobie.
subire un danno fisico. Questa reazione bia possiamo impedirci di aggredire la Le fobie riguardano oggetti o situazioni
dipende molto dalle nostre precedenti persona che ci ha fatto infuriare, così che non rappresentano davvero un pe-
conoscenze sul tipo di situazione e non come possiamo evitare volontariamente ricolo. Esistono fobie legate ad eviden-
è legata alla nostra volontà. di esprimere la nostra gioia per la vittoria ti esperienze spiacevoli (può succedere
3) Azione (comportamento di attacco o della squadra preferita esultando davanti che chi è rimasto a lungo in un ascenso-
fuga). E’ quello a cui ci preparano le no- ai tifosi della squadra avversaria. re bloccato abbia poi paura di tutti gli
stre reazioni fisiche. Questa è l’unica rea- Riprendiamo l’argomento delle paure. ascensori) e fobie che in apparenza sono
zione che può essere controllata, invece Cosa le provoca? Sono innate? inspiegabili. Provate ad immaginare ap-
che scegliere infatti se correre, salire su Alcune paure sono innate (per esempio, punto questa situazione: siete da soli in
un albero, cercare un bastone ecc. quella dei rumori forti nei bambini mol- un ascensore che si blocca tra un piano e
Quindi, se non possiamo fare nulla per to piccoli), ma la maggior parte di esse l’altro, non avete orologio né cellulare.
modificare i nostri pensieri e le nostre viene appresa nel corso della vita. Premete il pulsante di allarme e non suc-
cede niente. Tentate di chiamare qualcu- biano causato la fobia stessa, la nostra più piacevole).
no e non avete risposta. Cercate inutil- mente abbia associato in maniera impro- Ci sono paure molto frequenti e in fondo
mente di aprire le porte. Vi chiedete per pria cause e conseguenze di sensazioni innocue (paura del sangue e delle ferite,
quanto tempo ancora basterà l’ossigeno spiacevoli. paura di insetti come ragni e scarafaggi
presente e credete che siano già passate Molte paure sono apprese anche senza ecc). Altre paure sono invece decisamen-
delle ore. Cominciate a sentire caldo, a un contatto traumatico con l’oggetto te- te disturbanti. Immaginate per esempio
sudare. Vi sentite soffocare. Gridate an- muto, benché questo sia presente. un conducente di autobus che abbia la
cora ma sentite la vostra voce sempre più Se un bambino esita di fronte ad un cane fobia per i temporali o un rappresentan-
flebile. Anche se a questo punto qual- rivolgendosi verso la madre e questa, allar- te, costretto a viaggiare per lavoro, che
cuno vi farà uscire, voi avrete associato mata, lo prende in braccio e gli impedisce abbia paura di viadotti e gallerie. O un
le spiacevoli sensazioni provate con la il contatto con il cane, la madre segnala politico che abbia paura di parlare in
situazione “essere in ascensore”e anche al bambino che la situazione è effettiva- pubblico. O una persona che non riesce
con “essere in un luogo da cui non si può mente pericolosa e il bambino impara ad ad uscire da casa se non è accompagnata
uscire”, avrete cioè imparato, più o meno averne paura. Allo stesso modo una gio- da qualcuno di sua fiducia.
coscientemente che: vane gazzella apprende ad avere paura dei Quando la paura provoca sofferenza, di-
1) Ascensore e sensazioni spiacevoli predatori anche solo rilevando il compor- sagio, alterazione della vita sociale e la-
sono collegati (avrete connesso un’emo- tamento della madre o del branco davanti vorativa può essere considerata una vera
zione, cioè una reazione involontaria a segnali della loro presenza. e propria malattia. Solo in questi casi è
viscerale unita a certi pensieri e certe Esistono infine situazioni, ancora più necessario un intervento mirato. Come si
azioni, ad una situazione). complesse ma abbastanza frequenti, in cui curano le paure? Il sistema migliore sareb-
2) Se non andrete più in ascensore non il collegamento tra oggetto e situazione te- be quello di “imparare una cosa diversa”
proverete più quelle sensazioni. muti è di tipo puramente mentale. cioè, dopo aver capito quale sia stato l’ap-
3) Probabilmente smetterete di salire Freud, già all’inizio del secolo scorso, de- prendimento erroneo, sostituirlo con uno
su qualsiasi ascensore e forse anche su scrisse la paura dei cavalli in un bambino più aderente alla realtà: gli ascensori si
mezzi di trasporto chiusi come funivie, di 5 anni: attraverso una serie di asso- bloccano raramente e comunque si viene
autobus e aerei. Metterete in atto cioè ciazioni il bambino paragonava i cavalli, liberati, i cani sono pericolosi solo in certe
dei comportamenti attivi di evitamento grandi e forti, al padre, per lui grande e situazioni, i temporali di solito non provo-
delle situazioni in cui potreste restare forte. Secondo il bambino, il padre era cano danni agli autobus e così via.
imprigionati in un luogo chiuso. arrabbiato con lui e avrebbe potuto pu- Non sempre è facile raggiungere questo
Si è instaurata una fobia. Il numero de- nirlo e, allo stesso modo, i cavalli avreb- obiettivo, a volte è necessario anche as-
gli oggetti e delle situazioni che possono bero potuto fargli del male. Come risul- sumere dei farmaci specifici che da soli
provocare fobie è pressoché illimitato. Si tato finale il bambino evitava i cavalli e certamente non eliminano le paure, ma
può ipotizzare che, anche quando non ci rimaneva a casa con la madre (e questa che ci mettono in condizione di affron-
siano state esperienze evidenti che ab- era per lui una situazione decisamente tarle meglio e superarle.

15

E. Munch, Nudo. c.1913.


Olio su tela, Munch Museum, Oslo

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
ma Virgilio gli legge in volto la paura e lo teranno addosso costringendolo a rivol-
rincuora: per quanto potere possa avere, gersi con i denti contro se stesso.
il maladetto lupo non potrà impedire a Questo sì che è un episodio “da paura”!
Dante di scendere nel quinto girone. A Eppure Dante non fa una piega, nono-
la paura noi lettori moderni, abituati al genere
noir ed ai film di Quentin Tarantino, que-
stante sia per la prima volta realmente
messa in pericolo la sua incolumità.
nei/dei ste paure possono sembrarci ben poca
cosa. In effetti la selva è poco illumina-
Evidentemente le minacce che noi ten-
diamo a sottovalutare (la selva, il leone
classici ta, ma non si sentono rumori strani, né ecc.) sono per lui più gravi e certamente

16 di Melania Paladino

L’
LE TRENTA
PAURE DI
articolo Quanto fa la paura? gio-
cato sulla ambiguità dei significati
che i numeri possono assumere, ha
destato la curiosità di verificare in modo

DANTE
sistematico i “luoghi della paura” della
Divina Commedia. Una curiosità che po-
trebbe facilmente diventare una traccia
didattica, un modo poco tradizionale ma
forse più stimolante per avvicinare i gio-
vani ai classici. I riferimenti sistematici ai
le immagini sono tratte dalla
singoli canti sono stati già sopra elencati, Divina Commedia illustrata da Gustave Dorè
qui di seguito proveremo ad inserirli nel
contesto ed a fare qualche riflessione. si avvertono pericoli imminenti. Anche Dante è più preoccupato di salvare la sua
Le prime “tre paure” del poeta sono pro- le famigerate tre bestie, per quanto poco anima piuttosto che il suo corpo.
vocate dal terrificante aspetto della selva rassicuranti, sono piuttosto statiche e Mostrare debolezza nei confronti dell’ira-
oscura; poi, a turbare Dante, è la vista del fanno pensare, più che alle inquietanti condo Filippo avrebbe sminuito la ferma
presenze di Lost, ai mostri di pietra delle
cattedrali romaniche.
C’è, invece, nell’ottavo canto, un episodio
che ci avrebbe preoccupato di più. Dante,
traghettato dal diavolo Flegiàs attraverso
la palude Stigia, riconosce un suo concit-
tadino, Filippo Argenti, immerso nelle
acque paludose insieme agli altri iracondi
come lui. Nonostante sia sporco di fango
e deturpato dalle ferite che gli iracondi
si infliggono vicendevolmente, Dante lo
riconosce e, si direbbe oggi, lo provoca,
leone e della lupa. chiamandolo spirito maladetto e mo- condanna che incombe sul personaggio e
Nel secondo canto è Beatrice a fare riferi- strandosi ben contento delle sofferenze a sul suo peccato. La stessa cosa avverrà nel
mento alla paura del suo protetto. L’ange- cui è condannato. A questo punto Filippo canto XXXIII, quando Dante promette
lica donna, chiedendo a Virgilio di accom- Argenti allunga le braccia, intenzionato, a frate Alberigo dei Manfredi di Faenza
pagnare verso la salvezza il suo sfortunato probabilmente, a rovesciare la barca o, di scrostargli il ghiaccio che ha sugli oc-
amico, prima lo elogia e poi gli riferisce, comunque, a regolare i conti con Dante, chi (e che gli impedisce di sfogare il suo
per impietosirlo, che Dante, per paura, sta ma Virgilio lo ricaccia dentro la palude e dolore con le lacrime) ma poi non man-
ritornando verso la selva, rischiando di poi si spende in lodi per il nostro poeta, tiene la promessa, dicendoci, per inciso,
perdersi per sempre. lo bacia e benedice pure sua madre che lo e cortesia fu lui esser villano.
Nel settimo canto sono le grida blasfeme ha messo al mondo. Se si vive una vita in armonia con le leg-
e misteriose di Pluto, il demonio custode Noi moderni restiamo sorpresi per una gi di Dio, ribadisce Dante, non si può
del quarto cerchio, ad intimorire Dante; tale mancanza di pietà, ma per Dante mostrare debolezza nei confronti di chi,
non è ancora abbastanza. Così si rivolge
a Virgilio e gli esprime un desiderio che
per noi sarebbe inconfessabile: ...mol-
to sarei vago/ di vederlo attuffare in
questa broda/ prima che noi uscissi-
mo dal lago (Inf. VIII, vv.52-4).
La risposta di Virgilio è dello stesso teno-
re: prima di abbandonare la barca Dante
potrà godere dello spettacolo che esaudi-
rà il suo desiderio; Filippo verrà assalito
da uno stuolo di altri iracondi che gli sal-
come frate Alberigo, ha commesso l’atro- sando al valoroso Harry Potter che caval- di macelleria umana: sangue, ossame,
ce delitto di fare uccidere gli ospiti di un ca lo scorbutico ippogrifo Fierobecco... minugia (cioè budella), corata (fegato,
suo banchetto ed evidentemente neppu- la letteratura è piena di queste citazioni milza e polmoni) e perfino (ma l’elenco
re di chi, come Filippo Argenti, è respon- e forse, come nella chimica, nulla si crea potrebbe continuare) quel tristo sacco
sabile delle continue lotte fra Comuni. e nulla si distrugge. Virgilio invita quin- che merda fa di quel che si trangugia
Si tratta di due peccati che costituivano di Dante a sistemarsi davanti a lui (per (lo stomaco).
per Dante un obiettivo sensibile contro evitargli le insidie della coda), ma il po- Alla fine del suo viaggio nell’Inferno,
cui schierarsi, un nervo scoperto che vero poeta è in preda al panico. Si sente prima di incontrare Lucifero, Dante ha
provoca in lui dolore e sdegno, molto più i brividi della febbre, ha le unghie livide paura alla vista di molti giganti, immobi-

di altre infrazioni alle leggi divine (pen- e trema. C’è però una cosa che lo spinge li e bloccati come torri di una fortezza.
siamo al diverso trattamento riservato a a salire in groppa al mostro: si vergogna La loro grandezza testimonia la loro pre-
Francesca). a comportarsi da vigliacco davanti a Vir- sunzione e la loro immobilità è la giusta
Un altro ostacolo farà cadere Dante nel- gilio! punizione per chi ha osato ribellarsi alle
lo sconforto da lì a poco: i più di mille Il posto è angusto e il volo non può essere leggi umane e divine. Nell’ultimo canto
diavoli che presidiano la città di Dite dei più panoramici, sarà per questo che Dante scrive che la paura suscitata da
vogliono far entrare solo Virgilio; il pove- Dante (a differenza di Harry Potter) non quelle ultime visioni riaffiora ancora nel
ro Dante tornerà indietro da solo, se ne si distrae e non riesce a vincere la paura. comporre i suoi versi.
sarà capace. Ma la paura dura ben poco: Pensa ai pochi voli, tutti sciagurati, che La visione di Lucifero lo lascia in stato
un angelo, con modi piuttosto sbrigativi, gli possono venire in mente (Fetonte, catatonico (Io non mori’ e non rimasi
aprirà la porta, rimprovererà i diavoli e Icaro) e sente il vento colpirlo al viso dal vivo; XXXIV,25), ma ad impressionare
se ne andrà senza nemmeno rivolgere lo basso verso l’alto. Poi Gerione, come una noi lettori non è tanto l’enorme mole del-
sguardo ai due poeti. specie di ascensore, lo depone nel fondo lo ‘mperador del doloroso regno, quan-
A confermare quanto sopra ricordato a dell’ottavo cerchio e vola via. to piuttosto l’ultima paura di cui si parla
proposito del diverso atteggiamento di Nei canti XXI e XXIII la paura di Dan- nell’Inferno: quella della terra che, per
Dante nei confronti dei peccatori c’è la te è suscitata dagli scalcinati diavoli evitare il contatto con l’angelo ribelle, si
“nona paura” di Dante. Stavolta lo tro- delle malebolge. L’umanità degradata si ritrae, precipitosa, nell’altro emisfero.
viamo tra i sodomiti. Dopo un affettuoso rispecchia in questi demoni che, già nei Molto meno numerosi sono gli spaventi
incontro col suo maestro Brunetto Lati- nomi, manifestano la loro indole volgare di Dante nel Purgatorio. Nulla di mo-
ni, il poeta ritrova tre suoi concittadini e scioccamente aggressiva: Malebranche, struoso, ovviamente, fatta eccezione per
(Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi e Malacoda, Scarmiglione, Barbariccia, il serpente che ogni giorno arriva nella
Iacopo Rusticucci). Virgilio afferma che Graffiacane ecc.. valletta dell’Antipurgatorio e, senza mai
con loro si deve essere cortesi e Dante Le parole usate da Dante sono plebee e variazioni nel copione, viene cacciato via
riesce a stento a trattenersi dall’abbrac- poco musicali; alla fine del ventunesimo da due angeli. Dante è così intento ad
ciarli, bloccato dalla paura di scottarsi canto i diavoli non comunicheranno nep- osservare il serpente che non si accorge
sotto le falde di fuoco che cadono dall’al- pure più con quelle ed useranno, con un neanche di come abbiano fatto, ma le
to come neve e che devastano con piaghe
nuove e vecchie le loro membra.
codice ben condiviso, pernacchie e sco-
regge. Stavolta è proprio Dante ad intui-
anime che gli stanno attorno non paiono
per nulla impressionate; e come avrebbe-
17
Nel canto XVII la paura di Dante si fa re, dai loro ammiccamenti, che i diavoli ro potuto, visto che si trattava dell’enne-
per noi più comprensibile. Bisogna su- stanno per farsi beffe di lui e di Virgilio sima replica?
perare un terribile burrone e c’è un solo che, invece, dà loro credito e solo in ex- La prima volta che Dante usa la parola
modo per farlo: volare sulla groppa di un tremis riuscirà a portare Dante in salvo “paura” nel Purgatorio è nel secondo can-
essere mostruoso con volto di uomo, bu- nella bolgia successiva. to. Catone, il severo custode, interrompe
sto di serpente, zampe pelose, grandi ali Nel canto XXVIII la paura somiglia al l’estasi delle anime assorte nell’ascolto
e, nascosta, una coda di scorpione pronta disgusto. Questo canto oggi si defini- del canto di Casella, ricordando loro che
a colpire a tradimento. Molti lettori un- rebbe pulp, dato che gronda, fin dalle de- non sono lì per divertirsi. Come colombe
der 18 potranno immaginare la scena pen- scrizioni iniziali, di ogni sorta di articolo che lasciano il pasto, distolte da un forte

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
spavento, così tutti si allontanano in fret- e cerca con lo sguardo il consenso della che aveva visto ardere nelle pubbliche
ta. Dante leggerà nel volto di Virgilio il sua guida. esecuzioni. Virgilio cerca di spronarlo in
rimorso per essersi fatto distrarre anche La “sesta paura” della cantica riguarda tutti i modi: gli dice che lo accompagne-
lui; il nostro poeta lo ammira per questo, proprio Stazio, che, pur essendosi con- rà, come aveva fatto con Gerione; am-
ma non sembra per nulla turbato dall’ac- vertito al Cristianesimo (ed anche di mette che forse un po’ soffrirà ma che di
caduto, né si sente in colpa. Eppure era questo rende merito a Virgilio), tenne certo non potrà morire e, quand’anche ci
stato proprio lui a chiedere all’amico Ca- nascosta la sua fede, terrorizzato dalle stesse dentro mille anni, il fuoco non gli
sella di cantare qualcosa e di Dante sono persecuzioni di Domiziano. Per questo brucerebbe un capello.
le parole della canzone. Ci fosse stata la ha scontato una pena di 400 anni nel cer- Lo invita anche ad avvicinarsi con caute-
SIAE avremmo potuto pensare ad un chio degli accidiosi. Considerando che la ed a mettere vicino il suo mantello, per
18 tornaconto personale, ma forse è solo or-
goglio di paroliere.
il poeta morì alla fine del I secolo d.C. e
che il viaggio di Dante avviene nel 1300,
rendersi conto che non brucerà.
Dante ci riflette, sa che Virgilio ha ra-
La paura del canto IX viene vissuta in se ne deduce che Stazio ha scontato i gione ma non ce la fa: è pietrificato dalla
sogno. È l’alba e il poeta sogna di essere suoi peccati con circa 1200 anni di Pur- paura. Virgilio le ha provate tutte ma, alla
afferrato da un’aquila e portato talmente gatorio. In fatto di pene detentive Dante fine, gioca la mossa vincente e dice or
in alto che sta per scottarsi dentro una non conosceva proprio le mezze misure! vedi, figlio: tra Beatrice e te è questo
sfera di fuoco. Per lo spa- muro (vv. 35-6); solo quel
vento si sveglia e, siccome muro di fuoco lo separa da
nel Medioevo i sogni che Beatrice: è proprio sicuro,
si facevano all’alba erano Dante, di non poterlo at-
veritieri, Dante saprà da traversare?
Virgilio di essere stato A sentire quel nome ogni
portato in volo da Santa resistenza è vinta e Virgi-
Lucia su per la montagna, lio sorride, perché lo ha
superando un grande di- convinto come si fa con
slivello. i bambini, ai quali si pro-
Molto più concreta è la mette un dolce frutto.
paura manifestata nel La paura, in Paradiso, vie-
colloquio con l’invidiosa ne citata tre sole volte e,
Sapìa (canto XIII): Dante considerato il luogo, sem-
sa di essere stato talvolta brano anche troppe. Nel-
invidioso (e quindi toc- l’XI canto viene richia-
cherà anche a lui passare mata in modo alquanto
qualche secolo con le pal- macchinoso quando Tom-
pebre cucite ed un ruvido maso d’Aquino, tessendo
mantello addosso), ma sa l’elogio della povertà di
di meritarsi un castigo san Francesco, ricorre ad
maggiore per aver pec- una citazione di Lucano
cato di superbia. Manife- che afferma che Cesare
sta quindi la paura per il non riuscì a farla provare
tormento di sotto (cioè al poverissimo Amiclate.
per la pena da scontare In seguito, nel XV, Dante si
nel cerchio sottostante) lascia andare alla nostalgia
e sente già sulle spalle il dei bei tempi che furono,
peso opprimente dei mas- quando la bellezza femmi-
si che, fra capo e collo, nile non chiedeva gonne
opprimono i superbi. fregiate, cinture, catenelle e
Nei canti XXI e XXII c’è l’incontro con Nei canti III e XXX Dante ha paura di corone, e quando la nascita di una figlia fem-
il poeta Stazio, preceduto, nel XX, da essere stato abbandonato da Virgilio e ne mina non era ancora causa di paura per il pa-
un forte terremoto che scuote la mon- cerca il conforto. Lo impaurisce anche, dre che doveva approntarle la dote.
tagna. Questo poeta latino, vissuto quasi nel canto XXIX, la visione di San Paolo, L’ultima paura la ritroviamo nel canto XXVI.
un secolo dopo Virgilio, è rimasto 500 armato di una lucida spada; confusione Per la prima volta nel poema, nonostante tut-
anni nella quinta cornice per avere sper- e paura gli provocheranno le incalzan- ti i pericoli affrontati, Dante è stato colpito
perato il suo denaro ed il terremoto ha ti domande di Beatrice (XXXI) che gli nel fisico: la visione di san Giovanni lo ha
segnato la sua definitiva liberazione dai rimprovera lo sbandamento avuto dopo abbagliato, non riesce più a vedere Beatrice
peccati. Presentandosi ai due viaggiatori, la sua morte. e teme di aver perduto la vista. Ma il santo
dice di essere vissuto al tempo dei Flavi Ma la prova più terribile che dovrà su- lo rassicura: la vista tornerà poco a poco;
ed aggiunge che, come scrittore, ebbe a perare nel Purgatorio, paragonabile al nel frattempo Dante può “compensare” la
modello l’Eneide e, se gli fosse stato con- volo dell’Inferno in groppa a Gerione, momentanea cecità con il ragionamento.
cesso di conoscerne l’autore, volentieri Dante ce la racconta nel XXVII canto. Questo consiglio ci sembra validissimo an-
sarebbe rimasto in Purgatorio un altro Un muro di fuoco lo separa dall’Eden; il che oggi. Ragionando forse non si vincono
anno. poeta lo sa, ma non ha il coraggio di at- immediatamente tutte le paure, ma si evita
Dante sorride, ma ha timore di rivelare traversarlo: ha fissa in mente l’immagine sicuramente di farsi prendere dal panico, che
a Stazio che Virgilio è proprio lì davanti dei corpi degli uomini condannati al rogo è causa di mali peggiori. Grazie, Dante!
U PAURA
n giovane cane dalmata che fug-
ge via terrorizzato da un giocat-
tolo semovente che riproduce

POTERE
in piccolo un esemplare della propria
specie, perlopiù non manca di suscitare
divertimento nelle persone che assisto-
no alla scena. Analoga reazione accoglie

AFFARI
l’abbaiare di un cagnolino spaventato da
un palloncino a forma di delfino legato al
carrozzino di un bambino.

E STRAGI
La fuga del primo e l’aggressività del
secondo appaiono comiche in quanto
risultato di un equivoco, di un inganno
circa una minaccia, un pericolo in real-
tà inesistenti, oltretutto connessi ad un

DI STATO
nemico non solo falso, ma anche in som-
mo grado innocuo.
Ma, prima e più che causa di ilarità,
quei comportamenti dovrebbero costi-
tuire materia di riflessione, dato che la
paura è una condizione, un sentimento,
un istinto, che riguarda la specie umana
quanto gran parte o, forse, la totalità de-
gli altri animali. considerarsi fattori di importanza fon- da sperare, non proprio uguali ed altret-
Il nuovo, l’estraneo, il diverso, l’ignoto, damentale nella evoluzione dell’uomo e tanto ingenui.
l’incomprensibile non spaventano soltan- delle società umane, come in quella degli Inoltre, le società umane, a differenza
to gli animali, ma anche gli uomini incor- animali e delle loro collettività. di quelle degli altri esseri viventi, sog-
rono nello stesso tipo di reazioni. È da Dire che la paura e l’aspirazione a con- giacciono ad un ulteriore pericolo: la
ritenersi, del resto, del tutto improbabile dizioni di sicurezza fanno parte della possibilità che le loro basi istintuali
che una specie incapace di concepire la base istintuale anche della specie umana vengano sfruttate a fini di accumulazio-
paura e gli opportuni comportamenti di equivale ad affermare che anch’essa deve ne di potere e di ricchezza e di raffor-
difesa, di fuga o di aggressione nei con- guardarsi da possibili derive autodistrut- zamento di posizioni di dominio e di
fronti del proprio predatore possa aver tive e da comportamenti altrettanto irra- sfruttamento.
conseguito condizioni di sopravvivenza e zionali quanto quelli degli altri animali. Questo pericolo non riguarda soltanto
quindi essere sopravvissuta. Insomma, anche gli esseri umani possono i conflitti interni ed internazionali a
In altri termini, appare pressoché certo incorrere ed incorrono in errori, equivoci fini di potere politico, ma i campi più
che la paura e la conseguente aspirazio- ed inganni simili a quelli in cui cadono i diversi, compresa la possibilità di susci-
ne a condizioni di sicurezza debbano cagnolini di cui essi ridono, anche se, c’è tare e sfruttare il terrore delle epidemie
per la vendita di vaccini o altri farmaci
e rimedi di cui si detengano i brevetti di
commercializzazione.
La paura, infatti, può essere suscitata ar-
tatamente, il nemico può essere, a tale
scopo, inventato e costruito e, quindi,
sostenuto, finanziato, armato, addestra-
to; all’interno della stessa società o na-
zione possono essere prodotte divisioni
e contrapposizioni.
Che non si tratti di un discorso accade-
mico o ipotetico, ma solidamente basato
su fatti reali, è noto a chiunque abbia una
conoscenza anche solo superficiale della
di Francesco Mancini
19
la paura nella
nostra storia
recente

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
storia dell’umanità, in particolare del suo tensione e poi, variamente, degli opposti nota a coloro che li accusarono, anche
ultimo secolo di vita. estremismi e degli opposti terrorismi, in per la presenza di numerosi infiltrati
D’altra parte, fra tutte, proprio la storia quanto consistente in un esercizio siste- della polizia e dei servizi segreti nei loro
d’Italia, in special modo per ciò che con- matico del terrore. gruppi di appartenenza.
cerne il periodo successivo alla seconda Quarant’anni dopo, le risultanze proces- Ascoltato dalla commissione stragi, lo
guerra mondiale, può considerarsi tra le suali ed il lavoro degli storici e dei gior- stesso Taviani disse che l’operazione
più significative ed esemplari in rapporto nalisti d’inchiesta hanno dimostrato che piazza Fontana era stata organizzata da
agli argomenti svolti. l’intera strategia fu concepita ed attuata persone serie e aggiunse che il progetto
Le particolari condizioni politiche e sto- al fine della stabilizzazione al potere del- non prevedeva la strage. (...) se i man-
riche e la posizione geografica dello Stato le forze politiche filostatunitensi. danti erano persone serie, non altrettan-
20 italiano l’hanno reso particolarmente vul- Allo stesso modo, è stato dimostrato l’in- to lo furono gli esecutori (...) Perché,
nerabile ed adatto ad un condizionamen- tervento diretto, e non solo finanziario, o sbagliarono (e cioè per errore fecero
to esercitato facendo leva sul sentimento dei servizi segreti statunitensi, volto, con esplodere la bomba quando la banca
o istinto della paura e sulla aspirazione ogni mezzo, a garantire la permanenza era affollata) o andarono oltre l’incari-
alla sicurezza. dell’Italia nel blocco occidentale e ad im- co ricevuto, trasformando uno dei tanti
Le vicende italiane attuali dimostrano pedire l’accesso del Partito comunista al attentati dimostrativi di quegli anni in
che una accorta ed abile gestione della potere o anche solo nella maggioranza di un massacro. Ipotesi, quest’ultima, più
paura e della sicurezza, con il supporto di governo. probabile della prima.
mezzi di comunicazione di massa asser- Per ciò che concerne specificamente la Resta sempre, però, la menzogna sulla
viti o comunque favorevolmente dispo- vicenda della strage va detto che non è morte di Giuseppe Pinelli, che secondo
sti, fa letteralmente miracoli. affatto vero che non si sia venuti a capo i funzionari e dirigenti della questura di
Ad un paese con elevatissimi tassi di eva- di niente. In realtà, sono stati individua- Milano si sarebbe suicidato perché ri-
sione fiscale e contributiva e di esporta- ti sia i responsabili materiali della strage sultato implicato nella strage, alla quale
zione illegale di capitali ed una fortissi- (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Gian- era invece perfettamente estraneo, come
ma incidenza dell’economia in nero o carlo Rognoni) sia i mandanti (Franco essi sapevano benissimo.
in mano alla malavita organizzata, viene Freda e Giovanni Ventura). In Italia chiunque parli di complotti vie-
fatto credere che il suo problema prin- Il fatto che, per motivi procedurali, i pri- ne irriso e gratificato della qualifica di
cipale è costituito dalla immigrazione mi tre siano stati assolti e, in virtù delle “dietrologo”; e allora, se non complotto,
clandestina. vicende processuali pregresse, gli ultimi come andrebbe definito quello posto in
Inoltre, mentre i dati di organismi mini- due siano risultati non più condannabili, atto contro Valpreda e Pinelli?
steriali, Istat e Inps evidenziano l’impor- non significa che non
tanza dell’apporto degli immigrati in rap- sia stata accertata la
porto ad essenziali esigenze produttive, verità su quella tragica
sociali e previdenziali, i cittadini vengono vicenda.
sempre più convinti della necessità della È stato inoltre pro-
loro espulsione dal territorio nazionale. vato, come dichiarò
Oltre a ciò, a fronte di una consistente Paolo Emilio Taviani,
flessione evidenziata dalle rilevazioni re- allora vicepresidente
lative ai livelli di criminalità, l’opinione del consiglio, che la
pubblica appare sempre più convinta del bomba di piazza Fontana
crescente aggravamento di tale proble- è stata messa con la coper-
ma, che perlopiù viene associato a quello tura dei servizi segreti,
dell’immigrazione clandestina. ma non avrebbe dovuto
È un fatto che tutto ciò consente il esserci la strage, perché la
permanere e prosperare di una classe banca all’ora dello scop-
dirigente e di un apparato di sicurezza pio avrebbe dovuto essere
pletorici, farraginosi ed inefficienti, so- chiusa.
stanzialmente parassitari, che però ven- In altri termini, a tan-
gono presentati come indispensabili per ti anni di distanza dai
il mantenimento di condizioni di sicu- fatti, anche le senten-
rezza e benessere sociale. ze della magistratura
Occorre dire che in un passato non tanto hanno riconosciuto la
lontano le cose sono andate verosimil- fondatezza delle accu-
mente molto peggio. se di quanti all’epoca
Nel lungo periodo caratterizzato, a livello dei fatti ritennero che
internazionale, dalla politica dei blocchi si trattasse di una stra-
contrapposti a guida statunitense e so- ge di Stato.
vietica, la storia d’Italia ha visto l’infittir- In ultimo, le indagini
si di episodi tragici, quali stragi, scontri e le sentenze hanno
di piazza, progetti e tentativi di colpi di accertato non solo che
stato e terrorismo. gli anarchici erano del
Con la strage di piazza Fontana a Mila- tutto innocenti, ma
no, nel dicembre del 1969 si avviò quella che tale circostan-
che sarebbe stata definita strategia della za era perfettamente
N
ell’autunno del 1969, il demo- parteneva erano
cristiano Mariano Rumor era del tutto estranei
presidente del consiglio di un alla strage di piaz-
governo monocolore democristiano; il za Fontana.
socialdemocratico Giuseppe Saragat era È sufficiente, al ri-
presidente della repubblica. guardo, rammen-
Il 4 luglio di quell’anno, la componente tare che del grup-
socialdemocratica saragattiana si era se- po — non più di
parata dal Partito socialista italiano, dan- 10 membri — cui
do vita al Partito socialista unitario (Psu). fu attribuita la re-
Alle 16,37 del 12 dicembre una potente sponsabilità della
bomba alla gelignite viene fatta esplo- strage, facevano
dere nel salone affollato della sede del- parte un agente di
la Banca Nazionale dell’Agricoltura, in P.S. (Salvatore Ip-
piazza Fontana, a Milano. Il bilancio polito, referente
delle vittime è di 17 morti, di cui uno de- diretto del capo
ceduto successivamente, e 86 feriti. dell’ufficio politi-
Nei giorni successivi alla strage, solo a co della questura
Milano, sono 84 le persone fermate tra di Roma), un con-
anarchici, militanti di estrema sinistra e fidente del SID
due appartenenti a formazioni di destra. - Servizio Infor-
Il primo ad essere convocato è il ferro- mazione Difesa (il
viere anarchico Giuseppe Pinelli, ferma- neofascista Stefa-
to dalla polizia e convocato in questura no Serpieri) ed il
poche ore dopo la strage. nazifascista Mario
Dopo tre giorni di interrogatorio non Michele Merlino,
gli viene contestata alcuna imputazione che, dopo il suo
eppure non viene rilasciato; ad interro- arresto, divenne il
garlo è il commissario Luigi Calabresi, principale colla-
il quale guida l’inchiesta sulla strage. In- boratore della po-
torno alla mezzanotte del 15 dicembre, lizia ed accusatore
Pinelli viene trovato morto nel cortile di Valpreda.
della questura, dopo essere precipitato Valpreda rimase detenuto, insieme ad al- nacciava di liquidare la paura della rivolu-
dalla finestra della stanza dell’interro- tri componenti del suo gruppo, fino al 30 zione sulla quale essi avevano puntato. Quelli
gatorio, che si trovava al quarto piano. dicembre del 1972, allorché fu liberato a che hanno fatto esplodere le bombe in Italia
La versione ufficiale parla di suicidio; gli seguito della approvazione da parte del hanno rinverdito questa paura. Dal terrori-
inquirenti cercarono di far credere che Parlamento della legge 773 (cosiddetta smo dell’estrema destra, anche la destra ‘mo-
Pinelli si fosse tolto la vita perché coin- “Legge Valpreda”). Il 14 dicembre 1969, derata’ può trarre vantaggio”. Nel contesto
volto nell’attentato alla Banca nazionale il settimanale inglese “The Observer”, dell’articolo dell’ “Observer” appare per
dell’Agricoltura. nel commentare la situazione politica la prima volta l’espressione strategia della
Lo stesso giorno, all’interno del tribuna- italiana all’indomani della strage e degli tensione, a significare che quanto avvenu-
le di Milano, era stato arrestato Pietro altri attentati di Milano e Roma, traendo to in Italia è il risultato di precise scelte
Valpreda, un ballerino anarchico, accu- spunto dalla nascita del Psu, aveva scrit- politiche, coerentemente organizzate al-
sato della strage e oggetto di riconosci- to: “ I motivi di Saragat nel creare la scissio- l’interno di un disegno preordinato.
mento, a dir poco pilotato, da parte del ne erano evidentemente sottili. Egli cercava Le risultanze processuali hanno infine
tassista Cornelio Rolandi, il quale riten- non tanto di influenzare i socialisti quanto dimostrato la fondatezza della tesi for-
ne di individuarlo come il passeggero da di spingere a destra la Democrazia Cristia- mulata dal settimanale inglese nell’im-
lui trasportato il pomeriggio del 12 di- na. Il calcolo era che il governo Rumor fosse mediatezza dei fatti: la strage fu effet-
cembre nei pressi della Banca Nazionale costretto alla resa dall’agitazione sul fronte tuata ad opera dei neofascisti di Ordine
dell’Agricoltura in piazza Fontana. industriale, che le elezioni anticipate venisse- Nuovo, con l’appoggio, la copertura, la
Si è accertato al di là di ogni dubbio, ro tenute nell’anno nuovo e che la paura del supervisione e i depistaggi dei servizi se-
anche a seguito di numerose sentenze comunismo cancellasse alle urne la sinistra greti italiani e statunitensi.
giudiziarie, che polizia, servizi segreti e democristiana. Ma tale proposito non si è av- di F. M.
neofascisti erano perfettamente al cor- verato ... Per l’intero schieramento di destra, 21
rente che Valpreda ed il minuscolo grup- dai socialisti saragattiani ai neofascisti, l’ina-
po anarchico romano “22 marzo” cui ap- spettata moderazione dell’autunno caldo mi-

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l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

la paura
U NA GIORNATA
IN S ICUREZZA
contrastata:
la sicurezza
fronte a questi pericoli, agisco in ho dimenticato il casco e devo andare
22 modo da mettermi al riparo da ogni in motorino. Stamani sono un po’ in ri-
di Giuseppe D’Angelo possibile danno. tardo. Di solito anticipo l’uscita di qual-
Non utilizzo l’asciugacapelli se sono ba- che minuto per non andare di fretta,
gnato, né tantomeno in prossimità della evitando i pericoli di una guida veloce e

È
l’alba di un nuovo giorno. Mi pre- vasca da bagno piena d’acqua; e se uti- situazioni di stress.
paro ad affrontare una nuova gior- lizzo la cucina verifico con attenzione il Sono a scuola: oggi le lezioni sono de-
nata. Prima di iniziare le attività, corretto posizionamento delle manopole dicate alla sicurezza. Ogni docente, in
nel silenzio della mattina, mi è più facile del gas. Piccoli accorgimenti, ma essen- base alla materia di insegnamento, trat-
pensare e riflettere. ziali per la mia sicurezza. terà argomenti riguardanti la sicurezza
Tra un pensiero ed il successivo mi chie- Ora che ci penso, i miei genitori hanno sui luoghi di lavoro.
do cosa significhi “sicurezza”. E mi ri- incaricato un tecnico specializzato ed Il professore di Diritto, nell’ambito della
cordo che il termine “sicuro” proviene abilitato ai sensi della legge 46/90, di ve- Costituzione, richiama l’articolo 35, che
dal latino securus, ossia tranquillo, senza rificare gli impianti di casa, e questo fran- recita: La Repubblica tutela il lavoro
preoccupazioni. Mi alzo con un convin- camente mi conforta. Sull’uscio del mio in tutte le sue forme ed applicazioni
cimento: durante la giornata valuterò la appartamento incrocio la portinaia che ed aggiunge che Cura la formazione e
mia “cultura della sicurezza”. sta finendo di lavare la scala. La saluto e l’elevazione professionale dei lavora-
Preparandomi ad uscire, mi accorgo che lei mi risponde aggiungendo: stai atten- tori. Parla poi dell’art. 41, dove esplicita-
sono contornato da rischi che, per super- to, il pavimento è bagnato! Raccolgo la mente si dichiara che l’iniziativa econo-
ficialità, non avevo valutato. L’elettricità, raccomandazione e trovo il modo di pas- mica, Non può svolgersi in contrasto
ad esempio, o il gas: e pensare che con- sare nei riquadri più asciutti. con l’utilità sociale o in modo da re-
sideravo la mia abitazione il luogo più Meno male che calzo le mie scarpe di care danno alla sicurezza, alla liber-
sicuro al mondo! gomma: oggi ho lezione di educazione tà, alla dignità umana e si sofferma
La riflessione susseguente è che, di fisica! Caspita, devo tornare indietro, infine sulla funzione sociale assegnata

Charles C. Ebbetts, Pausa sul Rockfeller Center N.Y. 1932


Charles Chaplin - Fotogramma da Tempi moderni - 1936 ne di scienze riguarda la salute dei lavora-
tori nei luoghi di lavoro.
L’insegnante ci ricorda che una corretta
igiene induce a comportamenti “sensati”
durante l’attività lavorativa.
Ci fa notare, ad esempio, l’atteggiamento
di un benzinaio che fuma mentre effettua
il rifornimento, mettendo così a repenta-
glio la sua incolumità e la nostra.
In questo gesto si nota anche la mancan-
za di igiene, e la sigaretta diventa veicolo
di ingestione di sostanze nocive.
La sicurezza si occupa anche della pre-
venzione di malattie che si manifestano
in ambienti insalubri e privi di dispositivi
per evitare il verificarsi di patologie tal-
volta anche gravi.
Penso al carrozziere sotto casa mia che
senza alcuna protezione respira i vapori
delle “sue vernici”: mentre ripara le vet-
ture degli altri distrugge i suoi polmoni.
alla proprietà dall’art. 42. impegnativa del solito. Si parla di lavoro
Si parla della figura del medico compe-
Ci dice che ai nostri giorni si parla di al videoterminale. Scopro che stare da-tente in azienda. Ha la funzione di met-
sicurezza come se sull’argomento si vanti al computer fa correre rischi mica
tere in allerta il lavoratore sulle malattie
fosse legiferato di recente. Ma già agli da ridere. Vengo a conoscenza di termini
che potrebbe contrarre nel corso della
inizi degli anni ’50 il legislatore si era nuovi: ergonomia, postura, disturbi mu-sua attività lavorativa e su cosa fare per
prodigato nella emanazione di norme scolo scheletrici, tunnel carpale. prevenirli. La lezione si conclude al suo-
per contrastare le cosiddette “morti Comincio ad avvertirne i primi sintomi.no della campana che sancisce la fine del-
bianche”, con i Dpr n°55 del 1957 e n° Che succede? l’attività scolastica.
303 dell’anno successivo. Suoni persistenti della campana av- Ritorno a casa. Alla televisione il tele-
Il boom economico aveva portato ad vertono che è avviata l’evacuazione di giornale comunica l’ennesima morte sul
una crescita del lavoro nell’industria emergenza. In un attimo mi ritornano lavoro. Da oggi mi accosto alla notizia
e nelle costruzioni e questo si riper- in mente le esercitazioni di evacuazione
con una sensibilità più spiccata e con-
cuoteva inesorabilmente con infortuni e le norme che ormai abbiamo impara- vinto che devo costruirmi una adeguata
molte volte mortali. to ad osservare in modo quasi automa- “cultura della sicurezza”.
Le norme degli ultimi anni, decreto legi- tico. Stiamo simulando la procedura di Un giorno sarò un lavoratore e salutando
slativo n. 626 del 1996 ed il Testo Unico abbandono delle aule in caso di incen- i miei bambini la mattina, all’inizio di una
sulla sicurezza dell’anno scorso, emana- dio, terremoto o situazioni di pericologiornata di lavoro, devo avere la certezza
te per armonizzarsi con quelle europee, in genere. Ricordo che la prima volta di poterli riabbracciare la sera.
introducono il concetto di sistema della che mi hanno parlato di
sicurezza che pone l’accento sull’organiz- questo “piano” ho fatto
zazione del lavoro come fattore di leva gli scongiuri di rito.
per migliorare le condizioni di sicurezza. Nel percorrere i corridoi
Sbuffo perché sentire snocciolare dipier- per raggiungere l’uscita,
re e decreti legislativi non corrisponde mi accorgo del gran da
alla mia idea di piacere, ma soffoco lo fare dei bidelli che, tra l’al-
sbadiglio e spero che il prof non se ne ac- tro, hanno al braccio una
corga. Meno male che suona la campana! fascia rossa oppure verde.
Nuova ora di lezione, nuovo approccio Sono gli addetti all’emer-
all’argomento. Siamo all’economia azien- genza e all’antincendio.
dale ed ai costi della sicurezza in azienda. Mi ritrovo fuori nel cosid-
Le società che adottano modelli della si- detto luogo sicuro (sem-
curezza allineati alla normativa ne trag- mai ce ne fossero). Con i
gono benefici in termini di immagine e compagni si scherza e si 23
produttività. Se un lavoratore subisce sghignazza sull’argomen-
un infortunio resterà fuori dal proces- to, ma siamo convinti che
so produttivo e non è facile trovare un queste prove sono impor-
sostituto, con la stessa esperienza; ciò si tanti perché ci prepara-
ripercuote sulla produttività. no ai comportamenti da
Rifletto un attimo e razionalizzo che un adottare in situazione di
infortunio è anche un costo sociale di cui pericolo, quando il pani-
tutti siamo “costretti” a farcene carico. co potrebbe prendere il
E chi se lo immaginava! sopravvento. Cos’è cambiato? - Anonimo 2009
La lezione di informatica di oggi è meno Al ritorno in aula la lezio-

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

la paura
CHI E’ IL NEMICO?
in casa
24
di A. L. D.

H
o sempre pensato che tra vede-
re e guardare ci fosse una gran-
dissima differenza. Guardare è
facile ma cosa vediamo? Ogni cosa è tra-
dotta in un linguaggio adeguato, ma solo
tra tutti i linguaggi che possediamo. Per
chiarire basta pensare ad un daltonico.
Lui guarda ma VEDE qualcosa di to-
talmente diverso da quello che guardia-
mo/vediamo noi. E l’unica differenza è la
frequenza. Se i daltonici fossero la quasi
totalità delle persone, ad essere daltonici
sarebbero quelli che ora sono considerati
normali. Sì, lo so, è ovvio per tutti..... ma
solo se ci pensiamo.
Vale per qualunque difetto visivo, spes-
so corretto con strumenti. Meno evi-
dente risulta il fatto che usiamo sempre
uno strumento perché c’è un solo modo di
guardare vedendo ed è di usare una len-
te. Lo facciamo TUTTI senza esserne
consapevoli. La lente della cultura in cui
viviamo, dei nostri pregiudizi, delle no-
stre esperienze.
Interrogarsi sulla lente che decifra il mon-
do per noi è saggio. Scegliere una lente
interpretativa adatta al nostro modo di
essere è consapevolezza. Se tutti usano
una lente, se è indispensabile usarne una, Il tuo viso esiste fresco
quale scegliere e sceglierla bene diventa di Felisiano Bruni - Rumore Collettivo
un preciso dovere etico.
Io, consapevolmente, ho scelto il femmi- tiamo a capirne le radici. E poi, con Tutte le donne hanno paura degli uomini!
nismo. La storia è tutta un susseguirsi di grande sorpresa, scopriamo che sono Così cominciammo a chiederci perché.
violenze e prevaricazioni di un gruppo comuni ad altri/e. Perché, soprattutto, il riso maschile fosse
su un altro più o meno differente. Ma la Da bambina, da ragazzina, andavo a percepito da tutte noi come minaccioso.
sopraffazione e le violenze più globali e scuola da sola e spesso sentivo commen- Tra letture e discussioni, credemmo di
sempiterne sono quelle effettuate dagli uo- ti, frasi disturbanti. trovare una risposta.
mini contro le donne. Per anni mi sono Gli uomini che me li dicevano mi faceva- Esiste una memoria storica delle don-
sentita chiedere, con tono tra scandaliz- no paura. E mi facevano paura anche gli ne fatta di violenze e prevaricazioni.
zato ed incredulo, ‘ma lei E’ femminista?!’ uomini che mi guardavano in silenzio. So benissimo che non tutti gli uomini
Ad un certo punto mi sono davvero stu- E mi facevano ancora più paura se erano dicono frasi oscene alle ragazzine, che
fata di chiarire che il femminismo non è in gruppo e, soprattutto, se ridevano. non tutti gli uomini che ridono in grup-
il ridicolo dibattito su chi lava i piatti o Non ne capivo il motivo, non sapevo po sono pronti a violentare le donne.
chi fa riparare la macchina. perché. Ma sentivo il cuore che mi bat- Ma la paura istintiva e generalizzata che
Il femminismo è una lente e permette teva, abbassavo la testa, acceleravo il suscitano nelle donne dovrebbe indurli
meglio di molte altre di vedere più chia- passo, ignoravo quello che sentivo, frasi a riflettere su se stessi.
ramente, di leggere il mondo. volgari, brutali. Da un mini sondaggio fatto tra ragazze
Siamo chiusi nella rete dei nostri pen- Finché lessi, anni dopo, un articolo di risulta che la situazione non è cambiata
sieri e pensiamo che siano particolari, una femminista storica che diceva le stes- affatto, non c’è stata nessuna evoluzione
unici, talvolta ci sembrano strani, sten- se cose! E tutte le altre le confermavano. in direzione di un maggior rispetto ver-
so le donne. Addirittura mi è stato detto perché mai io abbia dato due esami al- Se le donne prendessero atto di questa
che c’è una maggiore aggressività e non l’università, perché abbia studiato tante triste realtà, trasversale alle razze, alle
c’è più il riguardo verso le donne-in-com- formule irte di integrali, se tutto si riduce etnie, alle classi sociali, sarebbero molto
pagnia-di-un-uomo. ad un discorso di un pollo, mezzo pollo. più caute e diffidenti e, forse, meno pron-
Gli uomini riflettono poco sulle respon- TUTTI conoscono questa definizione te a perdonare gesti violenti che amano
sabilità di genere. Si sentono disturbati, che mette in ridicolo una scienza che, scambiare per prove d’amore da cui si
offesi, scuotono la testa e si rifugiano pur nelle sue approssimazioni, è l’unico sentono gratificate. La cosa più triste è
nell’individualismo ‘rispondo solo dei modo per avere un’immagine globale del- che le donne non hanno abbastanza paura
miei atti e comportamenti’, dimenti- la realtà in cui viviamo. degli uomini. Sprecano la propria paura
cando la LORO memoria storica. Non Se prendessimo un po’ più sul serio le per gli sconosciuti, specialmente se diver-
accettano una responsabilità di genere statistiche, forse molte nostre idee ne si, e si affidano ad uomini spesso violenti,
come non accettano una responsabilità sarebbero modificate. caratteristica che sottovalutano.
di razza o di classe sociale. Dimentican- La prima causa di morte per le donne Esistono milioni di uomini che le donne
do allegramente quanto della loro indi- sotto i 40 anni, in tutto il mondo, considerano possessivi, gelosi, talvolta
vidualità poggi su privilegi di genere/co- è la violenza. collerici ma mai vedono per quello che
lore della pelle/classe sociale. L’80% di queste violenze, che oltre alla sono in realtà: violenti e maneschi.
Le donne hanno una memoria storica morte provocano invalidità, dolore ed E vigliacchi, perché prendersela con
più persistente e questo le induce a umiliazioni senza fine, sono effettuate..... persone fisicamente più deboli (donne e
temere gli uomini. dagli uomini che ci amano: mariti in pri- bambini) credo che sia la forma peggiore
E bisogna ammettere che molti uo- mis, amanti, fidanzati, padri, fratelli. di vigliaccheria.
mini danno alle donne ottimi motivi Il posto più pericoloso per una donna..... Cambiare prospettiva, essere meno in-
per farlo. è la famiglia, la propria casa! dulgenti innanzitutto con i propri fidan-
Da bambini, i maschietti sono aggres- Se gli uomini prendessero atto di questa zati/amanti, stare attente, nella consa-
sivi e violenti molto più delle femmi- triste realtà, sorveglierebbero meglio il pevolezza che i segnali d’allarme vanno
nucce che, anche se usano armi più proprio Mr.Hyde. valutati attentamente, dato che possono
sottili, sono abituate a temerli.
Ma, crescendo, le donne cominciano a di-
stinguere tra uomini sconosciuti, e quindi
temibili, e uomini conosciuti e attraenti
e quindi diversi, amabili, amichevoli.
È umano sentirsi attratti dal diverso da
sé, pur cercando il simile. Ed è umano (e
molto femminile) continuare a temere gli
uomini in generale ma amare il proprio,
differente, dolce e tenero uomo.
Che però, spesso, ospita in sé un Mr.
Hyde che non controlla, che non rico-
nosce, che non individua. Perché poco
portato all’auto-analisi, perché superfi-
ciale, perché ottimista sul proprio conto.
Perché non dà molta importanza ai senti-
menti, preso da problemi ben più importanti
(carriera, politica, tasse).
Perché, naturalmente, il problema della
violenza, e soprattutto della violenza sul-
le donne, non riguarda loro ma solo gli al-
tri, persone, popoli, culture diverse. Non
noi ma solo loro, insomma l’altro da sé.
E le donne distinguono anch’esse gli uo-
mini in generale, di cui pensano e parlano
malissimo, dai loro uomini sempre diversi
e meravigliosi.
Non capirò mai perché la gente dia
così poco valore alle statistiche e spe- 25
ro che Trilussa bruci nell’inferno in cui
non credo per un’espressione che, spe-
ro suo malgrado, è rimasta come l’uni-
ca immagine di una scienza serissima,
quale in realtà è.
Il malefico discorso del pollo, banalizzan-
Edvard Munch, Ragazza sulla spiaggia, 1896
te e valido solo come battuta, è l’unica vi-
Acquatinta raschietto e punta secca su zinco,
sione della gente. Appena si cita una sta-
Munch Museum, Oslo
tistica, immancabile appare il pollo come
contrapposizione. Che poi mi chiedo

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
solo peggiorare e mai sparire col tempo, So anche che molti di loro, probabil- gliorerebbe.
probabilmente diminuirebbe il numero mente la maggioranza, se ne vergognano E, incidentalmente, quella delle donne.
di vittime. moltissimo a posteriori ma non riescono In effetti, dato che penso sia del tutto
Ma nulla cambierà realmente se gli uo- a controllarsi. Affrontare il problema in- impossibile eliminare i conflitti della vita
mini non si faranno carico di indagare la vece di negarlo farebbe bene soprattutto familiare, non ci sono altre strade per ri-
propria carica di violenza. Se non daranno a loro. Risparmierebbe chissà quante vite solvere un problema più grave e profon-
per scontato di avere un grosso problema e renderebbe meno sgradevole la vita a do di quello che appare.
con la gestione della propria emotività, milioni di donne ma anche uomini. La parte che arriva alla cronaca nera dei
con il controllo della troppo facile solu- Non credo che un uomo decente possa, quotidiani è, infatti, solo la parte emersa
zione d’ogni conflitto, affibbiare un cef- quando torna in sé, trovare giustificazio- dell’iceberg. La maggior parte, è risapu-
26 fone e poi continuare così. ni al proprio comportamento. Voglio spe- to, viene tenuta nascosta all’interno delle
SO che molti uomini non lo hanno mai rare che si vergogni a morte di se stesso. famiglie, culla d’amore, tenerezza e com-
fatto e mai lo faranno ma.... sono in mag- Se imparasse a gestire i propri sentimenti prensione reciproca.
gior numero, purtroppo, quelli che lo ed a canalizzare la collera in altro modo, Basta sfogliare un giornale per convin-
fanno e lo faranno. la qualità della sua vita certamente mi- cersene.

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IOIONON
NONHOHOPAURA
PAURA
di Katia Arcidiacono

D
opo l’11 settembre 2001 il mondo avere paura, non a non averne. Essa è un bi- tenere consensi, ma è proprio generan-
intero ha dovuto fare i conti con sogno primario, una pulsione basilare, le do un caos controllato che si dissemina
un sentimento normale come la cui cause possono anche essere remote, la paura, l’insicurezza, la diffidenza e si
“paura”: paura di un attentato terroristi- infantili. predispongono le masse al fanatismo.
co, di una pandemia, di una guerra pla- È nella società in cui viviamo che la paura Ai nostri giorni la paura è veicolata dalla
netaria. trova i suoi germi, la società del rischio, propaganda, dai mass media, dagli ingra-
Sono riemerse ataviche paure dell’uomo la società dell’insicurezza, dei timori naggi della lavatrice del cervello, da una
relative all’estinzione, all’autodistruzio- condivisi. guerra psicologica. Ecco che Hillman
ne; il mondo appare pieno di pericoli, di L ’opinione pubblica è portata a credere esprime una delle paure che più attana-
minacce per il genere umano: la radioat- che paure ed insicurezze siano dovute, gliano la nostra società: il collasso della
tività, i rischi nucleari, l’inquinamento, le per esempio, all’aumento della criminali- cultura e dell’educazione, la semplifi-
catastrofi naturali. tà e del terrorismo, ma queste sono solo cazione e la massificazione delle nuove
James Hillman è uno dei più illustri psi- delle illusioni, create ad arte per suscita- generazioni, non più abituate e forme di
cologi dei nostri giorni e, secondo i suoi re paura in un nemico invisibile. pensiero critico.
studi, gli uomini possono convivere in Vengono messe in atto strategie per mo- E pensare che fino a qualche decennio fa
modo sereno e costruttivo con paure dellare la realtà in base a precise volontà la paura maggiore che si cercava di esor-
personali e globali. politiche. cizzare era quella delle malattie e della
Non bisogna vergognarsi di provare pau- Chi governa, ed esercita una certa auto- morte. Oggi, invece, anziché infondere
ra, essa è legittima e, spesso, indispensa- rità, comprende perfettamente quanto sicurezza e comprensione, si trasmetto-
bile e costruttiva. peggiore della paura sia l’immaginazione no inganno, confusione e persuasione.
Non bisogna abolire la paura, non si potrebbe della paura stessa, la sua proiezione. Il Già negli anni ’80 Konrad Lorenz si chie-
vivere senza; ad un bambino insegniamo ad potere sfrutta, quindi, la paura per ot- deva: ci attende un mondo senza uomini?
ERA UNA NOTTE
di Aldo Migliorisi

B UIA E TEMPESTOSA
chi ha paura della musica?
L’
altra notte vengo svegliato da un rumore: è un piccione parlano da sole.
che bussa con insistenza alla finestra. Mi alzo e, appena • Ma scusi, signora poltrona, com’è che tutto a un tratto si è
apro, l’uccello, con un’espressione molto seria, tira fuori messa a parlare? – sono riuscito a balbettare, mentre il cuore
una matita da dietro l’orecchio, mi dà un modulo da firmare, mi batteva a mille.
recapita un telegramma e se ne va senza neanche salutare. • Piacere di conoscerla, spero che indovinerà il mio nome -
• Non ho mai visto un piccione che tiene la penna dietro ha risposto l’ombra sulla poltrona, sporgendosi verso di me.
l’orecchio-, fa la micia che aveva seguito tutta la scena. Nell’oscurità a malapena riuscivo a vederla.
• Ed io non ho mai visto gatti che parlano - le ho risposto • E lei che ci fa qua, com’è entrato? Chi è?
con un tono sgarbato, innervosito da quel telegramma nel • Permetta che mi presenti, sono un uomo ricco e di gusto.
cuore della notte. Ora, io avevo capito una cosa: se si cena tardi, non è il caso di
• L’avrà mandato qualche squinternato di quelli che frequen- esagerare con il pasticcio di lasagne, la caponata di melanzane, i
ti - ha risposto acida la gatta - Sicuro. Come il fatto che i peperoni in agrodolce, la cassata, lo zibibbo e il nero d’Avola.
piccioni non hanno orecchie. La micia mi ha chiamato da parte: “Guarda che il tipo ti sta
Prox Numero Su Musica Et Paura Stop F.To Squinternat. Arcobaleno, ripetendo a pappagallo le parole di Sympathy for the Devil, la
c’era scritto sul telegramma. La micia mi ha guardato con uno canzone dei Rolling Stones. Non te ne sei ancora accorto?”.
sguardo di compatimento e si è rimessa a ronfare. Meno male che i gatti parlano, ho pensato - e che conoscono i
• Paura... ma cosa c’entra mai con la musica? - ha detto al- Rolling-, ha aggiunto lei.
l’improvviso una voce che veniva da una poltrona al buio Confortato da questi riferimenti musicali, sono quindi ritor-
in fondo alla stanza. Mi si è ghiacciato il sangue nelle vene. nato alla carica.
A casa non c’era nessuno e le poltrone, notoriamente, non • Signore, dando per scontato che lei è un’allucinazione pro-

27

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
vocata dagli effetti psichedelici della caponata di melanza- libri sulle buone maniere.
ne, vorrei approfittare di questa sua inopinata presenza per • Basta, con la paura - ha fatto lei, chiudendo il libro.
chiederle chiarimenti rispetto alla sua prima affermazione, Poi ho preso il primo album dei Black Sabbath e l’ho messo
quella cioè dove ella esclude ogni possibile relazione tra mu- sullo stereo. Silenzio. La spirale dell’etichetta inizia a gira-
sica e paura - ho detto al tipo. Quando la caponata mi rima- re, ipnotica. Un cimitero abbandonato, pioggia, rintocchi di
ne sullo stomaco, la parlantina mi esce sempre bene. una campana a morto. Un lampo spezza il buio, seguito da un
• Veda, caro amico, a differenza di quegli squinternati del- tuono terribile: entra la chitarra di Tommy Jommi. Ozzy è là,
l’Arcobaleno che lei si ostina a frequentare, io non credo nascosto dietro una tomba. Si alza, spalanca gli occhi, dalla
che la musica possa fare paura. bocca gli esce ancora mezza testa di pipistrello e inizia a can-
• A parte quella di Toto Cotugno - ho aggiunto io, sempre tare con una voce da pazzo: ”Chi è questo che mi sta davanti,
28 in vena di spiritosaggini. L’ombra ha fatto finta di niente e vestito di nero che mi punta con gli occhi....”. Ragazzi, dopo
ha continuato: un’indigestione di pasticcio di lasagne, come i vecchi Sabbath
• A detta di tutti, se c’è un posto dove il diavolo è di casa, a non c’è nessuno.
parte la tv commerciale, ville di proprietari comprese, questo • Solo che loro vanno bene per la notte di Halloween, non
è proprio la musica. Da sempre. Da Dioniso ai Throbbing certo per un articolo su Paura e Musica. Basta con l’hard
Gristle. Passando per Marylin Manson e tutti i gruppi che rock da museo. Tieni metti questo - mi ha detto la gatta,
tirano in ballo serial killers, zombie, demoni e anticristi. dandomi “Fear of music“ un disco dei Talking Heads di
• Quelle band che sembrano fatte da custodi di cimiteri, in- trent’anni fa, talmente vecchio da essere perfettamente alla
somma - mi sono intromesso con la solita battuta scema. moda. Vedi i Franz Ferdinand, tanto per dire.
La micia intanto si era svegliata, evidentemente interessata alla • Ma alla fine, quello chi era? - ho chiesto.
conversazione. • Come, non lo hai ancora capito? Hai lasciato la tv accesa e
• A sostenere questa tesi si tira in ballo anche il blues: la mu- ti sei addormentato durante il tg di retequattro.
sica del diavolo, com’era chiamata – ha ripreso lui. – Si dice- • Emilio Fede?
va che il mitico Robert Johnson avesse imparato a suonare la •Temo proprio di sì - ha fatto la micia.
chitarra dal diavolo in persona, di notte, nei cimiteri. Niente

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di vero, se lo lasci dire da me, che ne so qualcosa. Insomma,
l’elenco sarebbe lungo da fare. E forse inutile. Perché non è
questa la musica che fa paura. Ma quella che, come succede
a volte all’arte e alla cultura, può diventare una bandiera di
libertà; un pericolo per chiunque comanda.
• Queste ultima cosa non l’ho capita, signore. Potrebbe far-
mi un esempio? - L’uomo ha fatto un sospiro, assunto il tono
di voce di quando si spiega una cosa allo scemo di casa e, con
molta pazienza, ha iniziato:
• Ad esempio la musica può diventare talmente pericolosa
che i generali cileni, durante il colpo di stato del 1973 tor-
turarono, uccisero a colpi di pistola e fracassarono le mani
a Victor Jara, colpevole di aver composto canzoni contro la Rolling Stones, Beggars Banquet
dittatura. - 1968;
• Chiunque comanda è automaticamente pericoloso, diceva Ansel- Toto Cutugno, The Very Best Of Toto
me – ha aggiunto la gatta. Cutugno -1990;
• Anselme chi, il cantante dei Pantera? - ho chiesto io, ormai Euripide, Le baccanti;
completamente nel pallone. Karoli Kereny, Dioniso, Adelphi;
• Quello si chiama Phil Anselmo. L’heavy metal non c’entra Elemire Zolla, Il dio dell’ebbrezza, an-
- ha replicato acida la micia, guardandomi storto. tologia dei moderni dionisiaci, Einaudi;
• Ha ragione la sua gatta, amico mio. Anselme Bellegarrigue Throbbing Gristle, 20 Jazz Funk Grea-
era uno che, tra le altre cose, diceva: Dove nessuno obbedisce, ts, 1979;
nessuno comanda - ha precisato l’ombra. Marylin Manson, Antichrist Superstar,
1996;
• Ho capito: era un individualista, come tutti i cantanti. Mi
Robert Johnson, The Complete Studio
piace –. Era chiaro che non avessi capito niente. La micia
Recordings - 2CD, 1990;
ha sospirato. Victor Jara, Canto por travesura, 1973;
• Però, signore, scusi: ancora non mi ha risposto. Lei, chi è? Pantera: Vulgar Display of Power, 1992;
All’improvviso, un’esplosione ha fatto tremare i vetri. L’om- Anselme Bellegarigue, Manifesto, Alta-
bra era scomparsa. Nell’aria rimaneva solo un odore di zol- murgia editore;
fo, misto a quello dei peperoni in agrodolce. Raoul Vaneigem, Trattato di saper vive-
Dopo un po’, la micia ha rotto il silenzio: “Se la musica re ad uso delle
fa paura, allora è altrettanto vero che non c’è musica nuove generazioni e altri scritti, Mas-
paurosa”. sari Editore;
• A parte quella di Toto Cotugno - ho insistito io. Black Sabbath, Black Sabbath, 1970;
• Chi fa paura è chi ascolta la musica sbagliata, quella che Talking Heads: Fear of music; 1979.
non fa cantare in coro - ha continuato la gatta, alzando la
testa dal libro che stava sfogliando. Una sorta di trattato sul (http://aldomigliorisi.blogspot.com)
saper vivere ad uso delle nuove generazioni, scritto da un
vampiro belga, tale Vaneigem. La mia è una micia che legge
IL RIPIEGAMENTO SUL PRESENTE
D I L ER LI PLI E ’GU
A MO
E NM O
TO S UPL O P RSE STE M
N TO
E DERNO
IIDLL EFLFUL T’UUTR OUCR OO CI NOA CMC EI A M I N Adi C
UOMO POSTMODERNO:
ME M C I APisani
Giacomo

L a società postmoderna sembra fin


troppo sicura, stabile, monotona.
Pare che l’individuo abbia perso, di fronte
tività produttiva, processi spinti di preca- po’ delle proprie idee. Per far risuonare al-
rizzazione e flessibilizzazione del lavoro, l’esterno l’originalità delle proprie scelte,
che si abbattono sull’esistenza degli uomini del proprio essere, sempre vario e rivolu-
a sé, l’incertezza del futuro, e che la realiz- come “colpi del destino [...] inferti da forze miste- zionario. Se c’è qualcosa che ancora muove
zazione personale sia già scritta, guidata da riose, di provenienza diversa,
strutture fisse. nascoste dietro nomi bizzarri
L’individuo deve adeguarsi al “posto” stabi- e impenetrabili, come: mercati
lito dalla società. E’ questo che garantisce finanziari, condizioni globali
l’essere oggettivo dell’uomo, quello che ap- di scambio, competitività, of-
pare agli altri, quello che si fa “storia”. E la ferta e domanda”.
nostra storia , quella visibile, necessita di es- E’ difficile contrastare i
sere decorosa, familiare, appunto adeguata. processi economici in atto,
Questo “fattore esterno” orienta lo svilup- che finiscono col terroriz-
po dell’individuo, lo determina. La spinta zare i giovani, chiudendoli
irripetibile dell’uomo che si apre al mondo, nel consumo immediato
costruendosi in esso, risulta mediata da bi- della vita, puntando al pia-
sogni estranei, eppur stringenti, vitali. cere hic et nunc. Il nemico
Per avere uno stipendio a fine mese, per da contrastare si fa spet-
condurre una vita presentabile, è necessario trale, e pare colpire ogni
incanalare le pulsioni spontanee, che costi- persona isolatamente, na-
tuiscono la stoffa della nostra vita produt- scondendo la propria natu-
tiva, nelle strutture paradigmatiche domi- ra, quasi al fine di impedire
nanti, lasciandosi dipendere da esse. che la gente possa fron-
Proprio così nasce l’omologazione desolan- teggiarlo in comune. Ogni
te che ogni giorno ci circonda, riducendo le senso è eliminato, persino
persone a meccanismi sempre identici, la- quello offerto dagli ideali
sciando cadere la libertà negli schemi astuti di portata sociale, che tra-
delle sole possibilità offerte. scendevano l’esistenza del
È nella corsa al posto che l’individuo trova singolo. Ogni ostacolo è
il senso della propria vita, la sicurezza della individuale, e pare non es-
propria posizione. Per questo, è necessario serci via di uscita. Edvard Munch
lottare con ogni mezzo per raggiungere la Come dice ancora Bau- Parafrasi di Salomè - 1894-98
forma perfetta, la prestazione più adatta al man, è “come se minacce e pe- Acquarello, inchiostro e matita
grande sistema, spesso poco comprensibile, ricoli fossero destinati a colpire Munch Museum, Oslo.
che muove il lavoro, i soldi, la vita. le loro vittime separatamente,
Le grandi utopie, quelle di chi continuava quando verrà il loro turno; come se dovessero es- incondizionatamente le passioni mai banali
a sperare che esistesse un’altra dimensione sere subiti in solitudine. Le sofferenze individuali delle persone, dei giovani, tutto rientra in
in cui la realtà fosse generata dalle perso- non sono più sincronizzate: la catastrofe sceglie a gioco, ogni cosa rischia di veder ridefinita le
ne stesse, hanno visto crollare la sicurezza quale porta bussare, in quale giorno, a quale ora. propria posizione, e anche il mondo, forse,
che offrivano a chi, in esse, trovava il senso Le sofferenze che ci tormentano quasi in conti- può diventare più umano.
della propria vita, delle lotte di ogni giorno. nuazione non si sommano e perciò non uniscono Concludiamo allora con una frase del
L’unica sicurezza è nel mondo materiale, le loro vittime. Le nostre sofferenze dividono e Mahatma Gandhi, per ridare dignità alla
quello in cui i numeri dividono la gente, op- isolano: i nostri tormenti ci separano, lacerano il soggettività, per continuare a credere nella
ponendo gli uomini come rivali, concorren- tessuto delicato delle solidarietà umane”. forza della libertà:
ti selvaggi. Il futuro promessa si trasforma così in futuro “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere
Eppure, quella stessa realtà che fondava nel minaccia. Questo favorisce un ripiegamen- avvenire nel mondo”.
senso di sicurezza la propria forza, sembra to drammatico dei giovani sul presente, in 29
rivelarsi oggi avara di speranze. cui soltanto può svolgersi la vita. Il futuro,
Il futuro da cui tutti attendevano la rispo-
sta ai sacrifici, alla corsa alla realizzazione,
infatti, dipende da altro, e quest’altro fa
paura.
la paura
si mostra oggi sempre più incerto, quasi
maligno.
Ma c’è ancora un briciolo di umanità in chi,
nonostante tutto, continua a trovare in sé lo
del futuro
Il capitalismo, nella fase moderna, quella stimolo di ogni percorso, la scintilla di ogni
che Zygmut Bauman chiama della “mo- creazione. C’è chi cerca ogni giorno se stesso
dernità liquida”, garantisce il proprio funzio- nel mondo, lasciando esplodere la ricchezza
namento attraverso improvvise riduzioni delle proprie facoltà, trovando fra le pagine
dei posti di lavoro, delocalizzazioni dell’at- di un libro lo strumento per far rivivere un

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

DAL WELFARE STATE


AL WIN FOR LIFE
30
di Pietra Pomice

T
ra le paure più diffuse ed inten-
se di questo inizio di terzo mil-
lennio, un posto preminente
spetta alla mancanza ed alla precarietà
del lavoro. Qui non si tratta, come per
la criminalità, di una percezione di tipo
psicologico o sociologico: è la dura, in-
controvertibile realtà.
Nonostante l’ottimismo a 32 denti di-
spensato generosamente dalla compagi-
ne di governo, i dati pubblicati dall’Istat
il 22 settembre, pochissimi giorni fa, non
sembrano offrire molti spunti di ilarità.
Il rapporto dice che, rispetto all’anno
precedente, l’offerta di lavoro ha subito
una riduzione di 378.000 unità, pari a -
1,6%. Con le parole dell’Istat il tasso di
occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni chiamati a pagare il conto. dello chiamato moltiplicatore.
scende dal 59,2 per cento del secondo trimestre Tutti gli interventi che gli Stati hanno Si può raggiungere lo stesso risultato an-
2008 all’attuale 57,9 per cento. Il numero delle fatto e che ancora stanno facendo, sono che stimolando direttamente il potere
persone in cerca di occupazione sale invece a infatti indirizzati a rattoppa-
1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1 re quel sistema marcio che
per cento rispetto al secondo trimestre 2008). ha prodotto la crisi, sem-
Il tasso di disoccupazione aumenta, passando plicemente riempiendolo di
dal 6,7 per cento del secondo trimestre 2008 nuovo denaro tratto dalle ri-
all’attuale 7,4 per cento. sorse pubbliche, ossia dalle
Devo ricordare che ai disoccupati (7,4%) tasche dei contribuenti. Chi
ed alle persone in cerca di occupazione volesse, a questo proposi-
(8,1%), si dovrebbero aggiungere quel- to, rinfrescarsi la memoria,
le persone, quasi tutte le casalinghe del legga il numero di febbraio-
Sud, ad esempio, che il lavoro non lo marzo dell’Arcobaleno, tut-
cercano neanche, perché sanno già che è to dedicato alla crisi.
perfettamente inutile. Nell’area dell’euro In questi casi la ricetta
gli ultimi dati disponibili sulla disoccu- tradizionalmente sugge-
pazione, dell’agosto 2009, parlano di un rita dagli economisti, da
complessivo 9,6%, quasi il due per cento Keynes in poi, è quella del-
in più in meno di un anno. E la tendenza, l’intervento pubblico, ma
come si sa, va verso il peggioramento... a sostegno dell’occupazio-
Sono i duri effetti, dicono, della crisi ne e del reddito. Chi ha un
finanziaria. Quello che dimenticano lavoro spende, chi spende
di dire è che quella crisi è stata causa- stimola la produzione dei
ta dalla violazione sistematica o dalla beni che acquista, cosa che
totale mancanza di regole, in un gioco stimolerà l’occupazione di
che ha permesso ai colossi finanziari, nuovi lavoratori, che vor-
alle banche ed agli speculatori di fare rà dire reddito aggiuntivo,
soldi a palate, senza distribuire nean- aumento dei consumi e
che le briciole a quelli che oggi sono così via, secondo un mo-
di non averlo meritato, e sarà certa-
mente vero per la guerra in Afghani-
stan, ma è il giusto riconoscimento per
il comportamento più che pacifico nei
confronti dell’establishment di ban-
chieri, finanzieri e speculatori!
Dopo il boom economico degli anni
‘60, attraverso una fitta legislazione, in
Italia si era costruito e consolidato il
cosiddetto Stato sociale, cioè un siste-
ma politico nel quale tutti avessero dei
diritti minimi.
Risalgono a quegli anni la riforma sani-
taria, della scuola obbligatoria, dei diritti
dei lavoratori, del fisco, della famiglia e
l’introduzione di alcuni diritti civili come
il divorzio e l’aborto terapeutico.
Chi trovava un posto di lavoro dipenden-
te poteva ragionevolmente tenerlo fino
alla fine della vita lavorativa, quando co-
minciava invece la vita da pensionato.
Non si era all’assistenzialismo scandina-
vo dalla culla alla bara, ma una rete di pro-
tezione contro le cadute nel vuoto c’era.
Dopo gli anni ‘70, una nuova dottrina
economica, che si richiama al pensiero
di Milton Friedman e alla sua scuola di
Chicago, critica questo sistema, ritenuto
costoso ed inefficiente, a favore di un pri-
mato del mercato sullo Stato.
È il momento della deregulation, della
progressiva eliminazione dei vincoli della
società sull’economia, delle privatizza-
zioni degli enti pubblici, della creazio-
ne di sofisticati (leggi incomprensibili
e truffaldini) prodotti finanziari, di un
cambiamento radicale nei confronti del
lavoro, dei contratti, dei diritti econo-
mici e socio-politici. Le amministrazioni
Thatcher, nel Regno Unito, e Reagan,
negli Usa, fanno da apripista per le politi-
che neoliberiste a cui entusiasticamente
aderiranno quasi tutti i paesi europei.
Cominciano timidamente prima, e con
roboante sicurezza poi, ad apparire le pa-
role flessibilità, mobilità, competiti-
d’acquisto, dirottando risorse verso quei tuti finanziari, banche e per dare incenti- vità, nuove divinità a cui si devono sacri-
soggetti che, essendo poveri, sono co- vi alle grandi imprese. ficare la sicurezza del posto di lavoro, la
stretti a consumarle tutte o in gran parte. Lo Stato rastrella i soldi da tutti i con- stabilità del rapporto con il territorio in
Pensionati al minimo, disoccupati, fami- tribuenti, per la stragrande maggioran- cui si vive, la qualità e la specificità della
glie numerose, giovani in cerca di prima za poveri, e li consegna nelle mani dei produzione.
occupazione: sono questi i soggetti che potentati economici che hanno causa- Queste parole, magiche sulla bocca di
dovrebbero essere privilegiati sotto for- to la crisi. politici ed imprenditori, diventano tragi-
ma di aumenti salariali, sussidi, sgravi fi- È come se, una volta scoperta una ra- che sulla pelle dei giovani, fondendosi in 31
scali, salario sociale. pina, accertata l’identità dei rapinatori un solo concetto, la precarietà.
In questo modo la paura di affrontare il e dei rapinati, si pretendesse non dai Il dizionario etimologico alla parola pre-
quotidiano ed il futuro senza disporre rapinatori di restituire la refurtiva, ma càrio riporta: da prèx, preghiera, ottenuto
di adeguati mezzi, verrebbe spazzata via ai rapinati di fare una colletta obbliga- per preghiera. Che non dura sempre, ma quan-
dalla possibilità di disporre di un minimo toria a favore dei ladri. to vuole il concedente.
vitale, condurre un’esistenza libera e In questa politica l’Italia è stata in Ecco dove siamo arrivati. Alla certezza
dignitosa, come sancito dall’art. 36 buona compagnia di tutti i partners dei diritti è subentrato l’arbitrio di chi ha
della Costituzione. europei ed anche della grande promes- il potere di concedere. Bisogna pregare;
Ma i soldi per fare questa politica, come sa Obama, appena insignito del Nobel il lavoro diventa un evento che va oltre
si è detto, sono stati usati per salvare isti- per la pace. Il presidente USA sostiene la natura umana, sfiora le sfere celesti,

l‘arcobaleno
l‘arcobaleno
tocca l’imponderabile, l’incommensura- mente inferiore a quanto ti spetterebbe
bile: non è più questione di logica ma di se il gioco fosse equo, se cioè ti venisse
destino. pagata la posta in base all’esatto calcolo
Come una Provvidenza, terrena, però, lo delle probabilità;
Stato attua un intervento deciso a favore che i quattromila euro al mese di oggi
di quei lavoratori che aspirano a liberarsi potrebbero non bastare per una pizza tra
dall’angoscia dell’incertezza per approda- vent’anni, visto che non sono indicizzati;
re alla sicurezza sociale. Lavoro stabile? che questa attività, qualora fosse svolta
salario sociale? veri sussidi di disoccupa- da soggetti diversi da quelli indicati dallo
zione? Macché! Quando si parla di pre- Stato sarebbe considerata delinquenziale;
32 ghiere sappiamo bene che le grazie non che il proliferare di giochi, scommes-
si dispensano a tutti. Anche nel Vangelo se, lotterie, gratta e vinci, bingo e via
di Matteo è detto che molti sono chiamati, dicendo ha come unico scopo quello di
ma pochi eletti e ricordiamolo, Matteo, per rimpinguare le casse dello Stato e come
professione, di finanze se ne intendeva. unico effetto quello di tosare la lana de-
La soluzione sarà: Win for life! Ben 13 gli illusi.
estrazioni al giorno, una ogni ora, così i Quando passa il messaggio che la paura
disoccupati non si annoiano, non ozia- per un presente precario e per un futuro
no, che-si-sa-che-l’ozio-è-il-padre-dei-vizi, e indefinibile si combatte con un colpo di
si vince per la vita, quattromila euro al dadi e non con la lotta per l’affermazione
mese per vent’anni, mica la miseria dei dei diritti, allora abbiamo ragione di aver
1200 euro secondo contratto-collettivo-na- paura che, educando a sperare nella for-
zionale-di-lavoro che tocca agli operai. E tuna, stiamo costruendo una sfortunata
se ti capita la sfiga di lasciarci le penne, società di disperati.
don’t worry, la bella sommetta la lasci al C’è un posto, nella nostra società, dove si
coniuge inconsolabile che magari così insegna, o si dovrebbe farlo, che il suc-
proverà a consolarsi, ed i pargoletti rin- cesso personale si costruisce conoscendo
grazieranno for ever. Senza dimenticare se stessi, le proprie capacità ed i propri
che non si pagano tasse! Che almeno in limiti, utilizzando un metodo adeguato
questo ci si può sentire simili ai potenti! ed impegnandosi costantemente e per come una sacca di resistenza.
Cosa aspetti? Corri nella Ricevitoria un tempo molto lungo. La scuola, così Non sarà che, abituati ad esprimere
Sisal più vicina e gioca! si chiama questo posto, esprime valori giudizi, gli insegnanti sono diventati
Non penserai mica che ti stiamo rifilan- antitetici rispetto ai modelli vincenti che come i giudici?
do l’ennesimo bidone; basano il loro successo su forma fisica, E che, abituati a scrivere, cominciano ad
che ti stiamo vendendo a caro prezzo la qualità naturali e colpi di fortuna. imitare i giornalisti?
speranza (emptio spei dicevano i latini); Sarà per questo che la scuola è oggetto di E che diamine, smettano di leggere e veda-
che la tua eventuale vincita è enorme- molte “attenzioni” da parte di chi la avverte no anche loro un poco di sana televisione!

l‘arcobaleno supplemento a Sicilia Libertaria N° 288 - ottobre 2009.


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Progetto grafico Marina La Farina.
La Redazione, composta da volontari, si riunisce periodicamente in un “Comitato di reLazione”. Chiunque, condividendo
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dove sarà possibile reperire i numeri arretrati e gli approfondimenti tematici.
IL PASTICCIACCIO di Lorenzo Catania

TRA GADDA E GERMI


linea retta ma come per accumulo di di-
gressioni e di personaggi, Germi e i suoi
collaboratori si divertono a manipolarlo,
apportando numerose modifiche: danno

P
receduto da un laborioso iter com- soggezione dell’altro, come traspare dalle un nome al misterioso assassino di una si-
positivo, il romanzo di Carlo Emilio rare foto che li ritraggono insieme. gnora della borghesia romana e spostano
Gadda, “Quer pasticciaccio brutto Inoltre condividono non poche abitudi- la vicenda del romanzo dagli anni del fa-
de via Merulana”, esce in volume presso ni e ossessioni: frequentano le trattorie, scismo agli anni Cinquanta. In particolare
l’editore Garzanti nel 1957. Il romanzo, a bevendo volentieri senza esagerare, si na- Germi, calandosi anche nei panni del com-
dispetto del plurilinguismo e dell’impasto scondono alla gente che li cerca, utilizza- missario Ingravallo, posa il suo sguardo,
stilistico che lo caratterizza e ne rende dif- no poco il telefono, non hanno in simpa- desideroso di capire, su una realtà popola-
ficile la lettura, riscuote un buon successo tia i comunisti, sono maniaci dell’ordine e ta da una borghesia ricca e viziosa e da un
di vendite, forse anche perché pubbliciz- della giustizia, che sentono minacciati dal sottoproletariato non rassegnato a restare
zato come un grande “giallo” all’italiana, caos contemporaneo. ai margini della società. Con straordinaria
ambientato al tempo del fascismo. Ciò Gadda dovrebbe collaborare alla sceneg- abilità, il regista costruisce un credibile
spinge il produttore Giuseppe Amato a giatura del film intitolato “Un maledetto quanto infedele equivalente cinematogra-
ricavarne un film, che affida alla regia di
Pietro Germi, cineasta che aveva esordito
dietro la macchina da presa con il giallo
psicologico “Il testimone” (1945). Germi
aderisce subito alla proposta di Amato,
perché da tempo medita di girare un po-
liziesco italiano con l’intento di sfatare la
leggenda che in Italia “il giallo non si può
fare perché la nostra polizia non incute
né spavento né il senso fatale della leg-
ge, ma fa solo ridere”. Un pomeriggio del
1959, Gadda viene invitato da Germi ad
assistere a una proiezione privata del “Fer-
roviere”. Uomo incline a “follie cicliche”,
Gadda sospetta che tutto sia un pretesto
per eliminarlo fisicamente ed evitare così
alla produzione di dovergli corrispondere
i due milioni pattuiti per l’esame e l’ap-
provazione della sceneggiatura. “Il sicario
- scrive Giulio Cattaneo, nel godibilissimo
libretto ’Il gran lombardo’, dedicato agli
anni romani dello scrittore - , poteva es- imbroglio” (1959), ma poi si limita a dare fico del testo letterario. In pratica, opera
sere Germi, interprete di personaggi duri, un’occhiata al copione realizzato da altri. il passaggio dalla storia sghemba del “Pa-
baffuti, maneschi, di una classe certamen- Timidissimo, ogni tanto lo scrittore fa ca- sticciaccio” alla storia apparentemente
te nemica della famiglia Gadda”. Perciò polino sul set per esprimere riserve sulla lineare di “Un maledetto imbroglio”, che
lo scrittore, in cuor suo pentito di avere decenza di qualche battuta o per suggeri- del romanzo di Gadda aggira la questione
accettato l’invito, avverte affannosamente re all’aiuto regista di modificare i nomi di del plurilinguismo, ma coglie le intenzioni
un amico per telefono, raccomandando- alcuni personaggi: “Senta Giannetti, che profonde: raccontare a larghi strati sociali,
gli di rivolgersi ai carabinieri se lui non nome avete dato a quel personaggio?... non suscitando interesse e passione con il pre-
avesse telefonato entro una cert’ora. Na- si potrebbe cambiare, non so, in Carpedo- testo del “giallo” e della narrazione intrica-
turalmente il delitto non ci fu. Uomini ap- ni? Perché sembra una carpa. Carpedoni”. ta, l’incorreggibile corruzione del mondo
partenenti a generazioni diverse, cultural- Approfittando del fatto che il “Pasticciac- impazzito, dove i valori e i contatti umani
mente e fisicamente assai distanti, Gadda cio” è privo di una conclusione e racconta autentici si sono come volatilizzati e non
e Germi sono entrambi timidi e l’uno ha un fatto di cronaca nera romana non in esistono più certezze.
33
la maschera
Il prossimo numero de l‘arcobaleno della paura
in distribuzione dal 9 - 9mbre - 09
è dedicato al tema del CIBO
l‘arcobaleno
l‘arcobaleno

LA PAURA DELL’INFLUENZA
L’INFLUENZA DELLA PAURA
Nuova influenza, oggi vertice Ue
arrivate in Italia 500 mila dosi di vaccino
Le regioni ricevono il farmaco: una piccola quantità rispetto ai circa 25 milioni
34 necessari per le categorie a rischio. Ma molti medici non vogliono vaccinarsi.
di Anteo Quosino

Q
uesto è uno dei titoli di testa tà non significa nulla rispetto
di Repubblica on line del 12 ot- alla sua gravità, che è minore
tobre. L’occhio viene colpito di qualunque altra influenza
subito dalle parole influenza, Ue, 500 del passato.
mila, vaccino. C’è la malattia, la sua so- Colpisce più persone, ma pro-
luzione, la grande dimensione numerica, voca meno morti di qualun-
la grande dimensione geografica. Appena que altra influenza passata.
sotto si capisce che di dosi di vaccino ce Le cifre variano in base alla
ne vogliono almeno 50 volte tanto e poi fonte dei dati, per esempio in
si legge la notizia che più mi ha colpito: Gran Bretagna sono stati re-
molti medici non vogliono vaccinarsi. gistrati 30 morti su centomila
Nel testo dell’articolo si ribadisce: casi e negli USA solo 302 su
Nei reparti e negli studi sono in molti a dire un milione di casi.
di non volersi vaccinare. “Risulta anche a me Nell’inverno australe (che
- dice Annalisa Silvestro, presidente dell’Ipa- coincide con l’estate in Ita-
svi, l’ordine professionale degli infermieri - Su lia) in Argentina sono morte
questo tema non c’è molta sensibilità dei colle- circa 350 persone, in Cile
ghi. Faccio appello a tutti a vaccinarsi”. Sulla 128 ed in Nuova Zelanda 16.
stessa linea Giacomo Milillo, segretario della Quasi alla fine dell’inverno
Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia: australe, sinora, nel mondo
“Vaccinarsi è un dovere, si fa per la collettivi- intero si sono avuti 2501 de-
tà. Il rischio che molti non vogliano partecipa- cessi. Per fare un paragone,
re alla campagna c’è”. si calcola che in Italia, du-
Mi chiedo: se molti medici ed infermie- rante un inverno “normale” i Foto di
ri, che conoscono perfettamente l’entità decessi per influenza stagio- Sebastião Salgado
ed i rischi dell’influenza e, per giunta, nale sono oltre 8.000.
devono affrontarla direttamente e tutti La mortalità per influenza A riguarda l’importante è che sia salva la vita.
i giorni non vogliono vaccinarsi, ci sarà prevalentemente persone di età mino- Solo che questo ragionamento consola-
qualche ragione? Non sarà che loro han- re di 65 anni, in quanto i soggetti di età torio non funziona affatto.
no informazioni supplementari rispetto superiore sembrano avere un certo gra- Ogni anno, più di un milione di perso-
a quelle di cui disponiamo noi? do di protezione, a seguito di epidemie ne, l’80% delle quali vive nell’Africa sub-
L’influenza è una malattia virale che si dif- passate dovute a virus simili. In Australia, sahariana, muore per la malaria. Una ma-
fonde d’inverno. Un vecchio adagio dice: dove ogni anno per influenza stagionale lattia curabile che in Mali è la principale
“Se si cura, l’influenza dura sette giorni, se non muoiono circa 310 persone minori di 65 causa di morte tra i bambini al di sotto
si cura dura una settimana”. E’ una malattia anni, con l’inverno ormai terminato, ne dei 5 anni d’età. Nel mondo, ogni anno
lieve, con febbre e diversi sintomi, come sono morte 132 per influenza A, di cui muoiono due milioni di bambini per diar-
mal di testa e dolori muscolari, malessere circa 119 di età minore di 65 anni. rea. Si potrebbe evitarlo con un semplice
generale, tosse, nausea, diarrea e di solito Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale del- rimedio che costa 25 centesimi. Polmoni-
costringe a letto per un paio di giorni. La la Sanità (OMS) aveva previsto che sareb- te e molte altre malattie curabili con vac-
mortalità nella popolazione aumenta con bero potuti morire fino a sette milioni di cini economici, provocano la morte di 10
due picchi all’anno, uno d’estate quando persone per influenza aviaria. Alla fine i milioni di persone ogni anno.
la temperatura è massima ed uno d’in- morti furono solo 262. L’influenza comune, uccide ogni anno
verno, in concomitanza con l’epidemia Come si spiega questa enorme disparità mezzo milione di persone nel mondo.
influenzale tra dati attesi e dati reali, e soprattutto, Come per l’influenza aviaria, anche per
L’epidemia di influenza A, che è iniziata come si spiegano le differenze di valuta- quella suina le grandi case farmaceutiche
in Messico nel 2009, è di minor gravità zione del pericolo tra queste pandemie stanno affilando le armi ed invadendo il
rispetto a quella dell’influenza stagiona- ed altre malattie? mercato con medicinali che servono solo
le. Siccome il contagio si diffonde mol- Se si aspettano milioni di morti ed alla ad arricchirle.
to facilmente, la si definisce “pandemia” fine ce ne sono solo poche centinaia è In attesa della prima ondata di vaccini
perché può arrivare a contagiare la metà certamente una gran bella cosa. Si saran- contro l’influenza A (dei quali però ancora
della popolazione. Tuttavia la contagiosi- no sprecati inutilmente fiumi di denaro, non si conoscono gli effetti reali, né tutte
Foto di
Sebastião Salgado

le controindicazioni), prevista dalle auto- preoccupare maggiormente sono gli ef- che qualcuno, forse, ha interesse a rac-
rità sanitarie nazionali per il 15 ottobre, fetti avversi psichiatrici rilevati soprat- contarci un’altra storia.
le raccomandazioni del Ministero della tutto in bambini e adolescenti. Secondo Parolone come pandemia e antivirali,
Salute, del Lavoro delle Politiche Sociali i primi dati di sicurezza correlati all’uso proiezioni che prevedono milioni di casi,
indicano due antivirali sia per prevenire profilattico di oseltamivir contro il vi- contagi impossibili da evitare, bacet-
l’infezione sia per curarla: zanamivir e rus H1N1, in bambini e adolescenti di ti d’affetto e segni di pace sostituiti da
oseltamivir. tre scuole del Regno Unito, circa il 50 cenni di saluto, ipotesi di scuole chiuse,
Le linee guida italiane, redatte sulla falsariga per cento degli studenti ha presentato numero verde (1500) precetti di com-
di quelle emanate dai Centers for disease con- reazioni quali mal di pancia, stanchezza, portamento per le scuole, continue ester-
trol and prevention (Cdpc) statunitensi, però vomito. Inoltre, uno su cinque degli stu- nazioni di responsabili della salute pub-
sono messe in dubbio da un articolo appar- denti di uno dei tre istituti ha riportato blica, tam tam continuo di ogni mezzo
so sulla rivista “Dialogo sui farmaci”: non solo eventi neuropsichiatrici quali incubi, di- di informazione: messi tutti insieme, con
l’efficacia degli antivirali contro l’influenza sturbi del sonno, scarsa concentrazione e l’aggiunta di tanti altri, questi elementi
da H1N1 non è comprovata da dati suffi- confusione mentale. sono potenzialmente in grado di svilup-
cienti, ma anche contro quella stagionale “Questi farmaci sono considerati utili pare una psicosi senza precedenti.
queste armi appaiono piuttosto spuntate, perché sono gli unici antivirali a dispo- L’ultimo rapporto dal sito http://www.
scrivono gli esperti. sizione, ma tenuto conto della modesta ministerosalute.it/, del 7 ottobre, ci
Dall’analisi dei dati pubblicati in lette- efficacia sui pazienti sani, degli effetti dice che in Italia ci sono stati sinora 2664
ratura, infatti, si evince che “in un pa- avversi e i fenomeni di resistenza, vanno casi confermati, con 4 morti. In una si-
ziente adulto sano questi farmaci pos- usati poco e solo quando servono vera- tuazione di così grande calma, provate a
sono al massimo far passare la febbre mente”, ricorda Valsecchi. “Gli antivirali cercare in farmacia disinfettanti e anti-
in tre giorni anziché quattro”, spiega devono essere a disposizione in caso di batterici in gel, di quelli da usare in man-
Massimo Valsecchi, direttore del Di- vero bisogno: occorre quindi evitare la canza d’acqua: vanno a ruba o sono intro-
partimento di Prevenzione della Ulss corsa alle scorte e lasciare che ci siano vabili. Tanti quattrini per pochi grammi
20 di Verona. Potrebbero invece bene- dosi per chi ne ha veramente bisogno, di alcool etilico. Immaginate cosa potrà
ficiare di questo trattamento – sempre appunto i soggetti a rischio”. accadere quando molte persone dovran-
contro l’influenza stagionale -i soggetti Il livello di allarme tra gli addetti ai lavori no mettersi a letto! Si scatenerà la caccia
a rischio: le persone anziane, asmatiche, è sicuramente meno alto che tra il pub- al vaccino ed agli antivirali. Il ministero
obese, immunodepresse (sieropositivi e blico: “In realtà la situazione è per ora della salute prevede di vaccinare il 40% 35
malati di Aids, per esempio), o coloro meno grave di quanto immaginato, anche della popolazione!!
che soff rono di altre patologie (polmo- se è vero che può sempre esserci un’evo- Le case farmaceutiche Roche con Tami-
nari, cardiovascolari, renali, epatiche, luzione”, conclude la Font. D’altronde flu e la GlaxoSmithKline con Relenza si
ematologiche, metaboliche). gli operatori sono abituati ogni anno a spartiranno il mercato degli antivirali,
Non bisogna poi sottovalutare gli eventi far fronte all’emergenza influenza che, ottenendo grandiosi profitti. Faranno il
avversi. Per quanto riguarda l’uso di za- sebbene non ottenga la stessa copertura bis del business dell’influenza aviaria. La
namivir i principali sono nausea diar- mediatica, miete migliaia di vittime. paura fa vendere e fa fare profitti. Se così
rea, sinusite, bronchite, tosse, infezioni Se le cose stanno così, e a dircele sono non fosse, perché di fronte a tanto peri-
al tratto respiratorio, cefalea e vertigi- professionisti, medici che stanno in cor- colo, l’OMS non autorizza la produzione
ni. Nel caso di oseltamivir, invece, a sia, e non dietro una scrivania, vuol dire di farmaci generici a basso costo?

l‘arcobaleno
Foto di Antonio Squeo

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