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LADOMENICA

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013


NUMERO 449

DIREPUBBLICA

Nella sua casa newyorchese


la figlia Giovanna
apre lalbum
dei ricordi

CULT

E racconta il pap scrittore


che tra due giorni
avrebbe compiuto
novantanni
Allinterno

La copertina

Quando lartista
diventa guru
fissando le regole
della felicit
DARIO PAPPALARDO
ed ELENA STANCANELLI

Il libro

C una porta
insuperabile
per il mediocre
di Soseki

Mio
padreItalo

FRANCO MARCOALDI

Calvino

Straparlando

Sergio Zavoli
Il mio sogno
dai Vitelloni
al Giro dItalia

GIOVANNA CALVINO DA BAMBINA CON IL PAP

DISEGNO DI MASSIMO JATOSTI

ANTONIO GNOLI

Il teatro

Lattualit

Amburgo tifa
per il Lampedusa
Football Club
ANDREA TARQUINI

Il documento

Le lettere infuocate
di Enrico VIII
ad Anna Bolena
NADIA FUSINI

ANTONIO MONDA

PAOLO MAURI
NEW YORK

iovanna Calvino vive da pi di ventanni negli Stati


Uniti, dopo aver trascorso la propria infanzia e adolescenza a Parigi. una donna raffinata e spiritosa, e
ha arredato con uneleganza sobria lappartamento
su Central Park. Vi campeggia una stampa dellAvana, citt in cui il
padre Italo nato e dove ha sposato la madre, Esther Singer, da tutti
detta Chichita. Nella grande libreria sono mescolati, senza ordine
apparente, libri di ogni genere: le traduzioni dei romanzi del padre,
molta letteratura inglese e i testi che sta leggendo in questi giorni: 10
Dicembredi George Saunders e La mia lottadi Karl Ove Knausgaard.
Dopo aver conseguito un Ph.D in letteratura comparata, ha insegnato a New York e oggi racconta che quegli anni di studio le hanno
consentito di imparare meglio la lingua paterna. A cominciare dalle
regole del congiuntivo che, scherza, ha di nuovo dimenticato.
(segue nelle pagine successive)

o appartengo alla generazione che si fatta pi


sui poeti italiani che sui narratori appartengo
a una letteratura italiana che ha la sua spina dorsale nella poesia pi che nella prosa e negli scrittori che scrivono stando attenti a ogni parola, cos come devono
stare attenti i poeti raccontava Italo Calvino a Gaetano Rando in
una intervista dei primi anni Ottanta che ora si pu leggere nel
volume mondadoriano curato da Luca Baranelli Sono nato in
America. Calvino pensava a Eugenio Montale e al primo Montale in particolare, avendo qualcosa da ridire sullultimo che, dopo
Satura, aveva scelto un linguaggio pi colloquiale.
In unaltra occasione aveva detto: Montale fin dalla mia adolescenza stato il mio poeta e continua a esserlo.
(segue nelle pagine successive)
con articolo di EUGENIO SCALFARI

Da Pippo Delbono
Bob e gli altri
una bella lezione
su cosa la vita
ANNA BANDETTINI

Larte

Il Museo
del mondo
Lepica lattaia
di Vermeer
MELANIA MAZZUCCO

Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LA DOMENICA

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La copertina
Italo Calvino
C una bella foto:
io adolescente
malinconica,
lui con i basettoni
tipici di quegli anni
Con la figlia
Giovanna
sfogliando
lalbum
di famiglia

ANTONIO MONDA
(segue dalla copertina)
arla raramente del padre, al
quale assomiglia in maniera impressionante, ma ha
deciso di farlo per celebrarne il novantesimo anniversario della nascita e dopo
avermi mostrato uno scatto nel quale lo
scrittore la guarda con tenerezza.
una foto scattata quando ci siamo trasferiti a Roma, racconta mentre si siede sul pavimento, siamo in mezzo ai
calcinacci, io in piena malinconia adolescenziale e lui con le basette lunghe,
tipiche di quellepoca.
Qual la prima immagine di suo padre che le viene in mente?
Un suo autoritratto, in una lettera
che mi mand quando avevo otto anni,
in cui lui alle prese coi ferri cercando
di fare la calzamaglia.
E lultima?
Chinato sul suo lavoro con la testa
tra le mani. Stava lavorando alle Lezioni americane ed era pochi mesi prima
dellemorragia cerebrale che lo avrebbe ucciso.
Ha letto tutti i suoi libri?
Quasi. E devo dire, con un certo sollievo, che mi piacciono molto. Ma per
esempio Il Visconte dimezzato non lho
letto tutto, anche se in pubblico faccio
finta di conoscerlo. Quando insegnavo
a Philadelphia mi era stato chiesto di fare una lezione proprio sul Visconte: ho
avuto un blocco e ho chiesto a un collega di sostituirmi per quel giorno, poi
non ho pi ripreso in mano il libro.
Parlavate spesso di letteratura?
Ricordo unestate in Maremma insieme a mia madre: si erano appassionati alla scrittrice inglese Barbara Pym,
che avevano scoperto tramite Carlo
Fruttero. In seguito anchio me ne innamorai.
Suo padre si mai confrontato con
lei mentre scriveva?
Quando avevo quindici anni mi
chiese se preferissi la leggerezza della
piuma o quella delluccello. Era una riflessione di Paul Valry che riprese nelle Lezioni americane. La risposta giusta
facile da intuire, ma ricordo che io non
riuscii a spiegarne il perch.
C una sua frase che le rimasta
particolarmente impressa?
Alle volte uno si crede incompleto
ed soltanto giovane.
Ultimamente si cimentata anche
lei nella scrittura.
Ho scritto un libro per bambini intitolato La Strega dentro di me a quattro
mani con lillustratrice Marina Sagona.
una storia personale, anche se in chiave metaforica. Sentivo il peso del mio
cognome, ma ho trovato un escamotage scrivendola prima in inglese, lingua
nella quale mi sento pi libera.
Come mai i romanzi di suo padre
non sono diventati film?
Moltissimi anni fa Dino De Laurentiis compr i diritti del Barone rampante per farne un film con Jean-Paul Belmondo: non se ne fece nulla, ma con
quei soldi i miei costruirono la casa in
Maremma. In seguito si interess al romanzo Louis Malle, per mio padre
non diede seguito. Consider anche
una collaborazione con Fellini. Ma in
fondo un romanzo riuscito una cosa

Li ho letti
(ma non tutti)
i libri di pap
compiuta in s: se ladattamento non
geniale si pu fare a meno del film.
Sua madre Chichita ha una personalit straordinaria: che importanza
ha avuto nellevoluzione artistica e
nella carriera di suo padre?
Avevano un rapporto intellettuale
molto forte e lui diceva che mia madre
era i suoi occhi: lei guardava il mondo e
glielo raccontava. Va detto che senza
occhiali mio padre non ci vedeva molto Mi dispiace che mia madre non abbia scritto le sue memorie: ha un tesoro
di ricordi di vicende e incontri con personaggi diversissimi, da Che Guevara a
Roland Barthes.

Che ricordo ha degli amici scrittori


di suo padre?
Per esempio ricordo Mary McCarthy, una donna splendida che per
me rappresentava lAmerica. O anche
Octavio Paz con sua moglie Marie-Jos. E Sonia Orwell, la vedova di George,
che i miei amavano molto. E la traduttrice Aurora Bernardez, amica del cuore di mia madre, e prima moglie di Julio Cortazar. Lui alla mia nascita mi regal una pecorella di peluche che ancora possiedo.
Ci sono alcune foto in cui lei gioca
con lui sotto gli occhi di sua madre.
Ci troviamo nello studio di mio pa-

dre a Parigi, allultimo piano della nostra casa nel quartiere allora operaio
di Porte dOrlans. Una casa stretta e
lunga, di quattro piani, come certe case inglesi.
In unaltra immagine ritratto suo
nonno a caccia.
S, in Somalia o Eritrea, e mi fa impressione per la quantit di animali che
ha ucciso. Mio nonno Mario era un
agronomo ed stato colui che ha importato in Italia lavocado e il pompelmo. In un'altra foto ritratto con mia
nonna Eva, la prima donna in Italia ad
avere una cattedra di botanica.
Lei ora diventata madre.

Mia figlia ha gi quattro anni, suo


padre americano con origini nel Belize e Suriname. Fa il biologo. La maternit mi ha piuttosto rincitrullita, ma la
pi bella cosa del mondo.
Come mai ha scelto di vivere a New
York?
Avevo lidea che lAmerica mi
avrebbe salvato la vita, ed stato proprio cos.
Qual la prima definizione che le
viene in mente, pensando a suo padre?
Penso che lui abbia lavorato al fine
di non poter essere ridotto a una sola
definizione, e che ci sia riuscito.
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Il compagno di banco

Su quella panchina a discutere di Dio


EUGENIO SCALFARI
taloCalvino lho conosciuto nellottobre del 1938,
quando il professore di latino e italiano, un dotto
e severo sacerdote, chiam lappello degli alunni
della prima C del regio liceo G. Cassinis di Sanremo. Fummo destinati allo stesso banco e da allora,
per tre anni, vivemmo insieme a scuola e fuori. (...)
Ma limmagine del Calvino grande scrittore, forse
il pi grande degli scrittori italiani di questi anni, per
me come giustapposta ed esterna rispetto al Calvino che ho avuto compagno. Aveva uno strano modo
dincedere, camminava muovendo appena le braccia e le muoveva impacciato, quasi non sapesse dove
metterle e che cosa farne. aveva occhi dolci, gli occhi
di sua madre. Molto umorismo. La sua prima attivit
creativa furono vignette e fumetti. Leggeva accanitamente il Bertoldo. Lo affascinava il teatro. I suoi primi lavori furono alcuni brevi racconti nei quali in filigrana si vedono gi le Cosmicomiche. (...)
La sera andavamo in un fumoso caff sul Corso,
con una sala di biliardo. Giocavamo interminabili

FOTO GENTILMENTE CONCESSE DALLA BIBLIOTECA ITALO CALVINO DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA

LE IMMAGINI E LA MOSTRA
Sopra, una lettera-autoritratto di Calvino alla figlia
Giovanna, classe 1965, quando aveva otto anni
Nella foto grande: lei adolescente a Roma col padre
Nelle piccole, da sinistra: nonno Mario Calvino nel 28
a caccia in Africa; Italo bambino con la madre a Cuba;
Giovanna nel 74 con i genitori a Parigi e in unimmagine
recente. Le foto e altri documenti saranno esposti
dal 25/10 al 31/1 presso la Biblioteca nazionale di Roma
nella mostra Il lavoro editoriale di Italo Calvino

partite alternandoci eravamo un gruppo duna


dozzina di amici per la pelle e negli intervalli chi
non giocava faceva i compiti per s e per gli altri. Dopo cena, sulle panchine della passeggiata Imperatrice, parlavamo dellesistenza di dio, che bonariamente chiamavamo Filippo. Lui, figlio di liberi pensatori, in Filippo non ci credeva, ma non era del tutto
persuaso che proprio non esistesse. Voleva convincersene con la ragione, e gi, discussioni interminabili su Filippo, sulla sua assoluta improbabilit, sulla
sua inspiegabile (qualora fosse esistito) capricciosit. E tutte le domande che solitamente seguono a
problemi di quel genere e che, tra i sedici e i diciottanni, tutti si sono posti, almeno allepoca in cui
li avevamo noi: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, perch ci andiamo...
(Repubblica, 20 settembre1985
dallarticolo scritto in occasione della morte
dello scrittore, avvenuta il giorno prima)
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LA FOTOGRAFIA
Sanremo, passeggiata Imperatrice, fine anni Trenta. Eugenio Scalfari (il primo da sinistra)
e Italo Calvino (il secondo da destra) insieme ad altri compagni della classe Prima C
del Liceo Cassinis: da sinistra Roero, Pigati, Dentone e, ultimo a destra, Donzella

Lo scrittore

Una ponderata leggerezza


PAOLO MAURI
(segue dalla copertina)
a dichiarazione preziosa. E le affiancherei
subito quellaltra, che si trova in una lettera
aperta ad Anna Maria Ortese del 1967 in cui
Calvino dice di aver trovato in Galileo un maestro di
stile capace, quando parla della Luna, di raggiungere, oltre alla grande precisione, una rarefazione lirica prodigiosa.
Non strano dunque che oggi al nome di Calvino
venga quasi sempre associata una parola: quella
leggerezza cui dedic una delle Lezioni americane
uscite postume e che fu anche una linea guida nella
sua ricerca di narratore. La leggerezza dello scoiattolo della penna, secondo la celebre definizione di
Pavese, a proposito de Il sentiero dei nidi di ragno
quando narrando il vero della Resistenza si lasciava
tentare dal fiabesco, la leggerezza che consisteva nel
togliere e che lo port a tanto ragionare intorno ai
suoi esordi che ancora a ventanni di distanza gli faceva quasi desiderare di non avere scritto quel libro.
Calvino non ci ha dato il grande romanzo-cattedrale alla Thomas Mann, del resto lontano dalla tradizione italiana, ma ha scelto di muoversi e con
grande libert e intelligenza ancora una volta con
strumenti pi leggeri, ma non per questo meno lavorati e incisivi. Nel 63, dopo un lungo silenzio (Il
cavaliere inesistente del 59) esce La giornata di
uno scrutatore. Lo scrittore ha quarantanni. Lesperienza a cui si rif il racconto, la partecipazione
come scrutatore nel seggio elettorale allestito presso il Cottolengo, casa di ricovero per persone spesso incapaci di intendere e volere, risale a dieci anni
prima, alle elezioni del 53. Amerigo Ormea, alter
ego dello scrittore, stato nominato dal Pci scrutatore, con il compito di osservare e se possibile contrastare gli abusi del partito di maggioranza che pilotava i voti dei degenti con la complicit delle monache. Not Guido Piovene recensendo il libro sulla Stampa che si trattava di un romanzo-saggio,
lunica strada, a mio parere, sulla quale pu incamminarsi un vero romanzo moderno.
Loggettivit era stata al centro di una lunga me-

ditazione di Calvino, ed era stata il rovello di unepoca intera. Ma, come ricorda il bellissimo titolo di
una raccolta di saggi e interventi su letteratura e societ, certi discorsi si fanno e rifanno per metterci
poi Una pietra sopra.
Allaltezza del 1980 Calvino osservava: Certo il
mondo che ho oggi sotto gli occhi non potrebbe essere pi opposto allimmagine che quelle buone intenzioni costruttive proiettavano sul futuro. La societ si manifesta come collasso, come frana, come
cancrena (o nelle sue apparenze meno catastrofiche, come vita alla giornata); e la letteratura sopravvive dispersa nelle crepe e nelle sconnessure,
come coscienza che nessun crollo sar tanto definitivo da escludere altri crolli. Da tempo Calvino
sera inoltrato in esperienze letterarie che tenevano
conto dellarte combinatoria e dellinfinita progettualit del Caso. Si era misurato con Il castello dei
destini incrociati a ridosso dei tarocchi e da poco
con le avventure di un lettore in Se una notte dinverno un viaggiatore. Era ormai postmoderno? Non
so, non saprei. Mi sembra che racchiudere unesperienza cos larga in una formuletta sia per lo meno poco proficuo. Non chiedermi la parola.
Non diceva proprio cos Montale? E Calvino non
era, a un certo punto, andato a sedersi sulla Luna
per meglio osservare quello che succedeva ai terrestri? Palomar torna a Galileo e a Leopardi.
Lo scrittore che aveva cercato di raccontare la
realt e che poi aveva dato spazio alle invenzioni
fantastiche per raccontarla ancora meglio, dallalto degli alberi o da dentro la corazza del cavaliere
inesistente, ora aveva dotato il proprio laboratorio
anche di un potente telescopio. Grazie a quello intrecciava cosmicomiche e decifrava i profili di citt
invisibili. E spesso, semplicemente guardava. Alla
fine anche senza telescopio, come quando mand
a questo giornale un pezzo breve e mirabile sul volo degli storni nel cielo di Roma. La letteratura ricerca e non bisogna porle dei limiti.
Oggi il novantenne Calvino non credo direbbe altrimenti.
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Repubblica Nazionale

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LA DOMENICA

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Lattualit
Rivincite

Lampedusa G
Hamburg
Football Club

AMBURGO

ibri ha ventidue anni, da mezzala il pi temuto. Benkofi, ventiquattrenne,


formidabile in difesa. Bright, sui venticinque, passa con disinvoltura da
fuoriclasse dal ruolo di centrocampista a quello di attaccante. Takyi Stephen
lallenatore che tutti ascoltano. una squadra africana giovane, carica
dambizioni e voglia di vincere, lavete capito. Meno consueto il suo nome:
FC Lampedusa Hamburg. I giocatori sono tutti ragazzi fuggiti prima dai loro paesi in Africa
per scampare a persecuzioni politiche o religiose, poi dalla Libia dove nel dopo-Gheddafi
il Gastarbeiter nero era il nemico necessario, e infine da Lampedusa: 500 euro a testa pagati dallItalia per spedirli a nord, fino in Germania. E adesso eccoli in campo contro gli avversari-amici del St.Pauli che concedono il loro campo per allenarsi.
Il Fussball Club Lampedusa Hamburg una squadra ma anche un luogo. lantica chiesa di St.Pauli, quartiere di puttane e marinai che ricorda canzoni di Jacques Brel e che ha
una formazione nella massima divisione tedesca, con una tifoseria di estrema sinistra. In
mattoncini rossi, la chiesa nascosta tra il grande Kindergarten cristiano e le ombre lunghe
e lontane di gru e dock del grande porto che rilancia attutite appena le sirene degli enormi
cargo dellexport made in Germany. Eccoci, un pezzo dei dolori e delle tragedie di Lampedusa approdato qui.
Mi dice Affo Tchassei: Noi siamo i sopravvissuti, e me lo dice col suo bel sorriso triste
pensando ai morti di Lampedusa mentre ce ne stiamo seduti al tavolo di un bistr turco. Annuisce Takyi Stephen, lallenatore: Arrivammo in Europa, a Lampedusa, chi due e chi tre
anni fa. LItalia diede a ognuno di noi 500 euro dicendo che non poteva pi ospitarci, che
eravamo troppi, che altri ne stavano arrivando e che saremmo stati meglio al Nord. Cos siamo finiti qua. Non scappiamo per soldi, fuggiamo da persecuzioni etniche, politiche e religiose, e ogni volta che uno di noi voleva fuggire sapeva di affidare la sua vita al Mediterraneo, al mare spietato. La tv turca diffonde il rock di Istanbul e i notiziari con la faccia di Er-

ANDREA TARQUINI

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1. I TIFOSI
I tifosi dellFC Lampedusa Hamburg (squadra al completo nella foto grande centrale)
Tra i sostenitori ci sono molti volontari della chiesa Sankt Pauli che ospita i rifugiati

2. IL TORNEO
Il Sankt Pauli, squadra della massima divisione tedesca, ha organizzato
un torneo per rifugiati, partecipando con una sua selezione di amatori

3. IL TRIONFO
LFC Lampedusa Hamburg ha sconfitto nella finale proprio il Sankt Pauli
festeggiando al termine con grande entusiasmo. E perfino fuochi dartificio

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Sono ragazzi e sono africani. Hanno sconfitto il Sahara e il Mediterraneo. Sono stati sullisola che ancora conta i morti
e ora dormono accampati in una chiesa nella pi fredda tra le citt della Germania. Ma sono vivi
E hanno avuto unidea: sfidare lEuropa intera a pallone. Questa la loro squadra

vani o delle famiglie con bimbi piccoli che padre Wilm e gli altri volontari stanno aiutando.
Abbiamo saputo del massacro di Lampedusa dagli sms che ci hanno mandato i parenti che
stanno in America, racconta Affo e intorno al tavolo gli sguardi tornano cupi per la commozione. Non volevamo crederci, abbiamo acceso la tv e ci siamo collegati a Internet per
saperne di pi. Da quel giorno ogni nostra partita comincia con un minuto di silenzio, e gli
amici del St.Pauli fanno lo stesso. Da allora noi qui ad Amburgo siamo quelli di Lampedusa, non siamo pi soltanto esuli ma sopravvissuti, quelli che possono mandare a casa soldi e notizie.
Il Ghana con cinque giocatori (Gibri, Benkofi, Mussah, Bright, Sopesi), poi il Mali con
Amadou e Kabore, poi il Niger con Mourtala. Gioco aggressivo e veloce. LFC Lampedusa
Hamburg conquista sempre pi simpatie tra i tifosi del St.Pauli, squadra proletaria e multietnica. Linglese li salva come lingua comune. Herr Georgie, coach e volontario, tedesco,
li ha aiutati a organizzarsi. I tifosi crescono, adesso alle nostre partite vengono in pullman
noleggiati anche da altre parti della Germania, dice Takyi Stephen : Insieme agli amici del
St.Pauli, ai pastori della Chiesa, ai volontari cerchiamo di far capire con il pallone alla gente di qui che siamo persone capaci, con tanta voglia di fare. Dalla loro tenda della protesta,
a un passo alla stazione, ogni mercoled i lampedusiani neri di Amburgo sfilano in corteo
contro lapartheid. Di questo oggi hanno paura. Il sindaco pi che altro li ignora, tratta
con la Chiesa, mai con loro. Dovrebbero fornire le loro generalit complete alle autorit
per chiedere asilo, afferma glaciale Marcel Schweitzer, portavoce del governo socialdemocratico di una delle pi ricche citt del mondo, come se servisse agli eredi di Brandt e
Schmidt cavalcare umori xenofobi. E allora forza Gibri, forza Benkofi, forza Amadou, pensi col groppo in gola vedendo come se la cava lundici degli africani di Lampedusa in terra
tedesca. Lo sport unisce la gente, ci si diverte insieme tifando per squadre opposte, mi dicono salutandomi i giovani africani. AllEuropa non vogliamo togliere nulla, vogliamo solo darle i nostri talenti.
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FOTO DI MARIA FECK

dogan mentre ascolto il racconto dei lampedusani di Amburgo. Chi ad Amburgo ci arrivato in treno, via Monaco, chi in aereo fino a Norimberga e poi in autobus. La chiesa di
St.Pauli il loro rifugio. Il pastore, Sieghard Wilm, ci ha subito offerto di dormire l per salvarci dal gelo in arrivo. Prima di ogni funzione sgomberiamo da sotto la navata e dallaltare sacchi a pelo, ceste di biancheria e panni stesi ad asciugare, spiega Affo Tchassei. Il borgomastro, il socialdemocratico Olaf Scholz, ha vietato a padre Wilm di ospitare i profughi
in container nel giardino della chiesa, come il prete avrebbe voluto. Ancora Affo: I documenti europei che ci hanno dato in Italia per il momento ci permettono di restare qui, ma
non di cercare un lavoro, avere assicurazione sanitaria o pensionistica, diritto alla scuola
per i nostri figli. il volto orrendo, spietato, isterico della fortezza Europa. A cui qui ad Amburgo gli africani di Lampedusa reagiscono scommettendo sul calcio.
S, il calcio. Lidea ci venuta quattro mesi fa, racconta il mister. Ci alleniamo ogni giorno, nel campo degli amici del St.Pauli o nel giardino della chiesa. Il calcio per noi africani
una passione e il passaggio in Italia di certo non ci poteva fare guarire. Ci ha acceso nel cuore la voglia di mostrare ai tedeschi che non siamo pigri e passivi, venuti fin qui per mangiare col loro welfare. Gibri, il pi giovane, sorride e supera la timidezza davanti al mio vecchio registratore. Come molti della squadra vengo dal Ghana, e tutti abbiamo attraversato quel mare assassino. Non sai quanto possa riscaldarci il cuore giocare a calcio. E non sai,
scusa la presunzione, che cosa voglia dire sentirti nascere dentro il sogno di giocare un giorno in una squadra europea, come Asamoah. Tornare a casa per noi vorrebbe dire morte sicura. Sono umidi di lacrime gli occhi del giovane Gibri che narra il suo sogno. E tace quando il suo allenatore dice: Questo ragazzo stato scelto dagli amici della squadra del St.Pauli anche per addestrare la loro formazione. Sono grandiosi. La prima partita labbiamo vinta noi 5 a 4, e nello stadio stracolmo di tedeschi nessuno se l presa.
Gibri fuggito dal Ghana. Anant Kofi Mark e Asuro Udo sono scampati ai massacri religiosi in Nigeria, altri compagni di squadra sono scappati dal Togo. Ogni giocatore del Fussball Club Lampedusa Hamburg ha alle spalle una storia simile a quella di ognuno dei gio-

6
4. IL CORTILE
Abdullah, uno dei rifugiati, si allena con un pallone allesterno della chiesa
che ha accolto lui e i suoi compagni dopo tante traversie

5. LA MUSICA
Sullo sfondo Agyei si esercita con la tromba regalatagli dal pastore
e che suona durante le funzioni religiose della domenica

6. IL DORMITORIO
Linterno della chiesa di Sankt Pauli trasformata in dormitorio
per dare riparo, dallo scorso giugno, a unottantina di esuli africani

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LA DOMENICA

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Il documento
Relazioni pericolose

Sogno di trovarmi tra le braccia della mia amata, le cui graziose


mammelle presto vorrei poter baciare. Le ardenti missive
del Re dInghilterra alla sua futura seconda
moglie (di sei) ora tradotte e raccolte in un libro

Per lei provoc lo scisma anglicano. Poi la mand al patibolo

Il monarca ossessionato
da una donna differente
NADIA FUSINI
ei molti ritratti ufficiali di Holbein, Enrico VIII appare come un uomo grande, grosso e corpulento, ben
ritto sulle gambe aperte, sicuro di s, aggressivo.
Sfoggia in aperta evidenza una forza virile e muscolosa che
tutta si condensa nella gonfia brachetta a conferma di un
potere che si sostiene sulla potenza procreativa. Del resto,
sulla performance sessuale del sovrano che si fondano le
dinastie regnanti.
proprio questo, per, il punto debole del nostro aitante
monarca, il quale, per quanto sia bello e forte sembra non
riuscire a depositare nel grembo della sua regina Caterina
dAragona il seme del futuro. Dopo anni di matrimonio tutto il raccolto consiste in una deludentissima femmina,
mentre crescono gli aborti, le morti precoci dei regali infanti, e il disamore tra i coniugi. Enrico si distrae con le dame di
corte e con la caccia, finch non incontra Anna Bolena, meno regale, ma pi giovane di Caterina; ed tutto preso da lei.
Ha gi avuto un affair con la madre, si mormora, e anche con
la sorella, s che torbida la loro liason, odora di incesto.
Anna non sar bella, ma in tutte le descrizioni si esalta il
suo magnetismo animale. Ha sex appeal. svelta di lingua, precoce dintelletto e ha potuto coltivare tali doti naturali nelle corti di Francia e di Navarra. raffinata nel gusto:
a Parigi e Amboise larte di casa, Leonardo lavora a corte.
amica di Margherita dAsburgo, figlia di Maria di Borgogna, grande principessa, e di Claudia di Francia, la quindicenne moglie di Francesco I, e di Margherita Angoulme.
Forse proprio Margherita la introduce allinteresse per la
poesia e la letteratura e per la riforma religiosa.
Con un corredo di modi perfetti, e una moderna curiosit
rivolta alla vita intellettuale, appena tornata in patria che
abbocca al suo amo niente meno che il re. Anna potrebbe
fare come fan tutte, compiacerlo. E invece no. una donna
moderna, una donna dei tempi nuovi. Non sar nobile abbastanza per la corona, ma troppo intelligente per fare la
concubina. Cos tiene a bada la voracit dello spasimante
bulimico: non si conceder a lui, a meno che in cambio non
le siano concesse le nozze. Qui non centra il pudore, centrano lorgoglio e lambizione. E centra lintuito: Anna capisce che non di facili amori questuomo alla ricerca, n di
pi o meno eccentrici bunga-bunga. Enrico non un libertino; unaltra la sua magnifica ossessione. Si annida sempre nellorizzonte del coito, ma lo trascende nella tensione
ideale di chi intende assolvere il compito politico della continuit dinastica. Anna non affatto avversa allidea, ma
comprende che latto procreativo al servizio della dinastia
trover il massimo orgasmo, se la copulazione produrr un
frutto che non sia bastardo.
Anna ha intelletto damore, e si impegna nel soddisfare
quel desiderio: dar a Enrico il maschio per la corona. Per
questo, per, Enrico dovr divorziare da Caterina. Si badi
bene, non per gelosia servile, n per vendetta sociale; semplicemente Anna non vede altra strada, n la vede Enrico,
per realizzare il sublime scopo: bisogna che Enrico abbia
lannullamento del matrimonio incestuoso; non si pu
pensare che succeda a Enrico la figlia Maria la spagnola, come la madre cattolica e in combutta con la Spagna. Anna
inglese, una patriota, e vuole lindipendenza della sua isola: Maria Tudor non la garantisce. La garantir invece il figlio maschio che lei dar al suo re. Quando lavr sposata.
Se Anna diventer regina, sar grazie alla memorabile accusa contro se stesso e la legittima consorte da parte di Enrico VIII, che dichiarer di aver vissuto in incestuoso adulterio
con la sposa vedova del fratello Arturo. Seguir il grande scisma da Roma, che non riconosce il sacrosanto diritto del
re inglese a sciogliersi da chi non gli scodella il figlio maschio.
Purtroppo neanche la politica Anna ci riuscir. Il 7 settembre 1533 nasce non un bel bambino, ma una femminuccia: Elisabetta. E nella testa di Enrico ritorna lantico rovello: Dio lo umilia nella sua virilit perch copula nel letto
di una donna impura. Al terzo aborto Anna davvero nei
guai. Enrico la denuncia come strega eretica: lui un cornuto, lei unadultera, Elisabetta una bastarda. Il 15 maggio
del 1536 processata per adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento, il 18 sale sul patibolo. Il giorno dopo, il re tutto vestito di bianco sposa Jane Seymour.
A questo punto, Enrico si trasforma in un Barbabl paranoico, immobilizzato in una montagna di grasso, che colleziona regine come prede immolate sullaltare della sua impotenza. Tanto che in inglese circola una filastrocca che
elenca le sue ben sei successive spose recitando: ripudiata,
decapitata, morta; ripudiata, decapitata, sopravvissuta.
Comincia con Caterina ripudiata; continua con Bolena decapitata; poi la volta di Jane Seymour che muore spontaneamente, di Anne di Clves ripudiata, di Catherine
Howard decapitata, e di Katherine Parr che gli sopravvive e
muore di morte naturale.

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Enrico VIII ~ Anna Bolena


Signora, brucio nellattesa
ENRICO VIII
ante luglio 1527
ia Signora e Amica,
Ci mettiamo nelle vostre mani io e il mio cuore e vi supplichiamo e ci raccomandiamo ai vostri favori, perch lassenza non diminuisca laffetto che provate per noi. Sarebbe infatti una gran
pena accrescere la nostra sofferenza, che gi lassenza basta ad aumentare, ben pi di quanto mai
avrei pensato possibile. Mi viene in mente un assunto della scienza astronomica, ovvero, che pi
i giorni si allungano, pi sallunga la distanza del
sole; epper, tanto pi rovente il calore. Cos
col nostro amore, che malgrado la lontananza
conserva il suo calore, almeno da parte nostra.
Ho la speranza che sia lo stesso per voi, e vi assicuro che per me il disagio dellassenza gi troppo grande. E quando penso al prolungamento di
quel che gi sono costretto a soffrire, mi sembra
quasi intollerabile, non fosse per la ferma speranza che nutro nel vostro indissolubile affetto
per me. Ora, perch almeno a volte ve ne ricordiate, vedendo che non posso esservi accanto di
persona, vi invio la cosa pi prossima, cio il mio
ritratto, incastonato in un bracciale, con lemblema che gi vi noto, e vorrei essere io al suo posto, quando piacer a voi.
Dalla mano del vostro
Servitore e Amico,
Rex
ante luglio 1527
Riflettendo fra me e me sul contenuto delle vostre
ultime lettere, sono entrato in grande agitazione,
non sapendo come interpretarle, se a mio svantaggio, come mi pare da alcuni passi, o a mio van-

taggio come capisco in altri. Perci vi supplico


con tutto il cuore di farmi conoscere apertamente e con certezza le vostre intenzioni riguardo al
nostro amore. Sono necessariamente costretto a
incalzarvi per avere risposta, essendo stato colpito dal dardo damore ormai da pi di un anno intero, senza la certezza di poter trovare posto nel
vostro cuore e tra i vostri affetti. Questa incertezza mi impedisce da qualche tempo di potervi
chiamare mia Signora, poich il nome non appropriato per voi, se mi amate di un amore comune, visto che denota una singolarit ben lontana dallordinario. Ma se vi piacer compiere
lufficio di una vera, leale amante e amica, e darvi corpo e anima a me che sar come sono sempre stato vostro leale servitore (se per rigore non
me lo proibite), vi prometto che non solo vi sar
dato il nome, ma che vi prender anche come mia
unica Signora, e allontaner dai miei pensieri e
dai miei affetti tutte le altre, che sono in competizione con voi, e servir soltanto voi. Vi prego di
dare una risposta chiara a questa mia rude lettera, perch io possa conoscere quanto e fino a che
punto posso fare affidamento su di voi. Se non vi
piacesse rispondere per iscritto, designate un
luogo in cui io possa avere una risposta per bocca vostra, e verr con tutto il cuore. Per ora basta,
non voglio tediarvi. Scritta per mano di colui che
ben volentieri resterebbe vostro,
H. Rex
ante luglio 1527
Anche se, mia Signora, non avete avuto la compiacenza di ricordarvi della promessa che mi avete fatta lultima volta che ero con voi, e cio che
avrei avuto vostre notizie, e una risposta alla mia
ultima lettera; pure credo convenga a un leale
servitore (dal momento che non pu saperlo in

Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

MOSTRE

LE
35

DI REPUBBLICA

E IL SOGNO
AMERICANO
TROV
LA SUA
ESTETICA
ACHILLE BONITO OLIVA
utti si rassomigliano e
agiscono allo
stesso modo,
ogni giorno
che passa di pi. Penso che tutti
dovrebbero essere macchine.
[] Io dipingo in questo modo
perch voglio essere una macchina. Cos afferma Andy Warhol in
una intervista su Art News del novembre 1963. E infatti con la sua
presenza fredda e distaccata cancella ogni traccia di profondit e i
suoi quadri, i suoi ritratti, diventano la celebrazione della superficie per la superficie. Lo strumento da lui usato uno stile che
non rifiuta il sistema meccanico
di riproduzione dellimmagine,
perlomeno dellottica e dello spirito che lo determina, ma anzi accoglie il procedimento e la neutralit di fondo che lo sorreggono.
Perch questo avvenga necessario eliminare ogni discriminazione per quanto riguarda lambito dove limmagine nasce, cresce e si sviluppa.
Warhol trasporta nellarte lidea del multiplo, delloggetto
fatto in serie: lindividuo ripetuto in uomo massa, in uomo moltiplicato portato dal sistema in
una condizione di esistenza stereotipata. Al prodotto unico subentra lopera ripetuta, la cui reiterazione non comporta pi
unangoscia esistenziale ma il
raggiungimento di uno stato di
ostentata indifferenza, che lo
stesso attraverso cui Warhol
guarda il mondo e che costituisce la premessa di quel consumo
cui la civilt americana e lartista
stesso non intendono sfuggire.
Locchio cinico di Warhol ci restituisce la condizione oggettiva
del ceto medio americano accettata cos com e per quello che ,
poich i modelli adoperati non
sono fuori di quella realt, ma
dentro: le facce inespressive delluomo-folla gettato nella sua
solitudine quotidiana, separato
dagli altri uomini; gli incidenti
dauto; le nature morte di fiori
psichedelici riprodotte con gelida allegria attraverso il procedimento meccanico della serigrafia. Sono tutte immagini recuperate dallo spazio cittadino: una
megalopoli sconfinata e proliferante, portato di una economia
in espansione anche oltre i confini degli Stati Uniti. La metropoli lalveo naturale dellamerican dream, inteso come sogno
continuo di opulenza e di stordimento organizzato dalla merce.
La citt un grande happening,
un evento incontrollato, in cui le
immagini si associano tra loro, si
scompongono, si sovrappongono e scompaiono allinterno di
un paesaggio artificiale vissuto
come lunica natura possibile
delluomo moderno.
(segue nella quarta pagina)

DUE MOSTRE
A PISA E
A MILANO
CELEBRANO
IL PADRE DEL POP
CHE HA ANCORA
GRANDE INFLUENZA
SULLARTE
CONTEMPORANEA

ANDYWARHOL
Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LE
LEGRANDI
GRANDIMOSTRE
MOSTRE

36

ANDY
WARHOL

A Palazzo Blu, un percorso diviso


in otto stazioni tematiche mette ordine
in una produzione sterminata
che arriva fino al rapporto con Napoli,
Beuys e il gallerista Lucio Amelio

I QUARANTANNI
CHE CAMBIARONO
IL MONDO DELLARTE
Da Liz a Marilyn, passando per gli autoritratti
ecco miti, simboli e icone di un genio multimediale
PAOLO RUSSO

DOLLARO
Dollar Sign
(1981)
vernice sintetica polimerica
e inchiostro serigrafico su tela

FIORI
Flowers
(1964)
pittura acrilica
e serigrafica su tela

La
mostra
Andy Warhol. Una storia
americana, fino al 1 febbraio
2014 a Pisa, Palazzo Blu.
Promossa da Fondazione
Palazzo Blu e prodotta in
collaborazione con Gamm
Giunti e The Andy Warhol
Museum di Pittsburgh. Curata
da Walter Guadagnini e Claudia
Beltramo Ceppi. Orari: dal
luned al venerd 10-19; sabato e
domenica 10-20. La biglietteria
chiude unora prima. Biglietti:
intero 10 euro; ridotto 8,50.
Informazioni e prenotazioni:
telefono 050 220.46.50 Numero
verde: 800.144.385 Catalogo:
Gamm Giunti

PISA
idea di America formidabile, perch pi una cosa uguale
a unaltra e pi americana. Superlativo forgiatore di paradossi, cantore seriale di masse e consumi, artefice di miti alla base della moderna americanit, Andy Warhol ha sempre
seminato qua e l indizi su di s che facessero contenti quei
media coi quali ha giocato tutta la vita. Ripagandone, inesauribile Fantmas, la brama duna verit su di lui con ci che volevano ogni volta sentirsi dire. Ma dietro quellosmosi con leterna superficie dun prodotto, un oggetto, un volto baciato dalla fama Warhol ha penetrato anche alcune delle grandi paure delluomo. La morte, ad
esempio, e la violenza. Celebre nellarte come nessuna star mai stata, ma ingabbiato in quellanticonformismo di massa una delle sue boutade da lui generato,
Warhol per di fatto poco conosciuto nella sua camaleontica complessit, al di l
del clamore della stagione Pop: come se fosse rimasto rinchiuso in una delle sue lattine di Campbell.
Il disvelamento in profondit del suo lavoro il merito pi evidente di Andy Warhol.
Una storia americana, che fino al 2 febbraio porta in Palazzo Blu a Pisa 230 opere che
i curatori Walter Guadagnini e Claudia Zevi hanno scelto in collaborazione con lAndy
Warhol Musem di Pittsburgh pi grande raccolta monotematica Usa e altri eccellenti musei europei e gallerie americane. Voluta da Fondazione Palazzo Blu e Gamm
Giunti, la mostra analizza la ciclopica produzione warholiana in otto stazioni tematiche che mettono ordine in una sterminata produzione. E raccontano i quarantanni che il creativo di Pittsburgh, dovera
nato nel 1928 da religiosissima famiglia nuti di riprese mute chiesti ad amici e vislovacca, ha attraversato con infiniti me- sitatori) di Duchamp, Dylan, Dal, Dendia (cinema, scrittura, giornalismo, con nis Hopper, Nico e Lou Reed; le adorate
la leggendaria rivista Interview, musica, Polaroid, con e senza lartista, di Lennon
coi Velvet Undergound di Nico e Lou e Yoko, Lichtenstein, Stevie Wonder, BaReed, performance, teatro, moda, teatro, con, Haring e leterna Gloria Swanson.
tv, fino ai primi vagiti di computer art). Poco o punto viste pure le foto di ChriAnche se foto e serigrafia sono sempre stopher Makos in cui Warhol si offre lunstati i prediletti: la prima dato di partenza go una metamorfosi in drag queen, didogni lavoro, la seconda strumento seriale per natura, pilastri entrambe del nevrotico, ostentato distacco di Warhol. La
mostra riapre lindagine anche rilevando
importanti fil rouge come le fototessera e
gli autoritratti che laprono nella sezione
Thats Me e che poi lattraversano tutta, trionfo degotismo esibizionista. E se
eran dobbligo i grandi hit della sua produzione pop, Campbells Soup, Flowers,
le scatole Brillo e il Dollar Sign, ecco con
loro il raro bianco e nero di Avanti Car.
Vira di registro The Dark Side of America in cui violenza e morte assumono le
artificiose, lancinanti policromie delle
Electric Chair, arricchite dalla foto originale di quella di Sing Sing sulla quale fu- stante attore dun esibizionistico gioco
rono uccisi i Rosenberg che Warhol us teatrale in cui n militanze gay Warhol
come base della serie; il gelo di Gun, Skull lo era apertamente n sessualit o sene Knives; limpersonale tecnicismo dun sualit lasciano traccia. Ed una vera rimanuale di polizia in uno dei Most Wan- velazione la pittura anni 80 nella quale
ted Man; il durissimo bianco e nero, solo elabora le sue foto, sempre loro, fino alserigrafato, di una rivolta razziale e quel- lirriconoscibile rarefazione delliconico
li di Avedon del torso di Warhol pieno di volto nelle Shadows, debutta, con Eggs,
cicatrici per lintervento dopo lattentato nellindagine sulla forma, facendo di
Myths catalogo e congedo dal Pop anni
della femminista Valerie Solanas.
Ne Il mito diventa icona ecco pun- 60, e dal suo oggi datato cinema sperituali le celeberrime Marilyn e Liz, Mick mentale. In chiusura le opere napoletaJagger, Beuys e il piccolo inedito b/n di ne, nate dal legame di Warhol con la citt
Troy Donahue con cui la serie nacque nel e il gallerista Lucio Amelio, che oltre ad
62. E se la politica come natura e sesso esporlo ne favor lamicizia con Beuys: le
estranea a Warhol ecco, nella sala de- acriliche serigrafie del Vesuvio, rilettura
dicata, lisolato e clamoroso Nixon con la tra spettacolarit e morte di un topos del
scritta Vote McGovern, Jackie Kennedy vedutismo per una mostra dell85, e Seiprima e dopo Dallas, Mao e Ted Kennedy. smograph, impenetrabile nero su nero
Mentre Factory, che di quel think tank- col tracciato delle scosse del terremoto
palcoscenico censisce la bizzarra freake- dell81.
rie, brilla per gli inediti screen test (i 3 mi RIPRODUZIONE RISERVATA

LIZ
Liz
(1964)
serigrafia
inchiostro
e polimeri
sintetici

MARILYN
Blue shot
Marilyn
(1964)
serigrafia
inchiostro
e polimeri
sintetici

SCHELETRO
Skull
(1976)
vernice
sintetica
polimerica
e inchiostro
serigrafico
su tela

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PER SAPERNE DI PI
www.palazzoblu.it
www.warholmilano.it

37

Al Palazzo Reale le opere della raccolta


dellamico Peter Brant, che condivise
con il padre della Pop Art
la produzione di film indipendenti
e lavventura nella rivista Interview

ZUPPA
Campbells Soup
(1962)
colori acrilici
su tela

IL COLLEZIONISTA
CHE LO CONVINSE
A TORNARE PITTORE
Tra polaroid, teschi e provocazioni glamour
tutte le tracce di una singolare affinit elettiva
CHIARA GATTI

SOLDI
Untitled (Roll of Bills)
(1962)
matita, pastello
e pennarello su carta

SCARPE
Diamond Dust Shoes
(Random) 1980, acrilico
inchiostro serigrafico e polvere
di diamante su lino

La
mostra
Warhol dal 24 ottobre al 9 marzo
2014 a Palazzo Reale di Milano. A
cura di Peter Brant con la
collaborazione di Francesco
Bonami - inserita nel progetto
Autunno Americano - prodotta e
organizzata da 24 Ore Cultura Gruppo 24 Ore e Arthemisia
Group. Orari: luned 14.30-19.30;
marted, mercoled, venerd e
domenica 9.30-19.30; gioved e
sabato 9.30-22.30. Biglietti: intero
11 euro (audioguida gratuita);
ridotto 9,50. Informazioni e
prenotazioni: telefono 02 54913;
www.ticket.it/warhol. Catalogo:
24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore

MILANO
dieci anni, collezionava monete insieme al pap, un intellettuale di
origini bulgare, laureato in ingegneria a Lipsia, amante dei dipinti rococ ed emigrato in America al tempo della guerra. A diciotto anni,
compr la prima opera darte, la tela del pittore figurativo Samson,
suo insegnante allUniversit del Colorado. A diciannove anni, invest in borsa 10mila dollari che gli regal il nonno e, con i guadagni, compr un
quadro di Franz Kline, maestro dellespressionismo astratto, famoso per i grandi segni neri simili a ideogrammi giapponesi. Era il 1966 e Peter Brant, magnate
newyorchese della carta da giornale, inaugur cos la sua raccolta destinata a diventare una fra le collezioni pi ricche al mondo votate al lavoro degli artisti americani contemporanei. Andy Warhol in testa. Che Peter, giovanissimo, in abito
stile college, inseguiva fra le gallerie di tendenza a Manhattan. Come quella di
Leo Castelli, il principe dei mercanti darte statunitensi che, nellUpper East Side, fece la fortuna di Pollock, de Kooning, Rauschenberg o Jasper Johns, e poi di
Roy Lichtenstein, il signore dei fumetti e dei retini tipografici eletti a regola darte, o dello stesso Warhol, col quale per collabor poco perch confess a
Brant non era facile acchiapparlo, faceva mostre con galleristi dogni genere
ed era impossibile da gestire. Tant che i primi pezzi di Warhol acquistati da
Peter, appena ventenne, non uscirono dal magazzino di Castelli, ma da dimore
private che Leo conosceva bene e gli sugger di rastrellare a tappeto.
Nel Missouri, a St. Louis, cera un tale Jack Glenn, fabbricante di camicie da
bowling, che fu felice di vendergli un ritratto del ballerino Merce Cunnin- be portati a condividere lavventura
gham, oltre alla serigrafia Red Elvis, editoriale di Interview, la prima vera ricon la faccia del re del rock ripetuta 36 vista fashion, e a produrre insieme due
volte su fondo rosso. A New York, un ti- film, LAmournel 73 e Badnel 76. Pecpo che viveva sulla Quinta Avenue gli cato che, impegnato in mille attivit e
cedette un ritrattone di Marilyn Mon- mai realmente ripresosi dallincidente
roe che aveva un foro in fronte. Era la del 68, quando Valerie Solanas, femmitica Blue Shot Marilyn, la Marilyn minista folle, gli spar nel suo studio riblu sparata, ovvero il volto dai toni schiando dammazzarlo, Warhol avesfluo della Monroe che nel 1964 Dorothy Podber, una ragazzaccia del
Bronx che voleva fare lartista e frequentava la Factory, buc con una pistolettata; la bravata, studiata per farsi
notare, le cost lallontanamento a vita dalla fabbrica del pop. proprio
attorno a queste immagini, simbolo
degli esordi di Peter Brant nel mondo
del collezionismo made in Usa, che
ruota limportante mostra allestita a
Palazzo Reale a Milano (prodotta dal
Comune, 24Ore Cultura e Arthemisia,
dal 24 ottobre fino al 9 marzo), curata
dallo stesso Brant con la collaborazione di Francesco Bonami, intitolata in
modo lapidario Warhol e dedicata al- se smesso di dipingere. Merito di Peter
laffinit elettiva fra il divo dellarte se, a un certo punto, (ti prego Andy riamericana e il suo cultore appassiona- comincia! insisteva, caldeggiato dal
solito Leo Castelli) torn a firmare serito.
Ecco allora, dietro il sorriso fragile grafie. Come quella di Mao, celebrit
dellicona pi glamour del cinema, della politica svuotata di contenuti e ribellissima e mortale, riprodotta sui dotta a emblema di unepoca tanto
manifesti come allepoca doro del suo quanto le sue scatole di zuppa. O come
boom mediatico, allineate 160 opere, linfilata di teschi multicolori che, diedisegni, serigrafie e decine di quelle tro un velo di seduzione, nascondevapolaroid che Andy scattava, con la sua no lo stesso senso di deteriorabilit ceinseparabile macchina al collo, ai per- lato negli occhi tristi di Marilyn, ritratsonaggi famosi, da Liza Minnelli a Tru- ta a due anni dalla scomparsa, o di Liz
man Capote, da Yves Saint-Laurent a Taylor, ai tempi della presunta malatDiana Ross, affidati poi alle stampe nei tia. Ma anche nei volti dellUltima cena
colori elettrici delle tirature industria- di Leonardo, riletta in versione techno
li. Quando conobbe Brant, nei primi e presentata proprio a Milano un mese
anni Settanta, anche per lui scatt foto prima della sua morte improvvisa, nel
a raffica: sorridente, col sigaro strizza- 1987. Altra icona popolare che, per il
to fra i denti, o con il cappello da cow- suo cuore inquieto, si trasform, alla fiboy calato sugli occhi. Immagini flash ne, in un segno del destino.
di unamicizia che, negli anni, li avreb RIPRODUZIONE RISERVATA

LE BOTTIGLIE
Silver coke
bottles
(1967)
vernice
argento
su bottiglie
di vetro
in cassetta
di legno

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LE
LEGRANDI
GRANDIMOSTRE
MOSTRE

38

ANDY
WARHOL

UN ESTETA
NEL NUOVO
MONDO
DELLA MERCE

Storia del loft che produceva


serigrafie, rock, follia
e film low cost rivoluzionari

ACHILLE BONITO OLIVA


(dalla prima pagina dellinserto)

CERA UNA VOLTA


LA FACTORY
TRA SESSO, DROGA
E NUOVO CINEMA
DARIO PAPPALARDO
el loft newyorchese al quinto piano del 231 sulla 47esima Est, si consumavano sesso, droga e rock nroll. Le vite bruciavano. Le quotazioni di amici e amanti salivano
e precipitavano. The Factory era lenclave di Mr. Andy
Warhol e della sua compagnia di giro. In quello spazio di
trenta metri per dodici, rivestito di stagnola e di vernice dargento,
tra il divano rosso raccattato per strada, i carrelli e le scale appese alle pareti, ci si poteva imbattere in drag queen, spacciatori e superstar.
Cera Robert Olivo, alias Ondine, regina delle anfetamine del San
Remo Bar, la persona pi interessante che abbia conosciuto negli
anni Sessanta, dir di lui Andy. Cerano i Velvet Underground che
provavano il loro disco. Malinconiche bellezze: tra le altre, Nico ovviamente, Anita Pallenberg, poi compagna di Keith Richards, e Edie
Sedgwick, ragazza di buona famiglia che, diventata Factory Girl, si
perder per sempre. Dallo sgangherato montacarichi entravano
Truman Capote e Jim Morrison; Mick Jagger e Brian Jones; ragazzi
palestrati in cerca di fortuna e starlette che non sfioravano nemmeno il quarto dora di celebrit. L
dentro, tra il fumo, le pasticche e mente lo spazio della scena in
leroina, leco della guerra del quello che un primo, personaVietnam non arrivava. Si cam- lissimo adattamento, prima di
minava in coma lisergico e tran- Kubrick, di A Clockwork Orange.
Chelsea Girlsmostra dodici sice etiliche sul wild side che Lou
Reed avrebbe cantato di l a po- tuazioni tra lacrime, strazio,
droga, violenza e comicit. Il rico.
Ma le sostanze psicotrope e le sultato di queste scene girate
orge non toglievano spazio alla nellestate del 1966 lungo sei
creativit e alla produzione di ore e mezzo, troppo per una norquella macchina infernale chia- male distribuzione. Per dimezmata Pop Art. Alla Factory, ex zare la durata Warhol proietta
fabbrica di cappelli, si assem- due rulli simultaneamente su
blavano serigrafie, si realizzava- uno schermo diviso in due: nano scarpe, oggetti firmati dal sce cos il primo successo del cimaestro, si componeva e dise- nema underground. Ma lexgnava musica vedi la celebre ploit di Chelsea Girls 130 mila
copertina della banana per la dollari di incasso in 19 settimane
band di Reed e John Cale e si solo a New York mette la polisperimentava un nuovo modo zia sul chi va l. La Factory didi fare cinema.
Nel 1963, appena inaugurato,
lo spazio diventa subito un set.
Mentre dalla Francia Godard e
Truffaut diffondono la rivoluzione della Nouvelle Vague,
Warhol dal canto suo prova a fare lo stesso. Cerca forme narrative alternative, tenta un linguaggio visivo sporco, amatoriale,
frammentato. Il montaggio
pressoch abolito. La sua unestetica del provino, del semilavorato: la dissonanza, lerrore, il
guasto tecnico fanno parte del
prodotto finale. I primi film made in Factory, girati e proiettati l
quando non in club notturni o venta teatro di retate antistupecinema a luci rosse hanno tito- facenti. LFbi presente sullulli di una sola parola: Sleep, Eat, timo film diretto da Andy, che laKiss. Registrano semplici mo- scia la macchina da presa dopo
menti di soddisfazione di un bi- essere stato ferito da Valerie Sosogno fisico: dormire, mangia- lanas, in quello stesso anno, il
re, baciare. Al protagonista di 1968. La pellicola del congedo
Blow Job qualcuno pratica una Lonesome Cowboys, scritta cofellatio fuori campo. Lossessio- me sempre dal fido Paul Morrisne del corpo il filo rosso che le- sey. Qui il mito americano del
ga la ventina di titoli realizzati fi- west viene riletto in chiave gay
no al 1968: il corpo del ragazzo a con una sola donna, Viva (la
noleggio di My Hustler, del mo- Garbo di Warhol), che cerca di
tociclista di Bike Boy, dei clienti tenere testa a una banda di cownudi di The Nude Restaurant o boy omosessuali. Altro che
dei vestitissimi interpreti di Brokeback Mountain.
Vinyl, che riempiono intera RIPRODUZIONE RISERVATA

a produzione, sostenuta
dal gioco serrato della
pubblicit, crea, per soddisfare i propri ritmi, una
sorta di fame, un desiderio di oggetti e consumi. Ma la situazione
presto sinverte: ora loggetto a
inseguire il soggetto. La citt apre
la sua caccia sadica alluomo, in
quanto ormai esiste uninversione di ruoli e una nuova gerarchia
di posizioni: la citt il fine, luomo il mezzo.
La citt non pi, infatti, lo spazio delle relazioni interpersonali
ma il luogo dello scambio, di un
puro passaggio di merci. La merce, infatti, la grande madre che
accudisce il sonno, i sogni e gli incubi delluomo americano, che lo
assiste in tutti i suoi bisogni, fino
al punto di incentivare e creare
nuovi consumi. E il lavoro lunico tramite che luomo pu stabilire con la realt urbana. Neutralit, oggettivit e impersonalit
sono i caratteri che identificano,
nel pragmatismo anglosassone e
nel suo sistema economico, il
produttore con il prodotto. Una
lezione ripresa poi da Jeff Koons
che ne ha celebrato la perennit
con la sua discendenza.
Palcoscenico per antonomasia della pop-art New York, gi
pronta allinizio degli anni Sessanta a trasformare la societ di
massa in societ dello spettacolo. Qui le immagini accompagnano il viaggio diurno e notturno delluomo, irregimentato nellingranaggio produttivo di una
macchina che funziona senza sosta, secondo ruoli gi assegnati
che lo rendono partecipe e soggetto passivo del grande spettacolo della merce. Le immagini
della citt vengono accettate nel
loro improvviso narrativo come
reali. Perci la tecnica del sogno
diventa il tramite necessario per
leggere la citt e le sue imprevedibilit. Daltronde il sogno, la sostanza onirica, permea di s la vita quotidiana della societ americana, attraversata da immagini e
da merci che affollano il suo panorama visivo e tattile.
Da un deposito imperituro di
sogni incalzanti muove lo sguardo lucido di Warhol, per effettuare il prelievo di una singola immagine. Larte diventa il momento di
esibizione splendente ed esemplare del sogno, la pratica alta che
mette sulla scena definitiva del
linguaggio lo stile basso delle immagini prodotte dai mezzi di comunicazione di massa, dalla
pubblicit e dagli altri strumenti
di persuasione occulta ed esplicita dellindustria americana. Laccumulo grammaticale delle immagini leffetto di una mentalit
che non ha il mito della complessit del mondo. Warhol situa le
proprie immagini per associazione elementare, che riflette con cinica disperazione il destino delluomo: lesibizione come esibizionismo, come ineluttabile cancellazione della profondit e riduzione a uno splendente superficialismo. Lo spegnimento della
profondit psicologica segna il
punto di massima socialit nellopera di Warhol. In una realt
tecnologica che tende alla moltiplicazione e a moltiplicarsi, lunica maniera di affermare tale identit raddoppiare se stessi. Tale
procedimento passa inevitabilmente attraverso lo specchio, lesibizionismo, il narcisismo e definisce luomo come semplice
voyeur della propria solitudine e
del mondo.

AUTORITRATTO
Autoritratto (1967) fotografia

BASQUIAT
Jean-Michel Basquiat (1982) acrilici e serigrafia su tela

DRACULA
The kiss
(Bela
Lugosi)
(1964)
monotipo
su carta

MAO

TRAVESTIMENTI

Mao (1973) acrilici


e serigrafia su tela

Self portrait in drag (1980); in


alto Self portrait (Green) 1964

RIPRODUZIONE RISERVATA

Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

39

IL LIBRO
Lettere damore ad Anna Bolena la prima raccolta
in un unico volume delle diciassette lettere damore
inviate da Enrico VIII ad Anna Bolena tra il 1527
e il 1528, quando lei era una damigella donore
della regina Caterina, prima moglie
dalla quale il sovrano aveva gi chiesto il divorzio
alla Chiesa di Roma. La Bolena sar la seconda
delle sue sei consorti e verr giustiziata nel 1536
Il libro, che include i saggi di Nadia Fusini
e Iolanda Plescia (che ha curato anche la traduzione),
sar in libreria da domani, 14 ottobre,
per Nutrimenti (126 pagine, 12 euro)

LE IMMAGINI
A sinistra
un ritratto
di Enrico VIII,
opera
di Hans Holbein,
autore anche
dei due
progetti
per pendente,
qui accanto,
conservati
al British
Museum;
sotto,
Anna Bolena
dipinta
da un anonimo
e due
delle lettere
di Enrico VIII
custodite
nellArchivio
Vaticano

altro modo) di mandare a chiedere notizie della


salute della sua Signora; ed per poter dunque assolvere al compito del leale servitore che vi invio
questa lettera, supplicandovi di comunicarmi se
vi trovate in salute, del che prego Dio come per la
mia, affinch ve la conservi a lungo; e perch vi ricordiate pi spesso di me, vi invio con questo
messaggero un cervo ucciso ieri sera tardi dalla
mia stessa mano, sperando che quando ne mangerete penserete al cacciatore; e cos per mancanza di spazio termino la mia lettera, scritta per
mano del vostro servitore, il quale sovente desidererebbe voi al posto di vostro fratello.
H. Rex
15 giugno 1528
La sola ragione per cui vi scrivo in questo momento, cuor mio, quella di sapere se siete in buona salute e prosperit, del che sarei felice come se
si trattasse della mia, mentre prego Dio (se Sua
volont) di volerci presto riunire, perch vi giuro
che lo desidero ardentemente, e sia come sia confido che il momento non sia troppo lontano. E visto che la mia adorata assente, non posso fare a
meno, in rappresentanza del mio nome, di mandarle della carne, carne di cervo al posto di Enrico, con il pronostico che di qui a poco per volont
di Dio gusterete la mia, e Dio volendo, magari fosse subito. Riguardo la questione di vostra sorella,
ho fatto scrivere da Walter Welche a vostro padre
le mie intenzioni e confido che Eva stavolta non
riuscir a ingannare Adamo. Perch certo, qualunque cosa si dica, non potr conservare lonore se non si prende com suo dovere cura di lei,
sua figlia legittima, ora che si trova nellestremo
bisogno. Non vi scrivo altro per ora, mia adoratissima, se non che vorrei che potessimo passare insieme una notte
dalla mano del vostro
H. Rex
23 GIUGNO 1528
Mi sono giunte allimprovviso nella notte le notizie pi sgradite che potessi ricevere. Ho almeno
tre ragioni, infatti, per dolermi. La prima che sono venuto a conoscenza dellinfermit della mia
Signora, che mi pi cara di ogni altra cosa al
mondo, e la cui salute bramo come fosse la mia
e volentieri mi prenderei met della vostra malattia pur di vedervi guarita. La seconda che temo di dover sopportare ancora a lungo la tediosa
Assenza, che finora mi ha inflitto ogni pena possibile, e per quello che posso giudicare continuer cos o peggio. Prego Dio di liberarmi da
questo importuno persecutore. La terza ragione
che il medico del quale pi mi fido in questo momento non c, proprio quando potrebbe farmi il
piacere pi grande. Spererei infatti di ottenere da
lui, e dalle sue arti, la gioia per me pi grande a
questo mondo; cio la guarigione della mia Signora. Tuttavia, in sua mancanza ve ne invio un
altro, lunico che c, pregando Dio che ben presto possa guarirvi, e lo avr pi caro che mai.
Vi prego di lasciarvi governare dai suoi consigli, e se cos farete ben presto vi rivedr, e sar per
me un ricostituente pi prezioso di tutte le gem-

me del mondo. Scritto dal segretario che


, e sar sempre,
Vostro leale e sicuro Servitore,
H. (AB) Rex18
21 luglio 1528
Mia adorata, mi raccomando con tutto il cuore
a voi, assicurandovi che sono non poco perplesso per via di ci che vi riporter da parte mia vostro fratello, al quale vi prego di credere, perch
sarebbe troppo lungo da spiegare per iscritto.
Nelle mie ultime lettere vi informavo di come mi
aspettassi di vedervi presto, un fatto che pi risaputo a Londra che da chi mi accanto il che
desta in me non poca meraviglia, ma necessariamente la causa devessere una mancanza di discrezione. Non vi scrivo altro per ora, tranne che
ben presto i nostri incontri dipenderanno, cos
confido, non dalla condotta poco accorta degli altri, ma dalla vostra.
Scritto dalla mano di colui che desidera
ardentemente di essere vostro,
H. Rex
luglio 1528
Cuor mio, questa mia per dirvi della grande solitudine che provo da quando siete partita: vi assicuro che il tempo passato dalla vostra ultima
partenza mi pare ben pi lungo di due intere settimane. Credo che siano la vostra amabilit e il
fervore del mio amore a farmi sentire cos, ch altrimenti non mi sembrerebbe possibile addolorarmi per unassenza cos breve. Ma ora che sto
arrivando da voi, mi pare che la met dei miei dolori siano guariti, e inoltre mi d grande conforto
il fatto che il mio libro procede ed di aiuto sostanziale alla mia causa, e infatti oggi ho passato

pi di quattro ore a scrivere. Il che mi


costringe a una lettera pi breve, a motivo
di un certo dolore di testa, mentre sogno di trovarmi (specialmente di notte) tra le braccia della
mia amata, le cui graziose mammelle presto vorrei poter baciare.
Scritta dalla mano di colui che stato,
, e sar vostro per suo volere,
H. Rex
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Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LA DOMENICA

40

Spettacoli
Sopra le righe

Pi che a Bernstein si paragona a Bakunin,


pi che von Karajan ricorda Pete Doherty, odia la Scala
e distruggerebbe il Met. Siamo andati a sentire e vedere

il direttore dorchestra che sta sovvertendo il (suo) mondo

CECILIA BARTOLI

HLNE GRIMAUD

GUSTAVO DUDAMEL

VANESSA MAE

Mezzosoprano:
47 anni, offre un look
scandaloso
al servizio di progetti
molto raffinati

Francese, 46 anni,
ha inciso 17 dischi
ed fra le star
pi popolari
della classica

Venezuelano,
32 anni,
il pi noto
diffusore
del metodo Abreu

Inglese, 34 anni,
violinista,
nota per terribili
produzioni
techno-classiche

VITTORIO GRIGOLO

RICCARDO CHAILLY

JUYA WANG

LANG LANG

Tenore, 36 anni,
segni particolari:
bellissimo
Spazia da Mozart
ai musical

Direttore
di lungo corso,
60 anni, collabora
con Bollani ed entra
nelle hit parade

26 anni,
bravissima e sexy,
siede al piano
in miniabito
e tacchi vertiginosi

Pianista, 32 anni,
amato come
una rockstar, suona
interpretando
anche con il corpo

GIUSEPPE VIDETTI

BOCHUM

el silenzio dellauditorio larrivo del direttore si annuncia


con passi pesanti, da generale, che risuonano gi dal retropalco. Indossa stivali punk Teodor Currentzis, ha 41 anni e ne dimostra 25. Si accomoda sul podio e inizia la sua comunione totale con Stravinsky. La sagra della primavera levento clou della RuhrTriennale, culla
delle avanguardie e paradiso degli artisti puri che per quaranta giorni si danno convegno
nelle ex miniere di carbone e di ferro della
Vestfalia riconvertite a spazi per la cultura.
Pallido, magro, vestito di nero, Currentzis si
lascia attraversare dalla musica, la asseconda con i movimenti del corpo ora morbidi, ora impetuosi mentre dirige la sua orchestra Musica Aeterna. Pi Nijinsky che
Bernstein, pi Pete Doherty che von Karajan. Ho una missione: salvare la musica
classica, dice con la voce baritonale che
contrasta con il fisico fragile quando si riprende dalla trance, scosso dallentusiasmo
di un giovane pubblico che per oltre mezzora non smette di applaudire. Mission impossible per un direttore dorchestra greco
che dopo un periodo di militanza nella Novosibirsk State Opera si confinato allombra degli Urali, a dirigere la State Opera e il
Ballet Theatre di Perm? Non esattamente, il
metodo Currentzis ha scosso e incuriosito il
mondo della classica. Abbiamo creato una

comune, artisti liberi con altro credo che lottano per far cambiare direzione alla musica, ci spiega. Da noi si crea senza orario,
magari al lume di candela e con un bicchiere di vino. Il mondo (della musica) non
quello che sognava al conservatorio. Ci sono due opzioni: allontanarsi dalluniverso
che gira intorno alla musica e che mi disgusta; crearsi una nicchia in cui alimentare il
sacro fuoco. Troppa musica nellaria, non
siamo pi in grado di apprezzarla. Provi a
immaginare il mondo in mano a un dittatore che la proibisca per cinque anni; cosa succederebbe? Tutti, di notte, di nascosto, ad
ascoltare in cuffia le radio pirata. La musica
risorgerebbe dal silenzio, carica di forza e di
potere.
Currentzis un radicale, si paragona a
Bakunin e Kropotkin, i grandi anarchici.
Non sogna la Scala, il Covent Garden o il Met.
Pi esattamente, li raderebbe al suolo. Chi

ama la musica pu solo aspirare a distruggere il sistema che la controlla per ripartire da
un piccolo, fedele pubblico. Le grandi istituzioni sono destinate a morire. Anche nel
rock e nel jazz le cose migliori stanno arrivando dal mercato indie, il mainstream
agonizzante, Mtv defunta, i supermarket dei
suoni allo sbando. Chi ama la musica ascolta i Sigur Rs, non Lady Gaga. Oggi si dice
troppo spesso: dobbiamo riportare i giovani a teatro. Ma anche questo va fatto nel modo giusto; non basta affidarsi alla superstar
del momento (i cantanti dopera belli, fotogenici e palestrati). Noi parliamo ai giovani
che hanno unopinione sul mondo, che reagiscono al sistema, quelli che poi a teatro ci
andranno per tutta la vita.
Da ragazzo, in Grecia, sognava di diventare un compositore. Come Mahler, il suo idolo, che scriveva musica solo destate. Gi
allepoca era la poesia lunico metro con cui

IN CONCERTO
Teodor Currentzis:
alla Triennale della Ruhr
cinquemila giovani fan
in delirio lo hanno applaudito
In alto una galleria
di musicisti che nei modi
pi diversi tentano
di rilanciare la musica classica

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DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

41

Quarantanni, greco, si autoesiliato in Siberia


e ha un solo obiettivo: Liberare larte dalla routine
dello show business. Certamente non il primo

Leresia
sul podio

a tentare limpresa, probabilmente non sar lultimo

LEONETTA BENTIVOGLIO
untormentone melodioso e un sinfonico assillo:
le industrie discografiche, le istituzioni concertistiche, i teatri dopera, gli artisti stessi, insomma
tutto il mondo musicale classico sinterroga sul
modo pi efficace per diffondersi, riempire le
sale, evadere dalllite dei musicofili e popolarizzarsi. Dopo il boom discografico dellepoca di Herbert von Karajan, sfrenato
promotore della propria immagine e
abile nel cogliere per primo le potenzialit delle nuove tecnologie, la flessione
commerciale della classica stata progressiva e inesorabile. Come reagire? Mescolando i generi, percorrendo crinali borderline, puntando sul glamour e lo charme degli interpreti. Con effetti a volte prodigiosi e a volte discutibili.
La collaborazione con Stefano Bollani di un direttore dorchestra del calibro di Riccardo Chailly ha generato frutti preziosi non solo sul versante delle vendite.
Sarebbe assurdo porla sullo stesso piano dei vizi patinati e pseudo-sexy della violinista (nata a Singapore e
cresciuta a Londra) Vanessa Mae, raccoglitrice di consensi grazie ad atteggiamenti scollacciati e a una terrificante produzione techno-classica, cio ad arrangiamenti di brani storici in chiave moderna. Muovendosi
a un livello pi stimolante, seppure criticato dai puristi, il pianista cinese Lang Lang crea di continuo opportunit di comunicazione trasversale. Realizza
soundtrack per videogiochi, inserisce stranianti cloni
tecnologici di se stesso e di compositori alti (Chopin),
inventa il format sensazionale del Concerto per 100
pianisti che riunisce nei teatri, con clamore planetario, giovani studenti di pianoforte.
A volte il look scandaloso funzionale alla visibilit
di progetti musicalmente raffinatissimi. Unesperta di
questa tendenza la cantante-star Cecilia Bartoli, che
nelle copertine dei suoi dischi, dedicati ad antichi repertori inediti e meravigliosi, pu mostrarsi con travestimenti scioccanti quali il corpo nudo di una statua
marmorea (Sacrificium) o il volto di un prete calvo e
horror (Mission). E il geniale violoncellista Yo-Yo Ma,
consulente della Chicago Symphony, non teme di assumere, nel ruolo di composer in residence della prestigiosa orchestra, il dj adorato dai giovani Mason Bates (che anche un bravo compositore serio). Sono
tanto pi ruffiane le operazioni del violinista inglese Nigel Kennedy, il quale con la sua furia
punk fece vendere alle Quattro Stagioni di Vivaldi due milioni di dischi. Oggi risollevano i destini del mercato personaggi dirompenti come
lorganista statunitense Cameron Carpenter, che
ha impresso al suo strumento una fisionomia pi
spettacolare che liturgica (vedi il fortunato Revolutionary, comprensivo di titoli di Bach e Liszt), e il virtuoso tedesco-americano David Garrett, che col suo violino scatenato, in certi pezzi rubati al rock, arriva a sostituire la chitarra di Kurt Cobain e la voce di Michael
Jackson. Tutto concesso, senza esclusione di colpi.

DAVID GARRETT

SORELLE LABQUE

NIGEL KENNEDY

Tedesco, 32 anni,
col suo violino
ha sostituito
le chitarre di Brian
May o Kurt Cobain

Sessantenni,
il duo pianistico
di Katia e Marielle
ha dissacrato
la musica classica

Violinista inglese
classe 1956,
ha in repertorio
anche il jazz
e la musica klezmer

YO-YO MA
Americano
di origini cinesi,
58 anni, tra i primi
veri divulgatori
della classica

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TEODOR CURRENTZIS

Luomo
che voleva salvare
la

Musica
classica

misurava larte.
Era stregato dai
surrealisti, Artaud
in testa, e divorava i
versi di Georg Trakl,
Baudelaire, Lautramont e Mallarm. Musicalmente, i miei punti di
riferimento non sono i dinosauri von Karajan o
Bernstein ma Gieseking,
Cortot, Glenn Gould, Harnoncourt. E quando ipotizza collaborazioni con altri artisti, ha parole solo per estremisti della sua specie: Peter
Sellars, Bob Wilson, Lars von Trier e Romeo Castellucci. A Perm abbiamo fatto a
pezzi la routine che uccide larte. Vogliamo
colpire al cuore un sistema che programma
le opere e scrittura gli artisti con cinque anni
di anticipo. Non era cos ai tempi di Caruso.
Altro che realismo nella lirica, Currentzis vagheggia un teatro rituale che preservi lopera come i Vangeli, la parola sacra cantata, per esaltare il mistero del libretto e conservare intatta la leggenda. Non sono solo
chiacchiere. La crisi dilaga, gli enti lirici chiudono, la ripresa passa anche per artisti come
lui. I manager di Sony Classical sono andati
a scovarlo a Perm, gli hanno dato carta bianca e offerto un contratto a lungo termine.
Non accetter compromessi, voglio il tempo e gli strumenti necessari, niente glamour
intorno a me, nessuna pressione. E loro hanno risposto: per questo che siamo venuti.
Ho gi inciso alcune composizioni di Jean-

Philippe Rameau, Le Nozze di Figaro e Cos


fan tutte. Presto faremo La sagra della primavera, il Don Giovanni, le sinfonie e la Messa solenne di Beethoven.
Alla fine dellesecuzione della Sagra il
pubblico in delirio. Currentzis e lorchestra
tornano in scena e si mettono in sintonia con
lasse Stravinsky-Diaghilev-Nijinsky con
The Riot of Spring (La rissa della primavera) del giovane compositore russo Dmitri
Kourliandski. In un crescendo di archi gli orchestrali abbandonano uno a uno il palco e
si sparpagliano tra il pubblico. Violini, viole
e violoncelli vengono passate ai ragazzi che
con poche istruzioni continuano a rumoreggiare su una base elettronica. Il geniale
primo violino Andrey Baranov, 27 anni da
San Pietroburgo, stabilisce una relazione
quasi sessuale con la ragazza appena ventenne cui ha ceduto lo strumento. Il caos
musicale che ne deriva ha perfettamente
senso, vivo, lirico, creativo. Alla fine alcuni
strumenti finiscono in pezzi, i ragazzi fanno
a gara ad accaparrarsene i resti da conservare come cimeli (tra Oistrach e Hendrix non
c confine). Heiner Goebbels, blasonato direttore artistico della RuhrTriennale, lascia
la sala estasiato: Non immaginavo che il carisma di un direttore dorchestra potesse arrivare a tanto. Ma Currentzis gi pensa a domani. Voglio diventare un artista pi appassionato, pi illuminato. Il romanticismo
esiste ancora, dipende da noi. Vogliamo essere i lettori o gli eroi del romanzo della vita?
Io ho fatto la mia scelta, non la pi comoda.
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DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LA DOMENICA

42

Next

Nuovi mondi

Entusiasmo, creativit e concretezza: la rivoluzione


degli artigiani digitali alla prima Maker Faire
europea, una vera Woodstock dellinnovazione

La stampante
all in one

Lobiettivo ora trasformare la scintilla


in industria e rilanciare leconomia

Parola dordine: Il cielo non pi un limite

MASSIMO
MORETTI
Fondatore
progetto
Wasp

RICCARDO LUNA
ggi non avete pi bisogno del permesso di nessuno per inventare delle cose meravigliose. La celebre frase con cui
Massimo Banzi, il creatore di Arduino, chiuse il TED Global
del 2012, non mai stata tanto vera e concreta come nei giorni della prima Maker Faire di Roma nello scorso week end, di
cui chi scrive stato il co-curatore. stata una festa di creativit, un rito pagano in cui decine di migliaia di persone si sono riappropriate del futuro. Della possibilit di crearsene uno migliore. Con le proprie mani, perch questo fanno i makers: making stuff, si fanno le cose che immaginano. Magari con una stampante
3D. O una tagliatrice laser a controllo numerico. O una scheda Arduino, appunto, che
grazie a una elettronica facile, a prova di bambino, consente di dare unanima agli oggetti. E cos quando la fiera ha chiuso i battenti, quasi tutti invece di andare a casa sono rimasti sul piazzale antistante il Palazzo dei Congressi a ballare con il gigantesco robot suonatore di basso elettrico che un artista tedesco aveva portato per loccasione.
In quel momento stato evidente a cosa avevamo assistito per quattro giorni: alla
Woodstock dellinnovazione. E, forse, anche a una tappa verso un nuovo made in Italy.
Un futuro artigiano come lo chiama il professor Stefano Micelli, docente a Venezia
e uno dei pi attenti osservatori del fenomeno: Gli artigiani digitali e gli inventori faida-te stanno dando prova di vitalit e creativit. Ora dobbiamo trasferire quellentusiasmo al resto delleconomia per farla ripartire. Operazione non facile, perch si tratta di contaminare vecchi artigiani e piccole imprese in crisi, ma intanto dal basso, dal
mondo dei makers, si avverte una spinta incredibile. Una voglia di fare che sembra voler smentire le statistiche su un paese deluso, disilluso e rassegnato. I makers fanno
soprattutto per la gioia di fare spiega il professor David Gauntlett, autore de La Societ
dei Makers appena uscito in Italia.
La gioia quindi una delle chiavi per capire questo mondo. E riguarda naturalmente i bambini, i veri protagonisti delle Maker Faire, chiamati a costruirsi i giocattoli invece di chiedere ai genitori di comprarne uno nuovo (grazie al crollo dei costi
delle stampanti 3D, me lo stampi, pap? una delle frasi destinata a prendere il posto del classico me lo compri?). Ma riguarda anche gli adulti che nellatto del fa-

La guida tattile
per ipovedenti

SERENA
RUFFATO
Ideatrice

Inventarsele tutte
perch la fantasia
vada al potere
230

ILLUSTRAZIONE DI ANNALISA VARLOTTA

Le invenzioni
presentate ed esposte
durante
la quattro giorni
romana
di Maker Faire

re riscoprono un senso profondo, un equilibrio interiore. Un fanciullino


avrebbe detto Pascoli. Come accaduto al giornalista Mark Frauenfelder, oggi direttore di Make, la bibbia dei Makers, che un giorno ebbe la classica crisi di mezza et e si trasfer con la moglie su un atollo del Pacifico per capire
solo dopo che quello che stava cercando era il piacere di imparare a farsi le
cose con le proprie mani: un orto, un caff perfetto, una casa per le api,
una chitarra e cos via.
In tutto questo c anche una nuova visione della societ, evidentemente, una societ nella quale non siamo pi solo consumatori,
ma produttori; e soprattutto dove si spreca di meno, le cose infatti si riusano, si riciclano, si reinventano allinfinito (a Roma una
delle performance pi apprezzate stata lesibizione dei Capone Bungt Bangt, band napoletana che fa musica stile Daft Punk
usando pentole, scope e barattoli pescati nella spazzatura).
Ma la gioia solo il presupposto, la scintilla iniziale. Il resto lo
fa un contesto in cui inventare una cosa che non c sul mercato
diventato infinitamente pi facile visto che gli strumenti tecnologici per farsi un prototipo costano sempre meno e non richiedono un master in elettronica, anzi. Sky is not the limit, il cielo non
pi il nostro limite ha scandito il giorno della inaugurazione il professore svizzero Raffaello DAndrea, che un incredibile addomesticatore di
droni (nella sua Flying Arena di Zurigo, li fa giocare a tennis e li manda a raccogliere oggetti manco fossero cani da riporto).
Ma se non abbiamo pi limiti alla fantasia, vuol dire davvero che tutto o quasi
possibile. Basta crederci e provarci. In questa autentica esplosione di creativit si intravedono almeno tre filoni. Uno pi legato a oggetti unici, irripetibili, amatoriali: come le elaboratissime costruzioni di legno a pedali per fare le bolle di sapone che realizza un giovane falegname pugliese a Tricase. Uno che punta a sfruttare le potenzialit dellInternet delle cose per esempio nel progetto sardo di una macchina del caff
che ti fa lespresso solo se glielo chiedi via Facebook. E un terzo che pensa in grande e
quindi al futuro dellauto, dellenergia, delle case (fra i tanti, ha avuto un ottimo riscontro la PowerWasp, una stampante 3D fatta a Ravenna, alla base del progetto di
stampare case in argilla in Africa e salvare il mondo).
Tutto questo pu diventare una industry e contribuire a far ripartire leconomia? S,
ma trasformare un prototipo fatto per passione in un prodotto commerciale non facile avverte Dale Dougherty, il fondatore delle Maker Faire e leader indiscusso del movimento. In realt dei casi di successo gi esistono: la MakerBot, la startup che fa una
stampante 3D a basso costo inventata in una cantina di Brooklyn da un hacker, Bre
Pettis, stata recentemente venduta per 403 milioni di dollari; Adafruit, la societ creata da una donna ingegnere del MIT, Limor Fried, che realizzata kit di elettronica per
inventori, ha gi quasi cinquanta dipendenti; e la Intel ha appena lanciato un nuovo
prodotto per gli studenti assieme ad Arduino. Si chiama Galileo, un omaggio alla grande tradizione italiana di makers. In fondo il primo di tutti stato un certo Leonardo da
Vinci che cinquecento anni fa diceva: La conoscenza non abbastanza, sento lurgenza del fare.

La PowerWasp una prototipatrice


3D che alloccorrenza diventa
fresatrice: una volta ottenuta
la forma, si potr tagliare,
incidere e levigare,
cos da modellarla
a piacere
Lobiettivo
realizzare
oggetti
ecosostenibili
e a basso prezzo

Da oggi le opere darte hanno il dono


della parola. Merito di questa start up,
che realizza modelli tattili dotati
di sensori
Quando il dito
sfiora
un particolare
del modellino,
si attiva laudio,
che descrive
quella parte
dellopera

La lampada
ad acqua

THOMAS
BORRELLI
Ideatori

Spock
ha bisogno
di poco per funzionare:
acqua (distillata) e luce
Combinando luso
di tre celle combustibili
a tre pannelli solari,
agganciati
alla struttura,
avremo una lampada
completamente
eco-friendly

Il carrello
intelligente

MARCO
GIACOMELLI

DAMIANO
BERTATO
Ideatori

Si tratta di un prototipo di robot


in grado di seguire il proprietario
Shopper pu trasportare
facilmente oggetti pesanti:
le possibili
applicazioni
prevedono
supermarket
aeroporti
e aziende
Pu essere
daiuto ad anziani
e disabili

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Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

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Il vaso
mobile

MAKEINBO
Associazione
di makers
bolognesi

Come dice il nome E-vaso


un fioriera che scappa,
e che si sposta autonomamente
a seconda
della luce
Ha sei
zampe
per muoversi,
e sensori
per captare
i raggi
solari

Le maschere 2.0

ALESSANDRO

ZOMPARELLI

FILIPPO
NASSETTI
Soci della Do
the mutation

Il collagene una delle componenti


nei tessuti connettivi
I ricercatori di Do the mutation
lhanno scelto
per produrre
maschere
I volti sono
scansionati
e analizzati
da un software
che disegna
la maschera,
poi stampata
in 3D

La cyclette
smart

DUILIO
PERONI
Coordinatore
del progetto

Con questa bici si pu arrivare


ovunque, senza neanche
uscire di casa
La Gooble Bike
una cyclette integrata
con le mappe di Google
Street View. Riproduce
la pendenza del percorso
modificando
la resistenza
dei pedali, mentre
lo schermo mostra
i luoghi attraversati

La musica
da disegnare

GILDA
NEGRINI

RICCARDO
VENDRAMIN

na
m

EL

is

LO

ideatori

Con Music Ink ogni strumento


viene disegnato
con una
vernice
conduttiva
e una volta
ultimato
si collega a un circuito
costruito con Arduino
Basta sfiorare il disegno
per ascoltare i suoni

Gli eco-mobili

Le protesi
stampate

MAURIZIO
COSTABEBER
General
manager
di DWS

Neanche il tempo di una visita


dal dentista e questa macchina
in grado di riprodurre
incisivi, molari e canini,
ma anche
calchi dentali
che
sostituiscono
quelli
tradizionali
in gesso

AMLETO
PICERNO
SERASO
Promotore
Mediterranean
FabLab

La linea Havana nasce da unidea


di Mediterranean Fab Lab
I mobili sono realizzati in cartone
ondulato, sfruttando le potenzialit
di questo materiale. La collezione
comprende tavoli, sedie, lampade,
e persino
alcuni elementi
darredo
che si
possono
incastrare
fra loro

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DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LA DOMENICA

44

I sapori

Gin

Trasformisti

con

Piace a James Bond ma anche ai monaci


Perch linfuso di ginepro inventato
dai medici olandesi per combattere la gotta
febbrifugo, diuretico,
antisettico. E molto tonico
LICIA GRANELLO
ond ordin un doppio Gin Tonic e un lime. Quando arriv il drink, tagli il lime e fece cadere le due
met spremute nel bicchiere, riempiendolo di
ghiaccio fin quasi allorlo, poi vers lacqua tonica.
Port il drink sulla terrazza e si sedette ammirando
lo spettacolare panorama davanti a lui.
La competenza di James Bond (e del suo creatore Ian Fleming) in fatto di
cocktail fuori discussione. Ma dal Gin Tonic bevuto nelle pagine del Dr.
No (1958) a oggi, il gin ha cambiato pelle cento volte, e in scia al gin luniverso dei cocktail che portano la sua firma: n potrebbe essere diversamente, per questo campione del bere alcolico nato a fini curativi, come infusione alcolica delle bacche di ginepro. Una scelta legata alle propriet benefiche dellolio essenziale di juniperus communis, di cui in questi giorni si
raccolgono le bacche per la produzione invernale: febbrifugo, diuretico,
antisettico, tonico. E visto che nella ricca Olanda mercantile del Seicento
una delle malattie pi diffuse era la gotta, lintuizione alchemica del dottor
Franciscus de la Boe si trasform in un successo planetario. Il jenever fin
prima in Inghilterra con lesercito olandese (i due stati erano alleati contro
la Spagna) e poi in America, grazie ai pellegrini ospitati nella distilleria di
Plymouth prima di salpare con il Mayflower. Attraversando prima la Manica e poi lAtlantico, la ricetta originaria perse due sillabe e acquist finez-

Il miglior amico
del cocktail party
za, diventando rapidamente il liquore ufficiale della Royal Navy, tanto che
gli ufficiali di stanza in India lo adottarono per battezzare lacqua tonica,
anti-malarico per eccellenza grazie al chinino. In patria, la diffusione del gin
si tradusse in un vistoso incremento dellalcolismo: ma lintroduzione dei
Gin Acts per arginarne la diffusione non riusc a fermarne la dirompente
popolarit. Nel tempo, Olanda e Inghilterra hanno sviluppato due linee
produttive differenti: maturazione in terracotta e gusto morbido per il nipotino del jenever, palato asciutto e toni freschi per il britannico dry gin, con
leccezione dellOld Tom, addolcito da un quid zuccherino.
Levoluzione tumultuosa degli ultimi anni che ha coinvolto marchi
storici come Bombay Sapphire (pepe nero e lemongrass per il nuovissimo
East), o Beefeater, con la Burroughs Reserve affinata in botti di quercia
ha sdoganato il gin dal ruolo di fratello minore della vodka. Profumati con
cardamomo o frutti rossi, liquirizia o agrumi, rosa o anice stellato, i gin hanno conquistato lalta ristorazione, a partire dal Gin Tonic, aromatico ma rispettoso dei piatti, ideale per pulire le papille gustative. In pi, lo status di
long drink grazie a ghiaccio e acqua tonica, a sua volta ormai frammentata in decine di etichette, con intensit differenti apprezzato sia in chiave salutistica che nel conteggio calorico. Se la botanica alcolica vi attrae,
partite in escursione verso le colline di San Sepolcro, Arezzo, dove i frati del
monastero di Vallombrosa elaborano il gin dalle bacche pi profumate del
mondo (il ginepro della macchia mediterranea ambitissimo dai migliori
produttori internazionali). Assaggiato il loro gin, benedetto e buonissimo,
potrete meditare sulla bellezza della campagna in autunno.
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Raymond Chandler
Un vero Gimlet met gin
e met succo di lime Roses e niente altro
da IL LUNGO ADDIO (1953)

Anthony Burgess
Ha un sapore molto liscio, induce una specie
di euforia metafisica e di rado lascia sbronzi
da THE REAL LIFE OF ANTHONY BURGESS (2005)

Francis Scott Fitzgerald


Tom rientrava precedendo quattro bicchieri
di gin che tintinnavano pieni di ghiaccio
da IL GRANDE GATSBY (1925)

Humphrey Bogart
Di tutti i Gin Joints di tutte le citt
di tutto il mondo, lei finita nel mio
da CASABLANCA (1942)

Gli indirizzi
TORINO
SMILE TREE
Piazza della Consolata 9/C
Tel. 331-1848136

ALBA (CN)
SODA
COCKTAIL BAR
Corso Italia 6
Tel. 346-5938838

MILANO
REBELOT
Ripa di Porta Ticinese 55
Tel. 02-84194720

VENEZIA
ORIENTAL BAR
(HOTEL METROPOLE)
Riva degli Schiavoni 4149
Tel. 041-5205044

SESTRI LEVANTE (GE)


BASQUIAT
LOUNGE BAR
Via Garibaldi 48
Tel. 0185-458492

LAQUILA
LA DOLCE VITA
Viale Corrado IV
Tel. 329-1605001

ROMA
THE GIN CORNER
(HOTEL ADRIANO)
Via di Pallacorda 2
Tel. 06-68802451

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Gin Tonic

Martini

Negroni

White Lady

Tumbler grande
pieno a met di ghiaccio,
tre parti di gin e sette
di acqua tonica, versata
sulla spirale verticale
del cucchiaio da cocktail

Solo due ingredienti:


gin e Martini Dry
in coppetta ghiacciata
Nel Vesper (prediletto
da James Bond),
gin, vodka e China Lillet

Gin, Campari e Vermut


rosso in parti uguali
per il cocktail servito
nel tumbler (bicchiere
cilindrico) basso
Ghiaccio e fetta darancia

Dedicato alla sofisticata


lady Ella Fitzgerald,
vanta cinque parti di gin,
tre di Cointreau e due
di limone. Nella coppetta,
una ciliegia candita

Gin Fizz
Spopola negli anni 70
il drink a base di gin,
limone e sciroppo
di zucchero, shakerato
con ghiaccio, servito
con soda nel tumbler

A tavola

Il signore
in giallo

Farfalle

PIERO COLAPRICO

Etichette
&drink
Alcune etichette storiche
delle migliori marche di gin
Nelle foto: un Gimlet
(in basso, a sinistra)
il cocktail preferito
dal detective Marlowe,
e vari tipi di cocktail Martini,
il drink di James Bond

volte il lapsus rivelatore di un


mondo. il caso dello Sbagliato, un
cocktail che sin dal suo nome promette bene. Piccolo (necessario) antefatto.
Con ingredienti italiani, si serve lAmericano, antico cocktail internazionale. A Firenze un conte, Camillo Negroni, chiede al suo
barman di fiducia di fargli un Americano,
per senza seltz: ci metta il gin. Un successo immediato, tanto che il Negroni diventa
laperitivo italiano doc. Si arriva cos negli
anni 60 dove, in un fumoso e famoso bar
milanese, il Bar Basso, il Negroni una sera
viene versato con lo spumante al posto del
gin: lo Sbagliato nasce cos. Senza immaginare che in quel lapsus c uno spartiacque
letterario.
Nei romanzi gialli, noir, polizieschi italiani, il protagonista di solito che cosa beve?
Vino. Lo fa anche lindimenticabile catalano Pepe Carvalho, nei gialli di Montalbn.
Per non parlare di Maigret, dei suoi rossi
della Loira. Lungo il nostro Mediterraneo il
detective pensa, specula, a volte troppo.
Nei gialli americani il vino non c, infatti
scorrono cocktail a fiumi, lazione prevale,
e a volte i morti si contano a carrettate.
Un romanzo-simbolo di rara bellezza
Il lungo addio di Raymond Chandler. Narra dellinvestigatore privato Philip Marlowe, che sullHollywood Boulevard si sente come Tarzan su un monopattino rosso. Beve spesso un Gimlet, fatto per met
di gin. Ed il Succhiello(traduzione di Gimlet) ad aiutarlo nellamicizia con un cliente
complicato che, colpo di scena dopo colpo
di scena, gli lascer addosso una tristezza
tale da rendere inimmaginabile leuforia
del vino. Nel Mondo Nuovo made in Usa
bisognava tagliare corto. Meglio rilassarsi
secondo i precetti del GrandeGatsby: il primo drink lo prendi tu finch, a un certo
punto, il drink che prende te.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Salmone affumicato,
panna e gin al posto
della vodka, per profumare
la nota alcolica del piatto
simbolo della nouvelle
cuisine allitaliana

Scaloppine
Nota fresca, secca
e speziata per le fettine
infarinate, spadellate,
sfumate con il gin,
in alternativa ai classici
limone o vino bianco

Coniglio
Rinforzo della nota
aromatica per il principe
delle carni bianche,
arrostito in pentola
o nella teglia del forno
con bacche di ginepro

Fragole
Sentori balsamici
per i frutti di bosco
battezzati con gin
e poco zucchero
Golosa la macerazione
della frutta secca

Gelato
Contrasto di note
balsamiche tra miele e gin
nel mantecato di crema,
servito con foglioline
di menta o timo, abbinato
con sorbetto alla lavanda

LA RICETTA
Luci dautunno

NAPOLI
PIANO B
Vico Pallonetto
Santa Chiara 15
Tel. 081-5442798

LECCE
300MILA LOUNGE
via Centoquarantesimo
Reggimento Fanteria 11
Tel. 0832-279990

CATANIA
SALOTTO 69
Via Gornalunga 17
Tel. 366-5481631

Nello shaker
mettere la pera
fatta a pezzi e lavorarla
con un muddler,
il pestello del barman
Aggiungere quindi, a uno a uno,
tutti gli altri ingredienti (uva, acqua, limone
e miele)e solo alla fine il ghiaccio
Shakerare e colare in una coppetta fredda
Guarnire il tutto, infine, con un rametto
di rosmarino e servire con accanto
alcune sottili fettine di pera caramellata

Luigi Iula e Salvo Romano


gestiscono uno dei bar
pi interessanti
della scena mixologist
di Torino, il BarZ8,
in corso Moncalieri,
dove il gin oltre cento
le etichette servite
dai due giovani creativi
viene interpretato
in modo sapiente e innovativo,
come in questo drink
appositamente
ideato per i lettori
di Repubblica

Ingredienti
gin
2 pezzi di pera
3 chicchi duva
1 cl di succo di pera
1 cl dacqua
1.5 cl di succo di limone
1 cucchiaino di miele
1 rametto di rosmarino

Repubblica Nazionale

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

LA DOMENICA

46

Lincontro
Brave (ex) ragazze

Meg Ryan

Alluniversit studiava per fare


la reporter, rester nella storia
del cinema per la scena cult
di un finto orgasmo al ristorante
Anche per questo lattrice di Harry,
ti presento Sally
a cinquantadue anni
dice di essere stufa
di Hollywood e del ruolo
che le ha affibbiato
Non ne posso pi
di fare la romantica carina

Unetichetta che mi ha creato


molti problemi. Anche nella vita vera
un ristorante a
New York, meta di
gite scolastiche e
pellegrinaggi turistici. il Katz Delicatessen, sulla
Houston Street, East Village. l che
un quarto di secolo fa stata girata una
delle pi famose scene della commedia cinematografica, il finto orgasmo
dimostrativo di Meg Ryan in Harry, ti
presento Sally davanti a un imbarazzatissimo Billy Crystal in una sala allibita. Si ricorder che a missione compiuta lattrice riaddentava tranquillamente il suo sandwich, mentre al tavolo accanto unattempata signora
saffrettava a ordinare Quello che ha
preso la signorina. Tra le cento battute pi memorabili del cinema, questa
la trentatreesima nella classifica dellAmerican Film Institute. Da quando
il film di Rob Reiner usc in tutto il
mondo, nell89, una foto della Ryan giganteggia sopra il tavolo hot del ristorante. La scena aveva richiesto innumerevoli ciak, e altrettanti finti orgasmi, entrambi coronati a fine riprese
dal regalo del proprietario del locale
alla troupe: Un enorme salsiccione.
Lo ricorda, ridendo, la stessa protagonista, incontrata in una innocua terrasse parigina durante un break-vacanza che lei spaccia per definitivo anche se va minacciandolo da almeno
cinque anni: Basta, tra me e Hol-

e adesso interpreta a Broadway ladattamento teatrale. Forse stata decisiva, al provino, la mia risposta sullamicizia uomo-donna, perno del film:
s, ho detto, ci pu essere semplice
amicizia. Ho molti amici maschi e il
sesso fuori questione. Oggi risponderebbe ancora cos? Certo. Lei no?.
Difficile sostenere il suo sguardo, e
non come potrebbero sostenere i
maligni per via dei troppi ritocchi di
chirurgia estetica. La Ryan rimane
limpertinente scolaretta proiettata
nei nostri sogni dal grande schermo.
Oggi zietta di se stessa, conserva intatta la verve da nipote con quegli incantevoli occhi velati dazzurro e limmutato sorriso di ciliegia, sempre sospeso tra il sognante e la presa in giro. Zatteroni e tubino neri su cui sfiammano
capelli da ex adolescente. La scorsa
estate al Taormina Film Fest lavevamo vista divertirsi davanti alle clip birichine montate dal direttore Mario

Con le registe donne


ci si capisce al volo
Per i registi
uomini
tu non sei mai
il soggetto
del film
ma loggetto

FOTO GETTY

PARIGI

lywood, finita! Dopo i quaranta, non


esistiamo pi per gli schermi Usa, e
intanto alla terza serie tv di Web Therapy: una sorta di psico-lettino
via internet, tre minuti a botta, anzich linterminabile blabla delle sedute classiche di unora.
Il rischio, in unintervista con Meg
Ryan, di fermarsi l, chiedendo tutto
di tutto su quella sequenza di culto:
come se, davanti a Sharon Stone, ci si
impuntasse solo su quel punto l o si
obbligasse Anita Ekberg a ripetere la
doccia nella Fontana di Trevi. Per di
pi la Ryan, botox a parte, oggi come
ieri leterna ragazzina, allora di ventisette anni oggi di cinquantadue (li
compir il 19 novembre). Tanto vale,
dunque, soddisfare subito la principale curiosit e togliersi il pensiero,
secondo linsegnamento di Groucho
Marx che dopo le prime righe di Memoirs of a Mangy Lover scriveva: E ora
che abbiamo liquidato la questione
sesso, possiamo occuparci del resto.
Del resto lei la prima a incoraggiare, maliziosa e complice: Sa chi la signora che chiede quello che ha preso
la signorina? Estelle Reiner, la madre
del regista. E a chi va il merito della
scena? una pensata collettiva. Durante le riprese, il regista e la sceneggiatrice, Nora Ephron, si resero conto
che occorreva riequilibrare i due protagonisti: Nora ha pensato allorgasmo simulato, io ho suggerito il ristorante strapieno, Crystal ha trovato la
battuta-clou della signora. E gli innumerevoli compagni che le sono stati
assegnati dalle cronache rosa, da
Andy Garcia a Russell Crowe, non sono mai stati sfiorati dal dubbio dopo
averla ammirata in quella scena?
Scoppio di risa: Non ci posso credere
che nessuno mabbia mai rivolto prima questa domanda! Senza entrare in
dettagli personali, posso fornirle un
dato statistico: durante le proiezionitest, a divertirsi erano solo le donne,
mentre gli uomini ne uscivano intontiti. Altri retroscena? Sa da chi ho saputo che ero diventata una gigantografia al Katz Delicatessen? Da mia
figlia (Daisy True, la bambina cinese
adottata sette anni fa, ndr). Corse verso di me al ritorno dalla gita scolastica:
Mamma, mamma, eri nella foto! mi
ha detto. Ha solo otto anni: le ho raccontato una bugia. E com arrivata
al ruolo che lha lanciata? Il regista
aveva gi scelto Molly Ringwald di Bella in rosa, che allultimo ha rinunciato

Sesti. Tra queste, la dimenticabile apparizione in Top Gun di Tony Scott,


suo primo volo accanto allaltro divo
agli esordi, Tom Cruise. Avevo due
scene. In una sei felice, nellaltra sei
triste, era stata lunica indicazione
del regista. Altro che Actors Studio. E
a poco pi di ventanni non avevo lesperienza che di qualche ruoletto al limite della comparsa: nellultimo film
di George Cukor, Ricche e famose, e nel
quasi-ultimo di Richard Fleischer,
Amityville 3-D, oltre che nella sitcom
As the World Turns. Dove mero fatta
apprezzare perch capace di piangere
a comando. Per me fare lattrice stata una distrazione di giovent. Da ragazza ero sicura di diventare una reporter, e se cos fosse andata forse ora
sarei qui al suo posto. Ho studiato
giornalismo a New York, allinizio recitavo solo per arrotondare la paghetta da universitaria. Poi il cinema ha finito per scandire la sua vita, anche
quella sentimentale: Quasi subito,
con Dennis Quaid, sposato nel 91.
Lavevo conosciuto a ventisei anni in
Salto nel buio di Joe Dante: sul set ero
la sua ragazza, lui un ufficiale miniaturizzato che finiva iniettato per errore nel corpo dun timido commesso.
Un bel triangolo... Siamo stati insieme
dieci anni e abbiamo avuto un figlio,
Jack Henry, oggi ventunenne, anche
lui fa attore. Il viavai realt-finzione
lha stordita o aiutata? Tutte due le
cose. Non mi mai piaciuto dover recitare anche nella vita la parte dellinguaribile romantica, carina e frizzantina, modellata sui personaggi che mi
hanno reso celebre. Letichetta cinematografica della girl friend fedele e
sognatrice mi ha creato problemi anche nel privato. Per questo, appena ho
potuto, ho cercato di dare uno
schiaffone alla mia immagine, interpretando per esempio nel 94 una giovane madre alcolizzata in When a Man
Loves a Woman. Ruolo che ha coinciso positivamente con la realt, perch
mio marito stava attraversando proprio un periodo dalcolismo: grazie a
quanto imparato nel film ho potuto
capirlo meglio e quindi aiutarlo. Per
tutti, per, lei rimane la vagheggiata fidanzatina della porta accanto, la
bionda silhouette dellinnamorata
ideale che, film dopo film, da sceneggiatrice o da regista, le ha cucito addosso Nora Ephron, scomparsa lanno scorso: Le ero molto legata. La sua
morte ha colpito moltissimo sia me

che Tom Hanks. Aveva saputo farci diventare un tandem perfetto con soli
due film, Sleepless in Seattle e C post@ per te. Con lei cominciata una
nuova era per la commedia sofisticata, vanto del cinema americano di
quegli anni. Ne conosceva i due
princpi base: lintelligenza dei dialoghi, dai ritmi magicamente calibrati
come partiture musicali, e la miracolosa alchimia dei partner, che ha evidentemente funzionato tra me e Crystal e, di nuovo, con Hanks, anche se
resta inspiegabile lempatia tra attori,
dalle affinit mai naturali ma sempre
apparenti.
Meg Ryan stata diretta di tanto in
tanto anche da registe: oltre alla Ephron, Diane Keaton e, dieci anni fa, Jane Campion, nel thriller erotico In the
Cut. Avverte sostanziali differenze rispetto alle regie maschili? Assolutamente. Il film della Campion rappresenta un cambiamento radicale nella
mia carriera: sul set ci capivamo subito, si pu dire che siamo state entrambe autrici del film. Con i registi non
m mai capitato. Per un uomo non sei
mai il soggetto di un film ma loggetto.
Una donna, invece, vede quel che vedi tu, sente quel che senti tu, sempre
interessata a quello che provi. Per capirci: la scena nel film della Campion
(quella in cui lei nuda e fa sesso con
lispettore Malloy/Mark Ruffalo, ndr)
lho vissuta come lesatto contrario di
quella del finto orgasmo al Katz Delicatessen.
RIPRODUZIONE RISERVATA

MARIO SERENELLINI

Repubblica Nazionale

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