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9/10/2014

Treccani, il portale del sapere

Grammatica
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INDICE
1 TIPOLOGIE
2 SVILUPPI STORICI
2.1 ANTICHIT
2.2 MEDIOEVO
2.3 DALLUMANESIMO
ALLET BAROCCA
2.4 I SECOLI 18 E 19
2.5 IL 20 SECOLO
3 GRAMMATICALIT E
GRAMMATICALIZZAZIONE

grammatica Rappresentazione sistematica di una lingua e


dei suoi elementi costitutivi, articolata tradizionalmente
in fonologia (dottrina dei suoni di cui costituita la
parola), morfologia, sintassi, lessicologia (studio scientifico
del sistema lessicale di una lingua) ed etimologia.
G. anche la disciplina stessa (considerata nel Medioevo
una delle arti del trivio) che ha per oggetto tale
rappresentazione. Inoltre, in passato si dava il nome di g.
al corso di studi corrispondente alle prime tre classi
ginnasiali; la parola ebbe peraltro anticamente significato
pi ampio, comprendendo anche linsegnamento di
precetti retorici e di nozioni letterarie. In antico era detta
g. anche la lingua latina, contrapposta implicitamente al
volgare, in quanto nel tardo Medioevo lo studio della g.
riguardava esclusivamente il latino e non ancora il
volgare.

1. Tipologie
Laccezione pi generica e popolare del termine quella di g. normativa di una determinata
lingua, come fissazione e descrizione, a fini eminentemente pratici (per es., didattici), di un
uso riconosciuto dal consenso di letterati e grammatici e delle classi pi colte.
Lo studio scientifico della g. stato condotto con vari metodi e scopi. La g. descrittiva o
sincronica descrive una determinata fase di un dialetto, di una lingua o di un aspetto
particolare o individuale di essa. La g. storica o diacronica studia il successivo svolgersi nel
tempo del sistema grammaticale di una lingua o di un dialetto. La g. comparata studia,
sincronicamente o diacronicamente, i rapporti esistenti tra dialetti e lingue, o gruppi di
lingue, affini. La g. generale studia i procedimenti generali per cui il pensiero umano pu
realizzarsi nellespressione linguistica.
2. Sviluppi storici
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2.1 Antichit
In Occidente i primi concetti grammaticali si debbono ai sofisti greci; la teoria fu sviluppata
dagli stoici e si pu dire che le categorie grammaticali, quali ancora oggi sono comunemente
in uso, e la rispettiva terminologia siano state fissate da Crisippo. La prassi grammaticale
fu invece sviluppata dagli alessandrini, per i quali lattivit del abbracciava
per un campo pi vasto della g. vera e propria, e cio anche quelle che noi chiamiamo
critica e filologia. Questa attivit trova la sua conclusione e codificazione nella
che va sotto il nome di Dionisio Trace, limitata per a fonetica e morfologia; il sistema della
sintassi trattato nellopera di Apollonio Discolo.
La g. latina accoglie categorie e concetti da quella greca; vanno ricordati per i tempi pi
antichi Varrone e Quinto Remmio Palemone (1 sec. d.C.), per i pi recenti soprattutto
Prisciano da Cesarea in Mauritania, la cui Institutio de arte grammatica ebbe, con lopera
di Donato, valore canonico nel Medioevo.
2.2 Medioevo
Il Medioevo presenta in generale un affievolirsi della tradizione antica, ridotta in compendi
ed estratti, ma il Doctrinale di Alessandro di Villedieu contempla anche luso medievale del
latino; accanto a questo libro assai diffuso si possono citare le opere di Everardo di
Bthune, Gaufredo di Vinsauf, Giovanni di Garlandia e soprattutto Giovanni Balbi da
Genova, che sproneranno la scolastica alla ricerca di concetti grammaticali assoluti, gli
universalia ante rem, secondo i quali ha luogo la formazione delle singole lingue, cosicch la
g. si fa logica.
2.3 DallUmanesimo allet barocca
La corrente logicizzante si perpetua nellet moderna e, attraverso le opere di Duns Scoto o
Giovanni di Gerson, arriva a quella di G.C. Scaligero, Petrus Ramus e soprattutto F.
Snchez, G. Scioppio e T. Campanella. Nello stesso tempo lumanesimo riporta lattenzione
dalle artes (sistemazioni manualistiche) agli auctores e le Elegantiae di L. Valla insegnano
ad attingere il senso e le norme del latino dagli scrittori classici e non dalla inquinata
tradizione grammaticale. Un indirizzo puramente didattico e pratico si scorge nelle pi
antiche g. delle lingue volgari, nelle quali non si trattava di discutere su un uso gi stabilito,
ma di fissare luso (G.G. Trissino, Grammatichetta, 1529; B. Buonmattei, Della lingua
toscana, 1643); la corrente logica riprende il sopravvento con la Grammaire gnrale et
raisonne de Port-Royal (1676) della scuola cartesiana.
2.4 I secoli 18 e 19
Qualche nuovo concetto comincia a passare dalla dottrina grammaticale ebraica a quella
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occidentale, ma il rinnovamento si deve alla considerazione storica delle lingue, che si


afferma vigorosamente dagli inizi del 19 secolo. La g. comparativa e storica conferma la
dottrina di W. Humboldt, secondo la quale le lingue sono lespressione dei popoli, e
distrugge definitivamente gli schemi logici universali; la sintassi ne esce approfondita e
snellita, e in generale la g. diviene essenzialmente descrittiva. Gli schemi fondamentali
rimangono tuttavia quelli fissati dalla g. classica, sebbene si diffonda la convinzione che essi,
creati dapprima per il greco, mal si adattino alle altre lingue (indoeuropee e non) e
nonostante la conoscenza della g. indiana abbia fruttato lintroduzione di nuovi concetti
grammaticali.
2.5 Il 20 secolo
Dopo il primo conflitto mondiale la rinascita degli interessi storici, legata anzitutto allopera
di F. de Saussure, ha rinnovato notevolmente principi e metodi della g., intesa sia come
descrizione diacronica e sincronica di lingua sia come insegnamento della stessa. Un
ulteriore rinnovamento si avuto negli anni 1960 per opera di A.N. Chomsky e altri
studiosi, secondo i quali la g. il modello della competenza del parlante.
Fuori della tradizione occidentale merita rilievo la g. indiana che, sorta dal bisogno
dintendere i libri sacri, presto si svilupp su basi analitiche, tendendo a ridurre a elementi
fondamentali il materiale linguistico sanscrito; Pini, il pi importante dei grammatici
indiani, ricondusse tutte le parole a radici verbali dalle quali quelle sarebbero derivate per
mezzo di suffissi.
3. Grammaticalit e grammaticalizzazione
Per grammaticalit si intende la rispondenza di una frase o di un enunciato alle regole della
g. comunemente accettate. Nella g. generativa il giudizio di grammaticalit quello con cui
il parlante stabilisce, sulla base della propria competenza linguistica, se una frase ben
formata rispetto alle regole che egli ha in comune con gli altri parlanti.
La grammaticalizzazione limpiego di un elemento lessicale in funzione di un elemento
grammaticale o anche il fenomeno per cui un elemento lessicale, dotato di un suo contenuto
semantico, assume, pi o meno stabilmente, funzione di elemento grammaticale (per es.,
durante, che da participio presente del verbo durare ha assunto funzione di preposizione).

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