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Voci di Corridoio
Anno IV
11 dicembre 2014
Numero 1
di Federico Cadalanu
Sede dellOrdine dei giornalisti, qualche giorno fa
Tizio 1: Ehi, amico giornalista, senti, arrivano ordini dai piani alti
Tizio 2: Dimmi tutto, caro compagno
Tizio 1: Dicono che devi fare in modo che un tale Catalano, o qualcosa
del genere, non possa mai iscriversi al nostro albo, ne va del giornalismo
italiano
Tizio 2: E cosa pu aver fatto questo poraccio?
Tizio 1: Mah, da quello che ho capito solo un ragazzo, direttore di un
giornaletto scolastico, mica lo so che ha combinato
Pi o meno questo, quello che mi immagino sia successo in questi giorni.
Sappi caro lettore che questo numero doveva uscire il 13. Tu mi rispondi
emb, siete usciti in anticipo, mitici, ah great. Lettore, questo numero
dovevamo farlo uscire il 13 novembre. Ah. Il 13 novembre doveva uscire
questo bel giornalotto per ricordarvi di partecipare alla manifestazione
che si sarebbe tenuta il giorno dopo, il 14. Ma il vostro buon rappresentante, Barbo Lijoi (reg, chiamatelo Barbo, tutti quanti, fatelo), mi disse:
Ma no, caro Federico, non ti preoccupare, probabilmente scenderemo in
piazza il 20. Come forse ricordate, la manifestazione si tenne il 14 e io
neanche ci andai: avevo preso limpegno con la classe di andare a vedere
i Menecmi. Noi, la IVDC, che i Menecmi li avevamo studiati lanno prima e
li avevamo belli e gi visti. Ma il buon Gianluca Giamp alla manifestazione del 14 ci and e lavrebbe commentata nelle prossime pagine. Con il
giornalino rimaniamo comunque per il 20 o gi di l, ma udite, udite, fonti
segretissime (Barbo) mi confessano che dal 24 occuperemo. E che non lo
fai, un numero specialissimo dedicato alloccupazione, con interviste e
calendario dei corsi allegato? No che non lo fai, perch non ci riesci. Tra
notti insonni e problemi tecnici, sto giornalino non sha da fare. La data di
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ULTIMA ORA
LAristofane scende in piazza domani per manifestare contro le privatizzazioni, per il diritto allo studio e in appoggio alle sigle sindacali che attraverso
lo sciopero generale vogliono lanciare un forte segnale contro il jobs act. Faremo un corteo territoriale che confluir con il corteo cittadino a Piramide
Cestia. Dopo l'occupazione, fondamentale mantenere vivo il movimento,
per dimostrare che si pu uscire dai soliti clich studenteschi.
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Questa sera, dalle 19:00 in poi, nei locali della nostra scuola, avr
luogo la nostra Notte Bianca, una serata in cui il nostro istituto si
apre al quartiere, a studenti, genitori, professori, collaboratori scolastici, amici e parenti e diventa un polo culturalmente attivo e presente sul territorio.
Per gli studenti si torna nellatmosfera dei giorni delloccupazione e
ci si prepara alla data del 12 dicembre. Ecco il programma:
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di Gianluca Giamp
Non ho molti ricordi di quella lontana notte. strano. Tutte le volte che chiudo
gli occhi e cerco di ricordare riaffiorano solo ricordi sterili. Il freddo di quella
sera, le luci lungo la strada, i volti di mille sconosciuti, lodore dellInverno. Ricordi ancora vivi nella mia testa, ma che sacrificherei ben volentieri. Ricordare
ormai per me questo diventato un verbo privo di significato. Lunica cosa
che voglio ricordare continua a sfuggirmi. Non riesco a ricordarla. Non riaffiora
nulla di Lei. Lei solo degli occhi senza un volto.
Non ricordo esattamente come la incontrai. Era una fredda notte di met Novembre. La tristezza ed il vino annebbiavano gi le mie percezioni. Vagavo nel
buio della mia disperazione, ma poi, da quello stesso buio, emersero i suoi occhi. Mi specchiai in quelle pupille per un attimo senza tempo. I suoi occhi! Quei
maledetti occhi sono lunica cosa che ricordo di lei. Quelle iridi color dellambra, simili a quelle di una bambina, sono cos irrealmente vive nella mia testa.
Di lei non ho altro. I lineamenti del suo viso, il colore dei suoi capelli, lodore
della sua pelle, il suono della sua voce.
Tutte queste sono per me delle illusioni inafferrabili, ricordi che non riesco a
fare emergere dal buio della memoria. Non so chi fosse n da dove venisse
quella donna dagli occhi dambra. I suoi splenditi occhi non mi diranno mai il
suo nome, n io sapr mai perch in quella gelida notte pos i suoi occhi proprio su di me.
Perch mi hai donato i tuoi occhi? Non hai pensato che i tuoi occhi sarebbero stati per me un
insostenibile fardello? I tuoi occhi nascondono
un segreto. Nascondono il tuo nome, ed io passer il resto della mia vita ad interrogarmi sul loro
segreto. E non mi importer se per gli altri sar
un sognatore, un cieco, un folle. Non mi importer finch tu sarai nei mie pensieri. Ti aspetter.
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Circa venti giorni fa, prima che i licei del nostro municipio fossero travolti
dai rapidi eventi, scrivevo queste parole riguardo il tema occupazioni. Il
passaggio fa parte di un articolo che, per semplici ragioni di anacronismo
tra il momento della sua stesura e quello della pubblicazione di questi fogli, non troverete qui. Il mio intento era quello di sottolineare come lespressione del dissenso degli studenti dovesse necessariamente assumere una forma ordinata, razionale e complessa nei luoghi adatti e nei momenti opportuni. Tale metodo avrebbe senzaltro contrastato al meglio la
comunicazione impostata dal Governo riguardo questo tema, avviata con
un fare quasi pubblicitario e nutrita dallalternanza di annunci iperbolici e
trionfalistici a proposte di dibattito giudicate da molti pi simboliche che
reali e finalizzate.
In questa analisi mancavo per di considerare dati importanti, che sono
emersi nella settimana di azione concreta, di occupazione perch le parole sono importanti e non bisogna neanche avere timore a utilizzarle e
che hanno influito sulle prospettive del movimento studentesco. Lesperienza che la comunit scolastica ha vissuto nei cinque giorni di pausa
delle attivit curriculari stata senzaltro formativa: ci ha permesso di capire come la nostra protesta non dovesse avere necessariamente come
fine unico la rilevanza mediatica, riferendosi quindi esclusivamente al suo
esterno, ma come fosse utile anche per chi ha agito dallinterno, ovvero gli
studenti stessi, che si sono ritrovati in una situazione inedita di convivenza
nelledificio pubblico che li ospita. Si sono in questo modo valorizza
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-zate attitudini che parevano perse e attivit che, seppur semplici e quotidiane,
inserite in questo contesto assumevano un valore pi alto: prendersi cura del
patrimonio pubblico e considerarlo come bene da proteggere nell'interesse
comune un gesto di grande civilt e dignit, indipendentemente dal fatto che
si concretizzi nel pulire un pavimento o potare un albero, mansioni in apparenza estranee al valore ideologico della protesta.
Si capisce bene, quindi, come ci rafforzi l'unit del corpo studentesco e sia
capace di mettere alcuni studenti in situazioni certamente inusuali e spesso
anche unicamente causabili dall'occupazione stessa, che, in quanto situazione
non pienamente garantita, carica di responsabilit chi se ne occupa pi da vicino. Ultima nota, da questo punto di vista, riguarda la partecipazione dei ragazzi pi giovani, in generale del biennio, che, di solito esclusi per la radicalit
delle modalit di protesta, con questa forma hanno potuto dare il loro contributo, ciascuno nelle proprie possibilit. Tale forma - da ricordare - ha permesso ai docenti in servizio di accedere all'edificio, di effettuare pubblico servizio per chi ne facesse richiesta e, in alcuni casi, di partecipare alle attivit.
In questo momento non necessario esaltare oltremodo l'accaduto, n mio
intento farlo. Le criticit, le problematiche e le questioni ancora aperte rispetto
a questa esperienza sono senza dubbio molteplici.
L'interesse degli studenti che hanno partecipato in vari modi a queste giornate
, probabilmente, rivendicarne l'utilit formativa e sociale, spesso messa in
discussione, sia, nella fase iniziale, da voci interne alla scuola, poi diventate
sempre pi sparute, sia da chi vede la situazione dallesterno.
Nonostante la protesta nelle scuole romane abbia avuto un impatto mediatico
non consistente come successo negli anni passati, essa rimane un passaggio
fondamentale nellespressione del dissenso condiviso, perch, almeno nel mio
umile pensiero e in quello di molti altri studenti, stata unoccasione formativa e informativa unica, volta ad accrescere la nostra consapevolezza e coscienza comunitaria, indispensabile non solo per unespressione del dissenso
vera e coerente, ma anche nella vita da cittadini con pieni diritti che ci aspetta.
Cosa pensi di Ask (social che odiamo e amiamo allo stesso tempo)?
B:Inizialmente avevo un account di Ask, poi dopo aver letto diversi reportage su adolescenti che si sono tolti la vita dopo essere stati insultati, ho
preferito ritirarmi da quelloscuro social che fa solo sentir realizzati i codardi.
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intervista DOPPIA
di Domiziana Foti
di Nastassja Habdank
Abbiamo tutti molti, troppi pensieri per la testa, tanto che nemmeno ci accorgiamo di chi fa la fila davanti a quellunico bagno con noi, di chi passa minuti
su minuti davanti a noi attendendo quella bevanda al gusto di cioccolato. Beh,
da questanno, per conoscerci,-e anche un po per gossip-Voci di Corridoio
propone lIntervista doppia.
Tra i corridoi incontriamo i primi due intervistati della nostra nuova rubrica:
Cominciamo? Giura di dire tutta la verit, nientaltro che la verit e solo la verit.
B:Lo giuro.
D:Addirittura? Lo giuro.
Bene, nome, cognome e anno di nascita?
B:Benedetta Di Placido, 99.
D:Davide Salvadei, 96.
Classico o linguistico? Perch?
B:Linguistico. Voglio andarmene dallItalia (sfoggia un sorriso smagliante,
ndr)! Inoltre adoro linglese.
D:Linguistico. Beh, credo che ora come ora, la conoscenza delle lingue straniere sia essenziale per la carriera lavorativa.
Hai mai letto Voci di Corridoio?
B:S!
D:S, un paio di volte, per in generale non lo leggo molto...
Social-network preferito?
B:Non saprei, forse Facebook.
D:Sicuramente Facebook (fa locchiolino, ndr).
Il primo brano della tua playlist preferita?
B:All The Small Things, Blink-182.
D:And of days, Vinnie Paz.
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Le 5 migliori serie tv
di Tommaso Natale
di Chiara Badde
Carcassa di cane nel vicolo stamattina. Tracce di pneumatico sullo stomaco squarciato. Questa citt ha paura di me. Io ho visto il suo vero volto. Le fogne si estendono
nelle strade e le fogne sono piene di sangue e quando un giorno le fogne traboccheranno i parassiti affogheranno tutti. La lordura accumulata per tutto il sesso e i delitti
salir schiumando fino alla loro cintola e tutte le puttane e i politici leveranno lo
sguardo gridando -SALVACI! e io dallalto gli sussurrer NO.
-Rorschach (Watchmen)
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