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nuovo modo di viaggiare e di aggiungere una dimensione verticale alla civilt terrestre. Non senza
costi in termini di vite umane. Gli incidenti nella conquista dello spazio, nonostante le incredibili
attenzioni ad ogni dettaglio delle missioni e dei mezzi, sono relativamente numerosi: lunione
sovietica ha perso tre astronauti in un rientro da un viaggio orbitale apparentemente senza problemi;
gli americani ricordano tre uomini arsi vivi (a terra) in una simulazione della prima missione
Apollo, ed i due equipaggi degli Shuttle nel 1986 e nel 2003. Nel prossimo mese di maggio, con il
numero STS-114, riprenderanno i voli degli Shuttle con una versione migliorata in moltissimi
aspetti.
Non ho ancora risposto alla domanda: servono queste missioni? E sufficiente approvare lo
stanziamento di cifre colossali solo per guardare la Terra sorgere dallorbita lunare, o per scoprire
di cos fatto il nucleo di una cometa? Uno scienziato puro direbbe certamente di si, che ne vale
la pena. Ed io mi sentirei daccordo proprio al pensiero delle emozioni che si provano quando si
scopre qualcosa. Si tratta esattamente e naturalmente della soddisfazione che la conoscenza umana
ha il diritto di prendersi per il solo e semplice fatto di essere fatta cos. Certo che una
soddisfazione costosa, ed dunque subito il caso di
aggiungere che le ricadute ci sono e sono davvero
immense. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma una
percentuale importante di tutto ci che oggi tecnologia
scontata, quasi banale, e non per questo meno utile,
viene proprio dagli investimenti nella ricerca
astronautica e spaziale. Vi faccio un esempio che spero
valga per (quasi) tutto. La computer science, quella
che in italiano viene poco adeguatamente tradotta con il
termine informatica, ha rivoluzionato in modo
massiccio il nostro sistema sociale. Dalla medicina alla
finanza, dalle comunicazioni alla statistica, il nostro
mondo non potrebbe oggi pi esistere nel formato
attuale senza computer e tecnologie annesse. Una spinta
incredibilmente possente in questo settore viene proprio
dalle imprese spaziali dei decenni sessanta-settanta. Pensate che a bordo delle navicelle Apollo era
installato un computer contenente i programmi per il controllo della rotta lunare: il computer pesava
circa 30 kg ed aveva una memoria fissa pi o meno di 50 kByte (non un errore di stampa: il vostro
telefonino ha molta pi memoria, ed il vostro computer di casa ha un disco di almeno qualche giga
Byte: milioni di volte pi capace!), ed una frequenza di funzionamento dellordine di un centinaio
di kilo Hertz (migliaia di operazioni al secondo). Il vostro portatile opera, ancora una volta, milioni
di volte pi rapidamente! Eppure questa ferraglia (hardware) stata in grado di pilotare luomo
sulla Luna. Potete immaginare gli sforzi progettuali e lattenzione a questo tipo di sistemi: se oggi
siamo arrivati a questo livello di prestazioni non lo dobbiamo solo a Bill Gates ed, in ogni caso,
non ci si limita a queste ricadute. Bisogna infatti ricordare che moltissimi risultati della ricerca nel
campo della tecnologia dei materiali, della medicina e delle comunicazioni sono stati conseguiti
anche grazie a stimoli ed investimenti nel settore della ricerca spaziale. Dal Gore-Tex ai tessuti per
la biomedicina, dalle tecniche chirurgiche non invasive a nuovi medicinali, dal monitoraggio
dellinquinamento della biosfera alle previsioni meteorologiche, dal posizionamento satellitare allo
sfruttamento di energie rinnovabili, dobbiamo molto, moltissimo a chi ha creduto e continua a
credere nella ricerca scientifica dedicata alle imprese spaziali. Volete scandalizzarvi per spese
davvero anomale e non proprio finalizzate a buoni propositi? Date unocchiata al bilancio per gli
armamenti e per gli eserciti (non soltanto del nostro Paese).
[a cura di Stefano Oss]