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Appunti di struttura della materia

Giovanni Rizzi, Pietro Bonf`a


23 dicembre 2008

10-02-2008

Metalli, propriet`a di trasporto


Analizzare le propriet`a di conducibilit`a elettrica dei metalli. I fenomeni di conduzione sono ben predetti dalle leggi di Ohm. In generale troviamo differenze di
svariati ordini di grandezza tra i materiali detti isolanti e i materiali conduttori.
Le due leggi di Ohm sono:
V = RI
o in forma locale

~ = ~j
E

L
S
Dove e` la resistivit`a . Definiamo quindi la conducibilit`a come
R=

1
~
~J = E

Cenni storici Nel 1897 J.J. Thompson scopre lelettrone.


Nel 1900, ovvero solo tre anni dopo, Drude propone un modello per la conducibilit`a nei metalli.
Nel 1906 Lorentz apporta alcune migliorie al modello di Drude, formulando il
modello Drude-Lorentz.
Gli elettroni in un metallo Supponiamo che alcuni elettroni siano completamente libero di muoversi allinterno del metallo. Lesperimento condotto da Tollman
nel 1916 ci pu`o fornire alcuni risultati quantitativi su cui valutare la validit`a della
nostra ipotesi.
Partiamo da un esempio: autobus pieno, le persone sono disposte in modo omogeneo. Se per`o compie unimprovvisa frenata, le persone, ad eccezione di quelle
saldamente ancorate, si troveranno verso allautista.

Figura 1: Bus in frenata.


Allo stesso modo, se gli elettroni fossero liberi, una volta sollecitati da una
accelerazione ~a creerebbero una differenza di potenziale tra gli estremi del metallo
~ dove L e` la lunghezza
e un campo, ragionevolmente uniforme, data da V = EL
della barretta di metallo.

Figura 2: Andamento degli elettroni in quiete e sotto accelerazione


Abbiamo quindi le seguenti equazioni:
~
m~a = eE
o scalarmente
ma = eE = e

V
L

da cui

e
aL
=
(1.1)
m V
ora se il rapporto e/m corrisponde a quello conosciuto possiamo ritenere lapprossimazione corretta.
C
Tollman effettua questa misura e trova 1, 81011 Kg
19

C
( 1,610
= 1, 8 1011 ).
91031 Kg
Lesperimento in realt`a ha risultati migliori se si prende un disco e si misura la
velocit`a angolare e la differenza di potenziale V tra il centro e la periferia. Ci
aspettiamo un valore leggermente minore in quanto se gli elettroni non fossero
assolutamente liberi avremmo un aumento apparente della loro massa.

Assunzioni preliminari Nel modello di Drude consideriamo gli elettroni di conduzione come liberi. Sotto questa approssimazione possiamo considerarli quindi
come un gas, in particolare si parla di gas di Fermi.

Densit`a di elettroni liberi Posto che:


In ogni mole di metallo ci sono un Nav (numero di avogadro) di atomi.
2

Vengono ceduti un numero Z 1 di elettroni di valenza alla comunit`a di elettroni liberi.


Definiamo la densit`a di elettroni liberi per unit`a di volume
n=

1
#e l
= Z 1 Nav m
3
M
cm

dove m e` la densit`a del materiale e M e` la massa molare.


Ad esempio nel rame (che ha Z 1 = 1):
n = 6 1023 8, 96

1
el
= 8, 5 1022 3
63, 5
cm

C 1
Una riserva infinita di cariche Significa avere 104 cm
Assumiamo ora che lelet3
4 3
trone abbia raggio r s e volume 3 r s

V
1
=
N n
!1
3 3
rs =
' 1
4n
Che e` ragionevole dal momento che se ogni atomo fornisce un elettrone, questo
andr`a ad occupare lo spazio dellatomo che lo ha fornito. Notiamo inoltre che la
densit`a degli electron liberi nel metallo e` 103 volte superiore alla densit`a tipica di
un gas in condizioni standard. Infine nel gas teorico non abbiamo interazioni tra le
particelle mentre nel nostro caso abbiamo moltissime interazioni elettroniche.

Assunzioni del modello di Drude


1. Gli elettroni sono liberi, unico fenomeno fisico considerato a` quello degli urti tra ioni ed elettroni (non consideriamo urti e-e). Inoltre non consideriamo
le interazioni di tipo elettronico tra elettrone ed elettrone (approssimazione
di particella indipendente) e tra elettrone e ione (approssimazione di particella libera). La seconda si rivela in generale essere pi`u stringente della
prima.
2. Collisioni istantanee
3. Probabilit`a degli urti
dt
(1.2)

dove e` il tempo medio tra due urti o tempo caratteristico del processo di
urto o tempo di rilassamento. Nel modello di Drude non dipende dalla
velocit`a ~v nel dalla posizione (che equivale a dire che non dipende dalla
temperatura).
1

numero assolutamente inutile

4. Gli scambi energetici e/o cinematici avvengono solo durante gli urti. Inoltre
la velocit`a ~v che lelettrone avr`a dopo lurto non dipende dalla ~v che aveva
prima. Tutte le direzioni e i versi sono equiprobabili,
mentre il modulo della

velocit`a v dipende invece dalla temperatura ( ~v T ).

Sollecitazioni elettriche
Vogliamo ora vedere come si comporta il gas di elettroni sotto leffetto di sollecitazioni elettriche.
Nel caso non vi sia un campo elettrico agente sul gas, dal momento che tutte le

Figura 3: Andamento degli elettroni in assenza o presenza di campo elettrico(errata


la seconda)
direzioni sono equiprobabili, la Vmedia = 0.
~ , 0 abbiamo che:
Nel caso invece in cui sia presente un campo E
~a =

~
eE
m

dati ti tempo appena successivo alli-esimo urto e ti+1 tempo appena precedente
all(i + 1)-esimo urto abbiamo: = ti+1 ti . La velocit`a media sar`a quindi:
~
~ i + eE ti
V~i+1 = V
m
~ i i su una popolazione di elettroni subito dopo lurto
La velocit`a media iniziale hV
~ quindi in accordo
e` 0 poiche nessuno si e` ancora accorto delleffetto del campo E,
con la quarta ipotesi del modello di Drude, landamento di ogni elettrone e` del tutto
casuale.
La velocit`a V~i+1 sar`a invece:
~ii +
hV~i+1 i = hV

~
eE
hti i
m

~
eE
F~el
= V~d = m
hV~i+1 i = 0 +
m

La hV~i+1 i e` la velocit`a di deriva Vd .


~d
Data ~J = n(e)V

2
~J = ne E
~
m

(1.3)

Abbiamo quindi dato giustificazione della legge di Ohm senza nessuna forzatura.
Vogliamo ora stimare e il libero cammino medio degli elettroni. Confrontando
la (??) e la (??) si ottiene facilmente che:
=
Quindi

1
n

ne2
m
e= 2
m
ne

n = cost. tabulati in (Tabella ??) poi

Cu
Cs

n
8, 47
0, 91

1, 56
19, 8

n
13, 2
17, 1

Tabella 1:
=

m
ne2

Nel caso del rame vale circa 2, 6 1014 s 10 f s.


Per stimare la velocit`a dellelettrone, che non ha nulla a che vedere con la velocit`a media calcolata prima, usiamo la statistica di Boltzmann. Lenergia dellelettrone sar`a 23 KB T e la velocit`a (termica) si ottiene facilmente eguagliando questo
valore allenergia cinetica dellelettrone:
r
1 2 3
3KB T
mvT = kB T Vt = (
) = 104 ms1
2
2
m
E quindi immediato ricavare il libero cammino medio dellelettrone:
l = Vt = 109 m
Abbiamo quindi limpressione che gli urti avvengano per dimensioni non molto
maggiori di quella della scala atomica. Preparando il reticolo si pu`o arrivare a
l 10cm.
Quindi non e` vero che ogni incontro con uno ione porta un urto; avviene quando si
incontrano variazioni di periodicit`a nel reticolo cristallino che danno microvariazioni nel potenziale che portano alla collisione.

11-03-2008

Dal modello di Drude abbiamo ricavato la V~d (velocit`a di deriva) definita come:
~
~
~ i+1 i = eE = Fel
V~d = hV
m
m

Come avviene quindi che un moto accelerato vada a dare, nel complesso un moto
a velocit`a costante V~d ?
Attrito viscoso Analizziamo il fenomeno dellattrito viscoso.
In un mezzo viscoso una particella non si muove di moto accelerato (a = g) ma subisce una forza di attrito (viscoso) che risulta essere opposta al verso del moto (per velocit`a
moderate):
Fattr = ~v
con coefficiente dattrito viscoso. Possiamo esplicitare la
dipendenza dalla massa da introducendo un nuovo coefficiente definito come = m. La forza di attrito diventa
allora:
~ = m~v
Fattr

Figura 4: Particella
in un fluido

Dimensionalmente e` linverso di un tempo infatti:


  a
=
= [T ]1 = s1
v
Scriviamo quindi lequazione del moto:
~ peso m~v = m~a
F

(2.1)

possiamo trovare la velocit`a limite ponendo a=0. Ragionando scalarmente abbiamo


F peso
vlim =
(2.2)
m
Confrontando questo risultato con quello ricavato precedentemente per la velocit`a di deriva
Fel
Vd =
m/
notiamo che:
possiamo assimilare il moto dellelettrone nel metallo a quello di un moto in
un fluido viscoso.
= 1 , cosa consistente anche dal punto di vista dimensionale.

Nel caso in cui interpretiamo il moto dellelettrone come moto in fluido viscoso, abbiamo quindi le seguenti forze in gioco:
~ el = eE
~
F
m
~ attr = ~v
F

scriviamo quindi lequazione del moto:


~ el m ~v = m~a
F

Infine data una generica forma elettromagnetica possiamo scrivere la sequente


equazione del moto generale:
~ ~p = d~p
F
(2.3)

dt

Effetto Hall (1879)


Sugli elettroni che si spostano con
velocit`a Vd da destra a sinistra agisce
la forza di lorentz
~ Lorentz = eV
~d B
~
F
Cos` come nelleffetto Tollman visto
in precedenza, per via del campo elettrico statico E H che si crea tra le due
facce , gli elettroni sentono una forza
di richiamo. Il processo di accumulo
delle cariche sulle due facce del metallo si ferma quando la forza di richiamo
eguaglia la forza di Lorentz.

Figura 5: Schema effetto Hall.

eE H = eVd B E H = Vd B
Modello e andamento sperimentale Confrontiamo la trattazione teorica con gli
~ H ha verso
andamenti sperimentali. Per prima cosa in alcuni metalli il campo E
opposto. Inoltre se definiamo il parametro di Hall come
RH :=

EH
Jx B

ricordando che J x = neVd abbiamo:


Ey = Vd B =

Jx B
ne

eguagliando primo e ultimo membro abbiamo


RH =

Ey
1
=
Jx B
ne

(2.4)

Da questultima equazione possiamo trarre una conclusione importante. Il modello


di drude prevede che il fattore di Hall (RH ) dipenda solo dalla densit`a di portatori.
Sperimentalmente questo e` vero solo per i metalli alcalini e per i metalli nobili.
Per moltissima altri materiali le cose vanno in maniera diversa. In alcuni metalli
il campo E H ha verso opposto rispetto a quello predetto, come se a muoversi fossero portatori positivi. Il coefficiente di Hall varia inoltre al variare di B e della
temperatura. Infine anche la difettosit`a del campione influenza la prova. La (??)
vale soltanto in presenza di campi magnetici alti e temperatura bassa: in queste
condizioni nei metalli alcalini abbiamo scostamenti del 10% e del 50% nei metalli
nobili.
Lalluminio Nellalluminio abbiamo un andamento molto particolare della costante di Hall in funzione del campo magnetico. Al variare di B la teoria prevede
1
che RH = ne
RH1ne = 1 mentre invece per un campo magnetico elevato quel
rapporto raggiunge asintoticamente il valore . 31
Questo si potrebbe spiegare dicendo che, da un certo valore di B in poi,
al posto dei 3 portatori di carica negativa, subentri un portatore di carica positivo (poiche RH ha dentro z1 il valore
risultante dovrebbe essere proprio 1/3).
La spiegazione rigorosa di questo comportamento e` stata data da nel 1928 da
(Peierls). I portatori di carica positiva
sono in realt`a delle lacune, delle buFigura 6:
che, ed e` questa carenza di elettroni a
spostarsi nel metallo.

Comportamento in presenza di campi elettrici non stazionari


~ AC:
Consideriamo un campo E
~ (t) = E
~ () cos t
E
Lequazione del moto degli elettroni nel metallo e`
d~p
~ ~p
= eE
dt

(2.5)

~ come parte reale di un esponenziale complesso:


E comodo scrivere il campo E
h
i
~ (t) = Re E
~ () eit
E
La soluzione dellequazione differenziale sar`a del tipo:
h
i
~p (t) = Re ~p () eit
Risolviamo quindi lequazione (??) per trovare ~p()
~p()
~
eE()

~
eE()
~p() = 1
i

i~p() =

La densit`a di corrente ~J avr`a lo stesso andamento


h
i
~J(t) = Re ~J()eit
~ d = ne ~p
Ricordando che ~J = neV
m
ne
~J() = ne ~p() =
~
E()
1
m
m( i)
2

(2.6)

Possiamo definire una () come:


~J() = ()E()
~
Dalla (??) ricaviamo che

0
1 i

() =

ne2
m
Da cui notiamo subito che () 0 conducibilit`a stazionaria quando 0
Con questa nuova relazione sarebbe interessante studiare i fenomeni di interazione
elettromagnetica del metallo con le onde EM. Tuttavia nella trattazione che abbiamo fatto abbiamo completamente ignorato loscillazione di un eventuale campo
magnetico, quindi per prima cosa dovremo controllare che il campo magnetico non
dia luogo a grandi interazioni con gli elettroni del metallo. Sappiamo che
0 =

~
E
c
~
B
Fel eE
Fm eVd B

Poiche Vd e` al massimo dellordine dei cm/s abbiamo che:


Fel
B
c
=
=
1011
F m Vd B Vd
Quindi possiamo trascurare gli effetti del campo magnetico dellonda e/m incidente. Un secondo possibile problema e` dato dal fatto che tutta la trattazione fin qui
fatta vale solo in presenza di campi uniformi. In parole povere tutto il metallo deve
essere soggetto allo stesso campo E. Se incidono onde elettromagnetiche ci`o non
vero. Tuttavia poiche lelettrone dopo un singolo cammino medio dimentica tutto
:) quello che ci interessa e` che: l  dove e` la lunghezza donda dellonda
incidente. Nel visibile
l 1nm  102 nm visibile

10

12-03-2008

Nellultima lezione abbiamo ricavato le formule seguenti:


0
(3.1)
1 i
ne2
0 =
(3.2)
m
Vorremmo sapere ora se a partire da queste equazioni e` possibile fornire informazioni su come reagisce il metallo alle sollecitazioni elettromagnetiche. Per
fare questo iniziamo richiamando le equazioni di maxwell. Prima di scrivere le
equazioni dobbiamo fare una considerazione preliminare: nel modello di Drude il
metallo e` schematizzato come un contenitore di elettroni liberi, complessivamente
per`e esso rimane neutro per via degli ioni. Supponiamo quindi che localmente il
metallo rimanga sempre neutro: q = 0.
() =

~ E
~ =0

(Gauss)

~
~ E
~ = B

t
~
~
B=0

(Faraday)

(3.3)

(Solenoidale)

(3.4)

~
~ B
~ = 0~j + 0 0 E

t
Le equazioni appena scritte sono valide solo nel vuoto. Noi dobbiamo imporre di
essere allinterno di un metallo Ohmico quindi:
~j = E
~
. Riscriviamo (??) come:
~ B
~ = 0 E
~ + 0 E

Valutiamo il rotore del rotore di E. Vale la seguente identit`a vettoriale:




~
~ E
~
~ E
~ 2 E
~
~ =

~ come un campo oscillante


Utilizzando la (??) e la (??) e considerando il campo E
E () possiamo riscrivere :

~
B
~
~ E
~
~ =

t

~ ~
=
B
t

~
~
E
= 0 E + 0
t
t


~ 0 iE
~
= i0 E
11

~ E
~
~ E
~ = 0 avremo che
~ diventa:
Poiche
~ 2E
~ = 2 0 0

!
i
~
+1 E
0

(3.5)

A cui siamo arrivati utilizzando le sole equazioni di maxwell nel vuoto e la


legge di Ohm. Un modo alternativo di valutare il fenomeno dellonda elettromagnetica che va a incidere sul mezzo e` quello di usare le equazioni di propagazione
del campo allinterno del metallo (eq di Dalambert):

2~
~ 2E
~ ~r, t = E ~r, t

t2
Se il metallo che stiamo considerando e` para o diamagnetico la 0 mentre
pu`o essere significativamente diverso. Quindi possiamo riscrivere il tutto come
segue:
~ ~r, t

2 E
2~
~
E ~r, t = 0 0 r
t2
~ come a una E()
~
Se consideriamo la E
oscillante possiamo riscrivere il tutto come:
~ 2E
~ ~r, t = 2 0 0 r E
~ ~r, t

(3.6)

Andando quindi a confrontare i risultati ottenuti con i due diversi approcci (??)
(??). Ricaviamo che
i
r =
+1
0
Comportamento asintotico Riguardiamo lespressione di (??). Per riuscire
a trarre alcune importanti conclusioni e` utile analizzare il comportamento degli
elettroni ai due limiti asintotici:
 1
 1
Nel primo caso il periodo dellonda e` molto pi`u lunga del tempo caratteristico
del metallo, ovvero per il metallo la sollecitazione e` praticamente costante. Tutto
va come se fossimo in regime stazionario. Nel secondo caso invece il termine di
oscillazione pesa molto e asintoticamente la diventa (unendo la (??) e la (??) ):
=

0
1 ne2
=i
i
m

ne2
m
Andiamo a vedere qual`e la conseguenza sul r :
!
i ine2
ne2 1
r =
+1=1
0 m
m0 2
=i

12

In questa situazione lr e` reale. Notiamo che dimensionalmente r e` (1il quadrato di una frequenza tipica delloggetto). Definisco quindi questa caratteristica
come la frequenza di plasma:
s
ne2
p :=
m0
r = 1

2p

2
Notare che = p r = 0 e p cresce al crescere della densit`a del metallo n.
Vogliamo quindi capire che cosa succede variando
p r 0

n = r
Mettiamoci nel caso in cui > p . Riguardando leq (14) troviamo che
~ 2E
~ E
~

~ ei(K~rt)
E
Abbiamo delle onde che si propagano. Il metallo e` trasparente. Se invece sono nel
caso in cui < p r < 0 (n immaginario)2 quindi:
~ e(K~rt)
E
Ovvero ho una attenuazione nello spazio allinterno del metallo. Il metallo non assorbe perche non siamo in un intorno delle sue frequenze di assorbimento. Allinterno del materiale non ho quindi propagazione. Siamo in condizione di riflessione.
Riassumendo:
La frequenza di plasma in definitiva indica la
frequenza in cui il metallo del modello di Drude smette di riflettere e diventa trasparente alla radiazione. Tutte queste considerazioni sono vere se  1. Vogliamo quindi verificare se le nostre ipotesi sono consistenti, se vale lapprossimazione appena citata. Possiamo
approssimativamente stimare .
s
ne2
p =
= 106 rad/s
m0
' 1014 s
p ' 102  1
Quindi le considerazioni fatte finora sono Figura 7: Andamento sperivalide.
mentale di riflessivit`a e r in
2n
2
ricordiamo K =
funzione di vicino a p
13

Verifica sperimentale Andando a verificare sperimentalmente il modello vediamo che funziona bene nei metalli alcalini e nobili e non negli altri. Zener e` stato il
primo a misurare p e landamento della La frequenza di plasma di un metallo e`
p =

c
2c
=
' 2 107
p
p

Quindi i metalli nel visibile sono tutti riflettenti.


Esempio interessante Nella ionosfera la densit`a di particelle e` circa n 1010 m13
quindi la p 2 107 rad
s che significa p = 3MHz quindi la ionosfera consente di
riflettere le onde radio. Le prime trasmissioni radio riuscivano a raggiungere punti
opposti del globo sfruttando questa propriet`a fisica della ionosfera.

Figura 8: Riflessione onde radio sulla ionosfera.

Conduttori Termici
Materiali che sono buoni conduttori elettrici risultano essere anche buoni conduttori termici.
Conduzione termica Andiamo quindi a studiare la conduzione termica nei metalli, cercando di applicare lo stesso modello degli elettroni liberi e andando a
valutare la validit`a rispetto ai risultati sperimentali.
Legge di Fourier Per valutare la trasmissione termica ricaviamo la legge di
Fourier.
Nel caso elettrico usiamo le leggi di Ohm che seguono:
~j = E
~
~ = V
Dove J e` la carica che attraversa una superficie ortogonale alla velocit`a Vd dei portatori. Nel caso della trasmissione di calore noi possiamo considerare un flusso di
calore ~JQ [ mW2 ] ovvero una energia che nellunit`a di tempo attraversa una superficie
(). Troviamo:
~
~JQ T
I due vettori sono proporzionali in modulo ma opposti in verso:
14

Figura 9: Flusso della velocit`a di derive.

Figura 10: Gradiente termico nel metallo e flusso di calore.


Definiamo per analogia con la legge di ohm
~
~JQ = K T
~ non eccessivamente grandi e K e` la conducibilit`a
Legge di Fourier, valida per T
W
termica [K] = mK
Legge di Wiedemann-Franz Nel 1853 due fisici, Gustav Wiedemann e Rudolph
Franz, trovarono una legge empirica misurando la K e la di svariati metalli, e
notando che, anche in presenza di grandi variazioni di K o , il loro rapporto, per
tutti i metalli, rimaneva sempre proporzionale alla sola temperatura:
K
= LT

dove L e` il numero di Lorenz (che scopri la proporzionalit`a con la temperatura).


Definendo L come:
K
L,
T
L costante per tutti i metalli, pari a 2 3 108 W
K2

Trasporto termico e modello di Drude Ricordando le assunzioni del modello di


Drude, sappiamo che se siamo in un metallo in cui e` presente un gradiente termico,
durante gli urti si incontreranno elettroni con velocit`a e energie diverse. (Tutto
questo vale solo in condizioni di gradienti piccoli, condizione necessaria perche
sia valida la legge di Fourier). Se il gradiente e` piccolo la velocit`a termica VT
posso sostanzialmente considerarla costante.
Stiamo quindi ipotizzando che la velocit`a termica sia pressoche costante ma che i
portatori abbiano velocit`a e energie diverse da un punto allaltro del metallo.
Se il gradiente termico e` piccolo, la superficie x e` attraversata per met`a dagli
elettroni di sinistra e per met`a dagli elettroni di destra. Valutiamo ora il flusso
15

Figura 11: Velocit`a in funzione della temperatura.


di calore che attraversa il piano x. E (T (x0 )) e` lenergia in un generico punto x0 a
sinistra di x.Valutiamo lenergia che viene da sinistra. Attraverseranno la superficie
x solo gli elettroni che hanno urtato a x0 = x v = x l (l libero cammino medio)
E (T (x v))
Riferendoci al disegno valutiamo J Q da sinistra notando che:
Solo met`a degli elettroni di sinistra andranno in direzione del piano x.
Definiamo la densit`a di elettroni con n.
Il volume per unit`a di tempo degli elettroni che possono passare e` dato da
S v, ma poiche la superficie e` unitaria diventa v.
Ricaviamo quindi che
1
J Q = nvE
2
Dove n v e` il numero degli elettroni che attraversano il piano x nellunit`a di tempo
ed E e` la loro energia. Nel complesso il flusso di calore attraverso la superficie x e`
quindi dato da
1
J Q = nv {E [T (x v)] E [T (x + v)]}
(3.7)
2
Notiamo infine che dal momento che lavoriamo su distanze dellordine del libero
cammino medio, la temperatura varia di poco tra i due termini dentro la parentesi
graffa. Andremo quindi a sviluppare in serie di Taylor.

16

17-03-2008

Note sulla trasmissione e riflessione


Leggere lectures on trasmission Affinche la direzione tangente del campo sia conservata devo avere
E~ i + E~ r = E~ t
questo e` bello ma non centra. Il bilancio giusto e`
| E~ i |2 =| E~ r |2 + | E~ t |2
da cui
R=

| E~ r |2
| E~ t |2
T=
T +R=1
| E~ i |2
| E~ i |2

Trasmissione termica nel modello di Drude


Vogliamo ora verificare se dal modello di Drude e` possibile ricavare la legge di
Wiedemann-Franz che ricordiamo velocemente di seguito:
L=

k
= 2 3 108
T

Avevamo ricavato nella scorsa lezione il flusso termico ricordiamo che lenergia e` funzione della temperatura nel punto in considerazione:
1
J Q = nv {E [T (x v)] E [T (x + v)]}
2
Dove v = l libero cammino medio. Se definiamo x0 = x l abbiamo che x + l =
x0 + 2l. Sviluppando in serie di Taylor al primo ordine leq (1) con le sostituzioni
appena descritte troviamo
E [T (x0 + 2l)] = E [T (x0 )] +

dE
2l + . . .
dx

Quindi il flusso di calore diventa


(
)
!
1
dE
dT
Q
2 dE
J = nv 2v = nv

2
dx
dT
dx
Confrontando la eq (3) con la legge di Fourier
J Q = k 5 T
che in una sola dimensione diventa J Q = k dT
dx ricaviamo che
k = nv2
17

dE
dT

Nellipotesi in cui la velocit`a termica non dia origine ad anisotropie (la supponiamo uguale in tutti i punti) possiamo estendere il tutto a 3 dimensioni. poiche
hv2 i = hv2x i + hv2y i + hv2z i
dE
1
k = nv2
3
dT
Ricordando che n = N/V possiamo trovare
n

(4.1)

dE
1 d(NE)
1 dU)
=
=
dT
V dT
V dT

visto che NE e` lenergia interna del mio sistema ad una data temperatura.
Per la termodinamica
dU = Q L
con L lavoro e Q calore.
Posso quindi scegliere una trasformazione comoda per valutare cv . Prendiamo ad
esempio una trasformazione isocora
V = cost
L = pdV = 0 e Q = dU = dQ
n

dE
1 dQ
=
= cv
dT
V dT

Ora quindi posso riscrivere la eq (4) in funzione delle grandezze fondamentali


1
k = v2 cv
3
Andiamo quindi a ricavarci la L secondo il modello di Drude:
L=

k
1
m 1
= v2 Cv 2
=
T
3
ne T
1 1
1 2
mv Cv 2
3
ne T

Possiamo scrivere3 12 mv2 = 23 kB T mentre il calore specifico molare di un solido


cv = 32 R = 32 kB NAV quindi abbiamo il calore specifico per unit`a di volume
0

3
Cv = kB n
2
Valore che andiamo a sostituire nellequazione di prima
1
3
1
3
W
L = 3kB T kB n 2 =
1, 11 108 2
3
2
2
ne T
k
3

Dipende solamente dai gradi di libert`a

18

In realt`a drude aveva un 2 di troppo e pubblic`o un risultato che era ancora meglio.
In realt`a i calori specifici sperimentali sono molto pi`u piccoli del calore specifico
che abbiamo ricavato teoricamente. Abbiamo una quantit`a di errori che si annullano. La velocit`a v sottostimata di un fattore 10 e la cv sovrastimata di un fattore 100
il tutto si semplifica e la trattazione viene giusta. Lorentz ha poi rifatto i conti senza considerare la velocit`a come tutta uniforme ma usando la statistica di Maxwell.
Facendo i conti meglio trov`o un accordo peggiore. I problemi ci sono.

Modello di Sommerfeld
Nel 1925 Pauli formula il principio di esclusione. Si capisce che i problemi del modello di drude sono legati a una statistica sbagliata. Nel 1928 Sommerfeld migliora
il modello tenendo buona la meccanica classica fin qui considerata ma inserendo
la statistica corretta (FD).
La trattazione quantistica degli elettroni in un solido
considera gli elettroni bloccati nel loro mare di fermi
dalla funzione lavoro e e a diversi livelli energetici
(non tutti a livello zero come in meccanica classica) per
via del principio di Pauli. Se forniamo una energia, ad
esempio attraverso un campo elettrico E mediante una
differenza di potenziale, sappiamo che gli elettroni non
possono andare in uno stato occupato, solo una piccola
parte, quelli in superficie possono acquisire energia.
Figura 12: Elettroni nel
metallo
Statistica di Fermi
L a T=0

Consideriamo una scatola di lato

se chiamo (~r) la funzione donda del singolo elettrone


questa soddisfa leq di schrodinger:
!
~
2 + V = 
(4.2)
2m
a cui sono associati i seguenti autovettori e autovalori per il
problema che stiamo considerando:
1 ~
(r) = eik~r
V

Figura 13: Cubo


di lato L

~2 k2
2m
La scatola e` solo un pezzo dellintero solido. Mettiamo quindi delle condizioni al
contorno cicliche (formulate da Born e Von Karman). E come se questo metallo
=

19

fosse chiuso su se stesso. Quando una particella esce ci rientra dentro dal punto
omologo.
(x + L, y, z) = (x, y, z)
(x, y + L, z) = (x, y, z)
(x, y, z + L) = (x, y, z)
Il risultato che ricaviamo da queste condizioni al contorno e` che
eikx (x+L) = eikx x
che equivale a dire che eikx L = 1 quindi
eiz = cos z + i sin z k x L = 2n x
quindi n x pu`o essere solo naturale.
kx =

2n x
L

Il k2 totale e` quindi k2 = k2x + ky2 + kz2 .


~2 2
=
2m L

!2 

n2x + n2y + n2z

(4.3)

 3
e` il volume degli elettroni.
Nello spazio dei k 2
L
Siccome ho un numero di elettroni dellordine del numero di avogadroposso valutarne la densit`a degli stati in
un volume unitario come.
 L 3
L3
V
=
=
3
2
(2)
(2)3
Definiamo k f in modo che il volume totale nello spazio dei k occupato e`
dato da 43 k3f e il numero totale di elettroni e` dato dal rapporto tra il volume
occupato e il volume di ogni singolo k:
k3f
4 3 V
]e l = k f 3 = 2 V
3
8
6

Figura 14: Distribuzione dei k in 2D

Per tener conto dello spin devo moltiplicare per 2.


N=

k3f V
33

20

Figura 15: Livelli energetici



1
In un metallo generico n= N/V kF = 32 n 3 1 A questo punto abbiamo
definito il k massimo che potr`o avere un elettrone nel metallo. L energia ovvero
lautovalore associato allelettrone con k f e`
F =
e
TF =

~2 k2f
2m

= 5eV

F
' 5 104 k
kB

(a noi veniva 105 )


1
m
mv f = F v f = 106
2
s
Ritroviamo esattamente quel fattore 10 che consentiva a Drude di compensare
lerrore fatto nel calcolare la velocit`a termica.

21

18-03-2008

Particelle nel metallo


Calore specifico il calore specifico era uno dei problemi del modello DrudeLorentz, poiche sperimentalmente risultava 100 volte pi`u piccolo rispetto al dato
teorico. Andiamo a valutare lenergia interna per ricavare il cv . Sempre per T=0
K. Se lenergia di una particella e (~k), lenergia interna totale e` :
U=2

(~k) =

X ~2 k2
k0

2m

Il 2 e` portato dai 2 elettroni per livello (per via dello spin). Siccome sono stati
molto densi possiamo trasformare la sommatoria in un integrale.
83
volume occupato da uno stato
~k =
V
X ~2 k 2 
V 
~k 3
2m
8
k
Z 2 2
V
~ k ~
dk
3
2m
8
Dato un certo numero di stati occupati d~k e` quanto aumenta il volume della sfera
se aggiungo un elettrone.4k2 dk Quindi lenergia interna e` data da
U =
=

Z kF 2 2
V
~ k
4k2 dk
2
3
2m
8
0
V~2 5
k
2 10m F

Se voglio valutare lenergia media del singolo elettrone


U 1 ~2 k5F
=
N n 2 10m
n=

k3F

32
Quindi otteniamo una energia media pari a:
Figura 16: Stati occupati

U
3 ~2 k2F 3
=
= F
N 10 m
5

Risulta un
 po pi`u alta della met`a di F perche siamo in una parabola(Figura ??).
cv = V1 U
Non possiamo pi`u considerare T=0 K. La sfera si svuota un p`o
T
v

22

nel suo volume e vengono occupati alcuni stati allesterno. Dobbiamo usare la
distribuzione di fermi(Figura ??):
1

f () =
e

kB T

+1

Dove e` il potenziale chimico. Il nostro problema e` trovare la cv a volume

Figura 17: Distribuzione di fermi


costante. Dobbiamo rifare tutto:

V
U=2
(~k) f () = 3
4
k=0

(~k) f ()d~k

f ()d~k

Devo conoscere la N.
N=2

X
k=0

V
f () = 3
4

(5.1)

I due integrali sono simili, iniziamo da (??).


Z
Z 2
V
Vk
2
dk f [(k)]
4k
dk
f
()
=
43 0
2
0

(5.2)

Questo e` lintegrale che vorremmo calcolare, trasformiamo (??) in un integrale sullenergia. Proviamo a vedere come dovrebbe essere la funzione g che aggiungiamo
per essere uguale a (??).
Z
N=

Allora la g()d =

d g() f ()

Vk2
dk
2

Ricordiamo che lenergia =


che
r
2m
2m
k2 =
k=

~
~
Da questo, il differenziale dk e`
r
2m 1
dk =
d
~2 2
23

~2 k2
2m

quindi ricaviamo

Figura 18: Density Of States

Figura 19: T=0

Figura 20: T , 0

Quindi al posto di dk scrivo quella roba appena sopra. quindi troviamo


r
!3
V 2m 2m d
2m 2 V
Vk2
d
g () d = 2 dk = 2 2
= 2

~
~2 2
~
22

(5.3)

Questa e` detta densit`a degli stati e e` il numero di livelli elettronici disponibili


in quel metallo in un intervallo di energia unitario. Dimensionalmente e` linverso
di un lavoro [J]1 . Invece la g()d mi dice il numero di livelli in un intervallo

infinitesimo. Dalla(??) ricaviamo che g ()


E interessante valutare la g (F ) che risulta
g (F ) =

3N
2 F

Allora abbiamo visto che:


V
N= 3
4

f ( [k]) d~k =

Z
f () g () d

Analogamente faremo
U=

f () g () d

Lintegrale di f g mi da ancora il numero di particelle. Larea della (Figura ??)


per T=0 deve essere uguale a quella della (Figura ??) per T , 0. La F non e`
24

pi`u definita. Se il potenziale chimico non variasse la prob =1/2 sarebbe nel punto
del potenziale chimico uguale a F . La f () ha un comportamento simmetrico
rispetto al valore di a T=0 mentre la g no (di poco cresce). Il prodotto non
sarebbe pi`u simmetrico e aumenterebbe N (perche ne popolo di pi`u di quanti ne
spopolo). quindi la si sposta un pochino a sinistra. Torniamo alla matematica.
Ripercorriamo il conto che ha fatto Arnold Sommerfeld nel 1928. Siamo a T 
T F questo ci permette di sviluppare in serie al primo ordine. Nel fare il conto ci
viene pi`u comodo integrare da a + tanto g() manda a 0 la parte negativa.
Definiamo una funzione k () come primitiva di g(e).
Z +

k() 
f 0 d0

g () =

dk ()
d

Allora
N =

g () f () d
Z
+

dk ()
f () d = per parti
d

Z +
d f ()
(
(
+
(
(
k ()
d
= (
k ()
( f () |
| {z
}
d

=0

k () f () | per vale 0 poiche la distribuzione f e` nulla per valori sotto lo 0.


A + abbiamo una forma indeterminata del tipo + 0 che dobbiamo studiare.
1
Infatti poiche lim g() 2 , k() che e` lintegrale di g() andr`a ad infinito come

2 . La f () invece va a 0 come un esponenziale. Resta:


Z +
df

k () d
d

Per farlo svilupppiamo in serie di Taylor in un intorno di (che e` appunto il punto


che ci interessa!)
"
#

X
( )n dn k()
k() = k() +
n!
dn =
n=1
Possiamo ora valutare lintegrale in eq(18) per il primo termine dello sviluppo in
serie:
Z +
f
N1 =
k() d

Z +
f
= k()
d

= k()| f ()|+

= k()

25

e` simmetrica rispetto a , quindi tutti i termini dispari


dello sviluppo (che e` centrato intorno a ) danno una
volta integrati contributi nulli. Useremo solo:
d2n k d2n1 g
=
d2n d2n1
Riscriviamo quindi
N =
=

g f d

g d +

Z
X

)2n

(
(2n)!

n=1

Sostituiamo
x=

Figura 21: Derivata del# distribuzione di Fermi


f

d
(5.4)

d2n1 =
!

"

d2n1 gla

kB T

La distribuzione diventa quindi


f =

ex

1
+1

inoltre
( )2n = x2n (kB T )2n
Quindi (??) diventa
N=

g d +

"
an (kB T )2n

n=1

d2n1 g
d2n1

#
=

dove gli an sono nella forma:


Z

an =

!
x2 n
d 1

dx
2n! dx e x + 1

Ci manca solo di trovare gli an . E una matematica che ci porta a incappare nella
zeta di Riemann coi numeri di Bernulli. Noto dai che
a1 =
quindi N e` uguale

2
6

2
(kB T )2 g0 () + ...
(5.5)
6

sviluppiamo quindi il primo termine della (??) in serie al primo ordine in un intorno
di F
Z
g d = k()
N=

g d +

= k(F ) + ( F )k0 (F ) + ...


Z F
=
g d + ( F )g(F ) + ...

26

Quindi otteniamo:
N=

Z
0

)
2
2 0
g d + ( F )g(F ) + (kB T ) g (F )
6
(

(5.6)

In realt`a nella (??) g0 dovrebbe essere valutata in ma tanto ' F . Noi


precedentemente avevamo = F quindi i termini nella graffa andavano = 0

27

26-03-2008

H 0 0n = En0 0n e abbiamo i nostri set di autofunzioni e autovalori 0n , En0 dove


h0m |0n i = m,n questo problema io lo so risolvere, quello per cui devo trovare
un modo per risolverlo e` :
H = E dove H = H 0 + H 1
lo posso risolvere nelle condizioni approssimate H 1 << H 0 come
n = 0n + 1n + 2 2n + + . . . (i)
n

(6.1)

. . . En(i)

(6.2)

En =

En0

En1

2 En2

+ +

Posso allora usare le soluzioni approssimate (??) e (??) per risolvere leq di Shroedinger
h
i
(H 0 + H 1 ) 0n + 1n + 2 2n + . . . =
 


En0 + En1 + 2 En2 + . . . + 0n + 1n + 2 2n + . . . (6.3)
da questa possiamo scrivere una serie di equazioni che rappresentano la necessaria
uguaglianza tra i vari termini di grado n-esimo in
0 : H 0 0n = En0 0n
:
1

H 1 0n

h0 1n

(6.4)
=

En0 1n

En1 0n

(6.5)

2 : . . .
..
.
Il termine in 0 (??) e` il problema imperturbato, quindi non ci interessa in questo
momento, concentriamo la nostra attenzione invece sul termine di primo grado
(??), per poter risolverlo faccio il prodotto scalare con 0n , (moltiplico da sinistra e
integro.
Z 

0n Hn0 1n dx = h0n |Hn0 |1n i

quindi (??) diventa


h0n |H 0 1n i+

(6.6a)

h0n |H 1 0n i =
h0n |En0 1n i+
h0n |En1 0n i

(6.6b)
(6.6c)
(6.6d)

Siccome H 0 e` un operatore Hermitiano (??a) diventa hH 0 0n |1n i = En0 h0n |1n i


che posso semplificare con (??c) una volta portata fuori dal bracket la costante
En0 , quindi della nostra (??) resta h0n |H 1 0n i = h0n |En1 0n i che mi si riduce, per
ortonormalit`a, a
En1 = h0n |H 1 |0n i
(6.7)
28

quindi grazie alla (??) ottengo, quasi senza sforzo, la correzione al primo ordine
sullautovalore, quindi posso approssimare lautovalore a En = En0 + En1 dove sei
e` supposto che anceh la costante entri a far parte del operatore H 1 Da (??) e` ora
possibile ricavare anche 1n
(H 0 En0 )1n = (H 1 En1 )0n

(6.8)

Visto che le 0n formano una base ortonormale proietto le 1n su questa base.


1n =

(n) 0
m
Cm

(6.9)

E facile dimostrare che (1n + 0n ) e` una soluzione valida di (??) per ogni valore
di in particolare vale anceh per il valore = Cn(n) posso quindi utilizzare come
nuova soluzione (1n Cn(n) 0n ) quindi
1n =

(n) 0
m
Cm

(6.10)

m,n

Anche (??) soddisfa la (??) quindi faccio la sostituzione


(H 0 En0 )

(n) 0
m = (H 1 En1 )0n
Cm

m,n

(n) 0
0
(Em
En0 )Cm
m = (H 1 En1 )0n

m,n

Ora moltiplico da sinistra per 0l e integro su tutto lo spazio

(n)
0
(Em
En0 )Cm
h0l |0m i = h0l |H 1 |0n i + E 1 h0l |0n i
| {z }
m,n
l,m

(El0

En0 )Cl(n)

= h0l |H 1 |0n i + E 1 h0l |0n i

(6.11)

Per l = n (??) da come risultato En1 = h0n |H 1 |0n i che gi`a conoscevamo (anche se
a dirla tutta l = nnon avremmo dovuto accettarlo in questo frangente) mentre per
tutti gli altri valori
per l , n

(El0 En0 )Cl(n) = h0l |H 1 |0n i

da cui

Cl(n) =

finalmente

1n =

29

h0l |H 1 |0n i
(En0 El0 )
X h0 |H 1 |0n i
l
0
0 E0) m
(E
n
m,n
l

(6.12)
(6.13)
(6.14)

La perturbazione del primo ordine (??) (la correzione al primo ordine per lautofunzione perturbata) e` ortogonale allautofunzione non perturbata (anche perch`e
altrimenti la parte di correzione parallela sarebbe tornato nella normalizzazione
dello stato complessivo n )
Si potrebbe continuare a trovare correzioni di ordine superiore 2 En2
Wm,n , h0m |H 1 |0n i
0
n,m , En0 Em

En1 = Wn,n
X Wmn
1n =
0m

nm
m,n
X |Wmn |2
2
Em
=
nm
m,n
Tutte queste valgono solamente in situazione di non degenerazione, se siamo in una
situazione in cui ci sono stati degeneri dobbiamo cambiare la nostra trattazione.
Degenerazione doppia
( 0 0
H a = E 0 0a
H 0 0b = E 0 0b
succede quindi che 0 = 0a + 0b sono tutte soluzioni del problema imperturbato. Se perturbo il mio stato (H 1 ) la perturbazione rimuove la degenerazione, questo
processo si chiama Lifting
Al crescere della perturbazione (quindi di ) per un certo valore , 0 gli autova-

lori sono separati, quindi la degenerazione viene eliminata.


P
ma 0
Per due stati quasi degeneri Ea0 , Eb0 e ab ' 0 allora 1a = m,a W
am m il
denominatore fa si che il peso della sommatoria sia sbilanciato fortemente verso il
termine 0b quindi che la correzione risulti effettivamente 1a = 0b e che quindi il
30

mio autostato perturbato sia a ' 0a + 0b il problema e` che anche a espresso


in questa maniera e` una soluzione del problema non perturbato, quindi quando
vado a perturbare un sistema che presenta una degenerazione gli stati degeneri si
mischiano e quando smetto di perturbare non si separano pi`u (non ritornano alla
stessa situazione di partenza) quindi io non sono pi`u in grado di decidere quali sono
i miei stati m e n per il conto di Wmn visto che questo risultato varia scegliendo
coppie , diverse.
Chiamo dunque buoni stati quelli che ritornano alla situazione di partenza dopo
la perturbazione, sono quelle combinazioni lineari che mi permettono di portare a
termine i conti in maniera corretta come nella trattazione per stati non degeneri.

31

31-03-2008

Perturbazioni e stati degeneri


Siccome il problema iniziale H 0 0n = En0 0n ha come soluzioni valide combinazioni
lineari delle autofunzioni degeneri delloperatore H 0 non e` possibile determinare
in maniera univoca il valore di En1 = h0n |H 1 |0n i, quindi non conoscendo 0 non e`
possibile ottenere En1
Ho bisogno di una teoria che mi permetta di trovare il termine correttivo En1
giusto.
Analizziamo la situazione di due stati degeneri,degenerazione doppia:
( 0 0
H a = E 0 0a
(7.1)
H 0 0b = E 0 0b
Il problema iniziale pu`o per`o essere risolto anche da una qualunque combinazione
lineare delle due autosoluzioni
0 = 0a + 0b

(7.2)

Per`o En1 = h0 |H 1 |0 i da risultati diversi a seconda dei diversi valori di e .


Esistono per`o delle buone combinazioni lineari, quindi delle 0 che tornano allo
stato iniziale una volta che la perturbazione e` accesa e poi spenta, purtroppo noi in
generale non conosciamo i valori di e corrispondenti.
Devo lavorare solamente con (??) quindi solo con 0a 0b E 0 per ottenere i valori
corretti di En1
voglio cercare quindi di risolvere H = E con H = H 0 + H 1 per ottenere
ancora le soluzioni perturbate:
(
n = 0n + 1n + 2 2n + . . .
En = En0 + En1 + 2 En2 + . . .
uso nuovamente le soluzioni nel problema e raccolgo i termini in
H 0 0 +(H 1 0 +H 0 1 )+2 (. . . )+ = E 0 0 +(E 1 0 +E 0 1 )+2 (. . . )+. . . (7.3)
Perch`e luguaglianza risulti corretta deve sussistere uguaglianza tra tutti i termini
dello stesso grado in , luguaglianza allordine 0 e` gi`a data (vedi (??) e (??))
Uguaglio i termini in 1 moltiplico da sinistra per 0a
h0a |H 1 |0 i + h0a |H 0 |1 i = E 0 h0a |1 i + E 1 h0a |0 i
Il primo termine, per hermitianeit`a delloperatore H 1 mi da E 0 h0a |1 i quindi
0 
1
0 0 1
0 
1
1 0 0
E 0
h
E 0
h

a | i + ha |H | i = 
a | i + E ha | i

Sviluppo in quello che resta 0 come (??)


h0a |H 1 |0a i + h0a |H 1 |0b i = E 1 h0a |0a i +E 1 h0a |0b i
| {z } | {z }
| {z }
| {z }
Wa,a

=1

Wa,b

32

=0

Otteniamo quindi
Wa,a + Wa,b = E 1

(7.4)

se avessimo moltiplicato a sinistra la (??) avrei invece ottenuto similmente


Wb,a + Wb,b = E 1

(7.5)

quindi ho il sistema di equazioni


(
Wa,a + Wa, b = E 1
Wb,a + Wb, b = E 1
Mi aspetto che il sistema mi porti a due valori della correzione E 1 che portano
alleffettivo splitting dei due autostati degeneri, su due livelli sempre pi`u distanti al
crescere della perturbazione (quindi al crescere di )
Ora moltiplico (??) per Wa,b ottenendo
Wb,a Wa,b + Wb,b = E 1 Wa,b

(??.1)

Wa,b = (E 1 Wa,a )

(??.1)

Ricavo dalla (??)


sostituisco (??.1) in (??.1) e ottengo
(

Wa,b Wb,a
| {z }

) + (Wb,b E 1 )(E 1 Wa,a ) = 0 elimino

=Wa,b Wa,b =|Wa,b |2

(E 1 )2 E 1 (Wa,a + Wb,b ) + (Wa,a Wb,b |Wa,b |2 ) = 0


Da (??) si ottengono i due valori di E 1 che ci aspettavamo

v
t

1
1
2
2
(E ) = (Wa,a + Wb,b ) (Wa,a + Wb,b ) 4(Wa,a Wb,b |Wa,b | )
|
{z
}
2

(7.6)

(7.7)

(Wa,a Wb,b )2

la (??) ci da le correzioni nel caso pi`u generale possibile (limitato alla degenerazione doppia)
Guardiamo un caso particolare: se = 0 = 1 quindi 0 = 0b da (??)
ricavo 1Wa,b = 0 mentre da (??) Wbb = E 1 questo risultato e` contemplato dalla
(??) ed e` il risultato della teoria per stati non degeneri, abbiamo quindi trovato una
delle due buone combinazioni lineari (anche = 1 e = 0).
Notiamo anche che, come accade sempre quando siamo in presenza di una
buona combinazione lineare, abbiamo gli elementi a indice diverso della matrice
Wm, n pari a 0 e gli elementi a indice uguale sono le correzioni.
Devo per`o cercare un modo per trovare quali sono le buone combinazioni
lineari, per poter evitare (??) , ci viene in aiuto il seguente teorema:

33

Teorema 1 (per due stati degeneri in un problema imperturbato) Supponiamo


di avere A Hermitiano che commuti con H 1 quindi [A, H1 ] = 0, che abbia come
autostati non degeneri A0a = 0a A0b = 0b con , allora Wa,b = 0
Dimostriamo brevemente (Teorema??):
A commuta con H 1 [A, H 1 ] = 0 applicato a 0b |AH 1 0b i |H 1 A0b i = 0 allora moltiplico per 0a a sinistra h0a |AH 1 |0b i h0a |H 1 A|0b i = 0 vista lhermitianeit`a
delloperatore A h0a |H 1 |0b i h0a |H 1 A|0b i = 0 allora si ottiene rapidamente
( )h0a |H 1 |0b i = 0 Wa,b = 0
| {z }
,0

Quindi in futuro cercheremo un A adatto alla ricerca delle buone combinazioni


lineari, caso per caso diverso.
Degenerazioni multiple (eg: stati atomici n=8) spesso le degenerazioni risultano essere di grado molto elevato, dobbiamo quindi costruire un formalismo
marticiale adatto. Posso cominciare esprimendo in forma matriciale (??) e (??)
"
#" #
" #
Wa,a Wa,b
1
=E
Wb,a Wb,b

Che ci porta ad un problema agli autovalori


W = E1

(7.8)

Visto che la matrice in generale(a meno che sia una rara buona combinazione
lineare) ha tutti gli elementi devo provare a diagonalizzare(??) quindi
det(W E 1 I) = 0
che, nel caso della degenerazione doppia ci porta ad un risultato identico a (??)
Ora guardiamo che cosa succede nella fisica del problema.
Struttura fine dellatomo di H
~2 2
e2

2m
40 r
~2 1
E1
13, 6
En =
= 2 = 2
2
2
n
n
2ma0 n
H=

con T =

p2
(p i~ )
2m

con a0 = 0.53

Fino a qui abbiamo trascurato la massa dellelettroni in confronoto alla massa del
Mm
3
nucleo ( M
m = 10 ) dovremmo sostituire m con la massa ridotta = M+m che migliora il mio risultato teorico ma non spiega come mai siano visibili negli spettri
due linee dove invece io ero in grado di prevederne solamente una, noi non stiamo
valutando:
-effetti relativistici
-interazione spin-orbita
34

Questi due effetti non considerati nella precedente analisi ci permettono si calcolare la struttura fine.
Correzioni relativistiche Nellipotesi del modello di Bhor il momento angolare e`
quantizzato. Da questo posso ricavare informazioni sulla velocit`a.
v=

~
1034
= 30
= 2 106 m/s
ma0 10 0, 51010

Epiccolo ma non trascurabile! Col crescere del numero degli elettroni la correzione relativistica diventa importante! Possiamo calcolare la velocit`a considerando la
forza centripeta
v2
e2
F=m =
r
40 a20
e
v=
40 ma0
confrontando con quella prima si trova che al crescere di a0 (quindi per gli elettroni
pi`u esterni) la velocit`a cresce sensibilmente.

35

02-04-2008

Nellultima lezione stavamo cercando di applicare correzioni al problema dellatomo di idrogeno le cui soluzioni in assenza di perturbazioni sono date da
H=

~ ~2
e2

2m
40 r

(8.1)

Per avere una teroia che giustifichi le righe non viste dobbiamo introdurre
Correzioni relativistiche: la v/c = 102 nellatomo di idrogeno quindi`e
gi`a abbastanza importante. Diventa ancora pi`u importante negli atomi ad
alto Z.
Correzioni di Spin-Orbita
Correzioni relativistiche In termini classici lenergia cinetica e`
p2
m

T=

relativisticamente invece abbiamo


q
T = p2 c2 + m2 c4 mc2
di moto in ambito relativistico e` quindi
Dove m`e la massa a riposo. La quantitA
m~v
~p = q
1

v2
c2

Una scrittura equivalente dellenergia cinetica e`


r
p
2
T = mc [ 1 + ( )2 1]
mc

(8.2)

Vogliamo ora fare una teoria approssimata; per farlo sviluppiamo la (??)in serie di
Taylor (mc laurin ) considerando
x=(

p 2
)
mc

e centrando lo sviluppo in x=0. Abbiamo quindi

1
3
1
x2
1 + x = 1 + [(1 + x) 2 ] x=0 x + [(1 + x) 2 ] x=0 + ...
2
2
1  p 2 1  p 4
=1+

2 mc
8 mc

36

Quindi lenergia cinetica approssimata diventa:


"
#
1  p 2 1  p 4
2
T = mc 1 +

+ ... 1
2 mc
8 mc
Eimportante conservare lo sviluppo fino secondordine perche il termine di ordine
0 si semplifica, il termine al prim ordine e` il rapporto in ambito classico e il termine
al secondo ordine e` la correzione relativistica. Pssiamo scrivere la correzione come
hamiltoniano di perturbazione
Hr1 =

p4
8m3 c2

(8.3)

La soluzione del problema imperturbato e` data da


p2
H0 =
+V
2m
!
p2
+ V = E
2m

(8.4)
(8.5)

Chiamiamo lenergia che di deriva dalla correzione relativistica Er1 . Il valore si


trova risolvendo
Er1 = h|Hr1 |i
(8.6)
Possiamo risolvere come segue: per prima cosa valutiamo loperatore p sulle funzioni donda. Per farlo usiamo un piccolo trucco, trasformiamo loperatore p4 in
p2 p2 . Perche loperatore p4 non e` hermitiano4 per gli stati con l = 0.
h|p4 |i = hp2 |p2 i
Invece p2 e` hermitiano e possiamo portarlo a sinistra. Dalla (??) so che gli autovalori di p2 sono
p2 = 2m(E V)
Anche V e` hermitiano mentre E e` una costante quindi possiamo riscrivere
Er1 =

1
(2m)2 h(E V)|(E V)i
8m3 c2

Er1 =

1
h|(E V)2 |i
2mc2

sviluppando il quadrato e noto che


h|V|i = hVi
4 2

p e` un operatore che rappresenta una osservabile fisica, quindi e` sicuramente un operatore


hermitiano. Il motivo per cui p4 non lo e` , e solamente per gli stati con l = 0 non e` spiegato da
nessuna parte, lo dobbiamo prendere per buono

37

ovvero il valore di aspettazione di V.


i
1 h 2
E 2EhVi + hV 2 i
2
2mc

Er1 =

Dobbiamo calcolare ora i valori di aspettazione di V e V 2 . Per far questo considee2 1
riamo il potenziale coulombiano V(r) = 4
. Il problema si riduce quindi a
0 r
1
1
trovare i valori di aspettazione h r i e h r2 i tramite le dellidrogeno. Con un p`o di
conti possiamo ricavare5 che:
1
1
h i= 2
r
n a0
1
1

h 2i = 
1
r
l + 2 n3 a20
Si nota che il valore di h r12 i dipende direttamente dal valore del numero quantico l.
A questo punto la correzione al primo ordine diventa

!
2
2 2

e
1
1
1
e

(En )2 + 2En


Er1 =
+
40 n2 a0
40
2mc2
l + 12 n3 a20
Dalla espressione di a0 si ricava
a0 =

40 ~2
~2
e2
=

40 ma0
me2

con la quale possiamo riscrivere la (??) come segue

2
1
~2 1 ~2 1
n
1
2
(En ) + 2En

Er =
+ 2 2 
2mc2
ma20 n2
ma0 n
l + 21
Lenergia En pu`o allora essere espressa in funzione dei numeri quantici
En =

~2 1
~2

= 2En
2ma20 n2
ma20 n2

Abbiamo quindi
1
Er1 =
2mc2

n
(En )2 + 2En (2En ) + (2En )2 

l + 21
Er1

(En )2
=
2mc2

4n

3
1
l+ 2

riferirsi al Eisberg Resnick per le espressioni degli stati stazionari dellidrogeno

38

Lordine di grandezza della correzione e`


En
10eV 1019 J/eV
'
= 105
mc2
1030 (3 108 )2
Che torna con lordine di grandeza che c`e tra i valori teorici e quelli sperimentali.
Una cosa interessante che viene fuori e` che la correzione dipende da l. quindi stati
che sono degenri con lH non perturbato con H 1 sparisce la degenerazione (parzialmente). Lenergia degli stati dipende anche la l. Per un dato n non vedo una
sola riga, ne vedo di pi`u. Quando n = 2, l pu`o valere 0 o 1, quindi vediamo 2 righe
separate nello spettro. Nota, abbiamo applicato la teoria per stati non degenri ma
labbiamo applicata per tutti gli stati anche degeneri (quelli con n > 1 ). Abbiamo
trascurato completamente il fatto di chiederci se questo si poteva fare o meno.
Considerazioni sulle degenerazioni I livelli su cui noi abbiamo applicato la teoria
per stati non degeneri sono purtroppo degeneri.Notiamo che Hr1 L2 Lz sono a simmetria sferica6 quindi commutano7 . Ma gli autostati nlm che sono degeneri nel
problema non perturbato (perch`e lenergia e` funzione del solo numero quantico n)
non sono degeneri per gli operatori L2 e Lz . Useremo quindi L2 e Lz come operatore A del teorema. Infatti commutano con H 0 e non sono degeneri sulle autofunzioni
del problema imperturbato.
A = L2 + Lz
L2 = ~2 l(l + 1)
Lz = ~ml
A postreriori abbiamo fatto bene a usare quegli stati iniziali perche sono buoni stati. Una volta accesa la perturbazione si mescolano ma poi tornano a quelli iniziali.
Considerazioni sugli operatori Abbiamo prima diviso loperatore p4 perch`e per
L = 0 non e` hermitiano.I nostri risultati non valgono per l = 08 .
Accoppiamento di Spin-Orbita Interazione tra il momento magnetico (spin) delle
e il campo magnetico interno dovuto al fatto che nel sistema di riferimento non
inerziale dellelettrone lui si vede ruotare intorno a se il nucleo, che essendo una
particella carica produce una corrente che fa un campo magnetico. Lenergia
associata allinterazione`e
~
~ B
~ e` il campo prodotto dal nucleo. L
~ e ~S
dove ~ e` lelemento di interazione e B
smettono di essere costanti e iniziano a precedere intorno alla loro somma che
6

in assenza di campi esterni(in particolare magnetico) non c`e nessuna direzione preferenziale
dellasse z (in generale non c`e nessuna direzione preferenziale) la simmetria sferica e` quindi scontata
7
Sappiamo che L2 Lz commutano tra loro e possiamo intuire che lo stesso tipo di simmetria di
pi`u operatori possa portare alla commutazione degli stessi (in linea di massima basterebbe usare per
costruire la base le armoniche sferiche) ma dovremmo fare i conti e ci fidiamo di chi li ha gi`a fatti
8
per ottenere la soluzione corretta anche per l = 0 bisognerebbe utilizzare lequazione di Dirac.
Il risultato corretto e` visibile a pag282 del Griffiths problema 6.19

39

resta costante9 .

~J = cost. = L
~ + ~S

La correzione di spin-orbita ricavata in precedenza10


H s1 o =

1 1 dV ~ ~
SL
2m2 c2 2 dr

ottenuta classicamente con una serie di difetti che dobbiamo ricordare. Utilizzando
il potenziale coulombiano per sviluppare (??) otteniamo
Hso =

1 ~ ~
e2
SL
80 m2 c2 r3

Questa formula risulta giusta nonstante tutti i fatti che abbimo trascurato per rica~ ~S
varla. Il problema e` pi`u complicato H 0 non ha pi`u simmetria sferica.Dato ~J = L+
,ricordiamo che nonostante L e S precedino, L2 e S 2 restano comunque buoni valori
quantici ma gli autovalori di Lz L s non sono pi`u dei buoni numeri quantici. Quindi
certamente lo stato con |nlml i non e` pi`u un buono stato. Per`o J 2 e Jz commutano.
In definitiva perdiamo 2 buoni numeri quantici ma ne troviamo altri. Non avremo
pi`u i numeri ml e l ma di J e m j . Dovremo usare autostati che abbiano questi numeri quantici. Grazie a Clebsh-Gordan abbiamo una tecnica che e` in grado, a partire
da combinazione di stati non pi`u buoni, di riportarla in funzione di j e m j . Quindi
di nuovo possiamo applicare la teoria per stati non degenri. Andremo a calcolare
con questi ket
|n jm j i
1 e anche il valore di h 1 i. Ovviamente i valore di
il valore di aspettazione di H so
r3
aspettazione andr`a valutato non su nlm ma su n jm j Il nostro problema sar`a ora
0
hn jm j |H so
|n jm j i

Dobbiamo fare il prodotto scalare


~J = L
~ + ~S
~ + ~S) (L
~ + ~S)
J 2 = ~J ~J = (L
~
= L2 S 2 + 2~S L


~ = 1 J 2 L2 S 2
ricavo ~S L
2
~ e ~S risentono del campo magnetico risultante che sar`a diretto come
In termini classici i vettori L
la loro somma ~J subendo una torcente che non li varia in modulo e che non ne varia la somma(`e
una spiegazione troppo approssimativa perch`e io personalmente prevedo due pulsazioni di Larmor
diverse per i due vettori). In termini quantistici si evidenzia come sia il valore di aspettazione di
questi vettori a precedere intorno al campo magnetico vedere a proposito Griffiths pag 185 esempio
4.3
10
sia sul Griffiths 6.3.2 pag 277 che sul Eisberg Resnick pag 278
9

40

~ sono quindi:
Gli autovalori delloperatore ~S L

~2 
j( j + 1) l(l + 1) s(s + 1)
2
Il valore h r13 i`e dato da

1
1
i = hn jm j | 3 |n jm j i
3
r
r
ma nlm = Rnl Ynml a noi interessa la R che e` funzione di n e l che sono numeri
quantici buoni. Quindi il valore di aspettazione lo posso calcolare sulla base delle
nlml ed e`
1
1

h 3i = 
r
l l + 1 (l + 1)n3 a3
h

A questo punto la correzione ce labbiamo.


(En )2 n
mc2

E 1so

z
}|
{

e2 1 ~2 /2 j( j + 1) l(l + 1) s(s + 1)


=
80 m2 c2 n3 a3
l l + 1 (l + 1)
2

E 1so =



(En )2 n j( j + 1) l(l + 1) s(s + 1)


mc2
l l + 1 (l + 1)
2

Nel caso dellidrogeno ovviamente a = e s(s + 1) = 34 . Anche qui lordine della


En
5 . Sono i due ordini pi`
correzione e` mc
u grandi che ci sono. I due effetti non
2 ' 10
hanno nulla in comune ma vengono messi insieme perche hanno circa lo stesso
peso e danno i pi`u grandi contributi tra le varie correzioni. Inoltre entrambe le
formule che abbiam ricavato hanno dei problemi con l=0.Un tipo (darwin) che ha
fatto molti conti per sistemare questa cosa.
1
2

41

07-04-2008

avevamo trovato le correzioni dovute agli effetti relativistici e alla interazione spin
orbita, abbiamo espresso queste correzioni in funzione degli autovalori buoni, quindi abbiamo legato queste correzioni a quegli autostati che non vengono modificati
dalle interazioni stesse, |n jls i

(En )2 4n
1

Er =

2mc2 l + 12


(En )2 n j( j + 1) l(l + 1) s(s + 1)
1


E so =
mc2
l l + 12 (l + 1)
Dove lunico caso che ancora crea dei problemi e` l = 0 per cui questi risultati
non sono validi (quella correzione relativistica non pu`o essere applicata perche
ottenuta imponendo l , 0 per evitare la non hermitianeit`a delloperatore p4 mentre
e` evidente che nel secondo caso porterebbe ad una division by 0)11 comunque la
correzione totale di struttura fine risulta essere
E 1s f = Er1 + E 1so

(9.1)

se ci mettiamo nel caso che ci interessa abbiamo S = 21 quindi j = l 12 quindi con


le dovute sostituzioni e` possibile esprimere la (??) come:

(En )2
1
4n
1
Es f =
(9.2)
con j = l
3
2
1
2
2mc
j+ 2
questo risultato e` corretto per tutti i valori di j ragionevoli:
n = 1, 2, 3, . . .
1 3
1
j = , , . . . , (n )
2 2
2
perche lmax = n 1 jmax = lmax +

1
2

=n

1
2

in realt`a e` un caso di indeterminazione perche in questo caso j = s e quindi anche il numeratore


risulta nullo, tutti i problemi comunque scompaiono perche la somma delle due correzioni(??) risulta
corretta per ogni valore di l
11

42

Quella correzione vale per tutti i valori di n quindi


13, 6
eV
n2
!2
!2
~2 1
~2
m
1
me2
e2
1
En =
=
=
2
2
2
2
2m 40 ~
2 40 ~ n2
n
2ma0 n
En =

40 ~2
dove e` stato usato a0 =
me2

!
2
(En )2
13, 6
m 1
e2
13, 6 2 1

=

=
+

40 ~ 2n2 2
2mc2
n2
mc2
n2 2n2 4
dove =

e2
40 ~c

se vogliamo scrivere lenergia dello stato perturbato al primo ordine e` :

2 n
3
13, 6
0
1

En j = En + E s f = 2 1 + 2
n
n j + 12 4

(9.3)

Nella(??) compare costante di struttura fine o di Sommerfeld questa in particolare e` valida anche per l = 0 (porta E so = 0, perche se non c`e orbita non c`e
accoppiamento) la degenerazione in l rimane perche la separazione dipende solamente da n e j quindi stati con n e j uguali ma l diversi sono ancora degeneri,
comunque la degenerazione diminuisce.
Con la (??) possiamo calcolare i valori teorici delle energie e rappresentarli.
Ricordando la notazione (2s+1) L j osserviamo il grafico (Figura ??), notiamo che
per n = 2 j = 12 gli stati sono ancora degeneri ma anche per n = 2 j = 23 perche
m j = 12 , 32 quindi 2 P 3 e` uno stato 2 degenere. Ora andiamo a valutare cosa
2
succede quando lo spin interagisce con un campo magnetico esterno. Sappiamo
che un campo magnetico interno B~int produce uninterazione E~B = ~ B~int . Se il
campo fosse applicato esternamente avremmo una reazione similare, nuovamente
avremmo una separazione dei livelli energetici degli stati degeneri.
Effetto Zeeman (1896)(30 anni prima si stern e gherlack) nobel nel 1902(con
Lorenz)
Se accendo un campo magnetico esterno succede che alcune righe si moltiplicano.
Questo Lorenz lo spiega Zeeman Normale
compaiono altre due righe uguali, disposte simmetricamente, al crescere del campo esterno lo shift
aumenta.
Si hanno anche casi pi`u complicati tipo:
Scompare la riga centrale e compaiono altre coppie
simmetriche, variano anche le relazioni tra le distanze,
Zeeman anomalo
43

Figura 22: Struttura fine per latomo di H


Se abbiamo un numero pari di elettroni allora e` possibile avere s = 0 l = 0 j = 0
quindi siamo in uno stato 1 S 0 .
Allora ~l tot = 0 e ~s tot = 0, quando accendo un campo non
ho interazioni di tipo magnetico, le righe restano invariate.
In tutti gli altri casi per`o averemo L~1 S~1 per ogni elettrone,
(usiamo i numeri quantici n l m intendendo ora anche quelli
totali per latomo, tanto non si fa confusione) quindi per tutto
latomo avremo
e
e ~
e
gl L 2
g s S~1 + . . .
~l + ~s = gl L~1
2m
2m
2m
dove gl e g s sono i fattori orbitali e di spin12 gl = 1 e g s = 2.
Questo momento magnetico si accoppia con il campo magnetico esterno dan12

la spiegazione di perche e` 2 viene data con lelettrodinamica quantistica

44

do:

Hz = ~B~est
(9.4)
P
P
~ = iL
~i e ~S = i S~i sommatorie su tutti gli
Per tutto latomo allora varra L
elettroni, linterazione di effetto Zeeman (??) diventa allora

e ~
L + 2~S B~est
(9.5)
Hz =
2m

Noi siamo partiti da H 0 di Bohr, se considero linterazione S.O.troviamo che H s1f


e` proporzionale al campo interno. Ora Hz1 B~est quindi dobbiamo confrontare
B~int e B~est per sapere quale dei due effetti e` predominante. Se B~est << B~int allora
possiamo considerare Hz1 come elemento perturbativo della soluzione imperturbata
di struttura fine, ricavata dallhamiltoniano H 0 = HB + Hs f quindi il mio problema
perturbato sar`a H o + Hz1 . Se invece B~est >> B~int allora HB0 + Hz1 e poi posso
sovrapporgli anche H s1f
B~est << B~int Regime Zeeman
B~est >> B~int Regime Paschen-Back
Non studieremo B~est ' B~int 13

Regime Zeeman
B~est << B~int
Dal punto di vista dei buoni stati non cambia che vi sia presente anche un campo
magnetico esterno, cambieranno i valori dellenergia.
Ez1 = hnlm jm j |Hz1 |nlm jm j i =

e ~
hL + 2~Si + B~est
2m

~ + ~S L
~ + 2~S = ~J + ~S
ora sappiamo che ~J , L

~ e ~S precedono intorno a ~Jin modo che questo non vari.


L

Se accendiamo il campo esterno anche ~J inizia a precedere intorno al campo magnetico.


Ora se le due frequenze di precessione (Larmor) so~ e ~S sono terribilno simili (B~est ' B~int ) i moti di L
mente complicati, quindi difficili da gestire e descrivere
matematicamente.
13

Negli altri casi riusciamo ad applicare la teoria per stati non degeneri

45

~ e ~S precedono pi`u velocemente


Mentre se B~est << B~int L
~
~
~
di J allora S rispetto a Best interagisce (in buona approssimazione) come valore medio che e` pari alla proiezione su
~J

~ h~J + ~Si Best


~ = h~J + Smedio
~ i Best
~
usando Smedio


~
~
Ora Smedio = S u J dove u J e` il versore di J quindi


~J
~
~
Smedio = S J
Ricaviamo ora il valore di aspettazione.
~ = ~J ~S
L
L2 = J 2 + S 2 2~S ~J


1
~2 
h~S ~Ji = h J 2 + S 2 L2 i =
j( j + 1) + s(s + 1) l(l + 1)
2
2

(9.6)

allora la (??) ci permette di valutare:

~S ~J

~
~
~
~
~
hL + 2Si = hJ + Smedio i = h1 + 2 Ji =
J
"
#
j( j + 1) + s(s + 1) l(l + 1) ~
= 1+
hJi (9.7)
2 j( j + 1)
|
{z
}
g j fattore di Land`e

Allora ricordando h~JiB~est = h~J u z iBest = hJz iBest


Ez1 =

e
e
g J h~Ji B~est =
g J hJz i Best = B g j Best m j
|{z}
2m
2m |{z}
=Best u z

~m J

La (??) ci permette di esprimere Ez1 con tutti e solo parametri noti.

46

(9.8)

10

08-04-2008

Effetto Zeeman
Abbiamo affrontato leffetto di un campo magnetico esterno tale che Best  Bint la
cui interazione e` data da
~ est
Hz1 ~ B
trovando una soluzione del tipo
Ez1 = hHz0 i = B g J Best m j
Siccome dipende da m j eliminiamo altre degenerazioni. La seconda cosa che non
abbiamo ancora visto e` che questo g J che e` definito come
gJ = 1 +

j( j + 1) l(l + 1) + s(s + 1)
2 j( j + 1)

La cosa interessante e` che sostanzialmente per ogni combinazione di j l e s abbiamo un g J diverso. La singola linea si va a splittare in 2 o 3 o 4 o pi`u linee e la
separazione dipende da g J . Vedo energie diverse. Il fattore di Lande che modula in base ai numeri quantici produce unetichettatura che permette di risalire agli
stati quantici di tutti i livelli. Guardiamo alcuni casi particolari sui valori che pu`o
assumere g J
s = 0 j = l g J = 1 = gl
Quindi e` legato ad un comportamento orbitale. Alto caso
l = 0 j = s gJ = 2 = gs
Il fattore di lande quando non c`e l diventa il g giromagnetico. In tutti gli altri casi
mi dice come i g vanno a combinarsi per via della parte orbitale e della parte di
spin. Mentre g J > 2 non e` possibile, si possono avere valori di g J < 0.
Regime Paschen Back Siamo nel caso in cui Best  Bint . In modo che resti
comunque in un regime perturbatoE 1 < E 0 . Mentre noi nel caso precedente consideravamo come caso imperturbato H 0 = HBohr + H so adesso H so  Hz . Useremo
H 0 = Hbohr e H 0 = Hz . Nella nostra approssimazione non ce pi`u accoppiamento
~ precedono intorno al campo esterdi spin-orbita ne precessione intorno a ~J. ~S e L
no ma indipendentemente luno dallaltro. j non e` pi`u un buon numero quantico. I
buoni stati sono quelli con numero quantico
n, l, s, ml , m s
Quindi dopo che ho perturbato i numeri quantici buoni sono gli stessi che avevo
prima della perturbazione. Il nuovo campo esterno distrugge leffetto spin-orbita
perche e` nettamente pi`u rilevante.
e ~
1
~ est
hL + 2~Si B
E PB
= hHz i =
2m
47

Ma i due moti di precessione sono indipendenti. Il loro valore di aspettazione, sar`a


~ + 2~Si = hLi
~ + 2h~Si
hL
Quindi


e ~
~ est = b Best (ml + 2m s )
hLi + 2h~Si B
2m
Gli stati che prima erano degeneri in ml e m s ora smettono di esserlo.
1
E PB
= hHz i =

1
Enml ms = E 0 + E PB
= E 0 + B Best (ml + 2m s )

Non abbiamo pi`u il fattore di Lande. In un dato atomo nel momento in cui ho
una linea che si va a separare la separazione dipende solo dai ml em s e ogni riga si
separa nello stesso modo se la combinazione di ml e m s e` la stessa. Linformazione
e` meno ricca.Inoltre e` pi`u difficile da ottenere per via del campo grande.

Principio Variazionale
Viene introdotto da Rayleigh-Ritz, pensiamo di nuovo a un problema di cui non
possiamo trovare la soluzione e dobbiamo accontentarci di soluzioni approssimate.
Abbiamo un problema ben posto del tipo
H = E
Questo e` il problema che dovremmo affrontare e che non riusciamo a risolvere.
Il principio variazionale si basa sul seguente un teorema: Chiamata E s f lenergia
dello stato fondamentale
E s f = h0 |H|0 i
Questo valore e` sempre minore (o uguale) al valore ricavato utilizzando una qualsiasi normalizzata:
E s f E = h|H|i
Di consegunza si capisce che 0 e` la funzione che minimizza E. Dimostrazione:
date le n soluzione del mio problema
X
=
c n n
n

Per normalizzarla
X
X
XX
X
h|i = h cm m
|cn n =
cm cn hm |n i =
|cn |2 = 1
m

Proviamo ora a risolvere il problema:


X
X
XX
X
h|H|i = h cm m |H
|cn n i =
cm En cn hm |n i =
En |cn |2
m

48

a questo punto lenergia dello stato fondamentale e` il minore valore di tutti gli En .
E s f En .
X
h|H|i E s f
|cn |2 = E s f
n

Sulle da risultati non buoni sulle energie i risultati sono buoni. Per capire questo
potremmo prendere
, 0
h|i = 1
h0 |0 i = 1
Es f

= h0 |H|0 i

= 0 +
La differenza tra Lenergia di questo stato rispetto a quella cercata
E = h|H|i E s f
Imponiamo la normalizzazione
h0 + |0 + i = 1
h0 + |0 i + h0 |i + h|0 ih|i = 1
h0 |i + h|0 i = h|i
E = h0 + |H|0 + i E s f
0 i + h|H|0 i + h0 |H|i + h|H|i 
=
h
Esf
0 |H|


= E s f h|0 i + E s f h0 |i + h|H|i

= h|H|i E s f h|i
Due termini che vanno con 2 quindi lerrore sullenergia e` sempre minore dellerrore sulla funzione donda. Se noi per trovare lenergia del primo stato eccictato
prendessimo una 0 succede che h0 |0 i = 0 h0 |H|0 i E p primo stato eccitato.Il problema e` che io non conosco le giuste. Unaltra possibilit`a e` quella in
cui il potenziale ha una forma buona (simmetrie, parit`a etc) Il primo stato eccitato
sar`a a simmetria dispari quindi vado a usare una funzione dispari per trovare il
primo stato eccitato.

Stato fondamentale atomo di He


Nellatomo di elio abbiamo 2 elettroni + 2 protoni. Lo stato fondamentale dellelio
e`
1s2 ,

49

e s=0 l=0. nella notazione


2s+1
1

Lj

(10.1)

S0

(10.2)

Lhamiltoniano di bohr e`
~2
e2 2 2
1
H = (21 + 22 )

2m
40 r1 r2 |~r1 ~r2 |

E ionizzazione = Ei = E s f (He) E s f (He+ ). Il valore sperimentale per lenergia di


stato fondamentale e` -79 eV. Cominciamo a considerare le funzioni donda idrogenoide mettendoci nel caso di particelle indipendenti (trascuriamo interazione e -e
).

1 
tot = a (~r1 )b (~r2 ) a (~r2 )b (~r1 )
2
Dove a e b fanno riferimento a un set di numeri quantici n,l,m. Dove il + mi da
la simmetrica mentre quello con mi da lantisimmetrica. La s si chiama
paraelio (singoletto), la a si chiama Ortoelio (tripletto). Lo stato fondamentale e`
il paraelio visto che lortoelio non pu`o essere (1s)2 per il principio di Pauli. Lo
stato fondamentale
(1s) n = 1, l = 0, m = 0
quindi nello stato fondamentale a b e
a (~r1 ,~r2 ) 100 (~r1 )100 (~r2 )
Data questa il problema ha solo soluzione approssimata.

50

11

09-04-2008

Atomo di He
Sperimentalmente lenergia dello stato fondamentale per latomo di He risulta
(E s f ) sper = 79eV
Il problema agli autovalori dellequazione di Schroedinger tempo indipendente
non e` analiticamente risolvibile se non spegniamo il contributo dellinterazione
elettrone-elettrone (problema dei tre corpi). Se poniamo Vee = 0 allora lautofunzione dello stato fondamentale e`
0 (~r1 , 1~r2 ) =

r2
8 2 ~r1 +1~
a0
e
a3

Dove il 2 allesponenziale viene dall a20 (il raggio si dimezza perch`e raddoppia
la carica nucleare) e l8 da (???). Lenergia per lo stato fondamentale (sempre in
assenza di Vee ) risulta
E s f = 2 2 2 Eidrogeno = 8E1 = 8(13, 6eV) = 109eV
dove il primo 2 e` dovuto alla presenza di 2 e , il secondo e` dovuto al fatto che ogni
elettrone essendo indipendente sente 2 protoni (quindi linterazione coulombiana
ha al numeratore e 2e ) mentre il terzo 2 e` dovuto al dimezzamento dellorbita.
Lerrore di stima in questo semplice caso e` del 30% . Un modo rapido per ottenere
stime con questordine di errore e` coniderare
Ez = 2z2 Eidrogeno
a0
RBohr =
z
Proviamo ora a studiare questo caso con principio variazionale:

1 
tot = a (~r1 )b (~r2 ) a (~r2 )b (~r1 )
2
Usiamo questa funzione donda per studiare il valore di aspettazione di Vee .
1
hVee i = htot |Vee |tot i = Ec J sc
2
Dove il risultato col + e` quello dato dallautofunzione simmetrica mentre quello
col meno dallautofunzione antisimmetrica. Ec si chiama integrale di Coulomb
mmentre J sc si chiama integrale di scambio. Vediamo come sono definiti:
1
Ec = ha (~r1 )b (~r2 )|Vee |a (~r1 )b (~r2 )i
2
1
J sc = ha (~r1 )b (~r2 )|Vee |a (~r2 )b (~r1 )i
2
51

sviluppando gli integrali abbiamo


Z
e2
Ec =
|a (r1 )|2 d~r1 |b (r2 )|2 d~r2
40 |~r1 ~r2 |
Z
e2
J sc =
(r1 )b (r2 )a (r2 )b (r1 ) d~r1 d~r2
40 |~r1 ~r2 | a

(11.1)
(11.2)

Sono due integrali in 6 dimensioni. Prendiamo ora ad esempio il caso di due densit`a
di caricha a simmetria sferica (Figura ??):

Figura 23: Due densit`a di carica in un volume.


Lenergia di interazione tra due cariche (nulla per |~r1 ~r2 | +)
Z
Z
Z
1
E=
(~r1 ) d1 (~r2 ) d2
40 |~r1 ~r2 |
La somiglianza con la (??) giustifica quindi il nome.Ec e` lenergia con cui interagiscono in maniera classica. Il secondo invece e` un termine puramente quantistico.
Nello stato fondamentale a=b, quindi
Ec = J sc hVee i = 2Ec
Pi`u in generale
tot simmetrica hVee i = Ec + J sc
tot antisimmetrica hVee i = Ec J sc
hVees i hVeea i

(Ec + J sc (Ec J sc )) = 2J sc

Quindi lenergia di scambio e` lenergia necessaria per passare dala simmetrica a


quella antisimmetrica(girare uno spin tenendo fermo laltro).

Magnetismo
Terza e ultima parte del corso sui fenomeni di tipo magnetico. Iniziamo con il costruire un magnete:
Possiamo approssimare il campo con la formula per il solenoide infinito:
52

Figura 24: Dimensioni del nostro elettromagnete.

B = 0 nI
Dove n e` la densit`a di spire. Pi`u grande e` n pi`u grande sar`a il campo prodotto a
parit`a di corrente. Supponiamo di prendere un filo di spessore 1 mm2 .
N = 150 400 = 6 104 spire
n=

N 6 104
spire
=
= 1, 5 105
l
0, 4
m

La lunghezza totale del filo sarebbe quindi Ltot = N2rmedio = 4 104 m,(`e tanto).
Supponiamo di prendere rame, la resistivit`a = 108 m Quindi la resistenza del
filo prima considerato e`
Ltot
R=
= 400
S
Se supponiamo di voler far circolare 30A ci serve una tensione di 12KV. La potenza
consumata sarebbe 400KW, per il raffreddamento servirebbero 100 litri di acqua al
minuto e avremmo prodotto un campo
B = 0 nI = 5T
di soli 5 Tesla. Campo che in realt`a , e` ancora pi`u piccolo, 3 Tesla. La derivata
I
e` massima negli estremi dB
dz |max ' 17 m . La distribuzione di campo e lapparato
sperimentale sono mostrati in (Figura ??).
Mettiamo il materiale di prova nel punto in cui il gradiente del campo e` massimo poiche
~
U = ~ B
~
F = U

~ B)
~
F = (~
dB
d
in z
F =
+B
dz
dz
53

(11.3)

Figura 25: Apparato sperimentale. A sinistra il gradiente del campo.


Se non e` funzione di z la seconda parte dellequazione ?? si annulla. In
generale comunque la dipendenza di da z e` sempre trascurabile e si ottengono
ottimi risultati considerando
dB
F=
dz
2

Inoltre se non c`e flusso ddzB2 = 0 quindi dB


ds varia poco Andiamo a elencare ora
alcuni valori sperimentali ottenuti misurando gli effetti del campo magnetico su 1g
di diverse sostanze a T = 20C (ove non diversamente specificato):
I materiali del primo gruppo vengono detti materiali diamagnetici e vengono reTabella 2: Risultati sperimentali
Materiale
Forza 105 N
H2 O
Cu
grafite
NaCl
N2 liquido (72K)

-22
-2,6
-110
-15
-10

Na
CuCl2
NiS O4
O2 liquido (90K)

+20
+17
+830
+7500

Fe
FeO4

4 105
1, 2 105

spinti dal campo magnetico. I materiali del secondo gruppo sono invece detti paramagnetici e vengono attratti dal campo magnetico. Quelli dellultimo tipo sono
detti ferromagnetici.
Un particolare interessante e` che andando a dimezzare lintensit`a del campo magnetico la forza su materiali ferromagnetici e` dimezzata mentre sui diamagnetici
54

e paramagnetici diventa 1/4. Vediamo che le forze per le paramagnetiche sono in


generale maggiori di quelle per le diamagnetiche.

Ripasso magnetismo classico


Nel vuoto abbiamo
I

~ B
~0 = 0

~ ~un dS = 0
B
I
Z
~
~
B dl = 0 ~J ~un dS

~ B
~ 0 = 0 J

Se invece non siamo in vuoto possiamo introdurre r .


~ ,B
~0 B
~ = r B
~ 0 e 0 r =
B
Se il cilindro dellesempio iniziale non fosse vuoto, il campo sarebbe
B = 0 r nI
Chiamiamo B la differenza tra il campo in presenza o assenza di materiale.
B = B B0 = r B0 B0 = (r 1)B0 = m B0
Torniamo allesempio del di prima. Possiamo riscrivere il campo allinterno del
solenoide come
B = B0 + B = 0 nI + 0 m nI
Da questa equazione si pu`o ricavare la seguente considerazione teorica: tutto va
come se alla corrente che circola nelle spire si sommasse una corrente di origine
atomica che va a influenzare il campo allinterno del materiale. Chiamimo corrente
di magnetizzazione
Im = m I

55

12

14-04-2008

Magnetismo
Effetto Stark Scoperto nel 1913 (p.n. 1919) era gi`a famoso per aver effettuato
una misura in laboratorio delleffetto doppler. Nello stesso anno in cui Stark ha
pubblicato quello che sar`a leffetto Stark, un certo Lo Surdo aveva verificato anche
lui lo spostamento delle righe. Anche lui e` co-scopritore delleffetto. Divenne
nazista nella Germania di Hitler e teorizzava la supremazia della fisica sperimentale
che era ariana su quella teorica considerata giudaica. Harnold Sommerfeld, che era
un importante teorico (direttore del dipartimento di fisica teorica a Monaco) non
era tanto contento di questa cosa. Dopo litigi con Stark, e anche per essere contro
al regime, gli tolsero il posto ma non sub` gravi conseguenze. Arrivati gli americani
riottenne i posto e poi mor`.
Data una generica forza di Lorentz
~ + ~v B)
~
e(E
in generale leffetto elettrico e` molto pi`u importante delleffetto magnetico(B 
E). Nellultima lezione avevamo ipotizzato la presenza di una corrente fittizia di
magnetizzazione
B = 0 nIcond + 0 nm Imagn
Questa corrente pu`o andare in senso opposto rispetto alla corrente Amperiana ed
avere leffetto di diminuire il campo prodotto.

Figura 26: Materiale paramagnetico Figura 27: Materiale diamagnetico


m > 0 Im > 0
m < 0 Im < 0
La risultante (verticale) delle forze e` verso lalto o verso il basso a seconda del
m che definisce se le sostanze sono diamagnetiche o paramagnetiche.
Quando passiamo da una trattazione nel vuoto a una trattazione in presenza di
56

materiali

~ 0 B,
~ H,
~ M
~
B

~ vettore magnetizzazione nel materiale:


M
~ , d~ = n~at
M
d
dove ~at e` il momento magnetico del singolo atomo. Da trattazioni che non vediamo M ha la seguente propriet`a
I
Z
~Jm~un dS
~ d~l = Im =
l

o in forma locale

~ M
~ = ~Jm

Invece per H
I

~ d~l = Icond
H

e in forma locale
H = Jcond
In generale

~ = 0 (H
~ + M)
~
B

~ k H
~ il mezzo si dice lineare e si pu`o scrivere M
~ = m H
~ con m scalare.
Se M
Conosciuto r i campi solo facilmente collegati:
~ = 0 (H
~ + m H)
~ = 0 r H
~ = H
~
B
~ H
~ e m e` un tensore. Quindi servono sia H
~ che M
~ per
In generale per`o M
~
conoscere B.
Teoria Classica Le prime teorie classiche risalgono agli anni intorno al 1820 da
parte di Ampere e Oersted. Il magnetismo abbiamo visto e` associato al momento
angolare, quindi andiamo a indagare possibili interazioni.

Figura 28: Modello classico dellatomo.


~orb =

57

e ~
L
2m

~ = ~r ~p e dicendo (con ragionamento semi-classico) che |L|


~ '~
Noto che L
'

e~
= B ' 1023 Am2
2m

Volendo andare a stimare la corrente che circola


I=

e
B
e
= 103 A = T = = 1016 s
2
T
I
a0

0 =

2 e~
I 2 B
~
2
= 2
= 2 =
=
2
T
e
e a0 ea0 2m ma20

inoltre

Possiamo ricavare questo stesso valore dalla forza:


e2
= m20 a0
40 a20
In questo secondo caso, il legame con la MQ e` dato dal fatto che a0 e` funzione di
~. Inoltre abbiamo un contributo dato dal momento di spin
e
~ s = ~S
m
Considerazioni sul contributo nucleare In un sistema inerziale in nucleo e`
praticamente fermo. Segue che
~nuc,orb = 0
Al contrario, il contributo del momento di spin del nucleo non e` nullo.
~N ,

e~
' 103 B
2m p

Di fatto per`o contribuisce in maniera limitata poiche al denominatore compare la


massa del protone che e` di tre ordini di grandezza maggiore di quella dellelettrone.
Quindi il contributo energetico e` quasi esclusivamente fornito dagli elettroni. Domina
il
magnetismo
di
tipo
elettronico.
Sullelettrone agisce
~ l = e~v B
~
F
La forza di lorentz si mette parallela al raggio. Poiche
sono vettorialmente parallele le sommiamo come segue
(immagino possa variare la velocit`a angolare):
e2
+ ea0 B = m2 a0
2
40 a0
58
Figura 29:
~ ~
~ 0 , L,

~
B

Ora il nostro elettrone potrebbe fare pi`u di una cosa (aumentare il raggio oppure aumentare ) Come Paul Longenvin ipotizziamo che r ' a0 mentre che vari . Si ottiene
(dividendo per ma0 )
e2
eB
2 =
+

3
m
40 ma0 |{z}
| {z }
2
l

20

risolvendo
2 2l 20 = 0
q
= l 2l + 20
l  0 = l 0
Siccome sto cercando > 0 terr`o solamente la soluzione = l + 0 mentre
~ antiparallelo. Se cresce il momento angolare
laltra si riferisce alla situazione con B
cresce il momento magnetico. Quindi mi aspetto un
~l =

e ~
L
2m

E ragionevole ipotizzare l  0 ?
l =

eB
2m
 0 B 
0 = 1011 101 1016 = 106 T
2m
e

~
~ smette di
~0 L
Analizziamo ora il caso in cui B
essere costante, dato che ha una derivata diversa da 0.
~
~ = e B
~ L
~
M
= ~orb B
|{z}
2m
Momento torcente

~
~ = dL =
~
~l L
M
dt
~ perche la derivata e` perpendiIn realt`a precede intorno a B
colare al vettore, quindi non varia il modulo (rapida dimo2
a
d~a
~
`
strazione |~a|2 = ~a ~a d|~dta| = ~a d~
dt + dt a) dove L e
la velocita di Larmor, velocit`a con cui precede. In questa
situazione diventa importante la , asse minore dellellisse
~
proiezione dellorbita di e su un piano a B.

~ non pi`u
Figura 30: B
parallelo al momento angolare

Materiali Diamagnetici per B = 0 est = 0. Quando accendo un campo


~ comincia a precedere portando un incremento della
esterno il momento angolare L
corrente Il che porta un incremento del vettore momento di dipolo magnetico~l
Il =

e
e
e e
e2
=
L =
B=
B
T
2
2 2m
4m
59

l = Il 2 =
vettorialmente

e2
e 2 2
B2 =
B
4m
4m

e 2 2 ~
B
4m
notiamo l  b
~l =

Questo vale per un elettrone. Se voglio andare a vedere quello che succede su tutto
latomo sar`a dato da un mu medio (che tiene conto di quelli che girano pi`u forte
vicino o pi`u piano lontano)
~at = zh~l i =

ze2 h2 i ~
B
4m

hr2 i = hx2 i + hy2 i + hz2 i


1
hx2 i = hy2 i = hz2 i = hr2 i
3
2
h2 i = hx2 i + hy2 i = hr2 i
3
2 2
~
~ = nh~at i = nh~l i = nze hr i B
M
6m
Se sono in un mezzo lineare B = H ' 0 H
2 2
~ = nze hr i ~0 H
M
6m

Quindi la suscettivit`a
m =

~
0 zne2 hr2 i
M
=
6m
~
H

Questa suscettivit`a torna con lesperimento:


m < 0
non e` funzione della temperatura
m n
Sul rame per`o che ha n abbastanza grande z=29 (zn )teor = 30 10 5 mentre
(zn ) sper = 1 10 5 (Questi conti sono stati fatti da P. Langevin, amante forse
di Marie Curie) Leenwen e Bohr (rispettivamente nel 1919 e 1911) notano che
facendo correttamente i conti classici gli effetti paramagnetici e diamagnetici si
elidono sempre, quindi per la fisica classica il magnetismo non dovrebbe esistere.

60

13

15-04-2008

Magnetismo
La teoria di Langevin da per`o risultati anche quantitativamente buoni (sotto molti
aspetti) ma e` sicuramente una trattazione scorretta come dimostrato dai conti di
Bhr.
Trattazione classica paramagnetismo La trattazione classica del paramagnetismo e` sempre di Paul Langevin. Consideriamo degli atomi che hanno un momento
magnetico intrinseco e hanno m > 0. Leffetto diamagnetico labbiamo trovato
considerando il contributo di ogni elettrone che ruota intorno al nucleo. Quindi
supponiamo che anche nelle sostanze paramagnetiche ci sia questo effetto, ma che
a questo effetto si vada a sommare un altro effetto dovuto al fatto che anche in
assenza di campo ogni atomo ha un momento di dipolo magnetico diverso da 0
~ = 0, ~AT , 0) che va ad orientarsi come il campo esterno producendo un termi(B
ne di campo che va a sommarsi ad esso. Siccome questo contributo e` in modulo
maggiore del contributo diamagnetico, domina e produce un m > 0.
Consideriamo un gruppo di atomi, i vari momenti magnetici sono disposti in maniera casuale, quindi in totale
~ = 0 e ~tot = 0
B
Acceso il campo, linterazione tra il momento magnetico del dipolo e il campo
magnetico esterno e` data da
~
U = ~ B
Tutti i momenti magnetici tendono a minimizzare lenergia e a orientarsi parallelamente al campo. Per T = 0 possono orientarsi tutti nella stessa direzione. per
T il disordine termico e` massimo quindi ~tot = 0. Per T > 0 avremo un
equilibrio tra linterazione ordinante magnetica e lenergia disordinante termica,
che sar`a legato quindi al rapporto:
B
Kb T
Ci chiediamo quanti atomi hanno un angolo il cui momento angolare forma col
campo magnetico un angolo compreso tra e + d. Chiamo dN il numero di
atomi che hanno questo intervallo angolare. La statistica di Boltzmann mi dice che
questo N e`
U
dN e KbT dU
~ = B cos ) posso riscrivere il
Poiche lenergia U dipende dallangolo (U = ~ B
tutto come
Bcos
dN = A0 e KbT d(cos) = A0 ea cos d(cos )

61

Con A0 costante di normalizzazione e dove abbiamo definito


a,

B
Kb T

Avremo quindi un () = cos. Ci interessa il valor medio di in direzione z. Visto come abbiamo definito la quantit`a dN possiamo trovare il d in direzione
z come:
d = ()dN = cos dN
= cos A0 ea cos d(cos )
Figura 31: Vettore ~()

Per trovare il valor medio su tutte le particelle devo fare


R
d
hi = R
dN
R1
0 eacos d(cos )
cos 
A
= 1
R1
0 earccos d(cos )
A
1 

xeax dx =

eax dx =

 1

1 a
e + ea 2 ea ea
a
a

1 a
e ea
a

1
(coth a ) = L(a)
a
Dove L(a) e` la funzione di Langevin, che e` definita come:
L(a) , coth a

1 ea + ea 1

=
a ea ea a

Se a e` grande, quindi o tanto campo o poca temperatura, il momento magnetico


medio e` praticamente parallelo al campo (Figura ??). Per a piccoli invece posso
fare uno sviluppo in serie di Mc Laurin nellorigine.
coth(x) '

1
2x
1 x
+
' +
x 6 + x2
x 3

Poiche x2 e` un infinitesimo di ordine inferiore. Quindi per x  1 L(a) = 1a + 3a 1a =


a
3.
Valutiamo la Magnetizzazione
M = nhi = nL(a) a  1 M = n = M sat
62

Figura 32: Funzione di Langevin


Corrisponde quindi alla situazione in cui ho tutti i momenti magnetici atomici
orientati come il campo magnetico, non posso avere magnetizzazioni superiori a
questa. In generale (a) a temperatura ambiente, stimando ' B e B ' 1T , vale
a=

B
B B
'
' 3 103
Kb T
Kb T

Siamo abbondantemente in approssimazione a 0


B 1
n2 B
a
=
' 103 M sat
M = n = n
3
Kb T 3 3Kb T
Dato B = 0 H

2
~ = n 0 H
~
M
3Kb T
| {z }
m

Abbiamo trovato:
m > 0 Bene, come dovevamo trovare.
m T1 era gi`a stato visto. La legge di Curie dice m =
costante.

C
T

dove C e` una

A livello quantitativo laccordo per i gas paramagnetici e` buono.


Il confronto invece con un oggetto solido va peggio (come accadeva per il
diamagnetismo). Su un solido n = 1023 at/m3 , = B , T = 700K abbiamo
(m )teco = 10 3 mente (m ) sper = 10 4. Lerrore e` di un ordine di grandezze.
Abbiamo sia qui che nel diamagnetismo sopravvalutato m ma in generale
|(m ) parami | > |(m )diamo |, quindi torna.

63

Problemi teoria classica

Consideriamo lelettrone di un atomo diamagnetico.


(m )d =

0 e2 2
hr i
6m

Lelettrone produce un momento magnetico intrinseco


e
L
2m
e
= ma20
2m

L = ma20 =

e2 a40 2
(13.1)
4
Quindi abbiamo un effetto paramagnetico dato dal singolo elettrone che porta:
2 =

(m ) p =

0 2
3Kb T

Dobbiamo ricavare il 2 . Consideriamo lenergia cinetica come


1
Kb T
1
Ek = m2 a20 = Kb T 2 a20 =
2
2
m
Quindi la (??) risulta
Kb T e2 a20
m 2
Possiamo stimare hr2 i ' a20 . Quindi in tutto risulta
m = (m )d + (m ) p =

0 e2 2
0 Kb T e2 a20
a0 +
=0
6m
3Kb T m 2

Quindi classicamente il tutto si annulla.

Teoria Quantistica
Diamagnetismo Consideriamo un elettrone in presenza di campo magnetico. In
assenza di campo magnetico ~p = m~v. In presenza di campo magnetico il momento
cambia, ~p = ~pK + ~p pot dove il pedice pot rappresenta linterazione col campo
magnetico. Il contributo magnetico e`
~
~p pot = eA
~ A
~ ,
~ )
Dove A e` il potenziale vettore ( B
d~r ~pK
1
~
=
= (~p eA)
dt
m
m
64

Lenergia cinetica diventa quindi


2
2 2
1 d~r
1
~ 2 = p e (~p A
~ +A
~ ~p) + e A
E = m( )2 =
(~p eA)
2 dt
2m
2m | 2m
2m}
{z
H1

Rispetto allenergia classica si aggiungono 3 termini di interazione col campo magnetico. Notare che il prodotto nella parentesi e` tra operatori che non commutano,
~ H 0 = ~2 2 + V e H 0 e` quello evidenziato
quindi lordine e` quello. Ora ~p = i~,
2m
sopra.
2 2
e
~ A
~ e A
~ ~p + e A
H0 =
(i~)
2m
2m
2m
Dato un campo B lungo lasse z:
~ = B~k
B

~j ~k
~i


~ =
B
x y z
A x Ay Az
=0

=0

=B

z }| {!
z }| {!
z }| {!
Ay A x
Az Ay ~
A x Az ~
~k
=
i+
j+

y
z
z
x
x
y
A deve essere ortogonale a B per propriet`a del prodotto vettoriale. Az = 0 e A x , Ay
non devono essere funzioni di z.
Ay A x

=B
x
y
~ a meno di una costante di integrazione
Quindi siamo in grado di trovare a A
Possiamo scegliere
A x B Ay B
B
= ,
= Ay = x
x
2 y
2
2
B
Ax = y
2
quindi
~ = B (y~i + x~j)
A
2
~ A
~ = 0+0+0 = 0. Ho costruito una soluzione a divergenza 0, e` una scelta intelli
~ A.
~ Il secondo termine che e` proporzionale
gente perche il primo termine di H 0 e`
~
~
~
ad A ~p A
~ A
~ =B
~ A
~ = 1B
~ ~r

65

Vediamo se e` vero


~i
1
~ = 0
A
2
x


~j ~k

By
Bx
0 B = ~i + ~j
2
2

y z

Che e` esattamente la A che avevamo preso prima. Quindi


~ ~p = 1 (B
~ ~r) ~p = 1 (~r ~p) B
~ = 1L
~ B
~ = 1 Lz B
A
2
2
2
2
Abbiamo trovato che il secondo termine e` nullo per qualsiasi oggetto sia diamagnetico (Perche un materiale diamagnetico non ha momento magnetico intrinseco,
quindi nemmeno momento angolare degli elettroni). Quindi lunico che ci interessa
e` lultimo termine.

66

14

17-04-2008

Magnetismo Quantistico
Abbiamo cominciato ad approcciare il magnetismo dal punto di vista quantistico
ricavando lhamiltoniano
H0 =

2 2
e
~ A
~ e A
~ ~p + e A
(i~)
2m
2m
2m

Il primo termine si annulla. Il termine


~ ~p = 1 Lz B
A
2
dove Lz e` la proiezione del momento angolare sullasse di B (z). Questo secondo
termine e` un termine presente solo quando allinterno dellatomo ho gi`a un dipolo
magnetico. E quindi associato al paramagnetismo. Nel termine che rimane ci deve
essere il diamagnetismo.
e2 A 2
e2 2
=
(A + A2y + A2z )
2m
2m x
~ particolare:
Nellultima lezione avevamo scelto un A
~ = B~k A
~ = B x~j + B y~i
B
2
2
Data la simmetria del problema
hxi = hyi
hx2 i = hy2 i
hx2 i + hy2 i + hz2 i = hr2 i
Riscriviamo quindi la eq(??) come segue
=

e2 B2 2
(x + y2 )
2m 4

Lenergia associata e`
1
0
Ediam
= hHdiam
i=

e2 B2 2 2
hr i
2m 4 3

Questo valore e` > 0. Lenergia associata la possiamo scrivere come


1
~ >0
Ediam
~ B

67

(14.1)

e` indotto dalla presenza del campo magnetico. Vediamo come varia lenergia in
funzione di una variazione del campo magnetico:
1
dEdiam
= dB =

1
dEdiam

dB

e2 B 2
hr i
6m

Questo e` il contributo del singolo elettrone trattato quantisticamente. Trovo m


come nellultima lezione
M = nhi = n

X e2 B
X 0 e2 n

hr2 i = H

hr2 i
6m
6m
2
2
r

X 0 e2 n
m =

hr2 i
6m
2
r

Dove la sommatoria e` la somma di tutti gli elettroni dellatomo moltiplicato per il


relativo valore di aspettazione di r2 Questo e` lo stesso risultato che avevamo trovato
nel caso classico.. Per`o alla base non c`e pi`u il paradosso della fisica classica.
Lr2 che prima non sapevamo calcolare (M.B.) sappiamo ora perfettamente come
trovarlo. E h|r2 |i.
Verifica E veramente perturbativo questo approccio?
1
Ediam
=

e2 B2 2
hr i = 1029 = 1010 eV
12m

perturbativo.
Paramagnetismo Siamo in un gas con atomi liberi. Sono abbastanza grandi per
poter considerarli distinguibili e quindi usare la statistica di Maxwell-Boltzmann
(se ionizzi un atomo puoi seguirlo). Nello studio delleffetto zeeman avevamo
ricavato
m j Ez1 = b g J m j B
Noi applicavamo un campo magnetico e lenergia varia. Un inizio di risposta alla
domanda che cosa fa latomo quando applichiamo un campo magnetico ce labbiamo. Ora a noi ci interessa sapere quanti atomi avranno proprio un dato m j . Siccome
variando m j vario la sua energia uso la statistica di Boltzmann, devo considerare la
normalizzazione
1
eEz /Kb T
f =
+j
X
1
eEz /Kb T
m j = j

Questa mi da la probabilit`a che un atomo sia in un determinato stato m j .


~ = z B
Ez = ~ B
68

quindi
Ez1
dEz1
=
= B g J m j
B
dB
E il contributo al momento magnetico di un singolo atomo nello stato m j . Il contributo complessivo al momento magnetico sar`a il contributo in energia moltiplicato
per la probabilit`a di avere un atomo con quel modulo li. Per il singolo atomo z f
X
m=
z f
z =

mj

e` il momento magnetico medio per il singolo atomo


X
M=n
z f
mj

e` la magnetizzazione per unit`a di volume. Il conto che ci troviamo ora a fare e`


quindi
P
Ez1 /KB T
m j B g J m j e
M=n
P E 1 /KB T
mj e z
La differenza grossa rispetto al conto del paramagnetismo di Langevin e` che qui
abbiamo una sommatoria, e non un integrale.
P
B g J m j B/KB T
m j (m j )e
(14.2)
M = nB g J P g m B/K T
B J j
B
mj e
Seguiamo Brillouin nei suoi conti. Dal momento che la sommatoria e` simmetrica
posso cambiare segno ai vari m j . Chiamo x la quantit`a
x=
La ?? diventa

g J B B
KB T

P
m j em j x
M = nB g J P m j x
e
| {z }
A

Dalla matematica sappiamo che:


f 0 (x)
d
{ln[ f (x)]} =
dt
f (x)
Posto f (x) =

em j x la parte A deleq ?? e` quindi


d X m j x 
ln
A=
e
dx | {z }
B

la B e`
h
i
B = e jx + e( j1)x + . . . + e( j+1)x + e jx
69

(14.3)

Moltiplichiamo la B per e jx e jx = 1 e otteniamo


h
i
B = 1 + e x + e2x + . . . + e(2 j1)x + e2 jx e jx
moltiplichiamo ancora per

1e x
1e x

=1

i
e jx
1 + e x + e2x + . . . + e(2 j1)x + e2 jx (1 e x )
1 ex
n
x
x
2x

e ) + ...
= (1 e ) + (e 
io e jx
i h
h


jx
jx
j1)x
e2
e(2 j+1)x
e2
+ 
+ 
e(2

1 ex
(2
j+1)x
1e
=
e jx
1 ex
h

B =

Quindi la M risulta

d 1 e(2 j+1)x jx
M = nB g J ln
e
dx | 1 {z
ex
}
C

la C la moltiplico per

ex/2
ex/2

=1
C=

e( j+1/2)x e( j+1/2)x
ex/2 e x/2

Quello in C e` un seno iperbolico:


C=
Ora chiamiamo D =

d
dx

 i
j + 12 x
 
2 sinh 2x

2 sinh

h

ln(C)
h

 i
! cosh  x 
x
1
2 1
h
 i j+
 
D=

1
x
2
sinh j + 2 x
sinh 2 2
cosh

j+

Definiamo
a,

1
2

g J B B
a
jx=
KB T
j

Quindi D risulta
2j + 1
D=
coth
2

"

! #
!
1 a
1
a
j+
coth
2 j
2
2j

Definiamo la funzione di Brillouin


B j (a) 

!
!
2j + 1
2j + 1
1
a
coth
a
coth
2j
2j
2j
2j
70

allora D = JBJ (a) e la M risulta infine


M = nB g J JB j (a)
Dopo questa barcata di conti cos`e successo? Facciamo una stima di a
a'

1
B
'
' 3 103  1
T
300

Potremmo fare uno sviluppo in serie e vedere com`e landamento nellintorno


dellorigine.
a j+1
B j (a) '
3 j
Andando a sostituire
M = n2B g2J j( j + 1)

0 H
3KB T

quindi la suscettivit`a magnetica risulta


m =

M
0
= n2B g2J j( j + 1)
H
3KB T

Il limite classico viene raggiunto molto rapidamente

71

15

21-04-2008

Paramagnetismo Quantistico
Posto
a,

B g J jB
KB T

per a  1
B j (a) =

j+1a
j 3

e si trova

M
0
= n2B g2J j( j + 1)
H
3KB T
Dalla meccanica quantistica sappiamo
m =

(15.1)

hJ 2 i = ~2 j( j + 1)
Sappiamo che ad ogni momento e` associato un che sono l e s che per`o hanno
un coefficiente diverso. Abbiamo gi`a discusso il motivo per cui se B e` debole ~J
~ di quanto ~S preceda ~J
precede pi`u lentamente intorno a B
~ ~J
Definiamo quindi

~Smedio k ~J

Posso allora valutare il valore medio di come


~J ~J
~medio = (~ )
J J
Che e` parallelo a J. Prendiamo un caso particolare: L , 0 e S = 0 segue
= l =

p
e ~
gl L h|l |i = b gl l(l + 1)
2m

e~
dove ricordiamo B = 2m
.Se invece S , 0 e L = 0 allora

= s =

p
e ~
g s S h s i = b g s s(s + 1)
2m

In un caso generico
medio =

p
e ~
g j J h|medio |i = b g j j( j + 1)
2m

La ?? diventa, interpretando grazie al risultato appena ottenuto


m =

n0
hmedio i2
3KB T
72

Il valore classico era


m =

n0 2

3KB T

Sono uguali. Il ragionamento era partito dal considerare un atomo che avesse un
momento magnetico proprio. Invece nella teoria quantistica sappiamo come trovare il valore di aspettazione di medio . Inoltre ci torna di nuovo il confronto con la
legge sperimentale di Curie
C
m
T
Dove T e` la temperatura espressa in kelvin. La costante invece nella nostra teoria e`
C=

n0
hmedio i2
3KB

(15.2)

Posso confrontare i risultati sperimentali al variare di T valutando il numero di


magnetoni di bohr con cui contribuisce un atomo al momento totale
Pe f f ,

hmedio i
b

Si chiama numero efficace di magnetoni di bohr per atomo. Una volta noto lo stato
del sistema posso valutare la credibilit`a della teoria confrontando la C che mi deriva dallesperimento di curie e confrontarlo con questultimo valore. La cosa torna
bene per i gas. Degli atomi liberi che hanno un numero dispari di elettroni nellultima shell, il momento di spin non pu`o essere zero, sono buoni candidati per essere
paramagnetici. E viceversa. Proviamo ora a pensare a due atomi che si uniscono a formare una molecola. In base al fatto che il sottoguscio non del tutto pieno
sia quella radialmente pi`u esterna o non lo sia i materiali si dividono in due classi.
Se la sotto-shell semivuota e` quella pi`u esterna (di valenza) andr`a a riempirsi completamente formando il legami
chimici. Quella che era una shell non piena, nel fare il legame diventa una shell molecolare chiusa. Quindi un oggetto fatto da singoli atomi potrebbe essere paramagnetico
mentre in forma molecolare essere diamagnetico. In termini di numerosit`a questo e` quello che capita la maggior
parte delle volte. Ci sono eccezioni rare (Eg: la molecola
di ossigeno e` paramagnetico).

73

Il secondo caso molto interessante e` quello in cui la sottoshell parzialmente piena non e` quella esterna. In tutto sono quasi la met`a della tavola atomica, i metalli di transizione (3d,4d,5d,4f,5f). Succede che quando questi materiali si legano, magari ibridizzando i livelli pi`u esterni,
il momento, dato dalle shell interne, rimane pi`u o meno invariato. Quindi materiali che a livello atomico sono
paramagnetico rimangono paramagnetici.
Andiamo a vedere un po meglio il secondo caso. Vediamo cosa succede sui 3d e i
4f. Possiamo fare misure sui vari oggetti e vedere come funziona il Pe f f
Pe f f = g j

j( j + 1)

Se prendo i 4f laccordo e` ottimo. Il paramagnetismo molecolare ha un comportamento identico a quello atomico.La shell 4f ha un raggio molto piccolo, andando
a perturbare rimane schermata da unaltra subshell pi`u grande quindi non viene
coinvolta dal effetto chimico. La subshell tra il 4f e quelli di valenza fa un effetto
screening per gli elettroni nel 4f. Il conto fatto per un atomo vale pari pari per il
conto fatto sulla molecola.
La cosa e` diversa invece quando andiamo ad indagare i 3d. Il paramagnetismo permane ma a livello quantitativo i raggruppamenti mi danno valori diversi rispetto a quelli di singolo atomo. Succede che
nel creare legami con la shell di valenza venga alterata anche quella pi`u interna. Prendiamo il caso in cui
abbiamo un atomo di cromo Cr3+ (il cromo cede 3
elettroni)
Cr 4s2 3d4
Perde i 2 elettroni s e 1 elettrone d
Cr3+ 3d3
Dalle regole di Hund
3
Jmax
2
L = 3 Lmax
3 3
J = 3 = Jmin
2 2
4
F3
2
p
g j = 0, 4 Pe f f = g j j( j + 1) = 0, 77
S =

(Pe f f ) sperimentale = 3.85

74

Abbiamo un errore di quasi un fattore 10. In generale le cose vanno male a meno
dei composti che contengono ferro.Fe3+ d5
5
Jmax
2
L = 0 Lmax
5
J = Jmin
2
4
F3
2
p
g j = g s = 2 Pe f f = g s s(s + 1)
S =

In questo caso i valori sperimentali tornano bene. Possiamo provare a rifare il conto
di prima (per il cromo) come abbiam fatto per il ferro, ovvero
p
Pe f f = g s s(s + 1) = 3, 87
I risultati sono corretti se la teoria e` sbagliata. Possiamo immaginarci che rispetto
alla situazione atomica, il momento angolare cominci ad interagire con qualcosa
dovuto al legame chimico con la molecola vicina. In questo caso sulla shell 3d
il campo cristallino rompe linterazione di spin-orbita del 3d. Questo si traduce
sul fatto che lo spin non si accorge del legame chimico mentre per L abbiamo un
quenching (una soppressione) del momento orbitale angolare. In definitiva L diventa =0. e J diventa uguale a S. Inoltre abbiamo un un accordo teoria esperimento
ancora migliore considerando che S si tiri dietro un pochino di L (dragging). Se
loccupazione e` maggiore di met`a devo mettere un valore poco maggiore di 2,
mentre viceversa, con shell meno che semipiena dovr`o mettere un valore poco minore di 2. Nei metalli 3d in definitiva il magnetismo dipende dallo spin e non dal
momento angolare. La fisica classica non poteva spiegare il paramagnetismo.

Ferromagnetismo
Che cosa succede quando metto tanti atomi paramagnetici (che mantengono il loro
paramagnetismo) insieme. Questi aumentano il loro magnetismo di diversi ordini
di grandezza. Quando andiamo a sperimentare coi materiali ferromagnetici troviamo comportamenti, non solo funzione di B ma anche di quel che e` successo prima.
I fisici chiamano questo, effetto memoria.
memoria storia istoria isteresi
Tutto questo succede fin quando il materiale sta sotto una certa temperatura T c .
Se invece superiamo la T c il materiale diventa paramagnetico. Vale per tutti i ferromagnetici e la T c varia a seconda del materiale. Proviamo a fare un grafico di
com`e il campo allinterno di un materiale a partire da un campo H. Supponiamo
di prendere un materiale ferromagnetico vergine.

75

Figura 33: Ciclo di isteresi


La parte (1) si chiama parte di prima magnetizzazione. La variazione di campo
e molto alta. Un oggetto paramagnetico con la stessa scala sarebbe indistinguibile
dallasse delle ascisse.
Superato H sat (2) vi e` una zona che e` possibile percorrere a ritroso, se per`o continuo
a diminuire H il materiale percorre (3), incidendo lasse delle ordinare i (4). Ho
quindi un campo residuo anche con H=0, ho una calamita.

76

16

22-04-2008

Ferromagnetismo
Andiamo a riprendere il primo apparato sperimentale che avevamo costrito. Trovavamo una forza per il ferro di 4N a fronte di un gradiente
dB
= 17 T/m
dz
~ = (~
~ B)
~ = U
~ quindi considerando che il dipende poco
La forza e` F
da z
dB
F=
dz
Quindi ricavando il (momento magnetico riferito ad un grammo di sostanza)
()1g =

F
4
=
= 0, 23Am2
dB/dz 17

Se prendiamo invece come massa 1Kg il = 0, 23 103 Am2 . Il vettore magnetizzazione invece e` indipendente dalla massa
M = = 0, 23 103

Am2
Kg
A
7, 8 103 3 = 1, 8 106
Kg
m
m

. Se consideriamo che
dove consideriamo la densit`a del ferro = 7, 8 103 Kg
m3
il campo che applichiamo possa avere un valore prossimo a quello del campo di
saturazione
M ' M sat = nintr intr /B =

M sat 1
1, 8 106
= 29
=2
n 0 10 1023

Ogni atomo contribuisce allineandosi col campo e portando 2 magnetoni di Bohr.

Figura 34: Cicli sempre pi`u piccoli


Inoltre il ferro ha una temperatura di curie T c = 770C, superata la quale diventa
paramagnetico. Portandolo sopra T c e raffreddandolo con H = 0 si annulla la memoria.
77

Un altro modo per smagnetizzare il ferro e` fare cicli di isteresi sempre pi`u piccoli
fino ad arrivare a zero(Figura ??).
Quello che succede e` che il materiale diventa ferromagnetico quando tutti i dipoli
sono orientati paralleli. Nel materiale paramagnetico per far avvenire questo servirebbero campi mostruosi. Nel ferromagnete e` come se non ci fosse linterazione
termica.

Figura 35: Interazione dipolo-dipolo

Figura 36: Zona di magnetizzazione


spontanea

Interazione di scambio Non e` un interazione dipolare magnetica. Infatti porterebbe i dipoli ad orientarsi in maniera opposta (Figura ??), anti-ferromagnetico. E
quindi una interazione di scambio. in maniera spontanea e casuale si forma gruppo
con dipoli orientati paralleli (Figura ??), questo gruppo costituisce linizio di una
azione per cui tutti i dipoli si vanno a mettere paralleli al primo gruppo. La forza
che tende a orientarli tutti e` linterazione di scambio.

Figura 37: Direzioni preferenziali in un cristallo

Direzioni cristallografiche Generalmente la materia e` orientata in celle (Figura ??) quindi ci sono direzioni preferenziali. Sono favorite le direzioni che minimizzano le distanze tra primi vicini. I lati sono direzioni di facile magnetizzazione,
la diagonale un po meno, lapotema e` ancora pi`u difficile. Il ciclo di isteresi sullo
stesso materiale ma con un campo applicato su direzioni diverse mi da risultati diversi. In definitiva lo scambio porta tutti i dipoli paralleli, la direzione la decide la
cristallografia.
78

In generale posso avere delle situazioni in cui ho tanti blocchi allinterno dei

Figura 38: Domini di Figura 39: Ciclo di


Figura 40: Parete tra
Weiss
isteresi per un singolo due domini
dominio
quali tutti i dipoli sono orientati come in saturazione ma direzione pu`o essere, ad
esempio, ortogonale tra i vari blocchetti (Figura ??).Questi gruppi che possono
raggiungere dimensioni di millimetri vengono detti domini magnetici (o di Weiss).
Listeresi per un singolo dominio e` rappresentata in (Figura ??) e corrisponde al
salto completo di direzione di M. Quel che succede e` che io ho tante isteresi come in (Figura ??) che in tutto mi danno un comportamento ammorbidito. Inoltre
abbiamo due forze in conflitto, linterazione di scambio vuole spin vicini paralleli, mentre il campo indotto vorrebbe mettere i momenti magnetici antiparalleli.
La parete di dominio (o parete di Weiss) (Figura ??) ha una dimensione che dipende come prima dallopposizione tra interazione di scambio e interazione dipolo
magnetico (linterazione di scambio impone angoli piccoli, linterazione di dipolo
angoli grandi).

Modello di Weiss
Pier Weiss, teoria classica del 1907. Immaginiamo che lazione orientatrice sia
dovuta ai dipoli. Pi`u M e` grande pi`u diventer`a grande. Weiss ha introdotto lidea
di campo locale che agisce sul singolo atomo orientando parallelo.
Il campo locale e` formato dal campo esterno H pi`u un
campo dipolare prodotto da tutti gli altri dipoli intorno
al punto di interesse. Il dipolo non e` sensibile al campo
prodotto da se stesso. Lipotesi matematicamente dice:
~ l = 0 H
~ +
B
|{z}
ext

~
0 M
|{z}
molecolare (Weiss)

Dove e` un parametro libero che modifica la


proporzionalit`a iniziale (con = 1 . La M e`
M = nL(a)
79

Dove L(a) e` la funzione di langevin. Se L = 1 tutti i momenti sono orientati.


M = nhi
0 H 0 M M sat
Be
=
+
a=
KB T
KB T
KB T M sat
|{z}
=1

M
KB T a
H
=

M sat 0 M sat M sat


In pi`u sappiamo che deve valere anche MMsat = L(a) Proviamo a vedere se questa
ipotesi e` corretta.
Primo caso: H=0 M/M sat in funzione di a da una retta che passa per lorigine dove
il primo termine e` il coefficiente angolare.
Kb T
M
Kb T a
=
a
=
M sat 0 n 0 2 n
Ora io ho due condizioni: devo rispettare la funzione di Langevin e la funzione
appena trovata. Cerchiamo le intersezioni (Figura ??). Se la T e` grande io non

Figura 41: intersezione con la funzione di Langevin


ho magnetizzazione spontanea, se non per a=0. Invece per T piccole ho magnetizzazione spontanea (I dipoli son quasi tutti orientati, M/Msat ' 1). Il limite e` il
coefficiente angolare della tangente nellorigine della funzione di Langevin. Avevamo gi`a trovato che questo valore e` a3 . La temperatura di curie nel modello di
Wiess e` quindi
KB T c
1
=
2
0 n 3
quindi
Tc =
e

0 2 n
3KB

M
aT
=
M sat 3T c

80

Possiamo quindi stimare quanto deve essere dai valori sperimentali della temperatura di Curie per il ferro. Si trova ' 103 . Il modello e` compatibile con lidea
della magnetizzazione spontanea ma lambda e` 1000.
M sat ' nb = 1029 1023 = 106 A/m
quindi
T  T c M ' M sat
M ' 109 A/m noi facevamo a fatica
Hmax ' 100A/m
Questo ci mostra che il campo locale e` fatto quasi completamente da campo
molecolare e praticamente nulla dal valore esterno.

81

17

23-04-2008

Ferromagnetismo
Nella scorsa lezione abbiamo abbiamo studiato il caso in cui H = 0. Studiamo
oggi il caso in cui H , 0 e T < T c .in generale
M
a T
H
=

M sat 3 TC M sat
La retta trasla verso lalto o verso il basso al crescere di H. prendiamo i valori da

Figura 42: Intersezioni con la


funzione di Langevin
Figura 43: Ciclo di isteresi predetto
teoricamente
(Figura ??) e li riportiamo in (Figura ??). Quando H = HA > 0 allora MMsat ' 1.
Posso far diminuire il campo fino a che la retta non diventa tangente(HE ). per
valori minori avremo un salto fino a MF , poi ho un tratto che posso percorrere in
entrambi i sensi, fino ad HG , poi similmente tutto fino ad HC . Siamo riusciti a
ricavare listeresi magnetica. Se la retta e` molto pendente (T > TC ) avr`o sempre
una sola intersezione.
Per T > T c
C
m =
T Tc
(Legge di Curie Weiss). Vediamo se il nostro modellino e` capace di spiegare questultimo
andamento.
Per quanto grande sia lH a cui sottoponiamo il
materiale lintersezione si sposta molto poco dallorigine. La L(a) la posso sempre scrivere con
a
3.
M
a
=
M sat 3

82

Segue che
M
M T
H
Tc H
=

M=
M sat
M sat T c M sat
T Tc
Quindi la m risulta
m =

Tc
1
M
=
H |{z}
T Tc

(17.1)

Ritroviamo la legge di Weiss-Curie. Siamo in grado di spiegare la fenomenologia


anche abbastanza quantitativamente. Questo lambda per`o non si sa da dove viene.
Inseriamo la MQ sostituendo la funzione di Langevin con la funzione di Brilluen
Tc =

0 n 2
hi hi2 = g2J 2B j( j + 1)
3Kb

Se abbiamo quenching posso riscrivere il valore atteso di mu come


Tc =

3KB T c
0 n 2 2
g s(s + 1) = 2 2
3Kb B s
B g s s(s + 1)0 n

Heisenberg (1928)
In realt`a quantitativamente il modello classico funziona male
A
m
Bm = Bl = 0 M = 4107 109 = 103 T
M sat = 106

Quindi quello interno e` un campo pazzesco, a fronte di pochi Tesla che noi gli riusciamo a dare.
Andando infine a valutare quale deve essere il campo interno confrontandolo con
lenergia termica alla temperatura di curie (che fa passare un materiale da ferro a
paramagnetico) ci risulta di nuovo un E = B Bm ' kb TC Bm ' 103 T . In termini energetici per`o, il campo molecolare sul singolo atomo fa cambiare lenergia
b Bm = 0, 1eV che in confronto al Rydberg e` piccolo. Andiamo a vedere se il
campo molecolare pu`o provenire dallinterazione dipolare(Figura ??)
B

'

0
~B
4r3

r '1
4107 1023

= 1T
41030
Contribuisce per 1T. Considerando anche i dipoli vicini al max arriviamo a 5T
che e` ben lontano dai 1000T che stiamo cercando. Dobbiamo capire lorigine del
campo molecolare. Heisenberg fa un modello di meccanica quantistica nel quale

83

linterazione tra due particelle, ognuna delle quali ha un certo momento angolare
di spin, e lenergia per cui loro interagiscono per interazione di scambio e`
U sc = 2

J sc ~ ~
hSi S j i
~2

Dove J sc e` lintegrale di scambio. Questa energia e` lenergia associata al campo


locale.
Z Z
e2
J sc =
a (1)b (2)d~r1 b (2)a (1)d~r2
1 2 4r12
e legato alloverlapping dei due elettroni, quando non si sovrappongono J sc = 0.
se ho comportamento ferromagnetico J sc > 0 se invece ho comportamento anti-ferromagnetico V < 0 Linterazione di scambio conta tuttavia solo tra
primi vicini, pi`u lontano crolla la sua influenza. Quando avevamo guardato latomo
di elio avevamo visto per il valore atteso di Vee
hHi = 8E0 + hVee i
hVee i = EC J sc
con per uno stato tripletto S tot = 1 e + per uno stato singoletto S tot = 0 Il valore
di S tot e`
2
~Stot = ~S1 + ~S2 S tot
= S 12 + S 22 + 2~S1 ~S2

hS 12 i = ~2 s1 (s1 + 1)
hS 22 i = ~2 s2 (s2 + 1)
Per lelettrone s = 1/2
3
3
2
hS tot
i = ~2 + ~2 + 2h~S1 ~S2 i
4
4

2~2 (T )
2
hS tot
i = ~2 stot (stot + 1) =

0(S )

! 2
1

1 3 2 3 2
2~ 4 ~2 (T )
~
~
hS1 S2 i =
~ ~ +
0 3 ~2 (S )

2 4
4
4
Il valore del prodotto scalare dipende dallorientazione relativa dei due spin. Se il
valore di Si scalar Sj si pu`o scrivere cos` allora
!
1
2 1

1
2 ~ ~
(T ) J sc ( 2 + ~2 4 ~2 ) = J sc
J sc = J sc
+ 2 hS1 S2 i =

(S ) J sc ( 1 + 22 ( 3 ~2 )) = +J sc
2 ~
2
4
~
Allora la Vee iniziale che era Ec J s c rislta
1
2J sc
Vee = Ec J sc + 2 h~S1 ~S2 i
2
| {z } ~
cost

84

Quindi lenergia dipende dal scondo termine. Se questo e` vero, lintegrale di scambio deve essere in qualche maniera parente della che avevamo messo prima. Proviamo a vedere cosa succede nel passare da una configurazione allaltra.
~S1 ~S2
~S1 ~S2
Quindi
~S1 ~S2 = S 2
~S1 ~S2 = S 2
Lenergia
J sc 2
J sc
2S = 2 2 2~2 s2 = 4J sc s2
2
~
~
Se io penso che abbia un numero z di primi vicini la variazione di energia totale
del sistema e`
U scsist = z4J sc s2
(17.2)
U sc = 2

La variazione di energia in termini di campo molecolare e`


~ m E = 2intr Bm = 20 intr M
~intr B
' 20 intr M sat

(17.3)

= 20 intr nintr
= 20 n2b g2J J 2
= 20 n2b g2J S 2

(17.4)

Se io uguaglio la (??) e la ?? trovo


=

2J sc z
3KB TC
=
2
2
0 nB g s
0 n2B g2s s(s + 1)
3 Kb T c
J sc =
2 s(s + 1)

Abbiamo scoperto che il termine scritto da Heisemberg ha a che fare con lenergia.

85

18

27-04-2008

Ferromagnetismo
Ricapitoliamo quello che avevamo ricavato nelle ultime lezioni. Avevamo trovato
che sperimentalmente
~ + M)
~
B = 0 (H
con ' 1000 fornisce una buona interpretazione dei dati sperimentali. Tuttavia
~ +
questultima formula e` in disaccordo con la fisica classica per cui B = 0 (H
~
M). Per giustificare la presenza del termine avevamo introdotto il contributo
energetico dovuto allinterazione di scambio (formulato da Eisemberg)
U = 2J sc

h~Si ~S j i
~2

Per latomo di He avevamo valutato una energia come


hHi = 8E0 + hVee i
e il termine di interazione e-e come

+ tripletto
hVee i = Ec J sc

singoletto
Sempre nella scorsa lezione avevamo scritto il hVee i come
h~Si ~S j i
1
hVee i = Ec J sc 2J sc
2
| {z2 } |
{z ~ }
non dip dallo spin

dip dallo spin

La parte dipendente dallo spin e` proprio lenergia di interazione che avevamo introdotto inizialmente (per merito di Heisemberg). Quanto costa al sistema far ruotare
uno spin da su a gi`u?
Data una coppia di primi vicini e posti ~Si = ~S j = ~S
U = 2|U| = 4J sc

hS 2 i
~2

approssimando classicamente S 2 = s2 ~2
U = 4J sc

s2 ~2
= 4J sc s2
~2

Estendendo il caso da 2 a z primi vicini abbiamo


U = 4zJ sc s2
86

Lenergia di dipolo magnetico possiamo ricavarla come segue


U = 2intr Bloc = 2intr 0 M
posto M ' M sat = nintr = nb g s s
U = 20 n2B g2s s2
Posso quindi scrivere in funzione di J sc
=
J sc =

2J sc z
0 n2B g2s
3 KB T c
2 zs(s + 1)

Valutando lhamiltoniana di tutto il sistema


H=

~ 2
~intr B

ioni

X h~Si ~S j i
J sc
2
~
coppie

P P
La seconda sommatoria (quella sulle coppie) la possiamo scrivere come i ik
dove la prima e` la sommatoria su ogni ione e la seconda e` quella suglio ioni vicini
a quello che sto considerando. Facendo un approssimazione di campo medio
S ik = hS ik i = ~s
lhamiltoniana totale risulta

X ~Si
~Sik i X
h
B g s B
~0 + 2
H'
Jik
~
~
ik

riscrivendo i due termini nella quadra come segue

X
X

~Si
2
~0 +
H'
B g s
B
s
Jik
~

g
B
s
| {z }
|
{z ik }
momento intrinseco

campo magnetico + campo locale

Il secondo termine (nella quadra) rappresenta proprio quello che nella teoria clas~ Il campo molecolare risulta quindi (per M ' M sat )
sica era B0 + 0 M.
Bmol = 0 M '

2J sc s
0 2J sc
nb g s s =
2
2
B g s
g s 0 nB

Abbiamo dato un giustificazione dellipotesi di Weiss. La M molecolare e` in


realt`a un effetto dellinterazione dell H di Heisenberg.

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