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R E P U B B L I C A

I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia


sezione staccata di Catania (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

N. 02882/2012 REG.PROV.COLL.
N. 02644/2009 REG.RIC

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2644 del 2009, proposto da:
Antonino Bonanno, Maria Manuli, Ester Casimo, Antonina Sturniolo, Antonia
Bonanno, Francesco Cicero, Silvestro Bonanno, Venera Munaf, Luigi Bonanno,
Maria Concetta Tuccitto e Giuseppe Iannelli, rappresentati e difesi dallAvv.
Angela Pino, con domicilio presso la Segreteria del Tar di Catania, Catania, Via
Milano 42/a;
contro
- Assessorato al Territorio ed allAmbiente della Regione Siciliana, in persona
dellAssessore pro-tempore,

rappresentato e difeso dallAvvocatura

Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia


Ognina

149;

- Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione


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della Regione Siciliana, in persona dellAssessore pro-tempore, rappresentato


e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in
Catania, Via Vecchia Ognina 149;
- Agenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, in persona del legale
rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dallAvvocatura
Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia
Ognina 149;
- Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, in persona del legale
rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dagli Avv.ti Mariacarla
Minasi e Giancarlo Niutta, domiciliata presso lAvv. Liliana Iachelli, in
Catania, Via Messina 829 (presso lUfficio Legale dellAzienda Ospedaliera
Cannizzaro);
- Comune di Mazzarr S. Andrea, in persona del Sindaco pro-tempore,
rappresentato e difeso dallAvv. Giuseppe Tortora, domiciliato presso lo
studio dellAvv. Nino Grippaldi, in Catania, Via Aldebaran 9;
nei confronti di
Tirreno Ambiente S.p.A., in persona del legale rappresentante, rappresentata e
difesa dagli Avv.ti Aldo Tigano e Lina Merendino, con domicilio presso la
Segreteria del Tar di Catania, in Catania, Via Milano 42/a;
per lannullamento
dei decreti regionali n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 302 in data 23 maggio 2009
del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento
Territorio ed Ambiente;
e per la condanna
delle Amministrazioni intimate al risarcimento del danno.
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Visti il ricorso e i relativi allegati;


Visti gli atti di costituzione in giudizio dellAssessorato al Territorio ed
allAmbiente della Regione Siciliana, dellAssessorato ai Beni Culturali ed
Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, dellAgenzia
Regionale per lAmbiente, del Comune di Mazzarr Sant'Andrea, dellAzienda
Sanitaria Provinciale di Messina e della Tirrenoambiente S.p.A.;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nelludienza pubblica del giorno 19 settembre 2012 il dott. Daniele
Burzichelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:

FATTO e DIRITTO
La Tirrenoambiente s.p.a. gestisce una discarica per il conferimento di rifiuti solidi
urbani ubicata nel Comune di Mazzar S. Andrea, in Contrada Zupp.
Gli odierni ricorrenti affermano di essere proprietari di immobili ubicati in
prossimit di tale discarca, nellambito dei territori del Comune di Furnari e di
quello di Terme Vigliatore.
Affermano inoltre di risentire da tempo dei negativi effetti connessi allinnegabile
degrado ambientale ed igienico-sanitario che tale impianto ha prodotto sul
territorio.
La Regione Siciliana, con decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 del Dirigente
Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed
Ambiente, ha rilasciato alla Tirreno Ambiente lautorizzazione integrata ambientale
per la realizzazione di un impianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la
stabilizzazione della frazione organica.

Con decreto del medesimo Dirigente n. 393 in data 23 maggio 2009 si inoltre
espresso favorevole giudizio di compatibilit ambientale ed stata rilasciata
lautorizzazione integrata ambientale per u progetto di ampliamento della discarica.
Con il presente gravame gli odierni ricorrenti impugnano i due menzionati
provvedimenti autorizzatori, chiedendo anche il risarcimento del danno.
Con il primo motivo di gravame lamentano eccesso di potere per difetto di
istruttoria, violazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti adottato con
ordinanza commissariale n. 1166 del 18 dicembre 2002, violazione del d.p.r. n.
915/1082, del d.lgs. n. 36/2003 e della legge regionale n. 16/1996.
In particolare i ricorrenti osservano che: a) il Piano regionale di gestione dei rifiuti
stabilisce che gli impianti di discarica non devono ricadere in fiumi, torrenti e
corsi dacqua e le relative sponde o piede per una fascia di trecento metri
ciascuna; b) lente non ha tenuto conto dellesposizione alle esalazioni del centro
abitato posto a circa trecento metri dallimpianto, delle forme di erosione dovute
alle acque correnti superficiali (essendo limpianto ubicato nei pressi del torrente
Mazzarr), nonch della fascia di rispetto di almeno cinquecento metri fra il
perimetro dellimpianto e le zone boschive e di protezione naturale o culturale
(posto che il redigendo Piano Regolatore Generale del Comune di Furnari prevede
linserimento di una zona boschiva limitrofa al sito ove ubicato limpianto); c) il
punto 2.1 dellAllegato I al d.lgs. n. 36/2003 dispone che gli impianti di cui si tratta
non possono essere ubicati in aree dove i processi geologici superficiali, quali
lerosione accelerata, le frane, linstabilit dei pendii, le migrazioni degli alvei
fluviali, potrebbero compromettere lintegrit della discarica, n in aree
esondabili, instabili ed alluvionali.
Con il secondo motivo di gravame i ricorrenti lamentano eccesso di potere per
difetto di istruttoria, violazione del d.lgs. n. 59/2005, del d.lgs. n. 152/2006, del
d.p.r. n. 915/1982 e della legge n. 241/1990, osservando che lAmministrazione
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non ha inviato agli interessati la prescritta comunicazione di avvio del


procedimento e non ha provveduto alla convocazione dei Comuni limitrofi di
Furnari e Terme Vigliatore.
Con il terzo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione di legge ed
eccesso di potere per difetto di motivazione, osservando che i provvedimenti
impugnati non sono adeguatamente motivati, esigendosi nella specie unadeguata
ponderazione degli interessi da bilanciare, anche in considerazione dellesistenza di
un non meglio identificato parere dellASL n. 5 che avrebbe subordinato il proprio
avviso favorevole ad un apposito intervento per annullare gli effetti di cattivo
odore nellaria.
Con il quarto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione degli art. 216 e
217 regio decreto n. 1265/1934 in relazione allart. 5, comma 11, d.lgs. n.
59/2005, osservando che lAmministrazione non aveva acquisito le prescrizioni
dei Sindaci competenti ai sensi degli artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1923,
come prescritto dallart. 5, undicesimo comma, d.lgs. n. 59/2005.
Con il quinto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione del punto 2.1
dellAllegato I al d.lgs. n. 36/2003, osservando che non risulta essere stato
effettuato lo studio prescritto dalla disposizione indicata (e previsto in tutti i casi di
impianti che accettino anche rifiuti contenenti amianto).
Con il sesto motivo di gravame i ricorrenti non deducono alcuna censura, ma
richiamano gli artt. 32 e 42 Cost. e formulano domanda di risarcimento del danno.
LAzienda Sanitaria Provinciale di Messina, costituitasi in giudizio, chiede il rigetto
del ricorso, osservando che: a) nessun comportamento illegittimo attribuibile
allAzienda e nessuna eventuale pretesa risarcitoria pu quindi essere
legittimamente avanzata contro di essa; b) con parere n. 35 dell11 settembre 2008
(in coerenza con il precedente parere n. 13 del 9 febbraio 2007 e con le
comunicazioni n. 68 del 29 settembre 2007 e 37 del 23 settembre 2008), lAzienda
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Sanitaria Provinciale di Messina ha espresso parere favorevole allampliamento


della discarica a condizione che venissero assunti tutti i provvedimenti necessari
ad impedire il prodursi di esalazioni maleodoranti che periodicamente si
avvertono, particolarmente nel non lontano centro di Furnari; c) con successive
note lAzienda ha rappresentato al Prefetto di Messina, al Procuratore della
Repubblica di Barcellona ed al Sindaco di Furnari che la discarica risultava gestita
in modo idoneo, ma che, con il favore dei venti o di altri eventi metereologici, si
avvertivano nei comuni limitrofi, ed in particolare in quello di Furnari, esalazioni
maleodoranti.
Il Comune di Mazzarr S. Andrea, costituitosi in giudizio, chiede il rigetto del
ricorso, osservando che le censure dei ricorrenti non riguardano loperato del
Comune, nei confronti del quale non pu quindi essere avanzata alcuna eventuale
pretesa risarcitoria, essendosi lo stesso limitato a fornire un parere favorevole
subordinatamente alla sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla normativa per il
rilascio delle richieste autorizzazioni.
La Tirrenoambiente s.p.a., costituitasi in giudizio, deposita documentazione
inerente ai fatti di causa, eccepisce linammissibilit del gravame e sollecita in
subordine il suo rigetto nel merito, osservando che: a) la mera vicinitas non
costituisce condizione idonea a fondare la legittimazione attiva per limpugnazione
dei provvedimenti autorizzatori di cui si tratta, risultando necessaria la prova - che
difetta nel caso di specie - di un pregiudizio effettivo, concreto e diretto sofferto
dai soggetti che azionino eventuali pretese in giudizio; b) i ricorrenti, a ben vedere,
lamentano lintervenuta violazione dellinteresse partecipativo del Comune ai
procedimenti in questione e paventano presunti danni alla salute che risultano
inattuali ed in contrasto con gli avvisi espressi al riguardo da plurimi organi tecnici;
c) ci anche in considerazione del fatto che la discarica in parola stata autorizzata
sin dal lontano anno 2003 e che i ricorrenti hanno manifestato acquiescenza sia nei
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confronti della sua istituzione, sia nei confronti di successivi ampliamenti


dellimpianto intervenuti negli anni 2004 e 2007; d) i progetti relativi
allampliamento della discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e
stabilizzazione sono stati ritualmente pubblicati dalla Tirreno Ambiente s.p.a. nelle
forme di cui allart. 5 d.lgs. n. 59/2005 e nessuna opposizione od osservazione
stata formulata nel termine di cui allottavo comma della disposizione indicata; e)
con nota n. 38456/13.12/GAB in data 1 giugno 2009, il Prefetto di Messina ha
dato atto dellimportanza e della bont tecnica del progetto, affermando che di
questi elementi i Sindaci dei Comuni di Furnari, Mazzar S. Andrea e Terme
Vigliatore avevano preso atto positivamente attribuendo grande rilievo alla
prospettiva delineata; f) come si legge nel preambolo di entrambi i provvedimenti
impugnati, la zona interessata dagli interventi non rientra in aree naturali protette,
n inserita in specifici piani regionali, provinciali, di bacino o di risanamento con
finalit in materia ambientale; g) in relazione alla tutela delle acque i progetti
hanno ottenuto il parere favorevole dellAgenzia Regionale per la Protezione
dellAmbiente, reso in data 27 aprile 2009; h) con parere del 17 aprile 2009, il
Servizio 2/VAS-VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha affermato
che nei pressi dellimpianto non vi sono elementi naturali di pregio; i) per quanto
attiene ai profili paesaggistici, con parere in data 11 settembre 2008, la competente
Soprintendenza ha affermato che lintervento compatibile rispetto ai valori
paesaggistici dellarea, in quanto le opere si integrano con le strutture esistenti che
insistono nelle aree adiacenti; l) in ordine allinquinamento atmosferico, con
parere in data 7 maggio 2009 il competente Dipartimento dellAssessorato
Regionale al Territorio ed allAmbiente ha prescritto i limiti di emissione cui deve
conformarsi limpianto, disponendo altres le opportune misure al fine di prevenire
eventuali fenomeni di inquinamento; m) con il citato parere in data 17 aprile 2009,
il Servizio 2/VAS-VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha anche
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evidenziato che: - il progetto compatibile con il Programma regionale per la


riduzione dei rifiuti solidi urbani; - esso rispetta le linee guida di cui al decreto
ministeriale del 29 gennaio 2007; - la realizzazione dellimpianto consentir una
diminuzione della quantit di rifiuti da conferire nella medesima discarica.
Le Amministrazione regionali, costituitesi in giudizio per mezzo dellAvvocatura
Distrettuale dello Stato di Catania, chiedono il rigetto del ricorso, osservando che
le censure sollevate dai ricorrenti risultano generiche ed evidenziando la
correttezza delliter procedimentale relativo ai due provvedimenti impugnati.
Dopo il deposito di ulteriori documenti e memorie, il ricorso stata chiamato alla
pubblica udienza del 19 settembre 2012.
Sentiti i difensori delle parti, come indicato in verbale, la causa stata quindi
trattenuta in decisione.
Deve respingersi leccezione sollevata dalla Tirrenoambiente s.p.a. in ordine al
presunto difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti.
Non infatti contestato (e deve quindi ritenersi provato ai sensi dellart. 64,
secondo comma, c.p.a.) il fatto che i ricorrenti siamo proprietari di immobili
ubicati nel territorio del Comune di Furnari in quello del Comune di Terme
Vigliatore e che tali immobili si trovino in prossimit della discarica di cui si tratta.
Come noto, in materia urbanistica ed edilizia, pur non mancando pronunce che
affermano la sufficienza di una situazione di stabile collegamento giuridico con il
terreno oggetto dellintervento costruttivo al fine di impugnare i relativi
provvedimenti autorizzatori (cfr., da ultimo, Cons. St., Sez. IV, n. 4643/2012), la
prevalente giurisprudenza ha costantemente affermato che il mero criterio della
vicinitas di un fondo o di unabitazione allarea oggetto dellintervento non pu
ex se radicare la legittimazione al ricorso, dovendo il ricorrente fornire la prova
concreta del vulnus specifico inferto dagli atti impugnati alla propria sfera
giuridica, in termini, ad esempio, di deprezzamento del valore del bene o di
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concreta compromissione del diritto alla salute ed allambiente: cfr., fra le pi


recenti, Cons. St., Sez. IV, n. 4924/2012, Cons. St., Sez. IV, n. 4287/2012, Tar
Perugia, Sez. I, n. 334/2012 (secondo cui la prova del vulnus specifico rileva pi
esattamente ai fini dellinteresse ad agire) e Tar Catania, Sez. I, n. 482/2012.
In materia ambientale la prevalente giurisprudenza ha invece ritenuto che ai fini
della sussistenza della legittimazione ad agire sia sufficiente la vicinitas, intesa
come vicinanza dei soggetti che si ritengano lesi dalla scelta del sito prescelto per la
realizzazione dellimpianto o dalladozione di ulteriori provvedimenti autorizzatori
(cfr., fra le pi recenti, Tar del Lazio, Sede di Roma, Sez. I, n. 5826/2012, Tar
Torino, Sez. I, n. 1340/2011, Tar Brescia, Sez. I, n. 2411/2010, Cons. St., Sez. IV,
n. 5986/2011, Cons. St., Sez. V, n. 1979/2011, Tar Firenze, Sez. II, n. 476/2011,
Tar Palermo, Sez. I, n. 200/2012), pur non essendo mancate pronunce che hanno
ribadito la necessit (ai fini della legittimazione o, secondo una diversa
prospettazione dellinteresse ad agire) della prova del danno subito nella propria
sfera giuridica - in termini, ad esempio, di riduzione del valore del proprio fondo o
del nocumento che la realizzazione e lesercizio dellimpianto procurerebbe alla
salute - da chi chieda protezione in giudizio (cfr. Tar Napoli, Sez. V, n. 1479/2010,
Tar Torino, Sez. I, n. 2292/2009, Cons. St., Sez. VI, n. 5453/2007, Tar Bologna,
Sez. I, n. 3216, Tar Torino, Sez. II, n. 244/1999).
Il Collegio condivide lorientamento espresso dalla giurisprudenza maggioritaria e
ci anche sul rilievo che costituisce fatto notorio, in quanto tale da porre a
fondamento della decisione ai sensi dellart. 115, secondo comma, c.p.c., che la
realizzazione di un impianto (discarica, inceneritore, centrale elettrica, etc.), che
influisca in qualche modo sulassetto e sul sistema ambientale e sia quindi
sottoposto ai relativi regimi autorizzatori, determina almeno un minimo
deprezzamento degli immobili situati nei pressi della struttura, con ci
legittimando i - o, secondo altra prospettazione, radicando linteresse ad agire in
9

capo ai - proprietari e residenti nelle immediate vicinanze, producendosi in danno


di essi un sicuro pregiudizio economico consistente nella diminuzione di valore
della loro propriet ovvero, nel caso di soggetti residenti ma non proprietari, nella
diminuzione del valore della prestazione connessa allutilizzo degli immobili di cui
essi usufruiscono a vario titolo (locazione, comodato, etc.).
Sulla scorta di identiche considerazioni deve ritenersi infondato lulteriore profilo
di inammissibilit del gravame eccepito dalla Tirrenoambiente s.p.a., non potendo
attribuirsi alcun rilievo alla mancata impugnazione delle pregresse autorizzazioni
rilasciate per liniziale realizzazione e per i due primi ampliamenti della discarica,
atteso che gli impugnati decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23
maggio 2009, consentendo un significativo ampliamento dellattivit della discarica,
hanno certamente determinato un ulteriore deprezzamento del valore delle unit
immobiliari situate nei pressi dellimpianto.
Tanto chiarito, deve ulteriormente precisarsi che risultano inconferenti le ulteriori
obiezioni sollevate sul punto dalla Tirreno Ambiente s.p.a., in quanto: a) qualora
sussista, come nella specie, la legittimazione e linteresse ad agire, la parte
ricorrente pu articolare come meglio crede le proprie doglianze, che ben possono
riferirsi - a prescindere dalla loro fondatezza nel merito - alla mancata
partecipazione procedimentale del Comune ove esse risiedono, sia in ragione delle
funzione che tale Amministrazione assolve nella qualit di ente esponenziale della
comunit territoriale, sia in quanto la legittimazione e linteresse ad agire vanno
accertati in relazione agli effetti del provvedimento e non con riferimento ai vizi di
legittimit sollevati da chi agisce in sede giurisdizionale avverso i provvedimenti
che hanno autorizzato la realizzazione e lesercizio dellimpianto; b) nel caso di
specie le censure sollevate dai ricorrenti non si esauriscono affatto nella presunta
lesione della partecipazione procedimentale del Comune di Furnari e di quello di
Terme Vigliatore; c) la circostanza che i progetti relativi allampliamento della
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discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione siano stati


ritualmente pubblicati dalla Tirrenoambiente s.p.a. nelle forme di cui allart. 5 d.lgs.
n. 59/2005 e che nessuna opposizione od osservazione sia stata formulata nel
termine di cui allottavo comma della disposizione indicata non determina - come
evidente - linoppugnabilit dei conseguenti provvedimenti autorizzatori.
Deve anche precisarci che la presente controversia riguarda il solo Assessorato
Regionale al Territorio ed allAmbiente, cio lorgano che ha emanato i due
provvedimenti impugnati, mentre ad essa risultano estranee le ulteriori
Amministrazioni - tuzioristicamente evocate in giudizio - in ragione della natura
meramente endoprocedimentale della loro partecipazione alle istruttorie culminate
nei due decreti autorizzatori.
Tanto premesso, il ricorso fondato, nei termini e nei limiti di seguito specificati.
Devono in primo luogo disattendersi le osservazioni svolte dai ricorrenti con il
primo motivo di gravame, ad eccezione della doglianza relativa alla mancata
considerazione dellesposizione del centro abitato di Furnari alle esalazioni
prodotte dallimpianto.
Limpianto in questione non infatti ubicato in un fiume, torrente o corso dacqua,
n sulle loro sponde o piede, atteso che la discarica si trova semplicemente nelle
vicinanze del torrente Mazzar.
La vicinanza di un torrente, inoltre, non determina automaticamente la sussistenza
di forme di erosione del territorio, n la classificazione dellarea come esondabile,
instabile o alluvionale (anzi, tali circostanze risultano confutate dalla
documentazione procedimentale cui ha fatto riferimento la controinteressata).
I decreti impugnati hanno correttamente escluso la sussistenza nei pressi
dellimpianto di zone boschive o di protezione naturale, atteso che, come risulta
dalla documentazione versata in atti dalla controinteressata, in prossimit
dellimpianto non sono presenti aree con tali caratteristiche.
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Tale conclusione non confutata dal rilievo dei ricorrenti in ordine alla possibile
previsione nel redigendo Piano Regolatore Generale del Comune di Furnari
dellinserimento di una zona boschiva limitrofa al sito ove ubicato limpianto,
atteso che non possono - ovviamente - assumere rilievo in sede di rilascio del titolo
autorizzatorio insediamenti boschivi meramente futuri ed eventuali.
Per quanto attiene invece alla doglianza relativa alla mancata considerazione
dellesposizione del centro abitato di Furnari alle esalazioni prodotte dallimpianto,
occorre rinviare alle considerazioni che saranno svolte con riferimento al terzo
motivo di gravame.
Anche il secondo motivo di gravame infondato.
Come invero prescritto dallart. 7, primo comma, legge n. 241/1990, la
comunicazione di avvio del procedimento deve essere inviata soltanto ai soggetti
nei confronti dei quali il provvedimento finale destinato a produrre effetti diretti
e a quelli che per legge debbono intervenirvi.
E chiaro che gli odierni ricorrenti non sono destinatari degli effetti diretti degli
impugnati provvedimenti autorizzatori (mentre altra questione il fatto che gli
effetti materiali indiretti prodotti dai provvedimenti stessi radichino in capo ad essi
la legittimazione ad agire), n alcuna disposizione di legge contempla la loro
necessaria partecipazione ai relativi procedimenti.
Non pu inoltre condividersi la tesi dei ricorrenti secondo cui il Comune di
Furnari e quello di Terme Vigliatore avrebbero dovuto partecipare alle conferenze
dei servizi che si sono svolte nellambito dei due procedimenti autorizzatori di cui
si tratta.
Lart. 5, decimo comma, d.lgs. n. 59/2005 prevede infatti che l'autorit
competente, ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, pu
convocare apposita conferenza dei servizi alla quale invita le amministrazioni
competenti in materia ambientale, mentre il successivo comma undicesimo
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comma prevede che lautorit competente acquisisca, eventualmente nellambito


della conferenza dei servizi di cui al comma decimo, le prescrizioni del Sindaco di
cui agli artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1934.
E chiaro che le prescrizioni contemplate dalle norme indicate rientrano nella
competenza esclusiva dellente nel cui ambito territoriale ubicato limpianto, per
lassorbente e decisivo rilievo che il territorio costituisce elemento costitutivo degli
enti locali e resta quindi inibito al Sindaco di un Comune dettare prescrizioni i cui
effetti immediati e diretti si producano in un ambito territoriale diverso da quello
del Comune stesso.
Essendo quindi di competenza esclusiva del Sindaco del Comune di Mazzar S.
Andrea la formulazione di eventuali prescrizioni ai sensi dei citati art. 216 e 216
regio decreto n. 1265/1034, soltanto tale Amministrazione - e non il Comune di
Furnari, n quello di Terme Vigliatore - doveva esser coinvolta nei due
procedimenti finalizzati al rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali.
Ci non vuol dire, come evidente, che il rilascio delle autorizzazioni possa
prescindere dalla valutazione degli effetti ambientali che, a seguito dei
provvedimenti autorizzatori, si producano o possano prodursi nel contesto
territoriale del Comune di Furnari o di quello di Terme Vigliatore, ma
semplicemente che tale valutazione resta di competenza dellautorit regionale e si
sviluppa nellambito di un procedimento istruttorio in cui la legge non prevede la
partecipazione necessaria dei Comuni limitrofi a quello in cui limpianto ubicato.
Sulla scorta delle medesime considerazioni risulta infondato il quarto motivo di
gravame, avendo lAmministrazione correttamente acquisito le sole prescrizioni del
Sindaco di Mazzarr S. Andrea - e non quelle dei Sindaci di Furnari e Terme
Vigliatore - ai sensi dei citati artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1923.
Sono invece fondati il terzo ed il quinto motivo di gravame, che in ragione della
loro connessione si prestano ad essere trattati congiuntamente.
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Limpugnato decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 (come risulta espressamente


dai punti n. 12, n. 20 e n. 32) prevede infatti che nella discarica di cui si tratta
possano essere depositati rifiuti contenenti amianto.
Lart. 4 d.lgs. n. 59/2005 (successivamente abrogato, peraltro, dallart. 4, primo
comma, lett. a, d.lgs. n. 128/2010) prevedeva che, per le discariche da autorizzare
ai sensi del menzionato d.lgs. n. 59/2005, potessero considerarsi soddisfatti i
requisiti tecnici di cui al decreto stesso qualora risultassero soddisfatti i requisiti
tecnici di cui al d.lgs. n. 36/2003.
Lultimo comma del paragrafo 2.1 dellAllegato I al predetto d.lgs. n. 36/2003
dispone che: a) per le discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi che accettano
rifiuti contenenti amianto, deve essere oggetto di specifico studio, al fine di evitare
qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre, la distanza dai centri abitati in
relazione alla direttrice dei venti dominanti; b) tale direttrice stabilita sulla base
di dati statistici significativi dellintero arco dell'anno e relativi ad un periodo non
inferiore a 5 anni.
Nel rapporto istruttorio di cui alla nota n. 376 del 12 marzo 2009, il Servizio
2/V.A.S.-V.I.A. dellAssessorato regionale al Territorio ed allAmbiente afferma,
invece, che nel procedimento culminato con lemanazione del decreto n. 393 in
data 23 maggio 2009 stato effettuato uno studio dei venti condotto facendo
ricorso ai dati rilevati dalla centralina presente nel sito ove ubicata la discarica e
relativi a (soli) quattro anni di rilevazioni orarie.
Fermo restando il difetto di istruttoria appena evidenziato, appare poi discutibile
laffermazione contenuta nel citato rapporto istruttorio secondo cui il centro
abitato di Furnari rimarrebbe al di fuori del cono di influenza delle direzioni
prevalenti stimate.
Nello studio anemometrico (prescindendo da quanto rilevato in ordine alla sua
incompletezza) si evidenzia, infatti, lesistenza di un regime bimodale dei venti,
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con prevalenza dei venti provenienti da sud-sudest e sud-sudovest nelle stagioni


primaverile ed invernale e prevalenza dei venti provenienti da sud-sudovest nella
stagione estiva, mentre durante il periodo autunnale stato registrato un
andamento pi omogeneo, con circa il 60% dei venti provenienti da sud-sudest.
Come risulta dalla corografia allegata allo studio di impatto ambientale, labitato di
Furnari posto sostanzialmente ad ovest rispetto allimpianto in questione e tale
circostanza sembrerebbe giustificare lassunto di cui al menzionato rapporto
istruttorio secondo cui tale abitato resterebbe al di fuori del cono di influenza delle
direzioni prevalenti dei venti.
Risulta tuttavia dalla medesima corografia che una parte dellabitato di Furnari si
estende a nord lungo la strada provinciale 110, con la conseguenza che tale
porzione dellabitato risulta certamente posizionata, rispetto alla discarica, sulla
direzione dei venti provenienti da sudest.
Le conclusioni contenute nel pur incompleto studio anemometrico appaiono
pertanto almeno parzialmente contraddittorie, atteso che, proprio sulla scorta dei
dati risultanti da tale studio, non appare corretto affermare che lintero centro
abitato di Furnari sia al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti dei
venti, non potendo certamente valere tale conclusione per quanto attiene alle
abitazioni che si sviluppano lungo la menzionata strada provinciale 119.
Al riguardo pu essere anche opportuno evidenziare che: a) nello studio di impatto
ambientale (pagina 62) redatto dalla Tirrenoambiente s.p.a. a corredo del progetto
per lampliamento della discarica, si afferma che, per quanto riguarda landamento
anemometrico a Mazzarr SantAndrea ricorrente il vento di scirocco che spira
da sudest caldo e violentissimo per pi giorni di seguito nel periodo autunnoprimaverile; b) nel parere reso dallAUSL n. 5 in data 11 settembre 2008
nelambito del procedimento culminato nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009
si fa esplicito riferimento a periodiche esalazioni maleodoranti che sembrano
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costituire il sintomo di un effettivo, sebbene non continuo, trasporto aereo di


sostanze odorigene dalla discarica in direzione dellabitato di Furnari (o
quantomeno di una porzione di esso); c) la campagna di rilevamento della qualit
dellaria effettua dallAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente nel
periodo 29 luglio 2009-17 settembre 2008 (il relativo documento espressamente
menzionato a pagina 2 del menzionato rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo
2009) ha evidenziato la presenza nellabitato di Furnari dei medesimi inquinanti
presenti in discarica, circostanza che avvalora lipotesi che le direzioni dominanti
dei venti siano tali da determinare il trasporto aereo di sostanze odorigene ed
eventualmente anche di fibre di amianto nel centro abitato di tale Comune (o
almeno in una porzione di esso).
Le considerazioni che precedono valgono in primo luogo per il decreto
autorizzatorio n. 393 in data 23 maggio 2009 (al quale i ricorrenti fanno esclusivo
riferimento nel formulare il quinto motivo di gravame), ma esse devono estendersi
anche al decreto con cui stato autorizzato limpianto di selezione dei rifiuti e di
stabilizzazione della frazione organica, che risulta invece investito dalla denuncia,
di cui al terzo motivo di gravame, della non adeguata ponderazione dei diversi
interessi in gioco da parte dellAmministrazione procedente.
Losservazione dei ricorrenti deve infatti essere condivisa sulla base del decisivo ed
assorbente rilievo che negli elaborati tecnici presentati dalla Tirrenoambiente ai fini
del rilascio del decreto n. 301 in data 21 maggio 2009 viene del tutto ignorata
lesistenza del centro abitato di Furnari, il quale, a differenza di quello di Terme
Vigliatore, dista solo poche centinaia di metri dal luogo ove ubicata la discarica
(in particolare, a pagina 17 della relazione sulla fattibilit ambientale si afferma, in
ordine allimpatto

in

atmosfera,

che

lambito

territoriale

circostante

linsediamento risulta privo di nuclei abitativi e a pagina 15 della relazione


tecnica generale si afferma che nellarea circostante non esistono aree urbane e
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residenziali sensibili). Alla rappresentazione di tale erronea circostanza non risulta


aver posto riparo il susseguente iter istruttorio, con la conseguenza che la decisione
assunta dallAmministrazione appare inficiata da un non adeguata rappresentazione
dello stato di fatto che ha certamente costituito pregiudizio per il corretto e
compiuto bilanciamento dei diversi interessi coinvolti nella vicenda amministrativa
di cui si tratta.
Va infine disattesa la domanda risarcitoria in quanto formulata in modo del tutto
generico ed apodittico e sprovvista di ogni indicazione in merito al presunto nesso
di causalit fra i provvedimenti impugnati e le patologie da cui risultano affetti due
dei ricorrenti, nonch di ogni concreta allegazione in merito alleffettivo
pregiudizio presuntivamente subito dalle propriet immobiliari di cui i ricorrenti
sono proprietari e in merito alla specifica e puntuale lesione del diritto
costituzionale inviolabile che, secondo la prospettazione dei ricorrenti stessi,
giustificherebbe nella specie il risarcimento del danno non patrimoniale ai sensi
dellart. 2059 c.c..
In conclusione il ricorso va accolto, nei limiti e nei termini di cui in motivazione,
per quanto attiene allimpugnazione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n.
393 in data 23 maggio 2009, mentre va rigettata la domanda di risarcimento del
danno.
In ragione della peculiarit delle vicenda, della soccombenza reciproca fra i
ricorrenti e lAssessorato al Territorio ed allAmbiente, nonch della natura
tuzioristica della evocazione in giudizio delle altre Amministrazioni, sussistono
giusti motivi per compensare interamente fra tutte le parti le spese di giudizio.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Sezione staccata di Catania
(Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso come in epigrafe
proposto: 1) accoglie il ricorso, nei limiti e nei termini di cui in motivazione, per
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quanto attiene allimpugnazione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393
in data 23 maggio 2009, dei quali, per leffetto, dispone lannullamento; 2) rigetta la
domanda di risarcimento del danno; 3) compensa fra tutte le parti le spese di lite.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dallautorit amministrativa.
Cos deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 19 settembre 2012 con
lintervento dei magistrati:
Salvatore Veneziano, Presidente
Giovanni Milana, Consigliere
Daniele Burzichelli, Consigliere, Estensore

L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 07/12/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
http://www.giustiziaamministrativa.it/DocumentiGA/Catania/Sezione%202/2009/200902644/Provvedimenti/201202882
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