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Relazione di Costantinopoli di Giacomo

Quirini Bailo letta in Collegio il 6 Giugno


1676.
Serenissino Principe.

Tra le divisioni antiche della terra e del nostro conosciuto
Mondo ebbe sempre privilegio nell'onoranze e prerogativa
distinta la parte cospicua d'Europa verso oriente; fiorendo in
essa la monarchia famosissima dei Greci, quasi desiderando di
piantare in Tracia una nuova formidabile citt, gettando le
fondamenta a Bisanzio, come poi fra' Cristiani pratic
l'imperator Costantino, portando per lo spazio di pi secoli le
glorie, e per successione dei tempi il possesso d'esser stata
sempre la sede suprema degl'Imperatori Orientali, non vi
essendo sito pi proprio ed aggiustato per reggere una gran
parte di questo nostro emisfero. Da che si dedotto che ogni
nazione lo riconosca e lo chiami per emporio d'Europa: per
sicuro passaggio dell'Asia: scrigno opulente inesausto, le di cui
chiavi serrano ed aprono infiniti tesori con immense reciproche
comodit, dove per la sua pompa, fasto, lustro e decoro a tal
punto di grandezza ed onor arrivato, che ben dimostra non
potersi pi aggiunger nell'occorrenze dell'umana felicit. Cos
Mehemet secondo, e undecimo imperatore Ottomano,
nominato il conquistatore termin di debellare e distruggere in
42 giorni quella vacillante dominazione de' Greci, chiamando
Costantinopoli Stambul cio citt fertile, reale ed abbondante,
confessando li popoli d'esser adoratori di grandezza non pi
obbedita, n riconosciuta in terra; ma siccome quella cospicua
citt ricetta ora tutto il splendore della monarchia essendogli
toccato in sorte l'immenso feudo del mondo, tralascier
d'individualmente parlare dell'impero Ottomano, e di quelle tre
basi fondamentali, o siano tre fortissime colonne, che servono
per triplicato puntello del maomettismo, a' quali resta
vigorosamente appoggiato e sostenuto, o che sono: Religione
abbracciata senza ripugnanza o contrasto; propagazione
permessa senza limite o riserva; ed armi esercitate senza
distinzione o riguardo.
In questo torbido aspetto di contaminata Religione e depravati
costumi quali unitamente compongono un governo mostruoso,
tirannico, si compiacque la benigna disposizione di Vostre
Eccellenze d'eleggere me Giacomo Querini Cavalier, dopo la
guerra, primo Bailo all'Eccelsa Porta, dove, con le pubbliche
navi armate, a Costantinopoli mi portai, ed ivi sbarcato, dopo
tre mesi di penosissimo viaggio, restai da un'interna tenerezza
sospeso e commosso, ritrovando un'orrida prospettiva d'ossa
spolpate e fredde ceneri (non dir d'affaticati ministri) ma di
gloriosi martiri, che per la Religione cattolica e per la fedelt
della Patria sostennero, fra sospiri e lagrime fiere, e continuate
minaccie de' Turchi che in 26 anni di perpetua agitazione, ma
di sviscerata obbedienza per Vostra Serenit con rilascio
esemplare d'onori, di case e di figliuoli perderono infelicemente
la vita. Se infelicit si pu chiamare quella d'immortalarsi con
la stessa morte.
Per tutti questi accidenti uniti insieme e con aggregato d'altri
molteplici inconvenienti s'era il nome di Bailo assai
dimenticato, ed in un assoluto abbandono la casa bailaggia
ridotta. Perduto l'antico dominio delli juspatronati in Oriente;
obliterata la protezione dei Santi Luoghi di Gerusalemme;
intorpidito il fervore de' religiosi in Galata; combattuto l'uso
nella recita delle orazioni pie e divote in onore della
Repubblica; invidiata per non dir insidiata la nuova Chiesa
nascente di San Francesco; dispersi i Dragomanni; indociliti i
giovani di lingua; spiantati i mercanti; rapito il commercio;
cambiate le insegne di San Marco; con Consoli venali,
disobbedienti, rassegnati per sicurezza a favore de' Principi
Grandi. In somma per compendio di tutto, aggravata la Casa
di cottimo d'un debito legittimo di 20,000 Reali effettivi. Certo
che in una serie di tali e s gravi sconcerti mi avrei a prima
vista atterrato e confuso, se un lungo corso di travagliosi
impieghi ed affanosissimi anni non mi avessero rinfrancato e
sostenuto. Tuttavolta con ardore e con zelo, intrapresi la carica
dedicando i miei primi pensieri ed assottigliando l'ingegno per
regolare molti disordini. Superai varie difficolt. Rinnovai
ordini. Aggiustai differenze; e con la protezione del Signore
Iddio e con li prudenti infallibili Decreti di questo Sapientissimo
Senato si sono gli affari domestici raddrizzati e rimessi. Poi con
nuova forma e non pi praticato cerimoniale da' miei
Eccellentissimi Predecessori convenni dopo il pubblico ingresso
a Costantinopoli, acclamato e dall'universale onorato, e
riconosciuto dagli Ambasciatori dell'estere Corone, ricevuto
con incontri pomposi e ricambiati da me con solenni banchetti
alle nazioni franche ed all'ordine de' Chiaussi. Dico convenni
passare senza immaginabile riguardo nel rigore del verno fra li
ghiacci e le nevi in Andriopoli, ed ivi pure far con risoluta
volont del primo Visir incontrato dal Chiaus Bass con la solita
compagnia dei gran turbanti e con cavalli riccamente guarniti
della regia stalla, molte miglia fuori della citt sino alla fontana
esposta ad uso degl'estraordinarj Ambasciatori, che appuntate
poi le uscite con li Bass della Banca, e stabilita l'Imperiale
pubblica udienza col Sultano, radunato particolarmente il
Divano con l'intervento di tutti li grandi officiali e milizie, si
diede un profuso banchetto di carne e pesce per essere la
nostra Quadragesima, tutto seguito dalla lor parte con
sprezzante generosit, e con la spesa solita di mille zecchini;
ma sostenuto con altrettanta dignit dal canto della
Serenissima Repubblica. Avendomi poi studiosamente
trattenuto e fermato quattro mesi continui alla Corte, in vista
ed all'occhio di tutte le nazioni (perch da tutti osservato)
acciocch, con la pace, vedessero, che s'era la confidenza
ripigliata e rimesso il dovuto rispetto verso i ministri della
Serenit Vostra.
Per tale impiego rompo il silenzio di 36 anni continui, che per
guerra violenta, atroce, fatale, ha confuso l'ordine ed
intermessa l'obbedienza nel presentare a piedi di questo
venerato Regio Tribunale le solite importantissime Relazioni di
Costantinopoli, dove per ridurmi alla maggior brevit
tralascier molte notizie, ed altri costumi inveterati de' Turchi,
essendo di gi nell'Istorie sufficientemente registrati, sebbene
dal tempo e dagli accidenti si sono gran cose mutate, e fattosi
patentamente riconoscere il disinganno delle opinioni nel
Mussulmano potere sicch io rappresento quello che in effetto
al giorno d'oggi, ch' l'unico comando e il solo motivo e
l'interesse della nostra adoratissima Patria. Dolendomi che
Vostre Eccellenze non incontreranno in vaghezza di stile, in
corteggio d'amplificazioni, n in parole melate per dilettarsi,
non potendosi dalla penna mia debole e fiacca delinearsi
disegno o abbellimento con vivacit di colori; tuttoch sappi
che le forme di scriver leggiadro siano un gran vantaggio e
lume al concetto, ma di poco profitto o sostanza al servizio.
Per disponer dunque questa pomposa comparsa e cospicuo
trionfo d'estraordinario superiore Monarca, che per il fasto
altiero e per la vastit de' pensieri e speranze, non ritrova n
paragone, n nome, convengo per maggior intelligenza dell'
Eccellenze Vostre, ripartire questa Relazione in soli quattro
capi.
La persona di Sultan Mehemet quarto imperatore di questo
nome, casa Reale, con principali Bass e ministri del governo,
coi quali la Monarchia si dirige e conserva.
Nel secondo seguiranno l'entrate ordinarie ed estraordinarie
dell'Impero, spese obbligate, dalle quali il mantenimento dei
Stati e de' popoli dipendono.
Nel terzo figureranno l'armate terrestri e marittime, dalle quali
le forze dell'Impero e sicurezza de' confini consistono.
Nel quarto si scuopriranno le dipendenze con Principi infedeli,
gl'interessi con Potentati cristiani, e particolarmente con la
nostra, da' quali la pace e la guerra ne potr conseguire.
Alla maest dunque di tanto apparato si spiegano confuse
senz' ordine e senza numero infinito provincie, s'espongono le
corone di 40 Regni, e s'ammirano li diademi preziosi di due
formidabili Imperi, sicch tanti fasti ripieni di maraviglia e
splendore lasciano in dubbio se sia pi lo scettro del Sultano
adornato d'oro e di gemine, o pi arricchito di tanti Regni e
Provincie soggiogate e vinte. Autorizzato dunque da tale
pubblica venerazione converrebbe ogn' uno di lagrime
provvedersi, e con amari singulti lo stato infelice della
Cristianit deplorare. Scoprendosi per ultima e alla sfilata
marciare l'innocente svergognata, Candia ch' estinta sotto le
furie dell'esterminio gemendo, sospirando dimand per tant'
anni con stupore affannato ajuto, difesa e soccorso; ma non lo
ritrov nel cuore indurato dei Principi cristiani; sicch,
languente, svenata, diserata ed oppressa sar e viva e morta
perpetua martire della nostra adorata e santissima Religione.
Al possesso dunque di questi trionfali onori nacque Sultan
Mehemet il primo giorno dell'anno 1641: e entrato il settimo
dell'et sua fu proclamato Imperatore, impugnando con una
mano lo scettro e con l'altra approvando la morte di Sultan
Ibraim suo padre. L'acconsentire fu violenza lusinghiera, non
volont mendicata, ben sapendo che quando li principi
Ottomani pretendono di farsi tiranni aperti dei sudditi, allora
divengono schiavi miserabili de' loro soldati; tanto successe
con forma esecranda, ed inaudita in questa ultima discendenza
delli tre fratelli, che tumultuando con furor le milizie fecero di
due Imperatori, due criminali, e di due Re, Osman e Ibraim,
fecero due Dei nella vita infelici. Per non vi esser dunque altra
investitura nella monarchia Ottomana, che ereditasse la
sciabola, questa dal Muft capo della religione ed espositore dei
dubbj del popolo, gli fu pubblicamente cinta nella Moschea di
Jup, prestando solenne giuramento sopra l'Alcorano. In questo
strano divario di positura dei luoghi e dei costumi, che nella
moltiplicit si resero varj e incostanti: perch nel corso breve
e, ristretto di otto anni restarono sedici primi Visiri deposti e
tagliati, uno dei Muft morto ed altri dieci proscritti; seguite in
Asia quattro strepitose ribellioni, arrivati li contumaci a spiegar
l'insegne e a piantar li squadroni per decidere con temerario
ardire, e in aperto sporte le loro pretensioni sino a Scutari, che
vuol dire assalito con l'armi il regio trono con operazione
odiosa, feroce e detestabile. Di pi con altre quattordici
pericolose sollevazioni commosso e confuso il gran recinto di
Costantinopoli, tra Spahi e Giannizzeri. In fine da questa
fiamma impetuosa e vorace, da questo moto barbaro e crudele
non rest risparmiato, n esente lo stesso sangue reale, ch
l'Ava vecchia in et d'ottanta anni, nominata la Chionel, che fu
madre prodigiosamente di tre Imperatori regnanti successivi,
convenne sotto laccio indegno perdere la vita; donna per altro
altiera, imperante, ch' elevata nella libert e nella direzione del
marito Sultan Acmet, avida d'applausi, e che precedeva nella
venerazione, aspirata ancora col continuare nell'eminenza del
comando, ed avrebbe di maligno concerto acconsentito di
deponer il nipote vivente per dar la mano ad innalzare
Solimano fratello, cui privo d'assistenza e di madre avrebbe
sperato di subentrare e mantenersi nel posto.
Tutti questi tragici avvenimenti sarebbero stati capaci a
contaminare e sovvertire l'animo del Re, accrescendogli
gelosie e apprensioni per farsi rapace, crudele, bench tenero
e incauto, ma quello che lo scompose, atterr e lo intimor
ancora, fu il tumulto terribile, l'unione insidiosa delle milizie,
che inasprendo i sudditi, fomentando l'iniquit, screditando il
zelo, infamando il governo e disonorando s stessi, accorsero
con voci e con strida, con strepito e clamori, a dimandare
sfacciatamente dieciotto teste degl'Agalari, primi domestici del
serraglio, tanto eunuchi bianchi, che negri, col Coz favorito
della Maest Sua.
Questo successo enorme e fatale che nel rigore e
nell'esecuzione non ebbe (forse) pari l'esempio, rest cos
fortemente nel cuore scolpito ed impresso con turbazioni nella
mente del Re, che di quando in quando si rivolgeva all'indietro,
con moti convulsivi e violenti, parendo d'avere alle spalle
l'anime di quei martiri, e tale apprensione pare che sia in gran
parte la causa, che sdegna il soggiorno di Costantinopoli ed
abborrisce la vista delle stanze del serraglio. Dopo di che si
ritir a Sentan, e non mai pago, n sazio si diede alla
campagna senza ritegno alle caccie pi selvaggie d'animali e di
fiere, e quanto pi nei boschi e nelle foreste incautamente
s'inoltrava tanto pi abbandonando le redini al governo, le
lasci all'intiera disposizione della Valid Madre Regina, che
ripartito il comando dell'Impero col sagace Mehemet Chiupruli
primo Visir, si mantennero nell'assoluto dispotico governo di
tutta la Monarchia, imprimendo nell'animo del Re quattro
massime empie e tiranniche per sussistere nel Trono e
mantenersi franco nella direzione degli affari, e furono:
Viver fuori della citt di Costantinopoli, ch' la motrice e
fucina delle sollevazioni. Tagliar teste alli Bass, e delle spoglie
arricchirsi. Affaticar le milizie in guerra perpetua, non
lasciandole mai in ozio, n unite. Affaticar non meno che
aggravar per via di contribuzioni li popoli per renderli
obbedienti, e nella miseria infelici.
dunque il Sultano di statura ordinaria, di corporatura piena.
Fitto il merito nel petto, il collo corto e messo nelle spalle lo fa
apparir assai rivelato per dietro. Ha temperamento
melanconico; di color bruno. La fisonomia fiera per l'occhio
grande e guardatura bassa. Di salute era cagionevole nella
giovent, indebolite e dolenti le parti estreme, che senza
appoggio difficilmente si reggeva. Ora pare che con l'et si
rinfranchi; mangia assai e tre volte al giorno, cio all'aurora, a
mezza mattina ed a vespero. Non beve vino, anzi tiene nausea
a vederlo; ed come li abstemj per ordinario famelico, perch
quando il corpo non resta da elisiri o dal vino rinvigorito, pare
che ricerchi maggior copia di cibo per sostenersi ed
alimentarsi; e a questa opinione non ripugna l'Henechin Bass,
ch' il proto medico ebreo fatto turco.
Nel resto non eccede la Maest Sua n in virt, n in vizj, ed
piuttosto eguale che superiore a tal fortuna, perch s'egli
avaro, non crudele; se costante non duro; se grazioso non
debole; se avido di regnare osservante de' Riti e della Legge;
se zelante non indiscreto e rigoroso; e se tenero padre de'
figliuoli non tiranno de' fratelli, essendo solito dire, che la
natura ha voluto che sia pietoso, la dignit severo, ma n la
dignit, n la natura mi obbligano ad esser fiero e crudele. Ma
se per altra parte nelle delicatezze e superfluit del vivere e
nella lautezza delle tavole profonde gettando inutilmente gli
acquisti di tant' oro, oltre il mantenimento della stalla di sopra
4000 cavalli, si pu con l'esercizio della caccia iscusarlo, e con
l'inclinazione pronta alla guerra moderare l'eccesso.
Tuttavolta bench sia grande il Sultano di stirpe, d'aura, di
turbante e d'Impero, l'hanno con varj stimoli e con replicate
invenzioni effeminato di tal sorte, che la chiaja Cadun
governatrice delle schiave e soprintendente delle donne, non
piacendole tante riserve di riti e di costumi, l'ha finalmente
vinto e assoggettato, facendolo servo del senso, dell'uso e
dell'inganno, perch oltre a Junus Kasacchi favorita regina
conversa con fomite depravato, e con altre sette odalische si
trattiene: sicch oh Dio grande! quali muraglie sono
nell'ampiezza della terra, o pi barbare o pi impure o pi
sacrileghe di quelle del serraglio? Fortunata donna, per, la
stessa Kasacchi, perch nell'intemperanza del Re Sultano, che
con tant' arte d'inventati sortilegi, ha procurato divertirlo, ci
nonostante gode e si mantiene nel privilegio d'esser
riconosciuta e venerata per sola Madre e Regina. Stimasi
questa essere nata in Castel Seleno dall'Illustrissimo Menzano
con la moglie di Papa Giorgio, come Amurat terzo ebbe in
moglie l'altra di casa Baffo, sicch da' funerali e dalle ceneri
dei sepolti regni di Cipro e Candia sono rinate le regine per
comandare al Regno Ottomano. Tuttavolta la pubblicano per
Cerchieja, come di nazione pi nobile e rispettata tra' Turchi.
in et di 25 anni, di statura grande, per quello si comprende
dalla lunghezza degli abiti. Gracile di corpo per quello si ricava
dalle cinture ed anelli, essendo di carne delicata e di occhio
ceruleo. L'ama per il Re, e la stima al segno maggiore,
praticando con lei quello che gl'altri Imperatori non hanno
accostumato, cio di mangiar con moglie e figliuoli, sicch
trattenendosi nelle delizie della mensa Imperiale, pare che
uniti e di accordo si saziano alla grande.
Ora tiene due figliuoli maschi e due femmine. Il principe si
chiama Mustaf in et d'anni undici, di complessione delicato e
gentile, ma pronto ed arguto nelle risposte, essendo nominato
Effendi per essere allo studio inclinato, tenendo per suo Coz il
figliuolo di Vani, sartore del Re. In fine segu il taglio e la
circoncisione in Andrinopoli con quella pompa e splendore che
fu alla Serenit Vostra, nei pubblici dispaccj, puntualmente
rappresentato, essendomi con studio e con desterit impiegato
per divertire a Vostre Eccellenze una superflua e considerabile
spesa per la spedizione di Chiaus a Venezia ed invito
d'Ambasciatore o di Bailo alla Corte; tutto riuscito con
soddisfazione dei Turchi e con approvazione benigna di questo
Sapientissimo Senato. Nel resto si compiace il Re d'esporlo
alcune volte al popolo nell'andar alla Moschea, facendolo
innanzi lui cavalcare assistito da' Bustangi, che all'intorno
l'assicurano, e di gi si va alla Corona di tanto Impero
maturando.
Acmet creatura di tre anni, e secondogenito nacque in mio
tempo all'esercito e in luogo ignobile di Provadia. Pu la
fortuna incostante cos prospera come avversa elevarlo in un
punto al soglio, o precipitarlo nell'abisso, renderlo tenero e
molle nelle delizie, e sottoporlo a supplicj con sentenza
irrevocabile di strage sanguinolente, da non terminarsi mai
nella stirpe Ottomana, non stimandosi sangue o congiunzione,
dove regna la ragione dell'Impero e dello Stato, mentre pi col
sangue domestico che con l'armi vittoriose s' l'autorit dei
Sultani stabilita e accresciuta. La Figliuola Aid si ritrova, in
et di sette anni e resta collocata in matrimonio a Cologl
Musaip, favorito, ma con diverso concetto, che passa in
Cristianit, supponendosi che l'imparentarsi col Monarca sia
gloria e felicit, anzi all'opposto tutti lo registrano per fatale
disgrazia, ed ogni Bass e grande fugge l'incontro, perch
queste Sultane sono temerarie ed ardite, capricciose, insolenti,
ch' esercitando una predominante volont libera sopra i mariti,
li trattano da schiavi, li ripudiano, li battono, dipendendo da
loro arbitrj sfrenati le vite, gli averi e le fortune; oltre che i
figliuoli delle predette Sultane non possono per legge
fondamentale di Stato avere altre cariche o impieghi, che
Capigi Bass, cio Capi dei portieri del serraglio o Sangiaccati.
L'altra piccola figliuola si chiama Attigi, cio Sparaviere, nata
ultimamente a Bab Daghi dalla Tulbeias, cio Rosa Bianca, e
tuttoch si trovi in et di due anni, resta promessa in
matrimonio a Car Mustaf Caimacan in et avanzata di 60
anni.
Vi poi la Valid, ossia Madre Regina di nazion moscovita, che
si chiama Zam, che vuol dir Anima, in et di 50 anni che
all'ingiurie del tempo resiste, e si mantiene con un ascendente
favorabile, con punti fissi e determinati, senza stilla
retrograda, che la rese ne' temp passati rispettata, e nel
rispetto universale si fece libera: onest le sue ritirate: usc a
suo piacimento dai serragli: si divert con abiti sconosciuti in
pi giardini, avendo pratiche e trattenimenti secondo il genio
e, propria soddisfazione. costante la fama, ma pi costante
la credenza nel popolo, che sia stata amica pi che matrigna
del principe Solimano, e quelli che vorrebbero sopprimer la
voce o coprire il trascorso sostentano che zelo pubblico ed
affetto politico la indusse a ci fare. Non ostante si mantiene al
giorno presento nella maggior venerazione appresso del Re,
essendo compartecipe de' consigli e degl'arcani della
Monarchia, tenendosi sempre unita con quelle Odalische che
possano pi facilmente sprintare il favore, e questo partito ha
sempre nei serragli prevalso. Tiene per ultimo un fratello, che
vedendolo per la strada a questuare e mendicare il vitto,
vendendo frutti, lo riconobbe, lo ricompr, e sarebbe cosa da
romanzo il passare pi oltre.
Costui si dimanda Jusuf Ag; vive ritirato al Mar Nero senza
pratica e senza conversazione, mantenendosi con appanaggio
conveniente di feudi di moschee acquistati col denaro della
sorella. In somma una pianta inutile che non produce n
fiori, n frutti, anzi un cipresso di sola mostra e di niuna
sostanza. In sentinella poi di questa casa Imperiale Ottomana
sono in custodia, o sono custoditi li due principi fratelli Soliman
e Orcano.
Il primo di complessione gagliarda e robusta, di statura alta
ed assomiglia al padre; di naturale feroce, superbo altiero,
ma altrettanto disinvolto e generoso, professando coll'animo e
con l'inclinazione essere acerrimo nemico de' Cristiani,
nutrendo spiriti fieri ed armigeri. Tiene concetto tra le milizie,
ed in una rivolta di popolo e ammutinamento de' soldati,
quando tra breve tempo succedesse potrebbe al Soglio Reale
essere elevato, ritrovandosi ancora li figliuoli del Sultano tra le
fascie e la minorit. Del secondo poco si pu dire essendo mal
abituato, asmatico e sempre infermo. Tiene la madre viva nel
vecchio serraglio, sicch non avendo condizioni insigni, resta in
conseguenza negletto e inconsiderato; ritrovando per timor
della morte col sangue ghiacciato, stimando gran fortuna il
mantenere la vita in stanze riservate e in perpetua carcere;
essendo solo permesso di salutar ogni giorno la Madre Regina,
venendo serviti da schiave negre, orride, vecchie e d'altri
eunuchi mori, che ogni tre mesi si mutano. Quasi nella stessa
forma restano le donne nei tre serragli guardate, cio nel
nuovo vi possano essere 320 donne in circa, nel vecchio da
400 donne dismesse, e nel terzo d'Andrinopoli 300. E questa
turba di donne infernali, per la turbazione dell'animo e per le
dissolutezze e lascivie del corpo sono in demonj incarnate e
trasformate.
Per loro abitazione dunque serve il serraglio grande di tre
miglia di recinto, con giardini, boschi, laghi e bagni, avendo il
loro ripartimento separato in forma di claustri con dormitori e
refettori insieme, assistendo ad ogni dieci una vecchia di
guardia, che lo ammaestra ad apprender lavori di ricami,
musica e balli, scacciate le maestre ebree, che per mezzane a
quelle porte servivano.
Possono essere queste donne 320 in circa con le serventi, che
in pi dura servit si ritrovano, avendo di paga e di
trattenimento al giorno dall'Emir di Costantinopoli dalli dieci
aspri sino a mezzo reale, dopo che del 1665, usc il Gran
signore di Costantinopoli, sebbene in qualche solennit grande
ed in giorno di estraordinaria allegrezza si dona libert a 40 o
50 di loro, maritandole ancora, dandogli denari, vesti e gioje
per dote.
Nel serraglio vecchio, che fu la prima fabbrica Reale, che fond
Mehemet II, di giro d'un miglio, saranno da 400 donne,
dismesse ed altre schiave delli Sultani morti, le balie dei
Principi ed altre, che per castigo o per mortificazione ivi si
rinchiudono, tenendo ogni una di loro gioje a parte e denaro
nascosto, che in tempo delle loro maggiori prosperit, seppero
con arte ed ingegno guadagnare e rapire. Da questo luogo
dunque erano soliti sortire discorsi e novit per fomentar le
milizie, nutrendo corrispondenze secrete con li Ministri deposti
e fatti musuli, tutto in ordine di battere e screditar il governo,
sollecitate dalla propria ambizione per reggere e dominare,
procurando con tali emozioni d'innalzare al trono imperiale li
Principi cadetti loro figliuoli. Pure nel serraglio d'Andrinopoli vi
saranno altre 300 donne, accrescendosi ogni giorno pi il
numero, per ivi ritrovarsi le Regine e le Casachi favorite, che a
gara l'una dell'altra fanno con stimoli forti sentire
all'intemperante Re il rigore delle loro fiamme: che sar
sempre giustizia, che un tiranno tormenti l'altro.
Tutte queste donne dunque sono indifferentemente guardate
da truppe molteplici d'eunuchi negri sino al numero di 400, che
sono immagini dello spavento e del terrore, venendo la
maggior parte di costoro da Barbaria ed altri d'Egitto rasi e
stranamente mutilati, consistendo la loro bellezza nella
deformit, perch li pi brutti e scomposti sono dall'universale
stimati li pi belli e graziosi. In somma sono Cerberi crudeli,
latranti appassionati, invidiosi, maligni, che sempre inquietano,
gridano, e concitati odiano tutto, non conoscendo altro respiro,
n altro cielo, se non quello che spira e influisce variet e
incostanza nel serraglio, e sotto pretesto di fedeli indagatori e
puntuali alle guardie, battono feriscono, chi ammette le riserve
e chi passa il limite alle soglie profane. V' un altro genere di
mezzi uomini oziosi, superflui dalla natura negletti, ma
altrettanto osservanti e osservatori nel serraglio, bench in
qualche numero riformati, che sono li Zuz-Dilsii, muti, nani e
buffoni coi quali il re si diletta, e lo servono di prendere li
memoriali dal popolo, quando esce al venerd alla Moschea;
con questi si compiace la Maesta Sua di parlare con taciturno
linguaggio, e lo fanno con tale prontezza e facilit, parendo
che con le mani e con gesti articolano le voci, mentre la
grandezza dei Sultani fu sempre solita nel contenersi a
profferir parole, mantenendo il rispetto e sostenendo quella
gravit, che se non continuata nel Principe, non punto
stimata, n giovevole. In questo nicchio ristretto mi sar
permesso di collocare il nuovo nome di Cassun Cingi, zingano
ballarino, che invaghito il Sultano, nelle feste delle nozze del
taglio, della sua agilit, l'introdusse in serraglio, lo dichiar
favorito e dal favore pass in momenti nella pi distinta
confidenza, ancorch costui sia d'infima ed abietta estinzione,
nato di zingano e di madre incognita; tuttavia le sue maniere
sono teneri, insinuanti con attrattive efficaci nel parlare e nel
modo dolce e begnigno di conversare, che di gi si trova
avanzato in ricchezze ed in ogni sorta di prosperit, dove sotto
questa torbida impensata innondazione delle regie
compiacenze, resta ogni altro favorito obliterato e sepolto,
avendo la di lui sagacit fatta divenir arte quella che per prima
veniva chiamata semplice fortuna; sicch il fermar l'acqua che
per forza o per natura cade veloce non sarebbe impedir la
corrente ma violentarne l'impeto ed accrescer il pericolo con
danno maggiore: in somma tanto pu la fortuna in quel paese,
che dalle miserie al colmo delle grandezze solleva, e anche
dalle felicit al precipizio sommerge.
All'opposto con sopraciglio riguarda, tratta e comanda con
rigore gl'altri eunuchi bianchi, che in numero di 32 Agalari, e
sino ad altri 100, che pure da Barbaria vengono trasportati in
tenera et, sono allevati con lo studio dell'Alcorano e con altri
esercizii possono con la buona educazione pulire i diffetti pi
rozzi della natura, giungendo pure questi ad esser direttori
delle quattro Od, ossiano camere del Regio servizio, sicch
dall'ultima, che la suprema principiano a conversare coi
grandi del serraglio con li Bass di fuori, entrando nella
camera reale, sino al numero di 60, e sono degli pi attivi,
modesti e disciplinati, in et di 30 anni in circa, tra quali ne
restano sei prescelti ed ammessi nella maggior confidenza
come degl'eunuchi bianchi. Quattro sono le cariche
riguardevoli pi vicine al Sultano: Scilitar Ag, che porta la
sciabola. Zoccadar Ag, che porta il giamberluco. Rechiptar
Ag, che porta il calamar, Dulbent Oglani, che porta il
turbante. Duganzi Bass primo de' falconieri, e Carri Chiajssi
custode del tesoro di dentro. Questi con altri sei s'uniscono
sino al numero di 12 e s'addimandono bisaczi per la postatura
del coltello lungo e sottile, a differenza di quelli che sono in
attuale servizio.
Anche degl'eunuchi bianchi, quattro sono le cariche
riguardevoli e pi vicine al Sultano. Il primo il Capi Ag, che
capo della porta del serraglio; parla a voglia sua al Re, e
sempre gli accompagna le lettere d'importanza, gl'avvisi
secreti, li memoriali di stato, e li pi gravi negozii passano
prima per le sue mani innanzi di arrivare alle orecchie del Re.
Il secondo il Casnadar Bass, che dall'Imperator Solimano fu
istituito ad honorem. Tiene il nome ma non l'esercizio; non
tocca danaro avendo la direzione e comando sopra tutti gli
operari che lavorano nel serraglio per le persone Reali. Il terzo
il Chilergi Bass gran dispensiere della tavola, e
sopraintendente di tutti li regali, mangiativi, zuccheri, odori,
che dall'India e di Cairo capitano in serraglio. Il quarto il
Serai Agassi primo maggiordomo, essendo la di lui incombenza
di riveder tutti gl'appartamenti, provveder a quello occorre, e
comandar a tutti gli altri officiali subordinati. Questi tre ultimi
per non parlano al Re, se non interrogati per le loro cariche.
Per uscir dunque fuori, Serenissimo Principe, da questo
serraglio incantato (che un laberinto d'orrori ed inganni, un
fascino mostruoso, nel quale vi si perde la memoria e
l'ingegno), far passaggio alla sfera pi alta de' riguardevoli
Ministri, convenendo per ogni rispetto parlar prima del Muft,
ch' capo ed interprete dei punti ed articoli dell' Alcorano.
dunque lo stesso Muft superiore all'ecclesiastica disciplina; ma
per dire meglio empio custode e zelator falso della legge,
stimato dal Sultano, che sempre in piedi lo riceve, e da' popoli
venerato. Era la dignit in vita, e alle volte al primo visirato
passava; ma Sultan Murat ad esempio d'Augusto Cesare, che
conobbe esser opportuno e conveniente d'unir le due supreme
potenze spirituale e temporale, sacerdozio e regno, prese e
usurp il titolo di Sommo Pontefice, cos con novit non pi
udita tra Maometisti rap quello di Vicario di Dio, e nello stesso
tempo priv di vita Cussein Effendi allora Muft, che seguitato
poi l'esempio da Mehemet regnante fece morire in Bursia
Hazesade Effendi Muft di conosciuto valore, sicch resta al
segno maggiore diminuito il rispetto, e disautorizzata la dignit
del sacerdozio profano. E se li Romani non lasciavano mai
montar a cavallo li sacerdoti di Giove, volendo inferire, che
non si doveva permetter autorit nel temporale
agl'ecclesiastici, cos i teft, che sono rescritti o responsi, se si
pu o non si pu, vengono nella giudicatura civile
religiosamente osservati; ma quando il caso non corrisponde al
teft e al quesito legale, li giudici per esser diversa l'istanza,
pronunziano decisioni e sentenza contraria, e pare che questo
scanso si vadi dolcemente introducendo e praticando. Lasciai
alla mia partenza per Muft Al Effendi, che fu Cad dell'esercito
in Candia, uomo dotto, integro, della legge, e che seguita la
sua coscienza, ma altrettanto rigido, austero e abborrito
dall'universale, come mal gradito e ricevuto da' Ministri de'
Principi, non avendo riguardo, n considerazione a niuna
capitolazione di pace stabile e conclusa, giudicando sempre
conforme al rigor della legge e alla deposizione, o giuramento
dei testimonii che lo pi il falso pronunziano, e al pi offerente
si vendono; oltre l'esser inclinato di suo genio perverso pi alla
guerra che pace, e pi facile a pigliar delle risoluzioni, che le
persone savie sfuggirebbero. Tutto all'opposto del vecchio
Mincarizade suo predecessore, il quale in ogni incontro e
cimento sempre sostenne che l'Alcorano imponeva la guerra e
l'esercizio delle armi, quando li Turchi non possedevano Stati e
Dominio, ma ora che con tanta gloria e impero hanno
acquistato bisognava l'una conservare e l'altro sostenere senza
azzardo e pericolo. Tutti gli Ulem poi, che sono quelli della
legge, in pi ordini divisi, devono con prove essere nati da'
Turchi, innanzi essere all'esercizio ammessi. Questo un corpo
unito, valido e da stimarsi, che combatte e confonde pi con la
dottrina, che con l'armi. Al mio giunger a Costantinopoli era
appena aquetato il tumulto e i discorsi repressi, non potendo
soffrire a lungo l'assenza del Re e l'assoluto abbandono in che
rimaneva la citt, dicendo per ch' divenuto spergiuro non
osservando il giuramento, che bisognava il suo matrimonio
ribenedire, che li principi figliuoli non potevano legittimarsi n
all'impero succedere; tuttavolta con la forza si ridussero al
dovere, e restarono da Costantinopoli proscritti tutti quelli ch'
erano fuori d'officio, e si ritirarono nelle case del mar Nero
ingrassandosi d'oziosit. Questa, Eccellentissimi Signori, per
ordinario la peggior sollevazione che nasce tra' Turchi,
perch come abitano vicini e uniti alla moschea di Mehemet,
cos dentro le loro conventicole mormorano e dispongono e
serrando subito li tribunali fermano la giustizia e le leggi con la
violenza, e alle volte per terrore maggiore si fanno lecito di
spiegare con le mani di malcontenti il venerato stendardo
verde del profeta, come cosa di superiore virt e, di somma
riverenza. Tutti li sopradetti e li seguenti ancora, dipendono
dall'autorit del Muft, cio li giovani studenti di Costantinopoli
si chiamano Mudens, gl'Imani sono Parrochi, li Talismaij sono
Ministri intelligenti, che cantano dentro le moschee, li Mesini
sono quelli che gridano, e vociferano le orazioni sopra le torri,
li Cad sono giudici ordinari, due sono li Cadileschieri, il primo
di Grecia, il secondo di Natolia, seguitano sempre la Corte, e
come giudici militari intervengono e sedono in Divano sopra li
Bass, tengono turbante privilegiato, e negl'anelli grandi i loro
nomi colpiscono con parole, come pratica solamente il Primo
Visir. Li Dervis sono santoni: li Eremiti vanno ignudi, e con
ipocrisia stentata camminano per le ville e per le citt
questuando: gl'altri si ricovrano nei monasteri a fare esercizi
spirituali il marted e venerd. Due altri ordini pure sono a
parte, cio l'Emiri, che con lane verdi nei turbanti pretendono
essere discendenti dal profeta, e si chiamano Seidi, che vuol
dire martiri. Questi saranno in Costantinopoli tremila col loro
capo Nachip Effendi, che li regge come giudice, o Mus,
essendo in credito e riputazione, intervenendo sempre nelle
pubbliche funzioni. Queste teste verdi sono dall'universale per
ventose e per pazze tenute, e certo che li loro portamenti,
azioni tetre ed oscure fisonomie potentemente lo dimostrano,
non isdegnando ad ogni incontro essere testimonii falsi e
mendaci. Il Gran Signore per usa con loro tratti di cortesia e
di benignit, dandosi ogni anno 4000 reali per dispensarsi
indipendentemente tra loro e a quelli che presentemente in
Costantinopoli risiedino.
Nell'altro ordine sono li procuratori delle Moschee chiamati
Mutesiol, e questi dal Chislar Ag eunuco moro dipendono.
Sola la moschea di Bajazet Secondo, che la pi ricca e
opulente resta al Muft raccomandata, tenendo in assegnazione
quantit di terreni dalle parti d'Asia e Europa chiamati nella lor
lingua uscuf, sopra dei quali livelli perpetui si fondano, non
potendo esser dal Re pigliati, non sottoposti a debiti, e non
passando in linea traversale, ma nella sola dritta maschile, la
cagione e il riguardo che pochi applicano a comprarli.
L'entrate poi s'impiegano fruttuosamente nel mantener le
fabbriche, nel sostener li Ministri, nell'alimentare e educare li
figliuoli, nel provveder al consumo d'oglio, spese ai pellegrini,
bagni per l'abluzione e altre opere meritorie e di carit; ma
non con troppa carit, se sopravanza denaro, lo danno ad
usura sopra bagni a 12 e 14 per cento. Il vero che le
fabbriche di queste ample, sontuose e magnifiche Moschee
sono tutte erette con spesa immensa, conforme al decoro, anzi
la gloria di s eccelse fabbriche daranno testimonianza
perpetua alla posterit della loro grandezza.
Non possono per in quelle intervenire in tempo d'orazione le
donne, conforme l'Alcorano, e come non hanno in paradiso
d'entrare, non godono che la vita presente temporale relegato
dopo morte le loro anime in certo luogo dove non sentiranno
n bene n male. Le Moschee dunque sono dagl'Imperatori
trionfanti fondate, e le memorie chiaramente lo mostrano.
Meditava pertanto Mehemet regnante di fabbricarne una a
Concap, dalla parte della Propontide, e si potrebbe l'impiego
sommamente bramare, perch in un'opera maestosa si
divertirebbe, ricercandosi non meno oro, che tempo, e nel
consumo dell'uno e dell'altro forse dalle molestie e dagl'insulti
resterebbe esente ed illesa la Cristianit, mentre Dio pietoso
permetter un giorno che quelle Moschee, nidi ripieni e
ricettacoli infetti di tutte l'imprecazioni pi odiose e esecrabili,
restino da culto Divino purificate, mentre con cerimonie
barbare funestano gl'altar, in luogo d'adorarli, a segno che ne
anco possano riverir la Religione se prima con la scelleraggine
non l'hanno violata.
Dovendosi ora della persona d'Acmet Primo Visir discorrere,
conviene che brevi parole precedino di Mehemet Chiuparl suo
padre, il quale nel 1655 entr nella privanza, e visse in quella
sette anni, morendo con nuovo esempio nella Casa Reale degli
ottomani e nel musulmanesmo, lasci della fortuna, della
carica, del favore erede il predetto suo figlio, con una
osservazione la perniciosa, la pi maligna, che giammai a suoi
danni avesse la Cristianit ricevuta, perch anche in altri tempi
Mehemet fu Primo Visir di tre imperatori, Solimano, Selin,
Amurat, ma non lasci a sua disposizione il favore. Nacque
dunque il Visir a Chiupusli, piccola villetta della Natolia,
essendo oriundo albanese. Tiene per moglie una donna
ordinaria, non avendo voluto a sultane sottoporsi, n
apparentarsi con sangue reale. Non tiene posterit, n
speranza d'averla, ma in ogni ordine circondato da parenti,
tutti di feudi provveduti e dispensati dalla munificenza
imperiale. Fu del padre da principio per la via della legge e
dello studio incamminato, ma il suo ascendente ad altro
cammino rivolto, avendo dalla puerizia sino alla giovent,
provato in tutti gli incontri felicissimi successi; ottenne li
bassalaggi di Damasco, Aleppo, e il Caimessa nato di
Costantinopoli, e entrando in grazia l'anno 1662, fu al supremo
grado destinato con titolo il Primo Visir, che in Divano capo
dei consiglio; in citt Luogotenente generale, e negli eserciti
Vicario e Dittator della monarchia. A lui si diede il sigillo d'oro
che venerato continuamente al collo si porta, dentro del quale
v' il solo nome del Sultano scolpito. Vuole per la Maest Sua
essere di tutto informata, che del Visir si loda la prudenza
negl'uffizii, la desterit negli impegni, e tutte quelle gran forme
che stabiliscono una esperienza virtuosa in mezzo alle
fluttuazioni degl'affari tutti scabrosi e profondi nel secreto e
nell'artifizio. Ora in Andriopoli intimandosi guerra, esponendosi
l'asta caudata, il pubblico Divano s'intermette riducendosi il
Bass nella sua casa, e con deposizione sommaria e verbale di
due testimonii, le sentenze pronunziano. Ritrovandosi dunque
in questo posto cospicuo sono ormai 14 anni, che assueffatto,
anzi radicato nel superiore comando, che merita piuttosto il
nome di potenza che di autorit, sussiste nel decoro e nella
gravit de' maneggi in et di 42 anni. Ha studiosamente
nell'animo del Re sempre insinuato non esser bene la
mutazione frequente di cariche nel governo, e principalmente
quella di Primo Visirato, e certo, che come la massima riesce di
sommo estraordinario profitto a Musulmani, altrettanto
pregiudizio sensibile a tutte le franche ed estere nazioni.
vero per che a tale sagace abilit unisce il proprio interesse in
sicurezza e riguardo; perch sapendo il genio e la propensione
del Re a non ripigliare la stanza di Costanopoli lo riconferma e
trattiene nella primiera fissa opinione, mentre la Maest Sua
vive con libert intiera e fuori d'osservazione, ritrovandosi il
regio serraglio in grandi pianure disteso, bagnato in pi parti
dal fiume Tunza, o trattenendosi nell'altro nuovo d'Acrubnar,
cio acqua bianca, tre ore lontano d'Adrianopoli, eretto con la
spesa di 200 mila reali.
Ma riflessioni politiche a pi alto segno si estendono, mentre
con l'assenza sua dalla reggia le milizie disunite, snervate le
guardie, ridotti li Giannizzeri a numero debolissimo di due
mille, che con la gente di servizio del regio serraglio, e con le
corti del Visir e dei Bass, possono ad ogni torbido atto con
vigore supplire, oltre che a Costantinopoli ritornando, sarebbe
costretto a levar molte delle contribuzioni introdotte, senza
delle quali gravose riscossioni non potrebbe certamente
sussistere, n resister alle spese. Contottoci l'universale dei
popoli e di gente pi discret e, civile discorre e conferma: che
il Sultano non deve e con pu, senza impegno dell'armi
allontanarsi di continuo dalla reggia e dal trono: per questo
innalzarsi delle voci, inasprirsi i clamori, dolendosi e
contristandosi che in assoluto abbandono lasci l'imperiale citt,
la sede dei Monarchi ottomani all'arbitro delle rapide incursioni
de' Cosacchi, indifese le Moschee, obliterati li sepolcri de'
maggiori, incustodito il tesoro, sprezzate le delizie del mar
Nero, e rese inabitabili, solitarie e selvaggie le stanze pompose
e dorate di cospicui serragli; il Visir per con avvedutezza e
con desterit singolare studia di coprire l'ommissione,
divertisce il discorso, e differisce a tutta forza e potere
l'impegno, anzi con nuova forma inventata dalla sua prudenza,
senza sparger sangue, n render il Re odioso e crudele,
impone per penitenza all'accidia degl'oziosi di transferirsi in
pellegrinaggio alla Mecca, e visitare in Medina il sepolcro del
profeta. In tale pacatezza di governo gode i ricchi
appuntamenti delle regie entrate, rilevanti a 400 mila reali,
oltre li estraordinarii per grazie concesse per castighi rimessi,
per onori impetrati e cariche dimesse. Pare per che dopo il
ritorno suo di Candia si sia dato al risparmio e all'economia,
anzi dato in preda all'avarizia, la quale d'ordinario con l'et e
con il comando s'accresce, tenendosi da uomini pi ben
informati, che sopra ad un milion di zecchini nelle botteghe
della nuova moschea siano riservati e custoditi, oltre la
quantit di gioie e argenti ereditati dal padre. Ci non ostante
li suoi partigiani e dipendenti pubblicano il contrario,
conoscendosi per tante prove, che il danaro soverchio e le
decantate opulenze nelle mani dei Visiri sono e saranno
sempre la causa della perdizione delle loro teste infelici. ben
vero per, che la spesa trascendente, eccessiva, continuata
e pesante secondo il lusso moderno e la pratica dei tempi
presenti, perch, di sua borsa sostiene 100 agalari d'onore,
Alimenta 300 persone di servizio, paga in tempo di guerra 30
mila soldati, e provvede a 4000 cavalli e camelli nelle stalle e
nel serraglio suo, che poco dissimile da quelle, vivendosi con
dissoluta brutalit, aver da 80 donne comprese le schiave,
che pur numero moderato per non aver posterit n
applicazione. Non tiene pi moderazione nel bever, che a
dismisura nella conversazione si perde, facendosi infermo per
compiacersi, e per corregger il trascorso del vino, eccede in
rimedio peggiore con acquavita, rosoli in ghiaccio, che lo rende
gonfio alla testa, e qualche volta lento nelle operazioni.
Il Re lo compatisce, osserva e dissimula, non incliando di far
mutazione in questa crisi di guerra atroce e di varii accidenti,
fermato il rigore contro di lui in tempo dell'emozione dei Spahi
e Giannizzeri al Danubio, tuttoch sopra tali scandalose
inavvertenze non mancano per nel serraglio lingue malevoli
occupate ed intente a demolire quella trascendente fortuna.
Che fortuna troppo grande sarebbe di mantenersi illeso
dall'insidie, e riservato s'appoggia e si trinciera con l'autorit
della Valid Madre Regina, e all'ombra del negro Chislar Ag,
offerendo generosi regali e presenti, ben sapendo che non v'
azione pi dolce tra' Turchi, pi grata e applaudita tra tutte le
nazioni, che quella di ricevere e pigliare, che forza occulta e
potente incanto quello del donare, al quale niuna cosa per
riservato che sia pu resister e difendersi.
Col Bailo dunque di Vostre Eccellenze tratt sempre dai primi
sino agl'ultimi giorni con placidezza e cortesia, e da tante sue
lettere trasmesse a piedi della Signoria Vostra aver potuto
comprendere il gradimento, la misura in che si ha contenuto
ed espresso, e certo che da qual si sia Ministro in Cristianit e
da quelli nelle legazioni da me praticati non avrei saputo
d'avantaggio desiderare, perch n avanie, n violenze, n
esborsi, n minaccie m'hanno il Ministerio intorbidito. Solo nelli
due primi anni le temerarie insolenze dei Corsari, le perfidie
de' sudditi all'isole, gl'inganni nei porti e nelle spiaggie aperte
del Levante mi diedero qualche disturbo e pensiero; ma
sincerato delle candide operazioni e della pace costante, che
dal canto di Vostra Serenit si manteneva, non alterandosi una
sola sillaba de' trattati stabiliti, non prest orecchio a false
doglianze, a insulse malignit, donando intera credenza alle
mie attestazioni: e se si potesse dar fede ad un turco infedele,
direi a Vostre Eccellenze, che ad esempio degli altri favoriti e
di cospicui Ministri brama sopra modo che la pace da lei
giurata e conclusa resti con tutti li mezzi convalidata e sicura.
Tal la massima con che si dirige e governa, e che con tutta
l'attenzione e riscontri ho potuto penetrare e scoprire,
dipendendo da questa il riposo e la quiete della nostra adorata
patria e sospirata libert, pregando Dio Signore che questi
siano presagi di verit infallibile, e che qualche impensato
accidente fatale e funesto, non rendi deluso il mio
ardentissimo zelo, essendo purtroppo varie e incostanti le
vicende del mondo. Degli altri sei Bass Visiri che sedono alla
Banca, parte sono creature e congiunti del Primo Visir, anzi
con duplicate cariche al Divano intervengono; introduzione
nuova, che in poche testo il Ministero restringe, che il
vassalaggio innalza, e non moltiplicando in persone superflue
aggrega a se il concorso de' voti e della dipendenza.
Primo in ordine si ritrova Mustaf Calagl genero di Sua
Maest, il quale entra a suo gusto in serraglio, e comand il
Sultano al Visir, che non parlasse di lui, essendo solo dedito a
trattenersi con donne, natigli dopo il suo viaggio in Polonia
otto figliuoli in un mese; insomma se nel favore entrasse il
lusso, la licenza, il libertinaggio di Sultan Ibraim ritornerebbe,
essendo prodigo nel donare quello degli altri, ricevendo oro
non per accumulare, ma per disperderlo tra' serragli non
conoscendo ritegno.
Per secondo vi Car Mustaf, detto Caimacan fu Bass in
Silistria, general in Valacchia e parente del Visir, nella di cui
assenza e lontananza in Candia, poteva in sua vece
subentrare, ma pot resistere alle tentazioni della vanit.
Costui mand a Dronzesco il Sanzacco, e ricev sotto la
protezione li ribelli Cosacchi, ci non ostante si suol dire, che il
mal fare non perde tutte le volte il malfattore. per genero e
favorito del Re, ed uomo ardito, violento, orgoglioso e feroce,
ma altrettanto in ogni negozio facile e intraprendente, e chi
s'appoggia a lui s sostiene e s'innalza, essendo avido oltre
misura d'argento e di danaro.
Per terzo vi il Iusuf Ag, che nel giro delle principal cariche
si trattenuto con li Bassalaggi di Filipopoli, di Bostanzi Bass,
e per due volte Camacan di Andrianopoli con la Valid,
soggetto severo, sostenuto e con apparenza di giusto.
Per quarto vi Mehemet Defterdar di lucido ingegno, parlar
pronto, e memoria profonda: scrive, discorre, e nello stesso
tempo comanda e dispone; ma oltre la credenza si fatto ricco
e potente amministrando una carica gelosa, importante, dove
tutto quello che gli dona la mano lo pu pagare la testa, e
nella deputazione al governo del Cairo convenne affatto offerir
oro per non sparger sangue.
Per quinto vi il Nisanzi, uomo di scarsa presenza e di poca
elevatura: fu primo paggio del Re che portava il calamaro, e
sopraintendente segnando tutti gl'imperiali comandamenti, ma
povero e di ristretti appuntamenti, sebbene la povert non
deve essere biasimevole, perch dono di Dio, e la ricchezza
dono di fortuna.
Per resto vi Ibraim Bass, che da piccioli impieghi passato
alli maggiori di scrivano, Chiajn del Visir bass in Aleppo e
Cairo, e al presente Serraschier generale degli eserciti in
Polonia, essendo di corporatura pingue estraordinaria, ricco
all'estremo, e ben disposto agl'interessi della Serenit Vostra.
Tutti li predetti Bass hanuo li loro assegnamenti in feudi regi,
che possono annualmente rilevare dodici somme d'aspri, che
sono undici mila reali in circa, e se l'amministrazione de'
governi passati, e la speranza de' nuovi non rinfrancasse e
soccorresse, non potrebbe alle spese eccedenti della guerra
sussistere, n provvedere al mantenimento delle loro corti e
serragli. Tra loro per hanno introdotto di rispettarsi e
onorarsi, allontanandosi dalla prima rigida e severa
instituzione, conoscendo per prova che mantenendosi in tal
forma, continuavano nel colmo della maggior estimazione.
Insomma tutti li principati hanno le loro alterazioni che
finalmente in deliquii e svenimenti declinano.
A questi susseguita Al detto Chiossel capitan del mare, e fu
Bass di Morea. Siede per carica nell'ultimo luogo in Divano,
ma tiene gran posto in serraglio, con corrispondenze malevoli,
tuttoch intieramente non si faccia della partita del Visir.
vero per che le sue corse sono fortunate, e per lo pi il suo
ritorno acclamato, ma il mar della Corte pi del mar comune
incostante, e quanto pi da vicino si scopre, tanto pi il
naufragio pericoloso. Con questo Ministro ho tenuta e
accresciuta confidenza con bastante profitto; con Barbareschi
m'ha agevolato riscossi e avvertenze alla Corte: con
Dolcignotti e Castel Nuovo mi offerse di spinger squadra
volante di galere del Golfo. Vostre Eccellenze ne restarono
informate, e furono con la loro matura prudenza le mie riserve
approvate, non soffrendo l'indennit di quell'acque difesa
straniera, n introdur armi barbare rinforzate in punto di
civilt, essendo quel dominio la pi antica venerabile eredit
della corona, anzi il pi sacrato vincolo della pubblica libert.
Chiude adunque il numero delle quattro cariche importanti
della monarchia Ibraim Bass, per la quinta volta Caimacan di
Costantinopoli, uomo di riguardevole presenza, di genio dolce
e placido costume.
Tiene in moglie la Tel Sultana matrigna del Re, e come che la
carica straordinaria e di volontario interregno, non tiene
stabile appuntamento; ma dodici mille reali se gli esborsano
all'anno, calcolandosi che pi di settanta mille gl'entrano
d'incerti, e pure da questo terzo Caimacan ho ricevuto
accoglienza benigna e pronti favori.
Anche con Osman Bostangi Bass introdussi confidenza, e
l'averei a misura del bisogno accresciuta, come
gl'Eccellentissimi Baili precessori abbino sempre con attenzione
osservato questo guardiano degl'orti, perch nel caichio serve
di timoniere al Re, e pu a suo gusto e nelle occasioni parlare
alla Maest Sua, cos ora per l'abbandono della citt e
lontananza di Corte cess l'incontro, mutandosi per lo pi
l'ordine delle cose, e pare piuttosto che il Bostangi Bass del
carico di preposto alla coltura del regio giardino passi
facilmente alla signoril prepositura del Caimacanato di
Costantinopoli.
Con Mustaf Reischitar, ossia cancellier grande, che nelle vene
e nella lingua conserva sangue e idioma spagnuolo, ho potuto
stringer amicizia e ricavar comandamenti a mia intiera
disposizione, sempre esprimenti il maggior onore di Vostra
Serenit, come si veduto nelle risposte del Gran Signore e
Primo Visir alle credenziali di Vostra Serenit: tuttocch li
registri antichi della Repubblica si siano perduti, si conviene
per con il Bailizich, e cancellier inferiore renderselo benevolo,
perch nelle occasioni tutto aggiusta e facilita.
A questa sfera superiore dei Bass sedenti sotto la cupola, ne
conseguita l'altra delli tre principali Bassalaggi della
monarchia, che sono Cairo, Babilonia e Buda, portando ogn'
uno di loro sopra turbante il pennacchio come pratica il Gran
Signore; ma all'ingi, chiamandosi Sultano, solamente quello
di Cairo, come dell'Impero rappresentante, e gl'altri due come
custodi e sentinelle fedeli avvanzate ai confini di Persia e della
Germania.
Per sostener questa pompa e decoro vi si ricercano entrate
corrispondenti e oro infinito, che sar il secondo punto
proposto all'Eccellenze Vostre. Senza riandare quelli canti
modi, che sono da Principi praticati in generale per accrescer li
loro erarii, perch il solo testatico introdotto vale e sormonta
pi di tutti gli altri, e di questo giro e raggiro resta il Casn di
fuori composto, del quale direttore il Defterdar dell'ordinarie
e straordinarie occorrenze, e di tutto l'argento, ch' esatto
dalle provincie soggette. Conosciuto dunque l'oro per splendor
della Religione, ornamento del Principe, sicurezza de' Stati, la
di cui sussistenza e vera base l'aver un buon reddito certo,
durevole e proprio patrimonio fondato e stabilito, dir esser
questo nell'Impero ottomano l'assegnazione dei timari, ossiano
feudi, che sono terreni del Gran Signore dati alli Spahi, milizia
a cavallo, come ad usufruttuarii, calcolandosi che per il valore
di venti e pi milioni furono fatti gli estimi a tasse basse.
Questi timari dunque saranno dodicimila in Europa, e
trentamila in Asia, dividendosi in timari da spada, che vagliono
reali duecentocinquanta d'entrata, e in timari Ziamet da libro,
che vagliono dalli cinquecento sino alli seicentomila reali, oltre
li timari di Chas, che non eccedono il numero di quaranta; ma
rilevano a trenta o quarantamila reali d'entrata l'uno, i quali si
donano alle Sultane, alle sorelle del re si distribuiscono, e li
Bass si provvedono; sicch li predetti venti milioni d'oro, che
da' terreni si riceverebbero restano nella forma stessa
assegnati, e tale assegnazione, non ha principio di dubbio che
sorpassa per di sopra a tutte l'altre dominazioni del mondo. Si
giudicava poi che del rimanente avesse il Sultano d'entrata
forma dieciottomila borse all' anno, che erano nove milioni di
reali, ora si riducono a sette per opinione dei pi savii e de' pi
esperimeritati.
Per venir dunque all'individuo della materia dir, che questi
milioni di rendita in gran parte si ricavano dal carazzo, ch' di
due sorti: cio dalle ville obbligate, e dal testatico di tutti li
forestieri, eccettuati li Munsulmani; e l'esser quella la gravezza
preeminente essenziale, che non ben equilibra in cristianit, o
non s' impone, o per difetto d'eguale riparto non si pratica. Li
pi angariati sono gli Armeni, che pagano cinque reali per
testa all'anno, li Greci quattro ed uno pi se tengono moglie,
principiandosi la contribuzione da dodici anni, e gl'Ebrei
corrispondono in corpo novemila reali di carazo, che con altre
imposizioni arrivano sino a quarantamila reali all'anno. Pure
non restano esenti da carazzo le donne, e gli uomini schiavi,
che sono al servizio nelle case franche, eccettuati li esenti,
obbligati li padroni di pagare due reali e mezzo per testa,
essendovi il Carazzaro a ci deputato che indifferentemente da
tutti il danaro riscuote.
Parler pure delle dogane e dei dazii sottoposti all'Emir
Grande, de' quali ricava da Costantinopoli
duecentoquarantamila reali. Smirne centoventimila chalimie,
ossia sottoscrizione, centomila penzich, cio dazio dei
quarantamila Schiavi, che sono in tutto cinquantamila reali. Vi
era ancora il dazio del vino, che per Costantinopoli si esigeva
in ottantamila reali, e con li Vaivodalich dentro li castelli,
compreso Adrianopoli altri duecentomila reali, importava; ma il
Re osservante nella legge lo proib con divieti severi, tuttoch,
li ministri subordinati rallentano il rigore, per provecchiarsi,
essendo incredibile il consumo che si fa di vino in quella citt,
mentre i Turchi incontinenti lo bevono a saziet, esponendosi
sempre ad ogni cimento d'ubbriachezza, come tutte le altre
nazioni del Levante, che non solennizzano feste, non chiaman
conversazioni, non felicitano sponsali, se l'eccesso del vino non
palesa con calore l'allegrezza e il contento. Non ommetter la
vendita di quelle cariche inferiori in Costantinopoli, e nelle
convicine provincie, che al solo Defterdar appartengono, il
denaro delle quali entra secondo le tariffe nel Regio Casn, che
sono Vaivodalich, Musselemi, Miniere, Dazieri, Carizzi, Bass:
poi di Seda in Boria, e bollo di Zambelotti, e monaziari in
Angari, che solo importa ottantamila reali, sicch unite
rilevano a pi d'un milione d'effettivo contante.
Qui subentrano in ruolo le protezioni e i tributi dei Principi, che
quella suprema potenza, che al maggior segno
dell'estimazione la monarchia innalza, essendo il Sultano
assoluto indipendente Signore, che dopo Dio non riconosce
alcun altro, che la spada tagliente. Tributaria la provincia di
Valacchia con centocinquantamila reali all'anno, oltre li regali
forzosi nella nuova elezione principe per dispensarsi in dono al
Re ai Visir e inferiori ministri, che rilevano altri
duecentoquarantamila reali. Della Moldavia settantamila, e
altri duccentoquarantamila ne' donativi. Della Transilvania
centomila e altri trentamila ne' presenti. Da Ragusi dodicimila
zecchini, che sono trentamila reali, con altri pochi regali alle
Sultane e Bass. Dal patriarca greco di Costantinopoli, per
conservare il privilegio della dignit e il nome nella sua chiesa
dodicimila oltre pi di cinquantamila di donativi in nuova
promozione. E dal patriarca povero armeno, che vive
d'amministrazione di Sacramenti e Battesimi, iniquamente
mille migliaia di reali all'anno gli estorquono. Nelle protezioni
di Giorgiani dipendenti si gode dell'alto dominio col ricever
Ambasciatori, con Schiavi e Falconi. Con Mengrelli, donativi di
tele, sede in ogni puntuale triennio. Vi sono per ultimo
imposizioni e gravezze, che come gravi e pesanti restano
addietro, caricandole sopra li popoli in forma d'ordinarie ed
estraordinarie contribuzioni; ma pare che le prime siano dalli
principi del nostro secolo vilipese e sdegnate, non
corrispondono punto alla grandezza de' loro animi, e da loro
impegni obliterata quella moderazione e avvertenza politica,
che li sudditi fossero benestanti e opulenti, ma ora li vogliono
smunti, deboli e fiacchi, esigendo in pace tranquilla quello che
pagavano in tempo di feroce guerra. Pagano dunque tutte le
contrade e parocchie delle citt l'avaris, che vuol dire
accidentale gravezza, ma in uso convertita la contribuzione,
applicato il danaro al Defterdar alle spese pi urgenti del
serraglio, e seguitando il chiurez, che il danaro per li
gabinetti, questo viene indifferentemente corrisposto da tutti
gli ordini delle case e condizioni di persone (eccettuati i Turchi)
pagando dal mezzo reale sino alli venti per casa. Da tutti si
riscuote pure la decima dei terreni in campagna di formenti,
orzi, migli e vigne, sicch per esiger queste gravezze si
tengono in venerazione que' due antichi e potenti Dei di
Temistocle, amor e forza; ma ben vero, che alle volte
rispondono i popoli soverchiamente angariati d'aver in difesa
due altri Dei pi valorosi, che sono povert e impossibilit
patenti.
Tre sono poi li sussidii estraordinarii, che si mettono solamente
in tempo della marcia e visita del Gran Signore agl'eserciti; e
ancorch si pretende di mitigar il dolore del peso con la
convenienza del nome, essendo il Nusul per provvigione del
foraggio, il Casma Chiucch per riparto di zappa e badile sopra
tutte l'arti, il Sursar per li viveri e mantenimento delle milizie,
e questa la pi abbondante riscossione che il publico erario,
riempia, ma la pi rovinosa a' popoli, ricavando dodici mila
borse che sono sei milioni di reali, senza de' quali non
potrebbe la Corte per le gran spese accresciute sussistere, e a
questa strepitosa cavata niuna monarchia della terra s'avvicina
e approssima, imponendosi per via d'aspri, che si chiamano
del castrado obbligati i luoghi e le ville, secondo i loro riparti di
condurli all'armate, dove per le spese di condotto e uomini, e
per la lontananza si calcolano dieci reali per castrado,
riscuotendos il danaro per parocchie e per arti.
La citt per di Costantinopoli rest libera dell'estorsione, non
con altro riguardo, che li pi autorevoli non impediscano la
riscossione; ma appunto succede come al corpo umano, che le
parti superiori, pi nobili e vigorose, tramandono i soverchi e
nocivi umori alle parti basse pi deboli ed inferme, che poi
degenerando col tempo in enfiagioni o posteme, infettano alla
fine i membri e la massa del sangue. Per prova di ci sono
nell'universale ridotti li popoli ad estrema necessit, non meno
a povert e miseria giunti gl'abitanti, perch quelli che al
negozio sono dediti, restano dal traffico e dal commercio
abbandonati, mentre li drappieri mercanti non vendono, gli
altri della seda non proffittano; gli orefici non travagliano, li
gioiellieri non esitano, gli Armeni non contrattano, e gli Ebrei
con li loro soliti inganni non stringono sensarie; certo che la
citt di Costantinopoli, che in se stessa racchiude un gran
pezzo di monarchia resta disertata e desolata insieme per
l'estorsione a sudditi aggravati e per l'avanie frequenti
insopportabili de' ministri. Gli altri poi, che sono alla guerra
destinati, e che la licenza della professione li rende pi
insolenti e pi stimati, quando abbino una buona veste, cavallo
e spada, tanto tor basta a campare la vita.
All'incontro per vi del danaro accumulato in grosse somme
nelli basachi e bostangi del serraglio; nelle od dei Gianizzeri;
nei mutevellini delle moschee, e in quelli botteghieri che
s'interessano con diversi generi di mercanzie d'Egitto, riso,
caff e tabacco civanzano di molto. Di pi si sono fatte da
pochi anni a questa parte quaranta o cinquanta case di Greci,
dalli sessantamila sino a centomila reali, col solo negozio ed
usurario imprestido di gioie, danaro e vesti alli Beilich eletti
principi di Valacchia e Moldavia, in ragion di 40 per cento. Ben
vero, che come li predetti principi ereditano l'uno dall'altro la
dipendenza e la schiavit, cos con facilit apprendono il
vizioso esercizio di falsificar le monete d'argento, sopra la
disapplicazione de' Turchi, che nel vasto impero loro non
stampano altra provinciale moneta d'argento che piccoli par e
minutissimi aspri, mentre leoni, isolotte, caragrossi; mezzi e
quarti sono monete settentrionali delle citt franche di
Germania, col terzo e pi di rame. E come tutte le nazioni del
mondo, non dico le confinanti, ma le separate e lontane hanno
nel diligente inganno ricavato essenziale profitto
nell'introduzione di nuove e basse monete, e questa esser la
strettezza del contante, la mancanza del commercio nelle scale
del Levante per lo trasporto in Cristianit di tant' argento
trasfuso. Io veramente tenni discorso in Andrinopoli, e lo
riferir a Vostre Eccellenze, per avere avuto qualche
intrinsichezza nel maneggio, per veder se vi fosse stata
maniera d'introdur li ducati veneziani, principiando mercanti
della nostra nazione a riceverli, spedirli in bailaggio nel
pagamento de' salariati e provvigionati, e ragguagliandoli a
prezzi vantaggiosi per la zecca, s'avrebbe potuto mandarne
per terra con le caravane di Spalatro; ma ritrovandosi i Turchi
in procinto d'uscire in campagna per la guerra di Polonia, ed io
obbligato a Costantinopoli ritornare, non s'avanz la pratica,
ricercando somma destrezza nel maneggio, e tempo
aggiustato per informare con distinzione e pazienza il
Defterdar. Tanto accenno a Vostre Eccellenze per riverente
notizia e per ricavar informazioni da' Magistrati Eccellentissimi
e da ministri di zecca, che ridondarebbe non solo a vantaggio
de' negozianti, ma a riputazione e utile della Serenit Vostra.
A queste immense entrate corrispondono ancora eccessive le
uscite, a gran fossa d'acqua vicina la caduta e profondato il
declivio; si registreranno dunque nel primo rango li
assegnamenti delle persone reali, avendo la Valid Madre
Regina duecentottantamila reali all'anno d'entrata in Asia, ed
altri venticinquemila da ogni principato nuovo di Valacchia e
Moldavia. L'entrata della Kasacchi favorita del Re, di fermo
centocinquantamila reali in Europa, e di donativi incerti altri
centocinquantamila reali, sicch l'obbligo delle predette
Regine, regolarsi l'une all'altra col riconoscer lo stesso Re e
Principi figliuoli, vestire le schiave, adornare le pi favorite, de'
loro serragli, far regali secondo il genio e loro servizio, in
somma soddisfarsi nella moltiplicit di capricci incostanti,
suggeriti da un lungo ozio e dal comando che godono in quelle
muraglie incantate.
Alli Principi fratelli si corrisponde con mano avara e ristretta
inclusi solamente nel trimestre con duecentocinquanta reali
per uno, che li servono a comprare e provvedere dei fiori,
ancorch sperano un giorno di ritrovare in quelli il frutto
desiderato, stante che gli infelici sfortunati non potendo n
scrivere n parlare, esprimono per mezzo delli stessi li loro
affetti e passioni alle schiave, alle donne, tenendo ogni fiore il
suo particolare significato, che legati con colori varii di seta e
aromati, dimostrano meglio le loro tenerezze e sentimenti
nella credenza di una immaginazione depravata; com' a dire la
viola unita con la seta sguarda dinota accarezzatemi presto:
tulipano, senza fermezza: rosa, senza governo: garofolo senza
paglia, schiavit eterna, e simili scherzi. Tutta volta queste
sono cifre del cuore e geroglifici tiranni, che palesano in parte
le barbarie dell'uso, la severit de' costumi e la privazion delle
pratiche e delle conversazioni. Ma, come s'accenn di gi, le
spese esorbitanti, che per le tavole quotidiane che si fanno,
consumandosi in soli odori di signorile superfluit pi di
trentamila reali, ispedendosi quattro cucine in luoghi distanti e
alli quattro venti, quando la Maest Sua esce alla caccia, oltre
il numero trascendente di cavalli per servizio, e ch' ogni giorno
va crescendo, calcolandosi che non bastano a saziare questi
due sregolati appetiti del Sultan trentamila reali, in oltre vi la
spesa continua obbligata di dar da mangiare li giorni del
Divano a tutti li Bass, Ministri e Giannizzeri; finendosi poi le
spese dell'arsenale: gli esborsi alli spahii di paga: li salari a
tutti li provigianti: uomini e donne di servizio, paggi, eunuchi,
struzieri, bostangi, boldazi e altri, che arrivano a pi di
ottomila persone, che tirano aspri giornalieri del serraglio,
sicch tutta questa massa unita rende insoffribile il peso.
Con tale esatta e diligente cognizione, ricavata con tempo,
studio e con somma applicazione, potranno l'Eccellenze Vostre
comprendere il stato di maneggio, la positura degli affari pi
importanti del Gran Signore, che da per tutto il mondo per
prodigiosi risuonano, ma forse in stretti termini colpscono e si
riducono: perch delli tesori passati sotto li defunti Imperatori
restano cos tenebrose le tradizioni e riposte nel profondo di
una incertezza oscura, che nulla si ricava di positivo e sicuro,
ben sapendo ognuno, che Sultano Ibraim per la sua odiosa e
trascurata generosit consum tutti quei tesori, che da' tributi,
donativi, rapine, e dai risparmi pubblici furono dal fratello
Amurat custodti e guardati. Ora Mehemet allevato fra l'armi e
tra gl'incomodi e patimenti delle stagioni nelle pi rigide, aspre
e impenetrabili foreste, ha sempre con ardore proseguite le
guerre contro i Cristiani, testimoniando quelle di Candia,
Transilvania, Ungheria e Polonia, dove nell'armata da mare e
gl'eserciti di terra ha convennto gran danaro profondere, da
che patentemente si comprende, che non vi copia di
contante, riservato, avendomi prima diversi operai greci della
zecca, e il nostro vecchio Coressi scrivano assicurato di vista,
che sotterranea era una stanza nella quale gl' antipassati
sultani riponevano due o tre milioni in moneta d'argento, e che
al presente nulla si trova. A questo passo, deve la memoria
felicissima Vostre Eccellenze sovvenire e sapere, che tre sorta
di danaro risparmia il Re, col quale poi il Casn di dentro
arricchisce, cio li seicentomila sultanini dell'entrata di Cairo, i
donativi per cariche dispensate ai Bass, e poi il fisco de'
ministri morti in governo, e per teste tagliate, essendo il Re
primo e legittimo erede de' suoi schiavi, ancorch fu stimato,
che il colmo della tirannide sempre delle confiscazioni dei
sudditi pervenisse, che dal tribunale del sangue viene
chiamata, essendo stati solamente nel mio bailaggio tagliati
Soliman Chiaja Bass in Asach e Fillari Bass in Balsera. Quello
ricco di quattrocentomila, e questo di sei centomila reali, come
il Chilerzi Bass Eunuco bianco Dispensiere fu spogliato di
trecentomila reali, esiliato a Rodi, e Abd Gianizzer Ag salv la
vita, mitigando la severit del giudzio con mille borse e pass
al governo di Babilonia. In somma le fortune del serraglio sono
passeggiere e violenti, non avendo potuto li miseri il loro
infortunio e disastro evitare. Il vero , Serenissimo Principe,
che in questi ultimi secoli non si sono pi accumulati li ottanta
milioni di Dario, o li cento e venti milioni lasciati da David,
come si legge nella scrittura santa, o gl'altri di Tiberio e
Traiano, che furono dai Cesari loro successori dispersi e gettati
in un anno. Assicuro dunque Vostre Eccellenze che Mustaf
Defterdar risentendosi delle spese nel terzo anno della guerra
di Polonia protest, nei quartieri di Bab Daghi, che il Sultano
non potrebbe continuare, dovendo sostenere l'acquisto con
tant' oro e tant' armi, non ritrovandosi nel Casn di dentro che
diecimila borse effettive, che sono cinque milioni d'oro di
moneta coniata.
Parole che riusciranno potenti attrattive; somme ristrettissime,
e debole fondamento a tanta grandezza d'impero ed a tanta
alterigia della nazione. Alla custodia per di questo sospirato
danaro continuando li tre soliti Casnadari a riservarlo insieme
con tutte le altre sorta di gioie in numero incomputabile,
perch dall'acquisto di Costantinopoli, dal residuo del tesoro
degl'Imperatori greci sino al presente, mai se ne sono estratte,
n per impegnare, n vendere, soddisfacendo alla dispensa di
donativi colla ricevuta d'altri diamanti maggiori. Solo alcuni
diamanti grandi furono da' Sultani grandi per divozione
mandati alla Mecca per adornare la muraglia all'intorno della
cappella del profeta Maometto, come per il servizio de'
giornalieri adornamenti e per le nuove comprite ve ne sono di
60, 80 carati, con altri generi infiniti di pietre preziose, un
numero senza numero incomputabile, avendone io
occultamente veduto la maggior parte nell'uscita pomposa che
fece il Sultano d'Adrianopoli, per attendarsi sotto padiglioni in
campagna. Dalle gioie si potrebbe con buon ordine passare
alle miniere essendo questo il natural alimento dei Stati; e la
solita regalia dei Principi, dicendo solo che in Asia, dalla parte
di Natolia a Costantinopoli a Castomoli ve ne sono d'oro e
d'argento, come in Europa dalla parte di Grecia a Samocoa ve
ne sono di rame e ferro, e di tutto non ritrae il Re la met, ma
tenue il profitto, e scarsa la raccolta per accumulare danaro. In
terzo luogo fanno fronte a questo real convoglio la cavalleria
dei Spahi (che vuol dire uomini d'arme), anzi a questo trionfo
miniato di sangue, che appunto li trionfi si rendono sempre
cospicui con le rappresentanze orride e miserabili di schiavit,
di morte e di catene. Ora fidata la Casa ottomana sopra la
forza che la pi osservata giustizia del suo ingiusto
procedere, s'avanza senza riguardo a violenze e rapine, e ad
incorporare tutto quello gl'aggrada e incontra. Fu instituito
dunque quest' ordine di cavalleria da Amurat Primo
imperatore, dividendo con cognizione esatta e conforme i
meriti e gl'obblighi loro i terreni campestri, stabilindo per
riparto aggravante delli stessi Timari ad ogni cinquemila aspri
un uomo, che vuol dire ogni cinquanta reali d'entrata un
cavaliere, non fondandosi Timari meno che di duecento reali,
che sono quattro uomini, sicch con la stessa proporzione si
calcolano centosessantamila cavalli, che quel riparto antico
da tutti registrato, ma per osservazione fatta da me, e per pi
riscontri diligentemente ricevuti dalle quattro campagne della
guerra di Polonia non sono negl'eserciti intervenuti che dalli
trenta alli quarantamila, che sono due terze parti meno del
loro numero descritto, non potendo abbandonar il paese e
disarmar il confine. Senza numero appunto prefisso restano le
compagnie, che bandiere si chiamano, dei Spahi, levati molti
dei privilegi che godevano, tra' quali le surrogazioni dei figliuoli
nell'ereditarli, volendo che siano onorarii, mentre lo stesso
nome Tanar, che deriva dal greco significa onore. Obbediscono
per a suoi capi che sono sei i principali, e il Spahilar Agassi
il Generale Supremo, tutti con provvigioni miserabili per le loro
cariche, ma per altra parte possedono per merito li loro ricchi
ziametti. Non hanno per disciplina militare, n vigor che li
sostenta, n disposizione che li regga, anzi lo stesso numero
nella moltitudine li gira, li confonde, essendo debolmente
armati di scimitarre, arco, lancia leggera, e all'incontro di
cottomaglia e scudo sono aggravati, e qualche d'uno di pistola,
ma niuno d'archibugio o carabina, che sin tutti s'uniscono
senza esborso di danaro e senza dispendio del regio tesoro,
nientre per li loro assegnamenti mantengono a proprie spese
uomini e cavalli: sicch le guerre lunghe, disastrose e lontane
sono dall'universale abborrite e temute, come quelle di Persia
per la sterilit delle campagne e per le marcie affanose, cos
dalla presente di Polonia per la rigidezza del clima e per
l'incontro di feroci battaglie ritornano per lo pi disposti e
afflitti.
Vi poi altra specie di Spahi Uglani chiamati di paga, e questi
si ruolano con otto sino a dieci aspri al giorno, e sempre
molesti, e nella insolenza licenziosi riescono, ma altrettanto
pronti e disposti a contender con li Giannizzeri, suscitando
rumori e sollevazioni sino al cimento dell'armi. Con questi
restano incorporati gli altri, che escono dalli serragli, che per la
loro disciplina sono civili, trattabili e ben provveduti delli trenta
sino alli cento aspri, che non eccedono. Di tutti li predetti si
formano sei squadre con banderolle divise e da colori
contrassegnate, e restano sempre in piedi e ben aquartierate.
Queste squadre per, che per lo pi sono montate d'Europei,
sono pi soldati armigeri degl'Asiatici, perch nei confini della
Grecia con Ungheri, Polacchi e Dalmati hanno sempre che
contendere e decidere. Saranno quindicimila incirca, ma
separati e divisi per l'Impero, godendo un privilegio speciale di
non comparire alla rassegna per ricever la paga solo ogni nove
mesi, ma quando non intervengono nel cader dell'anno nel
mese di novembre, che la paga di San Demetrio, allora non
solo perdono il danaro, ma per legge restano cassati, tuttoch
col favore e la protezione degl'ufficiali per mezzo di regali si
compongono, essendo tra l'altre incombenze di guerra
obbligati di custodire il tesoro dell'armata, far le guardie alli
padiglioni del Gran Signore, senza del quale primiero requisito
l'esercito non marcia, n le milizie si muovono.
Formano li Giannizzeri la milizia terrestre, che la pi
considerabile forza del monarchico impero. Fu dall'Ottomano
prima istituita, come milizia nuova all'uso degli antichi
Pretoriani, che erano alla guardia del principe deputati. Poi
Mehemet Secondo, che acquist Costantinopoli al numero di
dodicimila l'accrebbe e Amurat Terzo concessegli non solo
ampli privilegi, ma aument il numero sino alli quarantamila, e
accad appunto quello successe ad Augusto dei Pretoriani, che
prima a salute e sicurezza propria, ma poi a rovina e precipizio
si convertirono, avendo col tempo preso tanta autorit e
licenza nel libertinaggio, essendo meglio ordinati a vendicare
l'ingiurie, che ad arbitro loro acclamano assoluti gl'Imperatori,
assolvendosi da loro stessi dalla recognizione del carazzo,
restando in ogni luogo assenti dal natural tributo e dagli
obblighi delle soggiogate nazioni.
Per unir dunque questa formidabile milizia s'accostuma di
prender la decima dalli figliuoli Cristiani, seguita l'ultima
cavata del 1663; quando il Re a Larissa si ritrovava, essendo
solito di mandare in Grecia e Albania un Sorvazi dei Gianizzeri
assistito da tre quattrocento soldati per far scelta di tremila pi
o meno giovani dalli dieci sino alli sedici anni d'et.
Tal impiego si reso onorifico per esser di lustro e di
guadagno, perch li padri dolenti, le madri lagrimanti per
esimer li figliuoli dall'infedel schiavit volontariamente si
svenano per donare e per redimerli dalle mani del barbaro
predatore.
Ora la buona regola alterata (come succede indifferentemente
a tutte le cose del mondo) restano per favore li figliuoli dei
Turchi nazionali frammischiati, e in tal forma viene la razza e
l'educazione ad adulterarsi, che in altri tempi fu tanto stimato
il sangue e l'esperimentata bravura. Aprendo dunque la Porta,
per far Giannizzeri, che lo stesso che far nuove leve de'
soldati, si riducano al quartiere dei giannizzer Ag, e hanno
per loro prima paga tre aspri al giorno, e secondo al lor buon
servizio s'aumentano sino alli dieci aspri e non pi, tuttavolta
nel terzo anno della screditata guerra di Polonia, s'allarg la
mano non solamente alli dieci aspri di paga, ma se gli diede il
moschetto a spese del Re, e quest' anno s'aprir porta
considerabile, stante che in Andriopoli e luoghi convicini sono
morti seimila Giannizzeri da peste. Poi, nell'assunzione di
nuovo Imperatore, s'accostuma di far loro dono di tremila
aspri per uno, che sono venticinque reali ristretti per la met
l'uso da Sultan Ibraim a questa parte seguitando gli altri, che
l'accrescimento d'un aspro al giorno di paga per cadauno:
godendo ogni uno dodici pichi di panno grosso di Salonicchio,
per vestirsi, e altrettanta tela, che pu importare alla somma
di tre miserabili reali. Tutto questo gran corpo militare resta in
176 od diviso, che si chiamano camere, comprese le 18 dei
Seimeni, che per loro capo riconoscono il Seimen Bass, ma
sottoposto e dipendente all'Ag dei Gianizzeri, seguendo l'uso
antico, che, nell'uscita che fa il Sultano alla guerra, resta
sempre il Seimen Bass di custodia e di guardia della citt di
Costantinopoli. Per intelligenza dunque Vostra di Eccellenze la
prima camera composta di 1200 soldati ed la pi grande,
la pi numerosa, comandata da Chiaia Bei, ossia Luogotenente
generale, essendo l'altre senza numero prefisso di 800, 500,
300 e sino a 100, e queste si spediscono in tutte le parti ove
occorre, mettendosi uno con titolo di Ag sopra quelli soldati
che solamente marciano. Sono per li Giannizzeri distinti e
privilegiati da tutti gl'altri sudditi, non pagando mai carazzo:
non posti prigione per debiti: non fatti morire in pubblico:
eseguita la sentenza col laccio dopo la mezza notte, e col
segno d'un tiro: cassati prima dal ruolo e dal libro della milizia.
Viene la loro roba ereditata dai figliuoli e fratelli, quando il Re
non ne volesse porzione, e con li alti parenti la camera stessa
divide, ed entra in parte a segno che uniscono di gran
ricchezze e non meraviglia se con la prontezza delle armi si
rendono insolenti e temerarii, e avvedendosi di questo
scandaloso accrescimento, procura il governo di restringere i
donativi e le ricognizioni.
A questi seguitano poi la gran turba degl'Otturachi, e Caruzzi,
che sono paghe morte senza servizio, tuttoch alle volte
seguitano il Re in campagna, o per lo meno sono alle guardie
di Costantinopoli o Andrinopoli destinati, con incredibile
aggravio del publico erario. Altri per godere dell'esenzione e
del militare rispetto corrispondano denari all'Od Bass, per
avere nell'apparenza il nome di Giannizzeri, ma non sono nei
libri descritti, e questi per ordinario libertini insolenti al segno
maggiore riescono, dandosi ricetto in tal guisa a vagabondi e
malviventi dell'Impero. Tutte queste camere per de'
Giannizzeri sono sottoposte a dieci de' loro capi principali,
indipendenti ad amministrare intiera e determinata giustizia, e
particolarmente, all'Ag dei Giannizzeri, che Char Cassan
Ogl dell'ordine antico della milizia; uomo rigoroso e severo;
egli dipende dal serraglio, nulla dal Visir; aggravato dagli
anni, e sebbene vecchio dalla vecchiezza il sapere ricava. A lui
dunque incombe tutte le provvigioni delle cariche subordinate,
e chi le riceve corrisponde pronto e effettivo danaro, a segno
che con utili incerti e con provecchi sicuri, resta obbligato ogni
due paghe esborsare al Re trentamila zecchini; sicch da
questa piccola ricognizione si pu comprendere se quelle
spiaggie siano ignote e lontano, e se quei mari siano immensi
e profondi, quando nutriscono queste smisurate e insaziabili
balene, oppure se magnifica e meravigliosa sia la Corte
ottomana, alimentando soggetti di sterminate e incredibili
ricchezze, tuttoch da pratici sono queste opulenze
considerate per pompe plebee ed oscure, divise dell'incostante
fortuna. Lo stesso per obbedisce e dipende dal General di
terra, mentre li pi accreditati sono: Caplan bass, giorgiano
cognato del Visir, uomo pronto alle fatiche della guerra, a'
pericoli forte, all'uso e alle discipline perito, e negl'avvenimenti
di fortuna felice. Scid Ogl cognato del Visir, torbido, audace e
Beglier Bei della Grecia. Il Bass governatore di Smirne,
incontinente, avido e feroce. E Cussein, Bass di Damasco,
adorno d'ogni fregio d'onore, di fortuna e d'ingegno.
Per ultimo dir della disciplina militare, dove il lusso e il
comodo l'ha indebolita e snervata, e applicati a prendere
moglie restano molto effeminati, dandosi poi a tutti li mestieri
per alimentare le loro famiglie, non sofferendo fatica,
ricalcitrando l'obbedienza, e renitenti si dimostrano ai cimenti
e azzardi della guerra. Tutte queste milizie dunque di
cavalleria e infanteria, cio di Spahi e Giannizzeri, raccolti pere
straordinarie urgenze e con paghe d'effettivo contante, come
che sensibilmente il Regio Casn aggravano, cos il Primo Visir
per risparmio ha ritrovato nuovo modo di sagace riforma per
cassarli dal ruolo, chiamando l'Od, che il tenente della
camera, o il Spachilar Agassi, dicendo di voler quindici o venti
paghe riservate di quella compagnia, che poi al tempo della
stessa paga quei nomi non sono chiamati, accusando l'errore
per semplice inavvertita ommissione, e mettendo tempo di
mezzo praticano il medesimo nella susseguente paga. E cos
qualche volta viene questo umor ingrossato e degenerato con
acutissimi dolori in posterna: perch vedendosi sprezzati,
senza trattenimento e senza terreni s'ammutinarono contro il
Visir nel passaggio al ponte del Danubio.
Tre altre sorta di genti sono agl'eserciti terrestri, e alle
marittime armate aggiunti. Li topizi, cio bombardieri, possono
essere duemila, ma poco esperti nel maneggiare trabocchi,
gettare bombe e granate, che in gran copia ne tengono al
Topana riservate. Li secondi in ordini sono li zebeg, cio
armaroli in numero di 1500: essendo il loro uffizio di custodir
l'armi antiche, pulire le nuove, accomodare le rotte, e
nell'occasioni di combatter si mischiano tra' soldati. Li terzi
sono laonzi, cio guastadori per uso della zappa e badile, e
come la fatica immensa e la pi azzardosa nell'altacco di
piazze, cos la funzione e il pericolo restano alli villici Cristiani
di rito greco appoggiati.
Tralascer poi di parlare di tanti altri, che concorrono ad
assistere gl'eserciti Ottomani. Dei Bastazzi, destinati alli servizi
bassi, all'opere manuali. Dei Capig, disposti a dispensar
gl'ordini e far eseguire le sentenze. Dei Muteferag lanze
spezzate, che l'onor delle guardie sostengono. Dei Chiaussi,
destinati agli avvisi e alle spedizioni e a tutte le arti che
possono somministrare comodi al vivere umano. Ommetter
pure di discorrere della milizia del Cairo e dell'Egitto, che a mio
tempo vennero con vascelli duemila Giannizzeri e tremila
serventi a Costantinopoli, sdegnando ogni dipendenza.
A questo prodigioso e formidabile trionfo serve e accompagna
con pomposa maest, con concerto di barbari instromenti e
con bandiere dorate l'armata da mare, composta al presento di
59 galere, con la bastarda di tre fanali, con 26 bailette
dell'isole d'Arcipelago, comprese le tedeche, e l'altre 30 de'
Zaccali, che in Costantinopoli s'armano con paga, che
accrescono il numero, ma non la forza, consistendo tutto il
vigor e la bravura nelle sole galere del Bei Al, che Capitan
Bass e Ammiraglio del mare, resta di gi a Vostre Eccellenze
rappresentato, e, in caso d'accidente impensato o di
mancanza, subentra al comando e alle direzioni il Tersena
Chiaia all'arsenale, essendo Luogotenente e commissario dei
viveri.
Con tutto ci profitta il generalato del mare centomila reali
all'anno, cio quarantamila del riparto del carazzo
d'Arcipelago, restandone altrettanti in ragione del Regio Erario,
e li sessantamila a discrezione si ricavano sopra li miseri
abitanti. Nelle predette galere dunque di comando sono li
schiavi del Regno divisi, ristretti al solo numero di 500:
sebbene ora trovansi mille Russi, che per incuria de' ministri, o
per la continuazione della peste sono la maggior parte morti e
disfatti, essendo per facile il modo d'accrescerne il numero,
per il prezzo vilissimo che al presente sono, o come in altri
tempi venivano dal Caff provveduti dai Tartari a cinquanta o
sessanta reali. Le galere dei Zavali, che in Costantinopoli
s'armano a tre e quattro per remo e sono rustici della Natolia
con 35 reali di paga per campagna, e 15 oncie di biscotto al
giorno, restando li vecchi dei luoghi obbligati alla provvigione,
e in mancanza tenuto il territorio o contado di contribuire il
duplicato denaro all'Emir dell'arsenale: per il quale
insopportabile aggravio le ville si spopolano e gl'uomini alla
montagna si ricovrano, ma in urgenze maggiori e nel sommo
bisogno della violenza si vagliono, o col pretesto del venerato
servizio del Re fermano per le strade i vagabondi, pigliano li
schiavi dei Franchi, Armeni e Ebrei, li villici greci, che alla
coltura della campagna s'impiegano e sforzatamente alla
galera conducono. Dagl'officiali, che sono li comiti, pochissima
intelligenza di navigazione s'intende, essendo li timonieri e
provieri leventi in gran parte rinnegati, anzi la maggior parte
delli 230 schiavi che per autorit di questo pietosissimo Senato
furono dalle ultime miserie e da ceppi felicemente scatenati,
sono di propria volont all'indegno servizio ritornati.
Per mantenimento dunque delle Zavali spende il Re diecimila
Reali all'anno per galera, eccettuate le concie, armizi, polvere,
biscotto ed armi, che armate sono da 70 Giannizzeri per
ordinario; ma in tempo di guerra sono per le galere divisi li
tremila Spahi Timariotti, che sono da Metelin, Negroponte,
Macedonia e dalle marine di Morea destinati. Altra
osservazione pi importante, ed altro ordine pi essenziale,
cade nelle galere dei Bei, che comandano le bandiere dell'isole
di Cipro, Candia, Smirne, Salonicchi, Paris, Metelin, Morea,
Negroponte, Damiata, Napoli di Malvasia, Rodi, Lepanto,
Alessandria, Sparta vecchia e Scio, e queste sono veramente il
nervo e la sussistenza dell'Armata Ottomana.
Per mantenimento delli principali Bei, e quando sieno dal
primo Visir dipendenti, resta a loro dal Re assegnati dodicimila
reali per galera sopra l'isole, e gl'altri stipendi e le paghe
ricevono dalla dogana di Costantinopoli e dalla regia Camera,
dandogli l'arsenale semplicemente pallamento, cannone,
polvere e palle, e loro all'incontro sono obbligati fabbricare del
proprio la stessa galera, essendo li schiavi loro capitale, e per
lo meno a quattro cinque uomini per remo, come pure sono
tenuti di mantenere 150 leventi, o soldati, ma la terza parte
viene defraudata, ricevendo sempre con ripugnanza e
avversione le milizie Giannizzeri e Spahi, per esser gente
libertina e disobbidiente. Del loro nuovo armamento fu
inventore il Capitan bass: avendo nella prora aggiunto
sempre le sbarre in forma levabile, sei o sette picciole petriere,
che maneggiate a tempo e nell'atto del vicino abbordo
vengono di considerabile vantaggio giudicate, come scrissi e
come mandai a Vostra Serenit puntuale il disegno. Quelli
soggetti poi che sono in riputazione d'armi nella professione
del mare sono al giorno d'oggi Al Bass, Bab Assan, nemico
accerrimo de' Francesi, Mustaf Bass della Bandiera di Rodi
audace e crudele e per ordinario Serraschiere in mar Bianco,
Brunel Bass detto Massamana, glorioso, sprezzante, ma
sfortunato nelle direzioni.
Per informazione dunque distinta di Vostre Eccellenze parler
degli arsenali, a' quali bisogna essere sempre attenti e
vigilanti, dipendendo da questi la sicurezza e la quiete delle
isole del Levante. Dir con applicazione e avvertenza, che
Sultan Selin fu il primo ad ampliare gl'arsenali, ridotti al giorno
d'oggi in centotto coperti, ossiano voltoni, distesi da una parte
e dall'altra sopra un piccolo braccio di canale, che forma il
porto, e altri estendendosi dalla parte delle acque dolci, tutti
esposti e aperti alla vista d'ognuno, sicch ve ne sono 40
restaurati e in tutta perfezione, ma il rimanente scoperti,
rovinati e caduti. Dietro li stessi squeri vi sono magazzini
situati, lunghi bens ma senza architettura e adornamento, ne'
quali alla confusa custodiscono cose d'ogni genere, e
provvigioni abbondanti, cio di cordaggi che vengono da
Trabisonda, di pegole, non pi dalla Vallona, ma li Bei si
servono a Metelino, Smirne, e qualche parte a Scarpanto; e
altre dal Dardanello d'Asia e territorio vicino s'incamminano a
Costantinopoli. Il sevo da Napoli di Malvasia, Negroponte, Scio.
Li telami per vele e tende dalli Castelli si ricavano. Le stoppe e
le polveri vengono parte con la Caravana del Cairo, quelle pi
basse per calafattare, queste per il servizio degl'eserciti
dell'armata e per deposito nelle fortezze di frontiera alli confini
di Persia. La ferramenta viene abbondantemente da Samacaria
terra di miniera, e da Scopia ancora, imbarcandosi alla
corrente del Danubio, e per il mar Nero a Costantinopoli
giunge. Tutta questa nell'arsenale si lavora, trasferendosi in
ancore, lame, catene, perni, sarti, guglie di timoni, letti
d'artiglieria, arcate di puppe e prore, e tutta la chiodaria
fabbricata nelle fucine dei zingani. Li azzali, stagni e piombi
sono dagl'Inglesi alle Smirne sbarcati non arrivando in loro le
tensure e la scomunica; ma quello che il scandalo accresce ,
che li stessi nostri sudditi con vascelli e bandiere di San Marco
non solo portano azzali, ma armi da taglio e da fuoco, a segno
che io ho sempre la trasgressione a Vostre Eccellenze avvisata,
e l'esemplare severo castigo sarebbe l'unico rimedio a tanto
male. Li biscotti ancora in varii luoghi si fabbricano alla
giornata, non usandosi d'incamminarli, n con diligenza
custodirli. Li berlieri da Scio, Negroponte, con soddisfazione si
vagliono, e poco da Rodi; all'incontro le zavali da Gallipoli,
Castelli, Galata e ville convicine si provvedono, che per essere
formento di mar Nero, appunto nero e minuto riesce.
Tuttavolta non s'applicano molto alla prevenzione delli
necessarii requisiti, ristretti nella sola riserva dei pochi
magazzini, perch li magazzini di tutte le vettovaglie di
Costantinopoli sono li due mari e li due venti di tramontana e
sirocco, perch quando ferma il mar Nero, spira il mar Bianco,
e ben furono paragonati a due poppe nascenti, o a quelli due
vivaci caprioli dichiarati da Salomone nella Sacra Cantica. In
somma non si stancano mai quelle acque agitate di contribuir
alimento, e sono nella loro incostanza tributarii fedeli al
mantenimento sicuro di quella gran citt divenuti, perch da
mar Nero vengono sede, formento, orzo, carnami, salumi,
agrumi, mercanzie d'ogni genere dalla Cristianit, e poi quanto
produce il meraviglioso Egitto di risi, legumi, oglio di lino,
zuccari, lini, eccetera; sicch con ragione e giustizia si pu
chiamare Costantinopoli la citt abbondante, come li Greci
anticamente chiamavano Corinto. Per maggior dichiarazione
degl'arsenali dir, che per ordinario in tempo di pace si
fabbricano cinque o sei galere nuove all'anno non con
intenzione d'accrescere l'armata, ma per dar cambio alli vecchi
vascelli, come al presente ne fabbricheranno dodici o quindici,
per li naufragi seguiti al Tenedo e nel mar Nero.
E per quello riguarda alla prestezza dell'opera cosa
prodigiosa il riferirlo, avendo in poco pi di tre mesi veduto a
gettar nell'acqua otto galere; e quanto alle, maestranze
possono a loro voglia accrescere il numero, perch
dall'Arcipelago, marangoni, fabbri e tutte l'arti di
Costantinopoli restano agl'arsenali obbligati, che uniti alli
schiavi tutto si rende facile e presto, superando ogni riguardo
con chi deve obbedire, usandosi il legname che da' boschi
viene tagliato e prima a livello ridotto, e poi sopra l'opera si
squara, vero essendo, che quello di mar Nero sempre verde,
l'altro da Smith migliore, servendo per colombe, ma per
ordinario non durano le galere pi di tre anni.
La condotta poi ben ordinata, mentre ogni saica obbligata
a portarne certa quantit, formandosi zattere di legname, e
alberi che alla corrente del bosforo li conducono, e gli altri con
quattro galere dette dalle pietre li trasportano, essendone
molti custoditi sotto li voltoni degl'arsenali, e altri al Chiemer
appresso Gallipoli, fabbricandosi in pi squeri aperti e scoperti
senza riguardo all'ingiurie delle stagioni e del tempo. D'altre
due sorta d'armamenti sottili e con remi si vagliono li Turchi:
sono otto galere di Cairo di 22 banchi, da leventi vogate, e
sono di ragione de' particolari mercanti; le seconde sono 70
londre con 50 uomini delle isole che le vogano, impiegandosi in
tempo di pace nei viaggi d'Alessandria.
Ora con ordine e distinzione passer all'armata grossa, della
quale sono i Turchi affatto spogliati e sprovvisti, e bench vi
sia il Meimar dell'arsenale, ch' Murat capitano messinese
rinnegato, disposto e destinato per la sola fabbrica delle
galeazze o maone, essendovi tre squeri grandi alla mano dritta
per tal' effetto, ci non ostante nulla s'avanza nell'opere,
essendo da molto tempo una in cantiere e un'altra vecchia
inabile e con sproporzionata misura: niuno parla e ardisce di
cimentarsi all'impresa, per esser mal riuscite e per non sapersi
guidare. Anche di vascelli da guerra sono privi, ritrovandosene
soli dodici di mercanti Turchi, di cinquanta o sessanta pezzi di
cannone di ferro, che conforme l'ordinario la caravana
d'Alessandria compongano, per portare legnami il mese di
Settembre e ritornare a Giugno, portando nello stesso tempo a
Costantinopoli provvigione per vivere e peste per morire.
vero per, che in mancanza di propri vascelli, e in una
occorrenza pressante dell'Impero, ha due modi il Gran Signore
di prestamente valersi:
Il primo quello di chiamare le tre squadre de' barbareschi
corsari, che sebbene di mala voglia, passando in Arcipelago ad
unirsi con l'armate reali e sospendendo la pirateria,
convengono per lo pi obbedire. Il secondo quello della
forza, pigliando indifferentemente alli Cristiani li vascelli, che
alle loro scale si ritrovano, pretendendo col pagamento dei
noli, in che pontuale, iscansare la violenza. Ma che violenza
si pu chiamare? quando le nazioni a gara secretamente il loro
impiego offeriscono. Per legni di trasporto eccedono in
quantit, perch sono infinite le saicche provvedute di
venticinque o trenta uomini l'una, anzi principiano ora a
navigarle con due arbori, portando le vele pi piccolo per
restringere il numero dei marinari, e di questi legni pi di mille
tra' saicche e cimberi sono sempre nel porto di Costantinopoli
esistenti.
Rappresentati dunque a Vostra Serenit gl'arsenali, le galere, i
vascelli, le milizie, le provvigoni, li soggetti accreditati nella
professione, mi avvedo che la prudenza dell'Eccellentissimo
Senato st in attenzione, dove al presente restino questo armi
impiegate, e dove possano in avvenire restare occupate, e
dove la guerra abbia da venire a fare la maggior parte
degl'ordinari suoi lagrimevoli effetti.
Dir prima, che per tre anni continui furono per met
giustamente divise le galere nei mari Nero e Bianco, e per il
primo due motivi li hanno obbligati e ci fare: l'uno che i
Tartari Calmucchi dipendenti da' Moscoviti minacciavano
sempre d'attaccare la piazza d'Asach, distesa sopra il Tanai;
l'altro per rispetto al dubbio dell'uscita e delle molesti
infestazioni dei Cosacchi, con le saicche nelle Meotide paludi.
In conclusione Eccellentissimi Signori da questo mar Nero
dipende la difesa e la conservazione del mar Bianco: quell'aria
tenebrosa e oscura pu renderci lucida e chiara la nostra, e
assicurare gran tempo la quiete della Cristianit; eppur niun
pensiero di principe interessato, n per via di Religione o di
Stato, s'applica ad introdurre la diversione, mentre ben i
Turchi conoscono il pericolo e il travaglio, che loro servirebbe
di remora alla monarchia.
Liberi dunque che fossero dalla guerra pesante e presente di
Polonia, pareva gi nel tempo passato ogni inclinazione
tendersi tanto dal Sultano che dai ministri e pi sollecitamente
dall'universale de' popoli ad applicarsi al mar Bianco,
accrescere l'armata, nominare Seid Ogl cognato al Visir in
Capitan Bass, e battere li Corsari Cristiani ponentini; non
dovendosi per dignit dell'Impero e per indennit de' sudditi
obliterarsi questo continuato sprezzo in Arcipelago, e tenere
per ogni bordo assicurata quella navigazione. Ma il punto st
Eccellentissimi Signori, che facendosi l'armata e dalli
Dardanelli uscendo, subito li Corsari deboli senza capi e senza
assistenza sparirebbero, e dai Principi grandi fatte le spese e
gl'apparati non essendo loro costume d'inutilmente gettar il
danaro, tuttoch parlino ad alta voce di Malta col fondamento
della pianta, di disegni delle fortificazioni e delle
corrisponderize per via di rinnegati e barbareschi, stimo molto
proprio di giudicare anco i sensi occulti con opinione palese,
dicendo, che il Primo Visir e gl'altri bass confidenti tenevano
fissa la mira sopra Sicilia, innanzi della ribellione de' Messinesi
e lo impegno della Francia, mentre non avrebbero ancora
sdegnato d'attaccare Sardegna, che se in alcun tempo
succedesse riuscirebbe faticosa la navigazione per tutte l'isole
di Vostra Serenit. In somma non permetta Dio grande, che
s'abbi un altro turbine da vedere per la parte del mare, perch
se ne' secoli superiori e nell'et presente riuscirono crudeli le
ferite e recise le membra di questo capo Cristiano, uscendo filo
a filo il sangue vivo, che sarebbero l'aggresioni e le sconfitte
venture? se non colpi fierissimi vibrati al cuore d'Italia, che
sicuramente nei deliqui e negli ultimi svenimenti la
ridurrebbero, perch internate nelle viscere quest' armi
barbare e spietate, non sarebbero pi capaci di moderazione e
ritegno; e per questo li Principi d'Italia non dovrebbero mai far
guerra insieme, ma ringraziare e pregar Dio di conservarsi
uniti, e comodi, all'uso di quelli che valicano li fiumi, che
s'aggrappano le mani l'uno con l'altro, per poter alla corrente e
alla furia dell'acqua resistere. Questo essere stato il consiglio
tra' Principi della Grecia, che non posto poi in esecuzione
perderono tutti la libert, e la schiavit acquistarono. Con
queste forze dunque marittime e terrestri hanno tant' oltre i
termini dell'Impero Osmanico dilatati, che per cos ampio giro
di paesi e di regni traversando estende li suoi limiti per lungo e
largo molto pi innanzi che non fecero le passate monarchie,
che giammai comandavano alla terra e al mare, dominando
appunto da un mare all'altro con questo bel manto di
prosperit, sino agli ultimi confini dei nostro conosciuto
mondo: vuole e pretende la superiorit nelle tre parti
dell'universo, dove in luogo d'incoronar la ragione,
miseramente l'incatena. Sicch i Turchi con veleni penetranti e
acuti di Stato vanno puntando i globi, e seguendo le carte
geografiche per introdurre una monarchia singolare invincibile
alla munsulmana dipendenza.
Spettatori immobili a questa pompa solenne a questa fama
trionfante, stanno col tappetto alla finestra questi Principi
oziosi, e possono pur con occhio asciutto rimirare li continuati
trofei del serraglio in luogo dei cospicui e decantati trionfi del
Campidoglio.
Rappresenter dunque prima a Vostre Eccellenze, in ristretto,
quelli potentati mussulmani e scismatici, che tengono confini e
corrispondenze con l'Impero ottomano. Capo tra questi infedeli
il Re di Persia, che per diversit, di dogmi nell'esposizione
dell'Alcorano si mantiene tra di loro l'inimicizia, regnando al
presente Shah Soliman in et di 28 anni, e pare che alle delizie
dei serragli sia molto dedito, non ostante che avanzasse la
marcia degl'eserciti ai confini di Babilona. Tale mossa obblig i
Turchi ad apparecchiare Chiaussi per ispedirli al Gran Mogol Re
dell'India, che tra li due fiumi Indo e Gange signoreggia, acci
tentasse, com' altre volte, per il regno di Cambaja la
diversione. E per il Gran Kan de' tartari asiatici, che loro
chiamano Usbech comparve quell'Ambasciatore, che,
mancatogli per viaggio il presente, fu custodito poi molti mesi
prigione nelle stesse torri. In Asia pare vi siano altre quattro
popolazioni tutte dipendenti, ma libere tra questi due
potentati, confinando l'una alle altre in quella strettura di 500
miglia di paese, che tra li due mari Caspio e Busina si rinserra.
Sono primi li Georgiani che mandano a Costantinopoli una
certa ricognizione di Falconi, non per tributo ma per regalo. A
questi conseguitano li Circassi, che sono i pi nobili e civili,
come pi stimate le donne per la loro bellezza, facendo divieto
ai Cristiani di poter per schiave comprarle. Li popoli Mingrelli
vivono in pi abietta dipendenza, perch ogni tre anni
compariscono a Costantinopoli loro Ambasciatori con presenti,
dove innanzi al loro ritorno per ordinario si fanno Turchi. Per
ultimi sono li Abas, che si vendono ai Turchi per miserabili
schiavi.
Sono gi vicini li Tartari Crimei o Precopiti; costoro veramente
sono gl'antichi Sciti non usciti dall'orride spelonche, ma dal
profondo inferno scaturiti. Le loro corse sono feroci e crudeli;
la loro marcia sempre con ali aperte e veloce, con cavalli alla
mano. Possono uscir in campagna 25, 30 mila; ma il loro
numero mai corrisponde alla fama, dove questa orda
formidabile si pu con buon fondamento nominare braccio
dritto della bravura e tirannia ottomanica; perch in Polonia ed
altrove lasciano segni troppo infelici e memorie funeste della
loro barbarie; dalla casa poi Gicari elegge sempre il Gran
Signore il Kan de' Tartari, e a suo piacimento lo depone
ancora, essendone sempre di riservati in Rodi e Cipro; quello
per che attualmente si ritrovasse al comando, succederebbe,
per legge e per religione, com' erede alla monarchia dei
Mussulmani, ma sarebbe difficile la riuscita, mentre li bass,
che al governo delle provincie si ritrovassero, vorrebbero come
principi sovrani possederle e godere, perch quegli onori che
avessero con pericolo acquistati, vorrebbero con coraggio
difenderli, inclinando piuttosto a surrogare nell'impero li
figliuoli delle Sultane zie e sorelle del Re, che non mancano.
Poco differenti da queste fiere selvaggie, popoli erranti in
ampio esterminato paese, stimano il Seriffo della Mecca
discendente dalla linea del Profeta, che pel disgusto dei dazi
levati fece sorgere le novit gi note, sopite, ma non per anco
estinte; non tenendosi in niuna considerazione il confine, con
gl'Abissini, n tampoco l'altro con li Re Mori dell'Africa per la
vicinanza dei corsari barbareschi. Pure resta il Gran Duca di
Moscovia, col quale non vi negozio n confine; tuttavolta la
vicinanza de' loro Stati se non li rende confinanti, li fa
considerabili l'uno all'altro con la loro dipendenza; tuttoch per
anco non si sieno li Moscoviti interessati nella presente guerra
di Polonia, accresciuto a pi alto segno il sospetto per esser
capitata nelle loro mani la copia del baratto, ossia Investitura
fatta dal Sultano a Doroncesco, nella qual dichiara che, dopo la
sua morte, sia il Gran Signore erede e padrone di tutti i luoghi
che in quella Provincia possiede.
Nominati tutti li Principi infedeli, scorsi li confini, e riconosciute
le forze e dipendenze, si passer all'ultima ed obbligata
narrazione di quelli Potentati Cristiani, che non tengono
interessi riguardo lo Stato de' Turchi, ma semplicemente che
con quell'Impero per via di negozio mantengono
corrispondenze. Col Pontefice Romano sanno e non l'ignorano,
che li confini sono lontani e disgiunti: ci nonostante li Stati
della Chiesa inquietano per parte del Golfo, con le Fuste di
Castel Novo, e per il Tirreno, ossia Spiaggia Romana con le
galeotte di Biserta. Veramente in altri secoli erano li Papi
stimati per santo rispetto, che li Principi professavano, e per
quella rassegnata prontezza ch' avevano d'accorrere con le
persone sacrate e reali, con l'armate composte di tutte le
viscere d'Europa e con tesori all'unione delle numerose
crociate ed alle leghe sante; ma in questa di Candia hanno
potentemente riconosciuto, che nel corso fatale di 25 anni non
ebbero poi li Papi n volere n potere di unire li Principi, di
legare i Cristiani, ma tutto per incuria de' Potentati maggiori
obliterato ed ommesso; sicch li Papi semplicemente servono
di parentesi negl'affari del mondo.
Col Re Cristianissimo dir prima, che non esistono quei rispetti
di comune gelosia della potenza e grandezza di Casa d'Austria
per la lontananza degli Stati, senza confini; ma dir poi che
vedono nell'Arcipelago e alle bocche dei castelli di
Costantinopoli la frequenza de' vascelli di corso, che sebben
con nome d'altre nazioni e con bandiere di Principi nemici,
sono di Francesi ripieni; tuttavolta serve l'ambasciatore di
Francia alla Porta Ottomana per svegliarino di pubblicar il
male, e per sempre gl'interessi tutti de' Princip Cristiani
intorbidare; ma il Visir professando il solito contracuore verso
li Francesi, si dimostra rigido e costante, e bench sia alla
rinnovata composizione di pace condisceso dopo settant' anni
d'instanze, ha il signor di Novitel superato la diminuzione del
dazio dal cinque al tre per cento, ma con la spesa di pi di
venti e pi mille reali, tra' qualificati ministri dispensati,
ancorch non giunga il commercio di Marsiglia di panni bassi,
carta straccia, zuccheri e speciarie, a 70 mila reali.
In oltre si sono esposti in una esatta applicazione in sostenere
li jus patronati delle chiese, in favorire in tutte l'isole
d'Arcipelago di rito latino li vescovati, rendersi dipendenti li
frati conventuali di San Francesco in Galata, con introduzione
di nuove orazioni e di reprobato cerimoniale negl'Ecclesiastici
riti, volendo con la forza la precedenza nella chiesa di Santa
Maria in Cipro, a che io validamente mi sono opposto, e
superato il tutto: sicch tali operazioni violenti di voler essere
arbitri superiori, indipendenti in tutte le chiese d'Oriente hanno
cagionato la perdita infelice de' santi luoghi di Gerusalemme,
sottoponendo quelli santuarj alla scismatica ostinazione de'
perfidi Greci, che non vi sar certamente riparo nella durazione
del presente ministro, il quale con seconda intenzione ha
preteso di flagellare Novitel, che procurava di portargli rimedio
e soccorso. Insomma io non posso dir bene, per non parere
mendace, n voglio dir male, per non parere maledico.
All'incontro fondarono li Re cattolici dopo l'espulsione dei Mori
una rendita di 3 mila reali all'anno per la Terra Santa, oltre le
considerabili elemosine, che in Gerusalemme si trasmettono
sino a 25 e 30 mila reali all'anno; eccettuate l'altre che con le
flotte pervengono dalle Indie sino alla somma di 75 mila reali,
con tuttoci non tengono qualunque confine se non fosse in
quella parte d'Africa, alle volte insidiata da' Barbareschi, n
tampoco tengono al giorno presente qualunque pratica, come
in altri tempi facevano; sicch bisogna confessare, che la
Spagna non ha uomini, n consiglio per maneggiar simili affari,
trascurando quello, che con tanta attenzione, oro profuso e
riputazione gettata, pretese per lo passato d'acquistare. Con
l'Inghilterra ed Olanda non vi essendo politici riguardi,
subentrano gl'interessi del commercio, e sono eguali le
direzioni e forme del negozio, perch le compagnie di Levante
mandano ogni due anni a Smirne 20 o 25 mila pezze di Londre
tra panni fini, Londre mezzane ed inferiori, con prezzo dalli
ottanta leoni sino a 150; oltre a barili di stagno piombo e
azzali, caricati a Livorno e al Zante, speciarie d'ogni sorte, che
in tutta somma rilevano 460 mila reali, ed estraendo seta,
galle, droghe, cotoni filadi e sodi, e stami d'Angari. E come il
cavaliere Finich ambasciatore Inglese rinnov con aggiunta la
capitolazione, bench non abbi potuto inserire il titolo
d'Imperatore al Re Brittanico suo Signore, ci non ostante ha
superato la permissione di caricare due vascelli d'uve passe
per tutte le scale del custodito Dominio. Cos il Caglier,
Residente de' Stati, affretta pi degli altri le due navigazioni,
cio quella di Caffa pel mar Nero, con li propri legni e
bandiera, non anco permessa, come invece lasciata libera a
tutte le nazioni Franche, procurando ancora d'intendersi con la
Compagnia Alemanna di Levante per la condotta della loro
Pannina dalli fiumi Reno al Danubio, e con tre mesi di viaggio
condurle per lo stesso mar Nero a Costantinopoli; ma per anco
non viene da Cesare permesso il transito sicuro.
Finalmente li Genovesi del 1664, attaccarono la sospirata
corrispondenza coi Turchi sotto l'intiera protezione del conte
Lesto Ambasciatore dell'Imperatore all'Eccelsa Porta; formato
un trasunto da tutte l'altre capitolazioni de' Principi fecero la
loro, ma nel credito, n l'arte, n tampoco l'industrie poterono
in tanti luoghi pulirla, che non vi restasse della ruggine e delle
aspre parole, come a dire schiavit dichiarata, e desiderio di
ritrovarsi nella servit del Sultano.
Questa spedizione di ministro non ebbe altro oggetto, che di
profittarsi nel cambio di monete, ed adulterando al presente li
zecchini, che per commissione precisa di Vostra Serenit feci al
Residente Spinola usare ogni rigore, metter guardie al
vascello, ponere li Dragomani prigioni, disfare i servi; sicch in
niuna considerazione vivono appresso li Turchi, non facendo
che poco negozio in velluti, rasi, tabini, saiette e coralli, senza
stima e prezzo li loro panni fabbricati con falsi colori. Tutte
l'altre, Corone Settentrionali e Principi d'Italia non sono stimati
n conosciuti, se non per le Bandiere dei loro corsari; ma li
Maltesi pi degli altri si distinguono, e restano li Turchi
persuasi che molti de' Principi Cristiani soccorrono con loro
ajuti quelle debolezze, e favoriscono li Cavalieri, de' quali viene
vantaggiosamente pubblicato e da rinnegati sostenuto, che la
Serenissima Repubblica dia e conceda un vascello di legnami
all'anno d'alberi, tavole e remi, che quella permissione che
alle volte graziosamente fanno Vostre Eccellenze alla
Religione, che riesce di mala impressione e di pessimo effetto.
Hanno dunque contro di loro odio e livore, tuttoch gli uomini
della professione da mare, e li Capitani Bass difficilmente
consiglieranno simile impresa, e se qualche disegno avessero
l'armate de' Turchi contro li Stati ed isole d'Italia, sempre con
artifizio d'attaccar Malta farebbero le voci precorrere.
Soddisfatto in questi fogli un gran giro de' Principi d'ogni rito e
nazione, che siano o per confine o per confederazione
conosciuti da Mussulmani, ora, Serenissimo Principe, restano li
pi vicini, e come vicini dovrebbero essere sempre con
attenzione distinta osservati, e tuttoch gli effetti,
l'operazione, le massime, gli impegni, le ristrettezze lusingano
al contrario riflettere; ancorch dall'universale s'intenda
discorrere, ch' essendo la guerra di Polonia ridotta ad un
angolo d'Europa, in un lembo del mondo, sia come lontana e
remota da poco curarsene, tal essendo la fragilit umana, che
sempre spera bene delle cose future, quando fugge ed iscansa
il pericolo presente; e veramente non saprei Eccellentissimi
Signori se quiete tale sia letargo di chi agonizzando muore, o
sonno di chi riposando migliora. Principier dunque da quel
Regno, come il pi avanzato all'Impero Ottomano, e dir con
buon fondamento, che quei travagli sono le reliquie delle
guerre di Candia, mentre Doroncesco fu nella protezione del
Sultano ricevuto con obbligo di rinforzare il Primo Visir con 8
mila Cosacchi ribelli. Disimpegnate sono dal mare l'armate con
la stabilita pace di Candia, la di cui perdita saperla e non
apprenderla stupidit l'apprenderla e non compatirla
barbarie, sicch piangerla gratitudine, compatirla piet!
Si formavano dunque per quattro anni poderosi gl'eserciti di
terra contro Polonia, alla testa de' quali per il primo e terzo si
ritrov in persona Mehemet Imperatore, il quale in otto giorni
prese senza opposizione Kiameniz, perdutasi dal presidio, onde
fece piuttosto della misericordia del nemico, che del proprio
valore esperienza, e passato poi il fiume Nistro invase l'Umina,
desol la provincia, incener la citt, bagn il terreno di
sangue, e con crudel empiet us il ferro ed il fuoco,
terminando nello stesso tempo la vendetta ed il castigo, e
carico di gloria e di preda ritorn stanco ed infermo in
Adrianopoli. Questa strepitosa, ma infruttuosa ritirata fece
patentemente conoscere a' Turchi, che se applicano di fare la
conquista della Cristanit, certo non bisogna che dalla parte di
Polonia principino, essendo questo il secondo tentativo che
hanno nel secolo presente procurato. Di pace vi stato
sempre maneggio tra' il cimento della guerra e tra' il bollore
delle armi; gli ablegati spediti da' Polacchi furono alcune volte
dal Visir per interpositori ricevuti, altre volte per esploratori
scacciati. Pure alla mediazione si sono molto affaticati, ma con
direzioni occulte ed intenzioni secrete, con li Vaivoda moldavi e
valacchi, ed il Kan de' Tartari per le loro convenienze
particolari; come pur li Francesi fecero comparire monsieur di
Sanan in Andrinopoli con apparenze di rasserenare il torbido in
Cristianit, ma in effetto meditarono il modo per tirare alle
parti nobili quel male che si ritrova appunto nelle parti lontane,
cio di consolidare le piaghe alla Polonia, per aprirle dolenti e
mortali nel cuore dell'Ungheria, inferendo spasimi e tremori a
tutto il corpo infermo della Germania.
St dunque la trattazione di pace impuntata sopra due discordi
importantissimi articoli, sebben pare che al primo del tributo
cedano i Turchi, ma siano costanti li Polacchi nel secondo
ripetendo con elate dimande la piazza caduta; pretensione
insussistente, che li costituisce in un delirio politico, derivando
la cosa da sola debolezza, che non sar mai per legge, per
sicurezza e per decoro del Gran Signore approvata, come
prima impresa gloriosa e stabilita dalla sua imperial persona,
non potendo abbandonare poi Doroncesco: sicch tutti questi
progetti riescono vani a segno che la guerra differiscono, ma il
travaglio non terminano. A' Turchi favorabile l'estate,
parziale a Polacchi l'inverno, varia e mutabile quanto incerta e
volubile la fortuna. Dalla continuazione dunque di questa
guerra dipende la totale quiete dell'Imperatore, la sicurezza
della Germania, che egli risoluto a tutto potere di
conservare, dissimulando insidie e pregiudizj, a sola difesa
prendendo l'armi. Riescono per deboli e languide le scorrerie
de' Turchi al Confine, trattenuti in gran parte gl'Ungheri ribelli,
non assistiti di forze o di dinaro, ma solo lusingati con parole e
speranze nell'incontrare il tempo migliore, restando nell'animo
del Visir impressa la sconfitta al fiume Raab, dove per
desiderio di generosa particolare vendetta non sarebbe alieno
ad ogni pronta rottura; non per rinnovare li colpi sopra le
membra, ma per replicarli sopra le ferite per maggior dolore: il
tutto fondato nella propria immensa grandezza, ed a discredito
infinito degl'altri monarchi, facendo patentemente conoscere il
Sultano d'essere arbitro della pace e della guerra, rapire li
Stati e donare la quiete. Insomma potenza che sorpassa la
terrena, perch nello stesso tempo solleva e risana. Ci non
ostante il Residente Cesareo negozia con prudente desterit,
obbligato per caso singolare di fermarsi alla Corte, introduce
favori a' mercanti nel traffico, che non eccede i 30 mila reali;
concludendosi infine, che per ogni verso si trova la pace
sospetta, incerta e pericolosa, e da molto impensati accidenti
combattuta, sicch ho lasciato il tutto vacillante e soggetto a
vicina alterazione, quando la guerra di Polonia restasse
fermata e sopita. Obbliga il terreno del confine ad unire a
quest' ultime linee li disperati e miserabili Ragusei, che non
contenti d'esser tributarj e carazzari, volontariamente ed alla
scoperta sudditi e schiavi de' Turchi si chiamano. Con quest'
antica ed ossequiosa obbedienza seppero in congiuntura
propria rapire dall'Imperiale Cancelleria regi comandamenti
per introdurre coi loro vascelli sali a Narenta e Macasca, ed
impossessarsi del luogo della gabella, dove con l'autorit
sempre giusta e sempre vigorosa di questo Eccellentissimo
Senato s'avesse non solo modo di far restituire l'usurpato, ma
di annullare gli stessi regi commandamenti in contradditorio
giudizio. Decreto inaspettato, sensibilissimo, per il quale di
continuo protestano d'essergli levato il modo d'unire danaro
per poter pagare il tributo all'Eccelsa Porta. Ristringendomi nel
capo della quarta ed ultima ordinanza dir, con motivo di ben
fondata ragione, per gl'interessi pi pressanti della
Serenissima Repubblica che quello, Eccellentissimi Signori, che
il Principato mantiene e fa sussistere gli Stati, non sono tanto
le virt dei trattati stabiliti tra' Sovrani, quanto la scambievole
amicizia de' loro sudditi, col traffico e commercio d'ambe le
Nazioni. Con tali avvertenze hanno sempre li nostri maggiori
resa la Repubblica grande non col solo esercizio delle armi, ma
coll'industria nella pace, applicando al Levante, come pi
adattato al comando dei Stati, per lo concorso dei forestieri,
riuscendo il latte della madre sempre pi giovevole al parto di
qualunque altro delle nutrici, cosicch capitali preziosi e
somme rilevanti d'oro a quelle scale si mandavano. Ora questo
grande negozio si disperde e confonde, e per cotali fatti e per
Cottimi riscossi non passano per le mani della nostra nazione a
Costantinopoli centomila reali d'oro in seda, cinquantamila di
lana, con cinquantamila di specchi, lastre, vetrami, carta e
conteria, le quali somme o si lunghissimi nel riscuotere o si
convertono in cuoie, lane, salumi, mocchagiari e cambelotti e
tutto con baratti pregiudicialissimi. vero anco, che
all'inconveniente s'aggiunge la mala fabbrica di testori, a
segno che hanno dato animo a' Turchi di piantare a
Costantinopoli pi di quarantamila telari per simili manifatture
di sede ed oro, sicch loro migliorando e noi peggiorando,
facile la conseguenza del precipizio vicino. Altro pregiudizio
rilevantissimo si accresce, che i Turchi, Greci, Armeni ed Ebrei
mai hanno pagato Cottimo di quelle mercanzie, che con la
caravana di Spalatro per terra s'incamminavano, e da questo
mal' esempio svegliati, per esser il negozio e l'inganno nati
gemelli, hanno anche li nostri raddoppiata la fraude, facendo il
maggior sforzo delle mercanzie pi nobili capitare per terra in
Adrianopoli; si sono dalla gravezza del Cottimo esentati, e per
altri pi grossi generi e voluminosi si coprono sotto nome di
forestieri per pagare il tre per cento con tutti li manifesti dei
scrivani adulterati, non mai riveduti n sottoscritti da Ministro,
come fu avvisato, essendosi in quattro anni riscosso incirca
2538 zecchini per entrate e uscite. Circa al capo della pannina
veneziana, dalla qual' arte solevano le pi popolate contrade
della citt mantenersi, questa gi viene dall'universale de'
Turchi ripudiata per due riguardi: il primo per la spesa
considerabile, il secondo per il peso eccedente, amandosi per
lo contrario il buon mercato e la leggerezza.
Ma perch, Serenissimo Principe, tutte l'arti o col tempo
s'accrescono o col tempo s'annichilano, non ferma l'ingegno
dell'uomo a meditare sperimenti e nuove prove, e se ne'
metalli si ritrovata la chimica, ne' medicinali l'empirica e
spargirica, e nella chirurgia la polvere simpatica, perch non
s'ha da far prova di nuova fabbrica di pannina, e lasciarsi dalla
corrente e dal l'opinione comune trasportare, non essendosi
per anco vedute in Costantinopoli le gi trasmesse. Qui pure
non terminano, Eccellentissimi Signori, gl'inconvenienti, perch
prima le mercanzie non arrivavano mai in tempi debiti, che li
capitani ove siano francesi, quasi in ogni incontro seguitano la
bandiera del Re, e quella della Repubblica abbandonano, e che
alli scrivani e marinari vengono di contrabbando diverse sorti
di mercanzie consegnate. Da tutti questi disordini, che a capo
per capo sono difficilissimi a regolare, si conosce per lunga
esperienza, e per prova irrefragabile essere di grande
inconveniente, la frequente mutazione degl'Eccellentissimi
cinque Savii alla mercanzia, che appena congregati e uniti per
puro desiderio di rinvenire il meglio e l'ottimo decretare,
vengono ad altro impiego destinati, sicch prendono ardire li
mercanti, e supplicano umilmente l'Eccellentissimo Senato,
che padre, e che sente le miserie di chi l'invoca, e non potr
che intenerirsi e porger sollievo, ch' di fare servire pi
lungamente lo stesso Magistrato per quel tempo che parer
proprio e conveniente alla pubblica prudenza, sicch sar
fortunato incontro tra la fede di chi supplica e la beneficenza di
chi compiace. Per agevolar dunque il commercio e accrescere il
traffico furono prudentissimi li comandi di Vostra Serenit, con
le credenziali trasmesse, per procurare la diminuzione del
dazio dal cinque al tre per cento in conformit di tutte le altre
nazioni, ma perduto il Canon Nam, che vuol dire Canone
stabilito con l'Eccelsa Porta, che parlava di tutti li dazi, si
conviene per ora alle grazie del Sultano ricorrere, tanto pi
che si aperto l'adito con l'ottenuto ed eseguito
comandamento imperiale, levate le spese minute che a 6 per
cento, aggravano le mercanzie.
Se duuque tale diminuzione felicemente riuscisse, si
giudicherebbe opportuno per perfezionare l'opera, ad esempio
di tutte le altre nazioni franche, d'introdurre unione di beni
ordinatamente in questa citt dominante, dove con il convoglio
delle navi pubbliche da guerra, senza rischio de' corsari, senza
perdita di capitali e con sicurt minorato, respirerebbe il
negozio nella pi desiderata maniera, perch dove si tratta di
perdere il commercio, non bisogna molto confidare nel
beneficio del tempo, e se la vigna non provveduta di buoni
coltivatori, non solo si perder la vigna, ma si perder anche
l'arte di coltivatore. Conchiuder questo importantissimo capo
del traffico con li consoli inferiori, dicendo che da Smirne in
quattro anni si sono ricavati 888 zecchini con l'entrata e uscita
di 37 vascelli. Dagli altri di Canea, Milo e Morea nulla entrato
in cassa di Cottimo, anzi concordemente esclamano, che
l'assegnato mezzo per cento non supplisce al viver loro, sicch
la ristrettezza in che sono costituiti, li obbliga a prevaricare, e
in luogo d'opponersi alli contrabbandi li favoriscono e
proteggono.
Ma perch il traffico per la maggior parte dipende dal mare,
cos il mare non viene solo per la navigazione considerato, ma
per l'armate che nel scorrerlo felicemente lo custodiscono e
difendono, che la pi importante cognizione e gelosa materia
di tutte le azioni umane, e la pi singolare di tutti gli affari
politici ch' la guerra. Che vi sia dunque un corpo di galere
sottili e al numero di 22 sono considerabili forze, ma alla
fronte di Turchi non corrisponde l'ordinanza, se le 22 non
possono con le 59 competere in tempo di pace, e con la stessa
proporzione in tempo di guerra, sicch vedendosi tale disparit
di forze viene stimato cauto consiglio di rimediare al difetto in
parte, migliorare e tentare di superare l'inimico nella parte
della maggiore debolezza, ch' nell'armata grossa, dove le
galeazze formidabili legni sempre alla memoria de' Turchi
riusciti e temuti, sono cos ristrette, che ben si potrebbe dire o
che non bastano, o che non bisognano. Per tanto li cinque
vascelli da guerra fabbricati in questo prodigioso e osservato
arsenale, non sono sufficienti di rendersi considerabili a'
Turchi. Non sono atti per dividersi in squadre, incontrare li
corsari, assicurare il commercio, convogliare le navi mercanti,
sicch per non astringermi a tradire i miei sensi e a
commettere la piu turpe di tutte le vilt, ch' la bugia, dir a
correzione umilissima, Serenissimo Principe, che il numero
predetto delli cinque non serve per il travaglio, n per la
quiete, perch dove fossero i pi l si pu dire, che siano tutti,
sicch per sicurezza, si ricercherebbe un corpo di dodici navi
da guerra, che bisognando ripartirle in tre squadre, non solo
imbrigliarebbero tutto il Levante, avrebbero l'impero del mare,
snidarebbero dalle aque li corsari, leverebbero da quella scala
e da quell'asilo li barbareschi, mantenirebbero in spaventato
timore li Turchi, e questa risoluzione inforzarebbe il fiato alla
fama, accrescendo credito e gelosia appresso le nazioni
settentrionali: vedendosi per prova che tutti li Principi pongono
il loro studio particolare nell'apparecchio de' vascelli, essendo
questo il testimonio autentico e l'armamento privilegiato del
secolo presente; mentre i Turchi sono di questo requisito
marittimo sprovveduti, non avendo vascelli proprii n
proporzionati, non comandanti, non esercito, non marinareza,
non perizia per navigarli; ma all'incontro sarebbe conveniente
che quelli della Serenit Vostra fossero meglio armati, non
essendovi sopra che quattro tra capi e scolari bombardieri,
senza cappellani e religiosi, le ciurme non pratiche per le
paghe ristrette, e le concie differite sino a 40 mesi. Tanto mi
sia lecito rappresentare con verit, parlando con esperienza
delle cose gi poche settimane passate, dovendosi credere ai
fatti, i quali sono una favella che d'ordinario non inganna.
Queste dunque, Serenissimo Principe, sono quelle antiche
muraglie di legno in mare, che le muraglie e le fortezze di
terra difenderanno, perch una volta che il mussulmanesimo
s'apr l'adito allo sbarco, non vi pi valle n monte, bosco o
pianura che lo diletta o trattenga, ma come folgore precipitoso
cadente, supera, incenerisce tutto quello che incontra, e alla
moltitudine d'un mondo intiero non pu resistere isola, n
fortezza qualunque. Se poi l'aggravio del mantenimento e la
considerazione della spesa abbino questo gran bene da
contrariare, lascier al maturo giudizio di questo
Eccellentissimo Senato riflettere, se l'incomodo abbi alla
sicurezza prevalere, e se il risparmio abbi alla Religione e alla
libert da precedere, potendo forse in altri armamenti
restringendosi agevolarsi la spesa, e l'arbore che non
s'alleggerisce in rami superflui non pu in grossezza n in
altezza dilatarsi, concorrendosi nel loro sostenimento chi
ricever profitto e sollievo nell'assicurare i proprii capitali. So
che tutte le vene sono aperte, che il sangue vivo esce e si
dirama, ma so ancora che Vostre Signorie non lascieranno
uscire il fiato e esporre la vita a maggiori pericoli; e che dopo
fatti umilissimi ricorsi a Dio benedetto bisogna valersi di quei
mezzi e di quell'impero, che appunto da Dio stato impartito a
questa venerata Repubblica, sicch ogni risoluzione generosa
riuscir grata al mondo e di sicurezza alla Cristianit.
Questo mare dunque viene insidiato da tre sorta di corsari i
quali tutti inferiscono danni sensibilissimi all'Eccellenze Vostre.
Sono li primi li corsari barbareschi perfidi e fieri, coi quali le
differenze si decidono con l'armi, cos parlando la capitolazione
di spese, non essendovi regresso, n ritrattazione alla Porta.
In secondo luogo subentrano i corsari del Golfo, piccioli ladri,
ma per esser dentro e vicini sono li pi infesti e attaccati alle
parti nobili dello Stato a simiglianza di quel male, che quanto
pi nel cuore s'interna tanto pi considerabile per il dolore e
per le suo gravi conseguenze; insomma sono questi corsari
tartari domestici, che scorrono il custodito mare di Vostre
Eccellenze con azioni ripiene di contumacia e di temerit
insolente. Tutta volta la sola autorit di questo Sapientissimo
Senato fece superare l'impossbile, ricavando da questo
superbo e fastoso Monarca ordini risoluti, che da' proprii
Chiaussi fossero le fuste incendiate, e a Dolcigno ne restarono
dieci fermate e incenerite. Consolato in me stesso d'avere
rispettato con ossequio di venerazione e osservato con
riverenza le Pubbliche Commissioni, senza spesa qualunque
dalla parte mia. Anche Vostre Eccellenze, ben sappino, che con
Turchi si negozia sempre con doni, e gl'animi barbari
facilmente a questa corrutela s'accomodano, e se il diamante
cede alla ruota e resiste alla mano, perch in fine la mano
tiene il pregio dell'opera e della fatica. Mi sar dunque
permesso l'avvisare in questo proposito, e lo dir con
sommesso e umile rispetto, perch il parlare pi lodato del
tacere quando apporta utile e la necessit lo richiede, che sino
a tanto che la guerra viene in Polonia guerreggiata, gl'uffizii si
possono e le premure rinnovare per l'incendio delle rimanenti;
si possono combattere le fuste e incatenare li corsari, oltre che
il Visir nella pace interessato e disposto; ma in fine sono
fiere selvaggie, che imitare non bisogna. So pure che quando
fulmina il Cielo niuno lo mira e lo sfida, ma ognuno ardisce di
sprezzarlo quando quieto e sereno. Nel mare tranquillo ogni
picciolo legno scioglie e viaggia, ma nel burrascoso li galeoni
mainano le vele ed entrano in porto.
Entrare nel favore pu altro Ministro con fini diversi, e i clamori
di quei ladri battuti e oppressi farebbero dello strepito e della
confusione alla Porta che servirebbe di pronta materia a nuove
scandalose contenzioni, tuttoch siano ancor bagnati dal
naufragio passato.
Quei turbanti elevati, quelle teste calde non soffrono severo
castigo, n lunga offesa dai Cristiani, e non sempre
ritroverebbero luogo d'approvazione le fuste restituite, la
liberazione de' schiavi, n la consegna d'alberi e remi, ma una
falsa divulgazione di perduto denaro sarebbe avania facile
d'introdurre, che a riportata fortuna con lo stesso danaro
s'accomoderebbe, il Bailo in angustie si ritroverebbe, la
nazione non avrebbe ritirata, e li malevoli campo aperto di
spargere mortifero veleno. Se poi sopra tale diligenza si crede
necessaria applicazione di nuovi rimedii, sar desiderabile la
prova, ma difficile forse a rinvenire l'incontro, dubitando che il
continuato percuotere assordi l'orecchio.
In terzo luogo s'affacciano li corsari ponentini Cristiani, che
sono peggiori degli uni e degli altri, perch indifferentemente
spogliano tutti senza riguardo, e mi arrossisco il dire, che la
Cristianit sia grande di nome, ma picciola di fede; essendo
una moltitudine di gente oziosa, sciolta e libertina, congiurata
insieme a vulnerare la dignit dei diversi Principi, spiegando
insidiosamente le loro insegne dalle quali non restano esenti
da violenze e rapine li sudditi della Serenit Vostra: sicch
tanti congiungimenti di pessimi successori di varii spogli e
rapine, si dubita che un giorno spianino la strada, che i Turchi
s'applichino al mare, che per altro se lo scorderebbero certo
dove tutti gli armamenti alli Stati della Repubblica
riuscirebbero non meno sospetti che pericolosi, dovendo
sempre il pi debole al pi forte soccombere, mentre l'armi
delle potenze maggiori non ebbero in niun' et n distinzione,
n descrizione, non potendo i Turchi venire pi grandi, senza
la rovina dei loro amici e vicini.
Il punto dei confini vengo con penna molle di lagrime a
scrivere, e a Vostre Eccellenze confessare di non aver ardire
per affrontarlo, convenendo una piaga riaprire, che sempre
sangue vivo getter, innanzi al cuore di Vostre Eccellenze,
offesi tanti padri innocenti di questo Sacrosanto Senato, a
segno che li Turchi stessi il nome di Candia non proferiscono,
ma dicono al tempo della grande espugnazione nella quale pi
d'un mezzo milione di Mussulmani sono restati estinti e sepolti,
ben conoscendo che la sola ostinazione abbi la difficolt
superata, e che tale decantato acquisto non corrispondi punto
alle concepite speranze, che il profitto non eguagli l'impegno,
che sia ampliazione non sicurezza d'impero, che non sovvenga
ma che abbi bisogno d'esser sovvenuto, perch quando siano
le camere dei Giannizzeri ripiene, e che in luogo loro li Gerlicoli
del Regno, che sono le milizie paesano di gran lunga l'entrata
non suppliscono, mentre nella cassa di Napoli di Malvasia circa
100,000 reali all'anno si somministra. Del resto tutte le
fortificazioni esteriori, li rami delle mine e fornelli tutti sono
dalle acque inondati, caduto il terreno, impedito il transito,
serrate le porte delle fortezze; insomma ridotta la piazza ad un
labirinto ripieno di angustie ed intricate confusioni, non
essendo nell'isola restati di ridotto 1000 carazzi, che per non
contribuire all'aggravio disperatamente rinnegano. Ma per
sapere Eccellenze Illustrissime con fondamento l'opinione dei
Turchi sopra le tre fortezze di Suda, Spinalonga e Caraluse,
staccate dal regno e divise da tutte le altre membra degli Stati
marittimi di Vostre Eccellenze, stimo incombenza riverita di
riferire con puntualit quello che ho penetrato e inteso, ed
che la Repubblica pu difficilmente, per la lontananza
sostenerle, che vi sia sempre bisogno d'arma pronta e
disposta, dipendendo da questa sola le provvigioni e i soccorsi;
che per tre scogli separati e divisi non s'obbligher la pubblica
prudenza a nuovi cimenti, n a soccomber ad una sfortunata
guerra; che il loro mantenimento considerabile per la spesa,
che niun beneficio da quest' apparente possesso si ricava; che
sono d'ordinario alimentati di viveri dello stesso regno; che
impediti e trattenuti dalli Bass comandanti, restano di subito
assediati, che li soldati del presidio, o stanchi o angustiati dalla
lor parte fuggano; essere per interesse del maometismo che
in tempo di pace sieno finalmente dalla Repubblica custodite e
guardate, restando il Sultano del dispendio esente e sollevato.
Ci non ostante la generosa costanza di quest' Eccellentissimo
Senato non tralascier modo di ben munirlo, proibendo sopra
tutto, che non si facciano scale di mercanzie per serrare li
prezzi e particolarmente quella di Suda per il carico d'ogli, che
non si ammettano Turchi in casa di confidenze, n concorso di
confidenze numeroso nella processione nei tre giorni festivi del
Corpus Domini; che introdotti non eccedano il numero di
quattro e sei, non permettendo il girare all'intorno delle
fortificazioni mentre l'insidie dei rinnegati possono alle volte
pregiudicare con accidenti perniciosi impensati, come il non
interessarsi ne' naufragi che accadessero: insomma
proteggere non aggravare, favore non ingiuria secondo parla
la capitolazione di pace, e conforme praticano con lode distinta
gl'Eccellentissimi Provveditori estraordinarii e a loro esempio
gl'ordinarii ancora. Per l'isole poi di Tine e Cerigo vanno quei
popoli per tutto l'Arcipelago dispersi, e per Costantinopoli
ancora, non potendo per la strettezza dei viveri alle loro case
mantenersi.
Le altre isole del Zante e Cefalonia sono cos ben dirette dalla
virt e valore degl'Eccellentissimi Signori Provveditori generali
da mar, che al mio tempo non ho avuto travaglio n molestia
alcuna. Solo dir della fortezza di Corf, che da Turchi
stimatissima, e son osservate le nuove fortificazioni, e baster
considerare che Corf porta per se stesso il nome d'essere
cuore delli Stati e della libert della Repubblica, esser Corf la
chiave della navigazione non solo del golfo ma di tutto il
Levante, esser Corf l'occhio del nostro Dominio e la fortezza
marittima dell'impero di Vostra Serenit, e se fu tanto
considerato da Vostre Eccellenze quando li tre regni di
Negroponte, Cipro e Candia signoreggiavano e che d'antipetto
e sicurezza servivano, che si far al presente essendo l'ultimo
confine riguardevole del Veneto potere, non essendo pi quei
secoli, che le fortezze e i siti delle piazze difendevano li
difensori. E perch dal mare escono li turbini e le fortune, e dal
mare sempre sono provenute le guerre che hanno
ingiustamente afflitta questa Serenissima Patria, cos non sono
tanto sottoposte agl'accidenti le piazze dell'Albania e della
Dalmazia, perch sotto la pi distinta ammirabile vigilanza
degl'Eccellentissimi Signori Procuratori generali, resteranno
dall'incomparabile prudenza e desterit dell'Eccellentissimo
Signor Cavalier Provveditor Nani, Commissario in Provincia,
terminate con soddisfazione reciproca le differenze dei terreni,
e con segno imperiale giurato e sottoscritto dal Sultano,
stabiliti i confini, dove in occasione di disubbidienza e trascorsi
d'insidie e di forza, sempre con facilit si sono ricavati dalla
Porta ordini risoluti. Deve per esser pronta l'industria e
avvertenza del Bailo, e della congiuntura valersi senza alcuna
perdita di tempo, perch se il latte non si succhia appena
uscito degenera facilmente in sierosit; cos sono le grazie e le
permissioni dei Turchi, che, se non sono subito ricevute,
prestamente inagriscono.
A tale esenzialissima avvertenza non solo s'oppone una
contraria, non solo ripugna ma contende l'assoluto abbandono
della corte di Costantinopoli trasportata in Adrianopoli la
reggia, dove gl'affari maggiori de' tempi presenti fermano
principalmente la sede, e dove al Bailo e a tutti gli altri
ambasciatori de' Principi permesso una licenza d'andare, ma
non lungamente dimorarvi; sicch l'operare in distanza
difficilissimo, cavar l'oro e star fuori dalla miniera
impossibile, e la stessa impossibilit s'incontra nel far agire da'
dragomanni li negozii, perch essi non hanno stima presso ai
Turchi e vengono con rigore e come schiavi trattati. Nel resto
mi sono maravigliato assai, per non dire edificato, della molta
secretezza de' Turchi, non penetrandosi che di rado le loro
importanti deliberazioni, le quali sono prima eseguite che
risaputo; e alle volte tutto ad un tratto si risolve, e il Re
chiama Divan in piedi o in campagna, o sotto padiglioni nel
quale v'intervengono li Bass, capi di milizie, li vecchiardi de'
quartieri, e li Otturacchi pi anziani nelle guerre passate,
risultante il numeroso concorso a pi di 300, dicendo
sommariamente la loro opinione. L'altro modo la consulta
secreta del Re, nella quale solamente li Bass Visiri alla Banca
risiedono.
E siccome nella prima il fatto dichiara l'intenzione, cos nella
seconda il silenzio occulta il deliberato, sicch ritrovandosi il
Bailo dalla Corte lontano non pu il pi certo penetrare, stante
che li confidenti Turchi come sono pronti di riferire e parlare in
presenza, cos in assenza sono ritrosi di scrivere ed avvisare.
Sar dunque pericoloso sempre il formalizzarsi degl'eserciti e
delle intraprese di terra e particolarmente nella Grecia, perch,
con un semplice ordine al Beglierbei, obbliga il Vaivoda dei tre
Principati soggetti, che assistito dalla velocit dei Tartari resta
ogni paese all'improvviso invaso e incenerito, senza chiamare
l'assistenza dell'asiatiche milizie; cosa che non succede
nell'armata da mare, perch arsenali, galere, saiche, munizioni
e biscotti restano tutti sotto l'occhio registrati, e con le proprie
diligenze l'intiero delle operazioni si ricava. Sopra li confidenti
ancora dir: che valersi degli Ebrei fu sempre incauto e
reprobato consiglio, e tanto pi al presente che non tengono
intratatura alla Porta dal Visir, non avendo credito n stima
appresso di lui, ma peggiori di questi sono li rinnegati, felloni
appresso Dio grande e perfidi traditori appresso tutti gli
uomini. Tuttavolta per accrescere e coltivarne in qualche
maniera l'amicizia provai, nella morte di Panajotti, di stringere
la confidenza col medico e dragomanno Mauro Cordato del
Primo Visir, il quale con l'apertura facile delle due cariche
poteva toccar il polso a molti interessi politici, scoprire la
malignit al male, ricordare i rimedj, e mirabilmente giovare e
prevenire le cadute all'infermo, esortandolo con efficacia a non
contaminare la buona inspirazione dello stesso Visir, verso la
sincerit della Repubblica; ma l'avversione e contracuore che
tiene coi nostri Dragomanni, il duolo della loro fede, lo fa
camminare cauto e riservato, seguitando piuttosto i vizj
comuni che le virt particolari. Ma giacch con la permanenza
del Primo Visir, nel favore e nella dispotica autorit dell'Impero
si mantiene e conserva, non mutandosi pi le cariche n la
turba degli officiali accrescendosi, anzi li ministri continuando
lungo tempo nel governo, dir umilmente, che, per consulta
stabilita, per esperienza osservata e per pratica di quattro
anni, ho minutamente ponderato che sarebbe proficuo
stringere l'amicizia con uno o due dei pi accreditati, e sono
Car Mustaf Bass alla Banca, e Soliman Chiaia Bossinese. Il
primo fu congiunto del Primo Visir, uomo disinvolto, e che
sostiene chi s'appoggia. Il secondo germano della moglie tiene
rimesso a lui la maggior parte del negozio, di genio piacevole
ed a impedire le rotture inclinato. Tali favorevoli disposizioni
per non con semplice complimento, n con semplice cortesia
si guadagnerebbero, ma col solo mezzo dei donativi e regalie,
che sono passati in legge di Stato, certa cosa essendo che non
pu sperare abbondante ricolta chi, gett la semenza nel
campo senza aver prima ben lavorato il terreno: mentre i
Turchi tengono tutti gli amici sopra le ginocchia, si che nel
levar in piedi cadano in terra, quando non sieno da presenti
sostenuti, facendo poco conto di loro, traboccando sempre la
bilancia da quella parte dove pi caricata, anzi tra li pi savj
contraverte tra loro una curiosa e dotta differenza: A qual
parte dell'uomo si meritasse pi la venerazione e la corona? Fu
offerta al cuore, che tutto pu; fu dedicata alla testa che tutto
regge; fu proposta all'occhio che tutto vede; ma infine fu
consegnata alla mano che tutto dona e prodigamente benefica
e dispensa. Quella mano dunque, coronata di regali e presenti,
potrebbe con facilit penetrare nei serragli, introdurre
corrispondenze, stabilire amicizie, e con donativi cortesi e
dimostrazioni benigne ripiene di stima e decoro usate a tempo,
vincolare gl'animi venali di quelli di dentro, come una relazione
continuata di sincerit e costanza, per nome della Repubblica
imprimerebbe senz' affettazione concetti d'amore e di
riputazione, procurando la mente del Sultano e l'ombre
dileguando di sinistre divulgazioni, potrebbe in molti incontri
sostenere e difendere il Bailo da impensate doglianze e maligni
ricorsi, e in tal forma mirabilmente servirebbe a non
raddoppiare con stravagante usura l'obbligo de' donativi nella
dispensa di tante cariche duplicate e di qualificati ministri, a
segno che la pubblica ragionateria resta nel fatto di spese
imminenti soccombente ed aggravata. Giunto a questo punto
delle spese, a quest' esenziale informazione ho sempre
ritrovato che in niun tempo mai furono accusati, n biasimati
quei Principi che nei loro Governi tentarono di riordinare
l'economia. Pertanto sono certamentegrandi e pesanti le spese
del Bailaggio, a' quali difficilmente si possano regolare, forme
e permanenti prescrivere, stante che le mutazioni pi o meno
dei ministri alterano e scompongono la simmetria della pi
accurata direzione. In quattro capi dunque si dividono
gl'aggravj di Vostre Eccellenze alla Porta Ottomana: cio in
presenti ordinarj ed estraordinarj, che adempiscono con le
prime provvigioni nella partenza da Venezia degli
Eccellentissimi Baili alla somma di 30 mila ducati in circa. Poi
col supplemento di robbe, che alle volte va l'Eccelso Senato
decretando, e che dal Magistrato Illustrissimo alle Rason
Vecchie si van trasmettendo. In terzo luogo subentra il
stipendio assegnato di salariati, cio di dragomanni, giovani di
lingua, col resto dei provvigionati, ascendente la spesa ad
8000 reali annui. E nel quarto ed ultimo vi il mantenimento
ordinario giornaliero di bocca, cio delli predetti dragomanni,
giovani di lingua, provvigionati, Giannizzeri e portalettere,
affitti di case, buone mani e cortesie, che possono rilevare altri
10,000 reali; sicch sono in circa 24,000 reali all'anno
d'effettivo contante, aggiungendosi di pi il danno volontario
dai cambi di 2000 reali all'anno, nel qual pregiudizio si
continuer sempre (ancorch di due per cento l'abbia io
moderato) sin tanto che con la prontezza dei pagamenti non si
soddisfi, dove il residuo delle lettere accettate sarebbe
convenienze d'aggiustare, anche per aggiustare le scritture nei
pubblici libri.
Unite dunque Serenissimo Principe tutte le predette spese
obbligate, si pu dalle ultime relazioni di Costantinopoli in
tempo di pace vedere, che alla somma di 42,000 reali all'anno
rilevano, e che da questi aggravii non restano esenti gl'altri
ambasciatori delle corone: mentre la Francia, Inghilterra ed
Olanda, che non tengono n confini n mare, ma sola
dipendenza di traffico spendono l'equivalente e di vantaggio
ancora. E perch so, Serenissimo Principe, essere obbligo non
uso, essere rispetto non diligenza, che in un ministero
composto di politici riguardi ed interessi economici si dia
distinto e puntuale ragguaglio della direzione e maneggio: cos
dir di proprio sentimento, Eccellentissimi Signori, che il conto
corrente di cinquanta mesi di bailaggio rest in tre parti diviso;
cio libro dei salariati e beneficiati, che dalla cassa di Cottimo
sono pagati, nel qual si vedono anco le riscossioni d'entrata ed
uscita dei vascelli, che di tempo in tempo sono seguite; l'altro
libro dei debiti vecchi alla somma di reali 38,347, avendone
pagati per Commissioni di Vostre Eccellenze di mezzi trimestri
ed altre mercedi reali 7872, solamente con grave sentimento
de' creditori; e l'ultimo libro dei trimestri, che di tre in tre mesi
ho sempre mandati aperti nell'Eccellentissimo Collegio,
acciocch sotto l'occhio purgatissimo e sotto la mano prudente
degl'Eccellentissimi Signori Savii fossero considerati e corretti,
e sempre nell'umanissime risposte furono approbati e ricevuti.
V'era pure un quarto libro intitolato di spese secrete di che io
intieramente ho abolito il costume, soppressa la pratica, e
nella revisione de' miei conti non si ritrover minima partita,
che a qualunque persona abbia d'estraordinario donati dieci
reali, n riconosciuti esploratori, n novellisti introdotti;
consistendo tutto questo registro scereto nelle quattro
pensioni del Zante dal 1670 sino al 1674, in zecchini effettivi
6000, che sono reali 15,000, avendo sempre le copie delle
ricevute del defterdar in Divano, spedite nell'Eccellentissimo
Senato, per presentare le fedi del ragionato Arrivaben, lasciato
l'originale in turco nella cancelleria del Bailaggio, per tutto
quello occorrere potesse. Di tutti questi zecchini dunque, che
al mio partire da Venezia furono consegnati, ed altri che da
Vostre Eccellenze furono a Costantinopoli trasmessi, si vede
l'utile della moneta portare intieramente a pubblico beneficio.
Vi pure l'ultimo libro della dispensa di tutte le robbe che dal
magistrato Illustrissimo delle Rason vecchie restano al bailo
consegnate, e delle altre ancora che di tempo in tempo furono
e per mare e per terra per ordine dell'Eccellentissimo Senato
mandate a Costantinopoli, le quali impiegate nei donativi reali,
e vesti di dragomanni e giovani di lingua, si potranno
incontrare partita con partita, con prove e riprove.
Restami dunque d'aggiungere alcune considerazioni per uso
della parsimonia e per regola delle spese superflue, perch
tanto li privati, quanto li principi che spendono gran denari,
solamente fiscali delle proprie entrate divengono, anzich la
liberalit continuata se stessa consuma, la quale mentre si
usa, si perde evidentemente la facolt di poter usarla; e
perch da questi scansi e riserve pare che li Principi il nome di
tenaci ed avari acquistono, ci non ostante questo uno di
quelli vizii permessi che li fanno sussistere e regnare, non
potendosi mai stimar povero un governo che s'applichi al
risparmio e all'economia. Con tali avvertenze ho a testa bassa
superato contro tutte le traversie ed opposizioni, proteste e
maldicenze, di cancellare dalla memoria e da libri le spese
esorbitanti della guerra, riducendole alla moderazione dei
primi tempi di pace; anzi non contento di questa necessaria
regolazione, ho ristretta la dispensa, levata alla corte
d'Andrinopoli la ricognizione delle vesti del Bairan grande, e
ridotto il Bairan piccolo a soli regali di noci e confettura, a
segno che se ne scoprono nei trimestri patenti gl'effetti; e
veramente confesso che la soddisfazione dell'animo proprio
passa alla vanit del pensiero e all'ambizione di pontuale
servizio, perch dall'anno 1626 sino al presente che sono il
corso di 50 anni sia detto con pace e rispettato onore, ma con
verit sincera, che niuno ha speso meno di me, e da calcoli dei
trimestri e da confronti si vede che li reali 42,000 all'anno si
sono nelli miei due primi anni ristretti a 33,000 reali e
negl'altri due susseguenti ridotti a 18,000 reali. Sopra questo
sodo fondamento deggio aggiungere qualche lume, che nel
risparmio si potrebbe introdurre, ed che gli Eccellentissimi
Baili nuovamente eletti, quando non avessero nausea e
avversione al navigare, che li principali viaggi per mare
continuassero, nei quali ricaverebbe maggior comodo, e la
spesa di due terzi meno all'Eccellenze Vostre minorerebbero:
da che un altro proffitto se ne ricaverebbe, non essendo pi
bisogno di trattenere il dragomanno in strada, n delle
spedizioni di capigi e giannizzero, che son tutte spese
superflue e denari gettati. E io che ho riconosciuto frustraneo
l'impiego, son ritornato a Venezia senza compagnia s noiosa e
aggravante, e per prova di ci tutti gl'altri ambasciatori dei
Principi capitano a Costantinopoli per mare senza alcun'
assistenza di dragomanni, solo ai castelli uno so ne spedisce,
pi per incontro e complimento che per sicurezza e servizio.
Circa poi al denaro per mantenimento della casa bailaggia ho
sempre riverentemente scritto, che col mandare a
Costantinopoli zecchini effettivi, riceve Vostra Serenit il quinto
di beneficio, e nello stesso tempo si solleva dall'aggravio
sensibile di otto per cento. Lo stesso dir delle robe di seda,
d'oro e pannina, che il Magistrato Illustrissimo delle Rason
vecchie solleciti le convenienti provvigioni e destinazioni,
particolarmente in tempo di Bairan grande, non riducendo il
bailo nell'angustie e al punto orrendo di comprar tutto con
lettere di cambio, e a prezzi stravaganti, accrescendosi il
danno e diminuendosi il concetto e la riputazione. A questo
passo considero, e alla matura prudenza di Vostre Eccellenze
rimetto, che come li panni e saggie veneziane sono affatto in
discredito (quando la nuova fabbrica non rimediasse il
disordine) potrebbe il bailo dispensare londrine a due reali e
tre quarti il picco, valendo una pezza 150 reali al picco, che
rilevano a 250 reali la pezza; e perch si potrebbe avere
avversione alla novt per la propria fabbrica, pel
mantenimento dell'arte, per onore del nome e la facilit
dell'esito e della vendita, dico solo in ristretto, che li stessi
nostri dragomanni, giovani di lingua e giannizzeri, dopo aver
dalla ragionataria ricevute le vesti, le rivendono alle botteghe
con discapito, comprando londrine, come se fosse drappo vite
l'essere coperto di saggie veneziane. Sicch l'Eccellenze Vostre
nella riflessione parrebbero di molto avvantaggiarsi.
Anche di tutte le robe d'oro e di seta, s conviene tenere
avvertenza, che le pezze siano di 24, 36, 38, 60 piedi e non
braccia, a ragione di dodici pichi per veste, perch il pi e il
meno si pone in conto di cavezzi, quali vanno sopra mano e
senza gran considerazione si dispensano, per non saper dove
impiegarli; ma il dispensare le vesti di dodici pichi
obbligazione in serraglio, ma fuori di estraordinarii presenti
prodigalit introdotta, perch soli dieci basterebbero, e, tutti
gl'altri ambasciatori di principi donano le vesti di dieci pichi, e
son gradite e ben ricevute.
Io dunque, Serenissimo Principe, posso dire di non aver
succeduto a niuno, ma essere stato quasi superstite della
guerra, e della morte non mai abbastanza compianta dal fu
Eccellentissimo Cavalier Ambasciator Molino, il di cui servizio e
obbedienza passeranno con frutto inestimabile alla memoria
dei posteri, essendo veri eredi del merito degl'Eccellentissimi
suoi figliuoli, avendo morte invidiosa rapito uno dei pi preziosi
capitani ch'avesse la patria; ma nell'infelicit fortunato, perch
se nella vita gli fu compagna la virt, nella morte gli fu
compagna la gloria. In tale deplorabile mancanza privo di
notizie e di direzione, convenni da principio maneggiare tutti li
negozii senz' appoggio e senza assistenza d'alcuno. Ora
obbligato sarei di venire all'individuo e all'abilit dei
dragomanni e giovani di lingua, e de' loro salarii assegnati in
zecchini; ma conosco che sarebbe aggiunta tediosa e molesta
alla lunghezza di questa prolissa relazione.
Missier Bernardo Nicolossi stato mio secretario, la di cui
cognizione del Levante ha di molto alla carica giovato, fedele
nella cifra, pronto a dispaccii e a riordinare le confuse scritture
del bailaggio. Insomma sempre vigilante al servizio e
all'obbedienza dei pubblici cenni, imitando nella puntualit gli
altri tre fratelli, che attualmente servono nelle secretarie pi
importanti del Governo; ma l'impiego di Costantinopoli da tutti
gli altri si distingue, perch il travaglio di lunghi viaggi, il
vivere tra' barbari, l'esporsi ogni anno al pericolo della peste,
sono tutti cimenti, che, oltre al compatimento vivissimo
meritano certamente le dimostrazioni di benigna gratitudine,
non mancando forme di beneficare alla grandezza del principe.
Anche missier Iseppo Zuccato stato mio coadiutore, del
quale per verit si pu dire, che unita la modestia con
l'attitudine, ha a tutte le parti del suo ministero adempito, con
la puntualit di duplicate scritture e registri, anzi con maggiore
certezza d'avanzamento nel servizio, e nell'attualit della
secreteria nel generalato di Palma, e nell'ordine della
cancellaria, come pure serve il fratello con soddisfazione
intiera della Serenissima Signoria come legista e come al
secreto deputato; sicch alla generosa munificenza di Vostre
Eccellenze, dalle cui mani reali si distribuiscono liberamente le
grazie e le mercedi, lo raccomando. Onore distinto e fortunato
incontro ricevei nella mia partenza da Venezia, quando
gl'Illustrissimi Signori Andrea Navagier e Vettor Giustiniani si
disposero a passar meco a Costantinopoli, soffrendo li
patimenti di tre mesi per viaggio per mare e altri incomodi in
quello d'Adrianopoli, ne' quali tutto ho potuto col loro prudente
consiglio molte difficolt superare, sicch dal loro fruttuoso ed
esemplare impiego meritano lodi infinite, accresciute ancora
per essersi portati al ritorno col pericolo e spesa ad osservare
la corte di Vienna, dove nel parallelo di due grandi imperatori
hanno acquistato esperienza delle maggiori cognizioni. Anche
dall'Illustrissimo Signor Giovan Antonio Toderini restai
favorito; il quale dopo aver soddisfatta la propria curiosit in
Cipro, Cairo, e scorsa tutta l'Asia Minore, con un lungo giro per
terra, se ne ritorn ben instrutto alla sua casa. Non sdegner
dunque la Grandezza di Vostra Serenit che il picciolo ed
umilissimo mio nome sia in questi fogli delineato, perch
volontariamente le primizie della sua giovent sacrificando,
Pietro mio nipote, venne ad esporsi a tutti gli accidenti in
barbaro ed indiscreto paese, anzi ad apprendere le forme per
obbedire e servire la patria, e portando da genio naturale alla
professione del mare si sottoponer alla carica di sopracomito,
facilitato l'armamento della galera, acciocch in servizio
continuato, e non mai interrotto sia sempre la casa senza
minimo intervallo di tempo attualmente impiegata.
Dell'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Giovan Morosini
successore degnissimo al bailaggio il silenzio m'accusa, il
parlare mi confonde, il tacere tutto sarebbe viziosa malignit,
l'esprimere parte sarebbe defraudare il merito di qualificato
soggetto, d'insigne ministro, che volontariamente s'intraprese
(dopo tanti servigii gloriosi) l'ultimo importantissimo di
Costantinopoli, dove lo lasciai al colmo della stima e della
riputazione appresso l'universale dei Turchi. Consolare dunque
si pu l'Eccellentissimo Senato d'avere surrogato agl'interessi
veglianti al maneggio degli affari della Porta Ottomana
cospicuo ministro, dalla di cui vigilante saggia condotta e
prudente desterit sar felicemente ogni maneggio principiato
e concluso. Per me dunque, Serenissimo Principe, parleranno
le mie abituate e immortali indisposizioni, che tormentano
quando si sta male, e disperano quando si sta bene. Per me
parleranno Eccellentissimi Padri li miei sudori e fatiche
impiegate in altri tempi difficili per mare e per terra nelle pi
lontane azzardose legazioni, che la patria a' suoi cittadini
dispensa. In tutto posso dire con sincerit, che Dio benedetto
m' stato sempre guida e lume, essendo Lui protettore di
giustizia e verit, anzi nel sostenimento del pubblico decoro
mai ho incontrato sinistro, n qualsiasi mala soddisfazione; e
possono per ornamento de' miei eredi registrarsi tante
umanissime ducati di questo Augustissimo Senato. Ma restano
gli anni brevi e cattivi, ed il residuo dell'et sempre piena di
noia e travaglio. Io non offerisco nuovamente me stesso,
perch della mia rassegnata e prostrata obbedienza hanno
Vostre Eccellenze pi riscontri e pi prove; oltre che dell'atroce
mio male resta la persona deformata, introdotto in ogni
membro il dolore e il martirio, ogni fibra offesa e l'ossa
incurvate, essendo questa un'infermit maligna, che non la
sana che la morte. Ci non ostante sacrifico in voto solenne
all'Eccellenze Vostre lo spirito, i pensieri, gl'affetti, alla
disposizione assoluta della pubblica volont, non essendo
patrimonio pi stimato che il tempo e la vita, e corrispondendo
per ora col cuore, giacch il farlo con l'opere solamente dalla
fortuna dipende.

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