Tra le divisioni antiche della terra e del nostro conosciuto Mondo ebbe sempre privilegio nell'onoranze e prerogativa distinta la parte cospicua d'Europa verso oriente; fiorendo in essa la monarchia famosissima dei Greci, quasi desiderando di piantare in Tracia una nuova formidabile citt, gettando le fondamenta a Bisanzio, come poi fra' Cristiani pratic l'imperator Costantino, portando per lo spazio di pi secoli le glorie, e per successione dei tempi il possesso d'esser stata sempre la sede suprema degl'Imperatori Orientali, non vi essendo sito pi proprio ed aggiustato per reggere una gran parte di questo nostro emisfero. Da che si dedotto che ogni nazione lo riconosca e lo chiami per emporio d'Europa: per sicuro passaggio dell'Asia: scrigno opulente inesausto, le di cui chiavi serrano ed aprono infiniti tesori con immense reciproche comodit, dove per la sua pompa, fasto, lustro e decoro a tal punto di grandezza ed onor arrivato, che ben dimostra non potersi pi aggiunger nell'occorrenze dell'umana felicit. Cos Mehemet secondo, e undecimo imperatore Ottomano, nominato il conquistatore termin di debellare e distruggere in 42 giorni quella vacillante dominazione de' Greci, chiamando Costantinopoli Stambul cio citt fertile, reale ed abbondante, confessando li popoli d'esser adoratori di grandezza non pi obbedita, n riconosciuta in terra; ma siccome quella cospicua citt ricetta ora tutto il splendore della monarchia essendogli toccato in sorte l'immenso feudo del mondo, tralascier d'individualmente parlare dell'impero Ottomano, e di quelle tre basi fondamentali, o siano tre fortissime colonne, che servono per triplicato puntello del maomettismo, a' quali resta vigorosamente appoggiato e sostenuto, o che sono: Religione abbracciata senza ripugnanza o contrasto; propagazione permessa senza limite o riserva; ed armi esercitate senza distinzione o riguardo. In questo torbido aspetto di contaminata Religione e depravati costumi quali unitamente compongono un governo mostruoso, tirannico, si compiacque la benigna disposizione di Vostre Eccellenze d'eleggere me Giacomo Querini Cavalier, dopo la guerra, primo Bailo all'Eccelsa Porta, dove, con le pubbliche navi armate, a Costantinopoli mi portai, ed ivi sbarcato, dopo tre mesi di penosissimo viaggio, restai da un'interna tenerezza sospeso e commosso, ritrovando un'orrida prospettiva d'ossa spolpate e fredde ceneri (non dir d'affaticati ministri) ma di gloriosi martiri, che per la Religione cattolica e per la fedelt della Patria sostennero, fra sospiri e lagrime fiere, e continuate minaccie de' Turchi che in 26 anni di perpetua agitazione, ma di sviscerata obbedienza per Vostra Serenit con rilascio esemplare d'onori, di case e di figliuoli perderono infelicemente la vita. Se infelicit si pu chiamare quella d'immortalarsi con la stessa morte. Per tutti questi accidenti uniti insieme e con aggregato d'altri molteplici inconvenienti s'era il nome di Bailo assai dimenticato, ed in un assoluto abbandono la casa bailaggia ridotta. Perduto l'antico dominio delli juspatronati in Oriente; obliterata la protezione dei Santi Luoghi di Gerusalemme; intorpidito il fervore de' religiosi in Galata; combattuto l'uso nella recita delle orazioni pie e divote in onore della Repubblica; invidiata per non dir insidiata la nuova Chiesa nascente di San Francesco; dispersi i Dragomanni; indociliti i giovani di lingua; spiantati i mercanti; rapito il commercio; cambiate le insegne di San Marco; con Consoli venali, disobbedienti, rassegnati per sicurezza a favore de' Principi Grandi. In somma per compendio di tutto, aggravata la Casa di cottimo d'un debito legittimo di 20,000 Reali effettivi. Certo che in una serie di tali e s gravi sconcerti mi avrei a prima vista atterrato e confuso, se un lungo corso di travagliosi impieghi ed affanosissimi anni non mi avessero rinfrancato e sostenuto. Tuttavolta con ardore e con zelo, intrapresi la carica dedicando i miei primi pensieri ed assottigliando l'ingegno per regolare molti disordini. Superai varie difficolt. Rinnovai ordini. Aggiustai differenze; e con la protezione del Signore Iddio e con li prudenti infallibili Decreti di questo Sapientissimo Senato si sono gli affari domestici raddrizzati e rimessi. Poi con nuova forma e non pi praticato cerimoniale da' miei Eccellentissimi Predecessori convenni dopo il pubblico ingresso a Costantinopoli, acclamato e dall'universale onorato, e riconosciuto dagli Ambasciatori dell'estere Corone, ricevuto con incontri pomposi e ricambiati da me con solenni banchetti alle nazioni franche ed all'ordine de' Chiaussi. Dico convenni passare senza immaginabile riguardo nel rigore del verno fra li ghiacci e le nevi in Andriopoli, ed ivi pure far con risoluta volont del primo Visir incontrato dal Chiaus Bass con la solita compagnia dei gran turbanti e con cavalli riccamente guarniti della regia stalla, molte miglia fuori della citt sino alla fontana esposta ad uso degl'estraordinarj Ambasciatori, che appuntate poi le uscite con li Bass della Banca, e stabilita l'Imperiale pubblica udienza col Sultano, radunato particolarmente il Divano con l'intervento di tutti li grandi officiali e milizie, si diede un profuso banchetto di carne e pesce per essere la nostra Quadragesima, tutto seguito dalla lor parte con sprezzante generosit, e con la spesa solita di mille zecchini; ma sostenuto con altrettanta dignit dal canto della Serenissima Repubblica. Avendomi poi studiosamente trattenuto e fermato quattro mesi continui alla Corte, in vista ed all'occhio di tutte le nazioni (perch da tutti osservato) acciocch, con la pace, vedessero, che s'era la confidenza ripigliata e rimesso il dovuto rispetto verso i ministri della Serenit Vostra. Per tale impiego rompo il silenzio di 36 anni continui, che per guerra violenta, atroce, fatale, ha confuso l'ordine ed intermessa l'obbedienza nel presentare a piedi di questo venerato Regio Tribunale le solite importantissime Relazioni di Costantinopoli, dove per ridurmi alla maggior brevit tralascier molte notizie, ed altri costumi inveterati de' Turchi, essendo di gi nell'Istorie sufficientemente registrati, sebbene dal tempo e dagli accidenti si sono gran cose mutate, e fattosi patentamente riconoscere il disinganno delle opinioni nel Mussulmano potere sicch io rappresento quello che in effetto al giorno d'oggi, ch' l'unico comando e il solo motivo e l'interesse della nostra adoratissima Patria. Dolendomi che Vostre Eccellenze non incontreranno in vaghezza di stile, in corteggio d'amplificazioni, n in parole melate per dilettarsi, non potendosi dalla penna mia debole e fiacca delinearsi disegno o abbellimento con vivacit di colori; tuttoch sappi che le forme di scriver leggiadro siano un gran vantaggio e lume al concetto, ma di poco profitto o sostanza al servizio. Per disponer dunque questa pomposa comparsa e cospicuo trionfo d'estraordinario superiore Monarca, che per il fasto altiero e per la vastit de' pensieri e speranze, non ritrova n paragone, n nome, convengo per maggior intelligenza dell' Eccellenze Vostre, ripartire questa Relazione in soli quattro capi. La persona di Sultan Mehemet quarto imperatore di questo nome, casa Reale, con principali Bass e ministri del governo, coi quali la Monarchia si dirige e conserva. Nel secondo seguiranno l'entrate ordinarie ed estraordinarie dell'Impero, spese obbligate, dalle quali il mantenimento dei Stati e de' popoli dipendono. Nel terzo figureranno l'armate terrestri e marittime, dalle quali le forze dell'Impero e sicurezza de' confini consistono. Nel quarto si scuopriranno le dipendenze con Principi infedeli, gl'interessi con Potentati cristiani, e particolarmente con la nostra, da' quali la pace e la guerra ne potr conseguire. Alla maest dunque di tanto apparato si spiegano confuse senz' ordine e senza numero infinito provincie, s'espongono le corone di 40 Regni, e s'ammirano li diademi preziosi di due formidabili Imperi, sicch tanti fasti ripieni di maraviglia e splendore lasciano in dubbio se sia pi lo scettro del Sultano adornato d'oro e di gemine, o pi arricchito di tanti Regni e Provincie soggiogate e vinte. Autorizzato dunque da tale pubblica venerazione converrebbe ogn' uno di lagrime provvedersi, e con amari singulti lo stato infelice della Cristianit deplorare. Scoprendosi per ultima e alla sfilata marciare l'innocente svergognata, Candia ch' estinta sotto le furie dell'esterminio gemendo, sospirando dimand per tant' anni con stupore affannato ajuto, difesa e soccorso; ma non lo ritrov nel cuore indurato dei Principi cristiani; sicch, languente, svenata, diserata ed oppressa sar e viva e morta perpetua martire della nostra adorata e santissima Religione. Al possesso dunque di questi trionfali onori nacque Sultan Mehemet il primo giorno dell'anno 1641: e entrato il settimo dell'et sua fu proclamato Imperatore, impugnando con una mano lo scettro e con l'altra approvando la morte di Sultan Ibraim suo padre. L'acconsentire fu violenza lusinghiera, non volont mendicata, ben sapendo che quando li principi Ottomani pretendono di farsi tiranni aperti dei sudditi, allora divengono schiavi miserabili de' loro soldati; tanto successe con forma esecranda, ed inaudita in questa ultima discendenza delli tre fratelli, che tumultuando con furor le milizie fecero di due Imperatori, due criminali, e di due Re, Osman e Ibraim, fecero due Dei nella vita infelici. Per non vi esser dunque altra investitura nella monarchia Ottomana, che ereditasse la sciabola, questa dal Muft capo della religione ed espositore dei dubbj del popolo, gli fu pubblicamente cinta nella Moschea di Jup, prestando solenne giuramento sopra l'Alcorano. In questo strano divario di positura dei luoghi e dei costumi, che nella moltiplicit si resero varj e incostanti: perch nel corso breve e, ristretto di otto anni restarono sedici primi Visiri deposti e tagliati, uno dei Muft morto ed altri dieci proscritti; seguite in Asia quattro strepitose ribellioni, arrivati li contumaci a spiegar l'insegne e a piantar li squadroni per decidere con temerario ardire, e in aperto sporte le loro pretensioni sino a Scutari, che vuol dire assalito con l'armi il regio trono con operazione odiosa, feroce e detestabile. Di pi con altre quattordici pericolose sollevazioni commosso e confuso il gran recinto di Costantinopoli, tra Spahi e Giannizzeri. In fine da questa fiamma impetuosa e vorace, da questo moto barbaro e crudele non rest risparmiato, n esente lo stesso sangue reale, ch l'Ava vecchia in et d'ottanta anni, nominata la Chionel, che fu madre prodigiosamente di tre Imperatori regnanti successivi, convenne sotto laccio indegno perdere la vita; donna per altro altiera, imperante, ch' elevata nella libert e nella direzione del marito Sultan Acmet, avida d'applausi, e che precedeva nella venerazione, aspirata ancora col continuare nell'eminenza del comando, ed avrebbe di maligno concerto acconsentito di deponer il nipote vivente per dar la mano ad innalzare Solimano fratello, cui privo d'assistenza e di madre avrebbe sperato di subentrare e mantenersi nel posto. Tutti questi tragici avvenimenti sarebbero stati capaci a contaminare e sovvertire l'animo del Re, accrescendogli gelosie e apprensioni per farsi rapace, crudele, bench tenero e incauto, ma quello che lo scompose, atterr e lo intimor ancora, fu il tumulto terribile, l'unione insidiosa delle milizie, che inasprendo i sudditi, fomentando l'iniquit, screditando il zelo, infamando il governo e disonorando s stessi, accorsero con voci e con strida, con strepito e clamori, a dimandare sfacciatamente dieciotto teste degl'Agalari, primi domestici del serraglio, tanto eunuchi bianchi, che negri, col Coz favorito della Maest Sua. Questo successo enorme e fatale che nel rigore e nell'esecuzione non ebbe (forse) pari l'esempio, rest cos fortemente nel cuore scolpito ed impresso con turbazioni nella mente del Re, che di quando in quando si rivolgeva all'indietro, con moti convulsivi e violenti, parendo d'avere alle spalle l'anime di quei martiri, e tale apprensione pare che sia in gran parte la causa, che sdegna il soggiorno di Costantinopoli ed abborrisce la vista delle stanze del serraglio. Dopo di che si ritir a Sentan, e non mai pago, n sazio si diede alla campagna senza ritegno alle caccie pi selvaggie d'animali e di fiere, e quanto pi nei boschi e nelle foreste incautamente s'inoltrava tanto pi abbandonando le redini al governo, le lasci all'intiera disposizione della Valid Madre Regina, che ripartito il comando dell'Impero col sagace Mehemet Chiupruli primo Visir, si mantennero nell'assoluto dispotico governo di tutta la Monarchia, imprimendo nell'animo del Re quattro massime empie e tiranniche per sussistere nel Trono e mantenersi franco nella direzione degli affari, e furono: Viver fuori della citt di Costantinopoli, ch' la motrice e fucina delle sollevazioni. Tagliar teste alli Bass, e delle spoglie arricchirsi. Affaticar le milizie in guerra perpetua, non lasciandole mai in ozio, n unite. Affaticar non meno che aggravar per via di contribuzioni li popoli per renderli obbedienti, e nella miseria infelici. dunque il Sultano di statura ordinaria, di corporatura piena. Fitto il merito nel petto, il collo corto e messo nelle spalle lo fa apparir assai rivelato per dietro. Ha temperamento melanconico; di color bruno. La fisonomia fiera per l'occhio grande e guardatura bassa. Di salute era cagionevole nella giovent, indebolite e dolenti le parti estreme, che senza appoggio difficilmente si reggeva. Ora pare che con l'et si rinfranchi; mangia assai e tre volte al giorno, cio all'aurora, a mezza mattina ed a vespero. Non beve vino, anzi tiene nausea a vederlo; ed come li abstemj per ordinario famelico, perch quando il corpo non resta da elisiri o dal vino rinvigorito, pare che ricerchi maggior copia di cibo per sostenersi ed alimentarsi; e a questa opinione non ripugna l'Henechin Bass, ch' il proto medico ebreo fatto turco. Nel resto non eccede la Maest Sua n in virt, n in vizj, ed piuttosto eguale che superiore a tal fortuna, perch s'egli avaro, non crudele; se costante non duro; se grazioso non debole; se avido di regnare osservante de' Riti e della Legge; se zelante non indiscreto e rigoroso; e se tenero padre de' figliuoli non tiranno de' fratelli, essendo solito dire, che la natura ha voluto che sia pietoso, la dignit severo, ma n la dignit, n la natura mi obbligano ad esser fiero e crudele. Ma se per altra parte nelle delicatezze e superfluit del vivere e nella lautezza delle tavole profonde gettando inutilmente gli acquisti di tant' oro, oltre il mantenimento della stalla di sopra 4000 cavalli, si pu con l'esercizio della caccia iscusarlo, e con l'inclinazione pronta alla guerra moderare l'eccesso. Tuttavolta bench sia grande il Sultano di stirpe, d'aura, di turbante e d'Impero, l'hanno con varj stimoli e con replicate invenzioni effeminato di tal sorte, che la chiaja Cadun governatrice delle schiave e soprintendente delle donne, non piacendole tante riserve di riti e di costumi, l'ha finalmente vinto e assoggettato, facendolo servo del senso, dell'uso e dell'inganno, perch oltre a Junus Kasacchi favorita regina conversa con fomite depravato, e con altre sette odalische si trattiene: sicch oh Dio grande! quali muraglie sono nell'ampiezza della terra, o pi barbare o pi impure o pi sacrileghe di quelle del serraglio? Fortunata donna, per, la stessa Kasacchi, perch nell'intemperanza del Re Sultano, che con tant' arte d'inventati sortilegi, ha procurato divertirlo, ci nonostante gode e si mantiene nel privilegio d'esser riconosciuta e venerata per sola Madre e Regina. Stimasi questa essere nata in Castel Seleno dall'Illustrissimo Menzano con la moglie di Papa Giorgio, come Amurat terzo ebbe in moglie l'altra di casa Baffo, sicch da' funerali e dalle ceneri dei sepolti regni di Cipro e Candia sono rinate le regine per comandare al Regno Ottomano. Tuttavolta la pubblicano per Cerchieja, come di nazione pi nobile e rispettata tra' Turchi. in et di 25 anni, di statura grande, per quello si comprende dalla lunghezza degli abiti. Gracile di corpo per quello si ricava dalle cinture ed anelli, essendo di carne delicata e di occhio ceruleo. L'ama per il Re, e la stima al segno maggiore, praticando con lei quello che gl'altri Imperatori non hanno accostumato, cio di mangiar con moglie e figliuoli, sicch trattenendosi nelle delizie della mensa Imperiale, pare che uniti e di accordo si saziano alla grande. Ora tiene due figliuoli maschi e due femmine. Il principe si chiama Mustaf in et d'anni undici, di complessione delicato e gentile, ma pronto ed arguto nelle risposte, essendo nominato Effendi per essere allo studio inclinato, tenendo per suo Coz il figliuolo di Vani, sartore del Re. In fine segu il taglio e la circoncisione in Andrinopoli con quella pompa e splendore che fu alla Serenit Vostra, nei pubblici dispaccj, puntualmente rappresentato, essendomi con studio e con desterit impiegato per divertire a Vostre Eccellenze una superflua e considerabile spesa per la spedizione di Chiaus a Venezia ed invito d'Ambasciatore o di Bailo alla Corte; tutto riuscito con soddisfazione dei Turchi e con approvazione benigna di questo Sapientissimo Senato. Nel resto si compiace il Re d'esporlo alcune volte al popolo nell'andar alla Moschea, facendolo innanzi lui cavalcare assistito da' Bustangi, che all'intorno l'assicurano, e di gi si va alla Corona di tanto Impero maturando. Acmet creatura di tre anni, e secondogenito nacque in mio tempo all'esercito e in luogo ignobile di Provadia. Pu la fortuna incostante cos prospera come avversa elevarlo in un punto al soglio, o precipitarlo nell'abisso, renderlo tenero e molle nelle delizie, e sottoporlo a supplicj con sentenza irrevocabile di strage sanguinolente, da non terminarsi mai nella stirpe Ottomana, non stimandosi sangue o congiunzione, dove regna la ragione dell'Impero e dello Stato, mentre pi col sangue domestico che con l'armi vittoriose s' l'autorit dei Sultani stabilita e accresciuta. La Figliuola Aid si ritrova, in et di sette anni e resta collocata in matrimonio a Cologl Musaip, favorito, ma con diverso concetto, che passa in Cristianit, supponendosi che l'imparentarsi col Monarca sia gloria e felicit, anzi all'opposto tutti lo registrano per fatale disgrazia, ed ogni Bass e grande fugge l'incontro, perch queste Sultane sono temerarie ed ardite, capricciose, insolenti, ch' esercitando una predominante volont libera sopra i mariti, li trattano da schiavi, li ripudiano, li battono, dipendendo da loro arbitrj sfrenati le vite, gli averi e le fortune; oltre che i figliuoli delle predette Sultane non possono per legge fondamentale di Stato avere altre cariche o impieghi, che Capigi Bass, cio Capi dei portieri del serraglio o Sangiaccati. L'altra piccola figliuola si chiama Attigi, cio Sparaviere, nata ultimamente a Bab Daghi dalla Tulbeias, cio Rosa Bianca, e tuttoch si trovi in et di due anni, resta promessa in matrimonio a Car Mustaf Caimacan in et avanzata di 60 anni. Vi poi la Valid, ossia Madre Regina di nazion moscovita, che si chiama Zam, che vuol dir Anima, in et di 50 anni che all'ingiurie del tempo resiste, e si mantiene con un ascendente favorabile, con punti fissi e determinati, senza stilla retrograda, che la rese ne' temp passati rispettata, e nel rispetto universale si fece libera: onest le sue ritirate: usc a suo piacimento dai serragli: si divert con abiti sconosciuti in pi giardini, avendo pratiche e trattenimenti secondo il genio e, propria soddisfazione. costante la fama, ma pi costante la credenza nel popolo, che sia stata amica pi che matrigna del principe Solimano, e quelli che vorrebbero sopprimer la voce o coprire il trascorso sostentano che zelo pubblico ed affetto politico la indusse a ci fare. Non ostante si mantiene al giorno presento nella maggior venerazione appresso del Re, essendo compartecipe de' consigli e degl'arcani della Monarchia, tenendosi sempre unita con quelle Odalische che possano pi facilmente sprintare il favore, e questo partito ha sempre nei serragli prevalso. Tiene per ultimo un fratello, che vedendolo per la strada a questuare e mendicare il vitto, vendendo frutti, lo riconobbe, lo ricompr, e sarebbe cosa da romanzo il passare pi oltre. Costui si dimanda Jusuf Ag; vive ritirato al Mar Nero senza pratica e senza conversazione, mantenendosi con appanaggio conveniente di feudi di moschee acquistati col denaro della sorella. In somma una pianta inutile che non produce n fiori, n frutti, anzi un cipresso di sola mostra e di niuna sostanza. In sentinella poi di questa casa Imperiale Ottomana sono in custodia, o sono custoditi li due principi fratelli Soliman e Orcano. Il primo di complessione gagliarda e robusta, di statura alta ed assomiglia al padre; di naturale feroce, superbo altiero, ma altrettanto disinvolto e generoso, professando coll'animo e con l'inclinazione essere acerrimo nemico de' Cristiani, nutrendo spiriti fieri ed armigeri. Tiene concetto tra le milizie, ed in una rivolta di popolo e ammutinamento de' soldati, quando tra breve tempo succedesse potrebbe al Soglio Reale essere elevato, ritrovandosi ancora li figliuoli del Sultano tra le fascie e la minorit. Del secondo poco si pu dire essendo mal abituato, asmatico e sempre infermo. Tiene la madre viva nel vecchio serraglio, sicch non avendo condizioni insigni, resta in conseguenza negletto e inconsiderato; ritrovando per timor della morte col sangue ghiacciato, stimando gran fortuna il mantenere la vita in stanze riservate e in perpetua carcere; essendo solo permesso di salutar ogni giorno la Madre Regina, venendo serviti da schiave negre, orride, vecchie e d'altri eunuchi mori, che ogni tre mesi si mutano. Quasi nella stessa forma restano le donne nei tre serragli guardate, cio nel nuovo vi possano essere 320 donne in circa, nel vecchio da 400 donne dismesse, e nel terzo d'Andrinopoli 300. E questa turba di donne infernali, per la turbazione dell'animo e per le dissolutezze e lascivie del corpo sono in demonj incarnate e trasformate. Per loro abitazione dunque serve il serraglio grande di tre miglia di recinto, con giardini, boschi, laghi e bagni, avendo il loro ripartimento separato in forma di claustri con dormitori e refettori insieme, assistendo ad ogni dieci una vecchia di guardia, che lo ammaestra ad apprender lavori di ricami, musica e balli, scacciate le maestre ebree, che per mezzane a quelle porte servivano. Possono essere queste donne 320 in circa con le serventi, che in pi dura servit si ritrovano, avendo di paga e di trattenimento al giorno dall'Emir di Costantinopoli dalli dieci aspri sino a mezzo reale, dopo che del 1665, usc il Gran signore di Costantinopoli, sebbene in qualche solennit grande ed in giorno di estraordinaria allegrezza si dona libert a 40 o 50 di loro, maritandole ancora, dandogli denari, vesti e gioje per dote. Nel serraglio vecchio, che fu la prima fabbrica Reale, che fond Mehemet II, di giro d'un miglio, saranno da 400 donne, dismesse ed altre schiave delli Sultani morti, le balie dei Principi ed altre, che per castigo o per mortificazione ivi si rinchiudono, tenendo ogni una di loro gioje a parte e denaro nascosto, che in tempo delle loro maggiori prosperit, seppero con arte ed ingegno guadagnare e rapire. Da questo luogo dunque erano soliti sortire discorsi e novit per fomentar le milizie, nutrendo corrispondenze secrete con li Ministri deposti e fatti musuli, tutto in ordine di battere e screditar il governo, sollecitate dalla propria ambizione per reggere e dominare, procurando con tali emozioni d'innalzare al trono imperiale li Principi cadetti loro figliuoli. Pure nel serraglio d'Andrinopoli vi saranno altre 300 donne, accrescendosi ogni giorno pi il numero, per ivi ritrovarsi le Regine e le Casachi favorite, che a gara l'una dell'altra fanno con stimoli forti sentire all'intemperante Re il rigore delle loro fiamme: che sar sempre giustizia, che un tiranno tormenti l'altro. Tutte queste donne dunque sono indifferentemente guardate da truppe molteplici d'eunuchi negri sino al numero di 400, che sono immagini dello spavento e del terrore, venendo la maggior parte di costoro da Barbaria ed altri d'Egitto rasi e stranamente mutilati, consistendo la loro bellezza nella deformit, perch li pi brutti e scomposti sono dall'universale stimati li pi belli e graziosi. In somma sono Cerberi crudeli, latranti appassionati, invidiosi, maligni, che sempre inquietano, gridano, e concitati odiano tutto, non conoscendo altro respiro, n altro cielo, se non quello che spira e influisce variet e incostanza nel serraglio, e sotto pretesto di fedeli indagatori e puntuali alle guardie, battono feriscono, chi ammette le riserve e chi passa il limite alle soglie profane. V' un altro genere di mezzi uomini oziosi, superflui dalla natura negletti, ma altrettanto osservanti e osservatori nel serraglio, bench in qualche numero riformati, che sono li Zuz-Dilsii, muti, nani e buffoni coi quali il re si diletta, e lo servono di prendere li memoriali dal popolo, quando esce al venerd alla Moschea; con questi si compiace la Maesta Sua di parlare con taciturno linguaggio, e lo fanno con tale prontezza e facilit, parendo che con le mani e con gesti articolano le voci, mentre la grandezza dei Sultani fu sempre solita nel contenersi a profferir parole, mantenendo il rispetto e sostenendo quella gravit, che se non continuata nel Principe, non punto stimata, n giovevole. In questo nicchio ristretto mi sar permesso di collocare il nuovo nome di Cassun Cingi, zingano ballarino, che invaghito il Sultano, nelle feste delle nozze del taglio, della sua agilit, l'introdusse in serraglio, lo dichiar favorito e dal favore pass in momenti nella pi distinta confidenza, ancorch costui sia d'infima ed abietta estinzione, nato di zingano e di madre incognita; tuttavia le sue maniere sono teneri, insinuanti con attrattive efficaci nel parlare e nel modo dolce e begnigno di conversare, che di gi si trova avanzato in ricchezze ed in ogni sorta di prosperit, dove sotto questa torbida impensata innondazione delle regie compiacenze, resta ogni altro favorito obliterato e sepolto, avendo la di lui sagacit fatta divenir arte quella che per prima veniva chiamata semplice fortuna; sicch il fermar l'acqua che per forza o per natura cade veloce non sarebbe impedir la corrente ma violentarne l'impeto ed accrescer il pericolo con danno maggiore: in somma tanto pu la fortuna in quel paese, che dalle miserie al colmo delle grandezze solleva, e anche dalle felicit al precipizio sommerge. All'opposto con sopraciglio riguarda, tratta e comanda con rigore gl'altri eunuchi bianchi, che in numero di 32 Agalari, e sino ad altri 100, che pure da Barbaria vengono trasportati in tenera et, sono allevati con lo studio dell'Alcorano e con altri esercizii possono con la buona educazione pulire i diffetti pi rozzi della natura, giungendo pure questi ad esser direttori delle quattro Od, ossiano camere del Regio servizio, sicch dall'ultima, che la suprema principiano a conversare coi grandi del serraglio con li Bass di fuori, entrando nella camera reale, sino al numero di 60, e sono degli pi attivi, modesti e disciplinati, in et di 30 anni in circa, tra quali ne restano sei prescelti ed ammessi nella maggior confidenza come degl'eunuchi bianchi. Quattro sono le cariche riguardevoli pi vicine al Sultano: Scilitar Ag, che porta la sciabola. Zoccadar Ag, che porta il giamberluco. Rechiptar Ag, che porta il calamar, Dulbent Oglani, che porta il turbante. Duganzi Bass primo de' falconieri, e Carri Chiajssi custode del tesoro di dentro. Questi con altri sei s'uniscono sino al numero di 12 e s'addimandono bisaczi per la postatura del coltello lungo e sottile, a differenza di quelli che sono in attuale servizio. Anche degl'eunuchi bianchi, quattro sono le cariche riguardevoli e pi vicine al Sultano. Il primo il Capi Ag, che capo della porta del serraglio; parla a voglia sua al Re, e sempre gli accompagna le lettere d'importanza, gl'avvisi secreti, li memoriali di stato, e li pi gravi negozii passano prima per le sue mani innanzi di arrivare alle orecchie del Re. Il secondo il Casnadar Bass, che dall'Imperator Solimano fu istituito ad honorem. Tiene il nome ma non l'esercizio; non tocca danaro avendo la direzione e comando sopra tutti gli operari che lavorano nel serraglio per le persone Reali. Il terzo il Chilergi Bass gran dispensiere della tavola, e sopraintendente di tutti li regali, mangiativi, zuccheri, odori, che dall'India e di Cairo capitano in serraglio. Il quarto il Serai Agassi primo maggiordomo, essendo la di lui incombenza di riveder tutti gl'appartamenti, provveder a quello occorre, e comandar a tutti gli altri officiali subordinati. Questi tre ultimi per non parlano al Re, se non interrogati per le loro cariche. Per uscir dunque fuori, Serenissimo Principe, da questo serraglio incantato (che un laberinto d'orrori ed inganni, un fascino mostruoso, nel quale vi si perde la memoria e l'ingegno), far passaggio alla sfera pi alta de' riguardevoli Ministri, convenendo per ogni rispetto parlar prima del Muft, ch' capo ed interprete dei punti ed articoli dell' Alcorano. dunque lo stesso Muft superiore all'ecclesiastica disciplina; ma per dire meglio empio custode e zelator falso della legge, stimato dal Sultano, che sempre in piedi lo riceve, e da' popoli venerato. Era la dignit in vita, e alle volte al primo visirato passava; ma Sultan Murat ad esempio d'Augusto Cesare, che conobbe esser opportuno e conveniente d'unir le due supreme potenze spirituale e temporale, sacerdozio e regno, prese e usurp il titolo di Sommo Pontefice, cos con novit non pi udita tra Maometisti rap quello di Vicario di Dio, e nello stesso tempo priv di vita Cussein Effendi allora Muft, che seguitato poi l'esempio da Mehemet regnante fece morire in Bursia Hazesade Effendi Muft di conosciuto valore, sicch resta al segno maggiore diminuito il rispetto, e disautorizzata la dignit del sacerdozio profano. E se li Romani non lasciavano mai montar a cavallo li sacerdoti di Giove, volendo inferire, che non si doveva permetter autorit nel temporale agl'ecclesiastici, cos i teft, che sono rescritti o responsi, se si pu o non si pu, vengono nella giudicatura civile religiosamente osservati; ma quando il caso non corrisponde al teft e al quesito legale, li giudici per esser diversa l'istanza, pronunziano decisioni e sentenza contraria, e pare che questo scanso si vadi dolcemente introducendo e praticando. Lasciai alla mia partenza per Muft Al Effendi, che fu Cad dell'esercito in Candia, uomo dotto, integro, della legge, e che seguita la sua coscienza, ma altrettanto rigido, austero e abborrito dall'universale, come mal gradito e ricevuto da' Ministri de' Principi, non avendo riguardo, n considerazione a niuna capitolazione di pace stabile e conclusa, giudicando sempre conforme al rigor della legge e alla deposizione, o giuramento dei testimonii che lo pi il falso pronunziano, e al pi offerente si vendono; oltre l'esser inclinato di suo genio perverso pi alla guerra che pace, e pi facile a pigliar delle risoluzioni, che le persone savie sfuggirebbero. Tutto all'opposto del vecchio Mincarizade suo predecessore, il quale in ogni incontro e cimento sempre sostenne che l'Alcorano imponeva la guerra e l'esercizio delle armi, quando li Turchi non possedevano Stati e Dominio, ma ora che con tanta gloria e impero hanno acquistato bisognava l'una conservare e l'altro sostenere senza azzardo e pericolo. Tutti gli Ulem poi, che sono quelli della legge, in pi ordini divisi, devono con prove essere nati da' Turchi, innanzi essere all'esercizio ammessi. Questo un corpo unito, valido e da stimarsi, che combatte e confonde pi con la dottrina, che con l'armi. Al mio giunger a Costantinopoli era appena aquetato il tumulto e i discorsi repressi, non potendo soffrire a lungo l'assenza del Re e l'assoluto abbandono in che rimaneva la citt, dicendo per ch' divenuto spergiuro non osservando il giuramento, che bisognava il suo matrimonio ribenedire, che li principi figliuoli non potevano legittimarsi n all'impero succedere; tuttavolta con la forza si ridussero al dovere, e restarono da Costantinopoli proscritti tutti quelli ch' erano fuori d'officio, e si ritirarono nelle case del mar Nero ingrassandosi d'oziosit. Questa, Eccellentissimi Signori, per ordinario la peggior sollevazione che nasce tra' Turchi, perch come abitano vicini e uniti alla moschea di Mehemet, cos dentro le loro conventicole mormorano e dispongono e serrando subito li tribunali fermano la giustizia e le leggi con la violenza, e alle volte per terrore maggiore si fanno lecito di spiegare con le mani di malcontenti il venerato stendardo verde del profeta, come cosa di superiore virt e, di somma riverenza. Tutti li sopradetti e li seguenti ancora, dipendono dall'autorit del Muft, cio li giovani studenti di Costantinopoli si chiamano Mudens, gl'Imani sono Parrochi, li Talismaij sono Ministri intelligenti, che cantano dentro le moschee, li Mesini sono quelli che gridano, e vociferano le orazioni sopra le torri, li Cad sono giudici ordinari, due sono li Cadileschieri, il primo di Grecia, il secondo di Natolia, seguitano sempre la Corte, e come giudici militari intervengono e sedono in Divano sopra li Bass, tengono turbante privilegiato, e negl'anelli grandi i loro nomi colpiscono con parole, come pratica solamente il Primo Visir. Li Dervis sono santoni: li Eremiti vanno ignudi, e con ipocrisia stentata camminano per le ville e per le citt questuando: gl'altri si ricovrano nei monasteri a fare esercizi spirituali il marted e venerd. Due altri ordini pure sono a parte, cio l'Emiri, che con lane verdi nei turbanti pretendono essere discendenti dal profeta, e si chiamano Seidi, che vuol dire martiri. Questi saranno in Costantinopoli tremila col loro capo Nachip Effendi, che li regge come giudice, o Mus, essendo in credito e riputazione, intervenendo sempre nelle pubbliche funzioni. Queste teste verdi sono dall'universale per ventose e per pazze tenute, e certo che li loro portamenti, azioni tetre ed oscure fisonomie potentemente lo dimostrano, non isdegnando ad ogni incontro essere testimonii falsi e mendaci. Il Gran Signore per usa con loro tratti di cortesia e di benignit, dandosi ogni anno 4000 reali per dispensarsi indipendentemente tra loro e a quelli che presentemente in Costantinopoli risiedino. Nell'altro ordine sono li procuratori delle Moschee chiamati Mutesiol, e questi dal Chislar Ag eunuco moro dipendono. Sola la moschea di Bajazet Secondo, che la pi ricca e opulente resta al Muft raccomandata, tenendo in assegnazione quantit di terreni dalle parti d'Asia e Europa chiamati nella lor lingua uscuf, sopra dei quali livelli perpetui si fondano, non potendo esser dal Re pigliati, non sottoposti a debiti, e non passando in linea traversale, ma nella sola dritta maschile, la cagione e il riguardo che pochi applicano a comprarli. L'entrate poi s'impiegano fruttuosamente nel mantener le fabbriche, nel sostener li Ministri, nell'alimentare e educare li figliuoli, nel provveder al consumo d'oglio, spese ai pellegrini, bagni per l'abluzione e altre opere meritorie e di carit; ma non con troppa carit, se sopravanza denaro, lo danno ad usura sopra bagni a 12 e 14 per cento. Il vero che le fabbriche di queste ample, sontuose e magnifiche Moschee sono tutte erette con spesa immensa, conforme al decoro, anzi la gloria di s eccelse fabbriche daranno testimonianza perpetua alla posterit della loro grandezza. Non possono per in quelle intervenire in tempo d'orazione le donne, conforme l'Alcorano, e come non hanno in paradiso d'entrare, non godono che la vita presente temporale relegato dopo morte le loro anime in certo luogo dove non sentiranno n bene n male. Le Moschee dunque sono dagl'Imperatori trionfanti fondate, e le memorie chiaramente lo mostrano. Meditava pertanto Mehemet regnante di fabbricarne una a Concap, dalla parte della Propontide, e si potrebbe l'impiego sommamente bramare, perch in un'opera maestosa si divertirebbe, ricercandosi non meno oro, che tempo, e nel consumo dell'uno e dell'altro forse dalle molestie e dagl'insulti resterebbe esente ed illesa la Cristianit, mentre Dio pietoso permetter un giorno che quelle Moschee, nidi ripieni e ricettacoli infetti di tutte l'imprecazioni pi odiose e esecrabili, restino da culto Divino purificate, mentre con cerimonie barbare funestano gl'altar, in luogo d'adorarli, a segno che ne anco possano riverir la Religione se prima con la scelleraggine non l'hanno violata. Dovendosi ora della persona d'Acmet Primo Visir discorrere, conviene che brevi parole precedino di Mehemet Chiuparl suo padre, il quale nel 1655 entr nella privanza, e visse in quella sette anni, morendo con nuovo esempio nella Casa Reale degli ottomani e nel musulmanesmo, lasci della fortuna, della carica, del favore erede il predetto suo figlio, con una osservazione la perniciosa, la pi maligna, che giammai a suoi danni avesse la Cristianit ricevuta, perch anche in altri tempi Mehemet fu Primo Visir di tre imperatori, Solimano, Selin, Amurat, ma non lasci a sua disposizione il favore. Nacque dunque il Visir a Chiupusli, piccola villetta della Natolia, essendo oriundo albanese. Tiene per moglie una donna ordinaria, non avendo voluto a sultane sottoporsi, n apparentarsi con sangue reale. Non tiene posterit, n speranza d'averla, ma in ogni ordine circondato da parenti, tutti di feudi provveduti e dispensati dalla munificenza imperiale. Fu del padre da principio per la via della legge e dello studio incamminato, ma il suo ascendente ad altro cammino rivolto, avendo dalla puerizia sino alla giovent, provato in tutti gli incontri felicissimi successi; ottenne li bassalaggi di Damasco, Aleppo, e il Caimessa nato di Costantinopoli, e entrando in grazia l'anno 1662, fu al supremo grado destinato con titolo il Primo Visir, che in Divano capo dei consiglio; in citt Luogotenente generale, e negli eserciti Vicario e Dittator della monarchia. A lui si diede il sigillo d'oro che venerato continuamente al collo si porta, dentro del quale v' il solo nome del Sultano scolpito. Vuole per la Maest Sua essere di tutto informata, che del Visir si loda la prudenza negl'uffizii, la desterit negli impegni, e tutte quelle gran forme che stabiliscono una esperienza virtuosa in mezzo alle fluttuazioni degl'affari tutti scabrosi e profondi nel secreto e nell'artifizio. Ora in Andriopoli intimandosi guerra, esponendosi l'asta caudata, il pubblico Divano s'intermette riducendosi il Bass nella sua casa, e con deposizione sommaria e verbale di due testimonii, le sentenze pronunziano. Ritrovandosi dunque in questo posto cospicuo sono ormai 14 anni, che assueffatto, anzi radicato nel superiore comando, che merita piuttosto il nome di potenza che di autorit, sussiste nel decoro e nella gravit de' maneggi in et di 42 anni. Ha studiosamente nell'animo del Re sempre insinuato non esser bene la mutazione frequente di cariche nel governo, e principalmente quella di Primo Visirato, e certo, che come la massima riesce di sommo estraordinario profitto a Musulmani, altrettanto pregiudizio sensibile a tutte le franche ed estere nazioni. vero per che a tale sagace abilit unisce il proprio interesse in sicurezza e riguardo; perch sapendo il genio e la propensione del Re a non ripigliare la stanza di Costanopoli lo riconferma e trattiene nella primiera fissa opinione, mentre la Maest Sua vive con libert intiera e fuori d'osservazione, ritrovandosi il regio serraglio in grandi pianure disteso, bagnato in pi parti dal fiume Tunza, o trattenendosi nell'altro nuovo d'Acrubnar, cio acqua bianca, tre ore lontano d'Adrianopoli, eretto con la spesa di 200 mila reali. Ma riflessioni politiche a pi alto segno si estendono, mentre con l'assenza sua dalla reggia le milizie disunite, snervate le guardie, ridotti li Giannizzeri a numero debolissimo di due mille, che con la gente di servizio del regio serraglio, e con le corti del Visir e dei Bass, possono ad ogni torbido atto con vigore supplire, oltre che a Costantinopoli ritornando, sarebbe costretto a levar molte delle contribuzioni introdotte, senza delle quali gravose riscossioni non potrebbe certamente sussistere, n resister alle spese. Contottoci l'universale dei popoli e di gente pi discret e, civile discorre e conferma: che il Sultano non deve e con pu, senza impegno dell'armi allontanarsi di continuo dalla reggia e dal trono: per questo innalzarsi delle voci, inasprirsi i clamori, dolendosi e contristandosi che in assoluto abbandono lasci l'imperiale citt, la sede dei Monarchi ottomani all'arbitro delle rapide incursioni de' Cosacchi, indifese le Moschee, obliterati li sepolcri de' maggiori, incustodito il tesoro, sprezzate le delizie del mar Nero, e rese inabitabili, solitarie e selvaggie le stanze pompose e dorate di cospicui serragli; il Visir per con avvedutezza e con desterit singolare studia di coprire l'ommissione, divertisce il discorso, e differisce a tutta forza e potere l'impegno, anzi con nuova forma inventata dalla sua prudenza, senza sparger sangue, n render il Re odioso e crudele, impone per penitenza all'accidia degl'oziosi di transferirsi in pellegrinaggio alla Mecca, e visitare in Medina il sepolcro del profeta. In tale pacatezza di governo gode i ricchi appuntamenti delle regie entrate, rilevanti a 400 mila reali, oltre li estraordinarii per grazie concesse per castighi rimessi, per onori impetrati e cariche dimesse. Pare per che dopo il ritorno suo di Candia si sia dato al risparmio e all'economia, anzi dato in preda all'avarizia, la quale d'ordinario con l'et e con il comando s'accresce, tenendosi da uomini pi ben informati, che sopra ad un milion di zecchini nelle botteghe della nuova moschea siano riservati e custoditi, oltre la quantit di gioie e argenti ereditati dal padre. Ci non ostante li suoi partigiani e dipendenti pubblicano il contrario, conoscendosi per tante prove, che il danaro soverchio e le decantate opulenze nelle mani dei Visiri sono e saranno sempre la causa della perdizione delle loro teste infelici. ben vero per, che la spesa trascendente, eccessiva, continuata e pesante secondo il lusso moderno e la pratica dei tempi presenti, perch, di sua borsa sostiene 100 agalari d'onore, Alimenta 300 persone di servizio, paga in tempo di guerra 30 mila soldati, e provvede a 4000 cavalli e camelli nelle stalle e nel serraglio suo, che poco dissimile da quelle, vivendosi con dissoluta brutalit, aver da 80 donne comprese le schiave, che pur numero moderato per non aver posterit n applicazione. Non tiene pi moderazione nel bever, che a dismisura nella conversazione si perde, facendosi infermo per compiacersi, e per corregger il trascorso del vino, eccede in rimedio peggiore con acquavita, rosoli in ghiaccio, che lo rende gonfio alla testa, e qualche volta lento nelle operazioni. Il Re lo compatisce, osserva e dissimula, non incliando di far mutazione in questa crisi di guerra atroce e di varii accidenti, fermato il rigore contro di lui in tempo dell'emozione dei Spahi e Giannizzeri al Danubio, tuttoch sopra tali scandalose inavvertenze non mancano per nel serraglio lingue malevoli occupate ed intente a demolire quella trascendente fortuna. Che fortuna troppo grande sarebbe di mantenersi illeso dall'insidie, e riservato s'appoggia e si trinciera con l'autorit della Valid Madre Regina, e all'ombra del negro Chislar Ag, offerendo generosi regali e presenti, ben sapendo che non v' azione pi dolce tra' Turchi, pi grata e applaudita tra tutte le nazioni, che quella di ricevere e pigliare, che forza occulta e potente incanto quello del donare, al quale niuna cosa per riservato che sia pu resister e difendersi. Col Bailo dunque di Vostre Eccellenze tratt sempre dai primi sino agl'ultimi giorni con placidezza e cortesia, e da tante sue lettere trasmesse a piedi della Signoria Vostra aver potuto comprendere il gradimento, la misura in che si ha contenuto ed espresso, e certo che da qual si sia Ministro in Cristianit e da quelli nelle legazioni da me praticati non avrei saputo d'avantaggio desiderare, perch n avanie, n violenze, n esborsi, n minaccie m'hanno il Ministerio intorbidito. Solo nelli due primi anni le temerarie insolenze dei Corsari, le perfidie de' sudditi all'isole, gl'inganni nei porti e nelle spiaggie aperte del Levante mi diedero qualche disturbo e pensiero; ma sincerato delle candide operazioni e della pace costante, che dal canto di Vostra Serenit si manteneva, non alterandosi una sola sillaba de' trattati stabiliti, non prest orecchio a false doglianze, a insulse malignit, donando intera credenza alle mie attestazioni: e se si potesse dar fede ad un turco infedele, direi a Vostre Eccellenze, che ad esempio degli altri favoriti e di cospicui Ministri brama sopra modo che la pace da lei giurata e conclusa resti con tutti li mezzi convalidata e sicura. Tal la massima con che si dirige e governa, e che con tutta l'attenzione e riscontri ho potuto penetrare e scoprire, dipendendo da questa il riposo e la quiete della nostra adorata patria e sospirata libert, pregando Dio Signore che questi siano presagi di verit infallibile, e che qualche impensato accidente fatale e funesto, non rendi deluso il mio ardentissimo zelo, essendo purtroppo varie e incostanti le vicende del mondo. Degli altri sei Bass Visiri che sedono alla Banca, parte sono creature e congiunti del Primo Visir, anzi con duplicate cariche al Divano intervengono; introduzione nuova, che in poche testo il Ministero restringe, che il vassalaggio innalza, e non moltiplicando in persone superflue aggrega a se il concorso de' voti e della dipendenza. Primo in ordine si ritrova Mustaf Calagl genero di Sua Maest, il quale entra a suo gusto in serraglio, e comand il Sultano al Visir, che non parlasse di lui, essendo solo dedito a trattenersi con donne, natigli dopo il suo viaggio in Polonia otto figliuoli in un mese; insomma se nel favore entrasse il lusso, la licenza, il libertinaggio di Sultan Ibraim ritornerebbe, essendo prodigo nel donare quello degli altri, ricevendo oro non per accumulare, ma per disperderlo tra' serragli non conoscendo ritegno. Per secondo vi Car Mustaf, detto Caimacan fu Bass in Silistria, general in Valacchia e parente del Visir, nella di cui assenza e lontananza in Candia, poteva in sua vece subentrare, ma pot resistere alle tentazioni della vanit. Costui mand a Dronzesco il Sanzacco, e ricev sotto la protezione li ribelli Cosacchi, ci non ostante si suol dire, che il mal fare non perde tutte le volte il malfattore. per genero e favorito del Re, ed uomo ardito, violento, orgoglioso e feroce, ma altrettanto in ogni negozio facile e intraprendente, e chi s'appoggia a lui s sostiene e s'innalza, essendo avido oltre misura d'argento e di danaro. Per terzo vi il Iusuf Ag, che nel giro delle principal cariche si trattenuto con li Bassalaggi di Filipopoli, di Bostanzi Bass, e per due volte Camacan di Andrianopoli con la Valid, soggetto severo, sostenuto e con apparenza di giusto. Per quarto vi Mehemet Defterdar di lucido ingegno, parlar pronto, e memoria profonda: scrive, discorre, e nello stesso tempo comanda e dispone; ma oltre la credenza si fatto ricco e potente amministrando una carica gelosa, importante, dove tutto quello che gli dona la mano lo pu pagare la testa, e nella deputazione al governo del Cairo convenne affatto offerir oro per non sparger sangue. Per quinto vi il Nisanzi, uomo di scarsa presenza e di poca elevatura: fu primo paggio del Re che portava il calamaro, e sopraintendente segnando tutti gl'imperiali comandamenti, ma povero e di ristretti appuntamenti, sebbene la povert non deve essere biasimevole, perch dono di Dio, e la ricchezza dono di fortuna. Per resto vi Ibraim Bass, che da piccioli impieghi passato alli maggiori di scrivano, Chiajn del Visir bass in Aleppo e Cairo, e al presente Serraschier generale degli eserciti in Polonia, essendo di corporatura pingue estraordinaria, ricco all'estremo, e ben disposto agl'interessi della Serenit Vostra. Tutti li predetti Bass hanuo li loro assegnamenti in feudi regi, che possono annualmente rilevare dodici somme d'aspri, che sono undici mila reali in circa, e se l'amministrazione de' governi passati, e la speranza de' nuovi non rinfrancasse e soccorresse, non potrebbe alle spese eccedenti della guerra sussistere, n provvedere al mantenimento delle loro corti e serragli. Tra loro per hanno introdotto di rispettarsi e onorarsi, allontanandosi dalla prima rigida e severa instituzione, conoscendo per prova che mantenendosi in tal forma, continuavano nel colmo della maggior estimazione. Insomma tutti li principati hanno le loro alterazioni che finalmente in deliquii e svenimenti declinano. A questi susseguita Al detto Chiossel capitan del mare, e fu Bass di Morea. Siede per carica nell'ultimo luogo in Divano, ma tiene gran posto in serraglio, con corrispondenze malevoli, tuttoch intieramente non si faccia della partita del Visir. vero per che le sue corse sono fortunate, e per lo pi il suo ritorno acclamato, ma il mar della Corte pi del mar comune incostante, e quanto pi da vicino si scopre, tanto pi il naufragio pericoloso. Con questo Ministro ho tenuta e accresciuta confidenza con bastante profitto; con Barbareschi m'ha agevolato riscossi e avvertenze alla Corte: con Dolcignotti e Castel Nuovo mi offerse di spinger squadra volante di galere del Golfo. Vostre Eccellenze ne restarono informate, e furono con la loro matura prudenza le mie riserve approvate, non soffrendo l'indennit di quell'acque difesa straniera, n introdur armi barbare rinforzate in punto di civilt, essendo quel dominio la pi antica venerabile eredit della corona, anzi il pi sacrato vincolo della pubblica libert. Chiude adunque il numero delle quattro cariche importanti della monarchia Ibraim Bass, per la quinta volta Caimacan di Costantinopoli, uomo di riguardevole presenza, di genio dolce e placido costume. Tiene in moglie la Tel Sultana matrigna del Re, e come che la carica straordinaria e di volontario interregno, non tiene stabile appuntamento; ma dodici mille reali se gli esborsano all'anno, calcolandosi che pi di settanta mille gl'entrano d'incerti, e pure da questo terzo Caimacan ho ricevuto accoglienza benigna e pronti favori. Anche con Osman Bostangi Bass introdussi confidenza, e l'averei a misura del bisogno accresciuta, come gl'Eccellentissimi Baili precessori abbino sempre con attenzione osservato questo guardiano degl'orti, perch nel caichio serve di timoniere al Re, e pu a suo gusto e nelle occasioni parlare alla Maest Sua, cos ora per l'abbandono della citt e lontananza di Corte cess l'incontro, mutandosi per lo pi l'ordine delle cose, e pare piuttosto che il Bostangi Bass del carico di preposto alla coltura del regio giardino passi facilmente alla signoril prepositura del Caimacanato di Costantinopoli. Con Mustaf Reischitar, ossia cancellier grande, che nelle vene e nella lingua conserva sangue e idioma spagnuolo, ho potuto stringer amicizia e ricavar comandamenti a mia intiera disposizione, sempre esprimenti il maggior onore di Vostra Serenit, come si veduto nelle risposte del Gran Signore e Primo Visir alle credenziali di Vostra Serenit: tuttocch li registri antichi della Repubblica si siano perduti, si conviene per con il Bailizich, e cancellier inferiore renderselo benevolo, perch nelle occasioni tutto aggiusta e facilita. A questa sfera superiore dei Bass sedenti sotto la cupola, ne conseguita l'altra delli tre principali Bassalaggi della monarchia, che sono Cairo, Babilonia e Buda, portando ogn' uno di loro sopra turbante il pennacchio come pratica il Gran Signore; ma all'ingi, chiamandosi Sultano, solamente quello di Cairo, come dell'Impero rappresentante, e gl'altri due come custodi e sentinelle fedeli avvanzate ai confini di Persia e della Germania. Per sostener questa pompa e decoro vi si ricercano entrate corrispondenti e oro infinito, che sar il secondo punto proposto all'Eccellenze Vostre. Senza riandare quelli canti modi, che sono da Principi praticati in generale per accrescer li loro erarii, perch il solo testatico introdotto vale e sormonta pi di tutti gli altri, e di questo giro e raggiro resta il Casn di fuori composto, del quale direttore il Defterdar dell'ordinarie e straordinarie occorrenze, e di tutto l'argento, ch' esatto dalle provincie soggette. Conosciuto dunque l'oro per splendor della Religione, ornamento del Principe, sicurezza de' Stati, la di cui sussistenza e vera base l'aver un buon reddito certo, durevole e proprio patrimonio fondato e stabilito, dir esser questo nell'Impero ottomano l'assegnazione dei timari, ossiano feudi, che sono terreni del Gran Signore dati alli Spahi, milizia a cavallo, come ad usufruttuarii, calcolandosi che per il valore di venti e pi milioni furono fatti gli estimi a tasse basse. Questi timari dunque saranno dodicimila in Europa, e trentamila in Asia, dividendosi in timari da spada, che vagliono reali duecentocinquanta d'entrata, e in timari Ziamet da libro, che vagliono dalli cinquecento sino alli seicentomila reali, oltre li timari di Chas, che non eccedono il numero di quaranta; ma rilevano a trenta o quarantamila reali d'entrata l'uno, i quali si donano alle Sultane, alle sorelle del re si distribuiscono, e li Bass si provvedono; sicch li predetti venti milioni d'oro, che da' terreni si riceverebbero restano nella forma stessa assegnati, e tale assegnazione, non ha principio di dubbio che sorpassa per di sopra a tutte l'altre dominazioni del mondo. Si giudicava poi che del rimanente avesse il Sultano d'entrata forma dieciottomila borse all' anno, che erano nove milioni di reali, ora si riducono a sette per opinione dei pi savii e de' pi esperimeritati. Per venir dunque all'individuo della materia dir, che questi milioni di rendita in gran parte si ricavano dal carazzo, ch' di due sorti: cio dalle ville obbligate, e dal testatico di tutti li forestieri, eccettuati li Munsulmani; e l'esser quella la gravezza preeminente essenziale, che non ben equilibra in cristianit, o non s' impone, o per difetto d'eguale riparto non si pratica. Li pi angariati sono gli Armeni, che pagano cinque reali per testa all'anno, li Greci quattro ed uno pi se tengono moglie, principiandosi la contribuzione da dodici anni, e gl'Ebrei corrispondono in corpo novemila reali di carazo, che con altre imposizioni arrivano sino a quarantamila reali all'anno. Pure non restano esenti da carazzo le donne, e gli uomini schiavi, che sono al servizio nelle case franche, eccettuati li esenti, obbligati li padroni di pagare due reali e mezzo per testa, essendovi il Carazzaro a ci deputato che indifferentemente da tutti il danaro riscuote. Parler pure delle dogane e dei dazii sottoposti all'Emir Grande, de' quali ricava da Costantinopoli duecentoquarantamila reali. Smirne centoventimila chalimie, ossia sottoscrizione, centomila penzich, cio dazio dei quarantamila Schiavi, che sono in tutto cinquantamila reali. Vi era ancora il dazio del vino, che per Costantinopoli si esigeva in ottantamila reali, e con li Vaivodalich dentro li castelli, compreso Adrianopoli altri duecentomila reali, importava; ma il Re osservante nella legge lo proib con divieti severi, tuttoch, li ministri subordinati rallentano il rigore, per provecchiarsi, essendo incredibile il consumo che si fa di vino in quella citt, mentre i Turchi incontinenti lo bevono a saziet, esponendosi sempre ad ogni cimento d'ubbriachezza, come tutte le altre nazioni del Levante, che non solennizzano feste, non chiaman conversazioni, non felicitano sponsali, se l'eccesso del vino non palesa con calore l'allegrezza e il contento. Non ommetter la vendita di quelle cariche inferiori in Costantinopoli, e nelle convicine provincie, che al solo Defterdar appartengono, il denaro delle quali entra secondo le tariffe nel Regio Casn, che sono Vaivodalich, Musselemi, Miniere, Dazieri, Carizzi, Bass: poi di Seda in Boria, e bollo di Zambelotti, e monaziari in Angari, che solo importa ottantamila reali, sicch unite rilevano a pi d'un milione d'effettivo contante. Qui subentrano in ruolo le protezioni e i tributi dei Principi, che quella suprema potenza, che al maggior segno dell'estimazione la monarchia innalza, essendo il Sultano assoluto indipendente Signore, che dopo Dio non riconosce alcun altro, che la spada tagliente. Tributaria la provincia di Valacchia con centocinquantamila reali all'anno, oltre li regali forzosi nella nuova elezione principe per dispensarsi in dono al Re ai Visir e inferiori ministri, che rilevano altri duecentoquarantamila reali. Della Moldavia settantamila, e altri duccentoquarantamila ne' donativi. Della Transilvania centomila e altri trentamila ne' presenti. Da Ragusi dodicimila zecchini, che sono trentamila reali, con altri pochi regali alle Sultane e Bass. Dal patriarca greco di Costantinopoli, per conservare il privilegio della dignit e il nome nella sua chiesa dodicimila oltre pi di cinquantamila di donativi in nuova promozione. E dal patriarca povero armeno, che vive d'amministrazione di Sacramenti e Battesimi, iniquamente mille migliaia di reali all'anno gli estorquono. Nelle protezioni di Giorgiani dipendenti si gode dell'alto dominio col ricever Ambasciatori, con Schiavi e Falconi. Con Mengrelli, donativi di tele, sede in ogni puntuale triennio. Vi sono per ultimo imposizioni e gravezze, che come gravi e pesanti restano addietro, caricandole sopra li popoli in forma d'ordinarie ed estraordinarie contribuzioni; ma pare che le prime siano dalli principi del nostro secolo vilipese e sdegnate, non corrispondono punto alla grandezza de' loro animi, e da loro impegni obliterata quella moderazione e avvertenza politica, che li sudditi fossero benestanti e opulenti, ma ora li vogliono smunti, deboli e fiacchi, esigendo in pace tranquilla quello che pagavano in tempo di feroce guerra. Pagano dunque tutte le contrade e parocchie delle citt l'avaris, che vuol dire accidentale gravezza, ma in uso convertita la contribuzione, applicato il danaro al Defterdar alle spese pi urgenti del serraglio, e seguitando il chiurez, che il danaro per li gabinetti, questo viene indifferentemente corrisposto da tutti gli ordini delle case e condizioni di persone (eccettuati i Turchi) pagando dal mezzo reale sino alli venti per casa. Da tutti si riscuote pure la decima dei terreni in campagna di formenti, orzi, migli e vigne, sicch per esiger queste gravezze si tengono in venerazione que' due antichi e potenti Dei di Temistocle, amor e forza; ma ben vero, che alle volte rispondono i popoli soverchiamente angariati d'aver in difesa due altri Dei pi valorosi, che sono povert e impossibilit patenti. Tre sono poi li sussidii estraordinarii, che si mettono solamente in tempo della marcia e visita del Gran Signore agl'eserciti; e ancorch si pretende di mitigar il dolore del peso con la convenienza del nome, essendo il Nusul per provvigione del foraggio, il Casma Chiucch per riparto di zappa e badile sopra tutte l'arti, il Sursar per li viveri e mantenimento delle milizie, e questa la pi abbondante riscossione che il publico erario, riempia, ma la pi rovinosa a' popoli, ricavando dodici mila borse che sono sei milioni di reali, senza de' quali non potrebbe la Corte per le gran spese accresciute sussistere, e a questa strepitosa cavata niuna monarchia della terra s'avvicina e approssima, imponendosi per via d'aspri, che si chiamano del castrado obbligati i luoghi e le ville, secondo i loro riparti di condurli all'armate, dove per le spese di condotto e uomini, e per la lontananza si calcolano dieci reali per castrado, riscuotendos il danaro per parocchie e per arti. La citt per di Costantinopoli rest libera dell'estorsione, non con altro riguardo, che li pi autorevoli non impediscano la riscossione; ma appunto succede come al corpo umano, che le parti superiori, pi nobili e vigorose, tramandono i soverchi e nocivi umori alle parti basse pi deboli ed inferme, che poi degenerando col tempo in enfiagioni o posteme, infettano alla fine i membri e la massa del sangue. Per prova di ci sono nell'universale ridotti li popoli ad estrema necessit, non meno a povert e miseria giunti gl'abitanti, perch quelli che al negozio sono dediti, restano dal traffico e dal commercio abbandonati, mentre li drappieri mercanti non vendono, gli altri della seda non proffittano; gli orefici non travagliano, li gioiellieri non esitano, gli Armeni non contrattano, e gli Ebrei con li loro soliti inganni non stringono sensarie; certo che la citt di Costantinopoli, che in se stessa racchiude un gran pezzo di monarchia resta disertata e desolata insieme per l'estorsione a sudditi aggravati e per l'avanie frequenti insopportabili de' ministri. Gli altri poi, che sono alla guerra destinati, e che la licenza della professione li rende pi insolenti e pi stimati, quando abbino una buona veste, cavallo e spada, tanto tor basta a campare la vita. All'incontro per vi del danaro accumulato in grosse somme nelli basachi e bostangi del serraglio; nelle od dei Gianizzeri; nei mutevellini delle moschee, e in quelli botteghieri che s'interessano con diversi generi di mercanzie d'Egitto, riso, caff e tabacco civanzano di molto. Di pi si sono fatte da pochi anni a questa parte quaranta o cinquanta case di Greci, dalli sessantamila sino a centomila reali, col solo negozio ed usurario imprestido di gioie, danaro e vesti alli Beilich eletti principi di Valacchia e Moldavia, in ragion di 40 per cento. Ben vero, che come li predetti principi ereditano l'uno dall'altro la dipendenza e la schiavit, cos con facilit apprendono il vizioso esercizio di falsificar le monete d'argento, sopra la disapplicazione de' Turchi, che nel vasto impero loro non stampano altra provinciale moneta d'argento che piccoli par e minutissimi aspri, mentre leoni, isolotte, caragrossi; mezzi e quarti sono monete settentrionali delle citt franche di Germania, col terzo e pi di rame. E come tutte le nazioni del mondo, non dico le confinanti, ma le separate e lontane hanno nel diligente inganno ricavato essenziale profitto nell'introduzione di nuove e basse monete, e questa esser la strettezza del contante, la mancanza del commercio nelle scale del Levante per lo trasporto in Cristianit di tant' argento trasfuso. Io veramente tenni discorso in Andrinopoli, e lo riferir a Vostre Eccellenze, per avere avuto qualche intrinsichezza nel maneggio, per veder se vi fosse stata maniera d'introdur li ducati veneziani, principiando mercanti della nostra nazione a riceverli, spedirli in bailaggio nel pagamento de' salariati e provvigionati, e ragguagliandoli a prezzi vantaggiosi per la zecca, s'avrebbe potuto mandarne per terra con le caravane di Spalatro; ma ritrovandosi i Turchi in procinto d'uscire in campagna per la guerra di Polonia, ed io obbligato a Costantinopoli ritornare, non s'avanz la pratica, ricercando somma destrezza nel maneggio, e tempo aggiustato per informare con distinzione e pazienza il Defterdar. Tanto accenno a Vostre Eccellenze per riverente notizia e per ricavar informazioni da' Magistrati Eccellentissimi e da ministri di zecca, che ridondarebbe non solo a vantaggio de' negozianti, ma a riputazione e utile della Serenit Vostra. A queste immense entrate corrispondono ancora eccessive le uscite, a gran fossa d'acqua vicina la caduta e profondato il declivio; si registreranno dunque nel primo rango li assegnamenti delle persone reali, avendo la Valid Madre Regina duecentottantamila reali all'anno d'entrata in Asia, ed altri venticinquemila da ogni principato nuovo di Valacchia e Moldavia. L'entrata della Kasacchi favorita del Re, di fermo centocinquantamila reali in Europa, e di donativi incerti altri centocinquantamila reali, sicch l'obbligo delle predette Regine, regolarsi l'une all'altra col riconoscer lo stesso Re e Principi figliuoli, vestire le schiave, adornare le pi favorite, de' loro serragli, far regali secondo il genio e loro servizio, in somma soddisfarsi nella moltiplicit di capricci incostanti, suggeriti da un lungo ozio e dal comando che godono in quelle muraglie incantate. Alli Principi fratelli si corrisponde con mano avara e ristretta inclusi solamente nel trimestre con duecentocinquanta reali per uno, che li servono a comprare e provvedere dei fiori, ancorch sperano un giorno di ritrovare in quelli il frutto desiderato, stante che gli infelici sfortunati non potendo n scrivere n parlare, esprimono per mezzo delli stessi li loro affetti e passioni alle schiave, alle donne, tenendo ogni fiore il suo particolare significato, che legati con colori varii di seta e aromati, dimostrano meglio le loro tenerezze e sentimenti nella credenza di una immaginazione depravata; com' a dire la viola unita con la seta sguarda dinota accarezzatemi presto: tulipano, senza fermezza: rosa, senza governo: garofolo senza paglia, schiavit eterna, e simili scherzi. Tutta volta queste sono cifre del cuore e geroglifici tiranni, che palesano in parte le barbarie dell'uso, la severit de' costumi e la privazion delle pratiche e delle conversazioni. Ma, come s'accenn di gi, le spese esorbitanti, che per le tavole quotidiane che si fanno, consumandosi in soli odori di signorile superfluit pi di trentamila reali, ispedendosi quattro cucine in luoghi distanti e alli quattro venti, quando la Maest Sua esce alla caccia, oltre il numero trascendente di cavalli per servizio, e ch' ogni giorno va crescendo, calcolandosi che non bastano a saziare questi due sregolati appetiti del Sultan trentamila reali, in oltre vi la spesa continua obbligata di dar da mangiare li giorni del Divano a tutti li Bass, Ministri e Giannizzeri; finendosi poi le spese dell'arsenale: gli esborsi alli spahii di paga: li salari a tutti li provigianti: uomini e donne di servizio, paggi, eunuchi, struzieri, bostangi, boldazi e altri, che arrivano a pi di ottomila persone, che tirano aspri giornalieri del serraglio, sicch tutta questa massa unita rende insoffribile il peso. Con tale esatta e diligente cognizione, ricavata con tempo, studio e con somma applicazione, potranno l'Eccellenze Vostre comprendere il stato di maneggio, la positura degli affari pi importanti del Gran Signore, che da per tutto il mondo per prodigiosi risuonano, ma forse in stretti termini colpscono e si riducono: perch delli tesori passati sotto li defunti Imperatori restano cos tenebrose le tradizioni e riposte nel profondo di una incertezza oscura, che nulla si ricava di positivo e sicuro, ben sapendo ognuno, che Sultano Ibraim per la sua odiosa e trascurata generosit consum tutti quei tesori, che da' tributi, donativi, rapine, e dai risparmi pubblici furono dal fratello Amurat custodti e guardati. Ora Mehemet allevato fra l'armi e tra gl'incomodi e patimenti delle stagioni nelle pi rigide, aspre e impenetrabili foreste, ha sempre con ardore proseguite le guerre contro i Cristiani, testimoniando quelle di Candia, Transilvania, Ungheria e Polonia, dove nell'armata da mare e gl'eserciti di terra ha convennto gran danaro profondere, da che patentemente si comprende, che non vi copia di contante, riservato, avendomi prima diversi operai greci della zecca, e il nostro vecchio Coressi scrivano assicurato di vista, che sotterranea era una stanza nella quale gl' antipassati sultani riponevano due o tre milioni in moneta d'argento, e che al presente nulla si trova. A questo passo, deve la memoria felicissima Vostre Eccellenze sovvenire e sapere, che tre sorta di danaro risparmia il Re, col quale poi il Casn di dentro arricchisce, cio li seicentomila sultanini dell'entrata di Cairo, i donativi per cariche dispensate ai Bass, e poi il fisco de' ministri morti in governo, e per teste tagliate, essendo il Re primo e legittimo erede de' suoi schiavi, ancorch fu stimato, che il colmo della tirannide sempre delle confiscazioni dei sudditi pervenisse, che dal tribunale del sangue viene chiamata, essendo stati solamente nel mio bailaggio tagliati Soliman Chiaja Bass in Asach e Fillari Bass in Balsera. Quello ricco di quattrocentomila, e questo di sei centomila reali, come il Chilerzi Bass Eunuco bianco Dispensiere fu spogliato di trecentomila reali, esiliato a Rodi, e Abd Gianizzer Ag salv la vita, mitigando la severit del giudzio con mille borse e pass al governo di Babilonia. In somma le fortune del serraglio sono passeggiere e violenti, non avendo potuto li miseri il loro infortunio e disastro evitare. Il vero , Serenissimo Principe, che in questi ultimi secoli non si sono pi accumulati li ottanta milioni di Dario, o li cento e venti milioni lasciati da David, come si legge nella scrittura santa, o gl'altri di Tiberio e Traiano, che furono dai Cesari loro successori dispersi e gettati in un anno. Assicuro dunque Vostre Eccellenze che Mustaf Defterdar risentendosi delle spese nel terzo anno della guerra di Polonia protest, nei quartieri di Bab Daghi, che il Sultano non potrebbe continuare, dovendo sostenere l'acquisto con tant' oro e tant' armi, non ritrovandosi nel Casn di dentro che diecimila borse effettive, che sono cinque milioni d'oro di moneta coniata. Parole che riusciranno potenti attrattive; somme ristrettissime, e debole fondamento a tanta grandezza d'impero ed a tanta alterigia della nazione. Alla custodia per di questo sospirato danaro continuando li tre soliti Casnadari a riservarlo insieme con tutte le altre sorta di gioie in numero incomputabile, perch dall'acquisto di Costantinopoli, dal residuo del tesoro degl'Imperatori greci sino al presente, mai se ne sono estratte, n per impegnare, n vendere, soddisfacendo alla dispensa di donativi colla ricevuta d'altri diamanti maggiori. Solo alcuni diamanti grandi furono da' Sultani grandi per divozione mandati alla Mecca per adornare la muraglia all'intorno della cappella del profeta Maometto, come per il servizio de' giornalieri adornamenti e per le nuove comprite ve ne sono di 60, 80 carati, con altri generi infiniti di pietre preziose, un numero senza numero incomputabile, avendone io occultamente veduto la maggior parte nell'uscita pomposa che fece il Sultano d'Adrianopoli, per attendarsi sotto padiglioni in campagna. Dalle gioie si potrebbe con buon ordine passare alle miniere essendo questo il natural alimento dei Stati; e la solita regalia dei Principi, dicendo solo che in Asia, dalla parte di Natolia a Costantinopoli a Castomoli ve ne sono d'oro e d'argento, come in Europa dalla parte di Grecia a Samocoa ve ne sono di rame e ferro, e di tutto non ritrae il Re la met, ma tenue il profitto, e scarsa la raccolta per accumulare danaro. In terzo luogo fanno fronte a questo real convoglio la cavalleria dei Spahi (che vuol dire uomini d'arme), anzi a questo trionfo miniato di sangue, che appunto li trionfi si rendono sempre cospicui con le rappresentanze orride e miserabili di schiavit, di morte e di catene. Ora fidata la Casa ottomana sopra la forza che la pi osservata giustizia del suo ingiusto procedere, s'avanza senza riguardo a violenze e rapine, e ad incorporare tutto quello gl'aggrada e incontra. Fu instituito dunque quest' ordine di cavalleria da Amurat Primo imperatore, dividendo con cognizione esatta e conforme i meriti e gl'obblighi loro i terreni campestri, stabilindo per riparto aggravante delli stessi Timari ad ogni cinquemila aspri un uomo, che vuol dire ogni cinquanta reali d'entrata un cavaliere, non fondandosi Timari meno che di duecento reali, che sono quattro uomini, sicch con la stessa proporzione si calcolano centosessantamila cavalli, che quel riparto antico da tutti registrato, ma per osservazione fatta da me, e per pi riscontri diligentemente ricevuti dalle quattro campagne della guerra di Polonia non sono negl'eserciti intervenuti che dalli trenta alli quarantamila, che sono due terze parti meno del loro numero descritto, non potendo abbandonar il paese e disarmar il confine. Senza numero appunto prefisso restano le compagnie, che bandiere si chiamano, dei Spahi, levati molti dei privilegi che godevano, tra' quali le surrogazioni dei figliuoli nell'ereditarli, volendo che siano onorarii, mentre lo stesso nome Tanar, che deriva dal greco significa onore. Obbediscono per a suoi capi che sono sei i principali, e il Spahilar Agassi il Generale Supremo, tutti con provvigioni miserabili per le loro cariche, ma per altra parte possedono per merito li loro ricchi ziametti. Non hanno per disciplina militare, n vigor che li sostenta, n disposizione che li regga, anzi lo stesso numero nella moltitudine li gira, li confonde, essendo debolmente armati di scimitarre, arco, lancia leggera, e all'incontro di cottomaglia e scudo sono aggravati, e qualche d'uno di pistola, ma niuno d'archibugio o carabina, che sin tutti s'uniscono senza esborso di danaro e senza dispendio del regio tesoro, nientre per li loro assegnamenti mantengono a proprie spese uomini e cavalli: sicch le guerre lunghe, disastrose e lontane sono dall'universale abborrite e temute, come quelle di Persia per la sterilit delle campagne e per le marcie affanose, cos dalla presente di Polonia per la rigidezza del clima e per l'incontro di feroci battaglie ritornano per lo pi disposti e afflitti. Vi poi altra specie di Spahi Uglani chiamati di paga, e questi si ruolano con otto sino a dieci aspri al giorno, e sempre molesti, e nella insolenza licenziosi riescono, ma altrettanto pronti e disposti a contender con li Giannizzeri, suscitando rumori e sollevazioni sino al cimento dell'armi. Con questi restano incorporati gli altri, che escono dalli serragli, che per la loro disciplina sono civili, trattabili e ben provveduti delli trenta sino alli cento aspri, che non eccedono. Di tutti li predetti si formano sei squadre con banderolle divise e da colori contrassegnate, e restano sempre in piedi e ben aquartierate. Queste squadre per, che per lo pi sono montate d'Europei, sono pi soldati armigeri degl'Asiatici, perch nei confini della Grecia con Ungheri, Polacchi e Dalmati hanno sempre che contendere e decidere. Saranno quindicimila incirca, ma separati e divisi per l'Impero, godendo un privilegio speciale di non comparire alla rassegna per ricever la paga solo ogni nove mesi, ma quando non intervengono nel cader dell'anno nel mese di novembre, che la paga di San Demetrio, allora non solo perdono il danaro, ma per legge restano cassati, tuttoch col favore e la protezione degl'ufficiali per mezzo di regali si compongono, essendo tra l'altre incombenze di guerra obbligati di custodire il tesoro dell'armata, far le guardie alli padiglioni del Gran Signore, senza del quale primiero requisito l'esercito non marcia, n le milizie si muovono. Formano li Giannizzeri la milizia terrestre, che la pi considerabile forza del monarchico impero. Fu dall'Ottomano prima istituita, come milizia nuova all'uso degli antichi Pretoriani, che erano alla guardia del principe deputati. Poi Mehemet Secondo, che acquist Costantinopoli al numero di dodicimila l'accrebbe e Amurat Terzo concessegli non solo ampli privilegi, ma aument il numero sino alli quarantamila, e accad appunto quello successe ad Augusto dei Pretoriani, che prima a salute e sicurezza propria, ma poi a rovina e precipizio si convertirono, avendo col tempo preso tanta autorit e licenza nel libertinaggio, essendo meglio ordinati a vendicare l'ingiurie, che ad arbitro loro acclamano assoluti gl'Imperatori, assolvendosi da loro stessi dalla recognizione del carazzo, restando in ogni luogo assenti dal natural tributo e dagli obblighi delle soggiogate nazioni. Per unir dunque questa formidabile milizia s'accostuma di prender la decima dalli figliuoli Cristiani, seguita l'ultima cavata del 1663; quando il Re a Larissa si ritrovava, essendo solito di mandare in Grecia e Albania un Sorvazi dei Gianizzeri assistito da tre quattrocento soldati per far scelta di tremila pi o meno giovani dalli dieci sino alli sedici anni d'et. Tal impiego si reso onorifico per esser di lustro e di guadagno, perch li padri dolenti, le madri lagrimanti per esimer li figliuoli dall'infedel schiavit volontariamente si svenano per donare e per redimerli dalle mani del barbaro predatore. Ora la buona regola alterata (come succede indifferentemente a tutte le cose del mondo) restano per favore li figliuoli dei Turchi nazionali frammischiati, e in tal forma viene la razza e l'educazione ad adulterarsi, che in altri tempi fu tanto stimato il sangue e l'esperimentata bravura. Aprendo dunque la Porta, per far Giannizzeri, che lo stesso che far nuove leve de' soldati, si riducano al quartiere dei giannizzer Ag, e hanno per loro prima paga tre aspri al giorno, e secondo al lor buon servizio s'aumentano sino alli dieci aspri e non pi, tuttavolta nel terzo anno della screditata guerra di Polonia, s'allarg la mano non solamente alli dieci aspri di paga, ma se gli diede il moschetto a spese del Re, e quest' anno s'aprir porta considerabile, stante che in Andriopoli e luoghi convicini sono morti seimila Giannizzeri da peste. Poi, nell'assunzione di nuovo Imperatore, s'accostuma di far loro dono di tremila aspri per uno, che sono venticinque reali ristretti per la met l'uso da Sultan Ibraim a questa parte seguitando gli altri, che l'accrescimento d'un aspro al giorno di paga per cadauno: godendo ogni uno dodici pichi di panno grosso di Salonicchio, per vestirsi, e altrettanta tela, che pu importare alla somma di tre miserabili reali. Tutto questo gran corpo militare resta in 176 od diviso, che si chiamano camere, comprese le 18 dei Seimeni, che per loro capo riconoscono il Seimen Bass, ma sottoposto e dipendente all'Ag dei Gianizzeri, seguendo l'uso antico, che, nell'uscita che fa il Sultano alla guerra, resta sempre il Seimen Bass di custodia e di guardia della citt di Costantinopoli. Per intelligenza dunque Vostra di Eccellenze la prima camera composta di 1200 soldati ed la pi grande, la pi numerosa, comandata da Chiaia Bei, ossia Luogotenente generale, essendo l'altre senza numero prefisso di 800, 500, 300 e sino a 100, e queste si spediscono in tutte le parti ove occorre, mettendosi uno con titolo di Ag sopra quelli soldati che solamente marciano. Sono per li Giannizzeri distinti e privilegiati da tutti gl'altri sudditi, non pagando mai carazzo: non posti prigione per debiti: non fatti morire in pubblico: eseguita la sentenza col laccio dopo la mezza notte, e col segno d'un tiro: cassati prima dal ruolo e dal libro della milizia. Viene la loro roba ereditata dai figliuoli e fratelli, quando il Re non ne volesse porzione, e con li alti parenti la camera stessa divide, ed entra in parte a segno che uniscono di gran ricchezze e non meraviglia se con la prontezza delle armi si rendono insolenti e temerarii, e avvedendosi di questo scandaloso accrescimento, procura il governo di restringere i donativi e le ricognizioni. A questi seguitano poi la gran turba degl'Otturachi, e Caruzzi, che sono paghe morte senza servizio, tuttoch alle volte seguitano il Re in campagna, o per lo meno sono alle guardie di Costantinopoli o Andrinopoli destinati, con incredibile aggravio del publico erario. Altri per godere dell'esenzione e del militare rispetto corrispondano denari all'Od Bass, per avere nell'apparenza il nome di Giannizzeri, ma non sono nei libri descritti, e questi per ordinario libertini insolenti al segno maggiore riescono, dandosi ricetto in tal guisa a vagabondi e malviventi dell'Impero. Tutte queste camere per de' Giannizzeri sono sottoposte a dieci de' loro capi principali, indipendenti ad amministrare intiera e determinata giustizia, e particolarmente, all'Ag dei Giannizzeri, che Char Cassan Ogl dell'ordine antico della milizia; uomo rigoroso e severo; egli dipende dal serraglio, nulla dal Visir; aggravato dagli anni, e sebbene vecchio dalla vecchiezza il sapere ricava. A lui dunque incombe tutte le provvigioni delle cariche subordinate, e chi le riceve corrisponde pronto e effettivo danaro, a segno che con utili incerti e con provecchi sicuri, resta obbligato ogni due paghe esborsare al Re trentamila zecchini; sicch da questa piccola ricognizione si pu comprendere se quelle spiaggie siano ignote e lontano, e se quei mari siano immensi e profondi, quando nutriscono queste smisurate e insaziabili balene, oppure se magnifica e meravigliosa sia la Corte ottomana, alimentando soggetti di sterminate e incredibili ricchezze, tuttoch da pratici sono queste opulenze considerate per pompe plebee ed oscure, divise dell'incostante fortuna. Lo stesso per obbedisce e dipende dal General di terra, mentre li pi accreditati sono: Caplan bass, giorgiano cognato del Visir, uomo pronto alle fatiche della guerra, a' pericoli forte, all'uso e alle discipline perito, e negl'avvenimenti di fortuna felice. Scid Ogl cognato del Visir, torbido, audace e Beglier Bei della Grecia. Il Bass governatore di Smirne, incontinente, avido e feroce. E Cussein, Bass di Damasco, adorno d'ogni fregio d'onore, di fortuna e d'ingegno. Per ultimo dir della disciplina militare, dove il lusso e il comodo l'ha indebolita e snervata, e applicati a prendere moglie restano molto effeminati, dandosi poi a tutti li mestieri per alimentare le loro famiglie, non sofferendo fatica, ricalcitrando l'obbedienza, e renitenti si dimostrano ai cimenti e azzardi della guerra. Tutte queste milizie dunque di cavalleria e infanteria, cio di Spahi e Giannizzeri, raccolti pere straordinarie urgenze e con paghe d'effettivo contante, come che sensibilmente il Regio Casn aggravano, cos il Primo Visir per risparmio ha ritrovato nuovo modo di sagace riforma per cassarli dal ruolo, chiamando l'Od, che il tenente della camera, o il Spachilar Agassi, dicendo di voler quindici o venti paghe riservate di quella compagnia, che poi al tempo della stessa paga quei nomi non sono chiamati, accusando l'errore per semplice inavvertita ommissione, e mettendo tempo di mezzo praticano il medesimo nella susseguente paga. E cos qualche volta viene questo umor ingrossato e degenerato con acutissimi dolori in posterna: perch vedendosi sprezzati, senza trattenimento e senza terreni s'ammutinarono contro il Visir nel passaggio al ponte del Danubio. Tre altre sorta di genti sono agl'eserciti terrestri, e alle marittime armate aggiunti. Li topizi, cio bombardieri, possono essere duemila, ma poco esperti nel maneggiare trabocchi, gettare bombe e granate, che in gran copia ne tengono al Topana riservate. Li secondi in ordini sono li zebeg, cio armaroli in numero di 1500: essendo il loro uffizio di custodir l'armi antiche, pulire le nuove, accomodare le rotte, e nell'occasioni di combatter si mischiano tra' soldati. Li terzi sono laonzi, cio guastadori per uso della zappa e badile, e come la fatica immensa e la pi azzardosa nell'altacco di piazze, cos la funzione e il pericolo restano alli villici Cristiani di rito greco appoggiati. Tralascer poi di parlare di tanti altri, che concorrono ad assistere gl'eserciti Ottomani. Dei Bastazzi, destinati alli servizi bassi, all'opere manuali. Dei Capig, disposti a dispensar gl'ordini e far eseguire le sentenze. Dei Muteferag lanze spezzate, che l'onor delle guardie sostengono. Dei Chiaussi, destinati agli avvisi e alle spedizioni e a tutte le arti che possono somministrare comodi al vivere umano. Ommetter pure di discorrere della milizia del Cairo e dell'Egitto, che a mio tempo vennero con vascelli duemila Giannizzeri e tremila serventi a Costantinopoli, sdegnando ogni dipendenza. A questo prodigioso e formidabile trionfo serve e accompagna con pomposa maest, con concerto di barbari instromenti e con bandiere dorate l'armata da mare, composta al presento di 59 galere, con la bastarda di tre fanali, con 26 bailette dell'isole d'Arcipelago, comprese le tedeche, e l'altre 30 de' Zaccali, che in Costantinopoli s'armano con paga, che accrescono il numero, ma non la forza, consistendo tutto il vigor e la bravura nelle sole galere del Bei Al, che Capitan Bass e Ammiraglio del mare, resta di gi a Vostre Eccellenze rappresentato, e, in caso d'accidente impensato o di mancanza, subentra al comando e alle direzioni il Tersena Chiaia all'arsenale, essendo Luogotenente e commissario dei viveri. Con tutto ci profitta il generalato del mare centomila reali all'anno, cio quarantamila del riparto del carazzo d'Arcipelago, restandone altrettanti in ragione del Regio Erario, e li sessantamila a discrezione si ricavano sopra li miseri abitanti. Nelle predette galere dunque di comando sono li schiavi del Regno divisi, ristretti al solo numero di 500: sebbene ora trovansi mille Russi, che per incuria de' ministri, o per la continuazione della peste sono la maggior parte morti e disfatti, essendo per facile il modo d'accrescerne il numero, per il prezzo vilissimo che al presente sono, o come in altri tempi venivano dal Caff provveduti dai Tartari a cinquanta o sessanta reali. Le galere dei Zavali, che in Costantinopoli s'armano a tre e quattro per remo e sono rustici della Natolia con 35 reali di paga per campagna, e 15 oncie di biscotto al giorno, restando li vecchi dei luoghi obbligati alla provvigione, e in mancanza tenuto il territorio o contado di contribuire il duplicato denaro all'Emir dell'arsenale: per il quale insopportabile aggravio le ville si spopolano e gl'uomini alla montagna si ricovrano, ma in urgenze maggiori e nel sommo bisogno della violenza si vagliono, o col pretesto del venerato servizio del Re fermano per le strade i vagabondi, pigliano li schiavi dei Franchi, Armeni e Ebrei, li villici greci, che alla coltura della campagna s'impiegano e sforzatamente alla galera conducono. Dagl'officiali, che sono li comiti, pochissima intelligenza di navigazione s'intende, essendo li timonieri e provieri leventi in gran parte rinnegati, anzi la maggior parte delli 230 schiavi che per autorit di questo pietosissimo Senato furono dalle ultime miserie e da ceppi felicemente scatenati, sono di propria volont all'indegno servizio ritornati. Per mantenimento dunque delle Zavali spende il Re diecimila Reali all'anno per galera, eccettuate le concie, armizi, polvere, biscotto ed armi, che armate sono da 70 Giannizzeri per ordinario; ma in tempo di guerra sono per le galere divisi li tremila Spahi Timariotti, che sono da Metelin, Negroponte, Macedonia e dalle marine di Morea destinati. Altra osservazione pi importante, ed altro ordine pi essenziale, cade nelle galere dei Bei, che comandano le bandiere dell'isole di Cipro, Candia, Smirne, Salonicchi, Paris, Metelin, Morea, Negroponte, Damiata, Napoli di Malvasia, Rodi, Lepanto, Alessandria, Sparta vecchia e Scio, e queste sono veramente il nervo e la sussistenza dell'Armata Ottomana. Per mantenimento delli principali Bei, e quando sieno dal primo Visir dipendenti, resta a loro dal Re assegnati dodicimila reali per galera sopra l'isole, e gl'altri stipendi e le paghe ricevono dalla dogana di Costantinopoli e dalla regia Camera, dandogli l'arsenale semplicemente pallamento, cannone, polvere e palle, e loro all'incontro sono obbligati fabbricare del proprio la stessa galera, essendo li schiavi loro capitale, e per lo meno a quattro cinque uomini per remo, come pure sono tenuti di mantenere 150 leventi, o soldati, ma la terza parte viene defraudata, ricevendo sempre con ripugnanza e avversione le milizie Giannizzeri e Spahi, per esser gente libertina e disobbidiente. Del loro nuovo armamento fu inventore il Capitan bass: avendo nella prora aggiunto sempre le sbarre in forma levabile, sei o sette picciole petriere, che maneggiate a tempo e nell'atto del vicino abbordo vengono di considerabile vantaggio giudicate, come scrissi e come mandai a Vostra Serenit puntuale il disegno. Quelli soggetti poi che sono in riputazione d'armi nella professione del mare sono al giorno d'oggi Al Bass, Bab Assan, nemico accerrimo de' Francesi, Mustaf Bass della Bandiera di Rodi audace e crudele e per ordinario Serraschiere in mar Bianco, Brunel Bass detto Massamana, glorioso, sprezzante, ma sfortunato nelle direzioni. Per informazione dunque distinta di Vostre Eccellenze parler degli arsenali, a' quali bisogna essere sempre attenti e vigilanti, dipendendo da questi la sicurezza e la quiete delle isole del Levante. Dir con applicazione e avvertenza, che Sultan Selin fu il primo ad ampliare gl'arsenali, ridotti al giorno d'oggi in centotto coperti, ossiano voltoni, distesi da una parte e dall'altra sopra un piccolo braccio di canale, che forma il porto, e altri estendendosi dalla parte delle acque dolci, tutti esposti e aperti alla vista d'ognuno, sicch ve ne sono 40 restaurati e in tutta perfezione, ma il rimanente scoperti, rovinati e caduti. Dietro li stessi squeri vi sono magazzini situati, lunghi bens ma senza architettura e adornamento, ne' quali alla confusa custodiscono cose d'ogni genere, e provvigioni abbondanti, cio di cordaggi che vengono da Trabisonda, di pegole, non pi dalla Vallona, ma li Bei si servono a Metelino, Smirne, e qualche parte a Scarpanto; e altre dal Dardanello d'Asia e territorio vicino s'incamminano a Costantinopoli. Il sevo da Napoli di Malvasia, Negroponte, Scio. Li telami per vele e tende dalli Castelli si ricavano. Le stoppe e le polveri vengono parte con la Caravana del Cairo, quelle pi basse per calafattare, queste per il servizio degl'eserciti dell'armata e per deposito nelle fortezze di frontiera alli confini di Persia. La ferramenta viene abbondantemente da Samacaria terra di miniera, e da Scopia ancora, imbarcandosi alla corrente del Danubio, e per il mar Nero a Costantinopoli giunge. Tutta questa nell'arsenale si lavora, trasferendosi in ancore, lame, catene, perni, sarti, guglie di timoni, letti d'artiglieria, arcate di puppe e prore, e tutta la chiodaria fabbricata nelle fucine dei zingani. Li azzali, stagni e piombi sono dagl'Inglesi alle Smirne sbarcati non arrivando in loro le tensure e la scomunica; ma quello che il scandalo accresce , che li stessi nostri sudditi con vascelli e bandiere di San Marco non solo portano azzali, ma armi da taglio e da fuoco, a segno che io ho sempre la trasgressione a Vostre Eccellenze avvisata, e l'esemplare severo castigo sarebbe l'unico rimedio a tanto male. Li biscotti ancora in varii luoghi si fabbricano alla giornata, non usandosi d'incamminarli, n con diligenza custodirli. Li berlieri da Scio, Negroponte, con soddisfazione si vagliono, e poco da Rodi; all'incontro le zavali da Gallipoli, Castelli, Galata e ville convicine si provvedono, che per essere formento di mar Nero, appunto nero e minuto riesce. Tuttavolta non s'applicano molto alla prevenzione delli necessarii requisiti, ristretti nella sola riserva dei pochi magazzini, perch li magazzini di tutte le vettovaglie di Costantinopoli sono li due mari e li due venti di tramontana e sirocco, perch quando ferma il mar Nero, spira il mar Bianco, e ben furono paragonati a due poppe nascenti, o a quelli due vivaci caprioli dichiarati da Salomone nella Sacra Cantica. In somma non si stancano mai quelle acque agitate di contribuir alimento, e sono nella loro incostanza tributarii fedeli al mantenimento sicuro di quella gran citt divenuti, perch da mar Nero vengono sede, formento, orzo, carnami, salumi, agrumi, mercanzie d'ogni genere dalla Cristianit, e poi quanto produce il meraviglioso Egitto di risi, legumi, oglio di lino, zuccari, lini, eccetera; sicch con ragione e giustizia si pu chiamare Costantinopoli la citt abbondante, come li Greci anticamente chiamavano Corinto. Per maggior dichiarazione degl'arsenali dir, che per ordinario in tempo di pace si fabbricano cinque o sei galere nuove all'anno non con intenzione d'accrescere l'armata, ma per dar cambio alli vecchi vascelli, come al presente ne fabbricheranno dodici o quindici, per li naufragi seguiti al Tenedo e nel mar Nero. E per quello riguarda alla prestezza dell'opera cosa prodigiosa il riferirlo, avendo in poco pi di tre mesi veduto a gettar nell'acqua otto galere; e quanto alle, maestranze possono a loro voglia accrescere il numero, perch dall'Arcipelago, marangoni, fabbri e tutte l'arti di Costantinopoli restano agl'arsenali obbligati, che uniti alli schiavi tutto si rende facile e presto, superando ogni riguardo con chi deve obbedire, usandosi il legname che da' boschi viene tagliato e prima a livello ridotto, e poi sopra l'opera si squara, vero essendo, che quello di mar Nero sempre verde, l'altro da Smith migliore, servendo per colombe, ma per ordinario non durano le galere pi di tre anni. La condotta poi ben ordinata, mentre ogni saica obbligata a portarne certa quantit, formandosi zattere di legname, e alberi che alla corrente del bosforo li conducono, e gli altri con quattro galere dette dalle pietre li trasportano, essendone molti custoditi sotto li voltoni degl'arsenali, e altri al Chiemer appresso Gallipoli, fabbricandosi in pi squeri aperti e scoperti senza riguardo all'ingiurie delle stagioni e del tempo. D'altre due sorta d'armamenti sottili e con remi si vagliono li Turchi: sono otto galere di Cairo di 22 banchi, da leventi vogate, e sono di ragione de' particolari mercanti; le seconde sono 70 londre con 50 uomini delle isole che le vogano, impiegandosi in tempo di pace nei viaggi d'Alessandria. Ora con ordine e distinzione passer all'armata grossa, della quale sono i Turchi affatto spogliati e sprovvisti, e bench vi sia il Meimar dell'arsenale, ch' Murat capitano messinese rinnegato, disposto e destinato per la sola fabbrica delle galeazze o maone, essendovi tre squeri grandi alla mano dritta per tal' effetto, ci non ostante nulla s'avanza nell'opere, essendo da molto tempo una in cantiere e un'altra vecchia inabile e con sproporzionata misura: niuno parla e ardisce di cimentarsi all'impresa, per esser mal riuscite e per non sapersi guidare. Anche di vascelli da guerra sono privi, ritrovandosene soli dodici di mercanti Turchi, di cinquanta o sessanta pezzi di cannone di ferro, che conforme l'ordinario la caravana d'Alessandria compongano, per portare legnami il mese di Settembre e ritornare a Giugno, portando nello stesso tempo a Costantinopoli provvigione per vivere e peste per morire. vero per, che in mancanza di propri vascelli, e in una occorrenza pressante dell'Impero, ha due modi il Gran Signore di prestamente valersi: Il primo quello di chiamare le tre squadre de' barbareschi corsari, che sebbene di mala voglia, passando in Arcipelago ad unirsi con l'armate reali e sospendendo la pirateria, convengono per lo pi obbedire. Il secondo quello della forza, pigliando indifferentemente alli Cristiani li vascelli, che alle loro scale si ritrovano, pretendendo col pagamento dei noli, in che pontuale, iscansare la violenza. Ma che violenza si pu chiamare? quando le nazioni a gara secretamente il loro impiego offeriscono. Per legni di trasporto eccedono in quantit, perch sono infinite le saicche provvedute di venticinque o trenta uomini l'una, anzi principiano ora a navigarle con due arbori, portando le vele pi piccolo per restringere il numero dei marinari, e di questi legni pi di mille tra' saicche e cimberi sono sempre nel porto di Costantinopoli esistenti. Rappresentati dunque a Vostra Serenit gl'arsenali, le galere, i vascelli, le milizie, le provvigoni, li soggetti accreditati nella professione, mi avvedo che la prudenza dell'Eccellentissimo Senato st in attenzione, dove al presente restino questo armi impiegate, e dove possano in avvenire restare occupate, e dove la guerra abbia da venire a fare la maggior parte degl'ordinari suoi lagrimevoli effetti. Dir prima, che per tre anni continui furono per met giustamente divise le galere nei mari Nero e Bianco, e per il primo due motivi li hanno obbligati e ci fare: l'uno che i Tartari Calmucchi dipendenti da' Moscoviti minacciavano sempre d'attaccare la piazza d'Asach, distesa sopra il Tanai; l'altro per rispetto al dubbio dell'uscita e delle molesti infestazioni dei Cosacchi, con le saicche nelle Meotide paludi. In conclusione Eccellentissimi Signori da questo mar Nero dipende la difesa e la conservazione del mar Bianco: quell'aria tenebrosa e oscura pu renderci lucida e chiara la nostra, e assicurare gran tempo la quiete della Cristianit; eppur niun pensiero di principe interessato, n per via di Religione o di Stato, s'applica ad introdurre la diversione, mentre ben i Turchi conoscono il pericolo e il travaglio, che loro servirebbe di remora alla monarchia. Liberi dunque che fossero dalla guerra pesante e presente di Polonia, pareva gi nel tempo passato ogni inclinazione tendersi tanto dal Sultano che dai ministri e pi sollecitamente dall'universale de' popoli ad applicarsi al mar Bianco, accrescere l'armata, nominare Seid Ogl cognato al Visir in Capitan Bass, e battere li Corsari Cristiani ponentini; non dovendosi per dignit dell'Impero e per indennit de' sudditi obliterarsi questo continuato sprezzo in Arcipelago, e tenere per ogni bordo assicurata quella navigazione. Ma il punto st Eccellentissimi Signori, che facendosi l'armata e dalli Dardanelli uscendo, subito li Corsari deboli senza capi e senza assistenza sparirebbero, e dai Principi grandi fatte le spese e gl'apparati non essendo loro costume d'inutilmente gettar il danaro, tuttoch parlino ad alta voce di Malta col fondamento della pianta, di disegni delle fortificazioni e delle corrisponderize per via di rinnegati e barbareschi, stimo molto proprio di giudicare anco i sensi occulti con opinione palese, dicendo, che il Primo Visir e gl'altri bass confidenti tenevano fissa la mira sopra Sicilia, innanzi della ribellione de' Messinesi e lo impegno della Francia, mentre non avrebbero ancora sdegnato d'attaccare Sardegna, che se in alcun tempo succedesse riuscirebbe faticosa la navigazione per tutte l'isole di Vostra Serenit. In somma non permetta Dio grande, che s'abbi un altro turbine da vedere per la parte del mare, perch se ne' secoli superiori e nell'et presente riuscirono crudeli le ferite e recise le membra di questo capo Cristiano, uscendo filo a filo il sangue vivo, che sarebbero l'aggresioni e le sconfitte venture? se non colpi fierissimi vibrati al cuore d'Italia, che sicuramente nei deliqui e negli ultimi svenimenti la ridurrebbero, perch internate nelle viscere quest' armi barbare e spietate, non sarebbero pi capaci di moderazione e ritegno; e per questo li Principi d'Italia non dovrebbero mai far guerra insieme, ma ringraziare e pregar Dio di conservarsi uniti, e comodi, all'uso di quelli che valicano li fiumi, che s'aggrappano le mani l'uno con l'altro, per poter alla corrente e alla furia dell'acqua resistere. Questo essere stato il consiglio tra' Principi della Grecia, che non posto poi in esecuzione perderono tutti la libert, e la schiavit acquistarono. Con queste forze dunque marittime e terrestri hanno tant' oltre i termini dell'Impero Osmanico dilatati, che per cos ampio giro di paesi e di regni traversando estende li suoi limiti per lungo e largo molto pi innanzi che non fecero le passate monarchie, che giammai comandavano alla terra e al mare, dominando appunto da un mare all'altro con questo bel manto di prosperit, sino agli ultimi confini dei nostro conosciuto mondo: vuole e pretende la superiorit nelle tre parti dell'universo, dove in luogo d'incoronar la ragione, miseramente l'incatena. Sicch i Turchi con veleni penetranti e acuti di Stato vanno puntando i globi, e seguendo le carte geografiche per introdurre una monarchia singolare invincibile alla munsulmana dipendenza. Spettatori immobili a questa pompa solenne a questa fama trionfante, stanno col tappetto alla finestra questi Principi oziosi, e possono pur con occhio asciutto rimirare li continuati trofei del serraglio in luogo dei cospicui e decantati trionfi del Campidoglio. Rappresenter dunque prima a Vostre Eccellenze, in ristretto, quelli potentati mussulmani e scismatici, che tengono confini e corrispondenze con l'Impero ottomano. Capo tra questi infedeli il Re di Persia, che per diversit, di dogmi nell'esposizione dell'Alcorano si mantiene tra di loro l'inimicizia, regnando al presente Shah Soliman in et di 28 anni, e pare che alle delizie dei serragli sia molto dedito, non ostante che avanzasse la marcia degl'eserciti ai confini di Babilona. Tale mossa obblig i Turchi ad apparecchiare Chiaussi per ispedirli al Gran Mogol Re dell'India, che tra li due fiumi Indo e Gange signoreggia, acci tentasse, com' altre volte, per il regno di Cambaja la diversione. E per il Gran Kan de' tartari asiatici, che loro chiamano Usbech comparve quell'Ambasciatore, che, mancatogli per viaggio il presente, fu custodito poi molti mesi prigione nelle stesse torri. In Asia pare vi siano altre quattro popolazioni tutte dipendenti, ma libere tra questi due potentati, confinando l'una alle altre in quella strettura di 500 miglia di paese, che tra li due mari Caspio e Busina si rinserra. Sono primi li Georgiani che mandano a Costantinopoli una certa ricognizione di Falconi, non per tributo ma per regalo. A questi conseguitano li Circassi, che sono i pi nobili e civili, come pi stimate le donne per la loro bellezza, facendo divieto ai Cristiani di poter per schiave comprarle. Li popoli Mingrelli vivono in pi abietta dipendenza, perch ogni tre anni compariscono a Costantinopoli loro Ambasciatori con presenti, dove innanzi al loro ritorno per ordinario si fanno Turchi. Per ultimi sono li Abas, che si vendono ai Turchi per miserabili schiavi. Sono gi vicini li Tartari Crimei o Precopiti; costoro veramente sono gl'antichi Sciti non usciti dall'orride spelonche, ma dal profondo inferno scaturiti. Le loro corse sono feroci e crudeli; la loro marcia sempre con ali aperte e veloce, con cavalli alla mano. Possono uscir in campagna 25, 30 mila; ma il loro numero mai corrisponde alla fama, dove questa orda formidabile si pu con buon fondamento nominare braccio dritto della bravura e tirannia ottomanica; perch in Polonia ed altrove lasciano segni troppo infelici e memorie funeste della loro barbarie; dalla casa poi Gicari elegge sempre il Gran Signore il Kan de' Tartari, e a suo piacimento lo depone ancora, essendone sempre di riservati in Rodi e Cipro; quello per che attualmente si ritrovasse al comando, succederebbe, per legge e per religione, com' erede alla monarchia dei Mussulmani, ma sarebbe difficile la riuscita, mentre li bass, che al governo delle provincie si ritrovassero, vorrebbero come principi sovrani possederle e godere, perch quegli onori che avessero con pericolo acquistati, vorrebbero con coraggio difenderli, inclinando piuttosto a surrogare nell'impero li figliuoli delle Sultane zie e sorelle del Re, che non mancano. Poco differenti da queste fiere selvaggie, popoli erranti in ampio esterminato paese, stimano il Seriffo della Mecca discendente dalla linea del Profeta, che pel disgusto dei dazi levati fece sorgere le novit gi note, sopite, ma non per anco estinte; non tenendosi in niuna considerazione il confine, con gl'Abissini, n tampoco l'altro con li Re Mori dell'Africa per la vicinanza dei corsari barbareschi. Pure resta il Gran Duca di Moscovia, col quale non vi negozio n confine; tuttavolta la vicinanza de' loro Stati se non li rende confinanti, li fa considerabili l'uno all'altro con la loro dipendenza; tuttoch per anco non si sieno li Moscoviti interessati nella presente guerra di Polonia, accresciuto a pi alto segno il sospetto per esser capitata nelle loro mani la copia del baratto, ossia Investitura fatta dal Sultano a Doroncesco, nella qual dichiara che, dopo la sua morte, sia il Gran Signore erede e padrone di tutti i luoghi che in quella Provincia possiede. Nominati tutti li Principi infedeli, scorsi li confini, e riconosciute le forze e dipendenze, si passer all'ultima ed obbligata narrazione di quelli Potentati Cristiani, che non tengono interessi riguardo lo Stato de' Turchi, ma semplicemente che con quell'Impero per via di negozio mantengono corrispondenze. Col Pontefice Romano sanno e non l'ignorano, che li confini sono lontani e disgiunti: ci nonostante li Stati della Chiesa inquietano per parte del Golfo, con le Fuste di Castel Novo, e per il Tirreno, ossia Spiaggia Romana con le galeotte di Biserta. Veramente in altri secoli erano li Papi stimati per santo rispetto, che li Principi professavano, e per quella rassegnata prontezza ch' avevano d'accorrere con le persone sacrate e reali, con l'armate composte di tutte le viscere d'Europa e con tesori all'unione delle numerose crociate ed alle leghe sante; ma in questa di Candia hanno potentemente riconosciuto, che nel corso fatale di 25 anni non ebbero poi li Papi n volere n potere di unire li Principi, di legare i Cristiani, ma tutto per incuria de' Potentati maggiori obliterato ed ommesso; sicch li Papi semplicemente servono di parentesi negl'affari del mondo. Col Re Cristianissimo dir prima, che non esistono quei rispetti di comune gelosia della potenza e grandezza di Casa d'Austria per la lontananza degli Stati, senza confini; ma dir poi che vedono nell'Arcipelago e alle bocche dei castelli di Costantinopoli la frequenza de' vascelli di corso, che sebben con nome d'altre nazioni e con bandiere di Principi nemici, sono di Francesi ripieni; tuttavolta serve l'ambasciatore di Francia alla Porta Ottomana per svegliarino di pubblicar il male, e per sempre gl'interessi tutti de' Princip Cristiani intorbidare; ma il Visir professando il solito contracuore verso li Francesi, si dimostra rigido e costante, e bench sia alla rinnovata composizione di pace condisceso dopo settant' anni d'instanze, ha il signor di Novitel superato la diminuzione del dazio dal cinque al tre per cento, ma con la spesa di pi di venti e pi mille reali, tra' qualificati ministri dispensati, ancorch non giunga il commercio di Marsiglia di panni bassi, carta straccia, zuccheri e speciarie, a 70 mila reali. In oltre si sono esposti in una esatta applicazione in sostenere li jus patronati delle chiese, in favorire in tutte l'isole d'Arcipelago di rito latino li vescovati, rendersi dipendenti li frati conventuali di San Francesco in Galata, con introduzione di nuove orazioni e di reprobato cerimoniale negl'Ecclesiastici riti, volendo con la forza la precedenza nella chiesa di Santa Maria in Cipro, a che io validamente mi sono opposto, e superato il tutto: sicch tali operazioni violenti di voler essere arbitri superiori, indipendenti in tutte le chiese d'Oriente hanno cagionato la perdita infelice de' santi luoghi di Gerusalemme, sottoponendo quelli santuarj alla scismatica ostinazione de' perfidi Greci, che non vi sar certamente riparo nella durazione del presente ministro, il quale con seconda intenzione ha preteso di flagellare Novitel, che procurava di portargli rimedio e soccorso. Insomma io non posso dir bene, per non parere mendace, n voglio dir male, per non parere maledico. All'incontro fondarono li Re cattolici dopo l'espulsione dei Mori una rendita di 3 mila reali all'anno per la Terra Santa, oltre le considerabili elemosine, che in Gerusalemme si trasmettono sino a 25 e 30 mila reali all'anno; eccettuate l'altre che con le flotte pervengono dalle Indie sino alla somma di 75 mila reali, con tuttoci non tengono qualunque confine se non fosse in quella parte d'Africa, alle volte insidiata da' Barbareschi, n tampoco tengono al giorno presente qualunque pratica, come in altri tempi facevano; sicch bisogna confessare, che la Spagna non ha uomini, n consiglio per maneggiar simili affari, trascurando quello, che con tanta attenzione, oro profuso e riputazione gettata, pretese per lo passato d'acquistare. Con l'Inghilterra ed Olanda non vi essendo politici riguardi, subentrano gl'interessi del commercio, e sono eguali le direzioni e forme del negozio, perch le compagnie di Levante mandano ogni due anni a Smirne 20 o 25 mila pezze di Londre tra panni fini, Londre mezzane ed inferiori, con prezzo dalli ottanta leoni sino a 150; oltre a barili di stagno piombo e azzali, caricati a Livorno e al Zante, speciarie d'ogni sorte, che in tutta somma rilevano 460 mila reali, ed estraendo seta, galle, droghe, cotoni filadi e sodi, e stami d'Angari. E come il cavaliere Finich ambasciatore Inglese rinnov con aggiunta la capitolazione, bench non abbi potuto inserire il titolo d'Imperatore al Re Brittanico suo Signore, ci non ostante ha superato la permissione di caricare due vascelli d'uve passe per tutte le scale del custodito Dominio. Cos il Caglier, Residente de' Stati, affretta pi degli altri le due navigazioni, cio quella di Caffa pel mar Nero, con li propri legni e bandiera, non anco permessa, come invece lasciata libera a tutte le nazioni Franche, procurando ancora d'intendersi con la Compagnia Alemanna di Levante per la condotta della loro Pannina dalli fiumi Reno al Danubio, e con tre mesi di viaggio condurle per lo stesso mar Nero a Costantinopoli; ma per anco non viene da Cesare permesso il transito sicuro. Finalmente li Genovesi del 1664, attaccarono la sospirata corrispondenza coi Turchi sotto l'intiera protezione del conte Lesto Ambasciatore dell'Imperatore all'Eccelsa Porta; formato un trasunto da tutte l'altre capitolazioni de' Principi fecero la loro, ma nel credito, n l'arte, n tampoco l'industrie poterono in tanti luoghi pulirla, che non vi restasse della ruggine e delle aspre parole, come a dire schiavit dichiarata, e desiderio di ritrovarsi nella servit del Sultano. Questa spedizione di ministro non ebbe altro oggetto, che di profittarsi nel cambio di monete, ed adulterando al presente li zecchini, che per commissione precisa di Vostra Serenit feci al Residente Spinola usare ogni rigore, metter guardie al vascello, ponere li Dragomani prigioni, disfare i servi; sicch in niuna considerazione vivono appresso li Turchi, non facendo che poco negozio in velluti, rasi, tabini, saiette e coralli, senza stima e prezzo li loro panni fabbricati con falsi colori. Tutte l'altre, Corone Settentrionali e Principi d'Italia non sono stimati n conosciuti, se non per le Bandiere dei loro corsari; ma li Maltesi pi degli altri si distinguono, e restano li Turchi persuasi che molti de' Principi Cristiani soccorrono con loro ajuti quelle debolezze, e favoriscono li Cavalieri, de' quali viene vantaggiosamente pubblicato e da rinnegati sostenuto, che la Serenissima Repubblica dia e conceda un vascello di legnami all'anno d'alberi, tavole e remi, che quella permissione che alle volte graziosamente fanno Vostre Eccellenze alla Religione, che riesce di mala impressione e di pessimo effetto. Hanno dunque contro di loro odio e livore, tuttoch gli uomini della professione da mare, e li Capitani Bass difficilmente consiglieranno simile impresa, e se qualche disegno avessero l'armate de' Turchi contro li Stati ed isole d'Italia, sempre con artifizio d'attaccar Malta farebbero le voci precorrere. Soddisfatto in questi fogli un gran giro de' Principi d'ogni rito e nazione, che siano o per confine o per confederazione conosciuti da Mussulmani, ora, Serenissimo Principe, restano li pi vicini, e come vicini dovrebbero essere sempre con attenzione distinta osservati, e tuttoch gli effetti, l'operazione, le massime, gli impegni, le ristrettezze lusingano al contrario riflettere; ancorch dall'universale s'intenda discorrere, ch' essendo la guerra di Polonia ridotta ad un angolo d'Europa, in un lembo del mondo, sia come lontana e remota da poco curarsene, tal essendo la fragilit umana, che sempre spera bene delle cose future, quando fugge ed iscansa il pericolo presente; e veramente non saprei Eccellentissimi Signori se quiete tale sia letargo di chi agonizzando muore, o sonno di chi riposando migliora. Principier dunque da quel Regno, come il pi avanzato all'Impero Ottomano, e dir con buon fondamento, che quei travagli sono le reliquie delle guerre di Candia, mentre Doroncesco fu nella protezione del Sultano ricevuto con obbligo di rinforzare il Primo Visir con 8 mila Cosacchi ribelli. Disimpegnate sono dal mare l'armate con la stabilita pace di Candia, la di cui perdita saperla e non apprenderla stupidit l'apprenderla e non compatirla barbarie, sicch piangerla gratitudine, compatirla piet! Si formavano dunque per quattro anni poderosi gl'eserciti di terra contro Polonia, alla testa de' quali per il primo e terzo si ritrov in persona Mehemet Imperatore, il quale in otto giorni prese senza opposizione Kiameniz, perdutasi dal presidio, onde fece piuttosto della misericordia del nemico, che del proprio valore esperienza, e passato poi il fiume Nistro invase l'Umina, desol la provincia, incener la citt, bagn il terreno di sangue, e con crudel empiet us il ferro ed il fuoco, terminando nello stesso tempo la vendetta ed il castigo, e carico di gloria e di preda ritorn stanco ed infermo in Adrianopoli. Questa strepitosa, ma infruttuosa ritirata fece patentemente conoscere a' Turchi, che se applicano di fare la conquista della Cristanit, certo non bisogna che dalla parte di Polonia principino, essendo questo il secondo tentativo che hanno nel secolo presente procurato. Di pace vi stato sempre maneggio tra' il cimento della guerra e tra' il bollore delle armi; gli ablegati spediti da' Polacchi furono alcune volte dal Visir per interpositori ricevuti, altre volte per esploratori scacciati. Pure alla mediazione si sono molto affaticati, ma con direzioni occulte ed intenzioni secrete, con li Vaivoda moldavi e valacchi, ed il Kan de' Tartari per le loro convenienze particolari; come pur li Francesi fecero comparire monsieur di Sanan in Andrinopoli con apparenze di rasserenare il torbido in Cristianit, ma in effetto meditarono il modo per tirare alle parti nobili quel male che si ritrova appunto nelle parti lontane, cio di consolidare le piaghe alla Polonia, per aprirle dolenti e mortali nel cuore dell'Ungheria, inferendo spasimi e tremori a tutto il corpo infermo della Germania. St dunque la trattazione di pace impuntata sopra due discordi importantissimi articoli, sebben pare che al primo del tributo cedano i Turchi, ma siano costanti li Polacchi nel secondo ripetendo con elate dimande la piazza caduta; pretensione insussistente, che li costituisce in un delirio politico, derivando la cosa da sola debolezza, che non sar mai per legge, per sicurezza e per decoro del Gran Signore approvata, come prima impresa gloriosa e stabilita dalla sua imperial persona, non potendo abbandonare poi Doroncesco: sicch tutti questi progetti riescono vani a segno che la guerra differiscono, ma il travaglio non terminano. A' Turchi favorabile l'estate, parziale a Polacchi l'inverno, varia e mutabile quanto incerta e volubile la fortuna. Dalla continuazione dunque di questa guerra dipende la totale quiete dell'Imperatore, la sicurezza della Germania, che egli risoluto a tutto potere di conservare, dissimulando insidie e pregiudizj, a sola difesa prendendo l'armi. Riescono per deboli e languide le scorrerie de' Turchi al Confine, trattenuti in gran parte gl'Ungheri ribelli, non assistiti di forze o di dinaro, ma solo lusingati con parole e speranze nell'incontrare il tempo migliore, restando nell'animo del Visir impressa la sconfitta al fiume Raab, dove per desiderio di generosa particolare vendetta non sarebbe alieno ad ogni pronta rottura; non per rinnovare li colpi sopra le membra, ma per replicarli sopra le ferite per maggior dolore: il tutto fondato nella propria immensa grandezza, ed a discredito infinito degl'altri monarchi, facendo patentemente conoscere il Sultano d'essere arbitro della pace e della guerra, rapire li Stati e donare la quiete. Insomma potenza che sorpassa la terrena, perch nello stesso tempo solleva e risana. Ci non ostante il Residente Cesareo negozia con prudente desterit, obbligato per caso singolare di fermarsi alla Corte, introduce favori a' mercanti nel traffico, che non eccede i 30 mila reali; concludendosi infine, che per ogni verso si trova la pace sospetta, incerta e pericolosa, e da molto impensati accidenti combattuta, sicch ho lasciato il tutto vacillante e soggetto a vicina alterazione, quando la guerra di Polonia restasse fermata e sopita. Obbliga il terreno del confine ad unire a quest' ultime linee li disperati e miserabili Ragusei, che non contenti d'esser tributarj e carazzari, volontariamente ed alla scoperta sudditi e schiavi de' Turchi si chiamano. Con quest' antica ed ossequiosa obbedienza seppero in congiuntura propria rapire dall'Imperiale Cancelleria regi comandamenti per introdurre coi loro vascelli sali a Narenta e Macasca, ed impossessarsi del luogo della gabella, dove con l'autorit sempre giusta e sempre vigorosa di questo Eccellentissimo Senato s'avesse non solo modo di far restituire l'usurpato, ma di annullare gli stessi regi commandamenti in contradditorio giudizio. Decreto inaspettato, sensibilissimo, per il quale di continuo protestano d'essergli levato il modo d'unire danaro per poter pagare il tributo all'Eccelsa Porta. Ristringendomi nel capo della quarta ed ultima ordinanza dir, con motivo di ben fondata ragione, per gl'interessi pi pressanti della Serenissima Repubblica che quello, Eccellentissimi Signori, che il Principato mantiene e fa sussistere gli Stati, non sono tanto le virt dei trattati stabiliti tra' Sovrani, quanto la scambievole amicizia de' loro sudditi, col traffico e commercio d'ambe le Nazioni. Con tali avvertenze hanno sempre li nostri maggiori resa la Repubblica grande non col solo esercizio delle armi, ma coll'industria nella pace, applicando al Levante, come pi adattato al comando dei Stati, per lo concorso dei forestieri, riuscendo il latte della madre sempre pi giovevole al parto di qualunque altro delle nutrici, cosicch capitali preziosi e somme rilevanti d'oro a quelle scale si mandavano. Ora questo grande negozio si disperde e confonde, e per cotali fatti e per Cottimi riscossi non passano per le mani della nostra nazione a Costantinopoli centomila reali d'oro in seda, cinquantamila di lana, con cinquantamila di specchi, lastre, vetrami, carta e conteria, le quali somme o si lunghissimi nel riscuotere o si convertono in cuoie, lane, salumi, mocchagiari e cambelotti e tutto con baratti pregiudicialissimi. vero anco, che all'inconveniente s'aggiunge la mala fabbrica di testori, a segno che hanno dato animo a' Turchi di piantare a Costantinopoli pi di quarantamila telari per simili manifatture di sede ed oro, sicch loro migliorando e noi peggiorando, facile la conseguenza del precipizio vicino. Altro pregiudizio rilevantissimo si accresce, che i Turchi, Greci, Armeni ed Ebrei mai hanno pagato Cottimo di quelle mercanzie, che con la caravana di Spalatro per terra s'incamminavano, e da questo mal' esempio svegliati, per esser il negozio e l'inganno nati gemelli, hanno anche li nostri raddoppiata la fraude, facendo il maggior sforzo delle mercanzie pi nobili capitare per terra in Adrianopoli; si sono dalla gravezza del Cottimo esentati, e per altri pi grossi generi e voluminosi si coprono sotto nome di forestieri per pagare il tre per cento con tutti li manifesti dei scrivani adulterati, non mai riveduti n sottoscritti da Ministro, come fu avvisato, essendosi in quattro anni riscosso incirca 2538 zecchini per entrate e uscite. Circa al capo della pannina veneziana, dalla qual' arte solevano le pi popolate contrade della citt mantenersi, questa gi viene dall'universale de' Turchi ripudiata per due riguardi: il primo per la spesa considerabile, il secondo per il peso eccedente, amandosi per lo contrario il buon mercato e la leggerezza. Ma perch, Serenissimo Principe, tutte l'arti o col tempo s'accrescono o col tempo s'annichilano, non ferma l'ingegno dell'uomo a meditare sperimenti e nuove prove, e se ne' metalli si ritrovata la chimica, ne' medicinali l'empirica e spargirica, e nella chirurgia la polvere simpatica, perch non s'ha da far prova di nuova fabbrica di pannina, e lasciarsi dalla corrente e dal l'opinione comune trasportare, non essendosi per anco vedute in Costantinopoli le gi trasmesse. Qui pure non terminano, Eccellentissimi Signori, gl'inconvenienti, perch prima le mercanzie non arrivavano mai in tempi debiti, che li capitani ove siano francesi, quasi in ogni incontro seguitano la bandiera del Re, e quella della Repubblica abbandonano, e che alli scrivani e marinari vengono di contrabbando diverse sorti di mercanzie consegnate. Da tutti questi disordini, che a capo per capo sono difficilissimi a regolare, si conosce per lunga esperienza, e per prova irrefragabile essere di grande inconveniente, la frequente mutazione degl'Eccellentissimi cinque Savii alla mercanzia, che appena congregati e uniti per puro desiderio di rinvenire il meglio e l'ottimo decretare, vengono ad altro impiego destinati, sicch prendono ardire li mercanti, e supplicano umilmente l'Eccellentissimo Senato, che padre, e che sente le miserie di chi l'invoca, e non potr che intenerirsi e porger sollievo, ch' di fare servire pi lungamente lo stesso Magistrato per quel tempo che parer proprio e conveniente alla pubblica prudenza, sicch sar fortunato incontro tra la fede di chi supplica e la beneficenza di chi compiace. Per agevolar dunque il commercio e accrescere il traffico furono prudentissimi li comandi di Vostra Serenit, con le credenziali trasmesse, per procurare la diminuzione del dazio dal cinque al tre per cento in conformit di tutte le altre nazioni, ma perduto il Canon Nam, che vuol dire Canone stabilito con l'Eccelsa Porta, che parlava di tutti li dazi, si conviene per ora alle grazie del Sultano ricorrere, tanto pi che si aperto l'adito con l'ottenuto ed eseguito comandamento imperiale, levate le spese minute che a 6 per cento, aggravano le mercanzie. Se duuque tale diminuzione felicemente riuscisse, si giudicherebbe opportuno per perfezionare l'opera, ad esempio di tutte le altre nazioni franche, d'introdurre unione di beni ordinatamente in questa citt dominante, dove con il convoglio delle navi pubbliche da guerra, senza rischio de' corsari, senza perdita di capitali e con sicurt minorato, respirerebbe il negozio nella pi desiderata maniera, perch dove si tratta di perdere il commercio, non bisogna molto confidare nel beneficio del tempo, e se la vigna non provveduta di buoni coltivatori, non solo si perder la vigna, ma si perder anche l'arte di coltivatore. Conchiuder questo importantissimo capo del traffico con li consoli inferiori, dicendo che da Smirne in quattro anni si sono ricavati 888 zecchini con l'entrata e uscita di 37 vascelli. Dagli altri di Canea, Milo e Morea nulla entrato in cassa di Cottimo, anzi concordemente esclamano, che l'assegnato mezzo per cento non supplisce al viver loro, sicch la ristrettezza in che sono costituiti, li obbliga a prevaricare, e in luogo d'opponersi alli contrabbandi li favoriscono e proteggono. Ma perch il traffico per la maggior parte dipende dal mare, cos il mare non viene solo per la navigazione considerato, ma per l'armate che nel scorrerlo felicemente lo custodiscono e difendono, che la pi importante cognizione e gelosa materia di tutte le azioni umane, e la pi singolare di tutti gli affari politici ch' la guerra. Che vi sia dunque un corpo di galere sottili e al numero di 22 sono considerabili forze, ma alla fronte di Turchi non corrisponde l'ordinanza, se le 22 non possono con le 59 competere in tempo di pace, e con la stessa proporzione in tempo di guerra, sicch vedendosi tale disparit di forze viene stimato cauto consiglio di rimediare al difetto in parte, migliorare e tentare di superare l'inimico nella parte della maggiore debolezza, ch' nell'armata grossa, dove le galeazze formidabili legni sempre alla memoria de' Turchi riusciti e temuti, sono cos ristrette, che ben si potrebbe dire o che non bastano, o che non bisognano. Per tanto li cinque vascelli da guerra fabbricati in questo prodigioso e osservato arsenale, non sono sufficienti di rendersi considerabili a' Turchi. Non sono atti per dividersi in squadre, incontrare li corsari, assicurare il commercio, convogliare le navi mercanti, sicch per non astringermi a tradire i miei sensi e a commettere la piu turpe di tutte le vilt, ch' la bugia, dir a correzione umilissima, Serenissimo Principe, che il numero predetto delli cinque non serve per il travaglio, n per la quiete, perch dove fossero i pi l si pu dire, che siano tutti, sicch per sicurezza, si ricercherebbe un corpo di dodici navi da guerra, che bisognando ripartirle in tre squadre, non solo imbrigliarebbero tutto il Levante, avrebbero l'impero del mare, snidarebbero dalle aque li corsari, leverebbero da quella scala e da quell'asilo li barbareschi, mantenirebbero in spaventato timore li Turchi, e questa risoluzione inforzarebbe il fiato alla fama, accrescendo credito e gelosia appresso le nazioni settentrionali: vedendosi per prova che tutti li Principi pongono il loro studio particolare nell'apparecchio de' vascelli, essendo questo il testimonio autentico e l'armamento privilegiato del secolo presente; mentre i Turchi sono di questo requisito marittimo sprovveduti, non avendo vascelli proprii n proporzionati, non comandanti, non esercito, non marinareza, non perizia per navigarli; ma all'incontro sarebbe conveniente che quelli della Serenit Vostra fossero meglio armati, non essendovi sopra che quattro tra capi e scolari bombardieri, senza cappellani e religiosi, le ciurme non pratiche per le paghe ristrette, e le concie differite sino a 40 mesi. Tanto mi sia lecito rappresentare con verit, parlando con esperienza delle cose gi poche settimane passate, dovendosi credere ai fatti, i quali sono una favella che d'ordinario non inganna. Queste dunque, Serenissimo Principe, sono quelle antiche muraglie di legno in mare, che le muraglie e le fortezze di terra difenderanno, perch una volta che il mussulmanesimo s'apr l'adito allo sbarco, non vi pi valle n monte, bosco o pianura che lo diletta o trattenga, ma come folgore precipitoso cadente, supera, incenerisce tutto quello che incontra, e alla moltitudine d'un mondo intiero non pu resistere isola, n fortezza qualunque. Se poi l'aggravio del mantenimento e la considerazione della spesa abbino questo gran bene da contrariare, lascier al maturo giudizio di questo Eccellentissimo Senato riflettere, se l'incomodo abbi alla sicurezza prevalere, e se il risparmio abbi alla Religione e alla libert da precedere, potendo forse in altri armamenti restringendosi agevolarsi la spesa, e l'arbore che non s'alleggerisce in rami superflui non pu in grossezza n in altezza dilatarsi, concorrendosi nel loro sostenimento chi ricever profitto e sollievo nell'assicurare i proprii capitali. So che tutte le vene sono aperte, che il sangue vivo esce e si dirama, ma so ancora che Vostre Signorie non lascieranno uscire il fiato e esporre la vita a maggiori pericoli; e che dopo fatti umilissimi ricorsi a Dio benedetto bisogna valersi di quei mezzi e di quell'impero, che appunto da Dio stato impartito a questa venerata Repubblica, sicch ogni risoluzione generosa riuscir grata al mondo e di sicurezza alla Cristianit. Questo mare dunque viene insidiato da tre sorta di corsari i quali tutti inferiscono danni sensibilissimi all'Eccellenze Vostre. Sono li primi li corsari barbareschi perfidi e fieri, coi quali le differenze si decidono con l'armi, cos parlando la capitolazione di spese, non essendovi regresso, n ritrattazione alla Porta. In secondo luogo subentrano i corsari del Golfo, piccioli ladri, ma per esser dentro e vicini sono li pi infesti e attaccati alle parti nobili dello Stato a simiglianza di quel male, che quanto pi nel cuore s'interna tanto pi considerabile per il dolore e per le suo gravi conseguenze; insomma sono questi corsari tartari domestici, che scorrono il custodito mare di Vostre Eccellenze con azioni ripiene di contumacia e di temerit insolente. Tutta volta la sola autorit di questo Sapientissimo Senato fece superare l'impossbile, ricavando da questo superbo e fastoso Monarca ordini risoluti, che da' proprii Chiaussi fossero le fuste incendiate, e a Dolcigno ne restarono dieci fermate e incenerite. Consolato in me stesso d'avere rispettato con ossequio di venerazione e osservato con riverenza le Pubbliche Commissioni, senza spesa qualunque dalla parte mia. Anche Vostre Eccellenze, ben sappino, che con Turchi si negozia sempre con doni, e gl'animi barbari facilmente a questa corrutela s'accomodano, e se il diamante cede alla ruota e resiste alla mano, perch in fine la mano tiene il pregio dell'opera e della fatica. Mi sar dunque permesso l'avvisare in questo proposito, e lo dir con sommesso e umile rispetto, perch il parlare pi lodato del tacere quando apporta utile e la necessit lo richiede, che sino a tanto che la guerra viene in Polonia guerreggiata, gl'uffizii si possono e le premure rinnovare per l'incendio delle rimanenti; si possono combattere le fuste e incatenare li corsari, oltre che il Visir nella pace interessato e disposto; ma in fine sono fiere selvaggie, che imitare non bisogna. So pure che quando fulmina il Cielo niuno lo mira e lo sfida, ma ognuno ardisce di sprezzarlo quando quieto e sereno. Nel mare tranquillo ogni picciolo legno scioglie e viaggia, ma nel burrascoso li galeoni mainano le vele ed entrano in porto. Entrare nel favore pu altro Ministro con fini diversi, e i clamori di quei ladri battuti e oppressi farebbero dello strepito e della confusione alla Porta che servirebbe di pronta materia a nuove scandalose contenzioni, tuttoch siano ancor bagnati dal naufragio passato. Quei turbanti elevati, quelle teste calde non soffrono severo castigo, n lunga offesa dai Cristiani, e non sempre ritroverebbero luogo d'approvazione le fuste restituite, la liberazione de' schiavi, n la consegna d'alberi e remi, ma una falsa divulgazione di perduto denaro sarebbe avania facile d'introdurre, che a riportata fortuna con lo stesso danaro s'accomoderebbe, il Bailo in angustie si ritroverebbe, la nazione non avrebbe ritirata, e li malevoli campo aperto di spargere mortifero veleno. Se poi sopra tale diligenza si crede necessaria applicazione di nuovi rimedii, sar desiderabile la prova, ma difficile forse a rinvenire l'incontro, dubitando che il continuato percuotere assordi l'orecchio. In terzo luogo s'affacciano li corsari ponentini Cristiani, che sono peggiori degli uni e degli altri, perch indifferentemente spogliano tutti senza riguardo, e mi arrossisco il dire, che la Cristianit sia grande di nome, ma picciola di fede; essendo una moltitudine di gente oziosa, sciolta e libertina, congiurata insieme a vulnerare la dignit dei diversi Principi, spiegando insidiosamente le loro insegne dalle quali non restano esenti da violenze e rapine li sudditi della Serenit Vostra: sicch tanti congiungimenti di pessimi successori di varii spogli e rapine, si dubita che un giorno spianino la strada, che i Turchi s'applichino al mare, che per altro se lo scorderebbero certo dove tutti gli armamenti alli Stati della Repubblica riuscirebbero non meno sospetti che pericolosi, dovendo sempre il pi debole al pi forte soccombere, mentre l'armi delle potenze maggiori non ebbero in niun' et n distinzione, n descrizione, non potendo i Turchi venire pi grandi, senza la rovina dei loro amici e vicini. Il punto dei confini vengo con penna molle di lagrime a scrivere, e a Vostre Eccellenze confessare di non aver ardire per affrontarlo, convenendo una piaga riaprire, che sempre sangue vivo getter, innanzi al cuore di Vostre Eccellenze, offesi tanti padri innocenti di questo Sacrosanto Senato, a segno che li Turchi stessi il nome di Candia non proferiscono, ma dicono al tempo della grande espugnazione nella quale pi d'un mezzo milione di Mussulmani sono restati estinti e sepolti, ben conoscendo che la sola ostinazione abbi la difficolt superata, e che tale decantato acquisto non corrispondi punto alle concepite speranze, che il profitto non eguagli l'impegno, che sia ampliazione non sicurezza d'impero, che non sovvenga ma che abbi bisogno d'esser sovvenuto, perch quando siano le camere dei Giannizzeri ripiene, e che in luogo loro li Gerlicoli del Regno, che sono le milizie paesano di gran lunga l'entrata non suppliscono, mentre nella cassa di Napoli di Malvasia circa 100,000 reali all'anno si somministra. Del resto tutte le fortificazioni esteriori, li rami delle mine e fornelli tutti sono dalle acque inondati, caduto il terreno, impedito il transito, serrate le porte delle fortezze; insomma ridotta la piazza ad un labirinto ripieno di angustie ed intricate confusioni, non essendo nell'isola restati di ridotto 1000 carazzi, che per non contribuire all'aggravio disperatamente rinnegano. Ma per sapere Eccellenze Illustrissime con fondamento l'opinione dei Turchi sopra le tre fortezze di Suda, Spinalonga e Caraluse, staccate dal regno e divise da tutte le altre membra degli Stati marittimi di Vostre Eccellenze, stimo incombenza riverita di riferire con puntualit quello che ho penetrato e inteso, ed che la Repubblica pu difficilmente, per la lontananza sostenerle, che vi sia sempre bisogno d'arma pronta e disposta, dipendendo da questa sola le provvigioni e i soccorsi; che per tre scogli separati e divisi non s'obbligher la pubblica prudenza a nuovi cimenti, n a soccomber ad una sfortunata guerra; che il loro mantenimento considerabile per la spesa, che niun beneficio da quest' apparente possesso si ricava; che sono d'ordinario alimentati di viveri dello stesso regno; che impediti e trattenuti dalli Bass comandanti, restano di subito assediati, che li soldati del presidio, o stanchi o angustiati dalla lor parte fuggano; essere per interesse del maometismo che in tempo di pace sieno finalmente dalla Repubblica custodite e guardate, restando il Sultano del dispendio esente e sollevato. Ci non ostante la generosa costanza di quest' Eccellentissimo Senato non tralascier modo di ben munirlo, proibendo sopra tutto, che non si facciano scale di mercanzie per serrare li prezzi e particolarmente quella di Suda per il carico d'ogli, che non si ammettano Turchi in casa di confidenze, n concorso di confidenze numeroso nella processione nei tre giorni festivi del Corpus Domini; che introdotti non eccedano il numero di quattro e sei, non permettendo il girare all'intorno delle fortificazioni mentre l'insidie dei rinnegati possono alle volte pregiudicare con accidenti perniciosi impensati, come il non interessarsi ne' naufragi che accadessero: insomma proteggere non aggravare, favore non ingiuria secondo parla la capitolazione di pace, e conforme praticano con lode distinta gl'Eccellentissimi Provveditori estraordinarii e a loro esempio gl'ordinarii ancora. Per l'isole poi di Tine e Cerigo vanno quei popoli per tutto l'Arcipelago dispersi, e per Costantinopoli ancora, non potendo per la strettezza dei viveri alle loro case mantenersi. Le altre isole del Zante e Cefalonia sono cos ben dirette dalla virt e valore degl'Eccellentissimi Signori Provveditori generali da mar, che al mio tempo non ho avuto travaglio n molestia alcuna. Solo dir della fortezza di Corf, che da Turchi stimatissima, e son osservate le nuove fortificazioni, e baster considerare che Corf porta per se stesso il nome d'essere cuore delli Stati e della libert della Repubblica, esser Corf la chiave della navigazione non solo del golfo ma di tutto il Levante, esser Corf l'occhio del nostro Dominio e la fortezza marittima dell'impero di Vostra Serenit, e se fu tanto considerato da Vostre Eccellenze quando li tre regni di Negroponte, Cipro e Candia signoreggiavano e che d'antipetto e sicurezza servivano, che si far al presente essendo l'ultimo confine riguardevole del Veneto potere, non essendo pi quei secoli, che le fortezze e i siti delle piazze difendevano li difensori. E perch dal mare escono li turbini e le fortune, e dal mare sempre sono provenute le guerre che hanno ingiustamente afflitta questa Serenissima Patria, cos non sono tanto sottoposte agl'accidenti le piazze dell'Albania e della Dalmazia, perch sotto la pi distinta ammirabile vigilanza degl'Eccellentissimi Signori Procuratori generali, resteranno dall'incomparabile prudenza e desterit dell'Eccellentissimo Signor Cavalier Provveditor Nani, Commissario in Provincia, terminate con soddisfazione reciproca le differenze dei terreni, e con segno imperiale giurato e sottoscritto dal Sultano, stabiliti i confini, dove in occasione di disubbidienza e trascorsi d'insidie e di forza, sempre con facilit si sono ricavati dalla Porta ordini risoluti. Deve per esser pronta l'industria e avvertenza del Bailo, e della congiuntura valersi senza alcuna perdita di tempo, perch se il latte non si succhia appena uscito degenera facilmente in sierosit; cos sono le grazie e le permissioni dei Turchi, che, se non sono subito ricevute, prestamente inagriscono. A tale esenzialissima avvertenza non solo s'oppone una contraria, non solo ripugna ma contende l'assoluto abbandono della corte di Costantinopoli trasportata in Adrianopoli la reggia, dove gl'affari maggiori de' tempi presenti fermano principalmente la sede, e dove al Bailo e a tutti gli altri ambasciatori de' Principi permesso una licenza d'andare, ma non lungamente dimorarvi; sicch l'operare in distanza difficilissimo, cavar l'oro e star fuori dalla miniera impossibile, e la stessa impossibilit s'incontra nel far agire da' dragomanni li negozii, perch essi non hanno stima presso ai Turchi e vengono con rigore e come schiavi trattati. Nel resto mi sono maravigliato assai, per non dire edificato, della molta secretezza de' Turchi, non penetrandosi che di rado le loro importanti deliberazioni, le quali sono prima eseguite che risaputo; e alle volte tutto ad un tratto si risolve, e il Re chiama Divan in piedi o in campagna, o sotto padiglioni nel quale v'intervengono li Bass, capi di milizie, li vecchiardi de' quartieri, e li Otturacchi pi anziani nelle guerre passate, risultante il numeroso concorso a pi di 300, dicendo sommariamente la loro opinione. L'altro modo la consulta secreta del Re, nella quale solamente li Bass Visiri alla Banca risiedono. E siccome nella prima il fatto dichiara l'intenzione, cos nella seconda il silenzio occulta il deliberato, sicch ritrovandosi il Bailo dalla Corte lontano non pu il pi certo penetrare, stante che li confidenti Turchi come sono pronti di riferire e parlare in presenza, cos in assenza sono ritrosi di scrivere ed avvisare. Sar dunque pericoloso sempre il formalizzarsi degl'eserciti e delle intraprese di terra e particolarmente nella Grecia, perch, con un semplice ordine al Beglierbei, obbliga il Vaivoda dei tre Principati soggetti, che assistito dalla velocit dei Tartari resta ogni paese all'improvviso invaso e incenerito, senza chiamare l'assistenza dell'asiatiche milizie; cosa che non succede nell'armata da mare, perch arsenali, galere, saiche, munizioni e biscotti restano tutti sotto l'occhio registrati, e con le proprie diligenze l'intiero delle operazioni si ricava. Sopra li confidenti ancora dir: che valersi degli Ebrei fu sempre incauto e reprobato consiglio, e tanto pi al presente che non tengono intratatura alla Porta dal Visir, non avendo credito n stima appresso di lui, ma peggiori di questi sono li rinnegati, felloni appresso Dio grande e perfidi traditori appresso tutti gli uomini. Tuttavolta per accrescere e coltivarne in qualche maniera l'amicizia provai, nella morte di Panajotti, di stringere la confidenza col medico e dragomanno Mauro Cordato del Primo Visir, il quale con l'apertura facile delle due cariche poteva toccar il polso a molti interessi politici, scoprire la malignit al male, ricordare i rimedj, e mirabilmente giovare e prevenire le cadute all'infermo, esortandolo con efficacia a non contaminare la buona inspirazione dello stesso Visir, verso la sincerit della Repubblica; ma l'avversione e contracuore che tiene coi nostri Dragomanni, il duolo della loro fede, lo fa camminare cauto e riservato, seguitando piuttosto i vizj comuni che le virt particolari. Ma giacch con la permanenza del Primo Visir, nel favore e nella dispotica autorit dell'Impero si mantiene e conserva, non mutandosi pi le cariche n la turba degli officiali accrescendosi, anzi li ministri continuando lungo tempo nel governo, dir umilmente, che, per consulta stabilita, per esperienza osservata e per pratica di quattro anni, ho minutamente ponderato che sarebbe proficuo stringere l'amicizia con uno o due dei pi accreditati, e sono Car Mustaf Bass alla Banca, e Soliman Chiaia Bossinese. Il primo fu congiunto del Primo Visir, uomo disinvolto, e che sostiene chi s'appoggia. Il secondo germano della moglie tiene rimesso a lui la maggior parte del negozio, di genio piacevole ed a impedire le rotture inclinato. Tali favorevoli disposizioni per non con semplice complimento, n con semplice cortesia si guadagnerebbero, ma col solo mezzo dei donativi e regalie, che sono passati in legge di Stato, certa cosa essendo che non pu sperare abbondante ricolta chi, gett la semenza nel campo senza aver prima ben lavorato il terreno: mentre i Turchi tengono tutti gli amici sopra le ginocchia, si che nel levar in piedi cadano in terra, quando non sieno da presenti sostenuti, facendo poco conto di loro, traboccando sempre la bilancia da quella parte dove pi caricata, anzi tra li pi savj contraverte tra loro una curiosa e dotta differenza: A qual parte dell'uomo si meritasse pi la venerazione e la corona? Fu offerta al cuore, che tutto pu; fu dedicata alla testa che tutto regge; fu proposta all'occhio che tutto vede; ma infine fu consegnata alla mano che tutto dona e prodigamente benefica e dispensa. Quella mano dunque, coronata di regali e presenti, potrebbe con facilit penetrare nei serragli, introdurre corrispondenze, stabilire amicizie, e con donativi cortesi e dimostrazioni benigne ripiene di stima e decoro usate a tempo, vincolare gl'animi venali di quelli di dentro, come una relazione continuata di sincerit e costanza, per nome della Repubblica imprimerebbe senz' affettazione concetti d'amore e di riputazione, procurando la mente del Sultano e l'ombre dileguando di sinistre divulgazioni, potrebbe in molti incontri sostenere e difendere il Bailo da impensate doglianze e maligni ricorsi, e in tal forma mirabilmente servirebbe a non raddoppiare con stravagante usura l'obbligo de' donativi nella dispensa di tante cariche duplicate e di qualificati ministri, a segno che la pubblica ragionateria resta nel fatto di spese imminenti soccombente ed aggravata. Giunto a questo punto delle spese, a quest' esenziale informazione ho sempre ritrovato che in niun tempo mai furono accusati, n biasimati quei Principi che nei loro Governi tentarono di riordinare l'economia. Pertanto sono certamentegrandi e pesanti le spese del Bailaggio, a' quali difficilmente si possano regolare, forme e permanenti prescrivere, stante che le mutazioni pi o meno dei ministri alterano e scompongono la simmetria della pi accurata direzione. In quattro capi dunque si dividono gl'aggravj di Vostre Eccellenze alla Porta Ottomana: cio in presenti ordinarj ed estraordinarj, che adempiscono con le prime provvigioni nella partenza da Venezia degli Eccellentissimi Baili alla somma di 30 mila ducati in circa. Poi col supplemento di robbe, che alle volte va l'Eccelso Senato decretando, e che dal Magistrato Illustrissimo alle Rason Vecchie si van trasmettendo. In terzo luogo subentra il stipendio assegnato di salariati, cio di dragomanni, giovani di lingua, col resto dei provvigionati, ascendente la spesa ad 8000 reali annui. E nel quarto ed ultimo vi il mantenimento ordinario giornaliero di bocca, cio delli predetti dragomanni, giovani di lingua, provvigionati, Giannizzeri e portalettere, affitti di case, buone mani e cortesie, che possono rilevare altri 10,000 reali; sicch sono in circa 24,000 reali all'anno d'effettivo contante, aggiungendosi di pi il danno volontario dai cambi di 2000 reali all'anno, nel qual pregiudizio si continuer sempre (ancorch di due per cento l'abbia io moderato) sin tanto che con la prontezza dei pagamenti non si soddisfi, dove il residuo delle lettere accettate sarebbe convenienze d'aggiustare, anche per aggiustare le scritture nei pubblici libri. Unite dunque Serenissimo Principe tutte le predette spese obbligate, si pu dalle ultime relazioni di Costantinopoli in tempo di pace vedere, che alla somma di 42,000 reali all'anno rilevano, e che da questi aggravii non restano esenti gl'altri ambasciatori delle corone: mentre la Francia, Inghilterra ed Olanda, che non tengono n confini n mare, ma sola dipendenza di traffico spendono l'equivalente e di vantaggio ancora. E perch so, Serenissimo Principe, essere obbligo non uso, essere rispetto non diligenza, che in un ministero composto di politici riguardi ed interessi economici si dia distinto e puntuale ragguaglio della direzione e maneggio: cos dir di proprio sentimento, Eccellentissimi Signori, che il conto corrente di cinquanta mesi di bailaggio rest in tre parti diviso; cio libro dei salariati e beneficiati, che dalla cassa di Cottimo sono pagati, nel qual si vedono anco le riscossioni d'entrata ed uscita dei vascelli, che di tempo in tempo sono seguite; l'altro libro dei debiti vecchi alla somma di reali 38,347, avendone pagati per Commissioni di Vostre Eccellenze di mezzi trimestri ed altre mercedi reali 7872, solamente con grave sentimento de' creditori; e l'ultimo libro dei trimestri, che di tre in tre mesi ho sempre mandati aperti nell'Eccellentissimo Collegio, acciocch sotto l'occhio purgatissimo e sotto la mano prudente degl'Eccellentissimi Signori Savii fossero considerati e corretti, e sempre nell'umanissime risposte furono approbati e ricevuti. V'era pure un quarto libro intitolato di spese secrete di che io intieramente ho abolito il costume, soppressa la pratica, e nella revisione de' miei conti non si ritrover minima partita, che a qualunque persona abbia d'estraordinario donati dieci reali, n riconosciuti esploratori, n novellisti introdotti; consistendo tutto questo registro scereto nelle quattro pensioni del Zante dal 1670 sino al 1674, in zecchini effettivi 6000, che sono reali 15,000, avendo sempre le copie delle ricevute del defterdar in Divano, spedite nell'Eccellentissimo Senato, per presentare le fedi del ragionato Arrivaben, lasciato l'originale in turco nella cancelleria del Bailaggio, per tutto quello occorrere potesse. Di tutti questi zecchini dunque, che al mio partire da Venezia furono consegnati, ed altri che da Vostre Eccellenze furono a Costantinopoli trasmessi, si vede l'utile della moneta portare intieramente a pubblico beneficio. Vi pure l'ultimo libro della dispensa di tutte le robbe che dal magistrato Illustrissimo delle Rason vecchie restano al bailo consegnate, e delle altre ancora che di tempo in tempo furono e per mare e per terra per ordine dell'Eccellentissimo Senato mandate a Costantinopoli, le quali impiegate nei donativi reali, e vesti di dragomanni e giovani di lingua, si potranno incontrare partita con partita, con prove e riprove. Restami dunque d'aggiungere alcune considerazioni per uso della parsimonia e per regola delle spese superflue, perch tanto li privati, quanto li principi che spendono gran denari, solamente fiscali delle proprie entrate divengono, anzich la liberalit continuata se stessa consuma, la quale mentre si usa, si perde evidentemente la facolt di poter usarla; e perch da questi scansi e riserve pare che li Principi il nome di tenaci ed avari acquistono, ci non ostante questo uno di quelli vizii permessi che li fanno sussistere e regnare, non potendosi mai stimar povero un governo che s'applichi al risparmio e all'economia. Con tali avvertenze ho a testa bassa superato contro tutte le traversie ed opposizioni, proteste e maldicenze, di cancellare dalla memoria e da libri le spese esorbitanti della guerra, riducendole alla moderazione dei primi tempi di pace; anzi non contento di questa necessaria regolazione, ho ristretta la dispensa, levata alla corte d'Andrinopoli la ricognizione delle vesti del Bairan grande, e ridotto il Bairan piccolo a soli regali di noci e confettura, a segno che se ne scoprono nei trimestri patenti gl'effetti; e veramente confesso che la soddisfazione dell'animo proprio passa alla vanit del pensiero e all'ambizione di pontuale servizio, perch dall'anno 1626 sino al presente che sono il corso di 50 anni sia detto con pace e rispettato onore, ma con verit sincera, che niuno ha speso meno di me, e da calcoli dei trimestri e da confronti si vede che li reali 42,000 all'anno si sono nelli miei due primi anni ristretti a 33,000 reali e negl'altri due susseguenti ridotti a 18,000 reali. Sopra questo sodo fondamento deggio aggiungere qualche lume, che nel risparmio si potrebbe introdurre, ed che gli Eccellentissimi Baili nuovamente eletti, quando non avessero nausea e avversione al navigare, che li principali viaggi per mare continuassero, nei quali ricaverebbe maggior comodo, e la spesa di due terzi meno all'Eccellenze Vostre minorerebbero: da che un altro proffitto se ne ricaverebbe, non essendo pi bisogno di trattenere il dragomanno in strada, n delle spedizioni di capigi e giannizzero, che son tutte spese superflue e denari gettati. E io che ho riconosciuto frustraneo l'impiego, son ritornato a Venezia senza compagnia s noiosa e aggravante, e per prova di ci tutti gl'altri ambasciatori dei Principi capitano a Costantinopoli per mare senza alcun' assistenza di dragomanni, solo ai castelli uno so ne spedisce, pi per incontro e complimento che per sicurezza e servizio. Circa poi al denaro per mantenimento della casa bailaggia ho sempre riverentemente scritto, che col mandare a Costantinopoli zecchini effettivi, riceve Vostra Serenit il quinto di beneficio, e nello stesso tempo si solleva dall'aggravio sensibile di otto per cento. Lo stesso dir delle robe di seda, d'oro e pannina, che il Magistrato Illustrissimo delle Rason vecchie solleciti le convenienti provvigioni e destinazioni, particolarmente in tempo di Bairan grande, non riducendo il bailo nell'angustie e al punto orrendo di comprar tutto con lettere di cambio, e a prezzi stravaganti, accrescendosi il danno e diminuendosi il concetto e la riputazione. A questo passo considero, e alla matura prudenza di Vostre Eccellenze rimetto, che come li panni e saggie veneziane sono affatto in discredito (quando la nuova fabbrica non rimediasse il disordine) potrebbe il bailo dispensare londrine a due reali e tre quarti il picco, valendo una pezza 150 reali al picco, che rilevano a 250 reali la pezza; e perch si potrebbe avere avversione alla novt per la propria fabbrica, pel mantenimento dell'arte, per onore del nome e la facilit dell'esito e della vendita, dico solo in ristretto, che li stessi nostri dragomanni, giovani di lingua e giannizzeri, dopo aver dalla ragionataria ricevute le vesti, le rivendono alle botteghe con discapito, comprando londrine, come se fosse drappo vite l'essere coperto di saggie veneziane. Sicch l'Eccellenze Vostre nella riflessione parrebbero di molto avvantaggiarsi. Anche di tutte le robe d'oro e di seta, s conviene tenere avvertenza, che le pezze siano di 24, 36, 38, 60 piedi e non braccia, a ragione di dodici pichi per veste, perch il pi e il meno si pone in conto di cavezzi, quali vanno sopra mano e senza gran considerazione si dispensano, per non saper dove impiegarli; ma il dispensare le vesti di dodici pichi obbligazione in serraglio, ma fuori di estraordinarii presenti prodigalit introdotta, perch soli dieci basterebbero, e, tutti gl'altri ambasciatori di principi donano le vesti di dieci pichi, e son gradite e ben ricevute. Io dunque, Serenissimo Principe, posso dire di non aver succeduto a niuno, ma essere stato quasi superstite della guerra, e della morte non mai abbastanza compianta dal fu Eccellentissimo Cavalier Ambasciator Molino, il di cui servizio e obbedienza passeranno con frutto inestimabile alla memoria dei posteri, essendo veri eredi del merito degl'Eccellentissimi suoi figliuoli, avendo morte invidiosa rapito uno dei pi preziosi capitani ch'avesse la patria; ma nell'infelicit fortunato, perch se nella vita gli fu compagna la virt, nella morte gli fu compagna la gloria. In tale deplorabile mancanza privo di notizie e di direzione, convenni da principio maneggiare tutti li negozii senz' appoggio e senza assistenza d'alcuno. Ora obbligato sarei di venire all'individuo e all'abilit dei dragomanni e giovani di lingua, e de' loro salarii assegnati in zecchini; ma conosco che sarebbe aggiunta tediosa e molesta alla lunghezza di questa prolissa relazione. Missier Bernardo Nicolossi stato mio secretario, la di cui cognizione del Levante ha di molto alla carica giovato, fedele nella cifra, pronto a dispaccii e a riordinare le confuse scritture del bailaggio. Insomma sempre vigilante al servizio e all'obbedienza dei pubblici cenni, imitando nella puntualit gli altri tre fratelli, che attualmente servono nelle secretarie pi importanti del Governo; ma l'impiego di Costantinopoli da tutti gli altri si distingue, perch il travaglio di lunghi viaggi, il vivere tra' barbari, l'esporsi ogni anno al pericolo della peste, sono tutti cimenti, che, oltre al compatimento vivissimo meritano certamente le dimostrazioni di benigna gratitudine, non mancando forme di beneficare alla grandezza del principe. Anche missier Iseppo Zuccato stato mio coadiutore, del quale per verit si pu dire, che unita la modestia con l'attitudine, ha a tutte le parti del suo ministero adempito, con la puntualit di duplicate scritture e registri, anzi con maggiore certezza d'avanzamento nel servizio, e nell'attualit della secreteria nel generalato di Palma, e nell'ordine della cancellaria, come pure serve il fratello con soddisfazione intiera della Serenissima Signoria come legista e come al secreto deputato; sicch alla generosa munificenza di Vostre Eccellenze, dalle cui mani reali si distribuiscono liberamente le grazie e le mercedi, lo raccomando. Onore distinto e fortunato incontro ricevei nella mia partenza da Venezia, quando gl'Illustrissimi Signori Andrea Navagier e Vettor Giustiniani si disposero a passar meco a Costantinopoli, soffrendo li patimenti di tre mesi per viaggio per mare e altri incomodi in quello d'Adrianopoli, ne' quali tutto ho potuto col loro prudente consiglio molte difficolt superare, sicch dal loro fruttuoso ed esemplare impiego meritano lodi infinite, accresciute ancora per essersi portati al ritorno col pericolo e spesa ad osservare la corte di Vienna, dove nel parallelo di due grandi imperatori hanno acquistato esperienza delle maggiori cognizioni. Anche dall'Illustrissimo Signor Giovan Antonio Toderini restai favorito; il quale dopo aver soddisfatta la propria curiosit in Cipro, Cairo, e scorsa tutta l'Asia Minore, con un lungo giro per terra, se ne ritorn ben instrutto alla sua casa. Non sdegner dunque la Grandezza di Vostra Serenit che il picciolo ed umilissimo mio nome sia in questi fogli delineato, perch volontariamente le primizie della sua giovent sacrificando, Pietro mio nipote, venne ad esporsi a tutti gli accidenti in barbaro ed indiscreto paese, anzi ad apprendere le forme per obbedire e servire la patria, e portando da genio naturale alla professione del mare si sottoponer alla carica di sopracomito, facilitato l'armamento della galera, acciocch in servizio continuato, e non mai interrotto sia sempre la casa senza minimo intervallo di tempo attualmente impiegata. Dell'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Giovan Morosini successore degnissimo al bailaggio il silenzio m'accusa, il parlare mi confonde, il tacere tutto sarebbe viziosa malignit, l'esprimere parte sarebbe defraudare il merito di qualificato soggetto, d'insigne ministro, che volontariamente s'intraprese (dopo tanti servigii gloriosi) l'ultimo importantissimo di Costantinopoli, dove lo lasciai al colmo della stima e della riputazione appresso l'universale dei Turchi. Consolare dunque si pu l'Eccellentissimo Senato d'avere surrogato agl'interessi veglianti al maneggio degli affari della Porta Ottomana cospicuo ministro, dalla di cui vigilante saggia condotta e prudente desterit sar felicemente ogni maneggio principiato e concluso. Per me dunque, Serenissimo Principe, parleranno le mie abituate e immortali indisposizioni, che tormentano quando si sta male, e disperano quando si sta bene. Per me parleranno Eccellentissimi Padri li miei sudori e fatiche impiegate in altri tempi difficili per mare e per terra nelle pi lontane azzardose legazioni, che la patria a' suoi cittadini dispensa. In tutto posso dire con sincerit, che Dio benedetto m' stato sempre guida e lume, essendo Lui protettore di giustizia e verit, anzi nel sostenimento del pubblico decoro mai ho incontrato sinistro, n qualsiasi mala soddisfazione; e possono per ornamento de' miei eredi registrarsi tante umanissime ducati di questo Augustissimo Senato. Ma restano gli anni brevi e cattivi, ed il residuo dell'et sempre piena di noia e travaglio. Io non offerisco nuovamente me stesso, perch della mia rassegnata e prostrata obbedienza hanno Vostre Eccellenze pi riscontri e pi prove; oltre che dell'atroce mio male resta la persona deformata, introdotto in ogni membro il dolore e il martirio, ogni fibra offesa e l'ossa incurvate, essendo questa un'infermit maligna, che non la sana che la morte. Ci non ostante sacrifico in voto solenne all'Eccellenze Vostre lo spirito, i pensieri, gl'affetti, alla disposizione assoluta della pubblica volont, non essendo patrimonio pi stimato che il tempo e la vita, e corrispondendo per ora col cuore, giacch il farlo con l'opere solamente dalla fortuna dipende.