sulla fecondazione artificiale nel 2012 dimostrano che le picconate della Corte Costituzionale continuano a fare danni. Le percentuali di successo non migliorano, si abbandonano le tecniche meno invasive e si congela di pi, le donne si accorgono sempre pi tardi di volere un figlio. In compenso c una vera e propria esplosione di centri, spesso improvvisati ed a gestione artigianale, che si preparano al vero boom che arriver con leterologa In provetta cresce solo il business M entre si attende che il gruppo di esperti incari- cato dal ministro Loren- zin definisca le linee guida per la fecondazione assistita eterologa (ultima figlia nata dalle picco- nate della Corte Costituzionale) viene pubblicata la relazione sul- lapplicazione della legge 40 re- lativa al 2012. I colpi inferti dalla Corte Costituzionale si fanno sentire: cresce l'et delle donne che ricorrono alla provetta, au- menta il numero degli embrioni creati, aumentano i cicli avvia- ti ma rimangono drammatica- 8 luglio-agosto 2014 mente basse le percentuali di suc- cesso e quindi di bambini nati ri- spetto ai bambini concepiti. L'unica cosa che sicuramente cresce il business della provetta a tutto vantaggio del privato e soprattutto del privato-fai-da-te con solo 37 centri sul totale di 218 che nel 2012 hanno avviato pi di 500 cicli (quindi pi grandi e affidabili) mentre il 77,4% delle strutture non ha trattato nep- pure 50 coppie in un anno. La fecondazione assistita pratica sempre pi richiesta nel nostro Paese, eppure let media delle donne che chiedono un fi- glio alla scienza continua ad in- nalzarsi: 36,5 anni, contro i 34 o poco pi degli altri Paesi europei. E due anni, in questo caso, signi- ficano una flessione non indiffe- rente delle possibilit di successo, gi marginali. Lo sa bene il mini- stero della Salute: Si cerca di avere figli in unet pi elevata, nella quale la fertilit notevol- mente ridotta. Questo fenomeno implica che anche la scoperta dinfertilit si verifichi a unet nella quale lefficacia delle te- cniche di procreazione medi- calmente assistita sensibilmente limitata. Ma let troppo avan- zata delle aspiranti mamme ita- liane non certo lunico nodo emerso dalla relazione. La fo- tografia parla di un fenomeno nuovo, e purtroppo prevedibile vista la mole di annunci pubblici- tari mascherati da notizie che ha fatto seguito, tanto per fare un esempio, al via libera della Con- sulta alla fecondazione etero- loga: limpennata del business della provetta, parallelo a quella delle richieste, con un aumento sensibile del settore privato a di- scapito del pubblico. Drammatico resta anche il dato circa la formazione e il con- gelamento di embrioni, questul- timo ancora in crescita rispetto al 2011: sul totale di 114.276 em- brioni formati, ben 18.957 (cio il 16,6%) sono stati congelati. Un numero esorbitante che frutto diretto va ricordato della sen- tenza della Corte Costituzionale n. 151/2009, con cui venne abo- lito il numero massimo di tre em- brioni da trasferirsi in un unico e contemporaneo impianto libe- ralizzando, di fatto (ma non le- galmente), la possibilit di ricorrere alla crioconservazione degli embrioni. Il tutto a discapi- to della tecnica di congelamento dei soli ovociti, scesa ulterior- mente nel 2012 al 5,7% del to- tale dei cicli. I risultati della procreazione artificiale, sebbene in lieve au- mento rispetto allanno prece- dente, confermano: 11.974 nati nel 2012 sul totale dei 93.634 cicli iniziati (per 72.543 coppie), pari a una media tono del 12,8% di suc- cessi ottenuti. Con punte virtuose anche del 20% per le tecniche di II e III livello (quelle 'a fresco', solo in alcune regioni), ma anche con abissi incredibili per quelle di I livello (cio di inseminazione semplice, la meno invasiva) del 5,5% nelle donne oltre i 40 anni e del 2,6% appena per le donne con unet superiore ai 43. DANIELE NARDI 114.276 EMBRIONI FORMATI NEL 2012 NEI CENTRI ITALIANI 11.974 BIMBI NATI 72.543 COPPIE TRATTATE 93.634 CICLI AVVIATI 12,8% PERCENTUALE MEDIA DI SUCCESSI OTTENUTI NEI TRATTAMENTI 61,5% GRAVIDANZE CON ESITO NEGATIVO PER LE PAZIENTI CON PI DI 42 ANNI 36,5 ET MEDIA DELLE DONNE CHE CHIEDONO LA PMA 9 luglio-agosto 2014 L intervista rilasciata da Bea- trice Lorenzin al Corriere della sera del 7 luglio ha il merito di sollevare per la prima volta, con lautorevolezza poli- tica ma anche tecnica del mi- nistro della Salute, alcuni degli interrogativi che attraversano la mente di chi, senza pregiudizi ideologici, si pone di fronte allo sdoganamento per via giudizia- ria della fecondazione eterologa in Italia. Di fronte alle pressioni della cultura dei diritti individuali senza limiti e dellindustria dei figli in provetta, il ministro ripro- pone il dovere, per chi ha la re- sponsabilit della tutela della PMA Etereologa. I mille nodi da sciogliere per partorire le linee guida Il dovere del ministro di regolare luso e frenare labuso I l ministro Lorenzin parlando al Corriere della sera ed agli altri organi di stampa che lhanno intervistata nel- le scorse settimane ha anticipato che gi all'ope- ra un team di esperti del settore con cui mi sono incon- trata per porre le basi per le nuove linee guida che, se tutto andr bene, dovrebbero arrivare entro la fine del- l'estate. Entro il 28 luglio, infatti, dovr essere conclusa la fase istruttoria. Non sappiamo, mentre chiudiamo queste pagine, se le scadenze saranno rispettate. Ma di certo il compito di questa ventina di esperti non sem- plice. Da loro il ministro si aspetta un pacchetto di regole che metta al centro la tutela sia fisica che psicologica di bam- bini e genitori: sottoscrizione di un consenso informato dettagliato e rigoroso. Test infettivi a tutto campo. Divie- to di commercializzazione del materiale genetico e limi- te quantitativo alla donazione. Ma gli aspetti da regolamentare sono tanti e in larga parte complicati. il caso del diritto all'anonimato da par- te dei donatori che, negli ultimi anni andato sempre pi affievolendosi in molti dei Paesi esteri che per primi ave- vano permesso l'accesso a tecniche di procreazione me- dicalmente assistita. Ed anche in Italia stato messo in di- scussione anche su questioni, come ladozione ed il par- to in anonimato, preferendosi dare la precedenza al di- 10 luglio-agosto 2014 ritto del bambino, diventato adulto, di conoscere i pro- pri genitori biologici. Il punto della massima delica- tezza perch il venir meno dellanonimato blocchereb- be lattivit dei donatori professionisti che consen- tono agli oltre 300 Centri che praticano la Pma e che attendono il ricco mercato delleterologa per moltipli- care i propri guadagni. Questo per il ministro, un punto fondamentale che andr approfondito e sar in- cluso nel consenso informato. Cio i nodi sono anco- ra da sciogliere. Secondo il ministro saranno proibiti i cataloghi con le caratteristiche estetiche di chi ha i gameti. Verran- no, infatti, chieste solo garanzie di tipo sanitario e sar previsto un consenso informato dettagliato e rigoro- so insieme a dei test infettivi (Aids o epatite) sempre pi stringenti ma lesperienza e la concorrenza in ma- teria inevitabilmente porter al possibile screening del donatore. Quanto al limite di et per poter donare gameti ( evidente che pi giovane il materiale biologico spe- cie dalle donatrici, pi alti saranno i suoi standard qua- litativi): non a caso nelle vicine Spagna e Ucraina il van- to dei centri sono donatrici fresche. In Italia per ora valsa la regola dellet fertile, che per ogni Regio- ne individua a suo piacimento. E il numero di donazioni possibili? Negli Usa un do- natore si vanta dessere padre di 150 figli, in Olanda un altro di 98, in Italia come andr? Un capitolo a par- te meritano anche le ipotesi pi funanboliche: che fare con le donazioni tra consanguinei? Potranno, gli ovociti di una giovane figlia, essere utilizzati per la gra- vidanza tardiva di una madre? E poi sar possibile crea- re embrioni con ambedue i gameti non appartenen- ti alla coppia? Si potranno scegliere le caratteristiche genetiche del donatore? Per esempio la razza? Negli altri Paesi europei prassi comune: in base ai colo- ri di mamma e pap si procede alla selezione del do- natore. Il passo verso leugenetica brevissimo. Ad essere regolate, poi, anche la egg sharing cio la possibilit che le donne sottoposte a cure antiste- rilit mettano a disposizione gli ovociti in sovrannu- mero e la remunerazione per la donazione del mate- riale genetico. Su questo, per, il ministro, anche e so- prattutto sulla base di quanto previsto dal dettato nor- mativo, non ha dubbi: La commercializzazione del ma- teriale genetico sar assolutamente vietata. Al massi- mo, potr essere stabilito una sorta di rimborso spe- se cos come previsto per la donazione del sangue e del midollo osseo. DN salute degli italiani, di risolvere preliminarmente questioni im- portanti, quali let massima delle donatrici di ovuli, lo scree- ning clinico e infettivologico dei donatori (anche per evitare even- tuali successivi ricorsi allaborto), la gratuit della donazione. La Lorenzin solleva anche la neces- sit del divieto di poter scegliere da cataloghi dei gameti le carat- teristiche geneticamente deter- minate del figlio desiderato e, fermo restando lo screening ge- netico dei gameti, lopportunit di limitare il numero delle dona- zioni da parte dello stesso sog- getto, per evitare il rischio che si vengano ad avere troppi fra- telli. Si tratta di questioni impor- tanti che non sar facile risolvere e che richiedono certamente lin- staurazione di registri dei dona- tori e delle donazioni. Registri necessari anche per impedire che un numero eccessivo di dona- zioni, che non costituisce un pro- blema per il seme maschile, possa portare al rischio di uno sfrutta- mento commerciale per la dona- trici di ovuli. Infatti, con lec- cezione degli ovociti prodotti in sovrannumero durante le pro- cedure per le cure antisterilit e messi a disposizione di altre donne (egg sharing), non si vede per quali motivi, se non per denaro, una donna dovrebbe sot- toporsi a superstimolazioni or- monali molto rischiose per la sua salute. Daltro canto, aprire al com- mercio dei gameti, metterebbe in crisi altri giusti divieti di commer- cializzazione in vigore nel nostro Paese, quali quelli che riguar- dano il sangue per emotrasfu- sioni, il midollo osseo e gli organi per trapianti, con il rischio di ren- 11 luglio-agosto 2014 PMA dere possibile anche in Italia il deprecabile sfruttamento del corpo umano che abituale in al- cuni Paesi. Il ministro, infine, ha sollevato il problema della neces- sit di organizzare registri che consentano al bambino di eserci- tare il diritto a identificare i suoi genitori biologici. Si tratta di un diritto che va in senso contrario alle esigenze dellanonimato dei donatori, ma il cui esercizio ormai prassi consolidata nel campo delladozione e che non potrebbe per analogia essere ne- gato al figlio concepito in pro- vetta, anche in ragione di un suo legittimo interesse a conoscere il suo profilo biologico per valutare fattori di rischi e processi di cura. Del resto, come insegnano alcuni recenti fatti di cronaca, il poter ri- costruire con esattezza la pater- nit e la maternit biologiche interesse non solo del bambino nato dalla procreazione medical- mente assistita, ma della societ tutta intera, vista limportanza crescente che le indagini medico- legali sul Dna sono andate assu- mendo negli anni. Fin qui il ministro Lorenzin, ma gli interrogativi a cui rispon- dere prima di avviare anche in Italia la fecondazione eterologa non finiscono qui. I registri, infatti, sono neces- sari anche per impedire alla ra- dice ogni possibilit di futuri matrimoni tra consanguinei. Inoltre, compito del legisla- tore collocare la fecondazione eterologa in una cornice legisla- tiva tale da evitare che, in caso di separazioni o divorzi, possano crearsi le premesse per il discono- scimento della prole da parte del genitore il cui materiale genetico non era stato utilizzato nel pro- cesso di fecondazione artificiale. Infine, occorre riflettere su cosa potrebbe accadere nel mo- mento in cui verr approvato il disegno di legge sulle unioni ci- vili che il Parlamento incomincer a discutere in settembre e che, con ogni probabilit, passer senza troppe modifiche, vista lampia maggioranza che lo so- stiene, equiparando a tutti gli ef- fetti al matrimonio le unioni civili tra persone dello stesso sesso. vero che resterebbe ancora in vigore larticolo 5 della Legge 40 del 2004, con il quale l'accesso alle tecniche di fecondazione consentito solo alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, co- niugate o conviventi, in et po- tenzialmente fertile, entrambi viventi. altrettanto vero per che larticolo 1 della stessa legge circoscrive laccesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita ai casi in cui sia accer- tata limpossibilit di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione. Per i giudici che hanno demo- lito a colpi di piccone la legge 40, sarebbe forte la tentazione di so- stenere lincostituzionalit di una discriminazione che limiti lac- cesso alleterologa alle sole cop- pie dello stesso sesso, per le quali sarebbe poi indiscutibilmente vero che uno dei due coniugi indubitabilmente sterile per il tipo di stabile relazione che si realizzata. A quel punto, per le coppie di maschi omosessuali si renderebbe necessario il ricorso allutero in affitto. Non a caso laccettazione sociale di tale pratica di sfrutta- mento delle donne povere inco- mincia a essere favorita con modificazioni terminologiche che ne mascherano il significato neo- colonialista dietro lecumenica e altruistica ridefinizione di gesta- zione per altri. La necessit del ricorso alla 12 luglio-agosto 2014 maternit surro- gata e quindi il commercio del- laffitto dellutero si aprirebbe peral- tro anche nel caso in cui si permet- tesse il ricorso alleterologa alle coppie ete- rosessuali con doppia sterilit. A tal fine appare sorprendente che, in un passaggio dellintervista al Corriere, il ministro Lorenzin sembri aprire imprudentemente alla doppia eterologa. Queste riflessioni sullur- genza di circoscrivere e limitare le conseguenze indesiderate della caduta del divieto di fecon- dazione eterologa non signifi- cano tuttavia da parte nostra in alcun modo unapprovazione della sentenza della Corte costi- tuzionale. Luso e labuso della procrea- zione artificiale, spesse volte senza neanche approfondire e cercare di risolvere in altro modo i problemi di sterilit della cop- pia, restano legati al business dei centri per la procreazione medi- calmente assistita, prima ancora che ad un malriposto desiderio di maternit a tutti i costi. Non parliamo dunque di dono e donatori, parliamo di business, legalmente autorizzato, che si realizza sulla pelle degli embrioni umani e rinunciando a educare la gente al vero dono, ladozione, senza affannarsi alla ricerca del giocattolo a tutti i costi. Occorrerebbe anche interro- garsi sul senso degli ostacoli che ancora rendono estremamente difficile e complesso il ricorso al- ladozione e se essi siano ancora giustificati in una societ che con la procreazione medicalmente as- sistita si preoccupa di rendere sempre pi facile diventare geni- tori anche a chi ha della paternit e della maternit unidea solo strumentale e utilitaristica. GIAN LUIGI GIGLI S ono pi di 5 milioni nel mondo i bimbi nati grazie alla fecondazione assistita dal 1978, l'anno di na- scita del primo beb in provetta. Il 10-15% delle coppie fa i conti con problemi di infertilit e il ricorso ai trattamenti di Pma aumentato in modo impressionan- te negli ultimi 10 anni. Questi i dati illustrati all'Eshre 2014, il Congresso della Societ europea di riproduzione uma- na ed embriologia, in corso a Monaco di Baviera. L'Europa guida la classifica mondiale, con il 55% dei cicli effettuati: nel 2011 ne sono stati eseguiti quasi 600 mila (588.629) in 33 Paesi del vecchio continente, deci- samente di pi rispetto ai circa 152 mila degli Stati Uniti e ai 66.347 cicli di Australia e Nuova Zelanda. L'Italia fra gli Stati europei pi attivi, con 63.777 cicli di fecon- dazione assistita nel 2011, dopo Francia (85.433), Ger- mania (67.596) e Spagna (66.120). Anche nei Paesi in via di sviluppo si ricorre sempre pi alla provetta per avere un beb: negli ultimi anni il numero dei cicli aument at o del 5-10% l'anno e questa crescita, sottolineano gli esperti, non mo- stra segni di ral- lentamento. Ogni anno, nel mondo, grazie alla fecondazione assistita nascono 350mila bambini, a fronte di 1,5 milioni di cicli di tratta- mento eseguiti. In Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Islanda, Norvegia, Slovenia e Svezia - dove c' una maggiore disponibilit di accesso a queste tecniche - pi del 3% dei neonati ormai concepito in provetta. Negli Stati Uniti i beb da procreazione medicalmente assistita, invece, sono al di sotto dell'1% delle nascite. Negli States ancora alto il numero di parti gemellari dovuti ai trattamenti, ben il 30%, di cui un 2,5% d alla luce 3 o pi gemelli. In Europa si passati dal 26,9% del 2000 al 19,4% nel 2011: le cifre riflettono la tendenza crescente a ridurre il numero di embrioni impiantati per trattamento. Nel 2011, infine, in Europa le percentuali di suc- cesso, cio di una gravidanza dopo trasferimento di em- brione, sono state del 33,2% dopo la fecondazione in vitro, del 31,6% dopo l'Icsi, del 23,4% dopo l'impianto di embrioni congelati e del 47,5% con donazione di ovo- citi. Il maggior numero di gra- vidanze si ot- t i e n e n e l l e d o n n e c o n me no di 35 anni, il maggior numero di trat- tamenti effet- tuato fra i 30 e i 39 anni. Nel mondo sono 5 milioni i figli della provetta Louise Brown prima nata in provetta con uno dei suoi figli e con Robert Edwards, il medico che lha fatta nascere 13 luglio-agosto 2014