II Natale sembra diventata la festa dei regali: addirittura qualcuno
pensa che il Natale non Natale se non ci sono regali ricevuti e fat- ti. C il grosso rischio di ridurre tutto il nostro impegno ai pacchettini da preparare, da consegnare e da aprire. Ma il "Natale dei regali" pu diventare unespressione della fede cri- stiana, un modo di vivere la gioia, lamicizia, la comunione e la fra- ternit. In fondo il Natale un segno dellamore infinito di Dio per-noi, un suo venire incontro a noi: un dono, un regalo, quindi, di Dio. Accogliere queste dono significa accogliere Dio stesso, la sua Paro- la, la sua Grazia, il suo Spirito, la sua Vita. Accogliere questo dono comporta per ciascuno di noi essere in sin- tonia, in comunione con Dio, vivere con il suo stesso stile. Significa guardare le persone, le cose, il mondo , il futuro, non come il frutto o il risultato di un cieco destino, o come un succedersi di avveni- menti senza senso. Tutti e tutto, in noi e attorno a noi, dono di Dio, un suo continuo regalo: il regalo di Dio che ti ha creato , che ti ama, che ti salva, che ti guida. un regalo che ti d fiducia, ti sostiene, ma che nello stesso tempo ti impegna, ti coinvolge. un regalo che ti porta a fare dono non tanto di alcune cose, ma di te stesso, del tuo amore, della tua amicizia, del tuo tempo, della tua disponibilit. un regalo che ti rende capace di fare della tua casa, della tua fa- miglia, una comunit di amore e di accoglienza, che ti porta a rispet- tare e ad accogliere la vita, a fare con onest il tuo lavoro o a dare la possibilit di lavoro in spirito di collaborazione e di comprensione. Allora non accontentarti di fare o di ricevere regali: vai al di l e sco- pri che chi ti fa un regalo o la persona a cui tu fai un regalo, vuole continuare ad essere un tuo amico, capisce il bene che tu gli vuoi, pronto a condividere le tue gioie e le tue sofferenze, ti riconoscen- te per quello che tu fai, disponibile allascolto e al perdono, con- tento di averti vicino. "Oggi nato per noi il Salvatore" questo il vero regalo di Natale: accoglilo anche tu con gioia, per fare festa! AUGURI! 2 calendario delle feste di Natale 25 DICEMBRE: FESTA DI NATALE A mezzanotte: S. Messa ore 8: S. Messa ore 10.30: S. Messa ore 14.30: Lode vespertina 26 DICEMBRE: FESTA DI S.STEFANO ore 10: S. Messa 29 DICEMBRE: FESTA DELLA FAMIGLIA DI NAZARETH ore 8: S. Messa ore 10.30: S. Messa 31 DICEMBRE 1985 ore 20: S. Messa di ringraziamento 1 GENNAIO 1986: FESTA DI MARIA, MADRE DI DIO GIORNATA DELLA PACE ore 8: S. Messa ore 10.30: S. Messa ore 15: Lode vespertina AL TERMINE, PRESSO IL SALONE DEL CENTRO, FACCIAMO LINCAN- TO DEI DONI DELLALBERO DI NATA- LE A FAVORE DELLA NOSTRA SCUO- LA MATERNA. 2 GENNAIO: FESTA DI S. DEFEDEN TE, PATRONO DELLA NOSTRA PARROCCHIA ore 20: S. Messa SI RACCOLGONO LE TRADIZIONALI OFFFERTE DEL FOCATICO, SIA DU- RANTE LA MESSA, CHE DURANTE LA GIORNATA. 5 GENNAIO: FESTA DELLA EPIFANIA ore 7. 30: S. Messa ore 10.30: S. Messa ore 15: lode vespertina 12 GENNAIO: FESTA DELLA SANTA INFANZIA ore 7.30: S. Messa ore 10: S. Messa ore 14.30: Celebrazione per i bambini e benedizione 3 la nascita Nellaria una trepida attesa del mister ch stato annunciato luman e il divin in mirabile intesa un Dio Bambino han generato. Nella notte dal magico incanto lAngelo annuncia: " nato il Signore! Pace a tutti nel Natale Santo dun Bimbo che nostro Salvatore. Il Dio che si fatto Bambino che si fatto dono damore nato per disegno Divino per rinnovar la vita e il cuore. Maria adora il Bambino che nel grembo aveva portato Giuseppe contempla il piccino che dal ciel gli stato affidato. Saffrettan alla culla ad adorare i pastori in umil preghiera semplici doni han da portare ma una fede stupita e sincera. La stella si fa luminosa ai Magi addita la via la strada men faticosa perch vedranno il Messia. Questo evento mirabile diverr progetto di vita, rinnovato per la storia dellumanit per coloro che lhanno accettato. Ancor oggi il Bambino cinvita a credere, a sperare ed amare ci propone uno stile di vita evangelico; pronto a lasciare violenze, egoismi e sopraffazioni per far spazio alla bont, allumilt e far s che in tutte le nazioni ci sia pace, lavoro e prosperit. preghiera di Natale Signore Ges ancora una volta Natale. Natale... le vacanze, i regali la tombolata, le cose di sempre. Eppure. Ges, il Natale non riesce a stancarmi. Tu sei qui, sei piccolo, sei povero. Come faccio a non gioire, davanti a Te io che sono piccolo, che sono povero? Signore Ges, ancora una volta Natale. Non ti stancare delle luci, delle vetrine, delle mangiate esagerate... Passa sopra queste cose e continua a nascere tra noi. Come faremmo altrimenti a essere lieti noi che slamo piccoli, noi che siamo poveri? E come farebbero anche i grandi se ogni anno non li sfiorasse il dubbio che meglio dare che ricevere? Signore Ges, grazie, perch ancora una volta Natale. 4 1 gennaio, giornata della pace una sola pace, nella fratellanza Il prossimo anno stato dichiarato dallO.N.U.: Anno della Pace; la celebrazio- ne della prossima Giornata Mondiale della Pace riveste dunque unimportanza tutta particolare. Come sempre in occasione di questa ricor- renza, il Papa ha inviato a tutto il mondo un prezioso messaggio pubblicato proprio in questi giorni. Traendo spunto dal fatto che la pace un valore che corrisponde alla speranza ed alle aspirazioni di tutte le. persone e di tutte le nazioni", Giovanni Paolo II sottolinea come essa sia "un valore senza frontiere". Contro coloro che ritengono che non sia possibile intervenire positivamente nei drammatici contrasti fra le nazioni, il Papa, innanzitutto, ripropone con forza la neces- sit di colmare al pi presto il divario esi- stente fra il Nord ed il Sud del nostro piane- ta e cio fra paesi ricchi e paesi poveri. In questo caso, una profonda solidariet fra gli stati potr contribuire a risolvere quelle situazioni di sottosviluppo "che restano una minaccia crescente per la pace mondiale". A contrapposizioni di natura economica ne esistono altre di carattere ideologico, lunico modo per risolvere le quali costituito dal continuo ricorso al dialogo. Il Papa usa parole molto belle a questo pro- posito dicendoci come il vero dialogo va ol- tre le ideologie" e come esso si instauri ad esempio quando "una cultura si arricchisce al contatto con unaltra oppure quando i gio- vani sono liberi di congiungere le loro forze per il futuro." "Il cammino del dialogo un cammino di scoperte che rende possibile sostituire le tensioni del passato con i vincoli della pace". Al di l di tutto, noi cristiani, illuminati dalla fede, sappiamo che il motivo profondo del persistere nel mondo di tante situazioni in- giuste, va innanzitutto ricercato nel cuore delluomo. Un cuore che pu essere radicalmente mu- tato solo dalla Grazia del Signore. Essa ci induce a divenire "sempre pi consapevoli delle situazioni che non sono in armonia col Vangelo, al fine di correggerle". E questo con la capacit di sperare anche contro ogni speranza, nella nostra corsa in- contro ad ogni uomo" lungo i sentieri della solidariet, del dialogo e della fratellanza universale". Sono i sentieri della pace. 5 G.A.M. una scelta non facile di Suor Amelia A Caversaccio, ogni primo mercoled del mese, si riunisce il Gruppo Missionario del- la nostra zona, formato dai rappresentanti dei seguenti paesi: Ronago, Uggiate, Val- morea, Rodero, Drezzo, Par, Cagno, Con- cagno, Solbiate, Albiolo, Civello, Maccio, Bizzarone, Olgiate. un incontro di formazione-azione, anima- to da P. Bruno: ogni volta si prega, si legge attentamente un brano di vangelo comuni- candoci le proprie riflessioni per viverlo; ci si informa delle iniziative a carattere Missio- nario realizzate nella propria comunit. In- somma, molto bello ed di grande aiuto per vivere cristianamente. Nellincontro di Novembre, stata proposta a tutte le parrocchie una INIZIATIVA PER NATALE a favore di una Missione dellAme- rica Latina. Il gruppo G.A.M di Ronago e Don Antonio, dopo averci pensato bene, hanno deciso di non aderire a questa pro- posta pur valida perch da alcuni mesi si sapeva che Suor Amelia era stata mandata, dai suoi superiori, ad iniziare una nuova Missione. Padre Giuseppe Ambrosoli, nella sua ultima visita a Ronago, ci aveva detto: "Non aiuta- te me, ma Suor Amelia che ha bisogno di tutto". Ecco perch la nostra iniziativa per Natale a favore di Suor Amelia. Ma prima vorrei far conoscere un piccola nuova Mis- sione visitata recentemente da Rodolfo Ghielmetti che tornato con tante notizie .e fotografie (Grazie!) Da alcuni mesi Suor Amelia con altre due consorelle ha lasciato lavviata Missione di Kakeliba per recarsi a 120 chilometri pi a Nord, in una Missione nuova in una localit che si chiama Amakuriat. La gente ancora Pokot. Sono pastori se- minomadi, si nutrono dei loro prodotti e da qualche tempo coltivano il granoturco. Vivono allaperto.. La sera, si ritirano in ca- panne cilindriche di foglie e fango dove dor- mono, uno vicino allaltro per scaldarsi. 6 Si giunge ad Amakuriat attraverso una lun- ga pista sconnessa: il letto dei veri torrenti asciutti ed un continuo saliscendi per vali- care pi di un centinaio di colline. Nella Missione ci sono: una scuoletta per i piccoli, un piccolo capannone che serve da falegnameria ed altri usi; due piccole costru- zioni: la casa per le suore e quella per il parroco; il mulino per macinare il granotur- co, quando la stagione lo permette; il pozzo e lorto realizzato dalle suore, che incomin- cia a dare i primi frutti. Una volta al mese le tre Missionarie percor- rono 140 chilometri per recarsi a trovare le altre consorelle, pregare insieme e... fare la spesa di ci che serve. Quando sono in Missione, escono nella steppa per incontrare la gente Pokot. Le suore infermiere distribuiscono le medi- cine, soprattutto ai bambini che sono quelli pi esposti alle malattie. Suor Amelia insegna igiene e cucito alle donne Pokot. Dice Rodolfo: "Sono uscito con lei, ci siano fermati in una radura, Suor Amelia, seduta per terra con un gruppi di donne ha passato alcune ore insegnando a cucire un sacchet- to per riporre la farina e lo zucchero. In questo modo, con questi semplici gesti, si prepara la strada alla conoscenza del vangelo. Natale: diamo un aiuto a Suor Amelia Noi del G.A.M. abbiamo sentito forte limpegno di sostenere Suor Amelia in questa nuova mis- sione, perch abbiamo capito che l, poich si incomincia da capo, ha proprio bisogno di tutto, dalle cose pi ovvie per la vita di ogni giorno: il cibo, gli arredi per la casa, lautomezzo per gli spostamenti, il materiale per il cucito, per la scuola, le medicine, i vaccini per i bambini.... Da soli non possiamo fare molto, allora esten- diamo linvito ad ogni abitante di Ronago e a tutti quelli che ci leggono: bambini, giovani, adulti. Vogliamo impegnarci in un dono di Natale, un dono super, perch fatto prima di tutto con amore, ma anche con sacrificio. E spiego il sa- crificio: fra tutti i nostri progetti per Natale e Ca- podanno, potremmo trovarne, se ci pensiamo bene, uno o pi non proprio necessari. Eliminia- moli e facciamo al loro posto il nostro dono di Natale per Suor Amelia. Che bello se ciascuno di noi potr dire, a se stesso prima di tutto: "Ho saputo, sono stato ca- pace di condividere con chi ha bisogno del ne- cessario!. E poi, scrivete a Suor Amelia: gli auguri, un salu- to. giusto dimostrale che siamo vicini! Ecco il suo indirizzo: Suor Amelia Ghielmetti Box 385 KAPENGURIA - KENIA 7 per la scuola materna lotteria Credo che a tutti sia nota la situazione della no- stra Scuola Materna: il bilancio che abbiamo pubblicato nellultimo numero ci ha messo da- vanti ad una realt non tanto simpatica. In questi mesi abbiamo avuto la solidariet di tante persone amiche che ci hanno dato una mano. Anche la lotteria che stiamo organizzan- do in questi giorni vuole essere unaltra occa- sione per recuperare qualche soldo in pi e far fronte alle diverse spese. Ringraziamo tutti quelli che hanno collaborato offrendo doni, vendendo e comperando biglietti, con la speranza che la situazione si normalizzi al pi presto. albero di Natale Anche questamo, in occasione del Natale, vi sar il tradizionale albero a favore della scuola materna. Chi volesse portare il proprio dono, lo pu con- segnare allasilo o presso la casa parrocchiale entro il 1 gennaio 1986, a mezzogiorno. Nel pomeriggio, dopo la lode vespertina, presso il centro parrocchiale ci sar lincanto dei doni, Laugurio che ci facciamo che vi sia veramen- te la partecipazione di tutti coloro che credono nella validit della nostra scuola materna, per continuare una bellissima tradizione che a vantaggio dei nostri bambini. la storia di Natala Giuseppe e Maria cercano casa Giuseppe e Maria, dopo tanto viaggiare sono giunti sul calare della sera in un grosso borgo. Nei loro occhi c la stanchezza del lungo viag- gio, ma anche la gioia del loro stare assieme ed una grande speranza che tutta racchiusa nel figlio che deve nascere e nel futuro di una vita da trascorrere unita dal loro volersi bene. Troveremo un posto per la notte?" chiede Ma- ria a Giuseppe. "Non ti preoccupare" risponde lui "mi sembra un luogo di gente per bene. Vedi, quante, luci lungo le strade! Quanti addobbi sui muri delle case! la notte di Natale quella che sta per venire, e tu sai che a Natale tutti sono buoni e generosi. Con questa certezza suona- 8 no alla prima porta. Dopo qualche attimo il bat- tente si apre e dietro ad esso compare una donna con un gran sorriso sul volto. Al vedere Giuseppe e Maria il sorriso scompa- re, Oh! Pensavo fossero i primi invitati!" e la delusione si muta in impazienza quando sente la richiesta dospitalit, timidamente fatta dai due forestieri. "No, non possibile. la notte di Natale ed abbiamo il cenone con tutti i nostri amici, la risposta secca che precede dun atti- mo il chiudersi deciso della porta. Lo smarrimento riempie lanimo di Maria; Giu- seppe la rincuora "Vedrai che alla prossima por- ta troveremo qualcuno pi ospitale!" Ma la prossima porta neppure si apre ed al loro insistere, accompagnato dallabbaiare di un cane, ecco schiudersi una finestra vicina, dalla quale una voce sentenzia: "Non c nessuno, sono andati in crociera nei mari del sud. Se vo- lete dormire andate allalbergo. La finestra si richiude e torna il silenzio. Qua e l persone fret- tolose entrano negli androni delle case accom- pagnate da pacchi variopinti, ma non una porta si apre per Giuseppe e Maria. Il cenone, gli amici, i regali, lalbero, il panettone e lo cham- pagne: sono tutte cose fanno il Natale, bello, fe- lice, grande, gioioso; il resto non conta. Laria sembra farsi pi pungente e le luci paiono quasi spegnersi. Allalbergo il posto ci sarebbe, ma i soldi per la camera no; e cos, seduti su di una panchina, stretti luno allaltra, Giuseppe e Maria danno sfogo alla loro amarezza. "Avevi detto che la notte di Natale!" inizia Ma- ria, "Natale non l nascita di Ges? Dopo mil- le e mille anni da quella notte di Betlemme, dopo tanto seminare amore e comprensione, perch tanto egoismo in questa gente?" "Non so cosa dirti," prosegue Giuseppe il cui pensiero era andato lontano, lontano, al luogo da cui, partirono "da noi non ci sono tutte que- ste luci e questi addobbi sfarzosi, ma Natale ancora il S. Natale. Non ci sono porte chiuse per chi ha bisogno e nessuno si sente solo per- ch ha laffetto di chi gli sta e gli passa accanto; cos la gente ha il cuore pieno di serenit e di gioia!". Mentre queste frasi corrono nellaria, ecco qual- cuno uscire dallombra ed avvinarsi a loro. Alto, cappotto non pi nuovo, sciarpa attorno al collo e mani in tasca per ripararsi dal freddo, quasi sbucato dal nulla, si siede accanto. Gli occhi sono vuoti ed il volto quasi non espri- me nulla; senza essere interrogato, inizia a par- lare, con voce fredda, ma con grande determi- nazione. Anche voi siete stati fregati dal Natale!" sono le prime, lapidarie parole. lo ho acquistato il pa- nettone xyz, perch dicevano -regalati un grande Natale con il panettone, xyz; ho preso lo spumante zzz, perch dicevano -per la fe- sta ci vuole zzz; mi sono procurato il pandoro "nnn, perch dicevano, -Da cento e pi anni nnn fa dolce il Natale-. Ho pensato a tutto: al- bero, regali, champagne, auguri agli amici par- tenti per le vacanze , ai fratelli andati sui campi da sci. Non li ho seguiti perch, nonostante tut- to, ho un grande vuoto dentro e la certezza di trovarmi, domani, con nulla nelle mani. Comun- que conclude - visto che siamo nella stessa barca, perch non venite a casa mia? Giuseppe e Maria si guardano; le tante parole udite, li hanno colti di sorpresa. Con fiducia, per, seguono lo strano tipo e sentono dentro che il Natale sta arrivando. La casa calda ed accogliente; le luci ad inter- mittenza di un abete addobbato a puntino non impediscono ad un insolito chiarore dentrare dalla finestra. Incuriosito il padrone di casa savvicina e lapre. Con meraviglia saccorge che una cometa si fermata sopra il suo tetto e lontano, fino alloriz- zonte, altre comete rischiarano la notte. Si volge di scatto verso i suoi ospiti, per comu- nicare loro la grande scoperta, ma li trova tran- quilli, convinti che. quanto sta accadendo non ha nulla di strano. "Vedi, dice Maria, " la notte di Natale, e tutte quelle stelle sono il vero Natale. Qui rappresen- tano lospitalit e premiano la tua generosit; al- trove ci sono altri come te, che hanno saputo scegliere ci che conta da sempre in queste oc- casioni: il volersi bene, lessere disponibili verso gli altri. Una grande serenit riempie quelluomo e la gioia del vero Natale lo fa rinascere. 9 invito del Vescovo religione e scuola Il recente Concordato tra la S. Sede e lItalia ha garantito la facolt agli stu- denti e alle loro famiglie di scegliere, allatto delliscrizione scolastica, se av- valersi o meno dellInsegnamento del- la Religione nelle Scuole Statali. Gi fino dal prossimo mese di gen- naio gli studenti che sono tenuti alle pre-iscrizioni e, successivamente, tutti gli altri studenti, insieme alle rispettive famiglie, dovranno prendere questa decisione. Vogliamo perci riflettere, in questa giornata, sul dovere di una scelta matura e responsabile sia come credenti, sia come cittadini, che esercitano un diritto garantito dallo Stato. I motivi dellInsegnamento Religioso nelle scuole rientrano nella sollecitudi- ne pastorale della Chiesa, che vuole promuovere e assicurare unautentica e integrale formazione delle nuove generazioni. Lo Stato, da parte sua riconosce ii valore della cultura religiosa. La Chie- sa non vuole, quindi, rivendicare privi- legi o tanto meno allargare sfere dinfluenza, ma concorrere ad un ser- vizio educativo. Occorre renderci consapevoli che: la religiosit parte fondamentale della personalit umana e componen- te indispensabile per una sua matura- zione; la nostra cultura occidentale, in modo speciale quella italiana, sareb- be inspiegabile senza lapporto del Cristianesimo, Pur nella presenza di altre voci, essa resta ancora, nelle no- stre popolazioni, una sorgente prezio- sa di vitalit per la costruzione della societ del futuro e per la formazione di mature personalit. doverosa. quindi una seria rifles- sione da parte di quanti sono coinvolti nellesercizio di una scelta responsa- bile: i genitori, investiti, per missione di- vina, delle responsabilit educative nei confronti dei figli; - i ragazzi e i giovani, che attraverso una applicazione seria e sistematica, preparano il loro futuro; - gli insegnanti, di qualsiasi materia, desiderosi di partecipare alla forma- zione integrale delle nuove generazio- ni. Attraverso la scelta dellInsegnamen- to Religioso, i ragazzi e i giovani, an- che quelli che si ritengono non cre- denti o indifferenti, possono trovare uno strumento valido ed efficace per la loro maturazione umana. Mi rivolgo pertanto a voi studenti di ogni tipo di scuola: pur riconoscendo che leducazione alla fede deve avva- lersi di altri ambienti educativi (parroc- chie, gruppi, movimenti) lInsegna- mento Religioso nelle scuole permette di generare un sereno e vivace con- fronto tra il cristianesimo e la cultura contemporanea, con le problematiche tipiche dellet evolutiva, con ii deside- rio non mai soffocato, anche se a vol- te inespresso, di cercare Dio dentro la storia e la vita delluomo. LInsegna- mento Religioso sar per voi una oc- casione di crescita nella conoscenza degli altri, di ricerca della verit, nel ri - spetto di tutti, anche di quanti non possono credere. A voi, genitori, ed educatori, ricor- do le gravi responsabilit di cui siete investiti, il futuro dei vostri figli, la for- mazione della loro coscienza, vi obbli- ga a non lasciare nulla di intentato per assicurare tutti gli interventi necessari alla maturazione di personalit libere, coerenti intorno a valori eterni ed irri- nunciabili, pena il decadimento delta stessa civilt. Linsegnamento Religioso nelle scuole di ogni ordine e grado veicolo preci- so di educazione ai valori e strumento sicuro di crescita umana e cristiana per i vostri figli. Non permettete che possibili tentazioni di disimpegno a cui facilmente a volte i giovani possono aderire, prevalgano a scapito di una educazione sistematica, indispensabi- le e preziosa, anche se impegnativa e coinvolgente. A voi docenti! di ogni disciplina, nel- le diverse scuole, raccomando una cordiale e sistematica collaborazione con gli insegnanti di religione. Soste- nuti dallapporto specifico della vostra disciplina e confortati dal vostro inse- gnamento, essi potranno illuminare la comune ricerca della verit sostenen- dola con la luce della fede e della tra- dizione ecclesiale. Agli insegnanti di religione chiedo una preparazione teologica, pedago- gica, e metodologica sempre pi qua- lificata. Mi auguro che questo mio appello ri- volto oggi alle comunit cristiane e alla coscienza dei singoli, secondo le proprie responsabilit, sia accolto cos come stato concepito: quale espres- sione della mia sollecitudine pastorale per i ragazzi e i giovani. Essi sono il futuro delta nostra Italia, la speranza della-Chiesa: perch lo siano vera- mente essi hanno diritto ad una for- mazione umana e cristiana adeguata alla loro sensibilit ed alle esigenze dei tempi. Non lasciamo nulla di intentato per corrispondere pienamente alla loro crescita, sicuri che il bene seminato porter molto frutto. Vi benedico di cuore. Teresio Ferraroni - Vescovo 10 per tutta la comunit il seminario un problema di urgente attualit e di interesse A quanti di noi interessa il Seminario come "problema urgente ed attuale"? Non parlo della raccolta di soldi perch non questo il proble- ma cui accenna il Vescovo, e daltronde Rona- go ha sempre dato e con generosit; non sono i soldi che fanno il problema Seminario. Il Vescovo dice che "il Seminario lopera pi importante di una Chiesa locale" e che "fiorisce a misura che la comunit credente". Ora sap- piamo benissimo che la fioritura non abbon- dante, che anzi il Seminario Minore ha corso il rischio di una chiusura per mancanza di alunni. "Non vero - dice con forza il Vescovo - che il Signore non chiama sin da ragazzi: vero piut- tosto che la poca fede di noi adulti non avverte questa voce; vero che i nostri messaggi di adulti soffocano la voce del Signore; vero che noi adulti con la nostra poca fede dissuadiamo i chiamati". Sono parole forti, e sono rivolte a me e a voi. Ci rendiamo conto che questo delle vocazioni un problema nostro, non degli altri? Cosa hai detto a tuo figlio quando hai capito che forse il Signore guardava lui? Forse hai avuto paura? Cosa gli hai risposto quando ti ha detto che gli sarebbe piaciuto en- trare in Seminario? Hai rimandato perch fosse una cosa pi sicura... Bene! Ma poi, quando gli passata la voglia, ti sei chiesto perch? E se Dio aveva veramente deposto un seme nella tua famiglia, nel cuore di tuo figlio, ti sei chiesto perch il germoglio bruciato prima di svilup- parsi? "Chiedo alle famiglie cristiane - continua il Ve- scovo - e ai sacerdoti una particolare attenzione a quei semi di Dio: che nessun seme vada per- duto per nostra incuria, o calpestato da una no- stra grossolanit; sarebbe una grossa colpa da- vanti a Dio e alla Chiesa". in atto una ristrutturazione del nostro semi- nario: per motivi economici si pensato, di uni- re i due Seminar! nella unica struttura di Mug- gi. Le due comunit saranno separate anche se presenti nello stesso edificio. uno sforzo economico gravissimo che stato affrontato vendendo talune propriet della Dio- cesi. C il problema dellutilizzo del Seminario di via Battisti e si stanno pensando progetti oppor- tuni. Per questo riteniamo giusto riportare e sottoli- neare le parole del nostro Vescovo: "Occorre aiutare i nostri Seminari, non credo di sbagliare dicendo che la prima carit della nostra Diocesi deve essere fatta per il suo Seminario. Chiedo a tutta la nostra Chiesa di rispondere con una straordinaria generosit, questanno, al mio appello". 11 la paura di guardarsi dentro.. Felice G. Tre fatti, forse semplici, che interessa- no la nostra comunit parrocchiale, in particolare i giovani. Tre risposte, univoche, per quanto con- cerne la presenza. I fatti: un recital, un ritiro spirituale, la ca- techesi giovanile. La presenza: una quarantina, tre, una quindicina. Mi sembra una realt quanto meno de- ludente. Tre appuntamenti che volevano aiutare a riflettere, a guardarsi dentro, a fermarsi un attimo, tirandosi fuori dal caos giornaliero, per fare il punto di una realt importante, la nostra vita alla luce di un dono, la Fede, che scelta re- sponsabili (ma fino a che punto?!?) per il nostro calmino. Forse ai pi queste occasioni, fra laltro preziose anche perch non improvvisate ma organizzate con seriet ed impegno, possono sembrare "tempo perso" ma, mi chiede, com possibile la fedelt ad un progetto se ogni tanto non se ne veri- fica la concordanza con la costruzione in corso? Ve limmaginate un cantiere edile dove il capomastro, data unocchiata allinizio dei lavori ai disegni, parte con la costru- zione senza pi degnarli di uno sguar- do? Non metto in dubbio che la "casa regga, ma quanto sar fedele al proget- to iniziale? Penso che un simile discorso valga an- che per il nostro cammino di fede. II fat- to che s preziosi appuntamenti vengano "traditi dipende solo da una presunta mancata educazione (per cui alla sola parola c un aprioristico rifiuto) o piutto- sto dalla paura di guardarsi dentro, di verificarsi ed eventualmente impegnarsi nella correzione del tiro? Appuntamenti simili non sono finiti, ce ne saranno ancora e numerosi; ignorarli forse significa anche che la nostra Fede presente nella nostra vita come una delle tante cose di colore" che giornal- mente ci sfiorano e superano scivolando sulla nostra epidermide senza lasciare alcuna traccia. Che lo Spirito Santo ci apra gli occhi ed il cuore. 12 notizia dalloratorio operazione Natale 1985 Eccoci qua, fedeli allappuntamento con le pagine di Ronago 85. Vi ricordate lappello che era stato lan- ciato come un S.O.S. sullultimo giornali- no? Era un invito a partecipare alloratorio in- vernale dopo la bellissima esperienza del GREST. E cos con nostra piena soddisfazione, possiamo dire che linvito non passato inosservato. Infatti da alcune domeniche ci ritroviamo in tanti per passare in allegria e amicizia il pomeriggio domenicale. Lesperienza di queste domeniche a dir poco entusiasmante e grazie alla par- tecipazione dei ragazzi e allimpegno di qualche giovane siamo riusciti ad orga- nizzare in modo soddisfacente. Infatti alle 14,30 ci raduniamo sempre in chiesa per iniziare con Ges il nostro pomeriggio. Poi ci ritroviamo per giocare suddivisi in gruppi che svolgono diverse attivit in modo che ogni ragazzo ha potuto inserirsi nel gruppo a seconda della sua preferenza nei confronti di questa o quella attivit. La scelta era varia, ma comunque tutto finalizzato in funzione della grande fe- sta del 22 dicembre che concluder lOperazione Natale. Una festa che ogni ragazzo avr torte e pasticcini, ecc. Noi ringraziamo questi genitori e speria- mo sempre di ritrovarli con noi a gio- care, lavorare e inventare con i loro fi- gli. Sarebbe veramente un grosso successo e un contributo importante per i ragazzi che si vedranno cos circondati non solo da giovani, ma anche da adulti che partecipano alla loro esperienza contri- buito a realizzare, creando appunto qualche cosa per la sua riuscita. Ogni gruppo cos prepara qualcosa per la festa: che alcune scenette da recitare, chi uno stupendo presepe da ammirare, altri ancora biglietti augurali da donare, altri poi canti da ascoltare ed altri ancora addobbi per adornare e rallegrare la fe- sta. Tutto questo molto importante perch cos ogni ragazzo oltre a divertirsi si sente partecipe di ci che si intende fare e organizzare. E i risultati si vedono: ogni domenica c molta allegria e soddisfazione da parte dei ragazzi che concludono la loro do- menica con una veloce merenda, resa possibile dalla generosit dei loro genito- ri che ogni domenica ci inviano. lequipe delloratorio 13 nel ricordo di un giovane cristiano Servo di Dio Pier Giorgio Frassati Torino 6 aprile 1901-4 luglio 1925 A conclusione di questanno della Giovent, ri- flettevo sullo splendido esempio offertomi da un giovane che, dopo tanti anni, pu ancora susci- tare tanto entusiasmo in coloro che ne fanno uno dei modelli per la propria esistenza. Ne sono nate queste parole che ora propongo a voi. Alcuni giorni fa riflettevo su ci che mi attende passata questa vita terrena e ben presto, alla mia attenzione, si present limmagine di quel giovane che un giorno, con i miei stessi interro- gativi , ebbe la fortuna di incontrare Ges e di implorare da lui una risposta. "Maestro buono, cosa debbo fare per ereditare la Vita Eterna?" Ecco, la Vita Eterna; possiamo soltanto debol- mente intuire in che cosa consista. Ci succede un po ci che accade ad una madre che, pur sentendo il proprio piccolo nel grembo, pu sol- tanto immaginare quel volto che gli si mostrer soltanto dopo i lunghi dolori del parto. I vangeli ci dicono che si trattava di un giovane ricco; ma ricco innanzitutto per quella giovinez- za che lo ha mosso nel porre al Signore una domanda cos profonda. Lo comprendiamo ap- pieno il significato di questa parola? Giovinezza come sinonimo di gioia e di luce. Gioia per una vita che, pur tra mille difficolt, ha pi forza che mai per affermare la sua volont di vittoria su ci che gli s oppone. E quante cose potrei inserire in questo ambito se non mi fermasse la paura di rovinare una festa. Quante cose potrei dire sul modo col quale ciascuno di noi ricambia linestimabile dono della giovent. Ma a che varrebbe? Oggi mi sento soltanto di cantare a me stesso ed agli altri la Gioia e la Vita soltanto. La gioia di vivere. Una gioia cos luminosa in un giovane cristiano che ebbe da Dio il grande dono di vedere in Lui concludersi la propria vita, nel suo momento pi bello. Moriva infatti, appena ventiquattrenne, ses- santanni fa. Parlo di Pier Giorgio Frassati. Nato da una delle famiglie pi ricche ed illustri della Torino di allora, rinunci ben presto agli agi che la sua posizione gli consentiva per con- sacrarsi, nel segreto, al servizio dei poveri e de- gli abbandonati. Questo nel modo pi umile, e senza trascurare i doveri che gli provenivano dai legami familiari e dalla sua condizione di studente dingegneria. Un giovane che allamo- re per i lontani un laffetto profondo per i vicini. Per quelli di casa innanzitutto, e per gli amici tutti che con lui condividevano laffascinante passione per la montagna. Ma la sua carit era innanzitutto rivolta a Dio. Bastino ricordare lassiduo accostamento alla comunione ed alla confessione, e le frequenti adorazioni notturne, dinnanzi al Santissimo Sa- cramento. Verrebbe quasi naturale pensare ad unanima consacrata, ed invece fu un semplice giovane laico, come ce ne furono e come ce ne sono tanti, ma con una propria carica interiore che lo contraddistingue da tutti. Un giovane lai- co: ecco ci che pi mi affascina, assieme a quella straripante voglia di vivere che lo accom- pagner fino allultimo dei suoi giorni, arrestati, in modo improvviso, da un fulmineo attacco di poliomielite. La gioia, condivisa con tutti fu uno splendido messaggio lasciatoci da una vita in continua ri- cerca della vera felicit. "La vera felicit, o giovani, non consiste nei pia- ceri" del mondo e nelle cose terrene, ma nella pace della coscienza la quale, si ha soltanto se noi siamo puri di cuore e di mente". Ecco chi fu Pier Giorgio Frassati: un giovane che visse in modo straordinariamente sponta- neo la propria fede. Voglia Dio che sia presto glorificato. Voglia Dio che ciascuno di noi, pos- sa dire un giorno: "Per me vivere Cristo e mo- rire un guadagno". Un continuo rifiorire in Cristo: ecco la Vita Eterna! 14 essere cristiani oggi Maurizio R. Negli ultimi tempi sono stati dati alle stampe di- versi volumi che hanno lo scopo di analizzare il rapporto tra mondo cattolico e societ italiana nel suo complesso. Scorrendo alcune recensioni, nellattesa di tro- vare fondi e tempo per poterli leggere compiu- tamente, ho potuto gi operare talune riflessio- ni. C innanzitutto la comune convinzione della eterogeneit delluniverso cattolico, con le sue sfumature la sua pluralit di esperienze; c la consapevolezza del contributo fondamentale dato dalla presenza dei cattolici nel far crescere il paese in termini di libert e di giustizia socia- le. C, infine, una riflessione profonda sul rapporto tra etica cristiana e soggettivit. RELIGIONE E RELIGIOSIT Credo che, nonostante lobiettiva "laicizzazione" della societ italiana, il rapporto tra credenti e non credenti non si sia deteriorato e che anacro- nistiche barriere ideologiche non possano pi ri- nascere: il Paese maturato sotto questo profi- lo e molti valori cristiani sono stati fatti propri dallintera comunit nazionale. La stessa atten- zione costantemente rivolta dalla chiesa italiana ai fenomeni di degenerazione sociale (terrori- smo, mafia, camorra, droga) un segno tangi- bile del rapporto fecondo con le istituzioni ed stata:capace di aggregare forze di diverso orientamento culturale. Da dove nasce allora la crisi di presenze nelle chiese? Come si crea quella "distanza" fra etica cristiana e comportamenti individuali? Credo abbia ragione il sociologo cattolico De Rita quando afferma, nel suo recente libro "Chiesa e Societ italiana" che "la crescita del- la soggettivit ha portato ad un rovesciamento del rapporto tra norma ed individuo: ad essa non ci si conforma pi e la norma ritenuta va- lida solo se sentita". Lesempio pi evidente, dice ancora De Rita, sono i giovani che "non fanno pi la confessio- ne, ma si guardano dentro". Nel privato, insomma, luomo (e quindi anche il cattolico) non avverte pi certezze oggettive, ma la lacerazione delle coscienze, ognuna delle quali decide sulla bont o meno di un determi- nato comportamento: il labile confine tra bene e male insomma ce lo vogliamo giocare in pro- prio. A me pare che ci sia in parte il portato di una societ tecnologicamente avanzata, nella quale limportante competere, produrre, investire, non sprecare tempo, rincorrere il mito delleffi- cienza. La tentazione forte quella di crederci autosuf- ficienti e di eliminare quelle proposte di vita come il Cristianesimo che sono difficilmente in- seribili negli schemi di vita moderni. MA LUOMO DOV Questo tipo di societ porta per con s inevita- bili domande religiose: lo sviluppo; sar infinito? Quali costi sociali comporta? Conta ancora luomo? Non moriremo di eccessiva razionalit? Mi pare che siano domande che credenti e no si pongano frequentemente, che "gli uomini di buona volont" ai quali il Concilio, si indirizzava siano impegnati a riflettere. Non la solita polemica ingenuamente antica- pitalistica, ma la preoccupazione che la cultura di tipo contadino, fatta di riti, di momenti comu- nitari di solidariet (che una forma di impegno religioso) sia ormai tramontata, portandosi via anche certi valori fondamentali. Penso comunque che se oggi la religione non pi vissuta in termini tradizionali, ha per lascia- to il posto a sentimenti di religiosit profonda. un terreno nuovo e sta a noi, Chiesa, coglier- ne tutti gli aspetti e valorizzarli perch non pos- siamo manifestare indifferenza e rifiutarci di "scrutare i segni dei tempi". Con la speranza che tra la Babele dei linguaggi moderni, riusciamo ancora a capire la Parola che parla al cuore delluomo. 15 bilancio 1985 e preventivo 1986 sar... approvato? di Giuseppe G. Encicliche, conferenze, libri sacri, lettere pastorali, incontri, preghiere, testimonianze concrete, predicazione (!) .... nulla sembra possa trasformare, mutare lateo, lagnosti- co, lapatico in possibile credente ed il credente superficiale, pigro, in un fiero gagliar- do e valoroso cristiano. A fine anno si rincorrono, incalzano i tradizionali bilanci: il nostro, date queste pre- messe, pu definirsi deludente? Vediamo. "Allora il Re dir: "venite benedetti dal Padre mio, perch io ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui senza tetto e mi accoglieste, fui malato e mi visitaste, in prigione e veniste da me". Od ancora, aggiungiamo, sfrattato, senza lavo- ro, disprezzato perch ultimo della "scala sociale"...e mi avete amato. E noi, perplessi per non averlo proprio conosciuto durante la nostra vita, chiederemo: "Quando mai, Signore, ti vedemmo soffrire fame, sete, freddo? Quando mai ti abbia- mo conosciuto perseguitato, imprigionato, disoccupato, sfrattato, deriso?" Il Re-Giudi- ce ci risponder: "Ecco, benedetti, io ero e sono tutti coloro che avete sfamato, disse- tato, ospitato, soccorso, istruito, rivestito, protetto, aiutato...". Parole precise, senza possibilit di mistificazioni o di inganni. Il Re-Giudice universale nel rendiconto della nostra vita non chieder a quante Messe, a quante Processioni avremo partecipato, n quante prediche ascoltate e nemmeno se e quanto abbiamo "creduto"! Non ci chieder se siamo stati Monaci o Suore, Preti o Vescovi, dottori od "onorevoli", eroi o campioni, intellettuali, o geni...; vorr soltanto conoscere e vedere se abbiamo amato concretamente coloro che spiritualmente, moralmente, fisicamente, soffrivano. Ed ecco che il nostro bilancio pu divenire sostanzialmente, concretamente, efficace- mente attivo. Oltre che per generosit personale, discreta, anonima, silenziosa, noi siamo inconfu- tabilmente buoni "samaritani" (levangelico samaritano ha dato ad altri la possibilit, lopportunit di curare laggredito) anche perch generosamente, fedelmente perse- veranti, doniamo, soccorriamo, amiamo e partecipiamo collettivamente, comunitaria- mente. Come, dove, quando? Noi doniamo alla Missioni (per le quali stiamo assumendo addirittura unimpegno sen- za precedenti), noi doniamo al Seminario, ad Istituti di Assistenza ad orfanotrofi, a case di riposo, ad ospedali, allUniversit Cattolica, alla Croce Rossa, a vittime di ca- tastrofi, di persecuzioni, di calamit dogni genere, a popoli oppressi, a famiglie biso- gnose, al "terzo mondo" alla stampa "cattolica", allobolo di S. Pietro, alla nostra chie- sa, allAsilo, per i "canestri, per il focatico, per la "pesca" e persino per le anime.... del Purgatorio, per quelle dei nostri morti, per i Santi e per la .... Madonna!!!! Questo non pu essere altro che un grande bilancio perch questo amare il prossi- mo, perch tutto questo quanto potr incontestabilmente prevalere sui piatti della Bilancia Divina nei confronti di nostri certi atteggiamenti o comportamenti deprecabili o vili che siano. Tutto questo sar premiato nonostante molti di noi non vedano nel prete o non si vo- glia vedere, quello che si afferma sia n si riceva o non si voglia ricevere quello si dice che dia: nonostante non si veda nel Vescovo, o non si voglia vedere, quello che n si comprenda quello che da lui riceviamo n quello che si dice dia: nonostante si veda il Papa o lo si accetti comunemente pi che altro come figura umanamente sim- patica, affabile, colta. Nonostante si ignorino o non si comprendano la valanga, la so- vrabbondanza di documenti, di relazioni, di indirizzi, di inviti, di raccomandazioni, di suggerimenti, di conclusioni... di simposi, di seminari, di congressi, di incontri, ecc. ecc..... noi siamo tra i benedetti, tra i privilegiati del Padre. vero: ci sono le strade della perfezione cristiana cos come ci sono coloro (tanti!) che le percorrono (anche della nostra comunit); strade evangeliche, percorsi eroici, perch di donazione totale a Dio e al prossimo; percorsi realizzabili solamente in una Unit ideale totale, ma altrettanto vero che non tutti abbiamo gli stessi talenti. La corsa di San Paolo fuori dalle nostre capacit... competitive! 16 Per noi, semmai, si tratta di non fermarci, di non arrenderci, di non abbandonare la nostra strada altrimenti sarebbe, per noi, la resa, la sconfitta, la condanna e per altri sofferenze ed abbandono ancora pi gravi ad insopportabili..... Questo, sommariamente, il nostro bilancio, ma anche il preventivo dell86. Se tutte ci dovesse essere smentito, sconfessato, misconosciuto dai "competenti, allora la nostra vita non sappiamo proprio cosa sia n a cosa serva.... Possibile? Ogni risposta, un premio Ronago 86 - quiz ogni premio, tuia.... benedizione, un grazie! Giuseppe G. Il vivere di questi ultimi decenni ci ha imposto aspetti e situazioni di vita tali da dover sconvolgere ed abbattere quanto acquisito e tramandato nel corso dei secoli. Tecnologia, scienza, pensiero rivoluzioni sociali e culturali, lotte sindacali, ritmi di lavo- ro, arrivismo, disoccupazione, terrorismo, corruzione, droga, antagonismi internazio- nali al limite della catastrofe totale .... un succedersi inarrestabile, preoccupante; an- gosciante di trasformazioni, alterazioni, mutamenti imprevedibili, inimmaginabili, inelut- tabili.... eppure.... Eppure, in mezzo a tanto sconvolgimento, fermo, dissociato, separato, quasi estra- neo, rimasto il predicare! Noi ci addentriamo, trascinati nel futuro, vacillanti, perplessi turbati, rassegnati.... la predicazione non cammina.... I due di Emmaus, forse, oggi non riceverebbero la Gioia dellinterlocutore persuasivo, efficace, rassicurante, mentre si fa buio.... Perch? ... e gli anni passano... si cantava qualche decennio fa. Infatti, di anni, ne sono transitati a milioni sulla terra, affermano gli studiosi, gli scien- ziati. Al confronto, quindi quelli della nostra vita diventano veramente, e spesso anche malinconicamente, un breve week-end! San Paolo si esaltava, comunque, anche perch viveva la certezza che il Premio Eter- no sarebbe stato immensamente superiore ai rari meriti acquisiti in s pur breve vita. Ma purtroppo esiste, per nulla esaltante, anche unaltra realt, contemporaneamente ed in contrapposizione al Premio: minacciosa, terribile, irreversibile, una condanna atrocemente eterna! Uneternit di dolore anche per i pochi anni di vita, sconsiderata. malvagia e sciagurata che dir si voglia ma pure vissuta nelle sofferenze, nelle ango- sce, nelle debolezze insite in natura tanto fragile qual la nostra.... Il Re-Giudice, immensamente generoso nel Premio, user dunque la stessa immensa misura anche nella condanna? Sommessamente... molto sommessamente mi sovvenuto, quando da Ginevra parti- vano chilometri di parole in occasione del vertice "G&R", una trascurata o dimenticata frase di sole sette parole. Sette semplici parole ma che hanno solcato secoli per fissarsi nelleternit. Sette paro- le che hanno fatto e fanno giganteggiare i "deboli", da S. Francesco a Suor Teresa .... Sette semplici parole vincenti: "Senza di me non potete fare nulla"!... Sar cos anche per i... "grandi"? Lignoranza biblica dei cattolici una delle cause / della debolezza di fronte allaggres- sivit dellerrore ha detto il Cardinale Biffi. Come possiamo concordare fraternamente con lui nel suo rammarico, cos altrettanto fraternamente, non dobbiamo tacere la constatazione che colpe ed errori della nostra vita cristiana inevitabilmente, fatalmente, poco fraternamente vengono a cadere su di noi laici. Quando ero ragazzo, poi giovane, poi adulto, proprio le autorit ecclesiastiche impedi- vano, dissuadevano o vietavano la lettura della Bibbia, si opponevano acch entrasse nelle nostre case cristiane, ostacolandone la pubblicazione e la diffusione.... Oggi, la colpa dellignoranza biblica ancora nostra. Perch? 17 i lavori in chiesa il punto - Da pi di un mese hanno preso il via i vari in- terventi previsti per "rinnovare" la nostra chiesa. Abbiamo iniziato con il sistemare il tetto del co- retto che presentava diverse infiltrazioni dacqua. Siamo quindi passati a bonificare linterno in vista di una ripulitura dei dipinti agli intonaci. Sono stati rifatti diversi punti che erano rovinati dallumidit o intaccati dallacqua. Ci siamo trovati di fronte al problema dellimpianto elettrico che ormai non dava pi garanzia di sicurezza; per questo abbiamo deci- so di rifarlo completamente. Nello stesso tempo abbiamo sostituito le varie lampade, studiando un nuovo sistema di illuminazione. Si poi presentata la necessit di ristrutturare il locale della caldaia per il riscaldamento della chiesa e del Centro Parrocchiale. Anche in que- sto caso ci sono stati degli imprevisti che hanno richiesto una notevole quantit di lavoro. Ora pensiamo che tutto sia in ordine e secondo le norma dei Vigili del fuoco. Per Natale doveva essere inaugurato il portale nuovo e la definitiva sistemazione della canto- ria, ma purtroppo la ditta a cui ci eravamo affi- dati non ha mantenuto le scadenze. Speriamo che almeno per Pasqua anche que- sto lavoro vada in porto. Dopo le feste verranno piazzati i ponteggi sui dipinti e sugli intonaci. Non una cosa molto semplice: dopo tante discussioni e proposte, abbiamo deciso di iniziare il lavoro attorno alle due cappelle della Madonna e di S. Giuseppe per poi passare alla navata centrale. Rimane aperto il problema del presbiterio e del- la tela di S. Vittore. Ma a questo proposito sono ancora in corso di studio diversi progetti. Ci sarebbe anche la proposta "banchi nuovi" ma per ora ci limitiamo a dire che arriveranno presto, poi per il resto si vedr... Da quello che stato presentato, tutti possono rendersi conto che il lavoro non manca e le spese aumentano. Soldi per finanziare questi lavori ne abbiamo un po; quello che manca siamo convinti che ada- gio adagio arriver, grazie alla generosit ed alla collaborazione di tutti i Ronaghesi. .dalla biblioteca Qualcuno, non sentendo parlare della Biblioteca Comunale da alcuni mesi e scoprendo poi sui car- telloni e volantini sparsi un po dappertutto lannuncio di un "BANCO VENDITA DEL LIBRI", avr pensato ad una svendita di libri usati, preve- dendo una definitiva chiusura della Biblioteca. Niente di pi lontano dalla verit! La nostra stata una iniziativa, chiamiamola Natalizia, per andare incontro a coloro che, riconoscendo lutilit di re- galare un libro o volendone acquistare uno per s, non volessero allontanarsi di molto per trovarlo, nuovissimo e per di pi scontato! Ringraziamo tutti coloro che hanno appoggiato questa nostra iniziativa e promettiamo fin dora che faremo il possibile per ripetere lesperienza, a nostro giudizio positiva, anche per il prossimo anno. La Biblioteca attualmente in attesa della nuova sede e, al momento attuale, non sappiamo ancora quando potr riaprire. A tutti coloro che sono in possesso di nostri libri, chiediamo la cortesia di continuare ad averne cura. Se qualcuno comunque volesse restituirli, lincari- cata sar a loro disposizione presso il Municipio il giorno MERCOLED 8 GENNAIO 1986 dalle ore 15,30 alle ore 17,30 Grazie e BUON NATALE A TUTTI! 18 in dono a tutte le famiglie un aiuto per saperne di pi Di fronte al fenomeno della diffusione dei Testimo- ni di Geova, facilmente ci si pone, da parte cattoli- ca, in un atteggiamento di infastidita sufficienza. La prima impressione, il fastidio della loro petu- lanza nel passare di porta in porta. Ma alla fine ci si rassicura, poich si tratta di un movimento che non potr mai seriamente influire sulla massa, dato il suo spirito chiara-lente ghettizzante. Non arriva poi ad impensierire eccessivamente a causa dellinconsistente base scientifica della sua lettura biblica e della visione antropologica e co- smologica. Restano tuttavia degli interrogativi di fondo che non possono lasciarci tranquilli. Perch va na- scendo in quasi, tutte le nostre citt qualche nu- cleo dei T d G? Una delle risposte pi comuni che i nostri cristiani mancano di una sufficiente istruzione religiosa, per cui non sono in grado di valutare gli errori dei TdG e restano incapaci di ri- spondere alle loro affermazioni. Vi per unaltra ragione: in realt quello che in- curiosisce prima e potrebbe attirare e conquistare poi non sono tanto le entusiasmanti verit bibliche o teologiche, ma piuttosto la sorpresa di scoprire un gruppo di persone legale saldamente fra loro su basi religiose. Ecco allora lo stimolo che ci viene da questi fratel- li: le nostre sono vere comunit affettivamente unificanti? I TdG sono un movimento sbagliato dottrinalmen- te e per questo hanno tutto sommato poca presa; ma ne hanno quel tanto che basta per farci riflet- tere sullurgenza di ridare il senso di famiglia" alle nostre comunit parrocchiali. Nulla ci pu dispensare dal far nascere, crescere e continuamente rivitalizzare il "senso di famiglia tra i parrocchiani. Certamente la risposta pi vali- da che si potrebbe dare al T d G che bussa alla porta dovrebbe essere questa: "Vieni nella mia comunit parrocchiale e vedrai da te la bellezza e la gioia di incarnare il Vangelo nella maniera giu- sta." Quanti potrebbero oggi fare questa proposta? il mio presepio ritagliare INVITO PERSONAL A DON ANTONIO: TI ASPETTO A VISITARE. IL MIO PRESEPIO MI CHIAMO ....................................... ABITO in VIA ..................................... "Anchio ho fatto il presepio! Vieni a vederlo?" un dialogo che mi piacerebbe fare con tutti i ragazzi di Ronago anche questanno. Non im- porta se piccolo o grande, verr a vederlo nelle vacanze di Natale insieme a un gruppo di altri ragazzi e ti lascer un ricordo per ricompensarti della fatica e della buona volont che hai dimo- strato. Allora aspetto il tuo invito! Ciao. 19