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Natale, un regalo

II Natale sembra diventata la festa dei regali: addirittura qualcuno


pensa che il Natale non Natale se non ci sono regali ricevuti e fat-
ti. C il grosso rischio di ridurre tutto il nostro impegno ai pacchettini
da preparare, da consegnare e da aprire.
Ma il "Natale dei regali" pu diventare unespressione della fede cri-
stiana, un modo di vivere la gioia, lamicizia, la comunione e la fra-
ternit.
In fondo il Natale un segno dellamore infinito di Dio per-noi, un
suo venire incontro a noi: un dono, un regalo, quindi, di Dio.
Accogliere queste dono significa accogliere Dio stesso, la sua Paro-
la, la sua Grazia, il suo Spirito, la sua Vita.
Accogliere questo dono comporta per ciascuno di noi essere in sin-
tonia, in comunione con Dio, vivere con il suo stesso stile. Significa
guardare le persone, le cose, il mondo , il futuro, non come il frutto
o il risultato di un cieco destino, o come un succedersi di avveni-
menti senza senso.
Tutti e tutto, in noi e attorno a noi, dono di Dio, un suo continuo
regalo: il regalo di Dio che ti ha creato , che ti ama, che ti salva,
che ti guida.
un regalo che ti d fiducia, ti sostiene, ma che nello stesso tempo
ti impegna, ti coinvolge.
un regalo che ti porta a fare dono non tanto di alcune cose, ma di
te stesso, del tuo amore, della tua amicizia, del tuo tempo, della tua
disponibilit.
un regalo che ti rende capace di fare della tua casa, della tua fa-
miglia, una comunit di amore e di accoglienza, che ti porta a rispet-
tare e ad accogliere la vita, a fare con onest il tuo lavoro o a dare
la possibilit di lavoro in spirito di collaborazione e di comprensione.
Allora non accontentarti di fare o di ricevere regali: vai al di l e sco-
pri che chi ti fa un regalo o la persona a cui tu fai un regalo, vuole
continuare ad essere un tuo amico, capisce il bene che tu gli vuoi,
pronto a condividere le tue gioie e le tue sofferenze, ti riconoscen-
te per quello che tu fai, disponibile allascolto e al perdono, con-
tento di averti vicino.
"Oggi nato per noi il Salvatore" questo il vero regalo di Natale:
accoglilo anche tu con gioia, per fare festa!
AUGURI!
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calendario delle feste di Natale
25 DICEMBRE: FESTA DI NATALE
A mezzanotte: S. Messa
ore 8: S. Messa
ore 10.30: S. Messa
ore 14.30: Lode vespertina
26 DICEMBRE: FESTA DI S.STEFANO
ore 10: S. Messa
29 DICEMBRE: FESTA DELLA
FAMIGLIA DI NAZARETH
ore 8: S. Messa
ore 10.30: S. Messa
31 DICEMBRE 1985
ore 20: S. Messa di
ringraziamento
1 GENNAIO 1986: FESTA DI MARIA,
MADRE DI DIO
GIORNATA DELLA PACE
ore 8: S. Messa
ore 10.30: S. Messa
ore 15: Lode vespertina
AL TERMINE, PRESSO IL SALONE
DEL CENTRO, FACCIAMO LINCAN-
TO DEI DONI DELLALBERO DI NATA-
LE A FAVORE DELLA NOSTRA SCUO-
LA MATERNA.
2 GENNAIO: FESTA DI S. DEFEDEN
TE, PATRONO DELLA NOSTRA
PARROCCHIA
ore 20: S. Messa
SI RACCOLGONO LE TRADIZIONALI
OFFFERTE DEL FOCATICO, SIA DU-
RANTE LA MESSA, CHE DURANTE
LA GIORNATA.
5 GENNAIO: FESTA DELLA EPIFANIA
ore 7. 30: S. Messa
ore 10.30: S. Messa
ore 15: lode vespertina
12 GENNAIO: FESTA DELLA SANTA
INFANZIA
ore 7.30: S. Messa
ore 10: S. Messa
ore 14.30: Celebrazione per
i bambini e benedizione
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la nascita
Nellaria una trepida attesa
del mister ch stato annunciato
luman e il divin in mirabile intesa
un Dio Bambino han generato.
Nella notte dal magico incanto
lAngelo annuncia: " nato il Signore!
Pace a tutti nel Natale Santo
dun Bimbo che nostro Salvatore.
Il Dio che si fatto Bambino
che si fatto dono damore
nato per disegno Divino
per rinnovar la vita e il cuore.
Maria adora il Bambino
che nel grembo aveva portato
Giuseppe contempla il piccino
che dal ciel gli stato affidato.
Saffrettan alla culla ad adorare
i pastori in umil preghiera
semplici doni han da portare
ma una fede stupita e sincera.
La stella si fa luminosa
ai Magi addita la via
la strada men faticosa
perch vedranno il Messia.
Questo evento mirabile diverr
progetto di vita, rinnovato
per la storia dellumanit
per coloro che lhanno accettato.
Ancor oggi il Bambino cinvita
a credere, a sperare ed amare
ci propone uno stile di vita
evangelico; pronto a lasciare
violenze, egoismi e sopraffazioni
per far spazio alla bont, allumilt
e far s che in tutte le nazioni
ci sia pace, lavoro e prosperit.
preghiera di Natale
Signore Ges
ancora una volta Natale.
Natale... le vacanze, i regali
la tombolata,
le cose di sempre.
Eppure. Ges,
il Natale non riesce a stancarmi.
Tu sei qui,
sei piccolo, sei povero.
Come faccio
a non gioire, davanti a Te
io che sono piccolo,
che sono povero?
Signore Ges,
ancora una volta Natale.
Non ti stancare
delle luci, delle vetrine,
delle mangiate esagerate...
Passa sopra queste cose
e continua a nascere tra noi.
Come faremmo altrimenti
a essere lieti
noi che slamo piccoli,
noi che siamo poveri?
E come farebbero
anche i grandi
se ogni anno
non li sfiorasse il dubbio
che meglio dare che ricevere?
Signore Ges, grazie,
perch ancora una volta
Natale.
4
1 gennaio, giornata della pace
una sola pace, nella fratellanza
Il prossimo anno stato dichiarato
dallO.N.U.: Anno della Pace; la celebrazio-
ne della prossima Giornata Mondiale della
Pace riveste dunque unimportanza tutta
particolare.
Come sempre in occasione di questa ricor-
renza, il Papa ha inviato a tutto il mondo un
prezioso messaggio pubblicato proprio in
questi giorni.
Traendo spunto dal fatto che la pace un
valore che corrisponde alla speranza ed
alle aspirazioni di tutte le. persone e di tutte
le nazioni", Giovanni Paolo II sottolinea
come essa sia "un valore senza frontiere".
Contro coloro che ritengono che non sia
possibile intervenire positivamente nei
drammatici contrasti fra le nazioni, il Papa,
innanzitutto, ripropone con forza la neces-
sit di colmare al pi presto il divario esi-
stente fra il Nord ed il Sud del nostro piane-
ta e cio fra paesi ricchi e paesi poveri.
In questo caso, una profonda solidariet fra
gli stati potr contribuire a risolvere quelle
situazioni di sottosviluppo "che restano una
minaccia crescente per la pace mondiale".
A contrapposizioni di natura economica ne
esistono altre di carattere ideologico, lunico
modo per risolvere le quali costituito dal
continuo ricorso al dialogo.
Il Papa usa parole molto belle a questo pro-
posito dicendoci come il vero dialogo va ol-
tre le ideologie" e come esso si instauri ad
esempio quando "una cultura si arricchisce
al contatto con unaltra oppure quando i gio-
vani sono liberi di congiungere le loro forze
per il futuro."
"Il cammino del dialogo un cammino di
scoperte che rende possibile sostituire le
tensioni del passato con i vincoli della
pace".
Al di l di tutto, noi cristiani, illuminati dalla
fede, sappiamo che il motivo profondo del
persistere nel mondo di tante situazioni in-
giuste, va innanzitutto ricercato nel cuore
delluomo.
Un cuore che pu essere radicalmente mu-
tato solo dalla Grazia del Signore. Essa ci
induce a divenire "sempre pi consapevoli
delle situazioni che non sono in armonia col
Vangelo, al fine di correggerle".
E questo con la capacit di sperare anche
contro ogni speranza, nella nostra corsa in-
contro ad ogni uomo" lungo i sentieri della
solidariet, del dialogo e della fratellanza
universale".
Sono i sentieri della pace.
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G.A.M.
una scelta non facile di Suor Amelia
A Caversaccio, ogni primo mercoled del
mese, si riunisce il Gruppo Missionario del-
la nostra zona, formato dai rappresentanti
dei seguenti paesi: Ronago, Uggiate, Val-
morea, Rodero, Drezzo, Par, Cagno, Con-
cagno, Solbiate, Albiolo, Civello, Maccio,
Bizzarone, Olgiate.
un incontro di formazione-azione, anima-
to da P. Bruno: ogni volta si prega, si legge
attentamente un brano di vangelo comuni-
candoci le proprie riflessioni per viverlo; ci
si informa delle iniziative a carattere Missio-
nario realizzate nella propria comunit. In-
somma, molto bello ed di grande aiuto
per vivere cristianamente.
Nellincontro di Novembre, stata proposta
a tutte le parrocchie una INIZIATIVA PER
NATALE a favore di una Missione dellAme-
rica Latina. Il gruppo G.A.M di Ronago e
Don Antonio, dopo averci pensato bene,
hanno deciso di non aderire a questa pro-
posta pur valida perch da alcuni mesi si
sapeva che Suor Amelia era stata mandata,
dai suoi superiori, ad iniziare una nuova
Missione.
Padre Giuseppe Ambrosoli, nella sua ultima
visita a Ronago, ci aveva detto: "Non aiuta-
te me, ma Suor Amelia che ha bisogno di
tutto". Ecco perch la nostra iniziativa per
Natale a favore di Suor Amelia. Ma prima
vorrei far conoscere un piccola nuova Mis-
sione visitata recentemente da Rodolfo
Ghielmetti che tornato con tante notizie .e
fotografie (Grazie!)
Da alcuni mesi Suor Amelia con altre due
consorelle ha lasciato lavviata Missione di
Kakeliba per recarsi a 120 chilometri pi a
Nord, in una Missione nuova in una localit
che si chiama Amakuriat.
La gente ancora Pokot. Sono pastori se-
minomadi, si nutrono dei loro prodotti e da
qualche tempo coltivano il granoturco.
Vivono allaperto.. La sera, si ritirano in ca-
panne cilindriche di foglie e fango dove dor-
mono, uno vicino allaltro per scaldarsi.
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Si giunge ad Amakuriat attraverso una lun-
ga pista sconnessa: il letto dei veri torrenti
asciutti ed un continuo saliscendi per vali-
care pi di un centinaio di colline.
Nella Missione ci sono: una scuoletta per i
piccoli, un piccolo capannone che serve da
falegnameria ed altri usi; due piccole costru-
zioni: la casa per le suore e quella per il
parroco; il mulino per macinare il granotur-
co, quando la stagione lo permette; il pozzo
e lorto realizzato dalle suore, che incomin-
cia a dare i primi frutti.
Una volta al mese le tre Missionarie percor-
rono 140 chilometri per recarsi a trovare le
altre consorelle, pregare insieme e... fare la
spesa di ci che serve.
Quando sono in Missione, escono nella
steppa per incontrare la gente Pokot.
Le suore infermiere distribuiscono le medi-
cine, soprattutto ai bambini che sono quelli
pi esposti alle malattie.
Suor Amelia insegna igiene e cucito alle
donne Pokot.
Dice Rodolfo: "Sono uscito con lei, ci siano
fermati in una radura, Suor Amelia, seduta
per terra con un gruppi di donne ha passato
alcune ore insegnando a cucire un sacchet-
to per riporre la farina e lo zucchero.
In questo modo, con questi semplici gesti,
si prepara la strada alla conoscenza del
vangelo.
Natale:
diamo un aiuto a Suor Amelia
Noi del G.A.M. abbiamo sentito forte limpegno
di sostenere Suor Amelia in questa nuova mis-
sione, perch abbiamo capito che l, poich si
incomincia da capo, ha proprio bisogno di tutto,
dalle cose pi ovvie per la vita di ogni giorno: il
cibo, gli arredi per la casa, lautomezzo per gli
spostamenti, il materiale per il cucito, per la
scuola, le medicine, i vaccini per i bambini....
Da soli non possiamo fare molto, allora esten-
diamo linvito ad ogni abitante di Ronago e a
tutti quelli che ci leggono: bambini, giovani,
adulti.
Vogliamo impegnarci in un dono di Natale, un
dono super, perch fatto prima di tutto con
amore, ma anche con sacrificio. E spiego il sa-
crificio: fra tutti i nostri progetti per Natale e Ca-
podanno, potremmo trovarne, se ci pensiamo
bene, uno o pi non proprio necessari. Eliminia-
moli e facciamo al loro posto il nostro dono di
Natale per Suor Amelia.
Che bello se ciascuno di noi potr dire, a se
stesso prima di tutto: "Ho saputo, sono stato ca-
pace di condividere con chi ha bisogno del ne-
cessario!.
E poi, scrivete a Suor Amelia: gli auguri, un salu-
to. giusto dimostrale che siamo vicini!
Ecco il suo indirizzo:
Suor Amelia Ghielmetti
Box 385
KAPENGURIA - KENIA
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per la scuola materna
lotteria
Credo che a tutti sia nota la situazione della no-
stra Scuola Materna: il bilancio che abbiamo
pubblicato nellultimo numero ci ha messo da-
vanti ad una realt non tanto simpatica.
In questi mesi abbiamo avuto la solidariet di
tante persone amiche che ci hanno dato una
mano. Anche la lotteria che stiamo organizzan-
do in questi giorni vuole essere unaltra occa-
sione per recuperare qualche soldo in pi e far
fronte alle diverse spese.
Ringraziamo tutti quelli che hanno collaborato
offrendo doni, vendendo e comperando biglietti,
con la speranza che la situazione si normalizzi
al pi presto.
albero di Natale
Anche questamo, in occasione del Natale, vi
sar il tradizionale albero a favore della scuola
materna.
Chi volesse portare il proprio dono, lo pu con-
segnare allasilo o presso la casa parrocchiale
entro il 1 gennaio 1986, a mezzogiorno.
Nel pomeriggio, dopo la lode vespertina, presso
il centro parrocchiale ci sar lincanto dei doni,
Laugurio che ci facciamo che vi sia veramen-
te la partecipazione di tutti coloro che credono
nella validit della nostra scuola materna, per
continuare una bellissima tradizione che a
vantaggio dei nostri bambini.
la storia di Natala
Giuseppe e Maria
cercano casa
Giuseppe e Maria, dopo tanto viaggiare sono
giunti sul calare della sera in un grosso borgo.
Nei loro occhi c la stanchezza del lungo viag-
gio, ma anche la gioia del loro stare assieme ed
una grande speranza che tutta racchiusa nel
figlio che deve nascere e nel futuro di una vita
da trascorrere unita dal loro volersi bene.
Troveremo un posto per la notte?" chiede Ma-
ria a Giuseppe. "Non ti preoccupare" risponde
lui "mi sembra un luogo di gente per bene. Vedi,
quante, luci lungo le strade! Quanti addobbi sui
muri delle case! la notte di Natale quella che
sta per venire, e tu sai che a Natale tutti sono
buoni e generosi. Con questa certezza suona-
8
no alla prima porta. Dopo qualche attimo il bat-
tente si apre e dietro ad esso compare una
donna con un gran sorriso sul volto.
Al vedere Giuseppe e Maria il sorriso scompa-
re, Oh! Pensavo fossero i primi invitati!" e la
delusione si muta in impazienza quando sente
la richiesta dospitalit, timidamente fatta dai
due forestieri. "No, non possibile. la notte di
Natale ed abbiamo il cenone con tutti i nostri
amici, la risposta secca che precede dun atti-
mo il chiudersi deciso della porta.
Lo smarrimento riempie lanimo di Maria; Giu-
seppe la rincuora "Vedrai che alla prossima por-
ta troveremo qualcuno pi ospitale!"
Ma la prossima porta neppure si apre ed al loro
insistere, accompagnato dallabbaiare di un
cane, ecco schiudersi una finestra vicina, dalla
quale una voce sentenzia: "Non c nessuno,
sono andati in crociera nei mari del sud. Se vo-
lete dormire andate allalbergo. La finestra si
richiude e torna il silenzio. Qua e l persone fret-
tolose entrano negli androni delle case accom-
pagnate da pacchi variopinti, ma non una porta
si apre per Giuseppe e Maria. Il cenone, gli
amici, i regali, lalbero, il panettone e lo cham-
pagne: sono tutte cose fanno il Natale, bello, fe-
lice, grande, gioioso; il resto non conta.
Laria sembra farsi pi pungente e le luci paiono
quasi spegnersi.
Allalbergo il posto ci sarebbe, ma i soldi per la
camera no; e cos, seduti su di una panchina,
stretti luno allaltra, Giuseppe e Maria danno
sfogo alla loro amarezza.
"Avevi detto che la notte di Natale!" inizia Ma-
ria, "Natale non l nascita di Ges? Dopo mil-
le e mille anni da quella notte di Betlemme,
dopo tanto seminare amore e comprensione,
perch tanto egoismo in questa gente?"
"Non so cosa dirti," prosegue Giuseppe il cui
pensiero era andato lontano, lontano, al luogo
da cui, partirono "da noi non ci sono tutte que-
ste luci e questi addobbi sfarzosi, ma Natale
ancora il S. Natale. Non ci sono porte chiuse
per chi ha bisogno e nessuno si sente solo per-
ch ha laffetto di chi gli sta e gli passa accanto;
cos la gente ha il cuore pieno di serenit e di
gioia!".
Mentre queste frasi corrono nellaria, ecco qual-
cuno uscire dallombra ed avvinarsi a loro. Alto,
cappotto non pi nuovo, sciarpa attorno al collo
e mani in tasca per ripararsi dal freddo, quasi
sbucato dal nulla, si siede accanto.
Gli occhi sono vuoti ed il volto quasi non espri-
me nulla; senza essere interrogato, inizia a par-
lare, con voce fredda, ma con grande determi-
nazione.
Anche voi siete stati fregati dal Natale!" sono le
prime, lapidarie parole. lo ho acquistato il pa-
nettone xyz, perch dicevano -regalati un
grande Natale con il panettone, xyz; ho preso
lo spumante zzz, perch dicevano -per la fe-
sta ci vuole zzz; mi sono procurato il pandoro
"nnn, perch dicevano, -Da cento e pi anni
nnn fa dolce il Natale-. Ho pensato a tutto: al-
bero, regali, champagne, auguri agli amici par-
tenti per le vacanze , ai fratelli andati sui campi
da sci. Non li ho seguiti perch, nonostante tut-
to, ho un grande vuoto dentro e la certezza di
trovarmi, domani, con nulla nelle mani. Comun-
que conclude - visto che siamo nella stessa
barca, perch non venite a casa mia?
Giuseppe e Maria si guardano; le tante parole
udite, li hanno colti di sorpresa. Con fiducia,
per, seguono lo strano tipo e sentono dentro
che il Natale sta arrivando.
La casa calda ed accogliente; le luci ad inter-
mittenza di un abete addobbato a puntino non
impediscono ad un insolito chiarore dentrare
dalla finestra.
Incuriosito il padrone di casa savvicina e lapre.
Con meraviglia saccorge che una cometa si
fermata sopra il suo tetto e lontano, fino alloriz-
zonte, altre comete rischiarano la notte.
Si volge di scatto verso i suoi ospiti, per comu-
nicare loro la grande scoperta, ma li trova tran-
quilli, convinti che. quanto sta accadendo non
ha nulla di strano.
"Vedi, dice Maria, " la notte di Natale, e tutte
quelle stelle sono il vero Natale. Qui rappresen-
tano lospitalit e premiano la tua generosit; al-
trove ci sono altri come te, che hanno saputo
scegliere ci che conta da sempre in queste oc-
casioni: il volersi bene, lessere disponibili verso
gli altri.
Una grande serenit riempie quelluomo e la
gioia del vero Natale lo fa rinascere.
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invito del Vescovo
religione e scuola
Il recente Concordato tra la S. Sede
e lItalia ha garantito la facolt agli stu-
denti e alle loro famiglie di scegliere,
allatto delliscrizione scolastica, se av-
valersi o meno dellInsegnamento del-
la Religione nelle Scuole Statali.
Gi fino dal prossimo mese di gen-
naio gli studenti che sono tenuti alle
pre-iscrizioni e, successivamente, tutti
gli altri studenti, insieme alle rispettive
famiglie, dovranno prendere questa
decisione. Vogliamo perci riflettere,
in questa giornata, sul dovere di una
scelta matura e responsabile sia
come credenti, sia come cittadini, che
esercitano un diritto garantito dallo
Stato.
I motivi dellInsegnamento Religioso
nelle scuole rientrano nella sollecitudi-
ne pastorale della Chiesa, che vuole
promuovere e assicurare unautentica
e integrale formazione delle nuove
generazioni.
Lo Stato, da parte sua riconosce ii
valore della cultura religiosa. La Chie-
sa non vuole, quindi, rivendicare privi-
legi o tanto meno allargare sfere
dinfluenza, ma concorrere ad un ser-
vizio educativo.
Occorre renderci consapevoli che:
la religiosit parte fondamentale
della personalit umana e componen-
te indispensabile per una sua matura-
zione;
la nostra cultura occidentale, in
modo speciale quella italiana, sareb-
be inspiegabile senza lapporto del
Cristianesimo, Pur nella presenza di
altre voci, essa resta ancora, nelle no-
stre popolazioni, una sorgente prezio-
sa di vitalit per la costruzione della
societ del futuro e per la formazione
di mature personalit.
doverosa. quindi una seria rifles-
sione da parte di quanti sono coinvolti
nellesercizio di una scelta responsa-
bile:
i genitori, investiti, per missione di-
vina, delle responsabilit educative
nei confronti dei figli;
- i ragazzi e i giovani, che attraverso
una applicazione seria e sistematica,
preparano il loro futuro;
- gli insegnanti, di qualsiasi materia,
desiderosi di partecipare alla forma-
zione integrale delle nuove generazio-
ni.
Attraverso la scelta dellInsegnamen-
to Religioso, i ragazzi e i giovani, an-
che quelli che si ritengono non cre-
denti o indifferenti, possono trovare
uno strumento valido ed efficace per
la loro maturazione umana.
Mi rivolgo pertanto a voi studenti di
ogni tipo di scuola: pur riconoscendo
che leducazione alla fede deve avva-
lersi di altri ambienti educativi (parroc-
chie, gruppi, movimenti) lInsegna-
mento Religioso nelle scuole permette
di generare un sereno e vivace con-
fronto tra il cristianesimo e la cultura
contemporanea, con le problematiche
tipiche dellet evolutiva, con ii deside-
rio non mai soffocato, anche se a vol-
te inespresso, di cercare Dio dentro la
storia e la vita delluomo. LInsegna-
mento Religioso sar per voi una oc-
casione di crescita nella conoscenza
degli altri, di ricerca della verit, nel ri -
spetto di tutti, anche di quanti non
possono credere.
A voi, genitori, ed educatori, ricor-
do le gravi responsabilit di cui siete
investiti, il futuro dei vostri figli, la for-
mazione della loro coscienza, vi obbli-
ga a non lasciare nulla di intentato per
assicurare tutti gli interventi necessari
alla maturazione di personalit libere,
coerenti intorno a valori eterni ed irri-
nunciabili, pena il decadimento delta
stessa civilt.
Linsegnamento Religioso nelle scuole
di ogni ordine e grado veicolo preci-
so di educazione ai valori e strumento
sicuro di crescita umana e cristiana
per i vostri figli. Non permettete che
possibili tentazioni di disimpegno a cui
facilmente a volte i giovani possono
aderire, prevalgano a scapito di una
educazione sistematica, indispensabi-
le e preziosa, anche se impegnativa e
coinvolgente.
A voi docenti! di ogni disciplina, nel-
le diverse scuole, raccomando una
cordiale e sistematica collaborazione
con gli insegnanti di religione. Soste-
nuti dallapporto specifico della vostra
disciplina e confortati dal vostro inse-
gnamento, essi potranno illuminare la
comune ricerca della verit sostenen-
dola con la luce della fede e della tra-
dizione ecclesiale.
Agli insegnanti di religione chiedo
una preparazione teologica, pedago-
gica, e metodologica sempre pi qua-
lificata.
Mi auguro che questo mio appello ri-
volto oggi alle comunit cristiane e
alla coscienza dei singoli, secondo le
proprie responsabilit, sia accolto cos
come stato concepito: quale espres-
sione della mia sollecitudine pastorale
per i ragazzi e i giovani. Essi sono il
futuro delta nostra Italia, la speranza
della-Chiesa: perch lo siano vera-
mente essi hanno diritto ad una for-
mazione umana e cristiana adeguata
alla loro sensibilit ed alle esigenze
dei tempi.
Non lasciamo nulla di intentato per
corrispondere pienamente alla loro
crescita, sicuri che il bene seminato
porter molto frutto.
Vi benedico di cuore.
Teresio Ferraroni - Vescovo
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per tutta la comunit
il seminario
un problema di urgente attualit e di interesse
A quanti di noi interessa il Seminario come
"problema urgente ed attuale"? Non parlo della
raccolta di soldi perch non questo il proble-
ma cui accenna il Vescovo, e daltronde Rona-
go ha sempre dato e con generosit; non sono i
soldi che fanno il problema Seminario.
Il Vescovo dice che "il Seminario lopera pi
importante di una Chiesa locale" e che "fiorisce
a misura che la comunit credente". Ora sap-
piamo benissimo che la fioritura non abbon-
dante, che anzi il Seminario Minore ha corso il
rischio di una chiusura per mancanza di alunni.
"Non vero - dice con forza il Vescovo - che il
Signore non chiama sin da ragazzi: vero piut-
tosto che la poca fede di noi adulti non avverte
questa voce; vero che i nostri messaggi di
adulti soffocano la voce del Signore; vero che
noi adulti con la nostra poca fede dissuadiamo i
chiamati".
Sono parole forti, e sono rivolte a me e a voi.
Ci rendiamo conto che questo delle vocazioni
un problema nostro, non degli altri? Cosa hai
detto a tuo figlio quando hai capito che forse il
Signore guardava lui?
Forse hai avuto paura? Cosa gli hai risposto
quando ti ha detto che gli sarebbe piaciuto en-
trare in Seminario? Hai rimandato perch fosse
una cosa pi sicura... Bene! Ma poi, quando gli
passata la voglia, ti sei chiesto perch? E se
Dio aveva veramente deposto un seme nella
tua famiglia, nel cuore di tuo figlio, ti sei chiesto
perch il germoglio bruciato prima di svilup-
parsi?
"Chiedo alle famiglie cristiane - continua il Ve-
scovo - e ai sacerdoti una particolare attenzione
a quei semi di Dio: che nessun seme vada per-
duto per nostra incuria, o calpestato da una no-
stra grossolanit; sarebbe una grossa colpa da-
vanti a Dio e alla Chiesa".
in atto una ristrutturazione del nostro semi-
nario: per motivi economici si pensato, di uni-
re i due Seminar! nella unica struttura di Mug-
gi.
Le due comunit saranno separate anche se
presenti nello stesso edificio.
uno sforzo economico gravissimo che stato
affrontato vendendo talune propriet della Dio-
cesi.
C il problema dellutilizzo del Seminario di
via Battisti e si stanno pensando progetti oppor-
tuni.
Per questo riteniamo giusto riportare e sottoli-
neare le parole del nostro Vescovo: "Occorre
aiutare i nostri Seminari, non credo di sbagliare
dicendo che la prima carit della nostra Diocesi
deve essere fatta per il suo Seminario.
Chiedo a tutta la nostra Chiesa di rispondere
con una straordinaria generosit, questanno, al
mio appello".
11
la paura di guardarsi dentro.. Felice G.
Tre fatti, forse semplici, che interessa-
no la nostra comunit parrocchiale, in
particolare i giovani.
Tre risposte, univoche, per quanto con-
cerne la presenza.
I fatti: un recital, un ritiro spirituale, la ca-
techesi giovanile.
La presenza: una quarantina, tre, una
quindicina.
Mi sembra una realt quanto meno de-
ludente. Tre appuntamenti che volevano
aiutare a riflettere, a guardarsi dentro, a
fermarsi un attimo, tirandosi fuori dal
caos giornaliero, per fare il punto di una
realt importante, la nostra vita alla luce
di un dono, la Fede, che scelta re-
sponsabili (ma fino a che punto?!?) per
il nostro calmino.
Forse ai pi queste occasioni, fra laltro
preziose anche perch non improvvisate
ma organizzate con seriet ed impegno,
possono sembrare "tempo perso" ma,
mi chiede, com possibile la fedelt ad
un progetto se ogni tanto non se ne veri-
fica la concordanza con la costruzione in
corso?
Ve limmaginate un cantiere edile dove il
capomastro, data unocchiata allinizio
dei lavori ai disegni, parte con la costru-
zione senza pi degnarli di uno sguar-
do?
Non metto in dubbio che la "casa
regga, ma quanto sar fedele al proget-
to iniziale?
Penso che un simile discorso valga an-
che per il nostro cammino di fede. II fat-
to che s preziosi appuntamenti vengano
"traditi dipende solo da una presunta
mancata educazione (per cui alla sola
parola c un aprioristico rifiuto) o piutto-
sto dalla paura di guardarsi dentro, di
verificarsi ed eventualmente impegnarsi
nella correzione del tiro?
Appuntamenti simili non sono finiti, ce
ne saranno ancora e numerosi; ignorarli
forse significa anche che la nostra Fede
presente nella nostra vita come una
delle tante cose di colore" che giornal-
mente ci sfiorano e superano scivolando
sulla nostra epidermide senza lasciare
alcuna traccia.
Che lo Spirito Santo ci apra gli occhi ed
il cuore.
12
notizia dalloratorio
operazione Natale 1985
Eccoci qua, fedeli allappuntamento con
le pagine di Ronago 85.
Vi ricordate lappello che era stato lan-
ciato come un S.O.S. sullultimo giornali-
no?
Era un invito a partecipare alloratorio in-
vernale dopo la bellissima esperienza
del GREST.
E cos con nostra piena soddisfazione,
possiamo dire che linvito non passato
inosservato.
Infatti da alcune domeniche ci ritroviamo
in tanti per passare in allegria e amicizia
il pomeriggio domenicale.
Lesperienza di queste domeniche a
dir poco entusiasmante e grazie alla par-
tecipazione dei ragazzi e allimpegno di
qualche giovane siamo riusciti ad orga-
nizzare in modo soddisfacente.
Infatti alle 14,30 ci raduniamo sempre in
chiesa per iniziare con Ges il nostro
pomeriggio. Poi ci ritroviamo per giocare
suddivisi in gruppi che svolgono diverse
attivit in modo che ogni ragazzo ha
potuto inserirsi nel gruppo a seconda
della sua preferenza nei confronti di
questa o quella attivit.
La scelta era varia, ma comunque tutto
finalizzato in funzione della grande fe-
sta del 22 dicembre che concluder
lOperazione Natale. Una festa che
ogni ragazzo avr torte e pasticcini, ecc.
Noi ringraziamo questi genitori e speria-
mo sempre di ritrovarli con noi a gio-
care, lavorare e inventare con i loro fi-
gli.
Sarebbe veramente un grosso successo
e un contributo importante per i ragazzi
che si vedranno cos circondati non solo
da giovani, ma anche da adulti che
partecipano alla loro esperienza contri-
buito a realizzare, creando appunto
qualche cosa per la sua riuscita.
Ogni gruppo cos prepara qualcosa per
la festa: che alcune scenette da recitare,
chi uno stupendo presepe da ammirare,
altri ancora biglietti augurali da donare,
altri poi canti da ascoltare ed altri ancora
addobbi per adornare e rallegrare la fe-
sta.
Tutto questo molto importante perch
cos ogni ragazzo oltre a divertirsi si
sente partecipe di ci che si intende fare
e organizzare.
E i risultati si vedono: ogni domenica c
molta allegria e soddisfazione da parte
dei ragazzi che concludono la loro do-
menica con una veloce merenda, resa
possibile dalla generosit dei loro genito-
ri che ogni domenica ci inviano.
lequipe delloratorio
13
nel ricordo di un giovane cristiano
Servo di Dio
Pier Giorgio Frassati
Torino 6 aprile 1901-4 luglio 1925
A conclusione di questanno della Giovent, ri-
flettevo sullo splendido esempio offertomi da un
giovane che, dopo tanti anni, pu ancora susci-
tare tanto entusiasmo in coloro che ne fanno
uno dei modelli per la propria esistenza. Ne
sono nate queste parole che ora propongo a
voi.
Alcuni giorni fa riflettevo su ci che mi attende
passata questa vita terrena e ben presto, alla
mia attenzione, si present limmagine di quel
giovane che un giorno, con i miei stessi interro-
gativi , ebbe la fortuna di incontrare Ges e di
implorare da lui una risposta. "Maestro buono,
cosa debbo fare per ereditare la Vita Eterna?"
Ecco, la Vita Eterna; possiamo soltanto debol-
mente intuire in che cosa consista. Ci succede
un po ci che accade ad una madre che, pur
sentendo il proprio piccolo nel grembo, pu sol-
tanto immaginare quel volto che gli si mostrer
soltanto dopo i lunghi dolori del parto.
I vangeli ci dicono che si trattava di un giovane
ricco; ma ricco innanzitutto per quella giovinez-
za che lo ha mosso nel porre al Signore una
domanda cos profonda. Lo comprendiamo ap-
pieno il significato di questa parola?
Giovinezza come sinonimo di gioia e di luce.
Gioia per una vita che, pur tra mille difficolt, ha
pi forza che mai per affermare la sua volont
di vittoria su ci che gli s oppone. E quante
cose potrei inserire in questo ambito se non mi
fermasse la paura di rovinare una festa. Quante
cose potrei dire sul modo col quale ciascuno di
noi ricambia linestimabile dono della giovent.
Ma a che varrebbe? Oggi mi sento soltanto di
cantare a me stesso ed agli altri la Gioia e la
Vita soltanto. La gioia di vivere.
Una gioia cos luminosa in un giovane cristiano
che ebbe da Dio il grande dono di vedere in Lui
concludersi la propria vita, nel suo momento pi
bello.
Moriva infatti, appena ventiquattrenne, ses-
santanni fa.
Parlo di Pier Giorgio Frassati.
Nato da una delle famiglie pi ricche ed illustri
della Torino di allora, rinunci ben presto agli
agi che la sua posizione gli consentiva per con-
sacrarsi, nel segreto, al servizio dei poveri e de-
gli abbandonati. Questo nel modo pi umile, e
senza trascurare i doveri che gli provenivano
dai legami familiari e dalla sua condizione di
studente dingegneria. Un giovane che allamo-
re per i lontani un laffetto profondo per i vicini.
Per quelli di casa innanzitutto, e per gli amici
tutti che con lui condividevano laffascinante
passione per la montagna.
Ma la sua carit era innanzitutto rivolta a Dio.
Bastino ricordare lassiduo accostamento alla
comunione ed alla confessione, e le frequenti
adorazioni notturne, dinnanzi al Santissimo Sa-
cramento. Verrebbe quasi naturale pensare ad
unanima consacrata, ed invece fu un semplice
giovane laico, come ce ne furono e come ce ne
sono tanti, ma con una propria carica interiore
che lo contraddistingue da tutti. Un giovane lai-
co: ecco ci che pi mi affascina, assieme a
quella straripante voglia di vivere che lo accom-
pagner fino allultimo dei suoi giorni, arrestati,
in modo improvviso, da un fulmineo attacco di
poliomielite.
La gioia, condivisa con tutti fu uno splendido
messaggio lasciatoci da una vita in continua ri-
cerca della vera felicit.
"La vera felicit, o giovani, non consiste nei pia-
ceri" del mondo e nelle cose terrene, ma nella
pace della coscienza la quale, si ha soltanto se
noi siamo puri di cuore e di mente".
Ecco chi fu Pier Giorgio Frassati: un giovane
che visse in modo straordinariamente sponta-
neo la propria fede. Voglia Dio che sia presto
glorificato. Voglia Dio che ciascuno di noi, pos-
sa dire un giorno: "Per me vivere Cristo e mo-
rire un guadagno".
Un continuo rifiorire in Cristo:
ecco la Vita Eterna!
14
essere cristiani oggi Maurizio R.
Negli ultimi tempi sono stati dati alle stampe di-
versi volumi che hanno lo scopo di analizzare il
rapporto tra mondo cattolico e societ italiana
nel suo complesso.
Scorrendo alcune recensioni, nellattesa di tro-
vare fondi e tempo per poterli leggere compiu-
tamente, ho potuto gi operare talune riflessio-
ni.
C innanzitutto la comune convinzione della
eterogeneit delluniverso cattolico, con le sue
sfumature la sua pluralit di esperienze; c la
consapevolezza del contributo fondamentale
dato dalla presenza dei cattolici nel far crescere
il paese in termini di libert e di giustizia socia-
le.
C, infine, una riflessione profonda sul rapporto
tra etica cristiana e soggettivit.
RELIGIONE E RELIGIOSIT
Credo che, nonostante lobiettiva "laicizzazione"
della societ italiana, il rapporto tra credenti e
non credenti non si sia deteriorato e che anacro-
nistiche barriere ideologiche non possano pi ri-
nascere: il Paese maturato sotto questo profi-
lo e molti valori cristiani sono stati fatti propri
dallintera comunit nazionale. La stessa atten-
zione costantemente rivolta dalla chiesa italiana
ai fenomeni di degenerazione sociale (terrori-
smo, mafia, camorra, droga) un segno tangi-
bile del rapporto fecondo con le istituzioni ed
stata:capace di aggregare forze di diverso
orientamento culturale.
Da dove nasce allora la crisi di presenze nelle
chiese? Come si crea quella "distanza" fra etica
cristiana e comportamenti individuali?
Credo abbia ragione il sociologo cattolico De
Rita quando afferma, nel suo recente libro
"Chiesa e Societ italiana" che "la crescita del-
la soggettivit ha portato ad un rovesciamento
del rapporto tra norma ed individuo: ad essa
non ci si conforma pi e la norma ritenuta va-
lida solo se sentita".
Lesempio pi evidente, dice ancora De Rita,
sono i giovani che "non fanno pi la confessio-
ne, ma si guardano dentro".
Nel privato, insomma, luomo (e quindi anche il
cattolico) non avverte pi certezze oggettive,
ma la lacerazione delle coscienze, ognuna delle
quali decide sulla bont o meno di un determi-
nato comportamento: il labile confine tra bene e
male insomma ce lo vogliamo giocare in pro-
prio.
A me pare che ci sia in parte il portato di una
societ tecnologicamente avanzata, nella quale
limportante competere, produrre, investire,
non sprecare tempo, rincorrere il mito delleffi-
cienza.
La tentazione forte quella di crederci autosuf-
ficienti e di eliminare quelle proposte di vita
come il Cristianesimo che sono difficilmente in-
seribili negli schemi di vita moderni.
MA LUOMO DOV
Questo tipo di societ porta per con s inevita-
bili domande religiose: lo sviluppo; sar infinito?
Quali costi sociali comporta? Conta ancora
luomo? Non moriremo di eccessiva razionalit?
Mi pare che siano domande che credenti e no
si pongano frequentemente, che "gli uomini di
buona volont" ai quali il Concilio, si indirizzava
siano impegnati a riflettere.
Non la solita polemica ingenuamente antica-
pitalistica, ma la preoccupazione che la cultura
di tipo contadino, fatta di riti, di momenti comu-
nitari di solidariet (che una forma di impegno
religioso) sia ormai tramontata, portandosi via
anche certi valori fondamentali.
Penso comunque che se oggi la religione non
pi vissuta in termini tradizionali, ha per lascia-
to il posto a sentimenti di religiosit profonda.
un terreno nuovo e sta a noi, Chiesa, coglier-
ne tutti gli aspetti e valorizzarli perch non pos-
siamo manifestare indifferenza e rifiutarci di
"scrutare i segni dei tempi".
Con la speranza che tra la Babele dei linguaggi
moderni, riusciamo ancora a capire la Parola
che parla al cuore delluomo.
15
bilancio 1985 e preventivo 1986
sar... approvato? di Giuseppe G.
Encicliche, conferenze, libri sacri, lettere pastorali, incontri, preghiere, testimonianze
concrete, predicazione (!) .... nulla sembra possa trasformare, mutare lateo, lagnosti-
co, lapatico in possibile credente ed il credente superficiale, pigro, in un fiero gagliar-
do e valoroso cristiano.
A fine anno si rincorrono, incalzano i tradizionali bilanci: il nostro, date queste pre-
messe, pu definirsi deludente?
Vediamo.
"Allora il Re dir: "venite benedetti dal Padre mio, perch io ebbi fame e mi deste da
mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui senza tetto e mi accoglieste, fui malato e mi
visitaste, in prigione e veniste da me". Od ancora, aggiungiamo, sfrattato, senza lavo-
ro, disprezzato perch ultimo della "scala sociale"...e mi avete amato.
E noi, perplessi per non averlo proprio conosciuto durante la nostra vita, chiederemo:
"Quando mai, Signore, ti vedemmo soffrire fame, sete, freddo? Quando mai ti abbia-
mo conosciuto perseguitato, imprigionato, disoccupato, sfrattato, deriso?" Il Re-Giudi-
ce ci risponder: "Ecco, benedetti, io ero e sono tutti coloro che avete sfamato, disse-
tato, ospitato, soccorso, istruito, rivestito, protetto, aiutato...". Parole precise, senza
possibilit di mistificazioni o di inganni. Il Re-Giudice universale nel rendiconto della
nostra vita non chieder a quante Messe, a quante Processioni avremo partecipato,
n quante prediche ascoltate e nemmeno se e quanto abbiamo "creduto"! Non ci
chieder se siamo stati Monaci o Suore, Preti o Vescovi, dottori od "onorevoli", eroi o
campioni, intellettuali, o geni...; vorr soltanto conoscere e vedere se abbiamo amato
concretamente coloro che spiritualmente, moralmente, fisicamente, soffrivano.
Ed ecco che il nostro bilancio pu divenire sostanzialmente, concretamente, efficace-
mente attivo.
Oltre che per generosit personale, discreta, anonima, silenziosa, noi siamo inconfu-
tabilmente buoni "samaritani" (levangelico samaritano ha dato ad altri la possibilit,
lopportunit di curare laggredito) anche perch generosamente, fedelmente perse-
veranti, doniamo, soccorriamo, amiamo e partecipiamo collettivamente, comunitaria-
mente.
Come, dove, quando?
Noi doniamo alla Missioni (per le quali stiamo assumendo addirittura unimpegno sen-
za precedenti), noi doniamo al Seminario, ad Istituti di Assistenza ad orfanotrofi, a
case di riposo, ad ospedali, allUniversit Cattolica, alla Croce Rossa, a vittime di ca-
tastrofi, di persecuzioni, di calamit dogni genere, a popoli oppressi, a famiglie biso-
gnose, al "terzo mondo" alla stampa "cattolica", allobolo di S. Pietro, alla nostra chie-
sa, allAsilo, per i "canestri, per il focatico, per la "pesca" e persino per le anime....
del Purgatorio, per quelle dei nostri morti, per i Santi e per la .... Madonna!!!!
Questo non pu essere altro che un grande bilancio perch questo amare il prossi-
mo, perch tutto questo quanto potr incontestabilmente prevalere sui piatti della
Bilancia Divina nei confronti di nostri certi atteggiamenti o comportamenti deprecabili
o vili che siano.
Tutto questo sar premiato nonostante molti di noi non vedano nel prete o non si vo-
glia vedere, quello che si afferma sia n si riceva o non si voglia ricevere quello si
dice che dia: nonostante non si veda nel Vescovo, o non si voglia vedere, quello che
n si comprenda quello che da lui riceviamo n quello che si dice dia: nonostante si
veda il Papa o lo si accetti comunemente pi che altro come figura umanamente sim-
patica, affabile, colta. Nonostante si ignorino o non si comprendano la valanga, la so-
vrabbondanza di documenti, di relazioni, di indirizzi, di inviti, di raccomandazioni, di
suggerimenti, di conclusioni... di simposi, di seminari, di congressi, di incontri, ecc.
ecc..... noi siamo tra i benedetti, tra i privilegiati del Padre.
vero: ci sono le strade della perfezione cristiana cos come ci sono coloro (tanti!)
che le percorrono (anche della nostra comunit); strade evangeliche, percorsi eroici,
perch di donazione totale a Dio e al prossimo; percorsi realizzabili solamente in una
Unit ideale totale, ma altrettanto vero che non tutti abbiamo gli stessi talenti. La
corsa di San Paolo fuori dalle nostre capacit... competitive!
16
Per noi, semmai, si tratta di non fermarci, di non arrenderci, di non abbandonare la
nostra strada altrimenti sarebbe, per noi, la resa, la sconfitta, la condanna e per altri
sofferenze ed abbandono ancora pi gravi ad insopportabili.....
Questo, sommariamente, il nostro bilancio, ma anche il preventivo dell86. Se tutte
ci dovesse essere smentito, sconfessato, misconosciuto dai "competenti, allora la
nostra vita non sappiamo proprio cosa sia n a cosa serva....
Possibile?
Ogni risposta, un premio Ronago 86 - quiz
ogni premio, tuia.... benedizione, un grazie! Giuseppe G.
Il vivere di questi ultimi decenni ci ha imposto aspetti e situazioni di vita tali da dover
sconvolgere ed abbattere quanto acquisito e tramandato nel corso dei secoli.
Tecnologia, scienza, pensiero rivoluzioni sociali e culturali, lotte sindacali, ritmi di lavo-
ro, arrivismo, disoccupazione, terrorismo, corruzione, droga, antagonismi internazio-
nali al limite della catastrofe totale .... un succedersi inarrestabile, preoccupante; an-
gosciante di trasformazioni, alterazioni, mutamenti imprevedibili, inimmaginabili, inelut-
tabili.... eppure....
Eppure, in mezzo a tanto sconvolgimento, fermo, dissociato, separato, quasi estra-
neo, rimasto il predicare!
Noi ci addentriamo, trascinati nel futuro, vacillanti, perplessi turbati, rassegnati.... la
predicazione non cammina....
I due di Emmaus, forse, oggi non riceverebbero la Gioia dellinterlocutore persuasivo,
efficace, rassicurante, mentre si fa buio....
Perch?
... e gli anni passano... si cantava qualche decennio fa.
Infatti, di anni, ne sono transitati a milioni sulla terra, affermano gli studiosi, gli scien-
ziati.
Al confronto, quindi quelli della nostra vita diventano veramente, e spesso anche
malinconicamente, un breve week-end!
San Paolo si esaltava, comunque, anche perch viveva la certezza che il Premio Eter-
no sarebbe stato immensamente superiore ai rari meriti acquisiti in s pur breve vita.
Ma purtroppo esiste, per nulla esaltante, anche unaltra realt, contemporaneamente
ed in contrapposizione al Premio: minacciosa, terribile, irreversibile, una condanna
atrocemente eterna! Uneternit di dolore anche per i pochi anni di vita, sconsiderata.
malvagia e sciagurata che dir si voglia ma pure vissuta nelle sofferenze, nelle ango-
sce, nelle debolezze insite in natura tanto fragile qual la nostra....
Il Re-Giudice, immensamente generoso nel Premio, user dunque la stessa immensa
misura anche nella condanna?
Sommessamente... molto sommessamente mi sovvenuto, quando da Ginevra parti-
vano chilometri di parole in occasione del vertice "G&R", una trascurata o dimenticata
frase di sole sette parole.
Sette semplici parole ma che hanno solcato secoli per fissarsi nelleternit. Sette paro-
le che hanno fatto e fanno giganteggiare i "deboli", da S. Francesco a Suor Teresa ....
Sette semplici parole vincenti: "Senza di me non potete fare nulla"!...
Sar cos anche per i... "grandi"?
Lignoranza biblica dei cattolici una delle cause
/
della debolezza di fronte allaggres-
sivit dellerrore ha detto il Cardinale Biffi.
Come possiamo concordare fraternamente con lui nel suo rammarico, cos altrettanto
fraternamente, non dobbiamo tacere la constatazione che colpe ed errori della nostra
vita cristiana inevitabilmente, fatalmente, poco fraternamente vengono a cadere su di
noi laici.
Quando ero ragazzo, poi giovane, poi adulto, proprio le autorit ecclesiastiche impedi-
vano, dissuadevano o vietavano la lettura della Bibbia, si opponevano acch entrasse
nelle nostre case cristiane, ostacolandone la pubblicazione e la diffusione....
Oggi, la colpa dellignoranza biblica ancora nostra. Perch?
17
i lavori in chiesa
il punto
- Da pi di un mese hanno preso il via i vari in-
terventi previsti per "rinnovare" la nostra chiesa.
Abbiamo iniziato con il sistemare il tetto del co-
retto che presentava diverse infiltrazioni
dacqua. Siamo quindi passati a bonificare
linterno in vista di una ripulitura dei dipinti agli
intonaci.
Sono stati rifatti diversi punti che erano rovinati
dallumidit o intaccati dallacqua.
Ci siamo trovati di fronte al problema
dellimpianto elettrico che ormai non dava pi
garanzia di sicurezza; per questo abbiamo deci-
so di rifarlo completamente. Nello stesso tempo
abbiamo sostituito le varie lampade, studiando
un nuovo sistema di illuminazione.
Si poi presentata la necessit di ristrutturare il
locale della caldaia per il riscaldamento della
chiesa e del Centro Parrocchiale. Anche in que-
sto caso ci sono stati degli imprevisti che hanno
richiesto una notevole quantit di lavoro.
Ora pensiamo che tutto sia in ordine e secondo
le norma dei Vigili del fuoco.
Per Natale doveva essere inaugurato il portale
nuovo e la definitiva sistemazione della canto-
ria, ma purtroppo la ditta a cui ci eravamo affi-
dati non ha mantenuto le scadenze.
Speriamo che almeno per Pasqua anche que-
sto lavoro vada in porto.
Dopo le feste verranno piazzati i ponteggi sui
dipinti e sugli intonaci. Non una cosa molto
semplice: dopo tante discussioni e proposte,
abbiamo deciso di iniziare il lavoro attorno alle
due cappelle della Madonna e di S. Giuseppe
per poi passare alla navata centrale.
Rimane aperto il problema del presbiterio e del-
la tela di S. Vittore. Ma a questo proposito sono
ancora in corso di studio diversi progetti.
Ci sarebbe anche la proposta "banchi nuovi"
ma per ora ci limitiamo a dire che arriveranno
presto, poi per il resto si vedr...
Da quello che stato presentato, tutti possono
rendersi conto che il lavoro non manca e le
spese aumentano.
Soldi per finanziare questi lavori ne abbiamo un
po; quello che manca siamo convinti che ada-
gio adagio arriver, grazie alla generosit ed
alla collaborazione di tutti i Ronaghesi.
.dalla biblioteca
Qualcuno, non sentendo parlare della Biblioteca
Comunale da alcuni mesi e scoprendo poi sui car-
telloni e volantini sparsi un po dappertutto
lannuncio di un "BANCO VENDITA DEL LIBRI",
avr pensato ad una svendita di libri usati, preve-
dendo una definitiva chiusura della Biblioteca.
Niente di pi lontano dalla verit! La nostra stata
una iniziativa, chiamiamola Natalizia, per andare
incontro a coloro che, riconoscendo lutilit di re-
galare un libro o volendone acquistare uno per s,
non volessero allontanarsi di molto per trovarlo,
nuovissimo e per di pi scontato!
Ringraziamo tutti coloro che hanno appoggiato
questa nostra iniziativa e promettiamo fin dora
che faremo il possibile per ripetere lesperienza, a
nostro giudizio positiva, anche per il prossimo
anno.
La Biblioteca attualmente in attesa della nuova
sede e, al momento attuale, non sappiamo ancora
quando potr riaprire.
A tutti coloro che sono in possesso di nostri libri,
chiediamo la cortesia di continuare ad averne
cura.
Se qualcuno comunque volesse restituirli, lincari-
cata sar a loro disposizione presso il Municipio il
giorno
MERCOLED 8 GENNAIO 1986
dalle ore 15,30 alle ore 17,30
Grazie e BUON NATALE A TUTTI!
18
in dono a tutte le famiglie
un aiuto per saperne di pi
Di fronte al fenomeno della diffusione dei Testimo-
ni di Geova, facilmente ci si pone, da parte cattoli-
ca, in un atteggiamento di infastidita sufficienza.
La prima impressione, il fastidio della loro petu-
lanza nel passare di porta in porta. Ma alla fine ci
si rassicura, poich si tratta di un movimento che
non potr mai seriamente influire sulla massa,
dato il suo spirito chiara-lente ghettizzante.
Non arriva poi ad impensierire eccessivamente a
causa dellinconsistente base scientifica della sua
lettura biblica e della visione antropologica e co-
smologica.
Restano tuttavia degli interrogativi di fondo che
non possono lasciarci tranquilli. Perch va na-
scendo in quasi, tutte le nostre citt qualche nu-
cleo dei T d G? Una delle risposte pi comuni
che i nostri cristiani mancano di una sufficiente
istruzione religiosa, per cui non sono in grado di
valutare gli errori dei TdG e restano incapaci di ri-
spondere alle loro affermazioni.
Vi per unaltra ragione: in realt quello che in-
curiosisce prima e potrebbe attirare e conquistare
poi non sono tanto le entusiasmanti verit bibliche
o teologiche, ma piuttosto la sorpresa di scoprire
un gruppo di persone legale saldamente fra loro
su basi religiose.
Ecco allora lo stimolo che ci viene da questi fratel-
li: le nostre sono vere comunit affettivamente
unificanti?
I TdG sono un movimento sbagliato dottrinalmen-
te e per questo hanno tutto sommato poca presa;
ma ne hanno quel tanto che basta per farci riflet-
tere sullurgenza di ridare il senso di famiglia" alle
nostre comunit parrocchiali.
Nulla ci pu dispensare dal far nascere, crescere
e continuamente rivitalizzare il "senso di famiglia
tra i parrocchiani. Certamente la risposta pi vali-
da che si potrebbe dare al T d G che bussa alla
porta dovrebbe essere questa: "Vieni nella mia
comunit parrocchiale e vedrai da te la bellezza e
la gioia di incarnare il Vangelo nella maniera giu-
sta."
Quanti potrebbero oggi fare questa proposta?
il mio presepio
ritagliare
INVITO PERSONAL A DON ANTONIO:
TI ASPETTO A VISITARE. IL MIO PRESEPIO
MI CHIAMO .......................................
ABITO in VIA .....................................
"Anchio ho fatto il presepio!
Vieni a vederlo?"
un dialogo che mi piacerebbe fare con tutti i
ragazzi di Ronago anche questanno. Non im-
porta se piccolo o grande, verr a vederlo nelle
vacanze di Natale insieme a un gruppo di altri
ragazzi e ti lascer un ricordo per ricompensarti
della fatica e della buona volont che hai dimo-
strato.
Allora aspetto il tuo invito! Ciao.
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