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Nuovo maxi trasferimento alla Regione siciliana. Questa volta, il provvedimento del governatore Rosario Crocetta, colpisce una novantina tra dirigenti e funzionari dell’assessorato all’Ambiente e Territorio, dove la giunta ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con “ritardi inspiegabili”.
“Per sbloccare le pratiche all’assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare”. Lo ha rivelato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti, a Gela, in occasione della presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il “Megafono”, al Senato, e quella del Pd alla Camera. “Ce ne volevano di soldi”, ha detto in dialetto Crocetta, in un posto dove “la corruzione l’ha fatta da padrona in questi anni”.
“Così è stato nel caso di un funzionario del Dipartimento ambiente – riferisce l’assessore Lo Bello – che subito dopo aver presieduto una conferenza di servizi che procedeva al rilascio dell’autorizzazione, e’ diventato proprietario di un’automobile acquistata presso una concessionaria del novarese, il cui amministratore delegato risulta essere anche l’amministratore delegato della società alla quale era stata rilasciata l’autorizzazione, autorizzazione che poi il Tar, con due diverse sentenze nel 2012, ha annullato”.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/07/smaltimento-rifiuti-in-sicilia.html
Titolo originale
Discarica Mazzara 2012 Cannova Tar Catania Cittadini Contro Tirrenoambiente s
Nuovo maxi trasferimento alla Regione siciliana. Questa volta, il provvedimento del governatore Rosario Crocetta, colpisce una novantina tra dirigenti e funzionari dell’assessorato all’Ambiente e Territorio, dove la giunta ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con “ritardi inspiegabili”.
“Per sbloccare le pratiche all’assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare”. Lo ha rivelato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti, a Gela, in occasione della presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il “Megafono”, al Senato, e quella del Pd alla Camera. “Ce ne volevano di soldi”, ha detto in dialetto Crocetta, in un posto dove “la corruzione l’ha fatta da padrona in questi anni”.
“Così è stato nel caso di un funzionario del Dipartimento ambiente – riferisce l’assessore Lo Bello – che subito dopo aver presieduto una conferenza di servizi che procedeva al rilascio dell’autorizzazione, e’ diventato proprietario di un’automobile acquistata presso una concessionaria del novarese, il cui amministratore delegato risulta essere anche l’amministratore delegato della società alla quale era stata rilasciata l’autorizzazione, autorizzazione che poi il Tar, con due diverse sentenze nel 2012, ha annullato”.
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Nuovo maxi trasferimento alla Regione siciliana. Questa volta, il provvedimento del governatore Rosario Crocetta, colpisce una novantina tra dirigenti e funzionari dell’assessorato all’Ambiente e Territorio, dove la giunta ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con “ritardi inspiegabili”.
“Per sbloccare le pratiche all’assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare”. Lo ha rivelato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti, a Gela, in occasione della presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il “Megafono”, al Senato, e quella del Pd alla Camera. “Ce ne volevano di soldi”, ha detto in dialetto Crocetta, in un posto dove “la corruzione l’ha fatta da padrona in questi anni”.
“Così è stato nel caso di un funzionario del Dipartimento ambiente – riferisce l’assessore Lo Bello – che subito dopo aver presieduto una conferenza di servizi che procedeva al rilascio dell’autorizzazione, e’ diventato proprietario di un’automobile acquistata presso una concessionaria del novarese, il cui amministratore delegato risulta essere anche l’amministratore delegato della società alla quale era stata rilasciata l’autorizzazione, autorizzazione che poi il Tar, con due diverse sentenze nel 2012, ha annullato”.
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Rinvio dello svolgimento della rubrica Energia e servizi di pubblica utilit e
discussione della mozione n. 18 Revoca in autotutela del decreto A.R.T.A. n. 221 del 19 marzo 2009 di autorizzazione allampliamento della discarica per r.s.u. (rifiuti solidi urbani) in contrada Tirit nel comune di Motta S. Anastasia (CT)
XVI LEGISLATURA 46a SEDUTA 29 maggio 2013
MARINO, assessore energia e servizi di pubblica utilit. Chiedo di parlare.
MARINO, assessore energia e servizi di pubblica utilit, Signor Presidente, a nome mio e del Governo chiedo scusa per il ritardo, non era una mancanza di rispetto, ma cera una Giunta straordinaria in corso per i mille problemi che riguardano la quotidianit che il Governo deve affrontare.
Era mia intenzione chiedere un rinvio della trattazione e della mozione e delle interrogazioni che erano calendarizzate per la giornata odierna per le ragioni che vi sto per dire.
In ordine alla mozione n. 18, a firma degli onorevoli Barbagallo, Cirone, Alloro, Ferrandelli, Raia e Foti, i quali hanno chiesto al Governo della Regione la revoca in autotutela del decreto dellAssessorato regionale territorio e ambiente n. 221 del 19 marzo 2009 di autorizzazione allampliamento della discarica - rifiuti solidi e urbani - in contrada Tirit nel comune Motta Santa Anastasia, in base a una serie di motivazioni che, appunto, sono specificate nella mozione.
Nel premettere che lAIA la VIA sono state rilasciate allOICOS nellanno 2009, quindi prima ancora della emanazione della legge n. 9 del 2010 con tutti i criteri e i limiti ivi indicati, al fine di meglio valutare lintero iter amministrativo e poter prendere una posizione ferma in nome del Governo, ho costituito una commissione ispettiva allinterno del mio dipartimento finalizzata a rivedere lintero iter amministrativo che ha determinato il rilascio dellAIA e della VIA.
La ragione era legata innanzitutto alla predisposizione della mozione e alla volont di voler essere ancora pi precisi di coloro i quali hanno, certamente con precisione, prospettato i vizi delliter amministrativo che ha riguardato il rilascio delle autorizzazioni allOICOS, proprio perch le autorizzazioni sono prima della legge 9 del 2010.
In secondo luogo, perch in ogni caso verte un giudizio amministrativo, nellambito del quale era anche stata chiesta la sospensiva delle autorizzazioni rilasciate con rigetto in ordine alla sospensiva, che hanno comunque determinato in chi vi parla la volont di ulteriormente esplorare quelliter amministrativo.
2 Ripeto qui se dovessimo rispondere in maniera asettica e secondo i provvedimenti rilasciati probabilmente ci sono gli organi di controllo che hanno operato, quello che Arpa e provincia che dovevano verificare e vi una iniziale difformit poi superata agli organi di controllo dellopera, perch erano previsti dei setti e invece si fatto un vascone unico, poi sono intervenuti Arpa e provincia asserendo che era tutto a posto, ecco, alla luce di tutte queste evenienze, mi sono determinato a guardare meglio tutto liter amministrativo per potere essere pi preciso.
Pertanto, sotto questo profilo, anche per questa ragione in ordine alla mozione, io chiedo un rinvio. E chiedo un rinvio anche nella trattazione delle interrogazioni che erano state calenderizzate per la seduta odierna, sia perch sono state inserite nella seduta odierna nella tarda mattinata di oggi, quando gi avevamo in corso una Giunta e che ancora in corso - e per questo vi chiedo scusa -, ma vi chiedo anche di voler considerare che per le ore 19.00 di stasera, io dovrei essere a Messina in Prefettura per una riunione relativa alla vicenda della discarica di Mazara Santa Andrea, con i sindaci ed altri soggetti.
Quindi, rispettando assolutamente il ruolo dellAssemblea e senza volere essere scortese e ribadendo le mie scuse per il ritardo, chiedo un rinvio della trattazione di quanto era calenderizzato e che era di mia competenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire lonorevole Barbagallo quale primo firmatario della mozione n. 18. Sulla stessa mozione c una richiesta di rinvio da parte dellassessore Marino, come ha peraltro avuto modo di esplicitare dando le sue ragioni.
Questa mozione era molto attesa, quindi, considerando la oggettiva necessit dellassessore Marino di dovere presenziare ai lavori che si terranno nella Prefettura di Messina, do la parola allonorevole Barbagallo per una breve illustrazione della relativa mozione.
Ne do lettura:
LAssemblea regionale siciliana
PREMESSO che:
da oltre 30 anni i cittadini di Misterbianco sono costretti a convivere con una delle pi grosse discariche per rifiuti solidi urbani della Sicilia, localizzata in contrada Tirit, nel comune di Motta S. Anastasia, ad appena 400 metri in linea d'aria dal centro abitato di Misterbianco, dove quotidianamente viene riversata un'enorme quantit di rifiuti provenienti dai comuni di ben 4 A.T.O. della provincia di Catania (ATO CT1 - CT2 - CT3 - CT5), dell'ATO ME4 e dell'ATO RG, oltre che da diversi soggetti privati; col passare degli anni il disagio dei cittadini si trasformato in un'emergenza igienico-ambientale che mette a rischio la salute delle persone e la qualit della vita, poich ad ogni ora del giorno e della notte un fetore insopportabile intossica l'aria costringendo la 3 gente a tenere porte e finestre chiuse; il dato oggettivo e non contestabile dei miasmi fetidi che investono il Comune di Misterbianco e quello di Motta S. Anastasia stato testimoniato - fin qui - da pi di 5.000 firme dei cittadini raccolte in pochi mesi, da una manifestazione popolare e dalla successiva impugnazione al Tar, da parte dei comitati e dei comuni di Motta e Misterbianco, del Piano Regionale dei Rifiuti;
la mutata consapevolezza dei cittadini circa l'importanza della tutela dell'ambiente e della salute umana ha sollecitato negli ultimi anni la costituzione di diversi comitati civici sia a Misterbianco che a Motta Sant'Anastasia; anche la Provincia regionale di Catania ha riconosciuto il carattere peculiare dei fattori di rischio ambientale presenti nel territorio di Misterbianco finanziando un progetto sperimentale di monitoraggio della patologia tumorale cronica e invalidante eventualmente correlabile a quei fattori, con la collaborazione gratuita dei medici di famiglia;
CONSIDERATO che:
la ditta Oikos s.p.a., titolare della discarica di Tirit, ha presentato il 7/03/2007, presso l'Assessorato Territorio e ambiente della Regione siciliana, un progetto di adeguamento discarica per rifiuti inerti in un terreno di sua propriet confinante con l'attuale discarica R.S.U., sito in contrada Valanghe d'Inverno nel Comune di Motta Sant'Anastasia;
la ditta Oikos s.p.a., con nota prot. ARTA n. 50935 del 25/06/2008, ha successivamente richiesto la modifica del progetto gi presentato 'da discarica per rifiuti inerti a discarica per rifiuti non pericolosi', trasformandolo di fatto in un progetto di ampliamento della discarica per R.S.U. gi operante;
a conclusione del procedimento istruttorio l'Assessorato Territorio e ambiente della Regione siciliana, con Decreto n. 221 del 19 marzo 2009, ha autorizzato l'ampliamento, autorizzando una capacit aggiuntiva di ampliamento delle vasche pari a 2.538.575,20 mc;
i volumi autorizzati non risultano coerenti col fabbisogno reale dell'A.T.O. della provincia di Catania, cos come individuato dalla L.R. n. 9 dell'8/04/2010;
RILEVATO che:
l'art. 199, c. 3, lettera a), del D.lgvo 152/2006 stabilisce l'obbligo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli ambiti territoriali ottimali nel rispetto del principio di prossimit e autosufficienza, e che l'art. 201 dello stesso decreto stabilisce che la realizzazione o comunque l'ampliamento di una discarica deve corrispondere alle esigenze dell'ambito territoriale ottimale sul quale collocata; mentre la capacit aggiuntiva di ampliamento delle vasche nella discarica di Tirit risulta assolutamente sovradimensionata, tanto da configurarsi come una megadiscarica in grado di raccogliere i rifiuti di mezza Sicilia e forse pi; 4
il decreto n. 221 del 19 marzo 2009 non prende minimamente in esame il parametro delle adeguate distanze dai centri abitati;
il rapporto istruttorio n. prot. n. 60 del 22/01/2009, che costituisce parte integrante del decreto, prevede che il giudizio di compatibilit ambientale positivo concesso vincolato all'attuazione delle seguenti prescrizioni:
1. Coerenza con il piano di gestione di rifiuti in Sicilia. Il piano di gestione dei rifiuti in Sicilia, come noto, stato approvato dal Governo nazionale ed in fase di rielaborazione da parte del Governo regionale secondo linee guida certamente differenti rispetto a quelle che hanno ispirato il piano all'epoca dell'avvio dell'iter amministrativo che ha portato all'approvazione dello stesso.
2. Raccolta differenziata. Obbligo per il committente del progetto (gestore) di sensibilizzare responsabilizzare e far partecipare la popolazione residente nell'ambito territoriale di riferimento, alla pratica del riciclaggio dei rifiuti, con azioni dimostrative e di promozione di ogni grado e tipo, circoscrizioni, eventi culturali e incontri pubblici, nonch seminari e presentazioni ufficiali, aventi per tema la raccolta differenziata dei rifiuti e gli effetti di una virtuosa gestione integrata degli stessi.
Nulla di tutto questo stato fatto, ed anzi occorre rilevare che la ditta Oikos s.p.a, aderente al consorzio S.i.m.c.o., che gestisce oltre alla discarica di Tirit anche il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nell'ATO CT3, non ha raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata prevista dal contratto d'appalto per la gestione integrata dei rifiuti, tanto che in corso un contenzioso tra il consorzio stesso e la Simeto Ambiente S.p.a., societ di gestione dell'ATO CT3.
3. Riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica. Obbligo del committente di rispettare gli obiettivi di cui all'art. 5 del D. Lgs. 36/2003 e dell'Adeguamento del Programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili approvato con Ordinanza Commissariale n. 1133/06 che prevede che entro il 2008 i rifiuti urbani biodegradabili conferiti in discarica debbano essere inferiori a 173 kg/anno per abitante e tale valore debba ridursi a 115 kg entro il 2011. Siamo lontanissimi da questo obiettivo, per ottenere il quale il dato della raccolta differenziata nelle comunit servite dalla discarica dovrebbe essere almeno del 30%.
4. Controllo dei gas. Nei controlli effettuati a campione dalla Provincia Regionale, a seguito di interpellanza consiliare nei giorni 21 e 22 ottobre 2010 emerso che non funzionava la torcia della ditta ICQ holding S.p.A per il recupero del biogas prodotto dalla discarica e immesso in atmosfera, tanto che la stessa ditta stata diffidata ad attivarsi per il ripristino immediato dell'impianto.
5. Rifiuti ammessi in discarica. Obbligo di pretrattamento e selezione dei rifiuti che non rispettano i requisiti di cui all'art. 7, comma 1, del D.Lgs. 36/2003. L'art. 12, comma 11, del Decreto 221 del 19 marzo 2009 stabilisce che il 5 Gestore avrebbe dovuto provvedere, prima dello smaltimento in discarica, al trattamento dei rifiuti urbani a partire dal 01/07/2009. Dal sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia regionale di Catania il 21 e 22 ottobre 2010, risulta che l'impianto di pretrattamento presente nella discarica entrato in funzione solo nel luglio del 2010, come si pu rilevare anche dalla relazione successiva al sopralluogo;
PREMESSO, inoltre, che:
in data 28 ottobre 2010, l'Assessore alle politiche dell'Ambiente e del Territorio della Provincia regionale di Catania ha invitato il Dirigente del Servizio Ambiente a comunicare ai competenti organi regionali la decisione 'di rivedere i pareri gi espressi, consentendo esclusivamente la gestione delle strutture in esercizio ed escludendo la discarica di c.da Tirit da futuri ampliamenti'; in data 8 novembre 2010, con oggetto 'Grave emergenza della discarica di Motta S. Anastasia - c.da Tirit, revisione dei pareri finalizzati alla costruzione di nuovi impianti di discarica', da parte della Provincia regionale di Catania stato richiesto ai soggetti competenti 'un tempestivo e appropriato intervento finalizzato alla revisione del Decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale n. 221 del 19/03/2009 e del Decreto di autorizzazione integrata ambientale del Dirigente Generale n. 83 del 04703/2019, entrambi emanati dall'Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, ed annullamento in autotutela delle autorizzazioni suddette'; i costi si conferimento nella discarica di Tirit sono tra i pi elevati d'Italia: 94,70 euro + IVA a tonnellata,
IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE
a revocare in autotutela il decreto A.R.T.A. n. 221 del 19 marzo 2009 e provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati, che tenga conto dell'effettivo fabbisogno del nuovo ambito territoriale ottimale cos come individuato dalla legge regionale 8/04/2010, n. 9. (18)
BARBAGALLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che se ci sono le condizioni la mozione si potrebbe trattare, facendo riferimento a quanto analogamente accaduto in questAula con la vicenda del Muos. Sostanzialmente, assessore Marino, e non me ne voglia, anche l si trattava di un iter amministrativo gi esitato formalmente dallAssessorato regionale del territorio e ambiente ed lo stesso iter che pu dirsi concluso anche in questo caso specifico con lautorizzazione da parte dellACTA nel 2009. Ed io concordo con lei su questa consolidazione del procedimento amministrativo che gi in essere. Qui c una vicenda che ha attraversato lAssemblea in queste settimane, ha richiesto una calendarizzazione e riguarda laspetto politico della mozione, la stessa cosa che accaduta, ripeto per analogia, col Muos, dove lAssemblea ha votato una mozione con la quale ha invitato il Governo ad adottare gli utili provvedimenti per revocare latto gi assentito.
6 Noi con la mozione chiediamo questo, chiediamo cio che vengano adottati gli utili provvedimenti, quindi se lAssemblea vota favorevolmente un percorso che pu andare avanti e lAssessorato decider se fare una Commissione ispettiva, se non farla, se revocare il provvedimento etc. Se lAssemblea non la vota, lAssessorato pu anche non scomodarsi anche se autonomamente ha adottato un procedimento autonomo e non crea nessun pregiudizio allazione del Governo n ai lavori dellAssemblea.
Signor Presidente, credo che sia rispettoso anche per il lavoro svolto dai Presidenti in sede di Conferenza dei Capigruppo che la mozione in questione sia trattata. Insisto pertanto affinch io possa illustrare la mozione.
CRACOLICI. Votiamola, signor Presidente.
MARINO, assessore per lenergia e i servizi di pubblica utilit. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolt.
MARINO, assessore per lenergia e i servizi di pubblica utilit. Chiedo scusa, signor Presidente, allora se c un atto di indirizzo voi sapete quali sono le direttive gi emanate dal mio Assessorato.
Voglio dirvi una cosa, io ritengo innanzitutto doveroso anche per come sono abituato, per la professione che ho svolto, leggere gli atti amministrativi che hanno determinato questa vicenda. Fra laltro, ho il dovere di tutelare sotto il profilo della responsabilit contabile sia la Regione che il mio Direttore generale.
Questo un altro profilo importante che non posso non tenere in considerazione.
Come atto di indirizzo chiaro, e lo sapete perfettamente bene, che lintento del Governo quello di non parlare pi di discariche, ma di parlare di impianti, tanto che proprio il Governo ha chiesto lemergenza e il Governo Monti, come ultimo atto, ha dichiarato lemergenza per limpiantistica sullintero territorio siciliano. Quindi mi sembra una cosa scontata, lindirizzo del Governo molto chiaro su questo, per, nella parte motiva si chiede una cosa particolare, ben precisa, quindi, laddove si tratta di questioni di merito e sostanziali, lindirizzo politico pu a volte anche aspettare, soprattutto quando come in questo caso specifico si chiede qualcosa di ben preciso.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. La mozione si intende illustrata e distribuita, stiamo trovando una soluzione mediana, tutto sommato. Si rinunciato alla trattazione delle interrogazioni e interpellanze che, ad onore del vero, mi comunicano gli uffici, sono state trasmesse gi da tempo, per un problema probabilmente di comunicazione, non altro. 7 Pongo in votazione la mozione n. 18. Chi favorevole resti seduto, chi contrario si alzi.
(E approvata)
PRESIDENTE. Assessore, la liberiamo da questimpegno con lAula, la mozione stata approvata.
Buon lavoro.
Onorevoli colleghi, come vedete, questo un Parlamento che d soddisfazioni. In poco tempo si riusciti ad approvare una mozione di una certa importanza.
TAR CATANIA CITTADINI CONTRO TIRRENOAMBIENTE S.P.A. RICHIESTA ANNULLAMENTO DECRETO 391 2009 DEL 2 SERVIZIO VIA VAS 393 2008 DISCARICA MAZZARA' S. ANDREA CONTRADA ZUPPA'
N. 00145/2014REG.PROV.COLL. N. 00154/2013 REG.RIC N. 00188/2013 REG.RIC
R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2513 del 2009, proposto da: Umberto Torre, Mariano Stroscio, Antonino Aveni, Giuseppe Accetta, Francesca Conti, Giuseppe Bonanno, Antonino Bonanno, Elena Puliafico, Filippa Bonanno, 8 Antonino Crisafulli, Silvia Pesce, Francesco Fazio, Benito Foti, Natala Maria Fazio, Caterina Sofia, Filippo Di Natale, Domenico Isgr, Saverio Ginevra, Giovanni Arena, Giuseppe Risica, Filippo Crisafulli, Tindaro Risica, Alfio Antonio Risica, Domenico Stoppia, Domenico Torre, Filippo Fazio, Giovanni Perdichizzi, Antonino Italiano, Marilena Lopes, Carmelo Lopes, Tindaro Benenati, Antonino Spano, Franco Lopes, Carmelo Sofia, Sandro Puliafico, Santo Giorgianni, Pasquale Tindari Belardo, Angelo Miano e Rocco Cambria, rappresentati e difesi dallAvv. Raffaela Pugliano, con domicilio presso Rosario Magnano di San Lio, in Catania, Via G. Leopardi 103; contro - Assessorato al Territorio ed allAmbiente della Regione Siciliana, in persona dellAssessore pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149; - Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, in persona dellAssessore pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149; - Commissario delegato per lemergenza rifiuti e la tutela della delle acque in Sicilia, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149; - Agenzia Regionale per i rifiuti e le acque, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149; - Agenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dallAvv. Giuseppe 9 Billitteri, domiciliata presso la sede del Dipartimento Provinciale di Catania, in Catania, Via Carlo Ardizzone 35; - Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dagli Avv.ti Mariacarla Minasi e Giancarlo Niutta, domiciliata presso lAvv. Liliana Iachelli, in Catania, Via Messina 829 (presso lUfficio Legale dellAzienda Ospedaliera Cannizzaro); - Comune di Mazzarr S. Andrea, in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvv. Giuseppe Tortora, domiciliato presso lo studio dellAvv. Nino Grippaldi, in Catania, Via Aldebaran 9; nei confronti di Tirrenoambiente S.p.A., in persona del legale rappresentante, rappresentata e difesa dagli Avv.ti Aldo Tigano e Lina Merendino, con domicilio presso la Segreteria del Tar di Catania, in Catania, via Milano 42/a; per lannullamento dei provvedimenti di seguito indicati: 1) decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente; 2) determinazioni adottate nel corso delle conferenze di servizi in data 25 febbraio 2009 e 17 aprile 2009; 3) note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 844 in data 25 febbraio 2009 e n. 1904 del 27 aprile 2009; parere del responsabile dellarea tecnico- manutentiva del Comune di Mazzar in data 25 febbraio 2009; nota dellUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 29724 in data 17 aprile 2009; nota del Servizio V n. 156 in data 6 maggio 2009; nota del Servizio III n. 217 in data 7 maggio 2009; parere della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina di cui al verbale in data 17 marzo 2009; autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina n. 7166/08/cc in data 11 settembre 2008; 10 rapporto istruttorio dellUnit Operativa Impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 268 in data 25 febbraio 2009; 4) decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente; 5) determinazioni adottate nel corso delle conferenze dei servizi in data 13 giugno 2008 e 12 settembre 2008; 6) rapporto istruttorio delUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 376 in data 12 marzo 2009; note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di di Messina n. 2595 in data 12 giugno 2008 e n. 1903 in data 27 aprile 2009; nota dellUnit Operativa S3-I n. 152 in data 7 aprile 2009; nota della I U.D. n. 665 in data 8 maggio 2009; parere favorevole del Servizio di Igiene Pubblica del Distretto di Barcellona n. 35 in data 11 settembre 2008; nota dellUnit Operativa 5.1 n. 158 in data 7 maggio 2009; parere reso dalla Commissione Provinciale Tutela ed Ambiente di Messina nella riunione del 3 febbraio 2009; 7) ordinanza del Commissario Delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 in data 28 dicembre 2006.
Visti il ricorso e i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente della Regione Siciliana, dellAssessorato ai Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, del Commissario Delegato per lemergenza dei rifiuti e la tutela delle acque in Sicilia, dellAgenzia Regionale per i rifiuti e le acque, dellAgenzia Regionale per lAmbiente, del Comune di Mazzarr Sant'Andrea, dellAUSL n. 5 di Messina e della Tirrenoambiente S.p.A.; Visti tutti gli atti della causa; 11 Relatore nelludienza pubblica del giorno 19 settembre 2012 il dott. Daniele Burzichelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:
FATTO e DIRITTO La Tirrenoambiente s.p.a. gestisce una discarica per il conferimento di rifiuti solidi urbani ubicata nel Comune di Mazzar S. Andrea, in Contrada Zupp. La Regione Siciliana, con decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente, ha rilasciato alla Tirreno Ambiente lautorizzazione integrata ambientale per la realizzazione di un impianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica. Con decreto del medesimo Dirigente n. 393 in data 23 maggio 2009 si inoltre espresso favorevole giudizio di compatibilit ambientale ed stata rilasciata lautorizzazione integrata ambientale per il progetto di ampliamento della discarica. Gli odierni ricorrenti affermano di risiedere nellabitato del Comune di Furnari, a poche centinaia di metri dal sito ove ubicata la discarica di cui si tratta. In punto di fatto i ricorrenti premettono che lautorizzazione di cui al citato decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 si riferisce ad un impianto in grado di trattare oltre 750 tonnellate al giorno e che in forza dellautorizzazione di cui al decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 la capienza della discarica passata da 1.480.000 metri cubi a 3.200.000 metri cubi. Osservano inoltre che i decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009 sono provvedimenti tra loro connessi, anche in ragione del fatto che, ai sensi dellart. 7, primo comma, d.lgs. n. 326/2003, i rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo il prescritto trattamento. 12 Aggiungono, infine, che il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 prevede espressamente il deposito in discarica anche di rifiuti contenenti amianto. Con il presente gravame, corredato di ampia documentazione, i ricorrenti impugnano i seguenti provvedimenti: 1) decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente; 2) determinazioni adottate nel corso delle conferenze di servizi in data 25 febbraio 2009 e 17 aprile 2009; 3) note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 844 in data 25 febbraio 2009 e n. 1904 del 27 aprile 2009; parere del responsabile dellarea tecnico- manutentiva del Comune di Mazzar in data 25 febbraio 2009; nota dellUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 29724 in data 17 aprile 2009; nota del Servizio V n. 156 in data 6 maggio 2009; nota del Servizio III n. 217 in data 7 maggio 2009; parere della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina di cui al verbale in data 17 marzo 2009; autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina n. 7166/08/cc in data 11 settembre 2008; rapporto istruttorio dellUnit Operativa Impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 268 in data 25 febbraio 2009; 4) decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente; 5) determinazioni adottate nel corso delle conferenze dei servizi in data 13 giugno 2008 e 12 settembre 2008; 6) rapporto istruttorio delUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 376 in data 12 marzo 2009; note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di di Messina n. 2595 in data 12 giugno 2008 e n. 1903 in data 27 aprile 2009; nota dellUnit Operativa S3-I n. 152 in data 7 aprile 2009; nota della I U.D. n. 665 in data 8 maggio 2009; parere favorevole del Servizio di Igiene Pubblica del 13 Distretto di Barcellona n. 35 in data 11 settembre 2008; nota dellUnit Operativa 5.1 n. 158 in data 7 maggio 2009; parere reso dalla Commissione Provinciale Tutela ed Ambiente di Messina nella riunione del 3 febbraio 2009; 7) ordinanza del Commissario Delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 in data 28 dicembre 2006. Con il primo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione dellart. 4 d.lgs. n. 59/2005 e del d.lgs. n. 36/2003, eccesso di potere per travisamento, difetto di istruttoria, contraddittoriet e violazione del principio del giusto procedimento, violazione dellart. 32 Cost. e dei principi di prevenzione e precauzione, nonch dellart. 3 legge regionale n. 10/1991. In particolare i ricorrenti osservano che: a) lart. 4, quarto comma, d.lgs. n. 59/2005 dispone che lautorizzazione per le discariche di rifiuti possa essere concessa se sono soddisfatti, tra laltro, i requisiti tecnici di cui al d.lgs. n. 36/2006; b) il paragrafo 2.1, ultimo comma, dellallegato I al d.lgs. n. 36/2006 prevede che, nel caso di rifiuti contenenti amianto, sia necessario, al fine di evitare qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre, uno specifico studio sulla distanza dai centri abitati in relazione alla direttrice dei venti dominanti, con lulteriore precisazione che tale direttrice deve essere stabilita sulla base di dati statistici significativi dellintero arco dellanno e relativi ad un periodo non inferiore a cinque anni; c) il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 si fonda invece su un semplice e lacunoso studio anemometrico, condotto facendo ricorso ai soli dati rilevati dalla centralina presente nella discarica e relativi ad un periodo di quattro anni; d) il menzionato studio anemometrico evidenzia comunque la prevalenza dei venti provenienti da sud-sudest e sud-sudovest nelle stagioni invernali e primaverili, dei venti provenienti da sud-sudovest nella stagione estiva e dei venti provenienti da sud-sudest nella stagione autunnale ed afferma erroneamente che sia il Comuni di Furnari che quello di 14 Mazzar S. Andrea rimangono al di fuori del cono di influenza delle sopra indicate direzioni dei venti; e) ci non risponde al vero in quanto i venti che spirano da sud-est e da est investono labitato di Furnari, che ubicato ad ovest e a nord della discarica; f) nello stesso studio di impatto ambientale redatto dalla Tirreno Ambiente s.p.a. si legge (pagina 62) che ricorrente il vento di scirocco che spira da sudest caldo e violentissimo per pi giorni di seguito nel periodo autunno-primaverile; g) nel parere dellAUSL n. 5 in data 11 settembre 2008 si afferma esplicitamente che si avvertono periodicamente esalazioni maleodoranti; h) la relazione (pagina 14) in merito al rilevamento della qualit dellaria effettuato dallARPA nel periodo 29 luglio 2008-17 settembre 2008, trasmessa alla Regione con nota n. 17526 del 22 ottobre 2008 (espressamente citata a pagina 2 del rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo 2009, pagina 2), evidenzia la presenza di elementi come idrocarburi, aromatici, alifatici e solforati e conferma la sussistenza di un inquinamento di natura organica; i) i venti, che trasportano sostanze odorigene nellabitato di Furnari, sono in condizione di trasportare anche le fibre di amianto, la cui lunghezza sovente pari ad appena cinque micron ed il cui diametro di soli 3 micron; l) nella nota n. 2585 in data 12 giugno 2008 dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina (acquisita nel procedimento concluso con lautorizzazione n. 393 in data 23 maggio 2009) si afferma che nel piano di intervento non viene fatto cenno alla gestione degli odori; circa tale potenziale impatto si riporta che lunico insediamento urbano nei pressi della discarica sarebbe il Comune di Mazzar S. Andrea, ci non vero in quanto a circa cinquecento metri in direzione nordovest ricade il centro abitato del Comune di Furnari; m) lo studio anemometrico, inoltre, stato effettuato avvalendosi della sola centralina - non debitamente certificata - esistente nella discarica e non delle varie centraline dislocate tra la discarica ed 15 il paese di Furnari; n) il decreto dellAssessore Regionale al Territorio ed allAmbiente in data 28 aprile 2005 (lett. u dellAllegato B) richiede che i dati anemometrici siano certificati da una ditta specializzata ed abilitata a tale certificazione; o) nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 (punto 20) si afferma che il gestore della discarica tenuto ad effettuare il monitoraggio ed il controllo della concentrazione di fibre di amianto nellaria con frequenza almeno trimestrale, con previsione di almeno due punti di prelievo lungo la direttrice principale del vento dominante, a monte e a valle della discarica, e con valutazione dei risultati ai sensi del decreto ministeriale in data 6 ottobre 1993 e, per quanto attiene alle fibre di amianto, mediante tecniche analitiche di MOCF (microscopica ottica in contrasto di fase); p) tale circostanza dimostra lassoluta insufficienza dello studio anemometrico presentato dalla societ; q) inoltre, il punto 5.4. dellAllegato II al d.lgs. n. 36/2003 prevede una misurazione almeno mensile delle emissioni gassose, salvo diversa prescrizione dellAutorit di controllo, e il successivo punto 5.5. stabilisce che la frequenza delle misure viene fissata allinterno del piano di sorveglianza e di controllo; r) il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 prevede, invece, una cadenza trimestrale delle misurazioni, senza fornire sul punto alcuna motivazione. Con il secondo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione delle disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale di cui al d.lgs. n. 152/2006, del decreto assessoriale in data 24 settembre 2008, dei principi di prevenzione e di precauzione, dellart. 32 Cost., dellart. 3 legge regionale n. 10/1991, nonch eccesso di potere per difetto di istruttoria. In particolare i ricorrenti osservano che: a) il parere di non assoggettabilit alla valutazione di impatto ambientale in relazione allimpianto di selezione e stabilizzazione e la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa allampliamento della discarica risultano viziati in quanto in contrasto con il 16 decreto dellAssessore Regionale al Territorio ed allAmbiente in data 24 settembre 2008, applicabile con riferimento ad entrambe le procedure; b) il citato decreto assessoriale, oltre a sollecitare gli enti preposti agli interventi del caso per contrastare la presenze di sostanze maleodoranti nellaria (con particolare riguardo agli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, agli impianti di compostaggio, agli inceneritori e alle discariche), stabilisce espressamente che i progetti soggetti a valutazione di impatto ambientale devono includere lesame delleventuale presenza e rilascio di odori e specificare le misure preventive adottate ed indica altres una puntuale e nutrita serie di raccomandazioni, con particolare riferimento alleffettuazione di interventi di natura precauzionale e alla realizzazione di una rete di monitoraggio; c) il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 non contempla le sopra indicate prescrizioni assessoriali e, come gi indicato e risultante dalla menzionata nota dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 2595 in data 12 giugno 2008, il piano di intervento non contiene alcun cenno alla questione degli odori ed afferma erroneamente che lunico insediamento nei pressi della discarica costituito dallabitato del Comune di Mazzar S. Andrea; d) il decreto n. 393 in 23 maggio 2009 contempla solo le prescrizioni di cui allAllegato II, punto n. 5.4, d.lgs. n. 36/2003, che per si riferiscono ai livelli di tossicit degli inquinanti aerei e non riguardano la diversa questione degli odori; e) il rapporto istruttorio n. 268 del 25 febbraio 2009 ha escluso lassoggettabilit a valutazione di impatto ambientale del progetto relativo allimpianto di stabilizzazione, senza alcuna motivazione in ordine alle questione degli odori e senza alcuna verifica in ordine al rispetto delle prescrizioni in materia, con particolare riferimento a quelle di cui citato decreto assessoriale in data 24 settembre 2009; f) il progetto presentato dalla Tirrenoambiente s.p.a. prevede un sistema di trattamento dellaria che 17 garantisce valori di concentrazione delle emissioni odorigene non superiori a 300 O.U./Nmc/(h), mentre nel decreto n. 391 in data 21 maggio 2009, senza alcuna certezza in merito alla possibilit dellimpianto di garantire tale risultato, il limite in questione fissato in 200 O.U./Nmc/(h). Con il terzo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione degli artt. 23 e segg. d.lgs. n. 152/2006, nella stesura anteriore al d.lgs. n. 4/2008, degli artt. 19 e segg. d. lgs. n. 152/2006, nella stesura successiva al d.lgs. n. 4/2008, eccesso di potere per difetto di istruttoria, contraddittoriet, travisamento, violazione delle norme sul giusto procedimento e del d.lgs. n. 59/2005. In particolare i ricorrenti osservano che: a) la richiesta di autorizzazione integrata ambientale per lampliamento della discarica stata presentata dalla Tirrenoambiente s.p.a. in data 16 maggio 2007; b) lart. 4 d.lgs. n. 4/2008 esclude che le modifiche apportate da tale decreto si applichino alle procedura di valutazione di impatto ambientale in corso alla data di entrata in vigore del decreto stesso; c) in relazione al procedimento culminato nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009, occorre quindi tener conto della formulazione del d.lgs. n. 152/2006 anteriore allentrata in vigore del d.lgs. n. 4/2008; d) per quanto attiene invece al procedimento culminato nel decreto n. 391 in data 21 maggio 2009, occorre tener conto delle modifiche di cui al citato d.lgs. n. 4/2008 in quanto listanza per lautorizzazione relativa allimpianto di stabilizzazione stata presentata in data 4 luglio 2008; e) ai sensi dellart. 27 d.lgs. n. 156/2006, nel testo anteriore al d.lgs. n. 4/2008, lo studio di impatto ambientale doveva essere predisposto secondo le indicazioni di cui allallegato V, parte II, con informazioni sulla qualit ambientale (con particolare riferimento alla popolazione e allaria) e descrizione dei probabili effetti dellintervento, nonch delle misure previste per evitare, ridurre o compensare 18 rilevanti effetti negativi; f) inoltre, lart. 34, secondo comma, d.lgs. n. 152/2006, nel testo anteriore al d.lgs. n. 4/2008, per lipotesi di procedura di valutazione di impatto ambientale integrata nel procedimento per il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, prevedeva che il progetto e lo studio di impatto ambientale comprendessero anche le informazioni di cui allart. 5, primo e secondo comma. d.lgs. n. 59/2005, inclusa la descrizione del tipo e dellentit delle emissioni dellimpianto in ogni settore ambientale, lidentificazione degli effetti significativi delle emissioni sullambiente, nonch lindicazione di misure previste per controllare le emissioni e delle attivit di autocontrollo e di controllo programmato; g) in contrasto con la disciplina cui si fatto riferimento, il progetto di ampliamento della discarica non prende in considerazione lesistenza del centro abitato di Furnari, ma contempla solo gli effetti che lampliamento avrebbe prodotto sul territorio del Comune di Mazzarr S. Andrea e ci a dispetto dellacquisizione agli atti del procedimento della menzionata nota dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbente n. 2595 in data 12 giugno 2009, in cui si evidenziava che il piano di intervento non contemplava la questione degli odori e affermava erroneamente che lunico insediamento urbano nei pressi della discarica fosse quelle di Mazzarr S. Andrea, nonch delle note del Comune di Furnari (citate a pagina 2 del rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo 2009) nelle quali si lamentava limmissione di odori nauseabondi; h) risulta anche violato lart. 152/2006, che impone di considerare gli obiettivi della protezione della salute e del miglioramento della qualit della vita umana; i) lart. 4, ultimo comma, d.lgs. n. 152/2006, nella versione anteriore al d.lgs. n. 4/2008, comminava la sanzione della nullit per lipotesi di mancanza della procedura di valutazione di impatto ambientale.; i) anche nel procedimento culminato nel decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 sono stati compiuti solo vaghi ed inconsistenti accenni 19 allesistenza dellabitato di Furnari e non si comprende come si sia potuta escludere la valutazione di impatto ambientale., tenuto conto delle previsioni di cui agli art. 22 e segg. d.lgs. n. 152/2006, come modificato dal d.lgs. n. 4/2008, e dellAllegato VII, parte II, nelle versione successiva al citato d.lgs. n. 4/2008. Con il quarto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione delle prescrizioni di cui al punto 5.4 dellallegato II al d.lgs. n. 36/2003 e degli articoli 23 e segg. d.lgs. n. 152/2006, nonch eccesso di potere per sviamento e contraddittoriet. In particolare i ricorrenti osservano che: a) le prescrizioni contenute nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 sono carenti, tenuto conto che tale provvedimento prevede un monitoraggio annuale delle emissioni diffuse dalla discarica, mentre, secondo citato il punto 5.4 dellAllegato II al d.lgs. n. 36/2003 e la successiva tabella 2, tutte le misurazioni che riguardano le emissioni gassose e la qualit dellaria devono avvenire con cadenza almeno mensile; b) inoltre, nel rapporto istruttorio n. 376 in data 12 marzo 2009, lampliamento della discarica giustificato con riferimento alla necessit di evitare problemi di natura sanitaria e di ordine pubblico connessi al mancato smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella Provincia di Messina, mentre tali ragioni nulla hanno a che vedere con la procedura di valutazione di impatto ambientale; c) nel rapporto istruttorio si afferma che il progetto risulterebbe conforme allaggiornamento del Piano Regionale dei rifiuti di cui allordinanza n. 1133 del 28 dicembre 2006, qualora lAgenzia Regionale per i rifiuti e le acque comunicasse allAssessorato Regionale che la discarica risulta compresa nella nuova pianificazione regionale sui rifiuti solidi urbani; d) la circostanza che la discarica fosse o meno inserita fra quelle per le quali era previsto lampliamento nel Piano approvato con la citata ordinanza n. 20 1133/2006 del tutto ininfluente ai fini del rispetto delle norme e delle procedure di legge, incluse quelle che disciplinano il procedimento di V.I.A.; d) anche a voler prescindere dal fatto che linserimento della discarica in questione fra quelle di cui al Piano approvato con lordinanza n. 1133/2006 avrebbe dovuto essere accertato in via preliminare, non risulta comunque intervenuta alcuna comunicazione al riguardo da parte dellAgenzia Regionale per i rifiuti e le acque. Con il quinto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione del punto 2.1 dellallegato n. I al d.lgs. n. 36/2003 e violazione dellart. 3 legge regionale n. 10/1992 per difetto di motivazione. In particolare i ricorrenti osservano che: a) il citato punto 2.1 stabilisce che di norma gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi non devono essere ubicati in aree dove le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere lintegrit della discarica e delle opere ad essa connesse, n in aree sondabili, instabili ed alluvionabili, salva espressa motivazione per giustificare una decisione di segno contrario da parte dellAmministrazione e previo esame delle condizioni locali di accettabilit dellimpianto in relazione alla distanza dai centri abitati; b) nel caso di specie il sito in questione ricade nelle immediate vicinanze dellalveo del Torrente Mazzar ed il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 avrebbe quindi dovuto contenere unampia ed adeguata motivazione in merito ai profili cui si fatto riferimento, essendo intervenuta una modifica sostanziale ai sensi dellart. 2, lett. n, d.lgs. n. 59/2005, con incremento del volume della discarica superiore al valore di soglia indicato nellallegato I al menzionato d.lgs. n. 59/2005 e conseguente obbligo di esaminare ex novo la compatibilit del sito giusta il rinvio al d.lgs. n. 36/2003 contenuto nellart. 4, quarto comma, d.lgs. n. 59/2005. 21 Con il sesto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione delle norme sul giusto procedimento, omessa acquisizione del parere della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina ed eccesso di potere per travisamento. In particolare i ricorrenti osservano che: a) nel parere in data 3 febbraio 2009 della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina dellAssessorato Territorio ed Ambiente in merito allautorizzazione successivamente rilasciata con decreto n. 393 in data 23 maggio 2009, si invita limpresa a fornire chiarimenti: - sulla produzione annua di percolato nel caso in cui il volume dei rifiuti da abbancare fosse pari a metri cubi 1.780.000, apparendo esigui i metri cubi di percolato da estrarre, indicati in metri cubi 9.000; - sul numero delle vasche presenti per lo stoccaggio del percolato, riverificando la produzione media di percolato, che dovrebbe essere superiore a metri cubi 25 al giorno, in relazione ai metri cubi 1.780.000 da abbancare; b) nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 si afferma erroneamente che la Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina aveva espresso parere favorevole, mentre la Commissione aveva richiesto i sopra indicati chiarimenti, che non risultano essere mai intervenuti. Con il settimo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione degli artt. 5, comma 11, d.lgs. n. 59/2005, 3-quinquies, 178 e 208 d.lgs. n. 152/2006, 216 e 217 T.U. n. 1265/1934, 2 d.lgs. n. 267/2000, 31 e 34 legge regionale n. 10/2000, 2, legge regionale n. 30/2000, 97 Cost., della legge n. 241/1990, della legge regionale n. 10/1991, della direttiva CE n. 81/1996, dei principi di sussidiariet e precauzione, nonch eccesso di potere per illogicit manifesta, disparit di trattamento, travisamento di fatto, violazione del giusto procedimento e difetto di istruttoria. In particolare i ricorrenti osservano che: a) nonostante la discarica sia ubicata in prossimit dellabitato di Furnari, il Comune di Furnari non stato convocato 22 per le conferenze dei servizi che hanno preceduto i decreti n. 391 del 21 maggio 2009 e n. 393 del 23 maggio 2009; b) ai sensi dellart. 5, comma 11, d.lgs. n. 59/2005, lautorit competente al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale acquisisce, entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione dellannuncio di cui al precedente comma 7, trascorsi i quali lautorit competente rilascia lautorizzazione anche in assenza di tali espressioni, ovvero nellambito della conferenza di servizi di cui al comma 10, le prescrizioni del Sindaco di cui agli articoli 216 e 217 regio decreto n. 1265/1934; c) sia nel procedimento sfociato nel decreto n. 391 del 21 maggio 2009, sia in quello sfociato nel decreto n. 393 del 23 maggio 2009, la modalit di acquisizione delle prescrizioni del Sindaco stata quella della conferenza dei servizi, alle quali per il Sindaco di Furnari non stato convocato; d) alle conferenze dei servizi stato convocato solo il Sindaco del Comune Mazzarr S. Andrea (Comune che anche socio di maggioranza della Tirreno Ambiente s.p.a.), mentre il principio desumibile dal d.lgs. n. 59/2005 quello secondo cui occorre garantire la partecipazione di tutti i Comuni che possano risentire effetti negativi dallautorizzazione dellimpianto; e) non a caso lart. 15 d.lgs. n. 59/2005, nel caso che un impianto possa avere effetti negativi e significativi sullambiente di altro Stato dellUnione, impone di comunicare a questultimo i dati di cui agli art. 5 e 9 del medesimo decreto; f) il menzionato art. 5, comma 11, d.lgs. n. 59/2005 richiama gli artt. 216 e 216 T.U. n. 1265/1934; g) il citato art. 216 prescrive che le manifatture o fabbriche di prima classe che possano dar luogo ad esalazioni insalubri siano tenuti lontano dalle abitazioni e possano essere installate nellabitato solo se il titolare provi che lesercizio dellattivit non reca nocumento alla salute del vicinato, con obbligo in ogni caso per il titolare di dare avviso per iscritto almeno quindici giorni prima al Sindaco, il quale, se lo ritenga necessario nellinteresse della salute pubblica, 23 pu vietarne lattivazione o subordinarla a determinate cautele, h) il citato art. 217 dispone che, ogniqualvolta esalazioni possono essere di pericolo o danno per la salute pubblica, il Sindaco prescrive le norme da applicare per prevenire od impedire il danno e il pericolo; i) il decreto del Ministero della Sanit del 5 settembre 1994 inserisce nellelenco delle industrie insalubri di prima classe quelle relative a depositi ed impianti di depurazione e trattamento di rifiuti solidi e liquami; l) il Sindaco inoltre titolare dei poteri in materia di emergenza sanitaria e di igiene pubblica di cui allart. 50, quinto comma, d.lgs. n. 267/2000; m) risulta chiaro quindi che il Comune di Furnari doveva essere coinvolto nei due procedimenti di cui si tratta, n) ai sensi dellart. 14-quater, comma terzo e terzo-bis, legge n. 241/1990, richiamato espressamente dallart. 10, quinto comma, d.lgs. n. 59/2005, il dissenso di una delle Amministrazioni preposte alla tutela della salute e della pubblica incolumit comporta lonere di rimettere la decisione alla conferenza unificata di cui allart. 8 d.lgs. n. 281/1997; o) non pu ritenersi che la mancata convocazione del Sindaco di Furnari possa essere superata dalla previsione di cui al citato art. 5, comma 11, d.lgs. n. 59/2005, che consente di ritenere acquisite le prescrizioni di cui agli art. 216 e 217 decorsi sessanta giorni dalla pubblicazione di cui al precedente settimo comma, sia in quanto in entrambi i casi la scelta procedimentale stata quella della conferenza dei servizi, sia in quanto il citato comma 11 va interpretato in sintonia con lart. 7 Direttiva CE n. 61/1996 (di cui il d.lgs. n. 59/2005 costituisce misura attuativa), secondo cui gli Stati membri, qualora siano coinvolte pi autorit, adottano le misure necessarie al fine di garantire un approccio integrato effettivo di tutte le autorit competenti; p) la necessaria partecipazione del Comune di Furnari ai procedimenti culminati nei decreti n. 391 e n. 393 in data 23 maggio 2009 si giustifica inoltre sulla base dei principi di precauzione, prevenzione e 24 sussidiariet di cui agli artt. 2 e 50, quinto comma, d.lgs. n. 267/2000, 216 e 217 regio decreto n. 1265/1034, , 3-ter, 3-quinquies, 178, terzo, quarto e quinto comma, 208, terzo comma, 301 d.lgs. n. 152/2006, 7 e seguenti, 17, secondo e quinto comma, legge n. 241/1990, 8 legge regionale n. 10/1991, 174 Trattato CE, 118, primo comma, Cost., 31 e 34 legge regionale n. 10/2000, 2 legge regionale n. 30/2000, nonch di cui allallegato IV al d.lgs. n. 59/2005; q) dalle norme appena citate si deduce altres che, pur essendo di competenza regionale il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, resta comunque in vigore la attribuzione di competenza dellente municipale in relazione alla tutela ambientale del territorio comunale e della salute dei propri cittadini. Con lottavo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione delle norme e dei principi indicati nei precedenti motivi di gravame ed eccesso di potere. In particolare i ricorrenti osservano che: a) nel rapporto istruttorio n. 376 in data 12 marzo 2009 si richiama laggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia, approvato con ordinanza commissariale n. 1133 del 28 dicembre 2006; b) la circostanza che gli interventi di cui in questa sede di si tratta fossero contemplati nella citata ordinanza non implica - evidentemente - che gli stessi potessero essere approvati con le violazioni di legge sopra evidenziate; c) nel caso in cui lordinanza in questione dovesse tuttavia intendersi nel senso di aver autorizzato lampliamento della discarica e la realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione, la stessa risulterebbe inficiata dai vizi di cui ai precedenti motivi di gravame. Con il nono motivo di gravame i ricorrenti lamentano illegittimit derivata e consequenziale, osservando che ciascuno dei vizi degli atti precedenti si trasmette a quelli successivi, in tal modo inficiandoli. 25 Le Amministrazioni regionali, costituitesi in giudizio per mezzo dellAvvocatura dello Stato, depositano memoria con la quale evidenziano la genericit della censure sollevate dai ricorrenti e sollecitano il rigetto del ricorso. LAzienda Sanitaria Provinciale di Messina, costituitasi in giudizio, chiede il rigetto del ricorso, osservando che: a) nessun comportamento illegittimo attribuibile allAzienda e nessuna eventuale pretesa risarcitoria pu quindi essere legittimamente avanzata contro di essa; b) con parere n. 35 dell11 settembre 2008 (in coerenza con il precedente parere n. 13 del 9 febbraio 2007 e con le comunicazioni n. 68 del 29 settembre 2007 e 37 del 23 settembre 2008), lAzienda Sanitaria Provinciale di Messina ha espresso parere favorevole allampliamento della discarica a condizione che venissero assunti tutti i provvedimenti necessari ad impedire il prodursi di esalazioni maleodoranti che periodicamente si avvertono, particolarmente nel non lontano centro di Furnari; c) con successive note lAzienda ha rappresentato al Prefetto di Messina, al Procuratore della Repubblica di Barcellona ed al Sindaco di Furnari che la discarica risultava gestita in modo idoneo, ma che, con il favore dei venti o di altri eventi metereologici, si avvertivano nei comuni limitrofi, ed in particolare in quello di Furnari, esalazioni maleodoranti. La Tirrenoambiente s.p.a., costituitasi in giudizio, deposita documentazione inerente ai fatti di causa, eccepisce linammissibilit del gravame e sollecita in subordine il suo rigetto nel merito, osservando che: a) i ricorrenti affermano di risiedere nel Comune di Furnari, ma la mera vicinitas non costituisce condizione idonea a fondare la legittimazione attiva per limpugnazione dei provvedimenti autorizzatori di cui si tratta, risultando necessaria la prova - che difetta nel caso di specie - di un pregiudizio effettivo, concreto e diretto sofferto dai soggetti che azionino eventuali pretese in giudizio; b) i ricorrenti, a ben vedere, lamentano lintervenuta violazione dellinteresse partecipativo del 26 Comune ai procedimenti in questione e paventano presunti danni alla salute che risultano inattuali ed in contrasto con gli avvisi espressi al riguardo da plurimi organi tecnici; c) ci anche in considerazione del fatto che la discarica in parola stata autorizzata sin dal lontano anno 2003 e che i ricorrenti hanno manifestato acquiescenza sia nei confronti della sua istituzione, sia nei confronti di successivi ampliamenti dellimpianto intervenuti negli anni 2004 e 2007; d) i progetti relativi allampliamento della discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione sono stati ritualmente pubblicati dalla Tirreno Ambiente s.p.a. nelle forme di cui allart. 5 d.lgs. n. 59/2005 e nessuna opposizione od osservazione stata formulata nel termine di cui allottavo comma della disposizione indicata; e) con nota n. 38456/13.12/GAB in data 1 giugno 2009, il Prefetto di Messina ha dato atto dellimportanza e della bont tecnica del progetto, affermando che di questi elementi i Sindaci dei Comuni di Furnari, Mazzar S. Andrea e Terme Vigliatore avevano preso atto positivamente attribuendo grande rilievo alla prospettiva delineata; f) come si legge nel preambolo di entrambi i provvedimenti impugnati, la zona interessata dagli interventi non rientra in aree naturali protette, n inserita in specifici piani regionali, provinciali, di bacino o di risanamento con finalit in materia ambientale; g) in relazione alla tutela delle acque i progetti hanno ottenuto il parere favorevole dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, reso in data 27 aprile 2009; h) con parere del 17 aprile 2009, il Servizio 2/VAS-VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha affermato che nei pressi dellimpianto non vi sono elementi naturali di pregio; i) per quanto attiene ai profili paesaggistici, con parere in data 11 settembre 2008, la competente Soprintendenza ha affermato che lintervento compatibile rispetto ai valori paesaggistici dellarea, in quanto le opere si integrano con le strutture esistenti che insistono nelle aree adiacenti; l) in ordine 27 allinquinamento atmosferico, con parere in data 7 maggio 2009 il competente Dipartimento dellAssessorato Regionale al Territorio ed allAmbiente ha prescritto i limiti di emissione cui deve conformarsi limpianto, disponendo altres le opportune misure al fine di prevenire eventuali fenomeni di inquinamento; m) con il citato parere in data 17 aprile 2009, il Servizio 2/VAS- VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha anche evidenziato che: - il progetto compatibile con il Programma regionale per la riduzione dei rifiuti solidi urbani; - esso rispetta le linee guida di cui al decreto ministeriale del 29 gennaio 2007; - la realizzazione dellimpianto consentir una diminuzione della quantit di rifiuti da conferire nella medesima discarica. Il Comune di Mazzarr S. Andrea, costituitosi in giudizio, chiede il rigetto del ricorso, osservando che le censure dei ricorrenti non riguardano loperato del Comune, nei confronti del quale non pu quindi essere avanzata alcuna eventuale pretesa risarcitoria, essendosi lo stesso limitato a fornire un parere favorevole subordinatamente alla sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla normativa per il rilascio delle richieste autorizzazioni. LAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, successivamente costituitasi in giudizio tramite il procuratore indicato in epigrafe, eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva, osservando che la sua partecipazione ai procedimenti di cui si tratta presenta natura ausiliaria e si sostanzia nella formulazione di pareri non vincolanti e nella predisposizione di meri elementi istruttori. Con ulteriore memoria i ricorrenti osservano che: a) a pagina 3 del Piano di gestione operativa, allegato al progetto di ampliamento della discarica, si afferma erroneamente che, a parte il centro abitato di Mazzar S. Andrea, non vi sono altri centri abitati vicini allarea in oggetto, ad eccezione di alcune case isolate situate nelle campagne circostanti; b) secondo i dati relativi allanno 28 2007, gli abitanti del Comune di Mazzarr S. Andrea erano 1.611, mentre quelli del Comune di Furnari erano 3.627; c) la frequenza quasi quotidiana delle intollerabili immissioni di cattivi odori dimostrata dalla deposizione testimoniale resa dal Maresciallo Gringeri Antonino nel processo penale n. 515/2008 e dalla nota dellAUSL n. 5 in data 18 ottobre 2008; c) ai differenza di quanto prescritto dallart. 3, lett. a, d.lgs. n. 59/2005, la autorizzazioni impugnate non rispondono alle migliori tecniche disponibili per la prevenzione dellinquinamento. Con ulteriore memoria i ricorrenti, oltre a ribadire in parte quanto gi in precedenza esposto, osservano che: a) essi non fondano la loro legittimazione attiva sul mero criterio della vicinitas, ma lamentano lintervenuto degrado nella qualit della loro vita causato dalle intollerabili emissioni odorigene prodotte dallimpianto e la circostanza che nella discarica siano anche depositati rifiuti contenenti amianto (e quindi pericolosi ai sensi del d.lgs. n. 152/2006); b) a differenza di quanto affermato dalla difesa delle Amministrazioni regionale, le censure di cui al ricorso introduttivo sono puntuali e dettagliate; c) nessuna acquiescenza pu dipendere dalla mancata impugnazione di pregressi provvedimenti autorizzatori, anche tenuto conto della circostanza che, in forza dellultima autorizzazione allampliamento, la capacit della discarica pi che raddoppiata; c) a prescindere da ulteriori rilievi, il Sindaco di Furnari stato convocato dal Prefetto di Messina nel mese di giugno 2009, cio quando i decreti impugnati erano gi stati emanati. Con ulteriore memoria la Tirrenoambiente, oltre a ribadire in parte quanto gi in precedenza esposto, osserva che: a) con il presente gravame i ricorrenti hanno impugnato anche lordinanza commissariale n. 1133 in data 28 dicembre 2006 adottata in attuazione dei poteri emergenziali di cui allart. 5 legge n. 225/1992; b) ai sensi dellart. 3, comma 2-bis, d.l. n. 245/2005, 29 convertito in legge n. 21/2006 ed applicabile ratione temporis al caso di specie, in relazione a tutte le situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dellart. 5, primo comma, legge n. 225/1992, la competenza di primo grado a conoscere della legittimit delle ordinanze adottate e dei consequenziali provvedimenti commissariali spetta in via esclusiva al Tar del Lazio, Sede di Roma; c) lart. 135, primo comma, lett. e, c.p.a. ha confermato sul punto la competenza territoriale inderogabile del Tar del Lazio, Sede di Roma. La Tirrenoambiente provvede inoltre al deposito della nota n. 36846 in data 26 ottobre 2009 della Provincia di Messina (in cui si afferma che, allesito di un sopralluogo effettuato in data 16 ottobre 2009, non stata riscontrata la presenza di cattivi odori), del verbale di sopralluogo - corredato dai dati della stazione metereologica ed anemometrica esistente presso la discarica - in data 17 novembre 2009 dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina (in cui si afferma parimenti lassenza di cattivi odori) e del verbale di sopralluogo congiunto in data 14 aprile 2010 (in cui si attesta che i lavori sono stati eseguiti in conformit al progetto e che sono presenti i presidi a tutela delle matrici ambientali secondo le disposizioni di legge). Con ulteriore memoria i ricorrenti, oltre a ribadire in parte quanto gi in precedenza esposto, osservano che: a) il monitoraggio effettuato dallAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente dal 28 luglio 2008 al 17 settembre 2009 dimostra che il Comune di Furnari costantemente ammorbato dalle esalazioni provenienti dalla discarica; b) a fronte di tale dato, la controinteressata si limitata a produrre documenti dai quali risulta che in tre sole circostanze (il 16 ottobre 2009, il 17 novembre 2009 ed il 14 aprile 2010) non stata riscontrata la presenza di cattivi odori. Con ulteriore memoria i ricorrenti, oltre a ribadire in parte quanto gi in precedenza esposto osservano che: a) la competenza del Tar Lazio, Sede di 30 Roma, circoscritta ai provvedimenti di cui allart. 5, primo comma, legge n. 225/1992, mentre lordinanza del Commissario delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 del 28 dicembre 2006 stata assunta ai sensi del terzo comma della disposizione indicata: b) a seguito della modifica introdotta dallart. 1, primo comma, lett. nn, n. 3, d.lgs. n. 195/2010, lart. 135 c.p.a. dispone oggi la devoluzione alla competenza territoriale inderogabile del Tar Lazio, Sede di Roma, delle controversie aventi ad oggetto le ordinanze ed i provvedimenti commissariali adottati in tutte le situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dellart. 5, primo comma, legge n. 225/1995. La Tirrenoambiente s.p.a. deposita documentazione fotografica ed i pareri tecnici favorevoli formulati dallAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente in esito agli accertamenti compiuti su campioni di rifiuti solidi urbani estratti da quelli conferiti in discarica e, mediante ulteriore memoria, osserva che: a) come risulta dagli accertamenti effettuati in data 5 maggio 2011 e 27 maggio 2011, i valori di parametro di cui al decreto ministeriale in data 27 settembre 2010, attuativo dellart. 7, ultimo comma, d.lgs. n. 36/2003, risultano nei prescritti limiti di concentrazione con la conseguenza che il campione di rifiuto estratto risulta essere non pericoloso; b) la documentazione fotografica attesta il regolare ed ordinato svolgimento dellattivit ed il corretto funzionamento dellimpianto biogas e capping, del nuovo impianto di trattamento dei percolati, della vasca di accumulo del percolato e dellimpianto di biostabilizzazione e biodigestione. Con ulteriori due memorie i ricorrenti ribadiscono in parte quanto gi esposto in precedenza ed articolano ulteriormente le loro difese, evidenziando in particolare che la mancata individuazione di rifiuti pericolosi fra i campioni estratti non dimostra che la discarica non ospiti anche rifiuti pericolosi. 31 Nella pubblica udienza del 19 settembre 2012, sentiti i difensori delle parti, come indicato in verbale, la causa stata trattenuta in decisione. Deve in primo luogo affermarsi la competenza territoriale del Tar di Catania a conoscere alla presente controversia. Lart. 3, comma 2-bis, decreto legge n. 245/2005 stabiliva che in tutte le situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dell'articolo 5, primo comma, legge n. 225/1992, la competenza di primo grado a conoscere della legittimit delle ordinanze adottate e dei consequenziali provvedimenti commissariali spetta in via esclusiva, anche per l'emanazione di misure cautelari, al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con sede in Roma. Il presente ricorso stato notificato in data 20 ottobre 2009 e, pertanto, come disposto dallart. 5 c.p.c., non pu tenersi conto della novit normative - comunque ininfluenti in relazione al caso di specie - in materia di competenza territoriale introdotte a seguito dellapprovazione del codice del processo amministrativo e dei due successivi decreti correttivi (sul punto cfr., fra le altre, Cons. St., Sez. VI, n. 172/2012, in cui si afferma che la nuova disciplina in materia di competenza territoriale di cui al codice del processo amministrativo risulta applicabile solo in relazione ai processi instaurati sotto la sua vigenza, cio ai ricorsi per i quali la notifica del gravame alle parti necessarie del giudizio sia intervenuta a far data dal 16 settembre 2010). La giurisprudenza (cfr., sul punto, Cons. St., Sez. VI, n. 7388/2009) ha chiarito che, introducendo una deroga allordinario riparto di competenza territoriale, la previsione di cui al citato art. 3, comma 2-bis, decreto legge n. 245/2005 deve interpretarsi restrittivamente, con la conseguenza che la competenza del Tar del Lazio, Sede di Roma, deve affermarsi solo in relazione alle ordinanze emergenziali ed ai provvedimenti commissariali strettamente consequenziali e non con riferimento a provvedimenti amministrativi che, 32 seppur emanati nellambito di una situazione emergenziale, costituiscano esercizio di ordinaria attivit gestionale. Lordinanza del Commissario delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 del 28 dicembre 2008 costituisce un provvedimento adottato, non ai sensi dellart. 5, primo comma, legge n. 225/1992, ma ai sensi del successivo terzo comma (peraltro successivamente abrogato dallart. 1, primo comma, lett. c, n. 5, decreto legge n. 59/2012), il quale disponeva che il Il Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega, il Ministro per il coordinamento della protezione civile, potessero emanare ordinanze finalizzate ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose. Il provvedimento in questione fa, infatti, esplicito riferimento allordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3537 del 28 luglio 2006, in cui si afferma che: a) sono venute meno le condizioni richieste dalla citata legge n. 225/1992 per la concessione di unulteriore proroga dello stato di emergenza; b) permane una diffusa situazione di criticit, sicch occorre adottare ogni iniziativa utile per il completamento degli interventi in atto, anche in un contesto di necessaria prevenzione da possibili situazioni di pericolo; c) , quindi, necessario adottare unordinanza di protezione civile ex art. 5, terzo comma, legge n. 225/1992 con cui disciplinare gli interventi necessari per il definitivo rientro nellordinario. Non rientrando nellambito dei provvedimenti contemplati dal primo comma dellart. 5 legge n. 225/1992, appartiene quindi a questo Tar la competenza territoriale sullimpugnazione della citata ordinanza del Commissario delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 del 28 dicembre 2008. Ci premesso, deve respingersi leccezione sollevata dalla Tirrenoambiente s.p.a. in ordine al presunto difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti. 33 Non infatti contestata (e deve quindi ritenersi provata ai sensi dellart. 64, secondo comma, c.p.a.) la circostanza che i ricorrenti risiedano nel Comune di Furnari e, pertanto, in prossimit della discarica di cui si tratta. Come noto, in materia urbanistica ed edilizia, pur non mancando pronunce che affermano la sufficienza di una situazione di stabile collegamento giuridico con il terreno oggetto dellintervento costruttivo al fine di impugnare i relativi provvedimenti autorizzatori (cfr., da ultimo, Cons. St., Sez. IV, n. 4643/2012), la prevalente giurisprudenza ha costantemente affermato che il mero criterio della vicinitas di un fondo o di unabitazione allarea oggetto dellintervento non pu ex se radicare la legittimazione al ricorso, dovendo il ricorrente fornire la prova concreta del vulnus specifico inferto dagli atti impugnati alla propria sfera giuridica, in termini ad esempio, di deprezzamento del valore del bene o di concreta compromissione del diritto alla salute ed allambiente: cfr., fra le pi recenti, Cons. St., Sez. IV, n. 4924/2012, Cons. St., Sez. IV, n. 4287/2012, Tar Perugia, Sez. I, n. 334/2012 (secondo cui la prova del vulnus specifico rileva pi esattamente ai fini dellinteresse ad agire) e Tar Catania, Sez. I, n. 482/2012. In materia ambientale la prevalente giurisprudenza ha invece ritenuto che ai fini della sussistenza della legittimazione ad agire sia sufficiente la vicinitas, intesa come vicinanza dei soggetti che si ritengano lesi dalla scelta del sito prescelto per la realizzazione dellimpianto o dalladozione di ulteriori provvedimenti autorizzatori (cfr., fra le pi recenti, Tar del Lazio, Sede di Roma, Sez. I, n. 5826/2012, Tar Torino, Sez. I, n. 1340/2011, Tar Brescia, Sez. I, n. 2411/2010, Cons. St., Sez. IV, n. 5986/2011, Cons. St., Sez. V, n. 1979/2011, Tar Firenze, Sez. II, n. 476/2011, Tar Palermo, Sez. I, n. 200/2012), pur non essendo mancate pronunce che hanno ribadito la necessit (ai fini della legittimazione o, secondo una diversa prospettazione dellinteresse 34 ad agire) della prova del danno subito nella propria sfera giuridica - in termini, ad esempio, di riduzione del valore del proprio fondo o del nocumento che la realizzazione e lesercizio dellimpianto procurerebbe alla salute - da chi chieda protezione in giudizio (cfr. Tar Napoli, Sez. V, n. 1479/2010, Tar Torino, Sez. I, n. 2292/2009, Cons. St., Sez. VI, n. 5453/2007, Tar Bologna, Sez. I, n. 3216, Tar Torino, Sez. II, n. 244/1999). Il Collegio condivide lorientamento espresso dalla giurisprudenza maggioritaria e ci anche sul rilievo che costituisce fatto notorio, in quanto tale da porre a fondamento della decisione ai sensi dellart. 115, secondo comma, c.p.c., che la realizzazione di un impianto (discarica, inceneritore, centrale elettrica, etc.), che influisca in qualche modo sulassetto e sul sistema ambientale e sia quindi sottoposto ai relativi regimi autorizzatori determina almeno un minimo deprezzamento degli immobili situati nei pressi della struttura, con ci legittimando i - o, secondo altra prospettazione, radicando linteresse ad agire in capo ai - proprietari e residenti nelle immediate vicinanze, producendosi in danno di essi un sicuro pregiudizio economico consistente nella diminuzione di valore della loro propriet ovvero, nel caso di soggetti residenti ma non proprietari, nella diminuzione del valore della prestazione connessa allutilizzo degli immobili di cui essi usufruiscono a vario titolo (locazione, comodato, etc.). Sulla scorta di identiche considerazioni deve ritenersi infondato lulteriore profilo di inammissibilit del gravame eccepito dalla Tirrenoambiente s.p.a., non potendo attribuirsi alcun rilievo alla mancata impugnazione delle pregresse autorizzazioni rilasciate per liniziale realizzazione ed i due primi ampliamenti della discarica, atteso che gli impugnati decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, consentendo un significativo ampliamento dellattivit della discarica, hanno certamente determinato un ulteriore 35 deprezzamento del valore delle unit immobiliari situate nei pressi dellimpianto. Tanto chiarito, deve ulteriormente precisarsi che risultano inconferenti le ulteriori obiezioni sollevate sul punto dalla Tirreno Ambiente s.p.a., in quanto: a) qualora sussista, come nella specie, la legittimazione e linteresse ad agire, la parte ricorrente pu articolare come meglio crede le proprie doglianze, che ben possono riferirsi - a prescindere dalla loro fondatezza nel merito - alla mancata partecipazione procedimentale del Comune ove esse risiedono, sia in ragione delle funzione che tale Amministrazione assolve nella qualit di ente esponenziale della comunit territoriale, sia in quanto la legittimazione e linteresse ad agire vanno accertati in relazione agli effetti del provvedimento e non con riferimento ai vizi di legittimit sollevati da chi agisce in sede giurisdizionale avverso i provvedimenti che hanno autorizzato la realizzazione e lesercizio dellimpianto; b) nel caso di specie le censure sollevate dai ricorrenti non si esauriscono affatto nella presunta lesione della partecipazione procedimentale del Comune di Furnari; c) la circostanza che i progetti relativi allampliamento della discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione siano stati ritualmente pubblicati dalla Tirrenoambiente s.p.a. nelle forme di cui allart. 5 d.lgs. n. 59/2005 e che nessuna opposizione od osservazione sia stata formulata nel termine di cui allottavo comma della disposizione indicata non determina - come evidente - linoppugnabilit dei conseguenti provvedimenti autorizzatori. Il ricorso , tuttavia, inammissibile per quanto attiene allimpugnazione di tutti i provvedimenti impugnati, ad eccezione dei decreti autorizzatori n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009. Ci in quanto gli atti di seguito indicati presentano natura endoprocedimentale e, pertanto, sono inidonei a cagionare ex se una lesione nella sfera giuridica 36 dei ricorrenti (pur potendo eventuali loro vizi assumere rilievo in relazione allimpugnazione dei provvedimenti autorizzatori con cui si sono conclusi i due procedimenti): determinazioni adottate nel corso delle conferenze di servizi in data 25 febbraio 2009 e 17 aprile 2009, note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 844 in data 25 febbraio 2009 e n. 1904 del 27 aprile 2009, parere del responsabile dellarea tecnico-manutentiva del Comune di Mazzar in data 25 febbraio 2009, nota dellUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 29724 in data 17 aprile 2009, nota del Servizio V n. 156 in data 6 maggio 2009, nota del Servizio III n. 217 in data 7 maggio 2009, parere della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina di cui al verbale in data 17 marzo 2009, rapporto istruttorio dellUnit Operativa Impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 268 in data 25 febbraio 2009, determinazioni adottate nel corso delle conferenze dei servizi in data 13 giugno 2008 e 12 settembre 2008, rapporto istruttorio delUnit Operativa impianti per la gestione dei rifiuti ed opere idrauliche del Servizio II n. 376 in data 12 marzo 2009, note dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 2595 in data 12 giugno 2008 e n. 1903 in data 27 aprile 2009, nota dellUnit Operativa S3-I n. 152 in data 7 aprile 2009, nota della I U.D. n. 665 in data 8 maggio 2009, parere favorevole del Servizio di Igiene Pubblica del Distretto di Barcellona n. 35 in data 11 settembre 2008; nota dellUnit Operativa 5.1 n. 158 in data 7 maggio 2009, parere reso dalla Commissione Provinciale Tutela ed Ambiente di Messina nella riunione del 3 febbraio 2009. Il ricorso anche inammissibile per quanto attiene allimpugnazione dellautorizzazione paesaggistica di cui alla nota n. 7166/08/cc della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina in data 11 settembre 2008. 37 Anche ritenendo, invero, che tale autorizzazione, rilasciata ai sensi della formulazione originaria dellart. 146 d.lgs. n. 42/2004, non presenti natura endoprocedimentale e costituisca un titolo autonomo con cui si conclusa la distinta fase procedimentale relativa alla particolare valutazione di compatibilit paesaggistica, linammissibilit della sua impugnazione discende comunque dal fatto che i ricorrenti non hanno formulato specifiche censure nei confronti di tale atto o di eventuali atti endoprocedimentali i cui vizi possano in qualche modo refluire sullautorizzazione stessa. Il ricorso infine inammissibile per quanto attiene allimpugnazione dellordinanza del Commissario delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 in data 28 dicembre 2006, per lassorbente rilievo che tale provvedimento non autorizza la realizzazione dellimpianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica, n il progetto di ampliamento della discarica per i rifiuti non pericolosi, ma si limita ad approvare (questione sulla quale i ricorrenti non muovono alcuna censura) ladeguamento del Programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica, nel cui ambito prevista (o, per quanto sar indicato nel seguito, sarebbe prevista) anche lattuazione - ma ovviamente secundum legem - dei due interventi di cui si tratta in questa sede. Gli stessi ricorrenti, peraltro, hanno evidenziato, nello svolgimento dellottavo motivo di gravame, la finalit meramente tuzioristica dellimpugnazione delle menzionata ordinanza commissariale, specificando il loro interesse ad aggredire tale provvedimento solo nella misura in cui lo stesso dovesse intendersi come titolo autorizzatorio - ci che ovviamente deve escludersi - ai fini della realizzazione dei due interventi sui quali si controverte nel presente giudizio. 38 Il ricorso invece fondato, nei termini e nei limiti di seguito specificati, per quanto attiene allimpugnazione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009. Per quanto attiene al primo motivo di gravame deve in primo luogo osservarsi che limpugnato decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 (come risulta espressamente dai punti n. 12, n. 20 e n. 32) prevede che nella discarica di cui si tratta possano essere depositati rifiuti contenenti amianto. Lart. 4 d.lgs. n. 59/2005 (successivamente abrogato, peraltro, dallart. 4, primo comma, lett. a, d.lgs. n. 128/2010) prevedeva che, per le discariche da autorizzare ai sensi del menzionato d.lgs. n. 59/2005, potessero considerarsi soddisfatti i requisiti tecnici di cui al decreto stesso qualora risultassero soddisfatti i requisiti tecnici di cui al d.lgs. n. 36/2003. Lultimo comma del paragrafo 2.1 dellAllegato I al predetto d.lgs. n. 36/2003 dispone che: a) per le discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi che accettano rifiuti contenenti amianto, deve essere oggetto di specifico studio, al fine di evitare qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre, la distanza dai centri abitati in relazione alla direttrice dei venti dominanti; b) tale direttrice stabilita sulla base di dati statistici significativi dellintero arco dell'anno e relativi ad un periodo non inferiore a 5 anni. Nel rapporto istruttorio di cui alla nota n. 376 del 12 marzo 2009, il Servizio 2/V.A.S.-V.I.A. dellAssessorato regionale al Territorio ed allAmbiente afferma, invece, che nel procedimento culminato con lemanazione del decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 stato effettuato uno studio dei venti condotto facendo ricorso ai dati rilevati dalla centralina presente nel sito ove ubicata la discarica e relativi a (soli) quattro anni di rilevazioni orarie. Fermo restando il difetto di istruttoria appena evidenziato, appare poi discutibile laffermazione contenuta nel citato rapporto istruttorio secondo cui il 39 centro abitato di Furnari rimarrebbe al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti stimate. Nello studio anemometrico (prescindendo da quanto rilevato in ordine alla sua incompletezza) si evidenzia, infatti, lesistenza di un regime bimodale dei venti, con prevalenza dei venti provenienti da sud-sudest e sud-sudovest nelle stagioni primaverile ed invernale e prevalenza dei venti provenienti da sud-sudovest nella stagione estiva, mentre durante il periodo autunnale stato registrato un andamento pi omogeneo, con circa il 60% dei venti provenienti da sud-sudest. Come risulta dalla corografia allegata allo studio di impatto ambientale, labitato di Furnari posto sostanzialmente ad ovest rispetto allimpianto in questione e tale circostanza sembrerebbe giustificare lassunto di cui al menzionato rapporto istruttorio secondo cui tale abitato resterebbe al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti dei venti. Risulta tuttavia dalla medesima corografia che una parte dellabitato di Furnari si estende a nord lungo la strada provinciale 110, con la conseguenza che tale porzione dellabitato risulta certamente posizionata, rispetto alla discarica, sulla direzione dei venti provenienti da sudest. Le conclusioni contenute nel pur incompleto studio anemometrico appaiono pertanto almeno parzialmente contraddittorie, atteso che, proprio sulla scorta dei dati risultanti da tale studio, non risulta corretto affermare che lintero centro abitato di Furnari sia al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti dei venti, non potendo certamente valere tale conclusione per quanto attiene alle abitazioni che si sviluppano lungo la menzionata strada provinciale 119. Al riguardo pu essere anche opportuno evidenziare che: a) nello studio di impatto ambientale (pagina 62) redatto dalla Tirrenoambiente s.p.a. a corredo 40 del progetto per lampliamento della discarica, si afferma che, per quanto riguarda landamento anemometrico a Mazzarr SantAndrea ricorrente il vento di scirocco che spira da sudest caldo e violentissimo per pi giorni di seguito nel periodo autunno-primaverile; b) nel parere reso dallAUSL n. 5 in data 11 settembre 2008 nelambito del procedimento culminato nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 si fa esplicito riferimento a periodiche esalazioni maleodoranti che sembrano costituire il sintomo di un effettivo, sebbene non continuo, trasporto aereo di sostanze odorigene dalla discarica in direzione dellabitato di Furnari (o quantomeno di una porzione di esso); c) la campagna di rilevamento della qualit dellaria effettua dallAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente nel periodo 29 luglio 2009-17 settembre 2008 (il relativo documento espressamente menzionato a pagina 2 del menzionato rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo 2009) ha evidenziato la presenza nellabitato di Furnari dei medesimi inquinanti presenti in discarica, circostanza che avvalora lipotesi che le direzioni dominanti dei venti siano tali da determinare il trasporto aereo di sostanze odorigene ed eventualmente anche di fibre di amianto nel centro abitato di tale Comune (o almeno in una porzione di esso). Oltre al difetto istruttorio in relazione allo specifico studio prescritto ai sensi del paragrafo 2.1. dellAllegato 1 al d.lgs. n. 36/2003 e alla non ponderata valutazione sullintegrale estraneit dellabitato di Furnari rispetto al cono di influenza delle direzioni prevalenti dei venti, deve evidenziarsi che il decreto autorizzatorio n. 393 in data 23 maggio 2009 non ha tenuto nella debita considerazione la nota dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente di Messina n. 2595 in data 12 giugno 2009 (acquisita nel procedimento concluso con lemanazione del decreto n. 393 in data 23 maggio 2009), in cui si evidenzia che nel piano di intervento non viene fatto cenno alla gestione 41 degli odori e che in merito a tale potenziale impatto, nel piano di intervento erroneamente si riporta che lunico insediamento urbano nei pressi della discarica sarebbe il Comune di Mazzarr S. Andrea, mentre ci non vero in quanto a circa 500 metri in direzione nordovest ricade il centro urbano del Comune di Furnari. Tali assorbenti considerazioni consentono di prescindere dallesame dellulteriore profilo di illegittimit evidenziato dai ricorrenti, secondo i quali lo specifico studio di cui allultimo comma del paragrafo 2.1 dellAllegato I al predetto d.lgs. n. 36/2003 dovrebbe essere effettuato mediante una pluralit di centraline debitamente certificate e dislocate fra la discarica e labitato di Furnari. Al riguardo pu essere comunque opportuno osservare che, se da una parte tali prescrizioni non possono desumersi sulla base della formulazione letterale del citato paragrafo 2.1, peraltro evidente, dallaltra, che lo studio in questione deve risultare conforme alle pi avanzate ed idonee metodologie praticate in materia. Risulta invece condivisibile la censura con cui i ricorrenti lamentano il fatto che il decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 prevede una cadenza soltanto trimestrale per le misurazioni dellaria e delle emissioni gassose, mentre ai sensi dellAllegato II al d.lgs. n. 36/2003 (punto 5.4. e Tabella 2), tali misurazioni devono intervenire con cadenza almeno mensile, e ci sia in quanto la previsione salvo una diversa prescrizione dellAutorit di controllo di cui al menzionato punto 5.4 non pu che intendersi - avuto riguardo al tenore complessivo e alla ratio stessa della disciplina - nel senso che allAmministrazione attribuita la facolt di prevedere una maggiore (e non una minore) frequenza nella periodicit delle misurazioni medesime, sia nel senso che, anche ammettendo la possibilit di stabilire una frequenza minore, 42 il decreto impugnato non contiene alcuna motivazione sulle ragioni che avrebbero comunque indotto lAmministrazione a fare uso di tale facolt. Quanto al secondo motivo di gravame occorre innanzitutto tener conto delle Linee Guida per il contrasto del fenomeno delle emissioni di sostanze odorigene nellambito della lotta allinquinamento atmosferico approvate con decreto dellAssessore Regionale al Territorio ed allAmbiente in data 24 settembre 2008, che stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 50 del 31 ottobre 2008 e sotto tale profilo assume rilievo in relazione ad entrambi i procedimenti poich, in base al principio tempus regit actum, lautorit amministrativa tenuta ad applicare la disciplina vigente al tempo delladozione del provvedimento finale, inclusa quella sopravvenuta durante lo svolgimento del procedimento sino al momento della sua definitiva conclusione (sul punto cfr. Cons. St., Sez. VI, n. 17574/2010, Tar Torino, Sez. II, n. 1378/2008, Cons. St., Sez. V, n. 382/2007, Cons. St., Sez. V, n. 12091997, Tar del Lazio, Sede di Roma, Sez. III, n. 563/2007 n. 563, Tar del Lazio, Sede di Roma, Sez. I, n. 16971/2004). Il citato decreto in data 24 settembre 2008, che concerne espressamente anche gli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti urbani, gli impianti di compostaggio e le discariche, prescrive che i progetti soggetti a valutazione di impatto ambientale (fra cui quello culminato nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009) devono includere anche lesame delleventuale presenza e rilascio di odori, nonch specificare le misure preventive adottate, e alluopo raccomanda lattuazione di interventi precauzionali e la costituzione di una rete di monitoraggio, le cui caratteristiche generali sono indicate nel provvedimento medesimo. Il contenuto delle menzionate Linee Guida appare del tutto disatteso nel caso in esame, come risulta dalla circostanza che il decreto n. 393 in data 23 43 maggio 2009 non contiene alcun riferimento a pregressi esami sulla presenza ed il rilascio di odori, n si esprime in merito ad eventuali interventi precauzionali o alla possibile costituzione di unapposita rete di monitoraggio, fondandosi invero sul presupposto apodittico - ed in contrasto con le risultanze documentali cui si sopra fatto riferimento - che lintervento in questione non avrebbe comunque prodotto alcun significativo effetto allinterno dei centri abitati ubicati nelle vicinanze dellimpianto. A ci deve aggiungersi il rilievo che il provvedimento autorizzatorio si fonda espressamente su un progetto che la Tirrenoambiente ha preparato nel maggio del 2007, cio in data anteriore rispetto allemanazione del decreto assessoriale in data 24 settembre 2009. Sotto tale profilo a nulla rileva, come evidente, lintervenuta prescrizione di misurazioni trimestrali dellaria e delle emissioni gassose ai sensi dellAllegato II al d.lgs. n. 36/2003 (punto 5.4. e Tabella 2), in quanto tale forma di controllo si riferisce ai possibili effetti inquinanti in senso stretto sullaria, mentre la questione relativa alla diffusione degli odori pu prescindere anche del tutto dalla presenza di sostanze effettivamente inquinamenti nellatmosfera. Gli evidenziati difetti istruttori e di valutazione compiuti dallAmministrazione e lomessa considerazione delle menzionate Linee Guide si riflettono anche sulla legittimit della decisione di non sottoporre alla procedura di valutazione di impatto ambientale lintervento per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica autorizzato con decreto n. 391 in data 21 maggio 2009. Appare chiaro, infatti, che la decisione in ordine allassoggettabilit di un intervento alla procedura di valutazione di impatto ambientale deve essere effettuata valutando correttamente la situazione di fatto e tenendo conto di 44 tutta la disciplina vigente al momento delladozione del provvedimento conclusivo, al fine di assicurare una reale protezione, come prescritto dallart. 4, quarto comma, lett. b), d.lgs. 152/2006, ai valori della salute umana, del miglioramento dellambiente e della qualit di vita, avuto particolare riguardo allinterazione fra gli specifici fattori contemplati dalla disposizione indicata (che includono anche luomo e laria). Come evidenziato dai ricorrenti, inoltre, il citato decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 risulta affetto da un ulteriore vizio istruttorio. Nel progetto di fattibilit ambientale presentato dalla Tirrenoambiente viene infatti previsto un sistema di trattamento dellaria che garantisce valori di concentrazione delle emissioni odorigene non superiori a 300 O.U./Nmc/(h), mentre il decreto n. 391 del 21 maggio 2009 fissa al riguardo un limite massimo di 200 O.U./Nmc/(h), senza che per sia intervenuta alcuna verifica in ordine alleffettiva possibilit di assicurare losservanza di tale limite mediante il sistema di trattamento originariamente presentato dalla Tirrenoambiente (o attraverso ladozione di eventuali modifiche a tale sistema di trattamento). In relazione al terzo motivo di gravame deve in primo luogo evidenziarsi che, come correttamente osservato dai ricorrenti, per quanto attiene al procedimento che si concluso con il decreto n. 391 in data 21 maggio 2009, deve farsi applicazione della disciplina di cui al d.lgs. n. 152/2006, come modificata dal d.lgs. n. 4/2008. Ci in quanto, ai sensi dellart. 4 del citato d.lgs. n. 4/2008, le modifiche da esso introdotte si applicano alle procedure di valutazione di impatto ambientale per le quali, alla data di entrata in vigore del decreto stesso (il 13 febbraio 2008), sia intervenuta la presentazione del progetto e dello studio di impatto ambientale (listanza per la realizzazione 45 dellimpianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica stata presentata in data 4 luglio 2008). Per il procedimento che si concluso con il decreto n. 393 del 23 maggio 2009 occorre invece fare applicazione della disciplina previgente al menzionato d.lgs. n. 4/2008, in quanto la domanda per il rilascio dellautorizzazione stata presentata in data 16 maggio 2007. Ci posto, deve osservarsi che, per quanto attiene al procedimento relativo allampliamento della discarica, lart. 27, primo comma, d.lgs. n. 152/2006, nella formulazione anteriore allentrata in vigore del d.lgs. n. 4/2008, stabiliva che lo studio di impatto ambientale dovesse essere predisposto secondo le indicazioni di cui all'Allegato V alla parte seconda del decreto stesso, le quali fanno riferimento alla qualit ambientale, con particolare riguardo, tra laltro, alla popolazione ed allaria e con la descrizione dei probabili effetti dellopera sullambiente, nel cui ambito assume certamente rilievo anche la qualit dellaria sotto il profilo odorigeno allinterno dei centri abitati. Ai sensi del successivo quinto comma, lo studio di impatto ambientale doveva contenere unindicazione dei dati necessari per individuare e valutare i principali effetti sullambiente, nonch una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare gli effetti negativi rilevanti. Il precedente art. 24. lett. a), nella formulazione allepoca vigente, disponeva che nei processi di formazione delle decisioni relative alla realizzazione di progetti individuati negli Allegati alla parte seconda del decreto dovessero essere considerati gli obiettivi di proteggere la salute e di migliorare la qualit della vita umana, al fine di contribuire con un migliore ambiente alla qualit della vita. Lart. 5, primo e secondo comma, d.lgs. n. 59/2005 dispone, inoltre, che il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale di cui al successivo art. 7 resti 46 subordinata alla presentazione di una domanda che indichi, fra laltro, il tipo e lentit delle emissioni dellimpianto in ogni settore ambientale, nonch unidentificazione degli effetti significativi delle emissioni sullambiente e le misure previste per controllare le emissioni nell'ambiente stesso. Nel caso di specie invece accaduto, come gi sopra evidenziato, che il profilo in questione non stata adeguatamente approfondito in sede progettuale, n debitamente ponderato nel corso del procedimento autorizzatorio, con particolare riferimento agli effetti che lampliamento dellimpianto pu dispiegare, per quanto attiene alla diffusione di odori molesti, allinterno del centro abitato di Furnari (o almeno a parte di esso). Per quanto attiene al progetto presentato dalla Tirrenoambiente, deve in particolare rilevarsi che lesistenza dellabitato di Furnari in prossimit della discarica viene sostanzialmente ignorata, come risulta dalle seguenti circostanze: a) nelle oltre duecentoquaranta pagine di elaborato il Comune di Furnari menzionato rare volte ed in modo del tutto occasionale; b) a pagina 41, la descrizione del sito destinato ad ospitare intervento viene effettuata senza fare alcun cenno della prossimit dellabitato di Furnari; c) a pagina 229 si afferma esplicitamente che la Tirrenoambiente ha individuato larea di studio - quella cio interessata dalla prevedibile estensione degli effetti conseguenti alla realizzazione del progetto - con il solo territorio del Comune di Mazzar S. Andrea; a) a pagina 3 del Piano di gestione operativa, allegato al progetto di ampliamento della discarica, si afferma erroneamente che, a parte il centro abitato di Mazzar S. Andrea, non vi sono altri centri abitati vicini allarea in oggetto, ad eccezione di alcune case isolate situate nelle campagne circostanti. Considerazioni analoghe valgono in relazione al procedimento autorizzatorio per limpianto di selezione dei rifiuti e di stabilizzazione della frazione organica, 47 atteso che negli elaborati tecnici presentati dalla Tirrenoambiente viene sostanzialmente ignorata lesistenza del centro abitato di Furnari (in particolare, a pagina 17 della relazione sulla fattibilit ambientale si afferma, in ordine allimpatto in atmosfera, che lambito territoriale circostante linsediamento risulta privo di nuclei abitativi e a pagina 15 della relazione tecnica generale si afferma che nellarea circostante non esistono aree urbane e residenziali sensibili). Tale conclusione, come gi indicato, non pu essere condivisa e conduce nella fattispecie ad una sostanziale neutralizzazione della previsione di cui allart. 22 d.lgs. n. 152/2006, nella versione posteriore allentrata in vigore del d.lgs. n. 4/2008, secondo cui lo studio di impatto ambientale deve indicare i dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e descrivere le misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare gli impatti negativi rilevanti, anche in relazione a quanto disposto dallAllegato VII alla parte II del decreto stesso (sempre nella formulazione successiva al citato d.lgs. n. 4/2008). Con riferimento al quarto motivo di gravame, deve in primo luogo condividersi, per le ragioni gi sopra indicate, la doglianza dei ricorrenti in merito alla (tra laltro immotivata) previsione - punto 18 del decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 - di una periodicit annuale nel monitoraggio delle emissioni diffuse dalla discarica (ai sensi, infatti, del menzionato punto 5.4. dellAllegato 2 al d.lgs. n. 36/2003 e della successiva Tabella 2, tutte le misurazioni che riguardano le emissioni gassose devono infatti avvenire con cadenza almeno mensile). Devono inoltre condividersi le censure sollevate in relazione alla perplessit delle argomentazioni di cui al rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo 2009 (che il decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 richiama e dichiara far parte integrante del titolo autorizzatorio). 48 Nel menzionato rapporto, infatti, si afferma espressamente che una delle motivazioni a sostegno del parere favorevole di compatibilit ambientale costituito dalla necessit di evitare problemi di natura sanitaria e di ordine pubblico connessi al mancato smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella Provincia di Messina, mentre risulta evidente che tale circostanza non pu influire - salvo leventuale esercizio, nella sussistenza dei relativi presupposti, di poteri diversi e persino extra ordinem da parte delle competenti Amministrazioni - sulle valutazioni, che ovviamente devono riferirsi allimpianto da realizzare, da effettuare in sede di rilascio dellautorizzazione integrata ambientale. Come correttamente evidenziato dai ricorrenti, il procedimento relativo allampliamento della discarica poi inficiato da un ulteriore difetto istruttorio, in quanto nel citato rapporto n. 376 del 12 marzo 2009 si afferma che il progetto risulterebbe conforme allaggiornamento del Piano Regionale dei rifiuti di cui allordinanza n. 1133 del 28 dicembre 2006 qualora lAgenzia Regionale dei rifiuti e della acque comunicasse a questo Assessorato che la discarica de qua risulta compresa nella nuova pianificazione regionale sui rifiuti solidi urbani. A prescindere dallimmediato rilievo che linclusione dellimpianto nella pianificazione regionale non pu ovviamente incidere sul rispetto della disciplina che regola il rilascio del titolo autorizzatorio, dai documenti versati in atti non risulta che lAgenzia Regionale dei rifiuti e della acque abbia mai inviato allAssessorato regionale la comunicazione di cui si detto (n sul punto le parti resistenti o la controinteressata hanno formulato specifica contestazione). E invece infondato il quinto motivo di gravame, in quanto: a) limpianto in questione effettivamente collocato nelle vicinanze del torrente S. Andrea; b) 49 il punto 2.1 dei criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica di cui allAllegato 1 d.lgs. n. 36/2003 prescrive che, di norma, gli impianti di discarica non devono ricadere in aree dove processi geologici superficiali quali lerosione accelerata, le frane, linstabilit dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere lintegrit della discarica e delle opere ad essa connesse; c) non risulta in alcun modo che lalveo del torrente S. Andrea (il quale, per lappunto, soltanto un torrente) sia soggetto a migrazione o che, comunque, larea ove ubicata la discarica sia interessata da processi geologici che ne possano compromettere lintegrit o risulti comunque esondabile, instabile e ed alluvionabile (non potendo tali caratteristiche discendere automaticamente dalla semplice presenza di un torrente nelle vicinanze dellimpianto). E, al contrario, fondato il sesto motivo di gravame, in quanto: a) come osservato dai ricorrenti, nel parere reso in data 3 febbraio 2009 la Commissione Provinciale Tutela Ambiente ha invitato la ditta a specificare la produzione di percolato annua per il caso in cui il volume di rifiuti da abbancare fosse pari a 1.780.000 mc (atteso che in questipotesi sembrerebbero pochi i metri cubi - 9.000 - di percolato da estrarre), nonch a verificare la produzione media di percolato (che dovrebbe risultare superiore a 25 metri cubi al giorno) con riferimento al numero delle vasche presenti per lo stoccaggio: b) nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 si afferma essere intervenuto parere favorevole della Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina, senza tener conto degli approfondimenti istruttori che la Commissione stessa aveva invece indicato come necessari nel menzionato parere in data 3 febbraio 2009. Non pu invece condividersi la tesi posta dai ricorrenti a fondamento del settimo motivo di gravame, secondo cui il Comune di Furnari avrebbe dovuto 50 partecipare alle conferenze dei servizi che si sono svolte nellambito dei due procedimenti autorizzatori di cui si tratta. Lart. 5, decimo comma, d.lgs. n. 59/2005 prevede infatti che l'autorit competente, ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, pu convocare apposita conferenza dei servizi alla quale invita le amministrazioni competenti in materia ambientale, mentre il successivo comma undicesimo comma prevede che lautorit competente acquisisca, eventualmente nellambito della conferenza dei servizi di cui al comma decimo, le prescrizioni del Sindaco di cui agli artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1934. E chiaro che le prescrizioni contemplate dalle norme indicate rientrano nella competenza esclusiva dellente nel cui ambito territoriale ubicato limpianto, per lassorbente e decisivo rilievo che il territorio costituisce elemento costitutivo degli enti locali e resta quindi inibito al Sindaco di un Comune dettare prescrizioni i cui effetti immediati e diretti si producano in un ambito territoriale diverso da quello del Comune stesso. Essendo quindi di competenza esclusiva del Sindaco del Comune di Mazzar S. Andrea la formulazione di eventuali prescrizioni ai sensi dei citati art. 216 e 216 regio decreto n. 1265/1034, soltanto tale Amministrazione - e non il Comune di Furnari - doveva esser coinvolta nei due procedimenti finalizzati al rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali. Ci non vuol dire, come evidente, che il rilascio delle autorizzazioni possa prescindere dalla valutazione degli effetti ambientali che, a seguito dei provvedimenti autorizzatori, si producano o possano prodursi nel contesto territoriale del Comune di Furnari, ma semplicemente che tale valutazione resta di competenza dellautorit regionale e si sviluppa nellambito di un procedimento istruttorio in cui la legge non prevede la partecipazione necessaria dei Comuni limitrofi a quello in cui limpianto ubicato. 51 Per le considerazioni che precedono non pu assumere rilievo la circostanza, evidenziata dai ricorrenti, che il Comune di Mazzar S. Andrea sia socio di maggioranza della Tirrenoambiente e non si trovi quindi in un effettiva posizione di terziet per indicare le prescrizioni di cui ai citati artt. 216 e 217 e ci anche tenuto conto che: a) la partecipazione azionaria in una societ da parte un ente locale non costituisce una situazione di incompatibilit ai fini dellesercizio delle potest amministrative di competenza degli organi dellente nei confronti della societ stessa; b) il procedimento finalizzato al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale condotto dalla Regione, che, in una posizione di assoluta terziet, pu e deve dettare le prescrizioni idonee ad evitare che ogni possibile pregiudizio possa prodursi anche al di fuori dellambito territoriale del Comune ove ubicato limpianto. Tenuto conto di quando indicato, risulta chiaro che lart. 15 d.lgs. n. 59/2009, che impone alcuni particolari obblighi di comunicazione e partecipazione nellipotesi che un impianto possa avere significativi effetti negativi sullambiente di altro Stato dellUnione Europea, costituisce norma di natura eccezionale, la quale pertanto, ai sensi dellartr. 14 disp. prel. c.c., non pu trovare applicazione al di fuori dei casi in essa considerati e non si presta quindi ad essere trasposta in via analogica nellambito dellordinaria partecipazione procedimentale per il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale. Quanto osservato in merito allimpossibilit per il Sindaco di un Comune di dettare prescrizioni che producano effetti immediati e diretti in un ambito territoriale diverso da quello del Comune stesso vale - evidentemente - anche in relazione agli ulteriori riferimenti normativi indicati dai ricorrenti nellambito del settimo motivo di gravame, sembrando opportuno precisare al riguardo che, seppure, come affermato dai ricorrenti, non possa disconoscersi la sfera di 52 competenza dellente municipale - anche mediante leventuale esercizio di poteri extra ordinem - in ordine alla tutela ambientale del territorio comunale ed alla salute dei propri cittadini, tale competenza non pu comunque mai travalicare lambito territoriale in cui deve sempre restare circoscritta la potest amministrativa dellente locale. N pu genericamente invocarsi in proposito lapplicazione del principio di sussidiariet, atteso che la disciplina primaria attribuisce espressamente alle Regioni, in modo assolutamente ragionevole e in conformit al principio di cui allart. 119, primo comma, Cost., la competenza in materia di autorizzazione integrata ambientale (essendo tra laltro evidente che, in difetto di tale esercizio unitario della competenza a livello regionale, si correrebbe il serio rischio di non riuscire a localizzare alcun intervento che presenti una qualsiasi ripercussione sotto il profilo ambientale). Per quanto attiene allottavo motivo di gravame valgono invece le considerazioni gi svolte in ordine allinammissibilit dellimpugnazione dellordinanza del Commissario Delegato per lEmergenza Idrica n. 1133 in data 28 dicembre 2006, mentre con riferimento al nono motivo di gravame deve rilevarsi che in esso non viene sviluppata alcuna censura, ma ci si limita sostanzialmente a svolgere la - ineccepibile - considerazione secondo cui i vizi contenuti negli atti procedimentali determinano lillegittimit dei provvedimenti definitivi che tali vizi abbiano finito col recepire. In conclusione il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per quanto attiene limpugnazione di tutti gli atti indicati in epigrafe, ad esclusione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, mentre va accolto, nei termini e nei limiti di cui in motivazione, per quanto attiene allimpugnazione dei citati decreti n. 391 del 21 maggio 2009 e n. 303 del 23 maggio 2009, dei quali, per leffetto, va disposto lannullamento. 53 In ragione della complessit della vicenda e anche dellesito del ricorso, che vede i ricorrenti in parte vittoriosi ed in parte soccombenti, sussistono giusti motivi per compensare interamente fra tutte le parti le spese di giudizio. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Sezione Staccata di Catania (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso come in epigrafe proposto: 1) dichiara inammissibile il ricorso per quanto attiene allimpugnazione di tutti gli atti indicati in epigrafe, ad eccezione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009; 2) accoglie il ricorso per quanto attiene allimpugnazione dei menzionati decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, dei quali, per leffetto, dispone lannullamento; 3) compensa fra tutte le parti le spese di lite. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dallautorit amministrativa. Cos deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 19 settembre 2012 con lintervento dei magistrati: Salvatore Veneziano, Presidente Giovanni Milana, Consigliere Daniele Burzichelli, Consigliere, Estensore
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 07/12/2012 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.) 54
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente N. 02882/2012 REG.PROV.COLL. N. 02644/2009 REG. RIC.
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 2644 del 2009, proposto da: Antonino Bonanno, Maria Manuli, Ester Casimo, Antonina Sturniolo, Antonia Bonanno, Francesco Cicero, Silvestro Bonanno, Venera Munaf, Luigi Bonanno, Maria Concetta Tuccitto e Giuseppe Iannelli, rappresentati e difesi dallAvv. Angela Pino, con domicilio presso la Segreteria del Tar di Catania, Catania, Via Milano 42/a;
contro
- Assessorato al Territorio ed allAmbiente della Regione Siciliana, in persona dellAssessore pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149;
- Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, in persona dellAssessore pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149;
- Agenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, in persona del legale 55 rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dallAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149;
- Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dagli Avv.ti Mariacarla Minasi e Giancarlo Niutta, domiciliata presso lAvv. Liliana Iachelli, in Catania, Via Messina 829 (presso lUfficio Legale dellAzienda Ospedaliera Cannizzaro);
- Comune di Mazzarr S. Andrea, in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dallAvv. Giuseppe Tortora, domiciliato presso lo studio dellAvv. Nino Grippaldi, in Catania, Via Aldebaran 9; nei confronti di
Tirreno Ambiente S.p.A., in persona del legale rappresentante, rappresentata e difesa dagli Avv.ti Aldo Tigano e Lina Merendino, con domicilio presso la Segreteria del Tar di Catania, in Catania, Via Milano 42/a; per lannullamento
dei decreti regionali n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 302 in data 23 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente; e per la condanna delle Amministrazioni intimate al risarcimento del danno.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente della Regione Siciliana, dellAssessorato ai Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, dellAgenzia Regionale per lAmbiente, del Comune di Mazzarr Sant'Andrea, dellAzienda Sanitaria Provinciale di Messina e della Tirrenoambiente S.p.A.; Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nelludienza pubblica del giorno 19 settembre 2012 il dott. Daniele Burzichelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:
FATTO e DIRITTO 56 La Tirrenoambiente s.p.a. gestisce una discarica per il conferimento di rifiuti solidi urbani ubicata nel Comune di Mazzar S. Andrea, in Contrada Zupp. Gli odierni ricorrenti affermano di essere proprietari di immobili ubicati in prossimit di tale discarca, nellambito dei territori del Comune di Furnari e di quello di Terme Vigliatore.
Affermano inoltre di risentire da tempo dei negativi effetti connessi allinnegabile degrado ambientale ed igienico-sanitario che tale impianto ha prodotto sul territorio.
La Regione Siciliana, con decreto n. 391 in data 21 maggio 2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente, ha rilasciato alla Tirreno Ambiente lautorizzazione integrata ambientale per la realizzazione di un impianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica.
Con decreto del medesimo Dirigente n. 393 in data 23 maggio 2009 si inoltre espresso favorevole giudizio di compatibilit ambientale ed stata rilasciata lautorizzazione integrata ambientale per u progetto di ampliamento della discarica. Con il presente gravame gli odierni ricorrenti impugnano i due menzionati provvedimenti autorizzatori, chiedendo anche il risarcimento del danno. Con il primo motivo di gravame lamentano eccesso di potere per difetto di istruttoria, violazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti adottato con ordinanza commissariale n. 1166 del 18 dicembre 2002, violazione del d.p.r. n. 915/1082, del d.lgs. n. 36/2003 e della legge regionale n. 16/1996.
In particolare i ricorrenti osservano che: a) il Piano regionale di gestione dei rifiuti stabilisce che gli impianti di discarica non devono ricadere in fiumi, torrenti e corsi dacqua e le relative sponde o piede per una fascia di trecento metri ciascuna; b) lente non ha tenuto conto dellesposizione alle esalazioni del centro abitato posto a circa trecento metri dallimpianto, delle forme di erosione dovute alle acque correnti superficiali (essendo limpianto ubicato nei pressi del torrente Mazzarr), nonch della fascia di rispetto di almeno cinquecento metri fra il perimetro dellimpianto e le zone boschive e di protezione naturale o culturale (posto che il redigendo Piano Regolatore Generale del Comune di Furnari prevede linserimento di una zona boschiva limitrofa al sito ove ubicato limpianto); c) il punto 2.1 dellAllegato I al d.lgs. n. 36/2003 dispone che gli impianti di cui si tratta non possono essere ubicati in aree dove i processi geologici superficiali, quali lerosione accelerata, le frane, linstabilit dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali, potrebbero compromettere lintegrit della discarica, n in aree esondabili, instabili ed alluvionali. Con il secondo motivo di gravame i ricorrenti lamentano eccesso di potere per difetto di istruttoria, violazione del d.lgs. n. 59/2005, del d.lgs. n. 152/2006, 57 del d.p.r. n. 915/1982 e della legge n. 241/1990, osservando che lAmministrazione non ha inviato agli interessati la prescritta comunicazione di avvio del procedimento e non ha provveduto alla convocazione dei Comuni limitrofi di Furnari e Terme Vigliatore.
Con il terzo motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione di legge ed eccesso di potere per difetto di motivazione, osservando che i provvedimenti impugnati non sono adeguatamente motivati, esigendosi nella specie unadeguata ponderazione degli interessi da bilanciare, anche in considerazione dellesistenza di un non meglio identificato parere dellASL n. 5 che avrebbe subordinato il proprio avviso favorevole ad un apposito intervento per annullare gli effetti di cattivo odore nellaria.
Con il quarto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione degli art. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1934 in relazione allart. 5, comma 11, d.lgs. n. 59/2005, osservando che lAmministrazione non aveva acquisito le prescrizioni dei Sindaci competenti ai sensi degli artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1923, come prescritto dallart. 5, undicesimo comma, d.lgs. n. 59/2005.
Con il quinto motivo di gravame i ricorrenti lamentano violazione del punto 2.1 dellAllegato I al d.lgs. n. 36/2003, osservando che non risulta essere stato effettuato lo studio prescritto dalla disposizione indicata (e previsto in tutti i casi di impianti che accettino anche rifiuti contenenti amianto). Con il sesto motivo di gravame i ricorrenti non deducono alcuna censura, ma richiamano gli artt. 32 e 42 Cost. e formulano domanda di risarcimento del danno.
LAzienda Sanitaria Provinciale di Messina, costituitasi in giudizio, chiede il rigetto del ricorso, osservando che: a) nessun comportamento illegittimo attribuibile allAzienda e nessuna eventuale pretesa risarcitoria pu quindi essere legittimamente avanzata contro di essa; b) con parere n. 35 dell11 settembre 2008 (in coerenza con il precedente parere n. 13 del 9 febbraio 2007 e con le comunicazioni n. 68 del 29 settembre 2007 e 37 del 23 settembre 2008), lAzienda Sanitaria Provinciale di Messina ha espresso parere favorevole allampliamento della discarica a condizione che venissero assunti tutti i provvedimenti necessari ad impedire il prodursi di esalazioni maleodoranti che periodicamente si avvertono, particolarmente nel non lontano centro di Furnari; c) con successive note lAzienda ha rappresentato al Prefetto di Messina, al Procuratore della Repubblica di Barcellona ed al Sindaco di Furnari che la discarica risultava gestita in modo idoneo, ma che, con il favore dei venti o di altri eventi metereologici, si avvertivano nei comuni limitrofi, ed in particolare in quello di Furnari, esalazioni maleodoranti. Il Comune di Mazzarr S. Andrea, costituitosi in giudizio, chiede il rigetto del ricorso, osservando che le censure dei ricorrenti non riguardano loperato del 58 Comune, nei confronti del quale non pu quindi essere avanzata alcuna eventuale pretesa risarcitoria, essendosi lo stesso limitato a fornire un parere favorevole subordinatamente alla sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla normativa per il rilascio delle richieste autorizzazioni.
La Tirrenoambiente s.p.a., costituitasi in giudizio, deposita documentazione inerente ai fatti di causa, eccepisce linammissibilit del gravame e sollecita in subordine il suo rigetto nel merito, osservando che: a) la mera vicinitas non costituisce condizione idonea a fondare la legittimazione attiva per limpugnazione dei provvedimenti autorizzatori di cui si tratta, risultando necessaria la prova - che difetta nel caso di specie - di un pregiudizio effettivo, concreto e diretto sofferto dai soggetti che azionino eventuali pretese in giudizio; b) i ricorrenti, a ben vedere, lamentano lintervenuta violazione dellinteresse partecipativo del Comune ai procedimenti in questione e paventano presunti danni alla salute che risultano inattuali ed in contrasto con gli avvisi espressi al riguardo da plurimi organi tecnici; c) ci anche in considerazione del fatto che la discarica in parola stata autorizzata sin dal lontano anno 2003 e che i ricorrenti hanno manifestato acquiescenza sia nei confronti della sua istituzione, sia nei confronti di successivi ampliamenti dellimpianto intervenuti negli anni 2004 e 2007; d) i progetti relativi allampliamento della discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione sono stati ritualmente pubblicati dalla Tirreno Ambiente s.p.a. nelle forme di cui allart. 5 d.lgs. n. 59/2005 e nessuna opposizione od osservazione stata formulata nel termine di cui allottavo comma della disposizione indicata; e) con nota n. 38456/13.12/GAB in data 1 giugno 2009, il Prefetto di Messina ha dato atto dellimportanza e della bont tecnica del progetto, affermando che di questi elementi i Sindaci dei Comuni di Furnari, Mazzar S. Andrea e Terme Vigliatore avevano preso atto positivamente attribuendo grande rilievo alla prospettiva delineata; f) come si legge nel preambolo di entrambi i provvedimenti impugnati, la zona interessata dagli interventi non rientra in aree naturali protette, n inserita in specifici piani regionali, provinciali, di bacino o di risanamento con finalit in materia ambientale; g) in relazione alla tutela delle acque i progetti hanno ottenuto il parere favorevole dellAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, reso in data 27 aprile 2009; h) con parere del 17 aprile 2009, il Servizio 2/VAS-VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha affermato che nei pressi dellimpianto non vi sono elementi naturali di pregio; i) per quanto attiene ai profili paesaggistici, con parere in data 11 settembre 2008, la competente Soprintendenza ha affermato che lintervento compatibile rispetto ai valori paesaggistici dellarea, in quanto le opere si integrano con le strutture esistenti che insistono nelle aree adiacenti; l) in ordine allinquinamento atmosferico, con parere in data 7 maggio 2009 il competente Dipartimento dellAssessorato Regionale al Territorio ed allAmbiente ha prescritto i limiti di emissione cui deve conformarsi limpianto, disponendo altres le opportune misure al fine di prevenire eventuali fenomeni di inquinamento; m) con il citato parere in data 17 aprile 2009, il Servizio 2/VAS-VIA dellAssessorato al Territorio ed allAmbiente ha anche evidenziato che: - il progetto compatibile con il Programma regionale per la riduzione dei rifiuti solidi urbani; - esso rispetta le 59 linee guida di cui al decreto ministeriale del 29 gennaio 2007; - la realizzazione dellimpianto consentir una diminuzione della quantit di rifiuti da conferire nella medesima discarica.
Le Amministrazione regionali, costituitesi in giudizio per mezzo dellAvvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, chiedono il rigetto del ricorso, osservando che le censure sollevate dai ricorrenti risultano generiche ed evidenziando la correttezza delliter procedimentale relativo ai due provvedimenti impugnati.
Dopo il deposito di ulteriori documenti e memorie, il ricorso stata chiamato alla pubblica udienza del 19 settembre 2012.
Sentiti i difensori delle parti, come indicato in verbale, la causa stata quindi trattenuta in decisione.
Deve respingersi leccezione sollevata dalla Tirrenoambiente s.p.a. in ordine al presunto difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti.
Non infatti contestato (e deve quindi ritenersi provato ai sensi dellart. 64, secondo comma, c.p.a.) il fatto che i ricorrenti siamo proprietari di immobili ubicati nel territorio del Comune di Furnari in quello del Comune di Terme Vigliatore e che tali immobili si trovino in prossimit della discarica di cui si tratta.
Come noto, in materia urbanistica ed edilizia, pur non mancando pronunce che affermano la sufficienza di una situazione di stabile collegamento giuridico con il terreno oggetto dellintervento costruttivo al fine di impugnare i relativi provvedimenti autorizzatori (cfr., da ultimo, Cons. St., Sez. IV, n. 4643/2012), la prevalente giurisprudenza ha costantemente affermato che il mero criterio della vicinitas di un fondo o di unabitazione allarea oggetto dellintervento non pu ex se radicare la legittimazione al ricorso, dovendo il ricorrente fornire la prova concreta del vulnus specifico inferto dagli atti impugnati alla propria sfera giuridica, in termini, ad esempio, di deprezzamento del valore del bene o di concreta compromissione del diritto alla salute ed allambiente: cfr., fra le pi recenti, Cons. St., Sez. IV, n. 4924/2012, Cons. St., Sez. IV, n. 4287/2012, Tar Perugia, Sez. I, n. 334/2012 (secondo cui la prova del vulnus specifico rileva pi esattamente ai fini dellinteresse ad agire) e Tar Catania, Sez. I, n. 482/2012.
In materia ambientale la prevalente giurisprudenza ha invece ritenuto che ai fini della sussistenza della legittimazione ad agire sia sufficiente la vicinitas, intesa come vicinanza dei soggetti che si ritengano lesi dalla scelta del sito 60 prescelto per la realizzazione dellimpianto o dalladozione di ulteriori provvedimenti autorizzatori (cfr., fra le pi recenti, Tar del Lazio, Sede di Roma, Sez. I, n. 5826/2012, Tar Torino, Sez. I, n. 1340/2011, Tar Brescia, Sez. I, n. 2411/2010, Cons. St., Sez. IV, n. 5986/2011, Cons. St., Sez. V, n. 1979/2011, Tar Firenze, Sez. II, n. 476/2011, Tar Palermo, Sez. I, n. 200/2012), pur non essendo mancate pronunce che hanno ribadito la necessit (ai fini della legittimazione o, secondo una diversa prospettazione dellinteresse ad agire) della prova del danno subito nella propria sfera giuridica - in termini, ad esempio, di riduzione del valore del proprio fondo o del nocumento che la realizzazione e lesercizio dellimpianto procurerebbe alla salute - da chi chieda protezione in giudizio (cfr. Tar Napoli, Sez. V, n. 1479/2010, Tar Torino, Sez. I, n. 2292/2009, Cons. St., Sez. VI, n. 5453/2007, Tar Bologna, Sez. I, n. 3216, Tar Torino, Sez. II, n. 244/1999).
Il Collegio condivide lorientamento espresso dalla giurisprudenza maggioritaria e ci anche sul rilievo che costituisce fatto notorio, in quanto tale da porre a fondamento della decisione ai sensi dellart. 115, secondo comma, c.p.c., che la realizzazione di un impianto (discarica, inceneritore, centrale elettrica, etc.), che influisca in qualche modo sulassetto e sul sistema ambientale e sia quindi sottoposto ai relativi regimi autorizzatori, determina almeno un minimo deprezzamento degli immobili situati nei pressi della struttura, con ci legittimando i - o, secondo altra prospettazione, radicando linteresse ad agire in capo ai - proprietari e residenti nelle immediate vicinanze, producendosi in danno di essi un sicuro pregiudizio economico consistente nella diminuzione di valore della loro propriet ovvero, nel caso di soggetti residenti ma non proprietari, nella diminuzione del valore della prestazione connessa allutilizzo degli immobili di cui essi usufruiscono a vario titolo (locazione, comodato, etc.).
Sulla scorta di identiche considerazioni deve ritenersi infondato lulteriore profilo di inammissibilit del gravame eccepito dalla Tirrenoambiente s.p.a., non potendo attribuirsi alcun rilievo alla mancata impugnazione delle pregresse autorizzazioni rilasciate per liniziale realizzazione e per i due primi ampliamenti della discarica, atteso che gli impugnati decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, consentendo un significativo ampliamento dellattivit della discarica, hanno certamente determinato un ulteriore deprezzamento del valore delle unit immobiliari situate nei pressi dellimpianto.
Tanto chiarito, deve ulteriormente precisarsi che risultano inconferenti le ulteriori obiezioni sollevate sul punto dalla Tirreno Ambiente s.p.a., in quanto: a) qualora sussista, come nella specie, la legittimazione e linteresse ad agire, la parte ricorrente pu articolare come meglio crede le proprie doglianze, che ben possono riferirsi - a prescindere dalla loro fondatezza nel merito - alla mancata partecipazione procedimentale del Comune ove esse risiedono, sia in ragione delle funzione che tale Amministrazione assolve nella qualit di ente 61 esponenziale della comunit territoriale, sia in quanto la legittimazione e linteresse ad agire vanno accertati in relazione agli effetti del provvedimento e non con riferimento ai vizi di legittimit sollevati da chi agisce in sede giurisdizionale avverso i provvedimenti che hanno autorizzato la realizzazione e lesercizio dellimpianto; b) nel caso di specie le censure sollevate dai ricorrenti non si esauriscono affatto nella presunta lesione della partecipazione procedimentale del Comune di Furnari e di quello di Terme Vigliatore; c) la circostanza che i progetti relativi allampliamento della discarica e alla realizzazione dellimpianto di selezione e stabilizzazione siano stati ritualmente pubblicati dalla Tirrenoambiente s.p.a. nelle forme di cui allart. 5 d.lgs. n. 59/2005 e che nessuna opposizione od osservazione sia stata formulata nel termine di cui allottavo comma della disposizione indicata non determina - come evidente - linoppugnabilit dei conseguenti provvedimenti autorizzatori.
Deve anche precisarci che la presente controversia riguarda il solo Assessorato Regionale al Territorio ed allAmbiente, cio lorgano che ha emanato i due provvedimenti impugnati, mentre ad essa risultano estranee le ulteriori Amministrazioni - tuzioristicamente evocate in giudizio - in ragione della natura meramente endoprocedimentale della loro partecipazione alle istruttorie culminate nei due decreti autorizzatori. Tanto premesso, il ricorso fondato, nei termini e nei limiti di seguito specificati.
Devono in primo luogo disattendersi le osservazioni svolte dai ricorrenti con il primo motivo di gravame, ad eccezione della doglianza relativa alla mancata considerazione dellesposizione del centro abitato di Furnari alle esalazioni prodotte dallimpianto.
Limpianto in questione non infatti ubicato in un fiume, torrente o corso dacqua, n sulle loro sponde o piede, atteso che la discarica si trova semplicemente nelle vicinanze del torrente Mazzar.
La vicinanza di un torrente, inoltre, non determina automaticamente la sussistenza di forme di erosione del territorio, n la classificazione dellarea come esondabile, instabile o alluvionale (anzi, tali circostanze risultano confutate dalla documentazione procedimentale cui ha fatto riferimento la controinteressata).
I decreti impugnati hanno correttamente escluso la sussistenza nei pressi dellimpianto di zone boschive o di protezione naturale, atteso che, come risulta dalla documentazione versata in atti dalla controinteressata, in prossimit dellimpianto non sono presenti aree con tali caratteristiche. 62 Tale conclusione non confutata dal rilievo dei ricorrenti in ordine alla possibile previsione nel redigendo Piano Regolatore Generale del Comune di Furnari dellinserimento di una zona boschiva limitrofa al sito ove ubicato limpianto, atteso che non possono - ovviamente - assumere rilievo in sede di rilascio del titolo autorizzatorio insediamenti boschivi meramente futuri ed eventuali.
Per quanto attiene invece alla doglianza relativa alla mancata considerazione dellesposizione del centro abitato di Furnari alle esalazioni prodotte dallimpianto, occorre rinviare alle considerazioni che saranno svolte con riferimento al terzo motivo di gravame.
Anche il secondo motivo di gravame infondato.
Come invero prescritto dallart. 7, primo comma, legge n. 241/1990, la comunicazione di avvio del procedimento deve essere inviata soltanto ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale destinato a produrre effetti diretti e a quelli che per legge debbono intervenirvi. E chiaro che gli odierni ricorrenti non sono destinatari degli effetti diretti degli impugnati provvedimenti autorizzatori (mentre altra questione il fatto che gli effetti materiali indiretti prodotti dai provvedimenti stessi radichino in capo ad essi la legittimazione ad agire), n alcuna disposizione di legge contempla la loro necessaria partecipazione ai relativi procedimenti.
Non pu inoltre condividersi la tesi dei ricorrenti secondo cui il Comune di Furnari e quello di Terme Vigliatore avrebbero dovuto partecipare alle conferenze dei servizi che si sono svolte nellambito dei due procedimenti autorizzatori di cui si tratta.
Lart. 5, decimo comma, d.lgs. n. 59/2005 prevede infatti che l'autorit competente, ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, pu convocare apposita conferenza dei servizi alla quale invita le amministrazioni competenti in materia ambientale, mentre il successivo comma undicesimo comma prevede che lautorit competente acquisisca, eventualmente nellambito della conferenza dei servizi di cui al comma decimo, le prescrizioni del Sindaco di cui agli artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1934.
E chiaro che le prescrizioni contemplate dalle norme indicate rientrano nella competenza esclusiva dellente nel cui ambito territoriale ubicato limpianto, per lassorbente e decisivo rilievo che il territorio costituisce elemento costitutivo degli enti locali e resta quindi inibito al Sindaco di un Comune dettare prescrizioni i cui effetti immediati e diretti si producano in un ambito territoriale diverso da quello del Comune stesso. 63
Essendo quindi di competenza esclusiva del Sindaco del Comune di Mazzar S. Andrea la formulazione di eventuali prescrizioni ai sensi dei citati art. 216 e 216 regio decreto n. 1265/1034, soltanto tale Amministrazione - e non il Comune di Furnari, n quello di Terme Vigliatore - doveva esser coinvolta nei due procedimenti finalizzati al rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali.
Ci non vuol dire, come evidente, che il rilascio delle autorizzazioni possa prescindere dalla valutazione degli effetti ambientali che, a seguito dei provvedimenti autorizzatori, si producano o possano prodursi nel contesto territoriale del Comune di Furnari o di quello di Terme Vigliatore, ma semplicemente che tale valutazione resta di competenza dellautorit regionale e si sviluppa nellambito di un procedimento istruttorio in cui la legge non prevede la partecipazione necessaria dei Comuni limitrofi a quello in cui limpianto ubicato.
Sulla scorta delle medesime considerazioni risulta infondato il quarto motivo di gravame, avendo lAmministrazione correttamente acquisito le sole prescrizioni del Sindaco di Mazzarr S. Andrea - e non quelle dei Sindaci di Furnari e Terme Vigliatore - ai sensi dei citati artt. 216 e 217 regio decreto n. 1265/1923.
Sono invece fondati il terzo ed il quinto motivo di gravame, che in ragione della loro connessione si prestano ad essere trattati congiuntamente. Limpugnato decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 (come risulta espressamente dai punti n. 12, n. 20 e n. 32) prevede infatti che nella discarica di cui si tratta possano essere depositati rifiuti contenenti amianto. Lart. 4 d.lgs. n. 59/2005 (successivamente abrogato, peraltro, dallart. 4, primo comma, lett. a, d.lgs. n. 128/2010) prevedeva che, per le discariche da autorizzare ai sensi del menzionato d.lgs. n. 59/2005, potessero considerarsi soddisfatti i requisiti tecnici di cui al decreto stesso qualora risultassero soddisfatti i requisiti tecnici di cui al d.lgs. n. 36/2003.
Lultimo comma del paragrafo 2.1 dellAllegato I al predetto d.lgs. n. 36/2003 dispone che: a) per le discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi che accettano rifiuti contenenti amianto, deve essere oggetto di specifico studio, al fine di evitare qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre, la distanza dai centri abitati in relazione alla direttrice dei venti dominanti; b) tale direttrice stabilita sulla base di dati statistici significativi dellintero arco dell'anno e relativi ad un periodo non inferiore a 5 anni.
Nel rapporto istruttorio di cui alla nota n. 376 del 12 marzo 2009, il Servizio 2/V.A.S.-V.I.A. dellAssessorato regionale al Territorio ed allAmbiente afferma, invece, che nel procedimento culminato con lemanazione del decreto n. 393 in 64 data 23 maggio 2009 stato effettuato uno studio dei venti condotto facendo ricorso ai dati rilevati dalla centralina presente nel sito ove ubicata la discarica e relativi a (soli) quattro anni di rilevazioni orarie. Fermo restando il difetto di istruttoria appena evidenziato, appare poi discutibile laffermazione contenuta nel citato rapporto istruttorio secondo cui il centro abitato di Furnari rimarrebbe al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti stimate.
Nello studio anemometrico (prescindendo da quanto rilevato in ordine alla sua incompletezza) si evidenzia, infatti, lesistenza di un regime bimodale dei venti, con prevalenza dei venti provenienti da sud-sudest e sud-sudovest nelle stagioni primaverile ed invernale e prevalenza dei venti provenienti da sud-sudovest nella stagione estiva, mentre durante il periodo autunnale stato registrato un andamento pi omogeneo, con circa il 60% dei venti provenienti da sud-sudest.
Come risulta dalla corografia allegata allo studio di impatto ambientale, labitato di Furnari posto sostanzialmente ad ovest rispetto allimpianto in questione e tale circostanza sembrerebbe giustificare lassunto di cui al menzionato rapporto istruttorio secondo cui tale abitato resterebbe al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti dei venti. Risulta tuttavia dalla medesima corografia che una parte dellabitato di Furnari si estende a nord lungo la strada provinciale 110, con la conseguenza che tale porzione dellabitato risulta certamente posizionata, rispetto alla discarica, sulla direzione dei venti provenienti da sudest.
Le conclusioni contenute nel pur incompleto studio anemometrico appaiono pertanto almeno parzialmente contraddittorie, atteso che, proprio sulla scorta dei dati risultanti da tale studio, non appare corretto affermare che lintero centro abitato di Furnari sia al di fuori del cono di influenza delle direzioni prevalenti dei venti, non potendo certamente valere tale conclusione per quanto attiene alle abitazioni che si sviluppano lungo la menzionata strada provinciale 119.
Al riguardo pu essere anche opportuno evidenziare che: a) nello studio di impatto ambientale (pagina 62) redatto dalla Tirrenoambiente s.p.a. a corredo del progetto per lampliamento della discarica, si afferma che, per quanto riguarda landamento anemometrico a Mazzarr SantAndrea ricorrente il vento di scirocco che spira da sudest caldo e violentissimo per pi giorni di seguito nel periodo autunno-primaverile; b) nel parere reso dallAUSL n. 5 in data 11 settembre 2008 nelambito del procedimento culminato nel decreto n. 393 in data 23 maggio 2009 si fa esplicito riferimento a periodiche esalazioni maleodoranti che sembrano costituire il sintomo di un effettivo, sebbene non continuo, trasporto aereo di sostanze odorigene dalla discarica in direzione dellabitato di Furnari (o quantomeno di una porzione di esso); c) la campagna 65 di rilevamento della qualit dellaria effettua dallAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente nel periodo 29 luglio 2009-17 settembre 2008 (il relativo documento espressamente menzionato a pagina 2 del menzionato rapporto istruttorio n. 376 del 12 marzo 2009) ha evidenziato la presenza nellabitato di Furnari dei medesimi inquinanti presenti in discarica, circostanza che avvalora lipotesi che le direzioni dominanti dei venti siano tali da determinare il trasporto aereo di sostanze odorigene ed eventualmente anche di fibre di amianto nel centro abitato di tale Comune (o almeno in una porzione di esso).
Le considerazioni che precedono valgono in primo luogo per il decreto autorizzatorio n. 393 in data 23 maggio 2009 (al quale i ricorrenti fanno esclusivo riferimento nel formulare il quinto motivo di gravame), ma esse devono estendersi anche al decreto con cui stato autorizzato limpianto di selezione dei rifiuti e di stabilizzazione della frazione organica, che risulta invece investito dalla denuncia, di cui al terzo motivo di gravame, della non adeguata ponderazione dei diversi interessi in gioco da parte dellAmministrazione procedente.
Losservazione dei ricorrenti deve infatti essere condivisa sulla base del decisivo ed assorbente rilievo che negli elaborati tecnici presentati dalla Tirrenoambiente ai fini del rilascio del decreto n. 301 in data 21 maggio 2009 viene del tutto ignorata lesistenza del centro abitato di Furnari, il quale, a differenza di quello di Terme Vigliatore, dista solo poche centinaia di metri dal luogo ove ubicata la discarica (in particolare, a pagina 17 della relazione sulla fattibilit ambientale si afferma, in ordine allimpatto in atmosfera, che lambito territoriale circostante linsediamento risulta privo di nuclei abitativi e a pagina 15 della relazione tecnica generale si afferma che nellarea circostante non esistono aree urbane e residenziali sensibili). Alla rappresentazione di tale erronea circostanza non risulta aver posto riparo il susseguente iter istruttorio, con la conseguenza che la decisione assunta dallAmministrazione appare inficiata da un non adeguata rappresentazione dello stato di fatto che ha certamente costituito pregiudizio per il corretto e compiuto bilanciamento dei diversi interessi coinvolti nella vicenda amministrativa di cui si tratta.
Va infine disattesa la domanda risarcitoria in quanto formulata in modo del tutto generico ed apodittico e sprovvista di ogni indicazione in merito al presunto nesso di causalit fra i provvedimenti impugnati e le patologie da cui risultano affetti due dei ricorrenti, nonch di ogni concreta allegazione in merito alleffettivo pregiudizio presuntivamente subito dalle propriet immobiliari di cui i ricorrenti sono proprietari e in merito alla specifica e puntuale lesione del diritto costituzionale inviolabile che, secondo la prospettazione dei ricorrenti stessi, giustificherebbe nella specie il risarcimento del danno non patrimoniale ai sensi dellart. 2059 c.c.. 66 In conclusione il ricorso va accolto, nei limiti e nei termini di cui in motivazione, per quanto attiene allimpugnazione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, mentre va rigettata la domanda di risarcimento del danno.
In ragione della peculiarit delle vicenda, della soccombenza reciproca fra i ricorrenti e lAssessorato al Territorio ed allAmbiente, nonch della natura tuzioristica della evocazione in giudizio delle altre Amministrazioni, sussistono giusti motivi per compensare interamente fra tutte le parti le spese di giudizio.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Sezione staccata di Catania (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso come in epigrafe proposto: 1) accoglie il ricorso, nei limiti e nei termini di cui in motivazione, per quanto attiene allimpugnazione dei decreti n. 391 in data 21 maggio 2009 e n. 393 in data 23 maggio 2009, dei quali, per leffetto, dispone lannullamento; 2) rigetta la domanda di risarcimento del danno; 3) compensa fra tutte le parti le spese di lite. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dallautorit amministrativa. Cos deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 19 settembre 2012 con lintervento dei magistrati: Salvatore Veneziano, Presidente Giovanni Milana, Consigliere Daniele Burzichelli, Consigliere, Estensore
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 07/12/2012 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
2014 2 Aprile Giunta 45 2014 26 Marzo Giunta 45 Avv Pellegrino Tar Pa 831 833 1045 2014 Spatola Rosa Dangelo Giovanni CL Ed de Ricorso Al Tar Di Palermo
2014 25 Luglio CL Ed de Sas D'amgelo Sent 412 2014 Ric 613 14 29 04 14 Rosa Spatola Sent 373 14 Ric 1045 14 2014 2 Maggio Spatola Rosa Sent 368 14 Ric 833 14 CL Ed de
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