1. Lascesa del nazismo: a. la crisi del 29: i. durezza inaudita: crollo della produzione agricola e industriale; ii. licenziamenti e disoccupazione al 30%; b. il successo della Nsdap: i. i risultati elettorali dal 1930 (18,3%) al 1932 (37,3%, maggioranza relativa); ii. nazionalismo aggressivo con implicazioni belliciste: risentimento per il trattato di Versailles; iii. razzismo estremo: dallantigiudaismo cristiano e dellantisemitismo di Lueger alla centralit dellantisemitismo razzista nella costruzione della comunit nazionale; iv. concreti attacchi fisici ai nemici del popolo tedesco: ebrei e comunisti; v. tolleranza per le aggressioni fisiche da parte dei governi e della polizia: prestigio della Nsdap; vi. successo tra i giovani o giovanissimi; vii. i leader: Gring, Hess, Goebbels, Himmler, Heydrich; viii. i sostenitori: classe operaia, ceti medi, professionisti, studenti; ix. finanziamenti da parte degli imprenditori; c. la presa di potere del nazismo: i. sequenza di crisi del governo: il presidente Hindenburg nomina Hitler Primo ministro (30 gennaio 1933); ii. maggioranza relativa della Nsdap: governo di coalizione; iii. lincendio del Reichstag (27 febbraio 1933): attribuzione della responsabilit ai comunisti e serie di arresti; iv. nuove elezioni (marzo 1933): intimidazioni e successo della Nsdap (44%); v. nascita del Terzo Reich nazista e concessione dei pieni poteri a Hitler. 2. Le strutture del regime nazista: a. la repressione delle opposizioni e la costruzione di un sistema a partito unico: i. scioglimento della Spd e degli altri partiti di opposizione; ii. completo controllo su radio e giornali; iii. arresto e imprigionamento degli oppositori nei campi di concentramento; iv. riconoscimento del solo sindacato nazista; v. legalit del solo Partito nazista (luglio 1933): elezione plebiscitaria con il 92% dei consensi (novembre 1933); b. il riassetto dei poteri istituzionali: i. diretto controllo del governo e dei funzionari sugli Stati federali: sistema accentrato; ii. morte di Hindenburg (1934): Hitler diventa presidente della Repubblica; c. la ridefinizione degli equilibri interni al partito: i. la formazioni paramilitari: Sturmabteilungen (SA) e Schutzstaffeln (SS); ii. le SA ed Ernst Rhm: richiesta di un ruolo importante; iii. timori di Hitler: amicizia dellesercito e potere personale di Rhm; iv. la Notte dei lunghi coltelli (giugno-luglio 1934): uccisione dei dirigenti delle SA; v. subordinazione delle SA alle SS di Himmler e Heydrich; vi. le SS controllano la Gestapo (polizia segreta) e il servizio segreto: azioni intimidatorie; vii. organizzazione dei campi di concentramento; viii. larga autonomia della Wehrmacht: potenziamento dellesercito e delle attrezzature belliche, coscrizione obbligatoria; d. la costruzione di un sistema associativo totalitario: i. inquadramento di ragazzi e ragazze in organismi di tipo militaresco: indottrinamento e divise; ii. i ragazzi: la Hitler Jugend, poi il servizio militare o di lavoro; iii. organizzazione sindacale nazista; iv. organizzazione del tempo libero e delle vacanze dei lavoratori; v. la macchina: la Volkswagen; e. i rapporti con le Chiese: i. solido sostegno della Chiesa luterana al regime; ii. il Concordato con la Chiesa cattolica (1933); iii. sviluppi neopagani e razzisti: la Mit brennender Sorge di Pio XI; iv. progetto di enciclica di condanna contro lantisemitismo e morte di Pio XI. 3. Ledificazione della Volksgemeinschaft: a. la politica economica: i. vasto piano di lavori pubblici: costruzione di strade, autostrade ed edifici e riassorbimento delloccupazione; ii. rilancio dellindustria bellica; iii. interruzione dei pagamenti delle riparazioni; iv. raggiungimento del pieno impiego; v. crescita dei salari industriali e agricoli; vi. crescita della produzione industriale e del Pil; vii. aumento del deficit statale: espansione dellindustria bellica; viii. soluzione temporanea: preparazione per la guerra e conquista come nuova occasione di impiego; b. la politica estera: i. uscita dalla Societ delle Nazioni (1933): discussione dei trattati di Versailles; ii. violazione del trattato di pace: rimilitarizzazione della Renania (1936); iii. interruzione dei pagamenti delle riparazioni; c. la politica demografica: i. crescita della popolazione, ii. aumento della natalit delle coppie sane di pura razza ariana: prestiti matrimoniali e benefici fiscali; iii. repressione dellomosessualit maschile: natura non riproduttiva delle pratiche omosessuali; iv. misure antinataliste verso i gruppi incapaci di assicurare unadeguata riproduzione della comunit nazionale: sterilizzazione ed eutanasia a scopi eugenetici (1939); d. le leggi razziali: i. legislazione specificamente razziale come strumento essenziale di costruzione della Volksgemeinschaft; ii. le leggi del 1933: esclusione degli ebrei dalle amministrazioni pubbliche, dalle strutture sanitarie e dallordine degli avvocati e dei giornalisti, limitazione del numero di ebrei nelle scuole; iii. le leggi di Norimberga (1935): 1. legge sulla cittadinanza: distinzione tra cittadini e membri dello Stato; 2. legge per la protezione del sangue e dellonore tedesco: divieto del matrimonio e dei rapporti sessuali tra ebrei e ariani; iv. licenziamento definitivo di docenti universitari, professori, medici e avvocati ebrei (1935): preclusione di tutte le libere professioni (1936); v. denuncia dei beni ebraici e limiti alla gestione di aziende e imprese; vi. la Notte dei Cristalli (9-10 novembre 1938): devastazione di negozi di ebrei e sinagoghe; vii. identit tedesca degli ebrei e ostilit da parte della popolazione; viii. necessit di delimitare la Volksgemeinschaft: protezione dallessere membri della comunit dominante; e. lestetica della politica: i. lopera di Goebbels: sentimento di appartenenza, coesione, legame con il Fuhrer; ii. sensazione fisica dellappartenenza: spettatori e protagonisti al tempo stesso; iii. partecipazione diretta, radio, cinema: i discorsi del Fuhrer e degli altri capi nazisti; iv. lo stile di Hitler: crescendo, andamento mccanico, stile gridato e militaresco; v. il Triumph des Willens (1935): il congresso della Nsdap a Norimberga; f. leconomia politica: i. la bandiera: il rosso del socialismo e la svastica come simbolo ariano; ii. piena occupazione; iii. impulso allindustria bellica e al riarmo; g. i ruoli di genere: i. il bellicismo e il culto del capo: virilismo e limitazione della donna alla funzione riproduttiva; ii. il sostegno alla maternit e la figura della donna come madre e lavoratrice: aumento degli asili infantili; iii. partecipazione delle donne alla diffusione del nazismo: associazioni e liturgie pubbliche; iv. superiorit degli uomini: assenza di donne nelle gerarchie; h. la cultura: i. il rogo dei libri (maggio 1933): cancellazione dei prodotti di intellettuali ebraici o devianti; ii. la mostra gogna dellarte degenerata (1937): Kandinskij, Chagall, Klimt, Mondrian; iii. pittura figurativa, musica tonale, narrativa realista; iv. ladesione degli intellettuali al nazismo: Martin Heidegger. 4. Il fascismo italiano negli anni Trenta: a. gli effetti e le conseguenze della crisi: i. violenza minore rispetto alla Germania; ii. contrazione delle esportazioni, diminuzione della produzione, aumento della disoccupazione; iii. la politica dei lavori pubblici: bonifica dellAgro Pontino e costruzione di Sabaudia e Littoria; iv. realizzazione di edifici pubblici in stile architettonico iper-razionalista: tribunali, caso del Fascio, stazioni, municipi, stadi, case popolari; b. il sostegno alle banche e alle imprese: i. creazione dellImi (Istituto mobiliare italiano, 1931): finanziamento a breve e lungo termine per le imprese industriali; ii. creazione dellIri (Istituto per la ricostruzione industriale, 1933): finanziamento alle imprese e acquisto di azioni di grandi imprese in difficolt; iii. alleggerimento delle banche da partecipazioni azionarie che bloccano parte delle risorse; iv. impossibilit, per lIri, di rivendere le azioni acquisite: assenza di acquirenti privati, aziende impegnative o non appetibili; v. conseguentemente, lIri si incarica della gestione delle imprese di cui ha acquisito il controllo: lo Stato azionista di maggioranza o proprietario di grandi imprese, soprattutto nel settore siderurgico; vi. soluzione lontana dallesproprio o dalla nazionalizzazione: benefici per le banche e gli imprenditori ex proprietari delle imprese rilevate; c. i risultati: i. crescita dei salari minore rispetta quella dei prezzi; ii. crollo della disoccupazione; d. le nuove linee di politica economica: i. lautarchia: uso di materie prime e prodotti italiani; ii. il corporativismo: i principi della Carta del lavoro (1927); iii. costituzione di organismi per i rappresentanti degli imprenditori e degli operai (1934): armonizzazione dei rapporti di lavoro ed eliminazione dei conflitti di classe; iv. la Camera dei Fasci e delle Corporazioni (1939): nomina da parte delle organizzazioni corporative e del Gran Consiglio; v. persistenza di uneconomia relativamente poco sviluppata rispetto al contesto europeo: popolazione povera, aree poco sviluppate, preminenza dellagricoltura; e. la politica demografica: i. crescita demografica in funzione di una politica di espansione militare; ii. politica natalista: curvatura nettamente antifemminile; iii. esaltazione del ruolo materno e riproduttivo delle donne: scoraggiamento delle carriere lavorative; iv. lOpera Nazionale per la protezione della Maternit e dellInfanzia (Onmi, 1925): assistenza per madri povere e nubili; v. riduzione delle tasse per le famiglie numerose; vi. componente repressiva: criminalizzazione dellaborto, scoraggiamento della contraccezione, tassa sul celibato, persecuzione (blanda) degli omosessuali; vii. risultati contraddittori: aumento della natalit, ma permanente presenza di un ampio numero di donne lavoratrici; f. la guerra dEtiopia (1935-36): i. comando dellesercito affidato a Pietro Badoglio e Rodolfo Graziani; ii. la condotta della guerra: violenze, bombardamenti contro civili, uso di gas asfissianti, deportazione di massa; iii. sconfitta di Hail Selassi; iv. unione dellEtiopia allEritrea e alla Somalia: formazione dellAfrica Orientale Italiana (1936) e proclamazione dellImpero italiano; v. protesta della Societ delle Nazioni: sanzioni economiche; vi. appoggio diplomatico ed economico della Germania; vii. promozione di una legislazione razziale nellAfrica Orientale Italiana: apartheid e divieto dei matrimoni misti per proteggere la razza; g. lavvicinamento alla Germania: i. alleanza tra Roma e Germania: lAsse Roma-Berlino (1936) e la spartizione di due potenziali sfere dinfluenza; ii. il patto antisovietico: Italia, Germania, Giappone (1937); iii. uscita dellItalia dalla Societ delle azioni (1937; Germania e Giappone ne sono usciti nel 1933); h. le leggi razziali: i. leggi razziali in Africa: lesione della razza e divieto di matrimoni e convivenze con indigeni; ii. distinzione tra cittadini e sudditi ed equiparazione dei meticci ai sudditi; iii. lavvicinamento alla Germania e la legislazione antisemita; iv. il Manifesto della razza (13 luglio 1938): carattere ariano della popolazione italiana; v. censimento della popolazione ebraica; vi. la Dichiarazione sulla razza (7 ottobre 1938); vii. i Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista (5 settembre 1938): esclusione di docenti e studenti di razza ebraica da scuole e universit; viii. divieto di matrimonio tra ariani ed ebrei; ix. limitazioni professionali ed economiche, requisizioni, esclusione dagli impieghi pubblici; x. esclusione di alcuni gruppi particolari (es. familiari di un decorato al valor militare) e possibilit di arianizzare persone di razza ebraica; xi. le reazioni: sostegno, sconcerto, ma soprattutto indifferenza; xii. la Chiesa cattolica: assenza di una presa di posizione ufficiale netta; i. le associazioni: i. struttura di associazioni articolate per et, genere, categoria: rispetto dei valori fascisti; ii. i gruppi: Balilla, Gruppi universitari fascisti, Opera nazionale dopolavoro; iii. mobilitazione delle donne: spazi di protagonismo; iv. lattivit ginnica: irrobustimento della razza ed effetto psicologico e culturale; j. lorganizzazione del consenso: i. idea rigorosamente organicistica della nazione: corpo compatto, non diviso negli interessi; ii. didattica scolastica: etica del sacrificio e dimensione guerriera della retorica fascista; iii. sviluppo coerente del nazionalismo di et liberale; iv. sviluppi originali: culto della Roma imperiale e culto del duce; v. le adunate fasciste; vi. lespressione di Mussolini: vigore, autorit, militarismo; vii. la radio: lEiar (1927); viii. diffusione delle trasmissioni radio attraverso altoparlanti posti in luoghi pubblici; ix. lIstituto Luce (1927): proiezione di cinegiornali prima dei film in programmazione nei cinema. 5. Gli altri regimi autoritari in Europa: a. la democrazia: Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Cecoslovacchia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia; b. i caratteri comuni: i. intervento degli eserciti; ii. sostegno delle Chiese locali; iii. movimenti di destra, nazionalisti e conservatori; iv. i protagonisti: sovrani, lite fondiarie, dirigenti politici conservatori e nazionalisti; v. rapporti diplomatici reciproci di amicizia; c. il Portogallo: i. colpo di Stato militare di Carmona (1926); ii. nomina di Antonio de Oliveira Salazar come ministro delle finanze (1928); iii. fondazione dellUnione nazionale, unico partito legittimo (1930); iv. promulgazione della Costituzione (1933): Parlamento consultivo; v. emergere di Salazar come uomo forte: capo del governo (1932); vi. repressione e associazioni di massa; d. la Polonia: il generale Pisudski (1926); e. la Lituania: Smetona (1926); f. la Jugoslavia: i. regime autoritario del re Alessandro I, centrato sulla Serbia; ii. fondazione in Croazia del movimento autonomista degli Ustaa di Ante Paveli, di ispirazione fascista e antisemita; iii. uccisione di Alessandro I (1934): consiglio di reggenza e conservazione del regime autoritario; g. lUngheria: i. instaurazione del regime autoritario di Horthy (1920): legislazione antisemita; ii. ascesa del movimento nazista delle Croci frecciate di Szlasi; iii. avvicinamento alla Germania nazista e inasprimento della legislazione antisemita; h. lAustria: i. scioglimento dei partiti nazista e socialdemocratico; ii. promulgazione di una Costituzione dittatoriale (1932) da parte del cancelliere Dollfuss; iii. tentativo insurrezionale di sinistra: repressione; iv. tentativo insurrezionale di destra: morte di Dollfuss; i. la Bulgaria: Boris III (1923); j. lEstonia e la Lettonia (1934); k. la Grecia: i. fuga del re Giorgio II (1922) dopo la sconfitta con la Turchia; ii. proclamazione della Repubblica (1924); iii. restaurazione della monarchia e regime autoritario (1935); l. la Romania: i. regime autoritario del re Carol II (1930); ii. appoggio dellesercito dei movimenti fascisti, tra cui la Guardia di ferro di Codreanu; iii. introduzione delle leggi antisemite; iv. colpo di Stato di Carol II (1938): scioglimento di tutti i partiti e uccisione di Codreanu. 6. La guerra civile in Spagna: a. il regime di Primo de Rivera: i. colpo di Stato da parte del generale Miguel Primo de Rivera (1923); ii. scioglimento del Parlamento e regime autoritario; iii. piano di lavori pubblici: spese pubbliche e inflazione; iv. dimissioni di Primo de Rivera (1930); b. la Repubblica: i. elezioni amministrative del 1931: trionfo dei repubblicani; ii. fuga di Alfonso XIII, che pure non abdica; iii. elezione di unAssemblea Costituente: vittoria dellalleanza di socialisti e repubblicani; iv. promulgazione della Costituzione e istituzione della Repubblica (1931): suffragio universale, libert di culto, separazione tra Stato e Chiesa; c. il periodo repubblicano: i. il governo Azaa (1932-33): scioglimento dei gesuiti, chiusura delle scuole cattoliche, autonomia della Catalogna; ii. intenzione dei repubblicani e dei socialisti: espropriazione e ridistribuzione delle terre incolte, ma con modalit diverse (piccoli proprietari o gestione collettiva); iii. diffusione dei gruppi anarchici; iv. vittoria elettorale della destra (1933) e formazione del governo Gil-Robles: revoca dellautonomia catalana e della riforma agraria, riapertura delle scuole confessionali, riduzioni salariali; v. rivolta autonomista in Catalogna e insurrezione nelle Asturie (1934): repressione militare; vi. il Fronte popolare e la vittoria elettorale del 1936; d. lo scoppio della guerra civile: i. violenze reciproche frequenti e brutali dopo le elezioni: saccheggi di chiese e case di ricchi, uccisioni di socialisti e anarchici; ii. formazione della Falange, partito fascista; iii. ribellione dellesercito di stanza in Marocco (17 luglio 1936): Francisco Franco; iv. passaggio dal Marocco al continente e conquista della Spagna sud-occidentale; v. la Repubblica controlla Madrid e Barcellona; e. gli interventi internazionali: i. accordo fra i principali Stati europei per il non intervento: Regno Unito, Italia, Germania, Francia; ii. sostegno alla ribellione fascista da parte dellItalia: rifornimenti e contingente; iii. partecipazione della Germania: tecnici, materiale bellico e squadriglie aeree; iv. il bombardamento di Guernica; v. intervento sovietico: materiale bellico e volontari; f. le forze in campo: i. le truppe del governo repubblicano e le Brigate internazionali; ii. la Falange nazionalista di Franco e la Chiesa spagnola; iii. divisioni del Fronte repubblicano: comunisti, anarchici, trotzkisti; g. la conclusione della guerra: i. offensiva militare decisiva dei franchisti (1938); ii. conquista di Barcellona (gennaio 1939) e Madrid (marzo 1939); iii. insediamento del governo di Francisco Franco: vicinanza a Germania, Italia e Giappone.