Sei sulla pagina 1di 5

Eugenio Girelli Bruni <girellibruni@gmail.

com>

[Nuovo articolo] I Freedom Riders in giro per la Palestina


1 messaggio Z Net Italy <donotreply@wordpress.com> A: girellibruni@gmail.com 17 aprile 2014 00:43

Nuovo articolo su Z Net Italy

I Freedom Riders in giro per la Palestina


by Redazione

I Freedom Riders in giro per la Palestina Di Mark Levine 13 aprile 2014 Cinquecento pacchetti di L&M. Per quanto potevo saperne, quello era il numero di pacchetti di sigarette, tutti della stessa marca, che giacevano sparsi come unistallazione darte distopica sul letto di sopra di quello di Zakaria Zbaidi nellala della prigione dellAccademia di polizia dellAutorit Palestinese a Ramallah.

al

Era pratico della prigione: quando ha compito 20 anni era stato gi colpito con armi da fuoco dalle forze israeliane, aveva gi passato oltre 5 anni in una prigione israeliana, ed era uno dei combattenti pi ricercati della Cisgiordania. Poi, nel 2006, gli Israeliani hanno acconsentito a concedere lamnistia a Zbaidi insieme ad altri membri della brigata in cambio della promessa di smettere ogni tipo di opposizione violenta. Zbaidi era stato precedentemente trasformato da combattente militante in guerriero impegnato culturalmente come cofondatore del Teatro della Libert a Jenin, un gruppo di artisti che hanno organizzato i viaggi del Freedom Bus (autobus della libert), un teatro itinerante. Ispirato dai Viaggi per la libert degli anni 60 che percorrevano il sud degli Stati Uniti per evidenziare e opporsi al razzismo ancora penetrante dellera delle leggi Jim Crow,* la versione palestinese va avanti da tre anni e porta molti attivisti dalla Palestina, dagli Stati Uniti e dallEuropa a passare due settimane viaggiando attraverso la Cisgiordania, particolarmente in zone dove Israele continua ad espropriare la terra e/o le risorse. Oltre un terzo dei partecipanti sono stati degli ebrei, alcuni di loro esperti dei viaggi organizzati dallagenzia Taglit Birthright (finanziata dal governo israeliano e da privati, nd.t.) che avevano portato centinaia di migliaia di giovani ebrei a Israele per scoprire la loro eredit in un modo che incoraggia lappoggio alle attuali politiche israeliane. Spinta verso la pace fallita Pochi giorni lungo il percorso e diventa abbondantemente chiaro perch lultima fase di

negoziati condotti dal Segretario di Stato americano John Kerry non hanno mai avuto una possibilit. In effetti, anche per un viaggiatore esperto in Palestina, lesperienza del Freedom Bus pu essere ugualmente scioccante ed esaltante. Di giorno si osservano le complesse strategie per mezzo delle quali il governo israeliano, le forze armate e i coloni continuano a rubare la terra ai palestinesi o a impedire che accedano a questa, allacqua e alle altre risorse. Di sera, davanti a pasti semplici si imparano le miriadi di modi in cui Israele continua a soffocare la vita economica delle comunit che controlla. Nella Valle del Giordano, nelle comunit come al-Hadidiya, al-Jiftlik e Khirbet Samra, che ho visitato questanno, le forze di occupazione israeliane impediscono regolarmente la costruzione di scuole, laccesso ai terreni agricoli, e la fornitura di acqua ed elettricit. I residenti che illegalmente aggiungono o costruiscono nuove strutture, quasi invariabilmente ricevono ordini di demolizione. Nessuno si sorpreso quando allautobus andata incontro una pattuglia dellesercito inviata a impedire che i viaggiatori versassero il cemento per il pavimento di una scuola non appena il bus arrivava a Khirbet Samra. In questo caso, i soldati erano cos concentrati a impedire che gli studenti del Freedom Theatre che dovevano recitare raggiungessero la scuola, che i passeggeri del Freedom Bus sono riusciti a intrufolarsi dentro e a mettere il pavimento. I dettagli delloccupazione sono ancora pi spaventosi delle realt pi eclatanti. Per citare un esempio, a Jiftik, il villaggio pi grosso nella Valle del Giordano (che ha ottenuto laccesso allelettricit soltanto pochi anni fa), ai residenti viene proibito di scavare pozzi pi profondi di 80m. mentre ai coloni permesso scavarli 10 o perfino 20 volte pi profondi. Come conseguenza di queste politiche a lungo termine, la fornitura locale di acqua diventata cos salmastra che non pu essere usata per la maggior parte delle coltivazioni. Sulla terra che coltivano, ai palestinesi si impedisce regolarmente di usare i fertilizzanti o i pesticidi pi moderni. Questo porta avere raccolti miseri, mi ha spiegato un attivista. Poi gli israeliani paragonano i nostri raccolti ai loro che sono ben irrigati, concimati, per far vedere come sono moderni. Anche i raccolti che vanno bene spesso affrontano ostacoli insormontabili per raggiungere un mercato, dato che le aziende israeliane stabiliscono monopoli per la peparazione di prodotti, come i datteri locali (ai palestinesi proibito possedere i macchinari che permetterebbe loro di prepararli da soli) o le angurie e poi importano prodotti pi economici dallestero, di fatto distruggendo lindustria locale. La situazione analoga nella regione delle colline di Hebron nella Cisgiordania meridionale. Soltanto nei pochi giorni del nostro soggiorno nel villaggio di Atwani, i coloni hanno attaccato due volte dei bambini durante il tragitto verso la scuola, con delle fionde, un uliveto stato sradicato, dei pastori sono stati molestati, un operaio palestinese morto dopo essere caduto mentre veniva inseguito dalla polizia israeliana, e i coloni hanno distrutto i pannelli solari forniti a villaggi privi di elettricit da una ONG israeliana. Nella Cisgiordania centrale e settentrionale, Israele ha espropriato gran parte della migliore terra per lagricoltura per insediamenti come quelli di Maom, situato proprio a pochi metri da Atwani. Israele, una notizia abituale, ha soltanto di recente permesso al villaggio di avere acqua ed elettricit; la loro fornitura ancora scarsa e costosa. E Atwani relativamente fortunato. Molte comunit circostanti pi piccole restano ignote e viene loro proibito di collegarsi alla rete elettrica o alle linee dacqua, o di costruire strutture comunitarie, come moschee o scuole. Se si considera oppure no che la Cisgiordania sia territorio occupato o territorio sovrano

israeliano, irrilevante. Le azioni delle quali siamo stati testimoni non sono soltanto illegali, sono crimini di guerra. Eseguite insieme e ripetutamente costituiscono crimini contro lumanit. Quando si aggiungono la violenza di routine ancora maggiore, impiegata da Israele in altre comunit in prima linea come Nebi Saleh e Bilin, dove le proteste del venerd sono diventate un rituale con gas lacrimogeni, pallottole di gomma e di acciaio, granate stordenti, munizioni vere, e morti abituali di palestinesi, difficile dissentire dalla caratterizzazione fatta dal sociologo israeliano pionieristico Baruch Kimmerling dellintero apparato o matrice di controllo che definisce politicidio. Larte in vantaggio Se il Freedom Bus servisse soltanto ad evidenziare la brutalit delloccupazione, sarebbe difficile rimanerci sopra per pi di pochi giorni. Ci che rende il tempo che si passa sul bus tanto stimolante quanto causa di rabbia, la centralit dellarte dei viaggi e lopposizione condivisa e la solidariet che mira a rafforzare. Come ha spiegato il cofondatore del Freedom Bus durante un seminario del Playback Theatre che dirigeva: Linclusione di teatro, musica e canzoni ci collega alle forze creative che sostengono un popolo e le sue lotte. Pi che soltanto mettere il problema della Palestina nel suo contesto in quanto tragedia umana, come si espresso il romanziere Elias Khoury, le abituali visite in Palestina di attivisti favoriscono relazioni a lungo termine, un impegno condiviso per la lotta popolare, e la possibilit di educare una larga parte della comunit. Come ha spiegato un partecipante al viaggio dellanno scorso: Anche no abbiamo la necessit di sapere che cosa accade in altre parti della Palestina. Non affrontiamo tutti la stessa realt nello stesso tempo. Le molto storie uniche condivise attraverso varie forme di teatro e di altre produzioni artistiche durante il viaggio non soltanto offrono potenti contro-narrazioni ai dettagli della narrazione, ma anche linclusione di sempre pi numerosi attivisti israeliani e internazionali, sta gettando le basi per i tipi di pi ampie identit che saranno al centro di qualsiasi soluzione per il conflitto del dopo Oslo. Un attivista che viene dalle colline di Hebron ha riassunto nel modo migliore la creazione culturale come opposizione che stata sperimentata lungo litinerario come incoraggiamento a unevasione mentale e fondamentalmente politica dai molteplici strati di occupazione Israele, lAutorit Palestinese, Hamas, gli Stati Uniti, il Fondo Monetario Internazionale, e altri regimi di controllo oppressivo in cui sono costretti a vivere. Tutti questi livelli [di occupazione] sono intrecciati insieme formando una corda che molto pi forte che ogni singolo filo da solo. Larte la corda e ci d una possibilit, anche se allinizio soltanto nelle nostre menti, per scappare e immaginare nuove possibilit. *http://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_Jim_Crow Mark Levine professore di Storia del Medio Oriente allUniversit della California, sede di Irvine, e Distinguished Visiting Professor allUniversit di Lund. Il suo nuovo libro : One Land, Two States: Israel and Palestine as Parallel States [Una terra, due stati: Israele e Palestina come stati paralleli], edito insieme allambasciatore Mathias Mossberg. Nella foto: prove al Freedom Theatre di Jenin

Da: Z Net Lo spirito della resistenza vivo www.znetitaly.org Fonte: http://zcomm.org/znet/article/freedom-riders-on-the-move-in-palestine Originale: Aljazeera Traduzione di Maria Chiara Starace Traduzione 2014 ZNET Italy Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

Redazione | aprile 16, 2014 alle 11:41 pm | Etichette: attivismo, Cisgiordania, coloni israeliani, evidenza, Freedom Bus, israele, Jenin, occupazione, palestina, Ramallah, Teatro della Libert, Zakaria Zbaidi | Categorie: Asia, Economia, Evidenza, Mark Levine | URL: http://wp.me/p2HEoQ-3PG

Commento

Visualizza tutti i commenti

Annulla l'iscrizione per non ricevere pi articoli da Z Net Italy. Modifica impostazioni email su Gestione iscrizioni. Non riesci a cliccare? Copia e incolla questo URL nel tuo browser: http://znetitaly.altervista.org/art/14736

Potrebbero piacerti anche