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Capitolo 6 - Caratterizzazione dellazione sismica sulle costruzioni

Lo studio della pericolosit sismica di un territorio consente di ottenere informazioni sulla sismicit
del sito in esame, sulle caratteristiche dei terremoti che sono stati registrati in passato, sulla
probabilit di verificarsi di terremoti futuri e sulleventuale presenza di effetti di amplificazione
locale delle onde sismiche. Ovviamente per caratterizzare lazione sismica ai fini della
progettazione strutturale, necessario determinare la modalit di trasferimento dellenergia
dallonda sismica, generatasi nellipocentro e giunta in superficie, alle costruzioni.
In ingegneria sismica, a tal proposito, si soliti riferirsi ad uno schema del sistema terreno-struttura
particolarmente semplice ma altrettanto efficace, loscillatore ad un grado di libert, del quale se ne
analizza la risposta al variare delle sue caratteristiche dinamiche, tipicamente periodo proprio e
smorzamento.
Si faccia riferimento quindi ad una struttura schematizzabile mediante un sistema ad un grado di
libert (SDOF) soggetto allazione sismica rappresentata dallaccelerazione del terreno ( )
g
x t . Detti:
- O un sistema di riferimento assoluto (esterno al sistema struttura-terreno),
- O un sistema di riferimento solidale al terreno,
- ( ) u t lo spostamento relativo della massa M rispetto al sistema di riferimento O,
- ( ) x t lo spostamento della massa M nel sistema di riferimento assoluto O, legato allo
spostamento relativo ( ) u t e allo spostamento del terreno ( )
g
x t secondo lequazione
( ) ( ) ( )
g
x t x t u t = + ,

come illustrato in Figura 6-1; lequazione del moto nel sistema di riferimento assoluto O risulta:

0 M x C x k x + + = , (6.1)

mentre nel sistema di riferimento relativo:

( )
g
M u C u k u M x t + + = .
(6.2)

Dividendo entrambi i membri della (6.2) per la massa M, lequazione del moto pu essere riscritta
nella forma:

2
2 ( )
g
u u u x t + + = (6.3)

Figura 6-1 moto delloscillatore semplice nei sistemi di riferimento O e O

Allequazione di moto, per la completa definizione del problema, devono essere aggiunte le
condizioni iniziali cio la posizione e la velocit della massa; tipicamente la struttura si considera in
quiete prima dellavvento del terremoto cosicch spostamento e velocit iniziali possono essere
considerati nulli. Lequazione del moto, ovviamente, per la stessa natura casuale della forzante,
costituita nel caso in esame dal moto sismico, non pu essere risolta per via analitica, come nel caso
della forzante armonica; necessario quindi ricorrere a metodi numerici.

6.1 RISPOSTA DINAMICA DEL SISTEMA SDOF SOGGETTO A MOTO SISMICO

Ai fini della risoluzione dellequazione del moto del sistema SDOF soggetto ad una eccitazione di
tipo non armonico ma ancora definita analiticamente s da poterne calcolare lintegrale, si pu
utilmente far ricorso allintegrale di Duhamel. Tale metodo si basa sulla risposta del sistema ad una
forzante impulsiva, cio, una forza molto grande che agisce per un piccolo ma finito intervallo di
tempo, come rappresentato in Figura 6-2 dove la forza impulsiva p(t), di durata pari ad , agisce
nellintervallo temporale t
1
- t
2
. Assumendo per la forza impulsiva il valore costante nel tempo
p(t)=1/, limpulso totale, rappresentato dallintegrale di questa nellintervallo di tempo, risulta pari
allunit come riportato nellequazione (6.4).

2
1
1
1
t
t
p dt

= =


(6.4)


Figura 6-2: Forzante impulsiva p=1/

Mantenendo lampiezza della forza, definita come lintegrale nel tempo di p(t), pari allunit, al
tendere di a zero il modulo della forza tende allinfinito.Una forza impulsiva, nel caso in cui 0,
viene detta forza impulsiva unitaria ed nota come funzione o di Dirac, definita tramite
lespressione:

1
1
0 se t t
( t )
1 se t = t


=

(6.5)

Si consideri ora un sistema SDOF soggetto ad una forzante esterna p(t), lequazione del moto pu
essere scritta nel seguente modo:

( ) Mu Cu Ku p t + + = . (6.6)

Integrando entrambi i membri tra t
1
e t
2
e considerando una forzante impulsiva unitaria si ottiene:

2 2
1 1
( ) ( ) 1
t t
t t
Mu Cu Ku dt p t dt + + = =


(6.7)

Considerando che t
2
= t
1
+ , la (6.7) pu essere riscritta:

1
1
1 1 1 1
[ ( ) ( )] [ ( ) ( )] ( ) 1
t
t
M u t u t C u t u t K u t dt


+
+ +
+ + =


(6.8)

Assumendo come condizioni iniziali
1
( ) 0 u t = e
1
( ) 0 u t = (cio spostamento e velocit del sistema
inizialmente nulli) e passando al limite per 0, si pu affermare che:

1
( ) 0 u t
+
= (6.9)

cio lo spostamento del sistema, inizialmente in quiete, dopo un tempo infinitesimo continua ad
essere nullo. Ne deriva che il secondo e terzo termine del primo membro della (6.8) sono nulli
infatti:
1 1
[ ( ) ( )] 0 C u t u t
+
= (6.10)

poich
1
( ) 0 u t
+
= per la(6.9) e
1
( ) 0 u t = per ipotesi e:

1
1
( ) 0
t
t
K u t dt
+
=


(6.11)

poich ( ) u t assume valori nulli nellintervallo di tempo
1 1
t t
+
.
In base alle considerazioni appena fatte dalla (6.8) si ha:

1
[ ( )] 1 M u t + = (6.12)

quindi, ad una forza impulsiva che agisce al tempo
1
t t = , corrisponde una velocit della massa M
pari a:

1
( ) 1/ u t M
+
= (6.13)

Una forza impulsiva unitaria produce, in un oscillatore semplice, delle vibrazioni libere
rappresentate dal sistema di equazioni (6.14) costituito dallequazione del moto e dalle condizioni
iniziali calcolate nellistante temporale t
0
come rappresentato in Figura 6-3:

0 M u C u k u + + =
0
( ) 0 u t =
0
( ) 1/ u t M =
(6.14)


Figura 6-3: indicazione del tempo t
0


Supponendo per semplicit di calcolo che lo smorzamento sia nullo, la prima equazione del sistema
(6.14) pu essere riscritta nel seguente modo:

0 M u k u + = (6.15)

Lequazione (6.15), differenziale del secondo ordine ordinaria, lineare, omogenea a coefficienti
costanti, ha un integrale generale del tipo:

st
u e = (6.16)

in cui la costante s incognita e che, sostituito nellespressione (6.15), fornisce:

2
( ) 0
st
Ms k e + = (6.17)

la cui equazione caratteristica :

2
( ) 0 Ms k + = (6.18)

che fornisce:

1,2
s i =
(6.19)

La soluzione generale della (6.15) diventa quindi:

1 2
1 2
( )
s t s t
u t Ae A e = + (6.20)
1 2
( )
i t i t
u t Ae A e

= + (6.21)

Poich:

cos e ,
2 2
ix ix ix ix
e e e e
x senx
i

+
= = (6.22)

lespressione (6.21) pu essere riscritta nella forma:

( ) cos( ) ( ) u t A t B sen t = +
(6.23)

dove A e B sono costanti da determinare sulla base delle condizioni iniziali, sostituendo
nellespressione (6.23) ( 0) u t = , si ottiene (0) A u = e, sostituendo nella

( ) ( ) cos( ) u t A sen t B t = +
(6.24)

( 0) u t = , si ottiene
(0) u
B

=

.

Sostituendo le condizioni iniziali nella (6.23) si ottiene:

(0)
( ) (0) cos( ) ( )
u
u t u t sen t

= +

(6.25)

con
k
M
= . Quindi, assunte come condizioni iniziali la seconda e terza equazione del sistema
(6.14), e sostituite nella (6.25), si ottiene la risposta delloscillatore semplice ad una forza impulsiva
unitaria:

[ ]
1
( ) ( ) ( ) u t sen t h t
M

= =

(6.26)

Si consideri ora una forza ( ) p t variabile nel tempo secondo una legge oraria casuale. Questa pu
essere rappresentata come una sequenza di impulsi infinitesimi come rappresentato in Figura 6-4.


Figura 6-4: Forza variabile rappresentabile come serie di impulsi

La risposta di un oscillatore semplice alla forza ( ) p t variabile nel tempo pu essere quindi
rappresentata come somma delle risposte agli impulsi infinitesimi al tempo . Nel caso in cui la
forzante sia definita analiticamente da una funzione che permetta di calcolarne lintegrale si ottiene
quindi lespressione:

0
( ) ( ) ( )
t
u t p h t d =


(6.27)

che prende il nome di integrale di Duhamel.
Lintegrale di Duhamel sicuramente efficace quando la forzante definita da una funzione
continua, quando per la forzante definita da valori numerici a istanti di tempo discreti non pi
possibile utilizzare il metodo di risoluzione tramite lintegrale di Duhamel, quindi necessario
procedere alla risoluzione attraverso metodi numerici. questo il caso delle registrazioni
accelerometriche dei terremoti che, nonostante la continuit del fenomeno naturale, vengono
effettuate ad intervalli di tempo discreti.
I metodi numerici si basano sulla tecnica dellintegrazione al passo che consiste sinteticamente nel
dividere la durata della forzante in un numero di intervalli di ampiezza costante, di interpolare la
forzante nei vari intervalli e di determinare la risposta in ogni intervallo, nota la risposta
nellintervallo precedente.
Un metodo numerico basato sullapprossimazione della velocit e dellaccelerazione a differenze
finite, quello delle differenze centrali. Si consideri una forzante in forma discreta costituita da n
valori discretizzati ad intervallo costante t, siano
i
u ,
1 i
u
+
e
1 i
u

rispettivamente le espressioni dello


spostamento della massa M al tempo i, i+1 e i-1, sia p
i
il valore della forzante allintervallo di
tempo i, e sia lequazione di moto delloscillatore semplice al generico istante i la seguente:

i i i i
M u C u K u p + + = , (6.28)

si ricava:

i i i
i
p C u K u
u
M

=

(6.29)

Assumendo la velocit
i
u e laccelerazione
i
u iniziali, definite in termini di differenze finite, come
riportato nelle espressioni:

1 1
2
i i
i
u u
u
t
+

=

,
1 1
2
2
( )
i i i
i
u u u
u
t
+
+ +
=


(6.30)

e assumendo
1 1
,
i i i
p p e p
+
pari ai valori della forzante rispettivamente al tempo i, i+1 e i-1,
sostituendo le espressioni (6.30) nellequazione di moto (6.28), si ottiene:

1 1 1 1
2
2
( ) 2
i i i i i
i i
u u u u u
M C K u p
t t
+ +
+
+ + =


(6.31)

in cui sia u
i
che u
i-1
sono noti. Raccogliendo le quantit note della (6.31), si ottiene:

1 1 2 2 2
2
( ) 2 ( ) 2 ( )
i i i i
M C M C M
u p u K u
t t t t t
+
( ( (
+ =
( ( (


(6.32)

Ponendo :

1 2 2
2

( ) 2 ( )
i i i i
M c M
p p u k u
t t t

( (
=
( (


,
2

( ) 2
M C
k
t t
= +


(6.33)

la (6.32) diventa:

1

i i
k u p
+
= (6.34)

dove lincognita
1

/
i i
u p k
+
= . La soluzione al tempo i+1 pu essere quindi determinata una volta
nota la soluzione al tempo i. Per linizio del processo iterativo e la determinazione di
1
u ,
necessario conoscere
0
u e
0 1
u

: risolvendo le (6.30) per i = 0 si ottiene:

1 0 1
2
i
u u
u
t

=

,
1 0 0 1
2
2
( )
i
u u u
u
t

+ +
=


(6.35)

Sostituendo la prima equazione nella seconda si ottiene:

2
0 1 0 0 0
( )
( )
2
t
u u t u u

= + (6.36)

Note le condizioni iniziali, cio lo spostamento
0
u e la velocit
0
u , dallequazione di moto

0 0 0 0
M u C u K u p + + = (6.37)

possibile ricavare il valore dellaccelerazione
0
u :

0 0 0
0
p c u k u
u
M

=

(6.38)

Sono state quindi definite tutte le grandezze necessarie allinizio del processo iterativo; noti la
massa, la rigidezza e lo smorzamento delloscillatore, noti i valori della forzante ad ogni intervallo
temporale e definiti lo spostamento e la velocit iniziali pari a zero, dalla (6.38) si ottiene infatti
0
0 u = e dalla (6.36)
0 1
0 u

= ; definite inoltre le quantit:

2

( ) 2
M C
k
t t
= +


(6.39)
1 2 2
2

( ) 2 ( )
i i i i
M c M
p p u k u
t t t

( (
=
( (


, (6.40)

possibile iniziare il processo iterativo e, noti
1 i
u

e
i
u al tempo i=0, calcolare per ogni passo
temporale le grandezze
i
p e
1

i
i
p
u
k
+
= ; il processo iterativo pu cos proseguire per ogni passo
temporale successivo.

In alternativa al metodo delle differenze centrali, pu essere utilizzato il metodo di Newmark. Tale
metodo definisce lo spostamento e la velocit allistante temporale i+1 in funzione delle stesse
grandezze individuate allistante precedente come indicato nelle (6.41) e (6.42):

2 2
1 1
( ) [(0.5 ) ( ) ] [ ( ) ]
i i i i i
u u t u t u t u
+ +
= + + + (6.41)
1 1
[(1 ) ] ( )
i i i i
u u t u t u
+ +
= + + (6.42)

Dalla (6.42) si deduce che la variazione di spostamento da un passo al successivo funzione della
variazione di accelerazione nello stesso intervallo temporale; tale variazione pu essere considerata
o lineare oppure pu essere preso un valore medio come rappresentato in Figura 6-5.


Figura 6-5: Variazione dell accelerazione lineare (destra) e valore medio (sinistra)

Nel caso in cui si consideri il valore medio, allistante temporale , compreso fra
i
t e
1 i
t
+
,
corrisponde unaccelerazione:

1
1
( ) ( )
2
i i
u u u
+
= + (6.43)

da cui si ha:

1
( ) ( )
2
i i i
u u u u

+
= + + (6.44)
1 1
( )
2
i i i i
t
u u u u
+ +

= + + (6.45)
2
1 1
( )
( )
4
i i i i i
t
u u u t u u
+ +

= + + + (6.46)

Dalla (6.46) si ricava il valore di
1
4
= . Nel caso in cui si consideri che la variazione di
accelerazione sia lineare si ricava il valore di
1
6
= . Analogamente, il parametro , responsabile
della variazione dellinfluenza dellaccelerazione allistante i e quella allistante i+1 sul cambio di
velocit ed in generale assunto pari a
1
2
.
Per la risoluzione dellequazione di moto (6.28), assunto
1
4
= , si riscrive la (6.46):

1 1 2
4 4
( )
( )
i i i i i
u u u u u
t t
+ +
=


(6.47)

che, sostituita nella (6.45), fornisce lespressione della velocit allistante i+1:

1
2
( )
i i i i
u u u u
t
+
=

; (6.48)

lequazione di moto allistante i+1 :

1 1
1 1
i i
i i
M u C u K u p
+ +
+ +
+ + = ,
(6.49)

sostituendo le (6.47) e (6.48) nella (6.49) si ottiene unespressione in cui lunica incognita lo
spostamento
1 i
u
+
alla fine dellintervallo temporale, che pu essere scritta nella forma:

1

i i
k u p
+
= (6.50)

in cui
2
1

( )
k k C M
t t


= + +


(6.51)

e

1 1
1
2 2
i i i i
p p M C u M t u
t


( ( | | | |
= + + + +
( ( | |

\ \
(6.52)

Lo spostamento
1 i
u
+
pu essere calcolato risolvendo la (6.50) che richiede la sola conoscenza di
grandezze che si riferiscono allintervallo temporale precedente; successivamente la velocit
1 i
u
+

pu essere calcolata dalla (6.48) e laccelerazione
1 i
u
+
dalla:

1 1
1
1
i i
i
i
C u K u p
u
M
+ +
+
+
+
=

. (6.53)

Sono state quindi definite tutte le grandezze necessarie allinizio del processo iterativo infatti, noti
la massa, la rigidezza e lo smorzamento delloscillatore, noti i valori della forzante ad ogni
intervallo temporale, dalla (6.53) si ottiene
0 0 0
0
C u K u p
u
M
+
=

; definite inoltre le quantit

k e
tramite le espressioni (6.51) e (6.52), e le quantit a e b:

1
a M C
t


| |
= +
|

\
(6.54)
1
1
2 2
b M t


| |
= +
|
\
(6.55)

possibile iniziare il processo iterativo e calcolare per ogni passo temporale le grandezze:

i i i i
p p au bu = + + (6.56)

i
i
p
u
k

=
(6.57)
1
2
i i i i
u u u t u
t


| |
= +
|

\
(6.58)
2
1 1
( ) 2
i i i i
u u u u
t t


=


(6.59)
1 i i i
u u u
+
= + (6.60)
1 i i i
u u u
+
= + (6.61)
1 i i i
u u u
+
= + (6.62)

Il processo iterativo pu cos proseguire per ogni passo temporale successivo.

Si consideri a titolo esemplificativo il portale appartenente al sistema spaziale di Figura 6-6. Tale
telaio costituito da un traverso assunto infinitamente rigido di lunghezza pari a 6 m e due colonne
uguali di altezza pari a 3 m, sezione costituita da un profilo metallico HE160B (il momento
dinerzia della sezione pari a J = 2492 cm
4
e il modulo elastico dellacciaio assunto pari a
210000 N/mm
2
); si considera un comportamento del materiale elastico lineare mentre le colonne
indeformabili assialmente ma dotate di rigidezza flessionale. Larea dinfluenza dei carichi verticali
del telaio in esame risulta pari allinterasse dei telai (4 m) per la luce.
Si assuma a titolo esemplificativo il valore della massa gravante sul traverso pari al peso dei carichi
permanenti (300 kg/m
2
) sulla relativa area dinfluenza che risulta quindi pari a 7200 kg.
Secondo le ipotesi fatte, per la valutazione della risposta sismica, il portale, pu essere
schematizzato come un oscillatore semplice avente massa pari a quella del traverso e rigidezza pari
alla rigidezza flessionale delle due colonne il cui unico grado di libert risulta essere la traslazione
orizzontale del traverso.


Figura 6-6: Schema del portale in esame

Per calcolare la rigidezza delle colonne si applichi alla struttura una forza orizzontale V come
indicato in Figura 6-7. A tale forza corrispondono, alla base delle colonne, le reazioni V
1
e V
2
e, in
sommit, lo spostamento .

Figura 6-7: Schema delle forze agenti sulla struttura
Per lequilibrio alla traslazione si ottiene:

1 2
V +V =V (6.63)

Per lipotesi di inestensibilit del traverso, il taglio che si genera nelle colonne proporzionale alla
rigidezza delle stesse; poich le colonne hanno la medesima rigidezza flessionale si ottiene:

1 2
V
V =V =
2
(6.64)

La freccia orizzontale delle colonne, schematizzate come due mensole doppiamente incastrate e
soggette ad un carico concentrato V
1
= V
2
pari a:

1 2
3 3
V V
12EJ 12EJ
h h
= =
(6.65)

quindi possibile ottenere i valori di V
1
e V
2
in funzione dello spostamento in sommit:

1 2 3
12EJ
V = V =
h
(6.66)

La forza di taglio totale nel portale, V, risulta pari a:

1 2 3
24EJ
V = V + V =
h
(6.67)

Poich la rigidezza della struttura proporzionale alla forza V secondo la relazione:

V = K , (6.68)

la rigidezza della struttura pari a
4 4
2
3 3 3
24 210000[ ] 2492 10 [ ]
24EJ
K= 4656
h 3000 [ ]
N
mm
kN
mm
mm m

(
= =
(

.
Si calcoli ora il periodo di vibrazione del portale; nota la massa e la rigidezza la pulsazione naturale
della struttura risulta pari a:

25.42
K rad
M s

(
= =
(

, (6.69)

la frequenza di vibrazione pari a:

[ ] 4.047
2
f Hz

= = (6.70)

Infine, il periodo di vibrazione, essendo linverso della frequenza, risulta di 0.247 secondi.
Si supponga ora che il telaio sia soggetto allaccelerogramma del terremoto di Anza del 1992
rappresentato in Figura 6-8:


Figura 6-8: Accelerogramma del terremoto di Anza del 1992

Attraverso il metodo di Newmark possibile risolvere lequazione del moto e calcolare lo
spostamento delloscillatore al variare del tempo t, ipotizzando che loscillatore sia dotato di uno
smorzamento pari al 5%. Assumendo i parametri
1
4
= e
1
2
= ed il passo temporale pari
allintervallo di campionamento dellaccelerogramma (0.005 s) si ottiene la legge oraria dello
spostamento rappresentata graficamente in Figura 6-9.


Figura 6-9: Spostamento al variare del tempo

Poich il taglio e il momento alla base delle colonne sono legati tra loro e al valore dello
spostamento secondo le equazioni (6.68) e (6.71):

2 2
V h
M = , (6.71)

i valori massimi di tali sollecitazioni si ottengono in corrispondenza dello spostamento massimo
che, per il portale in esame risulta pari a 0,000128 m. Il taglio e il momento massimo alla base delle
colonne risultano rispettivamente pari a 300 N e 450 Nm come riportato in Figura 6-10.

Figura 6-10: diagramma dell sforzo tagliante e del momento nel portale in esame

6.2 LO SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO

Per il calcolo degli effetti dellazione sismica sulle strutture non sempre necessario conoscere
lintera storia temporale dello spostamento, spesso sufficiente valutare il massimo effetto del
sisma che, nel caso del sistema ad un grado di libert, corrisponde al raggiungimento del massimo
spostamento relativo.
Dallequazione di moto (6.2), poich in corrispondenza dello spostamento massimo la velocit
nulla, si ha che:

max
2
max
2
max
( )
( )
( )
g
g
g
k u M x u
M u M x u
u x u

= +
= +
= +




(6.72)

La quantit
2
max
u , che ha dimensioni di unaccelerazione, detta pseudo-accelerazione e, negli
istanti in cui lo spostamento assume i valori massimi, coincide con laccelerazione assoluta
delloscillatore (se
max
u u si ha che 0 u e quindi
2
( ) 2
g
u x u u = + ). Per la seconda
legge di Newton, loscillatore soggetto ad unaccelerazione ( )
g
x u + soggetto ad una forza
inerziale proporzionale alla massa per laccelerazione. Per la (6.72) tale forza pari a:

2
max
F M u = (6.73)

Nota F possibile calcolare le sollecitazioni nella struttura; per il portale di Figura 6-6, la forza F
pari a 600 N. Considerando tale forza agente nel centro di massa e quindi nel baricentro del
traverso, ne conseguono, alla base delle colonne, un sforzo di taglio e un momento rispettivamente
pari a 300 N e 450 Nm, come ottenuto precedentemente mediante lanalisi dellintera storia
temporale dello spostamento e riportato in Figura 6-9.

Si supponga ora di voler calcolare lo spostamento massimo per diversi oscillatori, caratterizzati
ognuno da un proprio periodo di vibrazione e da un proprio fattore di smorzamento ma soggetti allo
stesso accelerogramma. I valori degli spostamenti di ogni oscillatore possono essere calcolati
risolvendo di volta in volta lequazione di moto ottenendone in questo modo landamento
temporale. Questa operazione comporta per un elevato onere computazionale e un grande
dispendio di tempo. Poich, nella maggioranza dei casi, come visto nellesempio del telaio di
Figura 6-6, sufficiente la sola conoscenza del massimo valore di spostamento, si pu pensare di
diagrammare tale spostamento in funzione del periodo di vibrazione per un assegnato fattore di
smorzamento e accelerogramma (Figura 6-11): tale diagramma prende il nome di spettro di risposta
elastico in termini di spostamento max ( ) Sd u t = .

Figura 6-11 Costruzione del diagramma Spostamento massimo-Periodo

Oltre al diagramma spostamento massimo - periodo, possono essere calcolati gli spettri di risposta
in velocit
v
S e in accelerazione totale
a
S definiti rispettivamente dallespressione (6.74) e dalla
(6.75).

max ( )
v
S u t = (6.74)
2
max ( ) ( ) max 2 ( ) ( )
a g
S u t x t u t u t = + = +
(6.75)

Nella pratica spesso pi semplice fare riferimento a spettri di risposta in pseudo-accelerazione
piuttosto che a spettri di risposta in accelerazione totale essendo direttamente collegati al valore
dello spostamento massimo delloscillatore attraverso la relazione:

2
max
( )
pseudoaccelerazione
S u t = (6.76)

Per laccelerogramma di Figura 6-8, fissato uno smorzamento del 5%, si ottiene lo spettro di
risposta elastico in pseudo-accelerazione riportato in Figura 6-12.


Figura 6-12: Spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione

Si consideri nuovamente il portale di Figura 6-6 che ha un periodo di vibrazione di 0.247 secondi,
dalla conoscenza dello spettro di risposta elastico possibile calcolare il valore della pseudo-
accelerazione, che risulta di 0.0827 m/s
2
. Il portale soggetto ad una forza proporzionale alla massa
per la pseudo-accelerazione e quindi pari a:

2
7200 [ ] 0.0827 [ / ] 595.5 [N] F kg m s = = i , (6.77)

ne consegue un taglio alla base delle colonne pari / 2 F e quindi pari a 297.75 N, risultato
praticamente coincidente con quello ottenuto precedentemente
Lo spettro di risposta elastico quindi un grafico che diagramma, al variare del periodo e per un
fissato smorzamento, un determinato parametro di risposta di un oscillatore semplice; in Figura
6-13 si riportano, a titolo i esempio, gli spettri di risposta elastici in pseudo-accelerazione, calcolati
per uno smorzamento del 5%, per i terremoti di Anza, Big Bear, Erzincan e del Friuli.


Figura 6-13: Spettri di risposta elastici per i terremoti di Friuli (in alto a sinistra), Erzincan (in alto a destra), Big
Bear(in basso a sinistra), Anza (in basso a destra)

La conoscenza dello spettro di risposta di un dato terremoto permette di ottenere informazioni
rilevanti sugli effetti del terremoto in esame sulle costruzioni. Sovrapponendo gli spettri di risposta
elastici in pseudo-accelerazione riportati in Figura 6-13, come riportato in Figura 6-14, si pu
ragionevolmente supporre che il terremoto di Anza abbia indotto accelerazioni maggiori soprattutto
in strutture rigide (con periodo di oscillazione dellordine di 0.1 secondi) mentre, il terremoto di
Erzincan, dovrebbe aver sollecitato strutture deformabili, con periodo di oscillazione dellordine di
1-2 secondi.


Figura 6-14: Confronto fra diversi spettri di risposta elastici

facile osservare che, se la pulsazione naturale delloscillatore semplice abbastanza elevata (e
quindi il periodo basso), loscillatore, molto rigido, segue i movimenti del terreno (Figura 6-15,
sinistra): laccelerazione assoluta, per T = 0, coincide quindi con quella del terreno mentre
spostamento, velocit ed accelerazione relativi sono nulli; viceversa se la pulsazione naturale
delloscillatore semplice tende a zero (e quindi il periodo tende a valori sempre pi grandi),
loscillatore risulta molto deformabile (Figura 6-15, destra) e la massa non risente degli
spostamenti del terreno: lo spostamento relativo coincide, in modulo, con quello assoluto. Vi poi
una zona intermedia di periodi per i quali il rapporto tra velocit delloscillatore semplice e quella
del terreno si pu considerare approssimativamente costante.

Figura 6-15: Oscillatore infinitamente rigido (a sinistra) ed estremamente deformabile ( a destra)

Sulla base delle osservazioni appena fatte, possibile suddividere lo spettro di risposta elastico in
tre zone (vedi Figura 6-16): la prima (compresa fra il periodo T=0 e T=T
1
) in cui la risposta
strutturale collegata allaccelerazione del suolo, una seconda (per periodi maggiori di T=T
2
) in cui
la risposta strutturale collegata agli spostamenti del suolo e una terza (compresa fra il periodo
T=T
1
e T=T
2
) in cui la risposta strutturale collegata alla velocit del suolo. I periodi T
1
e T
2

possono essere stimati rispettivamente in circa 0.5 e circa 3 secondi.


Figura 6-16: Suddivisione dello spettro di risposta in zone proporzionali all'accelerazione, alla velocit e allo
spostamento del suolo

Come detto, gli spettri di Figura 6-13, sono calcolati per uno smorzamento del 5% il cui valore per
varia a seconda del tipo di struttura. In generale i suoi valori, a titolo di esempio, si possono
considerare allincirca pari al 3%, al 5% e al 7%, rispettivamente per strutture in acciaio saldate, in
cemento armato e in acciaio bullonate per stati tensionali inferiori al 50% della tensione di
snervamento
7
. Con riferimento alla suddivisione dello spettro di risposta in tre zone (Figura 6-16),
si nota sperimentalmente che gli effetti dello smorzamento tendono ad essere maggiori nella zona in
cui la risposta proporzionale alla velocit.
Lo smorzamento, riveste un ruolo molto importante in relazione al fenomeno della risonanza:
lamplificazione della risposta sismica dipende fortemente dal fattore di smorzamento e, se tende
a 0, il fattore di amplificazione tende allinfinito; viceversa, valori anche piccoli dello smorzamento,
contribuiscono a ridurlo sensibilmente. In Figura 6-17 rappresentato il fattore di amplificazione
della risposta sismica per un smorzamento del 3%, 5% e 7%. Lo smorzamento influisce inoltre in
maniera poco significativa sul periodo di vibrazione delloscillatore semplice che legato al
periodo proprio di un oscillatore non smorzato tramite la relazione:

7
N. M. Newmark, and W. J. Hall, Earthquake Spectra and Design, Earthquake Engineering Research Institute,
Berkley, Calif., 1982.

2
'
1
T
T


(6.78)

Se si considera a titolo esemplificativo uno smorzamento pari al 5%, il periodo T delloscillatore
smorzato, risulta incrementato solo dello 0,13 % rispetto al periodo T delloscillatore non
smorzato
8
.
Fattore di Amplificazione
0.000
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
50.000
0.500 0.700 0.900 1.100 1.300 1.500
/n
A
(

)








a
1%
3%
5%
7%

Figura 6-17: Fattore di amplificazione per diversi valori dello smorzamento in percentuale rispetto al critico

6.3 LO SPETTRO DI RISPOSTA DI NORMATIVA

Da quanto gi detto lo spettro di risposta elastico di un dato terremoto permette di ottenere
informazioni sugli effetti di quel particolare terremoto sulle costruzioni. Si confrontano ora due
spettri di risposta di due differenti terremoti ma registrati sullo stesso sito
9
.

8
Anil K. Chopra, Dynamics of Structures, Theory and Applications to Earthquake Engineering, 1995,

9
I due spettri analizzati si riferiscono ai terremoti avvenuti nella valle di Hollister in California nel 1961 e nel 1986
Confronto spettri
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.00 1.00 2.00 3.00 4.00
Periodo [s]
P
s
e
u
d
o
-
a
c
c
e
l
e
r
a
z
i
o
n
e

[
g
]








a
Hollister 1961
Hollister 1986

Figura 6-18: confronto fra due spettri corrispondenti a terremoti diversi per lo stesso sito

Osservando gli spettri di risposta riportati in Figura 6-18 immediato notare come la forma dei due
spettri sia notevolmente diversa: lo spettro del terremoto del 1986 presenta un picco di pseudo-
accelerazione in corrispondenza di un periodo molto basso mentre, lo spettro del terremoto del
1961, presenta un andamento pi regolare senza evidenti picchi. chiaro che per avere una
caratterizzazione significativa dellazione sismica su una costruzione edificata su un determinato
sito, non sufficiente far riferimento allo spettro di risposta di un solo terremoto ma piuttosto
necessario definire uno spettro di riferimento stabilito in modo appropriato. Lo strumento che
permette di definire tale spettro costituito dalla gi citata pericolosit sismica la cui stima basata
sullanalisi della storia locale degli effetti prodotti dai terremoti passati ed calcolata mediante un
metodo probabilistico.
La pericolosit sismica di un determinato sito, di cui si iniziato la trattazione nel Capitolo 5, viene
definita in termini di accelerazione orizzontale massima a
g
attesa in condizioni di campo libero su
sito di riferimento rigido nonch di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione con
riferimento a prefissati periodi di ritorno T
R
. Lattuale fonte di riferimento per il reperimento dei
dati di pericolosit sismica il sito dellIstituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia
10
: da tale sito
possibile ricavare i valori dellaccelerazione a
g
per varie probabilit di eccedenza in 50 anni,
corrispondenti a diversi periodi di ritorno (T
R
= 30, 50, 72, 101, 140, 201, 475, 975, 2475 anni);
inoltre, per gli stessi periodi di ritorno, possibile scaricare anche i dati relativi alle forme spettrali
Sa(T) corrispondenti.

10
http://esse1.mi.ingv.it/
Lintero territorio nazionale suddiviso mediante una griglia di calcolo (con passo pari a 0,05 in
latitudine e longitudine corrispondenti a circa 5,5 km); per ciascuno dei punti della griglia, ognuno
individuato da un codice numerico (ID), fornito il valore dellaccelerazione orizzontale massima
a
g
e le ordinate delle corrispondenti forme spettrali; per le zone che non coincidono con un punto
della griglia necessario adottare opportune formule di interpolazione. I valori dei parametri di
interesse per la definizione dellazione sismica possono ad esempio essere calcolati come media
pesata dei valori assunti da tali parametri nei quattro vertici della maglia elementare della griglia di
riferimento contenente il punto in esame, utilizzando come pesi gli inversi delle distanze tra il punto
in questione ed i quattro vertici, attraverso lespressione:

4
i
i=1 i
4
i=1 i
p
d
p=
1
d

(6.79)

in cui:

p il valore del parametro di interesse nel punto in esame,
p
i
il valore del parametro di interesse nelli-esimo punto della maglia elementare contenente il
punto in esame,
d
i
la distanza del punto in esame dalli-esimo punto della maglia suddetta.

In Figura 6-19 si riporta lindividuazione dellaccelerazione orizzontale massima a
g
e delle forme
spettrali per la citt di LAquila.

Figura 6-19: mappa di pericolosit sismica (sinistra) corrispondente ad una probabilit di eccedenza del 10% e forme
spettrali (destra) per il comune di L'Aquila

Poich i valori della pericolosit sismica dipendono dalla probabilit di eccedenza (a titolo
esemplificativo in Figura 6-20 si riporta la dipendenza dellaccelerazione orizzontale massima a
g

dal periodo di ritorno per la citt di LAquila), per la definizione dello spettro di riferimento
necessario fissare tale probabilit e quindi il relativo periodo di ritorno dellazione sismica.


Figura 6-20: dipendenza di a
g
dal periodo di ritorno T
R

Fissata la probabilit, di eccedenza il periodo di ritorno, secondo la distribuzione della probabilit di
Poisson gi illustrata nel Capitolo 5, legato al periodo di riferimento della costruzione in esame
secondo lespressione (6.81):

1
R
R
R
V
T
V
P e

=
(6.80)

dalla quale si ricava lespressione (6.81) riportata in normativa

ln(1 )
R
R
R
V
V
T
P
=


(6.81)

dove
R
V
P la probabilit di superamento e V
R
il periodo di riferimento della costruzione:

R U N
V C V = (6.82)

in cui V
N
la vita nominale della costruzione definita in Tabella 6-1.

Tipo di Costruzione V
N

1 Opere provvisorie, Opere provvisionali, Strutture in fase costruttiva 10 anni
2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute o
di importanza normale
50 anni
3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di
importanza strategica
100 anni
Tabella 6-1: Vita nominale per diversi tipi di opere

Il coefficiente duso C
U
definito in Tabella 6-2 in relazione alla classe duso della costruzione
come definito in Tabella 6-3.

Classe duso I II III IV
C
U
0.7 1.0 1.5 2.0
Tabella 6-2: Coefficiente d'uso

Classe I
Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.
Classe II
Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per lambiente e senza
funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attivit non pericolose per lambiente. Ponti,
opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe duso III o in Classe duso IV, reti ferroviarie
la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi
conseguenze rilevanti.
Classe III
Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attivit pericolose per
lambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe duso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui
interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro
eventuale collasso.
Classe IV
Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della
protezione civile in caso di calamit. Industrie con attivit particolarmente pericolose per lambiente.
Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, Norme funzionali e geometriche
per la costruzione delle strade, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra
capoluoghi di provincia non altres serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di
importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento
sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia
elettrica.
Tabella 6-3: Classi d'uso delle costruzioni
Determinato il periodo di ritorno, per la caratterizzazione dello spettro di riferimento, si procede con
la definizione dei parametri F
0
e T
C
*
che vengono determinati imponendo che la forma dello spettro
di riferimento scarti al minimo dalla corrispondente forma spettrale prevista dalla pericolosit
sismica relativa al gi fissato periodo di ritorno (Figura 6-21).

Determinazione dei parametri F0 e Tc*
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Periodo [s]
S
a
(
T
)

[
g
]










.
Spettro pericolosit
Spettro di rif.

Figura 6-21: determinazione dei parametri F
0
e T
C
*

Lo spettro di riferimento, per come stato definito finora, calcolato su un sito orizzontale, in
condizioni di campo libero e per un suolo rigido; per una corretta caratterizzazione dellazione
sismica quindi necessario considerare anche gli effetti di amplificazione locale e completare la
definizione della forma dello spettro di riferimento con tali informazioni. Il D.M. 14 Gennaio 2008,
nella definizione dello spettro di riferimento, distingue lo spettro elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali dallo spettro elastico in accelerazione della componente verticale. La forma
dello spettro elastico delle componenti orizzontali definita secondo le espressioni (6.83), (6.84),
(6.85) e (6.86).

0
0
1
( ) 1-
g
B B
T T
Se T a S F
T F T

( | |
= +
( |

\
per 0
B
T T
(6.83)
0
( )
g
Se T a S F = per
B C
T T T
(6.84)
0
( )
C
g
T
Se T a S F
T

| |
=
|
\
per
C D
T T T
(6.85)
0 2
( )
C D
g
T T
Se T a S F
T

| |
=
|
\
per
D
T T
(6.86)

dove a
g
, F
0
e T
C
* sono i parametri caratteristici di ogni punto del reticolo e rispettivamente
corrispondono allaccelerazione massima del sito, al valore massimo del fattore di amplificazione
dello spettro in accelerazione orizzontale e al periodo di inizio del tratto a velocit costante.
Il parametro S dato dal prodotto dei fattori S
S
e S
T
, funzione delle caratteristiche del sottosuolo e
delle condizioni topografiche come illustrato in Tabella 6-4 e Tabella 6-5.

Categoria
sottosuolo
S
S

A 1,00
B 1,00 1,40 0,40 F
0
a
g
/g 1,20
C 1,00 1,70 0,60 F
0
a
g
/g 1,50
D 1,00 2,40 1,50 F
0
a
g
/g 1,80
E 1,00 2,00 1,10 F
0
a
g
/g 1,60
Tabella 6-4: Determinazione del parametro S
S
in base alla categoria di sottosuolo

Categoria
topografica
Ubicazione dellopera o dellintervento S
T

T1 - 1,0
T2 In corrispondenza della sommit del pendio 1,2
T3 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,2
T4 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,4
Tabella 6-5: Determinazione del parametro S
T
in base alla categoria topografica

Lo spettro elastico in accelerazione delle componenti orizzontali definito per un fattore di
smorzamento convenzionale del 5%, il parametro permette di modificare lo smorzamento
attraverso la relazione:

10
0.55
(5 )

=
+
(6.87)

in cui il valore dello smorzamento diverso da quello convenzionale. I valori dei periodi
B
T ,
C
T
e
D
T sono definiti dalle espressioni:

3
C
B
T
T = (6.88)
* C C C
T C T = (6.89)
4 1.6
g
D
a
T
g
| |
= +
|
\
(6.90)

in cui g laccelerazione di gravit e
C
C un parametro relazionato alla categoria di sottosuolo
come riportato in Tabella 6-6:

Categoria sottosuolo C
C

A 1,00
B 1,10 (T*
C
)
-0,20

C 1,05 (T*
C
)
-0,33

D 1,25 (T*
C
)
-0,50

E 1,15 (T*
C
)
-0,40

Tabella 6-6: Determinazione del parametro C
C
in base alla categoria di sottosuolo

Lo spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale cos definito:

0
1
( ) 1-
g V
B B
T T
Sve T a S F
T F T

( | |
= +
( |

\
per 0
B
T T
(6.91)
( )
g V
Sve T a S F = per
B C
T T T
(6.92)
( )
C
g V
T
Sve T a S F
T

| |
=
|
\
per
C D
T T T
(6.93)
2
( )
C D
g V
T T
Sve T a S F
T

| |
=
|
\
per
D
T T
(6.94)

dove
V
F il fattore che quantifica l'amplificazione spettrale massima mediante la relazione:

0.5
0
1.35
g
V
a
F F
g
| |
=
|
\
(6.95)

Per la determinazione dello spettro della componente verticale i valori dei parametri
S
S ,
B
T ,
C
T e
D
T sono definiti in Tabella 6-7;

Categoria sottosuolo S
S
T
B
T
C
T
D

A, B, C, D, E 1.0 0.05 s 0.15 s 1.0 s
Tabella 6-7: Determinazione dei parametri S
S
, T
B
, T
C
e T
D
, per la componente verticale dello spettri di risposta
elastico, in base alla categoria di sottosuolo

Oltre agli spettri in accelerazione, la normativa definisce anche lo spettro di risposta elastico in
spostamento delle componenti orizzontali ( )
De
S T , definito dallespressione:

2
( ) ( )
2
De
T
S T Se T

| |
=
|
\
(6.96)

a patto che il periodo non ecceda i valori di T
E
indicati in Tabella 6-8:

Categoria sottosuolo T
E
T
F

A 4.5 10.0
B 5.0 10.0
C, D, E 6.0 10.0
Tabella 6-8: Valori del parametro T
E


Per valori eccedenti T
E
le ordinate dello spettro di risposta elastico in spostamento delle componenti
orizzontali possono essere determinate tramite le espressioni:

( )
0 0
( ) 0.025 1
E
De g C D
F E
T T
S T a S T T F F
T T

(
= +
(


per
E F
T T T (6.97)
( )
De
S T dg = per
F
T T > (6.98)

in cui

0.16
g C
dg a S T =
(6.99)

A titolo esemplificativo si determinano gli spettri elastici previsti dalla normativa per un edificio
scolastico nel comune di Bagnone (MS) con lausilio dello schema riportato in Tabella 6-9.

1) Scelta della probabilit di eccedenza P
VR

2) Determinazione del periodo di ritorno dellazione sismica T
R

3) Determinazione dei parametri di pericolosit sismica a
g
, F
0
e T
C*

4) Calcolo dello spettro elastico in accelerazione delle componenti orizzontali
5) Calcolo dello spettro elastico in accelerazione della componente verticale
6) Calcolo dello spettro elastico in spostamento delle componenti orizzontali
Tabella 6-9: procedura di calcolo degli spettri elastici secondo normativa

Si consideri una probabilit di superamento
R
V
P pari al 10%; poich la costruzione rientra nella
classe duso III il coefficiente C
U
pari a 1.5, considerando poi una vita nominale pari a 50 anni si
ottiene un periodo di riferimento V
R
pari a 75 anni e un periodo di ritorno di 712 anni; possono
essere quindi determinati a
g
, F
0
e T
C
* :

a
g
0,230g
F
0
2,414
T
C
* 0,282 secondi
Tabella 6-10: determinazione dei parametri ag, F0 e TC* per il comune di Bagnone e per un periodo di ritorno pari a
712 anni

In Figura 6-22 si riporta la mappa di pericolosit sismica per un periodo di riferimento di 50 anni e
una probabilit di eccedenza del 10%.


Figura 6-22: mappa di pericolosit sismica per il comune di Bagnone (MS) per una probabilit di eccedenza pari al
10% in un periodo di riferimento di 50 anni

Considerando un suolo di categoria A e una categoria topografica T1 si ottiene per il parametro S
un valore pari a 1,0 e per il parametro
C
C un valore pari a 1.0; si determinano quindi i periodi T
B
,
T
C
e T
D
:

T
B
0,094 secondi
T
C
0,282 secondi
T
D
2,522 secondi
Tabella 6-11: Determinazione dei periodi T
B
, T
C
e T
D


In Figura 6-23 si riporta lo spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali
per ledificio in esame.
Spettro di risposta elastico in accelerazione per la componente
orizzontale
0.000
0.100
0.200
0.300
0.400
0.500
0.600
0.000 0.500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000
T
S
e
(
T
)






d

Figura 6-23: Spettro di risposta elastico in accelerazione per la componente orizzontale per la costruzione in esame

In Figura 6-24 si riporta lo spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale.

Spettro di risposta elastico in accelerazione per la componente
verticale
0.000
0.050
0.100
0.150
0.200
0.250
0.300
0.000 0.500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000
T
S
v
e
(
T
)







a

Figura 6-24: Spettro di risposta elastico in accelerazione per la componente verticale per la costruzione in esame

In Figura 6-25 si riporta lo spettro di risposta elastico in spostamento delle componenti orizzontali.
Spettro di risposta elastico in spostamento delle componenti
orizzontali
0
0.002
0.004
0.006
0.008
0.01
0.012
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4
T
S
D
e

(
T
)






a

Figura 6-25: Spettro di risposta elastico in spostamento per le componenti orizzontali per la costruzione in esame

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