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<title>RM2810_22-K1:ILROMA</title>
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IL BOSS ERA RECLUSO AL REGIME DI ISOLAMENTO DA SEI ANNI: NONOSTANTE I PENTITI IL
TRIBUNALE REVOCA IL PROVVEDIMENTO
Revocato il 41 bis a Pariante
SECONDIGLIANO
di Luigi Sannino
Dopo sei anni trascorsi al 41bis, anche per Rosario Pariante � giunto il
momento della revoca del carcere duro. Su istanza presentata dai suoi
avvocati, Vittorio Giaquinto e Luigi Senese, il Tribunale di Sorveglianza
di Perugina si � espresso favorevolmente al detenuto, da ieri tornato in re-
gime ordinario. Una bella soddisfazione per i due penalisti, impegnati ora
a togliere dai guai giudiziari il loro assistito per una grave accusa: aver par-
tecipato all'omicidio di Giacomo Frattini, legato alla Nco. L'agguato ri-
sale ai tempi della guerra tra i cutoliani e la Nuova Famiglia (o Nuova Fra-
tellanza, come sostengono i collaboratori di giustizia).
Giacomo Frattini, esponente della Nuova camorra organizzata di Raffae-
le Cutolo, fu ucciso il 21 gennaio del 1982 perch� doveva essere punito,
come scrive il capo della Procura di Napoli Giovandomenico Lepore. Rien-
trava tutto nella guerra di camorra, che agli inizi degli anni '80 insangui-
n� Napoli e provincia, tra la Nco di Raffaele Cutolo e la Fratellanza Na-
poletana delle famiglie cresciute nel dopoguerra all'ombra dei siciliani
con il contrabbando di sigarette.
Il movente della vendetta di cui rimase vittima Frattini sta nella strage
del 23 novembre del 1980. Quando, approfittando della concitazione crea-
tasi per il terremoto, nel carcere di Poggioreale un gruppo di cutoliani fe-
ce irruzione nel reparto occupato dagli avversari, uccidendo varie perso-
ne. Di quell'eccidio la Fratellanza napoletana, guidata all'epoca da Luigi
Giuliano detto "Lovigino", individu� proprio l'allora 23enne come uno dei
responsabili. E cos� scatt� la punizione esemplare: c'era chi voleva cro-
cifiggerlo davanti all'abitazione di Cutolo, chi decapitarlo. Si opt� per la
seconda possibilit�. Nel clan c'era un macellaio che asport� il cuore e poi
tagli� la testa e le mani: pezzi che furono collocati nell'auto insieme al ca-
davere, ricoperto da un lenzuolo. La perizia medico-legale accert� anche
la presenza di ferite da taglio al viso inferte quando Frattini era ancora in
vita. Un sedicente gruppo, i Nuovi giustizieri campani, rivendic� il delit-
to. Ma era un depistaggio: grazie ai pentiti, � venuto fuori tutt'altro sce-
nario. Il 23nne, a distanza di un anno dalla sua scarcerazione, era stato at-
tirato con l'inganno in una trappola e giustiziato. Tredici le ordinanze di
custodia cautelare notificate in carcere ai boss: Raffaele Abbinante det-
to "Papele `e Marano"; Edoardo Contini "o' romano"; Paolo Di Lauro; Giu-
seppe, Mario e Salvatore Lo Russo dei "Capitoni"; Francesco e Giuseppe
Mallardo; Rosario Pariante; Costantino Sarno; Renato e Bruno Torsi; Lui-
gi Vollaro "o' califfo". Naturalmente va sottolineato che tutte le persone
coinvolte nella vicenda giudiziaria devono essere ritenute innocenti fino
a un'eventuale condanna definitiva.
A SCAMPIA E MIANO I MILITARI SEQUESTRANO COCAINA, KOBRETT E "ERBA"
In cella tre pusher: uno ha 17 anni
PERIFERIA NORD
Gestiva un droga-shop nella "piazza" di spaccio di
via Arcangelo Ghisleri, nel cuore di Scampia. Ma i
carabinieri della stazione di Marianella hanno avu-
to modo di notarlo mentre cedeva alcune dosi di co-
caina e kobrett ad alcuni tossicodipendenti arriva-
ti in zona a bordo di un'auto e cos� hanno aspetta-
to per prenderlo con le mani nel sacco. Il blitz � scat-
tato poco dopo e le manette si sono strette ai polsi
del 34enne Rosario Spisso, personaggio gi� noto al-
le forze dell'ordine, residente in via Ghisleri, che de-
ve rispondere di spaccio di stupefacenti. I militari
dell'Arma hanno bloccato l'uomo mentre stava ce-
dendo stupefacente ad altri clienti e la successiva
perquisizione personale ha consentito di rinvenire e sequestrare 85 "bom-
bette" di cocaina per un peso complessivo di circa 40 grammi e 30 grammi
di di kobrett in dosi, nonch� la somma in denaro contante di 125 euro, pro-
vento dell'illecita attivit�. Il pusher arrestato ora � in
attesa di essere giudicato con il rito direttissimo.
Nel rione San Gaetano, in via Teano, nel quartiere di
Miano, poi, i carabinieri della stazione quartiere 167
hanno tratto in arresto un 17enne residente al vico Pa-
ce e il 39enne Ciro D'Agostino, residente in via Jan-
folla, entrambi personaggi gi� noti, responsabili di
spaccio in concorso tra loro.Ii militari dell'Arma, do-
po un servizio di osservazione e controllo a distan-
za, sono intervenuti bloccando D'Agostino mentre
filtrava ed indirizzava le auto degli acquirenti verso
il minorenne "addetto allo spaccio". Il blitz ha porta-
to al rinvenimento e sequestro di circa 90 grammi di
marijuana in bustine e della somma in denaro contante di 110 euro, provento
dello spaccio. Gli arrestati sono stati portati a Poggioreale e nel centro dei
Col-
li Aminei. gioco
IL CASO LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE
�Giudici-pm, nessuna guerra
Giornalisti, moderate i toni�
�Non si sono scontri tra giudici e Procura ma si tratta solo di una
diversa valutazione degli atti procedimentali effettuata dai magistrati
dei due uffici. Per questo chiedo ai giornalisti di moderare i toni: i
sostituti come i giudici sono tutti magistrati degni del massimo
rispetto�. � questo il succo della lettera che ieri Carlo Alemi (nella
foto), presidente del Tribunale di Napoli, ha inviato a tutti i quotidiani
napoletani per stemperare i toni sulle ultimi vicende: quelle del
senatore De Gregorio e quelle su Calciopoli. In particolare scrive
Alemi, non sempre i titoli degli articoli corrispondono al contenuto
dell'articolo stesso. �Evidentemente non sempre il titolo deve
rispettarne il contenuto purch� riesca ad attirare maggiore attenzione
da parte dei lettori�. Il 21 ottobre sulla vicende De Gregorio si �
parlato di uno scontro tra Procura e gip. cos� come il 25 ottobre sul
caso Calciopoli, si parla di un possibile clima irreale dove magistrati
convinti dell'inutilit� dei loro sforzi stenteranno a salutare i giudici�,
scrive Alemi. Poi continua: �� noto che sono numerosissimi i casi nei
quali le richieste della Procura non vengono accolte o solo in parte dal
gip e nessuno si scandalizza per questo, in quanto tale disparit� di
vedute va esattamente inquadrata nell'ambito della normale dialettica
processuale e dimostra, al pi�, come vi sia assoluta autonomia e
indipendenza tra magistrati dei
due uffici. Quanto si tratta per� di
provvedimenti che riguardano
personalit� di spicco, diverso �
l'atteggiamento della stampa�. Poi
conclude la lettera con un invito a
tutti i giornalisti. �Fermo restando
che deve darli il giusto risalto a
tutte le notizie che lo meritano, mi
sembra doveroso sollecitare tutti
ad una pi� attenta riflessione sul
modo nel quale svolgiamo la
nostra professione�.
SCAMPIA MICHELE ORABONA ERA DIRIGENTE DELL'IKEA MA CURAVA GLI INTERESSI DI LELLO
"'A VICCHIARELLA"
Spedito al carcere duro il commercialista del clan Amato-Pagano
Dirigente della multinazionale svedese Ikea, Michele Orabona curava in pri-
ma persona gli interessi economici del clan di Lello Amato (nella foto) prov-
vedendo, ad influenzare le strategie d'investimento, avvalendosi quale co-
pertura anche del suo lavoro lecito che gli ha consentito di muoversi nel tes-
suto economico-finanziario altrimenti precluso al resto degli affiliati al clan.
Questo � quanto crede la Procura che ha chiesto ed ottenuto per il com-
mercialista incensurato il carcere duro. A dimostrazione del ruolo svolto da
Orabona il gip riporta una conversazione del 18 novembre a bordo della vet-
tura Mini Cooper tra Orabona e i coniugi Barbato. In questa circostanza Ora-
bona ammetteva di aver favorito, in prima persona, gli esponenti del clan
Amato permettendo loro di avere un accesso privilegiato al sistema banca-
rio anche a livello internazionale. Infatti, il dirigente Ikea cos� disse: �Si pe-
r� tu?chiedere i piaceri.... Annamaria le cose che hanno avuto a Barcellona
cominciando da Cesarini che andammo nell'agenzia, ci presentammo do-
cumenti conto correnti non poteva avere niente, disse grazie, dissi ma io
non devo avere i soldi, grazie basta... a me interessa questo uomo si scorda
le cose che ha fatto�. In seguito, rivolgendosi ad Anna Maria Amato: �Per-
ch� tu qualsiasi cosa devi avere ..tu hai sempre avuto una mano ..ricordati
di questo�. Un primo indicativo indizio dell'organicit� di Orabona si ebbe a
settembre 2005, quando prese parte ad una riunione tenutasi all'interno del-
l'ipermercato "Ipercoop - Med�" di Teverola, dove presenzi� Carmine Ama-
to, nipote dell'Amato Raffaele, il quale intervenne all'incontro con al segui-
to un nutrito gruppo di affiliati con il preciso compito di scorta del giovane
rampollo nipote del capo clan. Il vertice del clan doveva tracciare le linee pro-
grammatiche d'investimento dei proventi illeciti. A tal proposito Orabona
conferm� a Barbato la sua propria disponibilit�. Prima di passare con gli
Amato, Orabona aveva militato per il clan Di Lauro: �Nei tempi di guerra Mi-
chele fuggiva sempre�. Orabona aveva coinvolto nei suoi affari anche i fa-
miliari: i fratelli Vincenzo e Michele, e la moglie Adele Salzano, tutti consa-
pevoli degli affari illeciti del loro congiunto. fapos
PIAZZA DE NICOLA LA MERCE SEQUESTRATA DAI MILITARI
Borse rubate, in cella immigrato
Nel corso di una vasta operazione di controllo del territorio nella
zona di Porta Capuana, i carabinieri del nucleo radiomobile del
comando provinciale di Napoli, guidati dal maggiore Franzese,
hanno assicurato alla giustizia un cittadino extracomunitario
accusato di ricettazione ed altro. La cattura � avvenuta nella
centralissima piazza Enrico De Nicola, dove il quarantanovenne
Mamouth Gueye, cittadino del Senegal, incensurato, � stato sorpreso
dai militari dell'Arma in possesso di due borsoni contenenti 49
borse di illecita provenienza e del valore complessivo di 1.000 euro.
Dopo le formalit� di rito in caserma l'arrestato � stato tradotto a
Poggioreale mentre le indagini vanno avanti per capire dove
l'immigrato abbia preso la merce rubata.
RIMINI IL 47ENNE ERA IN COMPAGNIA DELLA FIDANZATA
Napoletano rapinato nell'auto
RIMINI. Per un volta si parla di un napoletano vittima di una rapina a
Rimini e non autore. La brutta avventura � capitata ad un 47enne
partenopeo che stava passeggiando sul lungomare assieme alla sua
compagna, una ucraina di 50 anni. A rapinare la coppia sono stati due
malviventi brasiliani che, armati di pistola, hanno portato via soldi e
cellulare, dopo aver avvicinato le loro vittime con la scusa di chiedere
un'informazione. La pistola usata per la rapina � poi risultata solo una
scacciacani, ma gli autori sono stati arrestati dalla Squara Volanti della
Qustura. Sono due brasiliani, quello che era armato ha 19 anni: la
polizia lo ha rintracciato poco dopo il colpo, in compagnia di un amico,
anche lui brasiliano, di 22 anni. Le vittime hanno riconosciuto la felpa
indossata dal ragazzo, nel cui albergo � stata trovata la refurtiva.
Rosario Pariante: revocato il carcere duro
PIAZZA GARIBALDI AVEVA ASSEGNI, CAMBIALI E SOLDI
Sorpreso in deposito del falso
con capi griffati, denunciato
La centralissima piazza Gari-
baldi stretta ancora nella morsa
dei controlli dei carabinieri do-
po la recrudescenza del com-
mercio di prodotti con marchi
falsi. Nel corso dell'ennesima re-
tata nelle zone dove abbondano
le bancarelle di venditori abusi-
vi, i militari dell'Arma della sta-
zione Arenaccia, in collabora-
zione con i colleghi della Cio del
Battaglione Campania, hanno
bloccato e denunciato a piede
libero due persone accusate di
commercio di prodotti con se-
gni falsi.
Il primo a finire nella fitta rete di
controlli � stato un trentacin-
quenne, personaggio gi� noto
alle forze dell'ordine, residente proprio in piazza Garibaldi. Il malvivente
� stato sorpreso mentre stava vendendo, all'interno di un deposito in via
Calasanzio, ben 189 capi di abbigliamento con marchio falso che sono
stati sottoposti a sequestro insieme alla somma di 8.270 euro, 64 cam-
biali per un importo complessivo di 131.351 euro e 5 assegni postali per
un importo complessivo di 5.400 euro. Un colpo pesante per le organiz-
zazioni, legate alla camorra, che gestiscono il business del "falso d'auto-
re" nel quartiere Mercato. Nel mirino anche un senegalese di 39 anni, do-
miciliato a Napoli, che � stato sorpreso in piazza Garibaldi mentre ven-
deva su una bancarella 20 borse, poi sequestrate, con il marchio falso di
varie case di moda italiane ed estere. Uulteriori controlli in un deposito
di via San Marco hanno consentito di scovare altri 800 accessori (cintu-
re, portafogli e borse) abbandonati da tre cittadini extracomunitari riu-
sciti a defilarsi all'arrivo dei militari. Durante i controlli, assieme alla po-
lizia municipale, sono state rimosse 13 auto o moto in sosta vietata e mul-
tati 50 cittadini per mancato uso del casco. Carmen Fiore
2 mercoled� 28 ottobre 2009
CRONACA DI NAPOLI
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