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L'arte della serenita


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Lu s c rc tti ti t, r' ht' pri r.rt' s s tr< , tl t,l i ttttu l u c l ti ttte c l t tttl tu dtl i l os l rr.rl tc rrt' s .s t,rt' p.si rrlisico, tt usL' t' tl u I | 1 e t u r Lr I c &l u i I i ht ttt.l i rt i ttIt ri rtri Ic .t t c / r' s l t |trr|tl c r I s i s i Ittc t s uIIo Ii rtt' a c l i dL' nturt' u:Ionc ' .l i ' tt o1t: i t1 u c'I l' u r rn o n i tt t't t' i lro.slt't'sigt'n--r, t'<trt.frotttir/i sc srt'.s.sr t' tlL'gli altri c'he t'tcric nle's.srr tt clurtt ytntt'tt tlugli utt t'ni tl tt' t1ti ,1' tos i ti t,i o t1t' geti ri t' l tt' s i ono. (-,ri rtt /trr' , rt tU tl s t' t l .i l ' /.t o d t 11r1 t.\1trtarl u quondo /o .s r.s i rr y tc rc l tta? Il y tntbl L' tna i s tuto (l i b(tttLtto c l ui s uggi tl i tutIi i ttmpi t' di ttttti t y ;aes i .l ' urtt' rttl o clal I t I o ro cotlsi(l( rLr :i o t1i, Cl u u d i o Lompart'lli s*tlgt' tntct scrie dl rifk'r^siont - ri guardonti l t s i tuo:i ot1i prati t' hL' clt'llu n<;slra e'.sr.stt n:cr - r'ht' tttirutt<t u ut1 dltplicc s<'opo:idL'rttiliccrt' /r' ccu.st' ltrolortclt' t'ht' nt<'ttrnut in crl.sl la st'rL,rt i t it t' r t' o I i : : u rt', <' o n I e tn etl i t u : t o tt i c l u' trc c l t' ri tan(), ut1u porti c ol urt' .l orma di tt' rapi tt, tl utl l a t' he un ttnl po s i t' h i a tn u va <cu ra cleI I' un i nt u >.

Introduzione

Scopo di questaopera d indicare una serie di riflesquello stasioni con cui si possatrovaree nrantenere to di equilibrioche d la condizioneprima dcl nostro <Tut1i bc-ncssere. vogliono esscrefelici,, scriveSeneca in una sua operetta(ma poi sono conlusiquando devonodeciderecio che rende lelice la loro vita.> qucstab una lacunaanchedel nostrosiIn el'fetti, stemileclucittivo: mancauna ntateria, una disciplina, sappizt che suggerircila via della sagge7,zlr,la vizrdell'armoniae della misura. Esistonoicleologie, filosor'eligioni, l-ie, scuolccli psicologia e rami dellzr scienza che si disputerno la scenae che ci propongono problema. Noi perd abbiasoluzioni a questoo qr,rel mo bisognodi qualcosa di piu semplice e di piir pratico, e anchedi men<t specialistico: un insieme coordinato di conclsccnze chc'ci dica contc comportarci nella vita di tutti i giorni, come cavru'cela nelle diflficolti, come gestirei nostri stati cl'aninrcl, la nostra "econonriaintc'riore", e come ordinare la scaladei pronostri valori. Poncndoall'inizio di qr"resta scarla prio la sereniti\, abbiamo scclto il bene su cui poggianotutti gli altri, la chiavedi volta dcll'intero sistema psicologico.E inutile propagandirre ideali di amore,di l'ratellanz.a e di pacese ci si climentica dell'esigenza fondamentaledegli esseriumani: vivere con tranquilliti.

Nessun insegnamento,nessun messaggiod veral'armoniadi basedell'inmenteutile sc non assicura dividuo, nci conlrrrntidi se stesso, degli altri e dcll'ambientc. E cla clui che parte ogni possibilitd di il sensopositivo dell'esiscrenita e di convivenza, stcnza. in ansia,non sentirsi Screnitdsignifica non essere in colpa, non provare disagio, non vivere n6 troppcr tesi n6 troppo fiacchi, non indulgeren6 all'attivism<.r n6 all'abulia,non cederen6 all'esaltazione ni al pessimismo, non credersi n6 superiori n6 inferiori agli viardi mezzn,d, altri; serenit) d seguireuna f'lessibile goderesaggiamente dei beni dell'c'sistenza. Sereniti d conoscerese stessi,cercando di capire anche il prossimo. Troppi sono perd gli ostacoliche si f'r-appongono a questacondizione,che dovrebbeessere naturale. La societi e l'educazionefanno di tutto per convincere i giovani che la vita sia una speciedi gara a premi, dove l'arltro0 inevitabilmenteun concorrente tutti da battere. Da simili idealicompetitivinasc<-rno i nostri problemi. E nascel'esigenza di un'operadi decondizionamento, di un "lavoro interiore". Due sono le tr:rdizionispirituali che si sono occupate di questo tipo di lavoro: da una parte qr"rella ad almeno sci sistemi culturali orientalc che {a carpo (Vedanta, Yoga,Taoismo,Buddhismo,Tantrismoe quella occidentale Zen) e dall'altrapzrr-te che, paflendo dalla corrente orfico-pitagorica,giunge fino allo nonch6 a tanti autori Stoicismoe al Neoplatonismo, (alcunidei quali sonocitati in questolibro). successivi Nel nostro tcntativo di o['frireal lcttore odierno una sorta di guida alla serenild,ci d sembrato naturale ['areril'c'rimentoprincipalmL'ntE a quc'stidue grandi filoni della meditaz.ione di tutti i tempi,con i loro vari addentellatimoderni. In piir, abbiamo ag6

giunto qualche esponentedi quella psicologia contemporaneache non pud ovviamentemancare in un'oper:rdedicataall'artedel vivcre bene. Su questi argomcnti csistc come un Filocontinuo, un dialogo costante,fra Oriente e Occidente,fr"aantichitA e modernitir,tanto che il libro.assumeun sorprendente carattere di omogeneitd.Talora, in questo scambio di battute attraversoi secoli e le culture, si scopreuna perf'etta concordanza di vedutetra autori tanto diversi. Le "meditazioni" sono state scelte privilegizrndo certi temi comuni e seguendo un criterio preciso:offrire suggerimentipratici, metodi psicologicie riflessioni che siano utili a slrperarei momenti dil'ficili e a ritrovare la serenit2r. Qtrestob infatti il potere clella precostituire una rete di tecniche,di ragiosaggezz.a: namenti e di processimentali che siano in grado di parare i colpi peggiorie di ridimensionarele illusioni, in modo da mantenereun buon rapporto con la realtd,un livello ottimale di equilibrio. Il fine d quello di costruire un individuo responsapadronedi se stesbile e.autonomo,capacedi essere i(Sonopochi coloro che dispongonosaggiamente s-o, uTutti ' di se stessie delle proprie cose) scriveSeneca. gli altri, a somiglianzadegli oggetti che galleggiano nei fiumi, non vanno clasd, ma sono trasporlati.>

1. Rinascere Nellavita il compitoprincipale dell'uon,o d dareallaluce sestesso. Enrcrr Faol,rtr,t Quando nasciamosiamo eredi di un complessopatlimonio genetico,non solo per quanto riguarda i caratteri fisici, ma anche per quanto riguarda le tenpsicologiche. denz.e Se per esenrpiosiamo portati per-la musica o per la matematica,questaprcdisposizioneci viene tramandatada qualcheprogenitore. All'iniziosiamosoltantoun "mosaico" di caratteri, potenzialitA. di tendenze, di La nostravera nascita, la "nascitaspirituale",non d ancoraavvenuta:siamr-r stati scelti,ma non ci siamo scelti. Il nostro compito - diventarenoi stessi,diventare - non d dei pitr facili,e cid che siamopotenzialmente rappresentail lavoro e il scnsodi tutta una vita. Come dice un proverbio talmudico: oSeio non sard me stesso, chi Io sard per me? E, se non ora, quando?". Non bastanascere: occorredare un sensoalla propria vita, occorre"scegliersi". questo E, per realizzare prendere compito,bisogna le distanze da cid che ci d stato tramandato,dai valori e dai comportamentiche abbiamoereditatodal passato. Checosafa partedella nostraveranatura?Checosaci vieneimposto? Per risponderea questedomande,per avere un
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criterio direttivo, dobbiamo riuscire a distinguerc cid che ci fa sentire sereni e rcalizzati da cit) clrc'ci opprinre:ecco la regolaprima. il sono ne-cessar"i, Anchese saclifici c adattamenti t-tot-t criterio della feliciti, o almeno della screniti, "Dare alla luce sc stcspud essere a lungo disattc'so. ritrovarela propria natllrel so" significainnernzitutto d,i e stabilire con essaun rapporto di piacevolcz.'t.a,, bencssere; signilica stirrebene con se stessi. nChe cosa dice la tua coscienza?n sct'iveNietzsche."Devi diventare ouclloche sei.o 2. "Guardarsi" sc potcssct'<l itlbcnea certcpcrsone Oh, quantofirrcbbc' ! lontanarsi clasestesse SuNrlc,r Per riuscirenel compito di "diventar-e ciir che sii.rmr)", l'irr1c noi stcssi, dobdi osselvare dobbiamoimparare guardarci a come farebbeun cstraneo. biamo an-ivare E essenziale di auto-osselaz.ione Questaoperaz-ione per lerre intcriorc. il punto dcllar nostracondizione nrcditittivad qualcosadi diLa "presadi distanz.a" si tratterdi un verso dal classico"conosci te stesso": presenguardarsi,di uno stare attenti, di un "essere pelchi qualunclue Non d un gir-rdicarsi, ti" a se stessi. giudiz.io sarebbe condiz.ionato da altri vakrri. un tentativ<,1 di uscita dal La meditazione d inve'ce mondo dci valori mentali,uno sforzodi allontanamcne di pacificato dal vecchio ego,un esercizio di clistacccl zione.Prcndendo lc distanze dalleattiviti\mentaliquosi lasciaspazioa quel tidiane,con tutto il loro stress, checon'isponde allanostraveranatucentrodell'esscre di carlma e di benesserc. ra: Llnanatllla che!pernreata 12

Ecco perch6il consigliodi Seneca, se ottemperato sistenraticanrente, si tras{brmain una speciedi autooQuando tcrapiamcntatle. la mented immobilc',legolo spirito si trogianrc; nel testo taoista del Wen-tztr verir in uno stilto di attenzione. Se ritorni al vuoto, ciir estinguerdle azioni compulsivee pr.rrri la mente in quiete.Questad la liberti dei saggi., Non c'd via dclla screnitdche non passi,inconsapcvolmenteo de'liberatamente, per questaopc-ruzione di decondizionamento. Affen-na Bacchilide:nUna i la rcgola, una c\la via della felicitd:conserv:ire la mente libcra da preoccupzrz.ioni, cr-r-rcci e angosce inutili,.

3. Lascolto Il principiofondamentale clcll'asc<llt<t b srruotare la mente in mod<l chesiar chiarae calma: nrettida parteognisensazione, ognipensiercl, ognirillcssione. We n-t ztt,classico taoista "Ascoltare"in questo contestosignifica non tanto cercaredi comprendereparole e concetti,quanto situarzioni, eventi e stati d'animo, nostri e altrui. Si tratta sempredi decifrareun linguaggio,ma non pii qucllclverbalee convenzionale. Se vogliamo comprenclere a che punto sia la nostra esistenza, secerchiamodi deciharecomesi evolverd un evento, seintendiamocapirel'atteggiamento di una persona,seci sforziamodi interpretarei sentimentidi qualcuno, non d Ia parolacio checi aiuterd.Lo strumentoindispensarbile sari l'ascolto, ched proprio un " mettereda pal-te" la solitaattivitdmentalecondizionata, con tutti i valori, i concettie i pe'nsieri che da essa derivano. Dobbiamo quindi cercaredi fare un po'di silenzio
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mentale, dobbiamo interrompere il continuo chiacchiericcio interiore. Solo quando la mente si fa calma e silenziosa, tutto ci apparepii-rchiaro. Questa trasparenzad anche un principio di igiene psicologicae di sereniti. nDiventerai saggio"scriveSeneca (solo quando diventeraisordoai rumori del mondo." Ma i "rumori del mondo" penetrano nell'interioritd attraversoi pensieri.E la nostra mente che, anche nell'ambientepiir ovattato,continua a fare chiasso. Lascolto meditativo d dunque un metodo per far abituali, e per affinatacerei pensierie le sensazioni re la sensibilitd,al di ld delle parole.A questo punto potremo percepire,"vedere", coseche ci erano rimaste nascoste. nQuandol'orecchiosi affina, sostieneil mistico islamico Rumi ndiventaun occhio.'

Cosi facendo,ci autolimitiamo in una dimensione scnza aperture; d la nostra stessaoperazionedi rinuncia che ci impedisce di accedere all'inatteso. Diccr''u Confucio: nSe l'arciere non coglie il bersaglio, non sc la prenda n6 con l'arco n6 con la freccia n6 con il bersaglio, ma con se stesso>. La realizz,azione di un uomo non d mai finita. Continuarea sperared un nrodo per lasciareaperta una fessura all'inusitato, alle possibilitA di perfezionan-lcnto. Niente ci inrpedisce di diventarecid che sianro:dc'ntrodi noi possiamogid esserlo. Solo se restiamo in attesa,vigili e sensibili,ci si prcsenterd l'insperatoo, comunque,saremoin grado di non fhrcelosfuggire. Senecaumescola la speran"Se sei saggio, scr"ive za alla disperazione: non speraresenzadisperazione e non disperaresenzasperanza.>

4. La speranza non si trnveri I'insperato. Senon si spera, ERaclrro Bench6 la speranza- come dice Plauto - abbia ningannato molti che speravano>, nessunod pii triste di chi non ha piir nd progetti n6 iniziative.Si dovrebbe naturalmente saper distinguere tra speranzee illusioni, ma, se vogliamo raggiungeredegli obiettivi, dobbiamo comunquerischiareuno scacco. Tutto d oggettodi speranza:anche la fine delle illusioni. Uno dei motivi per cui la nostravita pud diventare asfittica e deprimented la caduta delle speranze. Ci muriamo allora in una realti rigida e stereotipata che viene erroneamente scambiataper una "visione matura" dell'esistenza.
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5. Il piacere Il piaccre del divenireportacon sdil piacere dell'annientamcnto. FnteunrcH NterzscHe Questopensieroci fa capire una veritd che di solito ci sl'uggeperchd d paradossale:il piacere del divenire, del vivere,si fonda sulla disgregazione, sulla dissoh-rz.ione, in una parola sulla mor1e. Cid che noi consideriamo il male peggiorets in realtd cid che ci permette di assaporare l'esistenza. b ogni tanto smettere e cambiare,> canta Pin"Bello daro uperfinodel dolce miele viene fastidio.o Questameditazionesulla morte d fondamentale per ccrgliere il sensoserenodella vita. La fine delle cose - e il tempo cr-ri d collegata- non d l'aspetto
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sgradevoledeli'esistere, ma ne d, al contrario, la condizione prima. Chi sceglieil piacere di vivere sceglieil "piacere condell'annientamento": di questcl dobbiamoessere tinuamente consapevoli, soprattuttoquando pe'nsiamo che la morte sia qualcosadi assolutamente negativo, "l'ultimo nemico da sconfiggere" come direbbe san Paolo. Luomo lavora per allungarela vita e pe'rrenderla piir felice, ma non pud pensaredi elinrinarela die la morte: se ci riuscisse, cancellerebbe sgregazione nSeil produrre i la cosamigliore,, l'esistenza stessa. scrive per esempioGoethe (anche il distruggereha o positive. conseguenze Non pud esserciaccrescimento di qualcosasenza qualcos'altro; questa veritd va semdiminuzione di pre tenuta a mente: i contrari sono collegatidialetticamente. Mentre in Occidenteun Nietzschearriva a parlare in Orie'nte si de'finidi "piaceredell'annientamento", sce la mone il "grande orgasmo". Dice l'antico sagnCid che rende la vita un begio cineseChuang-Tzu: ne E cio che rende la morte un bene,.

6. Lindeterrninazione Nellostesso fiumescendiamo e non scendiamo, siamoe non siamo. ERaclrro Siamo abituati a vederele cose in maniera dualistica: o sono biancheo sono nere,o sono buone o sono cattive, o sono vive o sono nrorte. Ma la realtd E piir indeterminatae sfurnata,e i grandi contrasti rivelano profonde complicitir.Proprio la fisica pii modert6

na - la fisica quantistica - ci dice che in alcuni casi uno stessofenomeno pud esseree non esserecontemporaneametTte. Sembra una noviti assoluta,ma non b cosi. Gid il Buddha, 2500 anni fa, faceva il seguenteesempio: il burro che d stato ricavato dal latte b in un ceno senso ancoraquellatte,eppurein un altro s"nro non lo d piir. Possiamodire tanto che sia quanto che non sia quel latte. Lo stessoragionamento pud essereripetuto per ogni cosache sia "nata" o prodotta da altre, e quindi ancheper noi. Eccoperch6 si pud dire cheogni indivi(e un altro). cluod e non 0 nellostesso temposestesso Tutte le cose,tutti gli esseri,sono interdipendenti e si condizionano a vicenda,e percid non possono esserein maniera assolutase stessi.Per questo mo"si scelga",si autotivo E necessario che la persclna determini. Il primo requisito per un approccioserenoalla vita b vederele cose il piir possibilecosi come sono e non come vorremmo che fossero.E per questo che dobbiamo abbandonareil pensieroche contrappone nettamentele cose.Se partiamo dal presupposto che esistanoentitd isolate e autonome, nonche< processi indipendenti,non capiremopir) il corso degli awenimenti; non potremo cotnprendere, per esempio,come mai una persona o un evento negativo possano comportareancheelementipositivi, e viceversa. Una concezione saggiasi fonda sempresu una visione d'insieme, e una visioned'insiemecogliel'interdipendenza dei lenomenie una certa loro indeterminazione. uOgni cosa finisce e non tinisce,, (ogni cosaesistee non esiste.,

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7. La scelta di s6 questoo quello,ma La grandezza non consiste nell'essere nell'essere sestesso, e questo ciascuno lo pud selo vuole. SOneru Ktenrcr,cerrno nQuandotutto d silenzio intorno a noi,DscriveKierkegaardin Aut aut (tutto d solenne comeuna nottepiena quandol'animasi trovasolain mezzoal mondi stelle, do, di fi onte a essaapparenon un uomo ragguardevole, potenzastessa, ma I'eterna il cielo quasisi spalanca, e l'io sceglie In quelsestesso, o piuttostoricevesestesso. l'istanteI'anima ha visto l'all.ez.za suprema,cid che nessun occhio moftale pud vederee cid che non sard mai lo stendardoda cavadimenticato,la personaliti ricc've liere,che la nobilita per I'eternitir. Luomo non divcnta diversoda quello che era prima, diventa solo se stesso; la coscienza si raccoglie, ed eglid sestesso., il filosofo l'effettodel raccoglidanese descrive Qui mento, nel silenz-io e nella solitudine.La personasi sviluppaa contattocon gli altri, ma si autodetermina, quando si trova di frclntea se stessi "autoconsacra", per ritrovareed essesa.Questomonrentod essenz.iale per isolareil nucleodi cid che siamo. re sestessi, parteda qui; non Lzrbasedi ogni realizzazione serena dobbiamo slbrzarci di adeguarcia questoo a quel moqualdello impostocidall'esterno, non dobbiamoessere cun altro: selo faremo,saremofinti, saremoar'tillciali,e pagheremocon l'inl'elicitiril nostrostesso sforzo. Il compitodell'uomo- che coincidecon la via della serenitd- d di essere se stesso, ossiadi realizzarsi, "e questociascunolo pud se lo vuole." oCid che uno d in sd e ha in Dice Schopenhauer: s6, in breve la personalita e il suo valore, d l'unico agentediretto della sua fclicitd e del suo benessere. Tutto il restoopera indirettamenteo. t8

8. I bilanciamenti Per raggiungerela sereniti interiore, d bene non trascurare quel che c'E di favorevolee di buono negli awenimenti che ci capitano contro la nostra volontd, oscurando e bilanciando il peggio con il meglio.

i nostri occhi sono abbagliati.;ritff:: Quando


troppo luminoso - scrive Plutarco - noi li distogliamo e li riposiamo guardando il verde dell'erba o i colori dei fiori. Lo stessodovremmo fare con i paesaggi della mente; anzichd concentrarci sulle considerazioni tormentose,sugli aspettidegli awenimenti che quindi la ci sembrano piir negativi- accrescendone dolorositi -, dovremmo adottare un atteggiamento positivo:dovremmo cercaredi scoprirein essianche (quel che c'd di favorevolee di buono.o Non si tratta beninteso di un tentativo di fuga dalla realtir sgradevole,ma di una forma di bilanciamento, di riequilibratura,basatasulla constatazione che non esistononegli eventi nd un bene n6 un male assoluti e che anche nella situazione peggiore si trova qualcosa di positivo. Il potere della saggezzasta proprio in questa visione d'insieme, che presuppone un minimo di distacco da sd e dalle circostanze. Bilanciare gli aspetti negativi con quelli positivi aiuta anche a trovare il proprio centro psicologico, che d quel punto immaginario in cui si d ugualmente lontani dalle esaltazionie dalle depressioni.Qui s'incomincia a comprendere l'imporlanza del nostro atteggiamento mentale, ossia del modo in cui ci predisponiamo ad affrontare gli awenimenti. Se per esempio siamo immersi nello scoraggiamento e nel pessimismo, ci sembrerd che le cose ci vadano sempre peggio, e questo parrd confermare la giustezzadelle nostre fosche previsioni.
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Ma E possibile il percorso contrario: non tanto abbandonarsi a un altrettanto inconsulto ottimismo, quanto tenere sempre d'occhio gli aspetti positivi delle circostanze sfavorevoli. Scrive a questo proposito Montaigne: nC'dda fare per goderela vita: io la godo il doppio degli altri, perch6 la misura del godimento dipendedalla maggioreo minore applicazione che vi mettiamo>.

9. La sofferenza Nel dolore quanta c'dtantasaggezza nelpiacere. FntgonrcH NretzsctE, nChi non ha mai sofferto, dicevaFdnelon(non conosceniente:non conosce n6 il benen6 il male,nd conoscesestesso., Perdfilosotie psicologihannoancheaffermato il contrario: E il piacere,d il desiderio che determina la fbrmazione dell'io. Che cosa pensare? In realti, noi tutti sapQuale delle due tesi sposare? piamo benedi essere continuamente ammaestrati sia dal doloresia dal piacere; anzi ci accorgiamo che l'uno esisteperch6esistel'altro, e quindi ha ragione Nictzschea vederelasaggezz.a in entrambi. Afferrna Eraclito: "La malattia rende piacevolela salute,la fame la saziet),e la fatica il riposo,. Esiste perd una solferenzanaturale,utile a maturare, ed esisteuna s<tff'erenza inutile, che ottunde lo spirito; esisteuna soflerenzaprodotta dalle circostanzee ineliminabile, ed esisteuna sofferenza che provochiamonoi stessi.E su quest'ultimache possiamo agire, perchd- come b scritto nel Dhamrnapada - "ciit che dalla mente d fatto, dalla mente pud esseredisfattoo. Dobbiamo dunque chiederci in ogni circostanza 20

.l rurl csi a i l no st r o cont r ibut o all'or igine o all'am plif it:rzi or.l ccl e.l d olor e che ci colpisce. Se per diam o una cara, n( ) n possiar no lar e a nr eno di sof Tr ir c; l )r' l ' s()na rrur c1r-ral d la nostra partc di rcsponsabiliti nella sofIt' r' cnz.a chc ci invest e quando veniet m o pr ivat i di co\r' n()n ncccssar ie? La di sti nzionc f t "a i due t ipi di dolor e pud non esscrc chi ara i n par t enz. ae, quindi, deve esser esot t odi cct I)()stui l Ll n' () pcr adi nr edit azione, a un e- sam e sctcnza. D obbi amc l donr andar ci in ogni occasione f ino a che punto co nt l'ibuiam cl noi st essi - con le nost r e prctese, con i nostri bisogni superllui, c<tn le nostre rrcvnl si - a i n cr enr cnt at 'ee a m ant cnel'e uno st at o di sol'f'e lcnza. N cl l a nost r a socict d, csist ono bis<lgnidel t ut t o ar ti f i ci al i , i ndo t t i dalla pubblicit i e dal conf or m ism o cl i nr:rssi l ;epp ur e anche quest i bisogni inut ili, qllancl<lnon vengono soclclislatti, provoczrno l'rustratzione c cl ol orc. E a quest o punt o che dovr ebbe int er yenir e l ' opera del l a saggcz. za; dobbiam o saper discr im inar e i bi sogni e i desicler i nat ur ali darquelli che possono L'ssere tranqui I lanren te soppressi. U na scmpliI iczr zione dci nost r i obiet t ivi, una r icer ca di maggi or e cssenz. ialit i:ecco che coslt dobbiam o cct'call.e. R i cl urre l ' a r ea dei bisogni signil'ica r idur r e I 'ar ea della sol'f'crenza.ull saggio ce'r'ca di raggiungere I'assenza di dol o r e, non il piacer c, diceva Ar ist ot ele. Ma chc cosa dobbiamo fare quando un dolore non c'ssere' elinrinato? Dobbiamo al'frontarlo con la 1-ru<'r consapcvol ezzache' ha com unqlr e una sua "saggezza" , che c\collcgat o indissolubilm ent e al nost r o desidcri o dcl pi acer e. < A vete' ma idet t o s) a un piacer e?" dom anda Niet zschc. " A l l or-adit e s) anche a t ut t o il dolor e. n 2l

10. La via
lit prrlpria via' Ma solo se la cerca. Ogni uonro pu<)conoscct-e Dctto t.l()ista

La via di ciascunodi noi non d qualcosache sia stato deciso dall'alto, dal cielo, da Dio. E piuttosto l'epiir prolclndo,d esaltan'lente del nostro i<-l sprcssione cio che siarrro. Pcro i un percorsoda compiere,Lln cammino da srotolare,qualcosache esistesolo in potenza.Non si rivela se non la vogliamo. Se non cerchiamo la nostra via, percorreremoun scopi e mete che non sacanrrrtinocasuale,secondcl ranno i "nostri", che noi non avremo scelto' Saremo cclsiuomini alienati,uomini che sentonodentro di di non aver voluto quasi niens6 cclninsoddisfaz.ione tc'di cio chc hanno. nDestino per ognuno d il suo carattere)dice Eraclito. Ma non tutti i caratterisono "facili" e non tutti soc'dchi impegnabuonapartedelleproprie no accettati: e E invece encrgiea lottarecontro di si, a combattersi. ci che e di scelta, un atto di accettazione necessario permL'tta di impiegaretutte le nostreforzeIl prinro compito d dunque quello di arrivare a capire chi siamo e come siamo fatti: ecco che cosa silir propria via." gnifica "conoscere saper Per giungerea questorisultato,! necessario ritrovare il tbndo di sd,quella zona della nostra intetutte le attivitil rioriti che rimane dopo aver sospeso Non si tratta di un tentatimentali rivolte all'esterno. discorsiva,ma di un atto di identivo di conoscenza e di rcintegrazione. ficazione Sapertrovat'ela propria via significasapertrovarese stessi,e sapertrovare sestessisignificasapelsi togliere dallasocieti e dallacultura' gli stratisovrapposti 22

Una simile ricerca d una forma di riequilibratura psicologica.Ritrovare se stessi,ritrovare la propria via, d approdare a una sensazione di sereniti,d sentirsial posto giusto nel momento giusto,B mettersinella condizionedi risolvere i propri problemi. finalmente nQuando un uomo trova la sua strada,) sostiene ancdrala saggezza taoista .il Cielo lo aiuta.>

I l. La maturith Pcrsona maturad quellached arrivataal puntodi esscre la rradree il padre di ser stessa. Enrcu Fnoulr Finchdrimaniamo "figli", linch6 ci aspettiamo che i genitori o altre I'igureautorevoligiunganoad aiutarci nei momenti dif icili, ci trovianroin uno stato di sottomissione. Non abbiamcl la vita nellenoassunto stre mani; in un certo sensosiamo ancora dei bambini. E questo ci predisponea dipenderescmpre da qualcuno:il prolcssore,il capulficio, il padrone,il plete,il coniuge, lo statoe cosi via. E veroche ognuno di noi dipendeper la suasopravvivcnz.a daglialtri,ma un contod viverein un rappotlo "allapari" e un altro d trovarsiin un rapportodi subordinazione. Chi vive in un simile statod un individuo chc giir in paftenzarinuncia a essere seste.sso. del Questa rinuncia impedisce la realiz,'zaz1one compitodellavita: il dispiegamento dellepropriepotcnzialitd. (checclntinuano Lc l'ilosofie e le rt'ligioniclclpas.sato a csercilare partclno il loro influssonel presente) da un principio opposto:che lo scopodell'esistenza non sia tirnto la realiz.zazione di s6,qltanto l'obbedienza a una "volonti divina".Nclla tradiz.ione giudaicol)r-esunta
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cristiana,per esempio,il prinro comandamentostabiliprinsceI'autoriti\ del "caposupremo"c il conscguente qui l'uomodcverirnancrcun cipio dellasottomissione: eterno"liglio" di un altrettanto eterno"padr-e". Se esistesse una religionedella liberri (e della felicit)), i suoi primi comandamcntidovrebberoessere piir o meno:uSiite stesso... Vivi Ia tua vita lino in l-ondo...Siiautononlo... Combattila soffcrenzar, ccc.>. La definizione di Fronrm delinea una via della psicologica:Finch6inf'atti completa reallz.z.az)ctne non diventeremo madri e padri di noi stcssi,l'inch6 non divcnteremopersoneautonor-r1e e mature, vivrcmo in uner condiz.ione di dipcndenzir. Continuando ad aspettarcitutto dagli altri, non s:lt'emomai noi stessi,non vivremo mai in prinra personae, s()prattutto, non porremole condizionipcr essere felici. Ma non d megliorinrancre barrrbini? Non d meglio afifidare la responsabilitn del nostrosviluppoa qualcun altro? La rispostaci vieneclaun macstroindizrno reccnter-ncnte scor-r-rparso, Ra.jneesh : uSeun uomo ha voluto la dipcndcnza, pud vcnir distn"rtto in un attinro.>

12. Il desiderio
Il nostro desideriodisprc-zza e trascura cit) chc ha fra le mani per con'L'l-c' dictro a cid che non ha. Mrcrtr.ruE Morur,trcNn nLuomo non conosce la vc.ragioiau scrivc Bacchilide uper-ch6desidera senrpre cid che non ha., Qui pcrd bisogna intendersi: non si pud desiderare se non cid che non si ha o che non si clede di avere. Il desiderio ha proprio la funzione di cercare semp re q u a l c o s a d i n uovo; d come un mot()re i n c< l nti 1A

nua azione,che da una pafte ci permettedi rapportarci alle cosee dall'altrai una fbnte di costantcinsocldisl-azione. Ambiguo come tutto, d l'cmblemae l'cssenza dellavita. Un maestrocome il Buddha, quando cerca l'origine della solrferenz-a, la trova proprio nel.desiderio; c quandovuol liberaregli uomini clalciclo dellavita e della morte, dicc loro cli eliminare ogni :lttaccamento, sia all'essere sia al non esserc. gran signil-ica che, se voglianrodistruggere Questo parte de'llasoffercnza, dobbiamo ['arei conti con il desiderio, con la sua insaziabilitar. l'anticit Seconclo nl'uonromuore scnzaaver saggezza dcll'ebraismo, soddisfatto nemmenola mctirdei suoi desideri,. quanti Ma di questi desideri meritavano davvero uno sprecodi tempo e di energie?uQuantecoseci sono>dicevaSocrateudi cui non sentoil bisogncl." (e anchedi una veraecoAgli elletti della serenit2r logia della mente),d dunquc'inrportantesape'r ridurre i desideri, distinguendo cid chc i utile ed essenziale da cid che d superfluo.Per poter compicl'equcsta opc'razione, occorre rendersiconto di quali siano i beni londamentalidella viter: ecco il prinro compito di un'aute'ntica saggezza. piir sfrenatoe delFra i due estrcmi dell'edonismo la rinuncia ascetica,{brsela posizioneepicr,rrea d la pii equilibrata: (Non dobbiarno rovinare il bene attualeodice il lilosofo greco (con il desideriodi cid che non abbiamo, ma non dobbiamo dimenticarci che anchecio che abbianro lo abbiamodesiderato.n Il problema B quello di un'adeguata educazione del desiderio:da una parte non bis<tgna inseguire ogni minimo impulso dellamente,ma dall'altranon b neppuresaggiorinunciare ai piaceri essenziali. Per senLirci realizzzrti,non abbiamo bisogno di grandi rnete.La gioia i latta di piccole cose,ovvcro
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del soddisfacimentodi bisogni che sembrano piccoli alla voracitddel nostro desiderioma che in realtd sono I'essenza del vivere. nSe non desidereraitante cose) scrive Platone (anche le piccolecoseti sembreranncl grandi.o

13. I limiti I desideri non necessari sonoquelliche,senon soddisfatti, non provocano dolore. Eplcuno Ecco un criterio per distinguereun desiderionecessario da uno superfluoe, percid,per eliminare inutili sofferenze. Quantevolte ci sembrache una cosaci sia assolutamente indispensabile, salvopoi accorgerquando passata d l"'ondata" del ci, desiderio,che possiamo farne benissimo a meno. Allora ci accorgiamo che sianrostati vittime consenzienti di un attaccodi cupidigia.Ma, poco dopo, eccoche l'attacco si ripete per qualchealtra cosa. In Oriente si dice che la mente umana d semprein balia di Maya, la dea dell'illusione,la quale ci fa scambiareper importante cid che d inutile, e viceversa. Sprechiamo cosi tempo ed energie nell'inseguimento di mete fasulle,di sogni inconsistenti, di desiE, soprattutto,perdiamo di deri privi di sostanza. vista i beni pr"eziosi che abbiamo a poftata di mano. gli uomini cercanolontanocid chehannogid Spcsso A questoproposito, le Upanisad,le a lorcrdisposizione. grandiose scritture indiane, paragonano la ricerca umana a quella di un uomo che passae ripassasopra il luclgodoved nascosto un tesoro,senzamai vederlo. Cid d parricolarmente vero per certi "tesori" come la serenitd,la calma, la pace. Li possediamodentro 26

di noi, ma li cerchiamolontani; anzi, proprio perch6 li cer-chiamo E lontani, li perdiamocontinuamente. propria un po'come inseguire la ombra: non setvea rrr-rlla mctter-si a con-ere. Il problema non d tanto quello di reprimere con uno sforzo della volonti i desideri,quanto quello di stabilireuna realescaladi valori e di prioritd. Scrive nIl nrodo nrigliore per evitare una Schopenhauer: grandc'infeliciti d di ridurre le propric pretese comuristrlrtndolc ai propr-imczz.irr. noi non siamo capacidi individuareil reaSpcsscr Ic og-srctto del desiderio e continuiamo a spostare l'inrpulsoda una cosa all'altra.Per esempio,un'ins<lddisfazi<lne affettiva pud portare a trasferile il desiderir-r sul cibo, sulla caricra o sul possesso di beni. Per capire qr-rindi che cosavogliamo vcramente,dovrcmmo seguireil consiglio di Epicuro, provando a rinunciarea qualcosae osservando se non possiamo davrrerof'arnea meno. Imparare a conoscere,a selezionarc e a ridurre i desideri d cerlo la via maestra pc-rla saggezr.a. E, comunque, la via per la serenitd. uPoniun limite ai tuoi desideri:, na chi d dice Orazicl qualcosa., troppo avido manca se-mpre E il testo taoista del Wen-tzltafferma: uI saggi riducono i desideriper coglierel'essenza della vita.o

14. Il raccoglimento gli avvc'nirne-nti rientra ti turbanonel prolbndo, Quando in te stesso. sr-rbito MancoAunE,llo Questad una regola basilareper riuscire a recuperal'e possono In l'equilibrioche le circostanze sconvolgere. realti non esiste avvenimento esteriore che non zrbbia
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un riflessointerno,ed d da questoriflessointerno che la suarilevanza. noi giudichianro E dunquenroltoimportanteregistrare subito le risonanze di ogni evento. Il "r'itolno a s6" e l'osser-vaz.ione dello stato nrentale costituisconogiir una prima forma di recupero dell'armonia.Non a caso, quando qualcuno d sconvolto,si dice'che d "fuori di s6". Purtroppo sono molti coloro che - come dicc' Sepiuttoneca- (pl'eleriscono starecon chiunquealtr'<.1 sto che con se stessi".Questoatteggianrento tl'asfornra gli uomini in alienati,in individui cioi che non conosconose stessi,chc'non sono abituati a stare con se stessi. Perch6 raccogliersi spesso?Perch !- risponde Seneca- nil rapporlo con lc-personedi differentementaliti turba l'armoniainteriore,. Labitudine al raccclglirnento e un mctockr per ritrovare il proplio centro che le ondateemotivespostano di continuo. Lo scopo i quello di recuperareun punto fcrmo in mezzoalle tenrpeste. ull sag-uio divieneun'isolache il diluviclnon pud l'importante sommergef'e,dice il Dlrurttntapada, scritturabuddhista. Quando si sia rioccupataquestaposizionedi equilibrio, ci si potrir di nuovo volgere all'esterno,compiendo quelle azioni che le circostanzeci inrpongono. Scrive'Seneca:nll bene dell'animo deve essere ritrovato dall'animo:se gli daremo un momcnto di respiro,una sola occasione di raccoglie'rsi su se stesso, sara in grado, distaccandosi da s6, di scoprire la via giusta>. Ecco il primo passopcr ritrovare la serenitdperduta. nNon uscir di misura pin di quanto sia necessario,u suggerisce Marco Aurelio nperch6tornando continuiln-lente all'armt-rnia ne diverrai sempre piir padrone. " 28

15. I viaggi I-'importante d strpere in chcstatod'animo an-ivi, nondove lurrivi. SeNrcn Il viaggiopud essere un motivo di arricchimentoe di conosccnza, opplrre una semplicefuga; spesso entrambe le cose. In realti cid che si cercaall'esterno d sempreun'espcrienza intcriorc:si "utilizza"il viaggioper allontanarsi da un'esistenza divenuta troppo monotona e pcr trovare qr-ralche nuova emozione.Ma questaricercavicne delusaquando ci portiamo dietro i nostri pr-egiudizi, le nostreillusioni,le nostrcpaure,insomrura l'intcrob:rgaglio dclla nostm mentc. ti stupisci che i tuoi viagginon ti giovino?o "Pcrch6 scrivcSeneca. in ti por.tidietro "Viri giro con te stcsso: il motivo che ti ha firttofuggire.o Dunque,la condizionc prima per compiereun viaggioproficuo sari\quella clilasciare a casilil pcs:rntc farrdello dclleopinioni. Anchela nostraesistcnza D un viaggioper cui vale la stcssarcgolzr: i. nreglioconrpiereun brevegiro intorno alla nostra casa con la mente frescache un lungo periplo intorno al mondo con tutto il pesodei nostri pregiudizi. uPii lontano si v:rudichiara il Tact te c/ringnrngno si percid i saggiconoscono conosce: scnzamuoversi., Naturalmente cluisi parlar dclla conoscenza di s6 e dcllc leggi Ionclanrcntali della vita. Ma non bisogna sottovaIutilrcI'int por1anza cleiviaggi. Qucstotipo di esperienz:r sari tanto pii fruttuoso qLlernto piit rir"rscircnro a libcral'ciclellc ideericcvute, dei nostri valori,dci nostrizrbitu:rli punti di r.iferirncnto, in blevedi tutta la noslral mentc.Solocosipotremoentrar-c veramenlc'a conl.att() con il nuovo,con il diverso.

nTutti fuggono se stessi,, scrive Seneca(ma non riesconoa farlo, perch6I'io tallona e inseguese stesso, con'tc' un amic<_r insopportabilc.. o Pcr compicrecon profitto qualunqueviaggio,e in partico.lare ilviaggiodellanosrravira,ll requisitoindispensabile d la capaciti di .,mettere foa parentesi,, la nostraabitualeattiviti.nrentale. Che,sedir una par.tc 0 utilissima pcr farciorientarc nel monclo, dall,alira pud diventareuna.specic cliarnraturao di camiciacli fbrza, c<-rstruita piir pcr conselvare che per apprenclere. tlgle di viaggiareconsistep.opritr nella capacitir . di abbandonaretc.nlporaneamente l,io abituale. A qucsto scopo, non c'd bisogno di compiere lunghi viaggi in terre lontane.Il cambiamento, l,apcrtu-ra, dcve awenire a livello mentale. Afferma Orazio: nChi corre di continuo da un luogo all'altrocambiacielo,ma non statocl,aninro,. 16. II silenzio mentale
Sc ti d caro ascoltare, imparer.ai; sc porgerzri I'orecchi<t, diventcrai saggio. Srnacroe

Ogni forma di apprendimentod basatasull,ascolto. Ma non tutte le forme di atscolto si equivalgorro. <Fateattenzionea conrc ascoltate,> dice per esem_ pio Gesir a chi ha fla capacitidi compr.ensio_ "perch6 ne] sar:\dato, ma a chi non ha sarirtolto ancheqtrello chc crededi avere.,In elI'etti, quanclonon si sa asccll_ tarc',ci si imprigiona nel prclprioorticcllo e a poco a poco ci .siimpovcrisce. nlncaperci di ascoltare e cli parlare" 1p6ylnmo scritto in uno dei frammenti di Eracli_ to, con evidente. riferimento a ncoloroche ascoltano nta non conrprendonoD e che <presenti, sonoasscnti.u 30

cono gli interlocutori. Si cacle .orl n"t ,,dialogofra sordi" in cui nessunoascoltau".orn"ni".he cosal,al_ tro abbiada comunicare. Per poter parlare, per riuscire a dire coseautenti, che, p.ersvolgere un.clialogo i" monologo o l'inutite chiacchie,"a)] "*-iir.firo impo"i;;;;l ogni tanto un po'di silenzio mentale,..r.t iurno alascoltare gli altri nel vuoto dei nostri pregiudizi. .Dobbiamo disporci all,alcolto con animo dispo_ njbile e pacato,> ujl'"r-u plutarco ,,.orn" fbssimo invitati a un banchettosacroo alle cerimonie prelimi_ nari di un sacrificio.,
3t

parrare,.h";;;;i""'ilff 511':,ff.'J"",'"t:i,Tll'j;l,i]

nAbituatiad ascoltare attentamente cid tri dicono" scriveMarco Au."li; ;;';.r..o che gli al_ al penerrare il piir possibilenell'animo ai .nitif,o.to.,, Non si pud ascoltarese non si fa . un po,di silenzio dentro di s6,se non si e ."p,*i Ji ,^."* Cd genreinveceche d talment,

n"L ;o;;;;;dJli"i',jt3tJi::1 :-;#'X.ffi:fr mai qualcosadi veramentenuovo.

Non pud esserci veracomprensione senon sjamo capaciprinm di a.scoltare. E, pc:rascoltare bene f""j", occofremettereda parte,alnrenoper " un po,,it".o*pt"r_ so dellenostreconvinzioni nuri.ifregiudizi. Dobbiamo riuscire a ottenerecid ",f"1 che nel linguaggiomedi_ ,,silenzio tativosidefinisce o \,,uoto . n Pitr riusciamo a Fa1 "ni"t",,. tacerei nortn f"nsieri e i no_ stri "merri di giudizio,,, piD possia_oiugli"." il nuo_ vo e il diverso,ossiala fonte clelno.i,o autenticoarricchirnento. I verbi .,cogliere,; ;Jo.p."ndere,, esprimonochiaramentel,idea " della necessita di un preven tivo raccogl imento. La comprensione presuppone un atteggiarrrento di vuoto ricettivo,in mancanza del quale ci limitiamo semplicemente a ir

17. Limmaginazione negativa


fine di Quantil gcute igtrot'a qualc vantaggio comporti, al il dcstino in faccia guardare a I'cscrcititt'si cvitarc iiclol,rrc, a occhi apcrli e a non crearsi fantasie dclicatc e nrolli' PLurrrnco

Niente i'pcggio che sfuggire la rcaltir - clice Plutirrco - c o s tru en c l o s i fa n ta s i e e s o gni a occhi apel l i ' In effctti si tratta di un attcggi;tmento nevrrltico che, anl a fa accuz .i c h 6c c l n tri b u i rc a fa r d i m i nui re I' ansi ar, dranrmati che' i n cri si fa e s p l o c l c re p o i la m u l a trc e disfunzione o unzl malattia una clefinirlo Pc-rtrcrnnto mentalc. Fot'sc si tratta clcl vizitl piil comune, legato a l l a s tru ttu ri l s tc :i s a d c l l z r nl cntc chc d portata, ncl b e n c e n c l n ra l c , a i n rrl a g inl tt' c l a real ti e a l ' i costmirla cosi comc prefct'iscc. E c l i { i i c i l e Irra n tc n e rs i a d ercnti al l a nostra esperienz:t, s()pratttltto quando cssa d noiosa o dcllclrclsa' In q u c s ti c a s i c i s i d i l ' e n c l einrmagi nando qtrcl l o che [-unzioSe da un latt-rqLlcstzl ci scmbra piu 1'liaccvolc. n c p (j l ' m c ttc a l l a m c n te L l n l ana di concepi r" cgrandi v i s i o n i a rti s ti c h c , fi l o s o fi c h c e sci enti i i che, dal l ' al trr.r l a to D u n a n ti n a c c i a a l s u o c qui l i bri o' Con'iantcl il pcricolo di vivcrc in ttn mclnd<lvitlual c , i n u n a s p c c i e d i s o g n o a occhi etpcrti , scnza pi i -r n e s s u n l ' i l p p o l l o c o n i i .l a tidi I' atto' A nzi , pi i r ci al l ontanianro ciarllarealti, piu qucsta si riprese'nta in folmal spilvcntosil. U u o m o n ro d c rn o , i n p a rti col i rrc, vi vcndo i n attnb i c n ti s c m p re p i i r a fi i l ' i c i a l i e dovcndo svi l upparc sop ra ttu tto l c l a c o l td i n tc l l c ttual i , pcrde i l contatto con c l c l l i t n a tu ra , c o n i sutl i si tpi cnti eqr-ri l i bri ' i l m tl n c l .-, Qttc s t< tp tto p o t' ta l ' c ia u n:r sorta di al i cnaz' i oncdi ma s s a ;s i [a u n a c o s a ,ma n on si d pi i r prescnti i n cssi t' P c r c s c mp i < ls i p u d c a n l m i narc pcr stral dae conti nua32

re a rimuginare un problema di lavoro, o si puir manrtiare e continuare a rivivere un incontro precedente. S nrarri to l ' ancora ggio alla r ealt d, si ingigant iscorro le onrbrc mentali. Limmi.rginazione pud l'arci preci pi tare di vol ta i n volt a nella disper azione o nell'esal taz-i onc' , pendcnt ent ent e da cir ) che viviam o, i ndi E neccssari a,a qllest o punt o, una lbr m a di i- eiene rr-rental e chc si a i n gr ado di r idar ci l'e- quilibr io e il scnso dclle cose pr-esenti,Se non lo laremo, non sar-emo noi a dirigere la nostra mente, nra sari la nostra mente a essere padrclna di noi. S i potrebbe crecler eche t ut t o cid non abbia nient e a chc f'are con la spiritLralit) e con la ricerc;r religiosa. Invcce i l probl cma dcll'at t enzione e della pr esenza mental e d stato pclst oin pr im o piano da palecclr ie rcl i gi oni . E si ste pcr esempio una t r adizione - quella dcllo Zen - che pone come scopo ult im o della vit a "la visi onc de l l c cose c< -rsi com e sono". I n et lct t i, com c negerrc' che da questa capacita.t derivino tutte' le altre e anche i l succe.sso o m eno delle nost r e iniziat ive? E come pretendere di par lar e di Dio, di anim a, di bene c-di mal e se non sa ppiam o dist ingue'r euna lant asia dal l a rearl t)? Dobbiamo dunquc esercitarci nell'essere presenti nrentalnrentc in cir) che fercciamoe vivi:.rmo,dobbiamo i mparare a farrtacer e le m ille deviir zioni dell'im magi naz-i one. E si ste una tecni c a buddhist a - la m cdit az. ione vipessana - che i nseg na a esscr e consir pevoli di ogni mi ni ma azi one quot idiana: se cam m iniant o concentrianrclci solo nel camminare, se mangiamo scllo nel mangiare, se lavoriamo solo nel lavorare e cosi via. Questo nretodo ha c'ffetti rigeneranti se viene applicato per esempio alla respirazione:d un modo per ritrovare il contatto con il nostro colpo e quindi con la natuJ5

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ra in genere. Ma non b solo questo: b anche un mezzo per usciredal mondo dei sognie dellefantasienegative, dal donriniodi Maya,la potentedeadell'illusione. Chi riescea ril-rovarelarvizrdella realtz\pud recupererrela serenitit: l'unico vero accessoalla pienezza di questomondo e di cid che lo segue. nPer imbrigliare la fzrntasiao scriveSchopenhauer del vivereunon dobbianegti A/bnsnti sulla seggezza alla memoria le immo conscntirlccli ripresentarci dei danni, delleperdite,delle magini dci torti sr,rbiti, delle umiliazioni, delle mortificazioni e via o['l'ese, dicendo, perch6in tal nrodo ridestiamoin noi risenda poco sopiti, l'ira e le altre passionipetvertin-renti il nostroanimo., se che contaminano Cosi abbiamo uomini che sanno tante cose della fisica o dell'economia,mentre conosconopochissirno di sd e degli altri. Le conseguenze sono sotto i nostri occhi: tecnologie sofisticatissime e talora distruttive in mano a personeche hanno una psicologia da bambini; oppure potenti mezzi d'informazionee incarichi di regestiti da individui squilibrati. sponsabilitir Nelle nostre societd manca la scienzapii importante: quella dell'autoconoscenza e dello sviluppo mentale.Proprio il punto fondamentale del processo educativod affidato al caso o a ideologiee religioni nate secolio millenni fa. E per questomotivn che corriamo continuamente il rischio di autodistruggerci.Lidea della fine del mondo, dell'apocalisse, nascedalla nostra consapevolez.za di essereprofondamenteignoranti e quindi cli averela capaciti di fare il male quasi senzaaccorgercene,quasi senzavolerlo. Solo menti oscurate possonocontinuarea illudersi,per esempio,che l'atluale sfruttamentodelle risorsenaturali o l'aumento indiscriminatodella popolazioneterrestrenon portino prima o poi a un disastro. nIl massimo dei peccatid l'ignoranzan diceilDhammapada,che si riferiscein particolareall"'ignoranza di s6",allamancanza di autoconoscenza. EilWen-tzu conferma: oCercare negli altri non d cos) utile come cercarein s6n. In efl'ettiogni conoscenz.a che non sia stata assimilata nel protondo restaper cosi dire letteramorta: non aiuta la crescitadell'individuo.E una nozione che non dh nessuncontributo all'esperienza, n6 tanto meno alla saggezza. Sarebbedunque importante colmare tale lacuna: introdurre un processodi autoconoscenza, basato non tanto su un'analisi della nersonalitir(chc sarcb35

18. La cura di s6 potrcmo cucomeprenderci sapere noi stessi, Conosccnclo non potresL'n()nci conosciarno, mentrc, ra di noi stessi, mo farlo. PLaroNe C'd gente che si cura con la massima attenzione di ogni altro bene - delle proprieti, della carriera, dei soldi, della iamiglia, dclla reputazione,dei passatempi, ccc.-, ma non ha la minima considerazione di cio che d la basedi tutto, del beneche permettedi avereogni altro bene:il proprio s6. Si impieganoventi e piir anni per conquistareun titolo di studio o comllnque per accumularele conomentre una prolessione, a svolgere scenzenecessarie per conocercare di sforzo non si compie nessuno i noAnche scere lo strumento di ogni conoscenza. prevedono tante materie, ma stri curricoli scolastici non Io studio della mente umana, 34

be difficile compiere da soli), quanto su uno sviluppo della consapevolezza. nSe c'd oscuriti interiore,, al'fermaRajneesh"la luce esternanon sari di nessunautiliti." Prenderele distanzedal proprio io empirico, osservarela propria attivitd ment:rle,riuscire a crcare un cefto silenzioo vuoto interiore, in breve la "cura di un di s6", tutto cid costituiscela base di partcnz.a non indispensabile' <tt'mai psicologico che d processo personale, quale il nostro bene sia solo per sapere ma anche quello generatle. nNon si pud viverefelicie non si pud nemmeuovivere in modo tollerabile,,scriveSencca(se non si coltiva la saggez.za.n 19. Lautonomia
Paradossalmente la capacitir di stare soli e la cclndizione prinra della capacitir d'amare. Entctt Fnovv

non pud Chi non ha un buon rappono con se stL'sso pcnsagli e\ illusorio con altri: rapporto buon avereun a quepossano ovviare socialiti o la re che la volontd un nripiuttosto ne'cessari Sono sto difetto d'origine. di osservarsi, di la capacitd nimo di distaccoda s6 e "conoscersi". questaoperazionepreliminarc, non si arriSenz.a il disturbocheci al'fligge verirneppurea diagnosticare si continuerirad attribuire agli altri e, di conseguenza, dei propri fallin-renti. o alla sfortunala t-esponsabilitd Non serve a niente invitare gcnericamentead "amare" il prossimoquando esisteproprio un cattivo rapporto con se stessi;occorre lar comprendere conle si debbaamare,prima se stessic poi glialtri. Esi50

stono i nfatti var i m odi di am ar c, e alcuni sono inc<-rnsapcvolntente clistruttiru i pc.t'la pe rsona iurata. La madrc, p cr csenr pio, che am a il pr opr io f iglio Ii no al punto c la dcsider ar c chc non si st acclr i piir da l ei , non sta fa cendo il bene del f iglio; eppur e sar i. convi nta di anrar lo piu di chiunclue : llt r o. In realti quest:.r nrodalita sbagli:.rta cli zrmerre nasce dalla pr-e'tcsa chc' I'zrntorecolnri trna lacunar,la qr,rale clc'rivzr invr'ce da un cattivo rapporto con se stcssi. E vero che questo certtivr,r rappoll() nitscc a sui,r volta da unarr-el azi onc anonr alacon ige nit or i clcon alt r i indirti duiche hanrr ilavut o una gr anclcir lpor t anz. anclla nostra prinrarinlanz.ia,ma i arnchcvcro che.cluestepersonc non possono comprenderc il nostro problcma, n ! possono pir) air,rtarci. Sc vogliamo risolverkr, dobbiamcr ri correl c a l i sur c sost it ut ive( psicot cr ; r pcut i, psicoana- ci". r l i sti , ecc.)chc ci aiut ino a "conosccr - ci", :"vecler O ppurc dobbiarrro l:.rrcda soli. Forlunatamente il primo tcrallellt.r d dentrrt di noi: e\qucl s6 profbndo che resta, nonostantc. tutti gli strati s<tvrappostidalla societi e dal l a cul tura, i l nost r ctcent r o di eqr r ilil; r ioe di ser enit it . Il prrrbl erl a d di r ir r scir e, a dissc, ppcllir lo. E pcr quest o che uno psicoanalista come Frorlm l'inisce per riscoprire' le virtir dclla nreditazione e.giunge a scrivcre ne L'arte d'unnre: uSarebbe utile praticarc pochi semplici esercizi, come, ad esempio, sedere in una posizione di relax (nd molle n6 rigida), chi.rderegli occhi e cercatre di vc'dere'uno schernro bianct-r dervanti a s6 r'espinge ndo ['igLrre e pensicri che'pussano<-lscurarlo; qLrindiccrcare di scguire il proprio respiro; non pensarci nd sf'orzarsicli Ibrlo, nta seguirlo, c.cosi lircendo, sentirlo; inoltre cercale di avere un senso dell"'io"; io, nte stesso,conre il centro dei miei poteri, conte il creatore dcl mio mondo. Si dovrebbe, perlomeno, fare ur.r simile esercizio di concentrirzione ogni mattina per ve'nti ntinuti (se possibile di piir) e ogni sera, prima di coricarsi.,
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20. Il controllo
diffidapr"oteggere, difficile d la mente, e ondeggiantc Agitata la freccia' I'arcierc la dirigecome il saggio ollare: dacontr ciJe DhammaPada Ecco il primo dei problemi umani: se riuscissimoa controllarela mente, la nostra evoluzionecompirebbe un balz-ogigantesco;non dovremmo spl'ecare gran parte delle nostre energie a correggeredeviazioni, diitrazloni, confusioni, illusioni ed errori di ogni tipo. Ma naturalmentequestonon d possibilein modo assoluto,perch6 il nostro processodi apprendidell'en'ore' mento si basaproprio sull'esistenza chela chiavedi volta della Restail fatto,conrunque, la nostra telicitd d la possibiliti, prima, di osservare sensanostra attivitd mentale (percezioni,pensieri, ecc.)e, poi, di desider-i, emoT-ioni, zioni, sentimenti, La menteinfatti non si Iimiintervenirea con-eggerla. ta a registraregli influssi della realtd esterna,ma, a preventivadi questi sua volta, d) un'interpretazione infl ussi,fornendocidati gid condizionati' Dunque,b importantissimoil suo statodi partenza, dei la registrazione dellecose"che precede la "visic-rne gid interd tutto oggettivo: veramente d Niente dati. pretato, "colorato", condi zionato, personalizz-ato' Il problemadel controllodellamented innanzitutto e oggettiproblema della distinzionefra soggettivo il prima cosada La possibile' del limiti nei vo, almeno psicologicondizione della l'osservazione imparare d di acc<lglienza o di malessere, .u,-lo.toto di benessere poi occotr-e awersione; o di o di ostiiiti, di desiderio (calma, ira, odio, fondo di notare gli stati d'animo peni singoli sentimenti, amore,ecc.);infine i singoli condizioneranqueste sensaz.ioni sieri e cos)via.Tutte dati oggettivi. i cosiddetti no in mododecisivo 38

perun po'il nostro complesso psicoSeosserveremo fisico, ci accorgeremoche essod attraversatodi continuo da pensierie da stati d'animosu cui non abbiarno nessun contr<tllo, ma chehannosu di noi r-rna inlluenza determinante: in simili condizioni B facile scanrbiare per oggettivo cid che d una nostraopinioneo una nostra sc'nsazione. Perdendodi vista la realtir, vedrcmo fallire ogni nostro sforzo per dare un indirizzoall'esiper ruggiungere slcnzae, soprattutto, un minimo di sercnitl. Se ci af idiamo al casoe agli eventiestemi per ottenereI'equilibrio,non potremo raggiungere nessuna stabilitir: saremocomelirgliein baliadclleventate. Dobbianro invece imparare a porre una certa distanzafra noi e la nostra nrentc:dobbiamo an'ivarea osscrvarla comeseci trovassimo zrlsu<t esl.erno. Gid la dccisione e l'attod'attcnz.ioue ci impong<lno un primo distaccoe ci pernrettonodi introdurr-eun elemento d'ordinc'nella suaattivital caotica e incontrollata. Diventando di cio checi succede, metterecoscienti mo in azioneuna facoltdsuperiore- quelladclla consapc'volezza - che vive in una dimensionedi calmae di chiarez,za. E un nuovocentrocon cui non avevamo[amiliariti e che 0 in gradodi darci una serenitir e una saggezzanuove. Allora comprenderemo il senso uC'd profondodi uno degli albrismi di Schopenhauer: piir in noi qualcosa saviodella rnenteo. di

21, La tempestivite U i mportantein t ut t e le f accende d sapcr coglier eil m omento opponuno. Prrraco Ogni evento ha un suo corso: ha un inizio, uno svolgimento e una conclusione; cosi succede per un fe39

nomeno naturale o per un awenimento storico e coper la vita unrana. s) succede dialetticamenteal Inoltre ogni evento d collc-gato suo contrario: dopo un periodo di piogge non pud che venire il bel tempo, dopo un periodo di guerrela pace e dopo un periodo di slbrtuna un colpo di forlisso e immutabile. tuna. Niente pud essere Un campioneo una squadradi calcio hanno un poi un altro in periodo in cui si formano e crescono, e infine uno di decae vincono, all'apogeo cui sono pLro vincere o scmpre sempre Ma nessuno denza. perdere. Naturalmentele varie f'asinon son<tsempreordicorso pud aboftire nate e graduali,e talvolta l'ir-rtero all'improvviso.Non d nemmeno facile prevederei tempi e le durate. affinare la Proprio per questi motivi E necessario sensibilitir,la capacitirdi avvertirein anticipo come si evolveraun ceno fenomeno.Limpofl:rnte d essere preparati,d stare all'erta,d avereuna chiara visione e del prodei movimenti, della leggedell'alternanza cessodei corsi e riccllsi, sia nella vita personalesia nella storia de'ipopoli. uNientedura, e solo il mutamento d la leggecostante:Dscrive a questo proposito Schopenhauer nsaggio E colui che non si lascia ingannaredalla stae che prevedein quale direzioneanbilitir apparente, mutamento.> dri il prclssimo Occorre quindi svilupparettn'arte dell'ascoltoe che permetteradi s{ruttare al medell'osser-verzione glio ogni occasione.Bisogna per cosi dire tastareil polso della situazionee rendersiconto del punto della parabolain cui ci si trova. Solo in tal modo si puo tempestivi. essere Ci sono momenti in cui e opportuno muoversiveci solocementee altri in cui d opportuno attendere; 40

no periodi di preparazione e altri di azione e di raccolto. scriveEsiodo ola cosa e.s"In tutte le occasionin senzialc d la scelta giustadel momento.D Quantevolte abbiamo perso un'opportunitd perchd abbiamo esitato,quante volte abbiamo rovinato tutto perch6 abbiamoanticipatoi tempi! Pcr al'finarequestointuito, non basta il comune scnsopratico: occorrepiuttosto starsene in silcnzio e l'crmi e osservare. E dall:rchiarezz.a mentaleche nascela sensibilitd, ed d dallasensibilitiche si sviluppa la capacite\ di muoversiin armoniacon il corsodelle cosc. uCclme si Faad averesLlccesso, dice il testotaoista clelWen-l z.u(senzaessere tempcstivi?,

22. Linterioriti
L a f o n t c p r i n ci p a l c cl cl l a fcl i ci ti \ u m a n a r sca tu r i scc cl a l l a prol.rr-ia irrterioriti. An'rtttrn ScttopuNr lntren

Una dellc massimefondamentaliclellasaggezza di tutti i tcmpi e di tutte le cultured chc, per essere fclici, bisognabastat'e a se stcssi. Il motivo i intuibile:sc si :rffidail proprio benessere- che d sempreun fatto intcrirlre- a condizioni esterne, larnostrer I'eliciti 0 incerla e ci pud csscretolta in ogni momento.Ma qui bis<tgna distinguere tra feliciti, intesar come l'e{'fetto di eventiestcriori,e la serenitd, I'equilibrio,l'armonia...tutti stati d'aninro che dipcndonodal nostl'oitsscttointerioree quindi dalla nostravolonti. Mentt'ele condizioni esternepossonovariare e non sono quasi matisotto il nostrocontrollo,la scre-

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nitd dipende in gran parte da noi, anche se pud essere messa a dura prova dalle circostanze. ci vi enc dal l ' cstcrno, anzi cl -r6cl al l ' i ntcS e l a l r-rc e ri o ri ti r, c i p o tri sernpre vcni re oscuratu, c ncl i , i n quel buio improwiso, ci troveremo senza punti di riferimento e di appoggio. Come scrive Schopenhauer tlel vivere, ututte lc fonti negli Albri.strtisulla seggezza e s te rn e c l e l l a fel i ci ti r e del godi mcnto son< tpcr l ot' tt n a tu fa e s trc mamente precari e, di f' l i ci l i , carduchee soggettc al caso, e possono quindi, anche nelle circostanz-epiir favorevol i, i naridirsi lac il mente,. Tuttavizrquesto non vuol essereun consiglio a chiuclersi in r-rnamunitzt lotlezza e a dilendersi dagli altri; non vucll esscre urr'esortaz.ionea non espt.rrsi,non amare, non rischiare e a murarsi in un gclidtl controllo di s6. Vuol rapprcsentare pitrttosto un invito a coltivare contemporaneamcnte nella prclpria intericlritir u n a z o n a i n c o ntanri nata e cal ma, dove potersi ri ti rare nel corso de lle pcggiori tcmpeste della vita. Il Buddha parla a questo proposito di r-rn"'isola"e Marco Aurelio di una "rocca" capace di resistere alla violenza delle ondate . D a u n a p a r te abbi amo qui ndi un ri fugi o, ma dal l ' a l tra a n c h e qual cosa di pi i r: una l onte di sercni t] che non potrd esserci portata via dalle circostanze. Si tratt:.rinfatti di uno strato cosi prolondo che non pud essere toccato dai marosi dclla superficie. Il p ro b l e m a d semmai qucl l o di i ncl i vi duarl o nei momcnti di calma, in modo da potcrlo age'volmcnte ri tro v a re n e i peri odi di cri si . C ome s< l sti eneS chop e n h a u e r, n l 'uomo dotato di una ri cca i nteri ori ti r i simile alla chiarra,calda, allegra stanz.apreparatil per il Natale in mezzo alla neve e al sclo clella notte di dic e mb re o .

23. Limpermanenza
Nello stcsso moclo in cui sv:rniscc la gioia, svaniscc anche i l d o l o r c. SOntlr KTEnTEcAARD

Quandodiciamo che tutto passae svanisce, sembriarno indicare qualcosa di negattivo. Ma la natura ha una selggezza che dobbiamo imparare ad apprezzerre, anchequando si volgea nostro slavore. Il latto che i sentimentinon sianopermanentid una forma di protezione, che rivela la sua utiliti in casocli perditee di lutti: se infatti non esistesse un meccanisr-no automaticodi evoluzione, non potremmo mai uscireda uno statodi sconlbrlo e di disperazione. Quindi I'impermanenza della gioia e della ft:liciti d compensata dall'inrpermanenza dellasoffere nza.Ecco una meditazione utile a chi attraversi un oerioclo di dolore.QuandoPlutarco, per esempio, scrivcche nil tempo d il piir saggio dei consiglieri,,si ril'eri"ce a questotipo di saggezza. Sela natura(o cid chechianriamoDio) avesse resopermanentile cose,avrebberesoeternoanche il dolore.Il divenire, invece, cisalvadall'irreparabile,ci salvadaldefinitivo,ched l'unicaveramolle. Coloroche si immaginanoparadisieterni,non possono fare a meno di concepireanche inferni eterni: i due estremi,che in apparenza sembranoinconciliabili, si dimostranoinseparrabili. Perfbrttrna,l'unicacosa eternad il divenire, checi olTre infinitepossibiliti. La rezrlti ci presentaun continuo trascorrere,un mutare senza posa, una dialettica fra opposti che non dd mai la vittoriadefinitivaa nessuno dei due. Nuf la ci autorizza a pensareche, dopo la morte, le cosecambino. Per il Buddhismo, per esempio,e anche per certi fisici moderni, pud esistere un nuntero altissimo(o addirittura inl'inito) di altri universi.

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La constatazionedell'imperrnanenza di tutte le cose, che all'iniz.io ci sembr-avauna tristc scoperta, si rivcla una granclcspcrzlnzll,c pud darc cclnlorto a chi sollre o a chi harconrlesso cr-xrr-i clre setnbrano irlcparabili. p o l ta a n che a un' al tra consi dererzi one: Ma ci che tutto d fatto per csscfe supcrato e trasceso. La natura sembra invitarci a cercare una compos i z i o n c s r:p e ri o t' ecl c-idi ssi di , et scopl i l e l " ' armcl ni a n a .s c ()s ti l c " h c s ti t al di In tanto cl c:lbcne quanto cl cl ma l c , ta n t< -l c l c l p izrcercquanto cl cl dokl ' c. E ci i r che n o i c h i a rn i a mo scrcni td o i mpcrturbabi l i td, ossi a u n o s ta to d i l i n rp icl a ccl nsapevol czz.a. u Se s a rd s c h i i rv o dcl pi accre,, cl i chi ara S eneca nl o ) salr'rirnchc dcl la sol-li'r'cnza.

24. La flessibilitir
gli uonrini rlirsc()n() sono tcncri c cluanckr nrtroiono Quand<l gl i al bcrinascon() s o n ori g i c l iQrra s()n() , l l cssi bi l c i qu.l nn crk s o n od rrri .La ri gi di tl \i ' rl ui ncl i corl pagna cl cl l a c l on ru o i o l -ro n r()r-te c l l fl c s s i b i l itii r ' con.rpaurta dcl l ar" i ta. Tircta c'ltitru P o i c h c l n i c n te i s t abi l c e i nrmutabi l c, l a cl ual i ti fonc l a n re n ta l c d c l l a v i ta i l a cl r.rtti l i ti r, l a l ' l cssi bi l i td, l a lluiclitir. Chi prctcnde cli r-cstnrc l'u-nro e f'isso vcrri\ s p e z z .a to , o c ()n runquc cl ovri r arssi stcrc con di spcraz i o n c :rl l < > s l z rc c l odi si ' c cl cl nrt> ncl o ci rcostanl c, N c l T a o i s m o c i s i ponc i l segucntei ntcrnl -eati vo: chi rcsiste nrcglio itllil tcnrpcsta,il tronco rigido o il flcssuoso giunco? Cid clre senrbrava dcbole e fragilc, alla {'ine' pud rivclarrsi piir rcsistcnte; 1'lloprioconre l'arcqua, che d lc roccc e abbattc i pclnti. nrollc e ccclcr'olc cppurc scavar qLlcsto a molti ur,lTutto scorrc e'si tlastirnl.ra; r-nr.l n ri n i l a p i l u ra . Essi l rann< lbi sogno di prrnti f' crrl i , di

sicurez.ze, di verit) assolutc'.Se questa esigenza si fa l ratol ogi ca,ecco che nasce I 'individuo r igido, aut or il uri o, c< ' rrr scr l, it t or c, l"'r - r or t r o di pr incipi". Egli si oppon-i al n Lr ( ) vo c al canr t t ilr nt cnt o, pcr . cheli sent ir t \ c()l nc nti na cce alla sua st cssaesist enza. Tuttavi a chi si opp<t ncal lluir c dclla vit a d dest inato r.l ()n sol r t a csscl'c sconl- it t o,nt a anche a viver e in rrrrosl ato cli sol'lcr cnz. a c<t nt inua: ogni cam biam ent o, osni novi ti gli clar i lasl. iclio ccl cgli f 'inir i per -nt ur ar si i rr rrnu c <'la'/ . 't .cli L\ r igiclit ir .E, sicconr c st ar . irm ale, l i ni r-a pcr cr eclcr cchc l'csist cnzast cssasia una so{Terenzlr, unit I'ornrer cli cspiazione di qualche lirntomati co 1-rcccatto ir iginulc. A qucl p llnt o div'cnt o'a ut - tsost cnit or c.cli r cligioni c cl i i deol o sic chc giust il'icano larcoer ciz. ionc,la r ep| cssi < l ncc , in s<lst anza, il m alcsscr c gener - alc. Il vcxl saggio hi-runa concez.ionediver.sadclla vita; c<lrncclice Con['uci<.1, nc pr-rrr n]a n()n puritano, d r-ctto nl l l non ri gido". E sopt 'ir t t Lt t t io a cont at t o con la lbnt e cl cl l ' arntol r ia, chc gli per nt et t cdi lr dat t ar siir i nr ut am ent l senza l)cr quest()r"i nlr ncia|c a csscresc stcsso,ad zrvere ci oi ' un cost anlepLt nt odi r . il'er - inr cnt o cr icll'e, inl. uLi t nri glior c dcllc r . r . r ic t cndcnze nat ur . ali, scr iveva Montai gne oi cli esscr c llcssibile e poco ost init l. o. ,

25. La calma
C l i s c a t t i d 'i r a c i d i sg r i a ccr ich c n c sc'su ( ) n ( ) p r .<xl u co n oi n r . t o ic l u n n i d i g r l n l tr n g a p i i r g r - l vi d cl l c sl csse c( ) sc p cr cu i c i a c l i l i i t n r o c ci a l l l i g u i a n to . M AR C O Ar r n n l to Lu calnra i il prinro dci rcquisiti nccessetri a rc'alizzare s c s l c s s i , a csse l 'c se ste ssi . .C h i d i n p r cd a a l l 'i r a i co r r c L r n p l r t , '/.( r > scl 'i vc Scn cca , e , i n e fl 'e tti , a n ch e n cl l i n -

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piit guaggio comune, si dice che d "fuori di s6"' Non b dalle lui che agiscc, rna un altro individuo che emerge p ro l o n d i ta c l cl l nprci stori a. almeno Lira e itrsontt-tlaunit lorma di rcgressi<-lne' quonJu si configura come una perdita di controllo' nNessun'altripassione d cost:rta cosi cara all'umaevi denten i td ' d i c e a r l cora S eneca, che si ri feri sce disastri e ai gllcrre alte liti, alle mente agli sllrt>ptlsiti, ve nttti ' sotro nc d i o g n i g en eI ' c chc plr di caclere nella sua trappola' sono stati "iitnr" per eseme s c o g i ta ti c l i vcrsi stratagemmi ' C onsi gl i a non lare e all'ira' preda in sei uQuirndo pio ii,og,,ra: n o n d i rc n i e nte,. Le tccniche cli meditaz.i<lneinsegnano a ossclvari nnesca: n e l a rn a s c i t a nel motnento stcsso i n cui si reaz-ione la e scatena la chc bisogna notarc lir cttusa consapeinteina. Qttanclo ci si abitr.raa esercitare la moti inanaloghi e sugli qucsto impulso volez.zltsLr gi d una crea si -, ecc' ) te rn i (o c l i o , rabbi a, col l cra, di traprocesso un a I'awi<l frimn clistanza e si cl2r mental mente: s l ' o rma ri c rne. S i pud anche marcarc "Questa D ila, questa i rabbia, qLtestod odio""" ondate L<tsseruazionedistaccata <1iqueste potenti il fondamennegative e positive, costituisce er-trotive, to clella "colloscenzu ai te"' Chi arriva a contemplarne il sorgere, la crcscil,a,la diminuzione e lo svanire' scorrete si trova Ii fronte allo stesso spettacolo dello cli una giornata, con la sua alba, il suo mezzogitlrno' il suo pomeriggio e il suo trarnonto' segue Ogni fenomeno naturale, esterno o interno' qLlestaevoluzione. vera Una sinrile conte mplaz-ionepud diventare Llna scrive See propria "cura cli s6". Lira va evitata - come ma ann"ao - (noll solo pel'ottenel'c la modcraz'ione' a conche per acquisire la salutcu' lnf'atti, giungere tro l | a re c i tl cheP ubl i l i oS i rocl efi ni sce* i l pi i rgrande 46

dei nemici, significa acquisire notevoli benefici sul piano della salutefisicae su quello della salutepsicologica, due condizioni strettamcnte colIegate. Una lbrte ira sfocianel furore, il quale provocasia una tempestaormonale che danneggiail corpo, sia uno squilibrio psicologicoche'per un certo tempo oscurail nostro stato di benessere. "Chi non frena l'ira" dice Oraz.ioupoi vorri non aver fatto cid che il risentimentoo la passionel'hanno costrettoa fare., Lo scopodella meditazione non E tanto quello di reprimere un sentimentoche pud anche esseregiustificato(per esempio quandosi reagisce a un'ingiustizia),quanto qucllo cli evitarnei danni e cli utiliz.zarne nello stesso tempo la carica emcltiva. Il saggionon d un uonto chc non prcr,asentimcnti(e risentimenti), bensiun individuochenon si f'atravolgerc e guidaredalle<lpposte emoz-ioni, riconoscendo che il compofiamento gitrstonon pud che scaturir-e datuna mentecalmae limpida. Qualegiudiccpotre.bbecsscre equosesi l'acesse ispiraredall'odioo dall'amore? oLa ntaggiol'provadi saggezza Dichiara Seneca: B non cedere all'ira,.

26. IJequilibrio
Il saggio non si csalti't per i succcssi c ncln si dcprirnc pcr g l i i n su cccssi . Blruguvad-gita

Ecco un principio che trovianto espresso in tr-rtta la saggezza antic:I,oricntalec occidentale, e che d tuttora valido pcr chir-rnque voglia gcstirc il pr'<lprict equiIibriointcriore. In realti non sonosolo le grandi cmoz.irini negative

(i ra .o d i o ,i n v i d i a,ri val i ti r,ecc.)quel l echemi ni l nol ,artutta la nostra s"rlutc'nra annti..rlogica, Ilasc cli l'csaltazitlnc' la girriit -cii" c'lrc le' I'orti cnrtlz.ioni ptlsitivc: I'iclolatriat'l'cbclcsiclcrio' i I s{l'cnata, l'itttaccirnletrto, ctlsi via' il Ictvorc.c la ll-enesia' l'entttsiasnro, brez.z.a, siantl rcd<lltl'i i sol<l Siamo abitr-ratia pcnsarc che i nrccl i ci nra nrortc' c di di nl al :rtti c s n o n s a b i l i d i s tt' css, gli stcsavc'c poss()rro l" g'uncli gi.ic ;;;;i.,;;'tll''" cla c<llpito cssct'c put) si e fletti: pcr cscnlpir' t'n t"'*t' sia sr-ropatr-inrouio il i.i,t:,., siacluan<Iopcl'clctLltto cli ttnir "n cli esserc il [irrtunat, r,'irrcitot'e .r.,,pr,-1 il;;;; t i c' mul.t g.avi lc clal com u trqLre iiui",iu. prcsci nclenclo Iut'vicnc c.hc Ji""iuif ifrtitI psicologico dclI'irrdivicir-to t o clalI'csalt az'ionc' i,,n t,, di.ill" .l"pi"ssi tlnc quLlrl t ^t,,' lat mcntc sct'cna ancltc ne i tloconscl-vL\l'c nBistlgnir ue tcnerl l t l ontrtni t cl a uni l di cc Ot' az.i o * fn ti a i tti .i l i u l ortuna' ' E Taci tcr g i " i " ," ,n n . s l l ' enati t nel l a buoni t dol crsi pi i r cl i chi si c o n l e rn ra : n A nessuno tocchct' ) cl i ra l l c g ra i n m o do ccccssi vo' ' ccl I' a tri tsci narc cl al l c o1' 11-rtl stc l l s a g g i tl n,,n 'i ncssLln clte c.l,'en-'ri-"n-tozionipcrcli6 i consapcv<lle csaltirntc' cosi nd tcrribilc ctlsi n6 evento pt-titcsscrc gli vann<r cosc le quitnclo che isi r.'nde conto ;;;;il e.chc qr-randogli c.libr-rclno male c'b atnclrc qr-ralcosa di nral c' cl ual c< l sa u -;S onn " ., b c n c c ' ! anchc dol ol e' " di cc i l tcst< r cl al o gi oi a ttrc c a ti cl al l a non si csaltantt nd nisirggi buclclhista dcl Dhanrtlrupadrt E in ttn itltro plrnto itggiunge: "Pr<tpritr ]f.1.'prin"t,,no.u con il l'ctrn<lnsi nru<lvc blocco cli solida a.,n-t.'un "'ttit't non s()noscossii sittlqi"' l<rleo dal biasinro i", ..ti darlla I'argli cco ScDarll'altra parte clcl monclo' senll'rt'it rrd si pr-osperitir' nc'lla non si csitltir neca' ull saggi<-r nell'avvct'sitir'' abbatte " "e di chi puntl al l a t.i n v e dcre, l a parol a d' < ' rrdi nc ri eqtl i l i b| at' c i scni " r' i di r-ncnsi < l nl tment< 1" ; s e r:e n i ti r ecccssi vc' ti n rc n ti e s tt' emi e l c i nrpt' cssi oni 48

Quest'opera di riassetto, che potrebbe dare l'impressione di smorzare i sentimenti c di rendcrc opilca la vit a em ot iva, r iesce al cont r ar io a conf er ilc alla mente una particolare linrpidezza. E la chiarezza e lar l uc idit i sono le condizioni m iglior i per godcr si I e emoz-ioni dell'esistenza. oNon deprimerti e non eccitar.ti troppo, consiglia Mar co Aur elio ue lasciat iclelt em pcl libcxl nclla vit a. , alf idata a Schopenhauer, La conclusione puir esser ! che riassume l'inteta questione'nei suoi A/i.l-i.szlti: " Nessun awenimento dclvrebbeindurci a metnil'cstar-e'grandi de esultanza o grande dolor-e,siarper la ntutcvolgz.zet tutte. le cose che potrebbero da un momcnto all'altro modilic:rrlo, sia per la fallacia del nostro giudiz.io rigr"rardo a quanto pud esserci di vantaggio o di danno: pressochda ognuno d capitato di lanrentarsi per qr-ralcosa che in seguito si d rivclertoquarlto cli n-rcglioerir per Llnacosa chc poi possibile per lui, e di aver esultarto per gravissime soll'et'enz-eo. d divenuta lui fonte di

27. La paura i piaccri della vitapcr pauE da stolticontinuare a perderc' ra dellamorte. Di.sti<'i di Cutone Tutte le paure si riducono alla paura della sol'lerenza e alla paura dclla nrone. La prima prrodiventarecos) insopportabileda farci preferire la morte stessae la senrpre, ora in modo latente secondaci accompagna ora in modo cosciente. La paura di cui stiamo parlando non d necessariaun'imente le.gata a dati di fatto reali: I molto spesso una lantasia. dea,una nrinaccia, un'anticipazione, Luomo in clletti e I'unicoaninraleclresa di dover

morire, e quindi ognuno di noi, se vuole combattere efficacementeI'infelicitir, deve fare i conti con questa nquelloche fa soff ire Come dice Pallacla, previsione. non d morire, ma saperedi dover morireo' Per afFrontarequestapaura, d importantissimo ancora una volta il modo in cui si gestiscela coscienza' Nella nostra mente si trovano i piu spaventosiincue in tal sensoinfernoe pabi e le fantasiepitr piacevoli, sempreattuali' psicologiche, condizioni radiso sono diventa decisiconsapevolezza della Qui la funzione in un pericoloso pud finire guidare, sa va: chi non la per uscirne' altissimo pagare unprezzo bamtro e umana pud mente per la cui i Mille sono motivi "buchi Proprio per neri". questi di prccipitarein uno di un'opera pericolo, b necessaria Lvitaie un simile saggez.za. prevenzione,affidata alla sono le armi decisive' e consapevolezza Atte'nzione cid chenoi pensiase non uTutte Ie cosenon sonoaltro Aurelio' Marco per esempio mo chesianouscrive non per pene enormi Ci sono personeche solTrono che nrente la loro d fatti: fatti reali,n'tup". put'r."su <1uei cui in momento produce quelle sofferenze.Anzi, nel Ia pauradiminuisce' queifatti si verificano, Limmaginazione negativad il nostro peggior nemis6. uChi ha paura vedeanche i pericoli che non ci sono>scrivePublilio Siro' di una mancanzadi Ma tutto cib d la conseguenza e di cura di s !:non esistonosolo i tumori conoscenza fisici, esistonoanche le proliferazioni abnormi della fanpsiche.Dunque,le nostreanticipazioni,le n<'rstre possono crearci tasie,i percorsidellanostracoscienz-a o infelicitir.Occorreuna sona di igienemenserenitir tale,cid che noi chiamiamomeditazione' Una vera cultura della serenitd deve agire sulla e sulle opinioni; deveimmenle,sull'immaginazione parrare a osservarce a controllare l'attivitzl psicologi50

ca, perch6 E da questa che nasceil nostro benessere o la nostra sofferenza. Dobbiamo ir-npararc a identificaregli atracchidelI'immaginazione negativa, con le sue foschefantasie, con le sue previsionipessimistiche, con le sue paure immotivate.A ogni suo impulso gontrapponiamoun ragionamentoo un'immagine riequilibrante,in modo da recuperareil sensodella realtd. Esercitiamoci a limanere nel presente, senzaingigantirele possibilita sfavorc'voli, e cerchianrodi ritrovare quotidianamentequel nostrocentro interioreche d permeatodi tranquilliti e di chiarezza mentale. bisogna rendersi infelici prima del tempo:o "Non ni mali che hai temutocome imminensclivcScneca ti forse non verranno mai e, in ogni caso,non sono ancorarrenuti.> Immersi nelle fantasiepaurose,in questi prodotti oscuri dellamente,perdiamoilcontatto con i benidel presente. Dice Marco Aurelio: <Smettidi dare un signil'icato alle cosein basea cid che pensi,sopprimi le opinioni che ti fai inrorno allecose, e comechi ha doppiato un promontorio,troveraiun mare calmo. un'assolutatranquillitde un'insenatura riparatadai flutti,. 28. Il conformismo parredellagentenon si rendenemmeno La maggior conto del propriobisogno di conf<rrmismo. Vivenell'illusione di seguirc' le proprieidee e inclinazioni, di essere individualista,di averraggiunto da s6le proprie convinzioni. EnrcuFaor'rnr Crediamo di essere individui unici e irripetibili, e forsesul piano fisicolo siamo; tuttavia,sul piano mentale, non solo tutti i nostri sentimentisonoprogramma5t

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ti dalla specie,ma anche i nostri pensieri ci vengono confezionatie tramandatida chi ci ha preceduto. Quelleche riteniamo opinioni personalisono spesso le ideedi qualcunaltro cheabbiamofatto nostre.Pergenerazionicontinuiamo a ripeteregli stessi concettie gli stessi compoftamenti,proprio comedischi o registratori. Cambiano i volti, i nomi e le persone,ma i nostri istinti sono ancoraquelli dei nostri antenati,e le nostre ideerisalgonocertamentea qualchesecoloo millennio fa. Checosapud esserci di originale,per esempio,nelle politiche quandole alternative possibili nostrescelte soin no solo due o tre?E che cosapud esserci di personzrle religioni che sononate molti secolifa e che ci chiedono o di rifiutarle? soloo di accettarle delle nostre Quando siamo giovani,quasi nessuna ideeE veramentenostra.Si tratta di opinioni, di convinzioni e di principi che ci vengonotramandati dalla f'amiglia, dalla scuola,dalla cultura, dalla religione e cosi via. Ma lo stesso awiene per i comportamenti, per i desideri,per le reazioni e per i sentimenti. Il nostro modo di amare, per esempio,d profondamente influenzatodai rapporti awti con i genitori, dal modo in cui ci hanno amato o non amato: noi non abbiamo potuto scegliere nulla. Anchei modellie i valori di riferimento sono largamenteprecostituiti: forse un giorno ci ribelleremoe li cambieremo,ma d comunque da essiche dobbiamo partire.All'inizio niente d veramentenostro:n6 opinioni, nd pensieri,nd sentimenti. Siamo i prodotti di tutto cio che ci ha preceduto. Ci sembradi pensarecon la nostra testa,ma in realta anchela nostramented un prodottodel passato. Come fare a realizzareil compito di diventare noi stessi? Ovviamentenon esisteuna bacchettamagica e il risultato non puo essere ottenuto in un colpo solo. La nostra cultura ha messoa disposizionevari metodi, tutti basatisullo sviluppodella conoscenza e 52

del senso critico. Ma, per poterli utilizzare, c,d biso_ gno i nnanzi t ut t o di pr ender e lc di. st anzecla . sd:oc_ cor.c impara'c a guerrdarsi dall'esterno e osscfvirre la pl'oprta mcntc- cosi comc si osserva Lln oggetto. Tutti si amo in par r c, nza f iglidiqualcun alt ir r . t vt at ut ti possiamo c dobbiamo dare alla luce noi stessi. Dice Platone: "E difficile sostenere opinioni contrarie a qucllc chc sono sulla br_rcca dclla maggioranza,. Ed d dif'l'i.cile farsi dclle opinioni personali."p-lrucluesto c\an_ chc I' uni co me t oclopcr divent ar e indivich- r i aut onom i. P ri ma cl i tu t t o dobbiam o f 'ar . c i cont i con cid chc ci d stato trzrnrandat oclal passat o, osscr vando con di_ stacco l a nost r a st essam ent e, che di qr . r cl pat r im onio d I' ercdc di r. c. t t a.E, solo in un secondo nr r : m ent o, quancl o l a nost r a coscic, nza. si sar . i lir t t a calm a c linr _ pi da, potrcmo concepir e qualcosa cli nuovo. Scnza una meditazione personarle non c,Opossibiliti di un' evol uzi o neindivicluaic, cli una cr escit aspir . it ualc, di una liberazione clal conf<lmismo gcnerale. Non c,d bisogno di concepire grancli e originriil lnnsier.i, di di_ vcntal c un K zrnlo un Einst cin: lt aslat sent pliccm cnt t cs_ : sct'c s_e stcssi. E qucsto ()bicttivo pur) csscre raggirrnto prencle.ndo le dist;rnz.e dalle opinioni comuni. "Li rego_ la che dobbiamo ossell.ale piu l,edclnrcnteD dichiara Scncca ui'quclla di non scguirc ilgr.c.gge c()nrcpecole.)

29. I doni naturali

La natura ha fatto in modo che non ci vole.s.sero gr-andi mczzi per viverebene;ognunod in grado di cssere felice. SnNEce Se l'esistenza non fossc fondamcntalmc.nte una con_ dizione piacevole, il mondo ncln si sar.ebbe conscrva_ 53

to per milioni di anni. Se la vita fossesofferenza, nessunosceglierebbe di esistere: non ci sarebbenessun vantaggio. Le piante,gli animali,tutti gli esseri vivcnti hanrro un istinto sapienteche li prrrtaa ritenere- piir o nteno consapevolmente - che questo vantaggio esista; intuiscono che, nonostantelotte e solferenze, ne valga comunqucla pena. Ma negliuomini questoistintopud esser-e soflircato: molti sonoc<-rnvinti che la lelicitnsia qualcosa di impossibile, piir o che tutti siano condannati a .stare nrenomale. uQuandoho csaminatopiir da vicino e dopo aver trovato la causadi tuttc Ie nostredisgraziehclvolut<r scoprirnelc ragioni," scrivcPascalnho scopertoche ce n'd una ben el'l'c.ttiva clrc consistenel['ir-rlclicitd della nost.ra condizionedebolee m()rtalec cosi ntiserabilc chc niente ci puo consolare qtrandola c<tnsideriamo da presso.u Ecco uno scam,polo di quella ideologiache ci ha pc'r sccoli asl'i.ssiatcl con la sua tetl-a concezione dell'esistenza. Come dice Nietzsche,nsi i spinta questa {bllia l'ino a l'ar sentire la vita come un casr"igo: d come se l'educazione dell'umaniti fossestata al'fidatafino a oggi alla fblle l'antasia di carcer-ieri e carnefici., Il problcma d che proprio qucsteidee hanno dato il loro contributo allo stato di male.s.sere gcnerale. Chi inf'attisposaquesteconvinzioniha una concezione cosi negativadella "natur:.rle malvagitdumarna" chc'fa di tutto perch6il sistcn-ra eclucativo e le varie istituzionisocialisianocoercitive e repressivc.. Allora l'esistenza diventa davverounarsofie.rcnza, un dovereprivo di gioia.Le vittimesi fannocorlplici cleiclistruttori dcll'armonia. Come uscire da questo stato d'animo e da queste 54

idee? Bisogna cercare di mettere fra parentesi i vari condizionamenti sociali r".up".ore I'originaria " che garantisce condizione naturale, quella a ogni es_ serevivcnte un sentinrcnto di bcncssere. Bisognauscire per un po, dalla societi o, comun_ que, evadereda quella parte clellamente che d il prodotto della cultura sociale.Cio d possibilese si piaca per un po' l'attivitamc,ntale, se si crca un po'cli vuoto intcri<.ire, magarriconcc.ntrandosi su un oggettopia_ cevole. Dobbiamo decond izionarci, r.allentandoo sospen_ dendoi giudizi e le opinioni. Eliminate le barrierementali,dobbiamo recuperare quel rapporto originalecon la natura o con la parte piir naturale'di noi stessiche ! in grado di re_ stituirci un sentimentogeneraledi piacevolez.z.a, la sensazionedi esserea nostro agio, e non cli vivere per qr"ralche perversofine espiator.io. stai.bene cli pancia,di polmoni e di piecli,di_ , "Se chi:rra realisticamente Orazio (tutte le ricchezzedel mondo non potrebbero aggiungere nientealla tua felicitd.n

30. La fonte della vita


allora la tua natura trova cid che lc,d aclatto.

Quandole coseesterne non ti distur.bano interiormente,


Wen-tzu

Il piacere dell'essere d un'esperienza originale: d la condizione di partenza che va attentamcnte preser_ vata. I suoi nem ici sono num er osi e incom inciano ad attaccare I'in dai primi mesi di vita. Poi il sistema educativo e l,inquadramento sociale

e c u l tu ra l e compl etano I' opera. U n ragazzo vi ene c o n s i d c rato " maturo" quando d convi nto che l a vi ta quanclo si prcclispone ornrai a lcndere sia sof'felenz.a, p a n p c r l i lcacci a al sut-r prossi mo. U n a m o l ti tudi ne di esi genze non autenti che, di obblighi, di doveri, di prove d'iniz.iazione e di precetti e ti c i c rel i gi osi si sovrapponc al l ' ori gi nal e stato d' an i rn o e a p oco a poco Io somnrcrge. A Il ora si ecl i ssa q u c l s c n s o magi co del l ' csi stct-tza ti pi co del l ' i nl ' anz-i a, e s u b e n tra l a convi nzi onc che l a real ti r si a qual cosa di grigio e cli sgradevole, qualcosa piu da subire che da godele-. L c s i s tc nza ri entra nci canoni del l a " nornral i ti " , d i v e n ta s empre pi i r l ontana dal l a sorgcnte cl el l ' essere , s c n rp re pi i r arti f i ci al c c asf i tti ca. E l ' i ndi vi cl uo g i u n g c a l l :l ccl ncl usi oncchc vi vo-c si a soffri rc. R i to l n a l e al l a l i > ntc dcl l a vi ta, costi qucl che costi , d c r" c s s c rc i l conrpi to di chi si trovi i n questa condi z i o n c d i a li cnaz.i one . E ci r) i possi bi l c sc si ri nnovari l rapport() con la nirtul'il o con qucl suo rapprcscntante i n tc ri < l r c chc i ' i l nostro sd pi u prcl l i rncl o. Pc ' r'r' i trtrvarl o, occorrc l i bcrarl o dci vari ri vesti n rc n ti s o v rapposti dal l a soci ct2re dal l a cul tura, tog l i c n d o l i uno dopo l ' al tro comc gl i strati di una ci p o l l a . D o b bi anro cl i mi narc i di versi rr" rol icon cui ci i d c n ti fi c h iamo, al l a l i ccrca dcl nucl co ul ti mo: questo d z rp p u n tol " ' i ndi vi dr" ro" , i l non di vi so. Si tra tta di un prrrccssodi spol i azi one progrcssi va c u i c c l rri s poncl cun' i rnmcrsi cl nc i n sd. R i trovare ques to c c n tro i nteri orc si gni f i ca rccuperare i l scnso dcl I' e s s e ree , con esso, l a vi a verso l a sereni td. S cri ve S c h t> p e nl rauer:nOsnuno sl a dentro l a propl i a cos c i e n z a c c l me dentro l a propri a pel l e e sol o i n essa vi v e c o n i mmedi atezza,.

31. Il rispetto
Risl-rctt'significa dcsiclc.a'c chc |art.a cr.cscae si r)crs()rl.r svi l tr p p i p cl q u .j l l ( ) cl l .,c.

Enr cr r Fnouu Non bast a par lar . e.d'anr ur ", non bast a clir . econ . sunt 'Ago. st in<l: oAnr a c lir ' qLr clchc vuoilu, non bast a ncppur c scguir e I 'i. r ppcllo cli Conf 'ucio, di Hillel e di Gcsil ad arnul'c il llr.ossinto. Bisogna invece chiur ir e che esist ono var i m odi d, ar _ llzu'e e chc alct r ni sono dislr ut t i, r , icom e e pit r dc. ll'o_ di<1. Sc ull'i. r nr or c siuccont pilgnlril r ispet t o, abbia_ non r no in r calt ir i. rchc lar . c con un nr ot r _r di acquisizione che lient r a ncl clcsidclio di af 'll, r , nr azione, nclla vo_ lont ir di pot enzir . Il rispctto i' l'amor-c che non vuole sol'focare, pos_ sct lu'c, convir lccr c, dont ini. r r . ; e c\ I a gioia di vccler e ncll'i. r lt r r r un diver . so- da- si'; D il sent inr cnt o di chi os_ set va c anr a l'alt r - oper qucllo chc i, , di clr i non int en_ cle invadcr gli lo slt azio. "Rispcttare" Du rt vcrb<tchc dcriva darllat ino rz.s1tic.ere ( guar dar e) ,e indic: .quindi r un at t o cont cm plat ivo. M olt i al cont r ar . ioconf ondono l'ilm or . cccln I a lor o vol<xt a\di inllucnzar e c di dom inar - e:vedono in ouc_ s- t oscnt int cnt o la possibilit a di sot t om et t cr . . I 'alir o, di I ar nr c'un ar lt nr sc st csso, di picgar . lo allc; pr opr ie c<. r nvinzioni. Q u: . r nt ipadr i e quanle nr adr i, pcr . esem pit ) ,ant elno nr al non r ispet t ar . t <_r ; i m issionar i r eligi<t siam a_ quant n<l il pr r lssinr o pcr -conv'cr t ir . lo alla lor o I 'cclel ll caso dei genit or - ie\t ipico: r lolt i vogliono che i f . i_ gli sii-rn. la ratrlit.'t.zrzJr'e clr'i l.ru clcsidJc'i e |anno cli t ut t o llel'conf br r nar li a un lor o nr <t dello, senza nr . p_ 1-rtrr-c lrclrsi il probleura di chi ver.amenteessi siancl.e c li chc c<lsavogliir no.
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D i c e a q u e s to p r oposi to I' anti co saggi o ci nese .F i g l i e ni poti non vi appartengono: soC h u a n g -T z .u : n o v i te c h c v i s o n o s tatc scrl pl i cenrc' rrte al l ' i cl atcdal c i c l o e c l a l l a te rra n . Per riuscire ad amare con rispetto occorre dunque luscire dal proprio piccolo mondo egoico, spogli:rrsi d e l l e p ro p ri e a m b i z i oni , del l e propr-i e opi ni oni e ccrcare di "veclcre"l'altro, cli capirlo; occol'r'elelmarsi a consiclcrar e la clivcrsit;rconrt: stlunre nto di ztrricchimento, non come anomalia da riporlarc alla propria re'gola. Anche l'amore ha bisogno di educaz,ione e di n-reditazionc: bisclgnaesserccapaci, prirna, di prendere le distanz.c dal pnrprio io e rnpirico, darisrroi dcsiclerie clalla sua vokrnti di applopriazionc, e poi di osservarL. con qlresto occhiclpr-rrif ici.rto la varictl\ di frrlme, di car':ltteri e di destini che si manif'estanonegli altri esseriviventi. S < -rl o c o s ) s i p o trh fare dcl l ' amore non una del l e ta n te fc l rme c [i c o n d i zi onamcnto e di uni fbrrnazi one, n ra u n a v e ra fo rz rl d i armoni a. A fferrl a N i etzsche: uII nrodo piil siclrro per con'ompL-r'e un giovane d insegnargli a stimare piir chi la pensa comc lui di chi la p c n s a d i v e rs a m e n tc r.

non pud nuocere neppure alla nostra vita; invece, ci6 che turba, altera o sconvolge il nostro io piir profon_ do, ci procura sicuramenteun clanno. Dobbiamo teneresotto controllo qr,resto nostro rivelatore o "senso interno,,,che ci cctmunica immediatamenteil valore di cid che stiamo facenclo. Se ci sentiamooppressi,angosciatio infclici, stiamo in realtirfacendoqualcosache va contro nclistessi: stianro accumulando qualcosa di ncgatirro, conrei nuvo_ lclnidi un tL.mporale. Ma anchei" ci sentiamoesaltati, euforici o frenetici,stiamo preparanclo qr-ralche esperienza spiacevole, almeno come contraccolpo. Lo stato da conservare e pr.otcggere d qucllo jcll,e_ quilibrio,qr-rello in cui la nrentce;iimpidae consape_ vole:cid che vcrri compiutoin qucstacondizione cli spirito ci sarAcomunqueutile, ci far-ir crescer_e bene_ ficamente. Ricordiamociquel chc scrive Scneca: di_ sgtaziaci costa quel prczzoche abbiamo"Ogni ncli stessi fissato,.

r],

33. La durata della vita


32. Il criterio interno
Pelch6 0 limitata la mia con<-lscenza, la mia statura, la nria d u r a t a a c e n to a n n i p i u tto sto ch e a m i l l e ? e r .r a l c r a g i o n e ha avuto la natura et darmela cos) e a scegli..r.c qucsta mis u r e tl l i u t t o s l o ch e u n 'a l tm n cl I'i n f i n i ti r ? Blntsr: plscrrl Molti pensano, con-le pa.scal, che se pote.ssimo vivcre

Cid che non rendepeggiore I'uornoncllasua interioritir,non peggioraneppurela sua vita, ncrgli reca danno estL'r'iore o inl"eriore. Menco Aunelro Questo d un criterio molto utile per sterbilirel'incidenza degli awenimenti e delle nostre stesse azioni sul nostro proccsso di sviltrppo: abbianro dcntro di noi un rivelatore, un metro di giudizio, che non sba-elia. C i o c h e n o n d a n n eggi a i l nostro stato d' ani mo, 58

mille anni piutt<tsto che cento, our"n-rrrr,, la possibil i tl di accum ular e un'enor m e quant it i di esper . ienze, di conoscenze. e (si spera) di .saggczza. In efl'ctti, oggi un terzo clella vita d cledicato all,ap_ prcndi mcnt o, un t cr zo all'invecchiant cnt o e s<t lt ant o

picna e mattlra' E quando siaun terzo all'esistenz.it mo a l mi rs s i n to d c l l e n o s tl ' c ptl ssi bi l i t), ccco chc i nia nrt I a decitclct'c' it-tc cot-t.t S e v i v c s s i n ro n l i l l c a n ni , qul rtrtc occLi si onip()tl ' cl l l m o s l h :tti tt' c , q u i tn ti l i b ri potl cnrnro l cggcrc' ql tetnti p a e s i , q u a n te p c l ' s o n e p otrcmnl () conosccl ' c c' sop ra ttu tto , c l tta n tis b a g l i potrcmmo cvi ti tt' c! arncn tc I' i tlca Dalla bri'vi t i clcll'csistcrlz.ilntlscc cc 11 , cl i l l l t| i r.ci uci t| nuzi rl ne cl cl l a u l tra tc r.r.c n a, d i u n a v i ta mi tnci l l ti l di qr' tcsti l basta ci N < trr p o s s i b i l i . mondi nntut-i tc l otdcl l a a l l ' ingi trsti z-i a ri b c l l i a mo te m p o , c ' i gl i per al l r-rngarc sci cnz' i t n < l s tt' l t l a ti a m o c < l n tu i ta nza' cl cl l ' csi ste i a c l ttt' i tta anni disponibili, N o n c i s tttto a l c ttl ti a l beri che vi vtl no nri gl i ai a cl i anni? sol tl nl cti t dcl prubl cnra: C o n te a l s tl l i to , v c c l i i .tmtl vi ta si gni l i ca Irol ti l l l i cat' c c l c l l a a l l trn g a rc l a c l u r.i rta i l ncl tc qrrcl l c ncgati l l cnsi p o s i ri v e, n o n s i rl < ,l e c o s e rl ral atti c (l c nrl rl atti e rl ol te v e . Gi i < l g g i c o rn p i i i < l no cratl o pi u rarc' Mal ' sc c l rc tl n t cnl p() d c l l a v c c c l h i i ti i r) a l l u n g a s s i n ros l i l tn n i d cl l ' csi stcnza,mol ti pl i cl tct-cnrm< l a n c h c g l i c rrrl ri c l c sol ' l crcnz' c' vcl ' i l F o rs e , d < l p o m i l l c i rn ni cl i vi ti t, nl ol ' i l ' cnl t.l " l () ptrnt< l 'i tspi qr' rcl a m c n tc a p p a g a ti ; o l i rt' s cno. Fot' sc, (;rcr-ch(' o rc rc | n n ro a v i l ' c t' c c l u c nl i l a anrl i , cl i cci nri l a ncnl i n o ? ) l ' c tc rn i ta . N o n c l i c esan P aol o chc l ' r-rl ti rno co a esscl'esconlitto sitrd la rrrclrtc? In rc a l ti \, ttrtti q r-rc stiri l gi orri tmcnti ri vcl l tno una l o n d i tn re n ta l e ml l n c a n z .adi saggczzi t'l ' i ncal l aci ti r di d i rrc u tr' i n tc n s i ta , u n O s pcssol ' c,unl t pt' ol orrcl i taal l a n o s tra v i ti t: c i i l l u d i a m o chc l ' al l unganl ento dcl l a dtrIa ti l c i d i a u n a q tra l i ti che, l ot' se, n< l tt < l ttct' t' cnl nt(l n e'p pi tl t' c i n n ri l l c l tn rri . D cc Ep i c u t' c l : u U n tr:nl po l i nri tato ctl ml l rcndc l n i l l i nri tato' sc s tc s s i l q u a n ti ta d i ;l i a cerc di trn tcr-r-l po s i s a n n o a m n ri n i s tri tt' ei pi i tcct' i col l sl l ggcT' 7' a> ' 60

Per quanto a lungo si viva ci sentbrerir scmpre che ci manchi qua lcosa. uLa vit a um ana> scr ivc Schopenhatrct' " ttot- l si puir dclini; c pt r t pliir nt ent c nc bl'evc nd l unga, pc r chi'e in lit ndo l'r - r nit i di nr ist r la con cr"rivalutianro ogl.rialtxl 1-lcri<lclo di tcnrl-lcl.u E P l auto scnr bla concluder c: uLu saggczznnon si conqui sta c< tnl'c. t ir nt , a con l'int clligcnza, .

34. Giudicare
P er gi ucl i care bc nc r r n uollt ( ) ,bisoenacont l'ollal- pr c incipalnrcnlclc suc nziorriorclirrlrice osscr",'arlti ncl sLroprrrccdcreouni giorno. M r ct t t , rnt - M <t Nt , t t r ; NE Que' stopri nci p io e\valido lt cl giuclic: r r csia gli alt r i sia noi stcssi . S c r,oglianr ocvilar c dclusioni e sollu'cnze dovutc a gi udi zi sbagliat i, cl<ibbianr o ar - r 'ivalc a cupir c chi abltii.rrlo di h'ontc',qu:llc sia il srrclvcrrl cilrattcre. Cit) e ancora pii imporl.antc quando li.rpcrsona si pt' esent:.r conte una guida, un nt aest r o,un consiglier e, un c' cl ucatore, u n polit ico e cosi viar . Plir - nacli allidar e a qualclrr-todcl potere , dobbiamo s:.rpcrcsc non abbianto i r c[re'Iare cor r un ipocr it a o con un inr br ogli<>ne. Bisogna arlloraprcscindcre cla qr,rclloche'dice, perchd l o strl l ment o pr incipale dell'ar t e della t lr . l'l'aD la parol a. N el l a nost r a civilt a clci m ass- m edia,s<t nost ate messe a punt o t c. cnichc sol'ist icat e per sedr - r r lee convirrcere, pL'rcl'r:at'c. nriti chc non corrisgrondoncr rni ni rnarrente alla r ealt i. Gl i uomi ni c he aspir ano al pot clc possono inr por rc una l oro i mm er ginealt iliciit le, del t ut t o inlondat a, e spe'ssodcl tutto opposta a ciir che veramente sono: uti l i z-zanosentpliccnr L'nt e i nt et ocli con cui i pubblici tari r,,enclono i proclclt ti corn l-r.rcl'cial i.
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Dobbiamo dunque diffidare non solo dei bei discolsi,ma anchedclle belle immagini. "ln un uomo osservala maniera di agire,o consiglia Confucio (esan-)ina le sue motivazioni, guarda dove trova appagan-lento. Questod un mezzosicuro per conoscere il suo carattere.> Per giudicareuna persona,dobbianroosservare conrc. si conrporlanellavita di tutti i giorni;e, beninteso,questovale ancheper noi s1c'ssi. noi non ci conoscian"ro affatto,non sappiaSpesso mo chi sianro,abbiamo immagini sbagliatedi noi Anchein questocaso,valeil mcdesimoprincistessi. giudicarenon in basealle parole o alle dichiara1-rio: z.ionid'intento, ma in basea cid che si I'a e al nrodcr in cui ci si conrporta nellarcalti cli tutti i gir-rrni. Dice un provcrbio arabo: nLa prinra volta che un uorlro ti ingannala colpa d sua, ma la secondalir colpa e\tuau.

35. I nemici
impara nroltc c<lse dai suoi nenrici. Il saggicl AnrstoraNE, Ci dobbianro abituale a con.sidcrarc'gli aspetti positi v i d i c i d c h e i n u n pri mo momcnto ci sembra del tutto ncgativo. Anche la presenza di nemici - di pers o n e c i o d c h e c i c o m bal tono e ci contraddi cono p u o c s s c rc i d i v a n ta g gi o. In plinro luogo ci conferma che contiamo qualcosa o che tocchiamo punti dolenti; in secondo luogo, u n n e m i c o p u d e s s c rci pi i r uti l e di un ami co, o pcggio di un adulatore, nel {'arci conoscere noi stessi. Il giudizio esprcsso da un nostro critico, anche il p i i r ma l e v o l o , i l l u m i na comunque un aspc' tto del l a 62

nostra personaliti, qualche elemento che ci era probal ti l menl e r est at o oscur o. Conr e diceva La Ro_ cl rcfoucar r ld, onel giudicar ci, i nost r i nenr ici vanno pri tr vi ci ni a lla r ealt d di noi st cssi. , Naturalmente dovremo fare una tara di cluesti giudizi e soprattutto dovremo ten.r conto creri'int"nirone con cui sono st at i lor m ulat i. Spesso inl'at t i sono c' oncepi ti pr . opr io pcr . colpir . ci e quindi esilgct - ano o di storccl noun diI 'et t o. La stessaoperazione, per.d,va compiuta anche nc.i conlkrnti dci giudizi ltositivi, dclle locji e <iegli incensa_ mcnti: anchc qucsti possono nascere da aclulator.i op_ ptrre da pcrsone che ci amano troppn o che non ci c<lno_ scono bene. Catone diceva che nspcssoclci nenrici aspri e accani ti ci sono piu ut ili di cer t i am ici gcnt ili e com pi accnti : qucllidicon( ) spesso la ver it i, que, stnt i air . B i sogna inl'ine consiclcr ar e che un conf r onlo fra < -rpi ni oni co nlr ast ant i ci por lerpiir vicino alla r calt i di qllanto possa l'arlo un unico punt.o di vista. E per qucst o che un pr over bio cinese consiglia: uC onscryat iun nem ico per la vc- cchiaiau.

36. Mezzi e fini c.mpr-onrettc n()n p()cora n.stra serenitir interiorc non sapcr-nreln()v|ilfe, cornc fosse |o vcle,lc nostrcinclinazi<lni in rapp()r' to ul l c nost r . c e aspir . ar c lt ossibilit d, invccecon I a spcri l nza u mele lr 1) pl) (ur ) andi,salvo pO i,di ll. O nt e all, insuccess(), pr.e ncle r-ccla con la sor1.e e con la slortuna,ir_tvece Plutnnco N<tn saper valutare le nostre capacitd e proporci nre_ te supcriori alle nostrc fbrze, o comunque contrarie al l a nostra n at Lr r a,signif ica andar e incont r o a un si_

cl tt. con l l t rro s l r.l r s l ol l c z z a.

curo fallimento. Anche qui la conoscenza di noi stessi rc'stirl'ondamentale. Mcllti sognano grandi cose, n'ra,appena vicne ditta loro una possibilita, si rivelancl in['el'i<lrio irracllttti al quel che non eracompito: avevano creduto di esset'e no, avcvano di s6 un'idea sbagliata. Anz-ich6prenderscla con gli altri o con la slbrtuna, dovrebbero accettare la lez.ionce ridimensionare i loro progetti. nPotersi sentire soddisfatti della propria vita d come vivere due volte" scrive Marziale. Ma questo n<tn e p o s s i b i l e s e s i h a d i s d un' i mmagi ne l al sa o se non ci si accetta per quel che si e. D c l b b i a n rod i v e n ta re c onsapevol i cl i ci o che si anto, i n d i p e n d e n te m e ntL 'd a l l e anrbi zi on i e dai desi de' riche p o s s o n o e s s e rc is ta ti i n s til l ati dagl i al tri , pcr c' scntpi o c l a ig e n i to ri o d a q u a l c h e educatore.Il nostro compi to E realizzare noi stessi,non conlbrmarci a qualche mod e l l o p l e c o s ti tu i to . Se n o n si amo adatti a l are qual cosa, sarenro cc'rtamente portati a [are qualcos'altt'o. Corroscere se stessi d la condizione prima pcr non andare incontto a delusioni, che pclssonoamareggiare tu tta l a v i ta . C ttn te d i c e Montai gne, ul a gt' andezza c l ' a n i n ro n o n c o n s i s te tanto nel l ' andare i n al tcl o i n avanti, ma nc'l saper stare al proprio posto t,' nel sapersi circosct'ivere,.

valore sacro:certi miti raccontanoche uin principio era il Verbooo che Dio diedealla luce le cosesemplicemente nominandole. Per un filosofo come Heidegger, l'essere stessosi presentacome un linguaggio.Ma c'd una netta di[ferenza tra il parlare per esprimerequalchc mgto dell'animo e il parlarecome semplicechizrcchiera: il primo contraddistingue la vita autentica, il secondo lo sprecoe l'inautenticitd.Le parole dovrcbberoquindi pensatee misurate. Parlaretroppo e in contiessere nuazioneci [a perderedi vista il loro valore e in genereil valoredclla comunicazione stessa. Se la parola b sacra,lo d per lo stessomotivo I'ascolto. Infatti, senzal'ascoltoe senzail silenziocon cui essosi esprime,non ci sarebbe la possibilitir di dire coscsenszrte. Tutti impariamoascoltando.
(<ASUL,'I IiII ( b m egli A scol tare i o che parlarc troppon dichiara-

37. Il valore della parola peresprinrere agli altri, ascttltasestessi Parlare E un nrezzo pcraccogliere gli altri in sc stessi. re d un nlez-z() Wen-lztt Ecco ben distinte e valoriz-zate le due fondamentali lunzioni del parlare e clell'ascoltare. ln alcune re'ligioni, alla parola viene attribuito un 64

va Cleobr-rlo. Una parola che nascadalla riflessionee dal silenzio ha ccrlo piir valore,piir peso,di un discorsotenuto pcr motivi convcnzionali. E com'd possibile esprimere qualcosadi autcntico, qualcosa di sd, sc si utiiizzanoespressioni di comodo? Ecco perch6in quasi tutte le tradizioni spirituali esistel'esercizio del silenzio: d da essoche la parola pud l.rarrepiir autoritir. Bisognaperd tener presente che il linguaggio non d solo quello pronunciatoverbzrlmente, ma anchequellopcnsato. Non serue a nulla restare in silcnzio sedentrodi noi continuaun incess:rntc dialogo o monologcl interiore. Lesercizio dell'ascolto silcnzioso, sc accompagnato anche da un ellettivo rallentamentodell'attiviti mentalediscorsiva, sarirdunque la migliore preparagli altri in noi stessi".Nietzsche zione ad "accogliere sosteneva che nse si tace per un anno si impara a parlare,ma si disimparaa chiacchierare". ll che non

sarebbe una gran perdita. (Bisogna imparare a coPlatogliere il momento giusto per parlareosostiene per tacere.) giusto ne il momento ne 38. La totalitel
ctlmprendere come tutto sia g()vcrVi d una sola saggez.za: nato attra\,'el'so ttltto. ERACLITO

lo spiche d in grado di elevare Ecco una meditazione meschinitir e delle rito al di sopra delle continge'nze di riporlarci in graldo umane:d quindi di per se stessa tutte le volteche siamo incalzatidaun po'di serenitir inf'atticome tutto siagovc'rnaVedere gliavvenimenti. a una visionc'secondo accedere significa tutto da io e quininterdipcndenti rivelano fenonrenisi i cui tutti sc'parato' e isolato presenta di nientesi La- dicevail matematico Seci lbsseun'intelligenza la i'animata cui da lbrze le tutte place - checonoscesse potrebbe abbracciaesset'i, degli n"tut, e la situaziclne e del re i movimenticleipiil grandi corpi dell'universo il fupassato sia il sia presente piir piccoloatomo,e aver ogni conrc vedere luro. In altri termini, riuscirebbe a altre. clalle cosainfluenzaed d influenzata Ouestosignificacapire conre ogni cosa esistain delle altre. funz-ione .Siamo le membradi un imrnensoorganismo' dice piccoe, per quantouna palle possascmbrare Seneca, la o insignificante,essab comunque fondamentale, diverso'Quando il tutto sarebbe perch6,," in qualctreparte -o.t.ur.", sedia, una a calcio un noi dir di Lno stella' Qltesta una f-ar cadere potrcbbe dell'universo rcgrancie una lato un da attribuisce ci constatazione dobbiamo non che ci assicura e dall'altro sponsabilitir
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fare grandi cose:ognuno d importante perquello che d, ognuno d determinante con la sua stessa presenza. Nessunod inutile, nessunod ininfluente.In un certo sensosiamo tutti parenti.E per questoche un Empedocle arriva a scrivere:nSono stato ragazzo,ragazza, albero,uccelloe muto pesceche.sorge dal maren. Dunque,anchele nostrepiccoleo grandi scelteinfluenzerannocoloro che ci stanno intorno, i posteri e il corso della storia. nCooperiamo tutti a un unico scopo,D dice Marco Aureiio nalcuni in modo consapevole e intc'lligente, altri senzarendersene conto.) E aggiunge:nIl mondo d come un'unica creatura vivente,costituito di un'unicasostanza e di un'unicaanimao. Gid Aristotele sosteneva che "la natura non fa niente di inutileo. Ma la meditazioneci fa capire qualcosadi pin importante: che ognuno di noi d un vero e proprio microcosmo, di cui dovrebbe essereil signoreincontrastato. nCon l'esperienza, con il sapere,con l'esercizioe con la rif'lessione,scrive Schopenhauernviene potenziatala percezione della realtd, il giudizio si fa piir acuto e la visioned'insiemediventa chiara: si acquisiscecosi in tutte le coseun dominio sempre piir comprensivodella totaliti. o

39. La via di mezzo Una vit;r retta non devend cercare i piacerin !cercare di evitare assolutamente i dolori,ma devescegliere una via di "sereniti". quella mezzo, cheho chiamato Plarorup uC'Euna misura in ogni cosae tutto sta nel capirloo cantava Pindaro.
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Una "via di mezzo", ugualmente lontana dagli estremi dell'edonismoe della moftificazione ascetinelca, viene enunciataanche dal Buddha, vissutcl l'altra parte dcl mondo quasi nella stessaepocadi di ogni Platone,a dimostrazione che la saggezza tempo e di ogni paesefinisce per giungerealle stesse conclusioni.Tuttavia,cid che il Buddhismo definisce "via di mezzs"per noi sarebbeancora una vita di rimonaci?Noi siamoconvinti divcntare nunce.Perchd vivere pienamentela dobbiamo per realizz,arci, che, che un uole esperienze fare tutte e nostra esistenza [are. mo deve Che cosa rimane allora di questi antichi insegnaancora oggi?Ovviztmenti? Che cosa d utilizz.abile intcriore,alall'ilrnronia all'equilibrio, mentel'inrrito dobbiamo cui principio secondo il la moderazione; pur loro contrapponella di vita che, evitare.sistemi Insizione, conducono ugualmente alla so{'ferenz-a. delgioie naturali alle fatti d infelicesia chi rinuncia per l'appuntonella rinuncia chiudendosi l'esistenza, sia chi inscgucogni piacct'e, e nella morlificaz.ione, costi quel che costi. "serenitd" d la parola chiave:lo avevacapito Platone, Questostato d'animo ci dice chiaramentese che la via giusta,la via equilibrata, stiamoseguendo devepur semprecorrcre fra due precipiz.i. oNegli al'f'aridel mondo,, afl'ermaConfucio nil di rigido rifiuto sia saggioevita sia l'attcggiamento la sua regol:rd incclndizir-rnata: quello di accettazione la via di n1ez7.o.>> Si tratta insomma di barcamcnarsil'ra i due estremi, tenendocome rotta, come punto di ril'erimento, la serelo stato interiore: le scelteche ci conservano nita ci cclnfcrmanoche sono giuste; le scelteinvece che ci fanno sentirea disagioo in conflitto con noi stessici dicono che stiamo sbagliandostrada.
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I I

In tal sensola serenitdcontraddistingue la virti, che - sec<lndo Orazio - (sta ncl mczzo fl"acluevizi opposti,bcn l<lrrtana clacntranrbi.,

40. Il denaro
Noi rron canrlticrcrno la nostr.a vir.ti con lc krro r.icche-zze: q u c l l a i 'sta b i l c, i l cl cn n r o i n vccc 1 - l a ssa cl au n u o r .n oa l l 'a l tr <1 . So l o w E

Il pr' o blcm a non c\ nat ur - alm ent cclucllo di dispr ezzare i l clcnar o, nr a quclkr di ncln clover . r inunciar . e alla prrl l tria "vir t ir " - et lpr opr io cqr _r ilibr . io - pcl- accunt ulal'l<lo 1-rcr consen'ar'lo. Lolt iet t ivo, ir r l'at t i, non dovr ebbc esscr - et anr o cl ucl lo di divcnt ar e r icchi, quit nt o qr _r ello cli vivc- r eset' eni l m r : nt c. m olt o non d sinclnim o di viver e "Aver c lrcnc, scrivc Erich Fr-onr nt in At,ere<) e.s-ser"2. Nella s< l ci et a um ilna, invecc, si linisce pcr iclent if ic: r r cil vivcre bene c<.rn l'csserer.icchi. Qu ando si punt a all: . rser - enit i\ ci , si accor ge che il dcn:.rr oD un m czzo ut ile, m ar non nccesszt r ianr ent il e nri gl i ol'e.I l I 'ine c un alt r o: d l'it m t onia int cr . ior e. uE sscr e liber i i nr cglio chc csser er icchi, dice Nevi o. E Plat one conler r na che unon sl'uggeall'inl'elicit i chi di v cnt a r icco, nr a chi divcnt a t em per ant e, . I nf at t i uchi aspir a alla f 'elicit r non \ deve ccr . car e il guadagno a ogni c ost o, be'ns) con giust izia e con nr ocler - az. ioner . Il punt o cli r il'er im ent o r est it dunquc lo st at o d'aninr< 1, ch c d l'unica ver a c( ) sil in nost r . opot er e. Da esso, nor-rdal denar'<-r, cleriva il nostro benessereuLa l'or t una pt r d t oglier e'al saggio le r icchezze, o cl i ce Scnccar( m il non la lbr za d'anim o. , Ed d quest' ul ti nr a che la la diif 'cr . enzilt r a la r iuscit a o no di trna vit a.

Scrive a questo proposito Schopenhauer:nE,piir pcr consL.lvarc saggioprocligarsi la salute e pcr pcrlezi<lrralc lc proprielhcolti)pirrttosto chc pcr I'accluisto di ricchczze>>. Forse la parolir conclusivasull'inte'raquestioneb quella di Fedro: .Il sarggio ha semprecon s ! le proprie ricchezz.er.

41. La responsabilitir
Si apparticr.rcal volgo firrchetsi attribtrisce la colpa sempl'e arrli altri; si i'strlla via della saggczz.n quando si cor.rsiclcra r es pons abilc s olo s e s t L 's s ( ) ; ma il vero saggio non trova c'lpev,lc rri' gli alt'i ntl sc" Eprr.r,r:to La mancanza di una riflessione pcrsonatle porta a con-

siderareresponsabile del nrale che ci capita sempre qualcun altro: una persona,Dio, il clestino,ecc. Si proiettasr"rgli altri la colpadellc nostresventur-e, e queprtxura sto tipo di opelazione ci un senso di sollievo. In tal modo, non facciamomai i conti con la nostra coscienza, e quindi non progrediamo:r'estiamo degli eterni bambini incapacidi diventareautonomi.Come nla penapiu granded portare sul cuodice Giovenale, re,giornoe notte,il testinrone dellepropriecolpeo. Ltromo che riflette capisce questomeccanismo eletncnt.are e inconrincia a considcrare le propric rcsponsabilita. Naturalmente, per I'ar questo,ha bisognodi guarclarsidall'csterno,di esaminarese stessocotrrese osseryasse un estraneo; e, a questopunto,rischi:rdi attribrrirsituttele colpecheprima addossava agli altri. Ora gli sembradi essere la causadi ogni sua disgrazia. Ma anche questad una posizioneestrema e poco 70

realistica. Pitr si dilata la visione delle cose, piir si vede la realti come un gigantesco processo di interrel azi one, i n cui ognuno ir r f 'llr enza gli alt r i ed t da lor o i n{l uenzato. Cid non significa, perd, che la responsabiliti individuale scompaia: se infatti b vero che la nostl'a vol onti d condizionat a da m ille f at t or i est cr ni. d anche vero che osn i nost r a dc'cisiclnc, ogni nost t 'a er zione, corttribuiri a conFerire un col'so diverso erlmondo. Il risultato ultinro di questo pel'cofso di c<lnsapevolezza non d dunque n6 il sensodi colpa masochistico n ! la deresponsabiliz.zaz,ionetotale, ma una via di nrezzo, da cui emerge la necessiti\di allargarc la comprcnsione e di restare vigili, anche nc'i pr-opri conll-onti. Solo una cosci enz.a con t inuam ent e in az. ioned in gr ado di lar ci capi re I' csatt am isur a delle nost r e r - esponsal: ilit i. . sar i ca" Quando n r ai I 'uonr o, si chiede Coniucio pace di vedere i propri errori e di giudicarsi da solo?o

42. La feliciti Il modo piir sicuro di dive-ntare infclici c\desidcrare di csserepiir felici. ARTnuR Scr r opEnnnunn Qui si delinea la differenza tra fe'licitd e serenitd. La pri ma d nn' e m ozione est r em a che non pud m ant enersi a Iung<-e r che, pel'una r caz. ionc dialct t ica, di vi ta al suo cont r ar ^io;la scconda d una via di nr ezzo che non ha n essun oppost o nat ur alc: essendo il punto cenl ral c, i l cent r o d'equilibr io, d in r ealt ir m inacci ata dal l e'oscillazioni delI 'er lot ivit ir . E l ogi co p cnsar e chc la r - icer cn di una scr - npr e maggi ore fel icit a, elinr inando il cc. nt r o d'equilibr io, finisca per gencral-e il suo esatt() opposto.

Dice Platone: uE evidente chc dolore e piacere si generano a viccnda, secondo nattura>.E il tcst<ttaoivcl ' c o nf' crma: uS e di ri gi i tuoi sl < -rrzi s ta d c l We rt-t? .u fclicitir, allora sarai colpit<t so una scmprc n-raggi<lrc d a c i o c h e d s p i a c evol ce dol ot' osrt,. Non si tratta di senrplici paul!, di pessimisnto, r-nil complcmcnleit'i. che gli opposti sot-to dclla constatarzionc Pel sluggire il qucsta dinlcttica clci corrl.ritri,il sistcm a m i g l i o re c \q u c l l o di attcncrsi i l pi u possi bi l cal ccntro , a q u c l l o s ta to d' ani nro equi l i brato che noi dcfi ni amo sercnita\.Questo scntintcnto ci i clitto in patlenz.it ntantcnuto inclelinitar]teltle dalla natura e ptrd csse't'e si i ntctvi crrcl r ri se ci < l d v i e n e c o n attcnzi < )l tc, c L l ra to se tcttclrlnoil spopristinarrloogni voltir cltc lc circ<lstatnz.e gli o estrcuri dcll'csaltazione clclla ctcpresstarlo vcrso in s i o n e . Ow i a me n tc gl i aw eni mcnti cstcl ' ni non s< .rno poterc, t'ei.tzioni interiori dipcndontr mit lc lotrr nostro dal mrxlo in cui gcstiitnro lit ntcnte. Esiste un'az.ionc prevcntivzr,che c<lnsistcnclla c<lsttuzirlncdi unit visione filosol'icae saggindella realtir;cd csistc un'az-ionctcrapeutica, che consiste ncll'intct'venit'econ cot't'et'tivi p e r ri c q u i l i b r a re ' g listati d' arni rno ol rposti . i l saggi o ci nese C huang-Tzu v i rti n a [{ ' c rma "La (c o n s i s te n c l rrra n tcni nrcntodel l ' armoni a.n

43. La prevenzione resisteal caldo e'arl Conrechi i: in buone condizioni l'isiche puir fl'cdckr, cosi chi manticnc l'itninrain butlnc cotrclizior.ti c it qtralsiasi alall'ira,al dokrrc,ulla contnrozionc rc'sistcrc tra a l l ez -i o n c . Epllrt,ro Tutti cclnoscono I'inrpclrtanza della prevcnzionc nellc m e rl a tti e fi s i c h e , n ra pocl ti si rcrrcl ono conto chc l a adotti tta contt' o i di sturbi del l a a s tc s s al i n e a d i c l i f' esa' u' 72

mente. Qui n<ln par liar no t ant o dclle vcr c e lr r r r pr ic mal atti e psicokr giclr c,qLr ant oclc- qli st at i di ur aI cssu'c, cl i pcssi n r isnr o,cli unr or ncr 'oc clci lor o cor r t lar i: sor t r r qucstc Ic cor - r diz- ioni r r r cr - r t ali chc de I iuiscono il n<lst r o bencsse r e o la nost r a soll'cr cnz- di a t ut t i i gior ni. Dicc Tcrenz.io: "La vcl'it silggezza consiste non sol o nel ved er e ci<)che ci st a clavant i al naso, nr a anchc nel prevedere cir) chc accadrl\,. P el ' i nrpedile il passaugioe l'invasione di st at i d'ar nimo ncgartivi,occorle osscrvi.ll'cil solgere di qucsti senti nren t i ncl r lr <t nt ent o st css<. r cui nit scono; lt isoin gna prcncler c<lscienzaclci nr eccanisnr i clr c li inncscano e di qr,rclliclrc possor-r<t scitcciarli. conr c nella m al r icopcr t a ; lcnct la la casa " P ropr io pi oggi a,' t lclvianr o scr it t o nel t est o lt Lr clclhist a dcl D hatrtrnapur ln nella nr cnt c non cont r ollat a si "cosi ibr io. , . B cncl i l l o sc; t r iI Il " con t lollo" in quest o caso cor r - ispondca cir ) chc gl i anti ch i clcl'inivanola "cur a cle. ll'anint a": si t r at t i. rdi un' abi tudi ne : r llir sser var z. i<lnc i nt elior c, al l'in Lr uspezi one, ac cor 'r - lpagnatda a sapicnt i int cr vcnt i per conscrrau' ek r st at o d'ar nt onia c di equilibr io. N el l e malat t ie lisiche cont e in quelle m ent er li, sc l ' ol gani sm o c debilit iit o e indileso, non pot r i\ oppor : re un' el l ' icacer esist enzae gli at t acchi pot r anno aver e pericolosc consegucnze. C cl n un po'di osse. r r , r azione e di allcnant ent o, t ut t i possi anr o cogliele l'awiciner r si di pensieli ner i e di stati di deprcssione e di scon[brto; e lo stcsso put) avvc'nire per l'esaltazione, pcr l'eulitria e per tutt.e qucll e enrozioni chc sono anch'esse per t ur bat r ici dell'equi l i bri o int er no, Lo sviluppo della consapevolezza pud por t ar ci a scoprire e a linruovere. le cause estel'ne.E, se cid non e\possi bile, i in gr ado di din- r inuir ne o di annullar ne gli cfl'ctti sulla nostrir ntcnte. 73

Dichiara a questoproposito Seneca: nLanimo pud resistere ai mali che si d preparatoa Fronteggiare>. 44.Le illusioni Ci sonouominicui le illusioni sulle cose cheritengono impollantisollonecessaric comela vitastc-ssa. Nrcolas nECrremronr Le illusioni possonoessere come una droga: impediscono di guardarein faccia la realtd. euando poi le cosesi rivelanodiverseda come le avevamosognale, eccoche subentralro la delusionee l'atnarezz.a. nIl genere unlano non pud sopportal.etroppa realtd, dice Eliot rif'erendosiproprio a questo problenra. Leducazionealla sereniti d innanzituttoun'eclucazionealla realtd.Per una profonda tradizione spirituale corne quella dello Zen,la realizzazionedell'uomo consistepropr-ioin questo:amivarea "vedere il mondo cos)com'd''. Cosa non facile,in veriti, perch6la nostra cultura fa di tutto per instillar-ci fin dalla prima infanzia ogni generedi illusioni, spacciate per ideali e valori. E, cosi facendo,ci manda incontro a sicuredelusioni. uLe veritirsono illusioni di cui si d dimenticatala natura illusoria" sostieneNietzsche; e il nrotivo d che queste"veritd"sono semplici prodotti della mente, senzanessuna corrispondenza con la realtd. Noi soffriamo meno per i colpi naturali della vita che per il crollo delle nostre illusioni. Cid avviene pcrch6viviamoin un mondo di sognie di utopie,viviamo in un mondo immaginario. Le fantasiecompensatorie nasconodalla sensazione chc la realtirsia insufFiciente; perd il mondo
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diventa doloroso perch6 ci culliamo nell'illusione clrcle nostreopinioni rispecchino la realth. Ci siamo clirlcnticatichc, comc diccvaEraclito,ule opini<lni rrnrane sonogiochidi lanciulli,. La fine delleillusioni,delleideologie e delleutopie non va vista percid come una tragedia,come un nauf ragio nel pessimismo, ma corneuna nuova possibiliti cli ritrovare l'c-sse.r-rza dellecosee, con ess:1, la nr> stra ft)ndanrentale sercnitd;t un l-nezzo dunque pcr crcscerL., pcr diventareadulti. AfJ'erma uIl caratterefondanrentaSchopenhauer: lc dell'eta matura d il disincanto,.

45. Le rappresentazioni
Non c'c\tcnlpesta piir forrc di quella scatenata dalle rap;lrcscntazioni mcntali negative. Eprrrero

Fra le tempeste della vita, le piil insidiosesono quellc provocatedalla nostra stessamente; e su di esse p<-rssiamo e dobbiamo estendere il nostro controllo. Per le grandi prove dcll'esistenzar siamo piir pr.eparati di quantot'lonsi creda,abbiamoper cosidir-e degli anticorpi naturali. Invece,per quelle provocare dalle nostre fantasienegative, dalle immagini morbosee dai pcnsieridistorti, non disponiamodi ncssunalineadi dilesa: ci aspettavanto un nemicoester no, non uno inlerrno. Ouasisenzaaccorgercene, cadiamo in pr.eda a impulsi di ira, di odio, di paura,di frenesia,di sconforto e cosi via: all'esternonon d successo nulla, ma dentrodi noi siamo in pienacrisi. Basta un'ombra, un sospetto,un momento di stanchezza o un scmplice pensiero tetro,ed eccoche

penetrian.ro in una specie di incubo a occhi apcrti: ci s e n ti a m o o p p re s s i , i n l ' el i ci , demol al i zzati , si amo i n b a l i a d e l l ' i mma g i n a z .i o n c mcntal c ncgati va, uu vcro e propr-io cancro della psiche. Come lare a uscirne ? atlc'Epitteto, nelle sue Diclribe, sostieneche nil ve'r'o poE la tao d colui che combatte'tali rapprese'ntazioni. gioco sta in D molto impoflantc': d la capacitir di csser-c padroni di noi stessie quindi di esserelibeli c sereni. Pe r p ri m a c o s a b i s o g na di vcntarnc cosci enti , ccl gliere la negativitir al suo apparire'. E poi bisogna inrpedirle di avanzarrc', ponendo a contrastarlaruner rapp re s e n ta z i o n e m e n ta l e p osi ti va, ube' l l ae nobi l c" . La vcra saggezza,aff'ernra Epitteto, consiste nella s o c ra ti c a u c u ra d e l l ' a n i m a,, i n ci d che oggi potretnmo chianrare meditazione'. Se ci preoccupianro con tanta attenz.iclnedei nostri beni, dobbiilnro cLrrat'cil ma g g i o r ra g i o n e l a n o s tra ani ma, i l nostro s6, chc ci permctte di gode'redi ogni altra cosa. E p i i r c h e s a g g i o i mp i egare un po' di tempo del l a n o s tra g i o rn a ta i n q u e sto control l o peri odi co del l cl s ta to d e l l a n re n te , e s a m i nando i n pzrrti col are se l a c a u s a p e r c u i c i to rm e n ti amo d un l atto esterno o u n a n o s tra ra p p re s c ' n taz.i onenegati va, oppure cntrambe le cose. d In a l c u n i c a s i , i n fa tti , l a moti vazi one esteri < -rre aggravata dall'intervento della mentL' che' la ingigantisce, che la fa apparire piir grave di quanto non sia. La meditazione d senrpre una "cura di realtir", un tentativo ciod di eliminare la componente soggettiva dcgli stati di soll'erenza e di crisi. E con tale operaz i o n e d i " i g i e n e n re n ta l e" che ri prendi amo contatto con le cose e recuperiamcl la nostra serenitd. C o m e d i c e N i e tz s c h e, unon l e ccl se,bensi l e opi nioni sulle cose che non esistono. hanno conl'uso sli u o mi n i r. 76

46.La tranquilliti
In una cosaril saggi<) supera Dio: questi non tcmc nulla per propr-ia naturzr, il saggio pcr propri;r virrir. Che grerndecosa csscrc debolc c()mc un uomo e tranqlrilkt contc un Dio! bF-NECA

Luonro che, pur conoscc-ndoi propri limiti e la propri a I' r' agi l i ti \, an 'iva a dom inar c la paur a dei m ali e cl cl l a nrorte, d gia\sim ile a un Dio: nessuno pot r d im pcdi rgl i di esser ecit ) che 0. La cal nra d gii il segno del divino in noi. uI saggi anti chi n di ce C huang- Tz. u ( nut r ivalt o il lor o spir it o ( La concent r azione con l ertranqui l l it i. u E er egiunge: rcndc si nri l e a un dior . Il I' atto t che, m ent t 'c gli avveninr cnt i cst er ni non sor-rcl in nostro potcre, la nostrarrezrzionc a tali aweni mcnti cl i pe' nd e da noi, e, se noi r eagiam o con calma, di vcnti amo in ogni caso i padr oni del m icr ocosmo che abi ti amo: nessuno pot r i t r - r r bar lo. In un ccrto senso, t occhiam o l'ass<llt r t o, e lo sianro. E per questo chc la Clnndogt:u-upanisud al'fermer: ul-a calnra profonclerchc nasce dal corpo e che raggiunge per suit propria natura la luce suprema d I' i mmortal i ti u. C hi ri escc zrc ser cit ar e il dist acco e la calm a ha in ml l no l a chi ave del pr opr io dest ino. ln un t est o t aoista, 1/ l i bro del l'equilibr i<t c dcll'ar nt nr zin, t r oviam r - r scri tto: uLasci a che l'azione pl'ovengadalla t r anquill i tdu perchd (quando sei quielo, l"er m o e picno di at tcnzi one, i l di se gn<tcelest e d sent pr e chiar o, la consapcvolezz.a D senza veli, e tu sei zrutonclmo nell'agire e pucl i af' fj ' ontarcqu: llsiasi cosa si pr esent i, . S pesso cerch iar m o nclle em ozioni piu lr lr t i, nella l otta e ncl l a con cit azione. ,un'cspcr ienza che ci dia il senso vi v< l del l 'esist cnz. arM . a dovr e nr m o m eclit ar e

sulla seguentesentenzadi Lao-tzu: .La piir grande d la qr-rictc". rivelazione 47. La ruota
Quandola ru()tagira, clrasta sopra unil partc tlrzrl'altra. PLrrr,tnc<r Fa parle dclla norrnale dialettica dei contrari che le due p a rl i d i u n c i c l o s i a l te rn i ncldi conti nucl :ni cnte l ' i manc a lungo nel punto piir alto, niente dmane a lungo ncl Kierkcgaard punto piir basso. Mcnrore di questa lc-gge, pcrduto, all<lra che ind scrive: nQuando tutto tisembra se non ci fondo, cominci a viveren.Una volta tocceltoil galla. si disintegra, non si pud che risalire a Ecco dunque una meditazione che dcve essere ten u ta p rc s c n te c l a c h i a ttraversa una cri si , da chi ha l ' i m p re s s i o n e d i n o n p o terccl a pi i r fare. S i tratta di tencr duro il tempo sul'{'icientea Iar si che la ruota c o m p i a i l s u o g i ro . Spesso non possiamo l'ar nulla, non siamtl noi che a b b i a m o i n m a n o i l b a ndol o dcl l a matzrssa:al l ora dobbizrmo risparmiare Ie encrgie e aspettare che la i n cui c ri s i p a s s i . Si tra tta d i u na prova di resi stenz.a, v i n c e c h i s a m a l n te n e rsi pi i r cal mo, chi ha pi u paz,ienz;t.Dobbiarno solo aspettare che il "corso delle c o s e " c a mb i d i re z i o n e . E come trovarsi in mezz-oa una tempesta: pttd essere terlibile, pui-l anche distruggerci; ma, sc' rinsciremo a tener duro, la tempesta passerd da sclla. Siamo spesso piir lbrti di quanto crediamo. nChi non ha pii nulla in cui spe'r'are, Dice Sc-ncczr: non deve nemnteno disperare di nullao.

48. La fioritura si vcrifica Quando un'abbondante Iirtritr,rr-a, scguono inevitabilmcnte tristezza e decadenza. . Wen-tzu Ecco il rovesciodella situazioneprececlente: ld avevamo il culmine della crisi e della clevastazione, e non potevamoche aspeil.arci un miglioramento;qua abbiamo il massimo della fioritura. Si contempla qlrestameraviglia e.si d pieni di gioia, ma gid si avverteil segno della flessione. Dentrodi noi sappiamo benissimoche il ciclo ha raggiuntol'acmee che ha ormai imboccatola china discendentc. Se abbi;rmo realiz.zalo una grancleopera, non potremo piir f'arneun'altra allo stessolivello;se un'epoca storica ha raggiunto il suo vertice, non potri che decadere; se oggi siamo molto felici, domani non potremo esserloaltrettanto.Come dif'enderci in questa [ase?Come prepararciper il futuro? Se ci si pensabene,questad la situ:rz.ione della seconda parte della vita, quando si incomincianoad awertire i segnidella vecchiaia. Scrive Mont:rigne: uLa morte si mescola e si confbndedappertuttonella nostravita: il declino anticipa il momento della morte e s'insinuanel corso del nostrostesso fiorire,. Bisognadunque per prima cosa costruirsi una visione filosolicadella vita, conoscere quali sono i suoi ritmi: la consapevolezza della realti ci d?runa capaciti di accettazione che la negaz.ione o l'ignoranzaci neganoostinatamente, gettzrndoci nella c<tnl'usione e nella soflerenza. uNiente giunge inaspettato:, afferma Euripide obisognaaspettarsitutto.>

49.La vecchiaia
Dav ant i alla v c c c hiaia t a l v o l t a e \ il corpo a capitolarc per lr r int o, nr a lalv r > lt ai' I ' ir n i n r a . M r c r r u L D EM o N T I G N E

La paura di invecchiare d la conseguenza di una conccz.i<lnc. intmartura dellavita. nLavccchiaia i un<t sterto di riposoe di lihr-ti:u sostiencplatone(spentala violcnzadcllc passioni, si d I'inalnrcnte liberida una folladi lorsennati tiranni., 50. Il dovere della felicitd
Non c'e\ pil tri.lscurato clovr're cleldover-c clclla[e'licit). Rounnr Lou rs Slr.:vr-:r.tsox D i ccva Ma lcbr anche: nLa nost r a volont i\ non pud n< l n desi cl cr ar cla lclicit ir , . Tcndi anro nat ur alnt ent e il uno st : r t <lcli benesser - e pl r-rpri t.r con r c : r spir iam o all'ar ia e alla luce. Ed D la l l ' ustrazi r> nc di qucst o legit t im o dcsider io che r cncle catti v< ;l ' rrom o. Fi no a oggi ci d st at o insegnat o il cont r : lr io: chc l'uonto e\ nralvitgio per natul'il, nragari in conscguenza di qui .rl che"pccc: . r t o or iginale", e che quest : l m aligni ti r ! l a ca us: l della sua sof 'ler enza. Invccc' ,I'uom o divcnt a cat t ivr - pcr r ch6 D inl'clice. Bisogna perir distirrguel-etl'it l'clicitd L-stilto nirtural c di bcncsser e,quello che noi chiam iam <l ser cnit i. La pri nra i una ve t t a o un picco che n<ln pur ) esser e manl .cnuto a lungo e chc dipcnde in gr an par t e dalle ci rcostanze est er ne; la sec<t ndainvcce d uncl st at o d' ani nro originale che vicnc oscul'it t o non scllo dit lle cspcr-i cnze ncgat ive, m a anchc' L' sopr it t t ut t o dalle cor-ro' cz.i oni sociali c cult ur - ali,dalle icleologiedist or tc e da tutti quegli insegnanr e'ntche i pr . esent ano l'uomo conte un pecczr t or cinvet er at o e il m ondo com e un l uogo d' c spiazione,una "var lle'dilacr im e". Sc ct-rsifosse, non ci sarcbbe nessun vnntaggio a csi stcl e.

L a n i ma c a p i to l a p e r pri ma quando i ncomi nci a ad a v e r p a u ra d c l l c n o vi ti , dci cambi amcnti e del l e ncl l c abi tudi ni , quanc n l o z .i o n i ,q u a n c l o s i f ossi l i zz.a opi ni oni . La vccchi ai a ! i nvccc n c l l e d o s i s c l c ro ti z z a f'ino in lbnclo, non una requalcosa da sperinrcntare s a a l l a v i ta . L a c rc s c i ta d c l l o s p i ri to non si attcsta certo nel l a ta r-d ac ti r: d c v e a n z i c cl mpi crc al tri passi deci si vi . Ledatf' asin< l n pcr i l capri cci rr s i s tc n z a i ' c o n l ri .rs s c gnati t silggt-z-zel chc ha ptol'ondi qualchc Dio, nra pcr Lrnal d c ra g i o n i . S c u n a g i ornata l bsse costi tt-ti tasol tanto d e l ma tti n o , c n o n a n che del pomcri ggi o e del tramo n to , n o n c i s a re b b e possi bi l i ti r di un al tro gi orno; s c i l te m p o l o s s c c o s ti ttti to sol tanttl dcl passato e del p rc s c u tc , n ri rt c i s a re bbe posto pcl ' i l l utul ' o. n An ' i v i a n rc l s c n rp l ' c i nrprepat' i tti al l e di verse etd t d c l l a v i ta , c c i ma n c a spcsso I' cspcri c' nzi nonostante g l i a n n i u s c ri v c i ro n i cantcntc La R ochcfoucatul d, c nrolti la pensano cos'i. Mat, se pcltessimo essere pcr- cioi latvifcttamcnte prepat'ati, il "fare e'sperienzat" ta s tc s s a- s u t' e b b ei n trti l e. In rcilltir chi ragionit cosi solll'e gii cli scnilitit, osl l a m a l i ttti i t dcl l < t spi ri to chc non ha eti r. s i a c l i c l L re uC'e\ g c n tc c h c s m c ttc di vi vcrc el ncot' l tri mi l di i rrctl m i nci zrrc" diceverSenccz.t. L a ttc g g i a n -re n top o si ti vo consi ste ncl pensi rre che tu ttc l c e s p e ri c n z el b ndamcnti tl i , tuttc l e l i rsi dcl l ' esi s (c n z i .r,r,a d a n o s p c t' i nrcntate fi no i n [oncl o c si i l no c' i ' senl pre u ti l i . S c s i h a l a l i rrtu na cl i vi vcl e a l ung< -r, l a p o s s i b i l i ta d i i n rp a rare qui tl cosa,di perl l ' zi oni tt' si . 80

(La cosa piir importante) dice Platone nnon d vivere, mil vivere bcne., A questo scopo, il nostro prim o c o rrp i to ! l i l l c ra rc l e nrt' ntc del l e cl i stol si oni rcl i g i o s c , l ' i l o s o l i c h e ' e i d c o l ogi cl te che ci presentarrr'lra natura umana diversa da quella che d' La nostra natura d esattamente quella che ci serve p c r s o p ra v v i v c ' r' e , n 6 b l tona n6 catti va. N essuno, gi ucl i ca q u a n d o v c c l ettn l e o n e c he sbt' anal a gazz-el l a, l a neccssi td d p cr e l a necessi t), l e o n e : l o i l c a tti l ' c l l ui . ha deci so non chc s o l ' l e renz:l c l i u n e rc o n d i z i o n e ri tcni amo che i c o nrportamenti An a l o g a m e n tc , " m a l v i rg i ;' s o n o i l fru tto di un< l stato di bi sogno. E giudicarto questo stertoche, a t'igore, clovrebbe esse're non con chi prenclerccla cattivo, e pcrcib dovrenlmo parti i n n c D Ia v i tti u ra t,b e n s i c o n chi l o ha crci l to, e piacere. colare con coloro che vedono il male in ogni n N e s s u n p i a c e t' e d d i per sd un mal e;, conferma Epicuro nin realtd sono i ntezzi impiegati che portan o p i i r d o l o ri c l tc g i o i e .,

51. Larmonia di unalira o di un arcomequella dell'universo, Larmonia contrastanti. di tensioni co,d I'ell'etto plurnnco Questad una leggeche d valida non solo per i fenomeni fisici ma anchepergli statid'irnimo:eccoperchdi saggi di mantenersiin equilibrio [r'ale tensioni consigliano Chi viveper esempioin uno statodi esalcontrastanti. prima o tazioneo di euforia,non potra che precipitare poi nel suoesatto contrario:nelladepressione. Nessunsentimentoestrenlod stabile e la sua esistenzaE collegataa quella del suo opposto. C'E r.rnaprofonda s^ggezzain questa legge del di82

venire e dell'alternanza, che in un primo momento pud apparire crudele: se pretendiamo che il tempo risani ogni dolore, dobbiamo accettareche, per lo principio, sgretoliogni felicitA stcrsso Scrive a questo proposito Montaigne: nLa nostrd vita d composta,come l'armonia del mondo., di cose contrastanti,come di diversi toni dolci e aspri, acuti e bassi,molli e gravi". Bisognadunque essere pl !parati al fluire delle cosee degli stati d'aninro. <Tutto accadesecondocontesaD ricorda Eraclito: dobbiamo sempre tener presentequesta legge.Possiamo perd mettere in azione una strategiaper ridurre il piir possibile le oscillazioni interiori. Pcr conscrvare la serenitd, owero lclstato d'aninro mediarno, dobbiamo identificar-e dentro di noi quel nuclco profondo,quel "centro dcll'essere", che non d toccato n6 dalle gioie n6 dai dolori estremi: un centro di calma e di consapevolezza che non si fa travolgele dagli sbandamentiemotivi e che tende a ridigli eccessi, mensionare in un sensoo nell'altrcl. Come dice Eraclito, ngli elementicontrastantisi accordanoe da cid deriva la pii bella armoniao.

52. Il potere della mente piirgrandi I dolori quelli sono di cuinoistessi siamo lacausa.
SonoclE

in ulQuestafraseafferma che noi possiamoessere, tima istanza,i veri artefici della nostra peggioreinfelicitd. E quindi del nostro benessere. Dice a questoproposito Menandro: oNulla di grave ti d successo, se non lo immagini tale,. E lo stesso principio espresso dal Buddhismo e da altre filosotie orientali.
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Tutte queste tradizioni hanno messo l'accento sull l :r mente. P cr escrrrpi o,i l l a n e c e s s i ti d e l c o n tro l l o cl e D l tu mn ta p u d a s o s ti e n c c he (una mentc ccl ntrol l attar dd la l'eliciti". E precisar:uCome i {'alegnami lavot'an o i l l e g n o , c o s ) i s a g g i d omi nano i l propri o s6" . Es i s to n o fa tti d o l o ro s i e perdi te ai l i mi ti del l ' i ns o p p o rta b i l e . M a o g n i s enti nrcnto vi cnc l i l trato e i ne\ utile, i' strggio, terpretato dalla nrcnte: ecco pcrche< mettcrsi a osservare il modo in cui cssit irccoglic o t'cs p i n g e , a mp l i fi c a o n ri n imi z.za i dati o-rrgctti vi . d ' i n te ru c n to d mol to pi i r arrrpi o di quanL o s p a z i c -r to n o n s i c re d a . n Il m o n cl o i n cui ci ascuno vi veu di c h i a l a S c h o p e n h a u c r o di pcnde i n pri nro l uogo dal p ro p ri o mo d o d i c o n c c p i rl o.n cli sd" che I'uorlo impara E da questa "osscrr,razionc travt-rlgcrc. ad attutire icolpi peggiori, scnz.al-arsene < quanu C i a s c u n o e ta n to i n l ' c l i cc" scri ve Lc-opat' di sc non to e s s o c re d e ., N o n c ' d n i cnte di cosi tragi c< .r s i a m o n o i s te s s i a ri tc ncrl o tal e. D unquc abbi amo grandi possibilit) di corleggcle e nrodil'icare. < T u tto d o p i n i o n e , a l l l ' r' rna Marco A urcl i o ue l ' opi nione d in tuo pott:re.)

53. Il rifugio un rifugio tutto spiritrralee I pitr saggi possonocostr-uirsi avereun'anima lirrtc e salda. MIctrtt- rlri M<lxt,ttcrue' Il c o n s i g l i o d i c o s tru i rs i un l uogo del l o spi ri to i n cui ripararsi e ritemprarsi viene dato sia dagli stoici sia d a l l e tra d i z i o n i o ri e n ta l i . Il B uddha, pcr escmpi o, a mmo n i s c e : < F a te d i v o i stessi un' i sol a, fate di voi s te s s iu n ri fu g i o o . itntica, Montaigne, che segue da vicino la sitggczz.it 84

s1licga che, per trov.rre un po' di trcgua agli af'ianni cl ucl ti di ani , no n dobbianr o alkr nt anar ci dalla scnlc, canrbiilrc lrrogo, viaggiarc o rir-rcorrerc nrille !r\rvcntul'c, nra ccr-carecli guardare in noi, cli conosccl'ci, cli quclla lolza e quclla r , olclnt d arscol tarci c di ut iliz. z. ar c che cl i s< l l i tos pr e'chianr oall'cst er no. A nche uno psicoanalist i. r cclr r r e Er ich Fr 'onr nr ler pcnsir all<rstcsso nrodo, c nc L'utrtorcper la vitu sct'ivc': uP er rcsi stcrc bisogna clispor r ccli un nocciolo solido, pot er aver e liducia in sc slessi,csdi una conv' i nziclne, sct' c i n gl ado cli llcr r sar c c'r 'it icur r r cnt c, r c ir t sot t t csse nra i ndi vi dui ; . r ut ononr i- uom ini t : n( ) n pccol'c>. C i o nou si g nilica iscllal'si di. r lnr oncloc r inchiuclcr si i n un gusci o, n r a colt ivar e dent r o cli si un"'isola", che ci l i rra da ri l i rg io e cla sost eunonc'i r nor lcnt i piu dil'l'ici l i . A nche sr' t ut t o cr r r llc'r 'a int or no, r - t r . pot li r - cnr or imanere " l i rrl i c salcli".Scr ivc Schopenhaucr : uCiirchc pi i t conta i ' cl u ello clt e ognuno ha cle nt r r r d i si', pcr chc< d qr-rcl l o chc pi i r di ogni illt r a cosa avr ir dur at a, . Ti rl e ri l ' ugi o c\il cent r o dcll'anim a, un "luogo" chc c\ contrasscgnato da cirlnra e da serenitir. Non lo si pr"r<) raggiungere se si e\in preda ad ansii.rcl acl agit:.rzionc, ma sol o se si l'a acqt r iet ar elo spir it o. (La mente liber a da passiclni ! una r occa: , dice ul'uont o non ha nient e di piir lolt e doMarco A r.rre. lio ve ri l ' ugi arsi ed esser c inespugnabile'. "

54. La sensibilitir
I ber-ri e i nrali che ci arlivano non ci loccanosecondo la loro grandez-za, nrer secondrr la n()slrascrrsibilita. Fnerqorsut. Ln RooruroucAuLD E cco un al tr' <lpensier o che m L't t e in eviclenza l'inr por-tl rnza di co lt ivit r c-la pr opr ier int er i<lr it i. Noi pcn85

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siamo che beni e mali, eventi positivi ed eventi negativi, siano dati di fatto, realti oggettive. E in parte lo sono; ma il loro riflessodentro di noi dipende anche dalla nostra sensibiliti. Per esempio,una notizia sfavorevole o un incidente che in tempi normali rappresentanosolo un fastidio, possonoscatenare,quando siamo esacerbatio nervosi,una crisi o un crollo psicologico. Lo stesso awiene per le esperienze positive:se abbiamo uno stato d'animo disteso,possiamoappreT-z,are molto di piu un awenimento che, in altri momenti, sarebbe passatodel tutto inosservato. nlunica vera quieted quella prodottadalla mente, afferma Seneca. Egli ci rivela una grande veriti: d illusorio attenderci pace e quiete dall'esterno, quando dcntro di noi ci sono irequietez-za e confusione. Viceversa, se siamo calmi e ben disposti, avrerno c()meuna barrier-a di difesa contro ogni generedi dilficoltd. Per vivereserenamente, il primo requisito quello placare d di allenarsia il corpo e la mente. uQuandoil corpo si calma,odice il Buddha unasce il benessere e, quando nasceil benessere, il pensierosi assorbe., Esistonotecnichenaturali per acquietar"e l'attivitd psicofisicae ritrovare uno stato di tranquillitd: Ia piir diffusa d quella di concentrarsisul ritmo della respirazione. Ma si pud anche contemplar"e un punto idcalc posto fra le sopracciglia, l'intmensitddel cielo, il mare, un albero maestoso, una montagna,una sorgcnte,una grotta o qualunquealtra cosache ci ispiri un sensodi pacee di grandezza. (quando non si Comc scrive La Rochetoucauld, trova la quiete in se stessi, d inutile cercarlaaltrover.

55. La complementarita
Trrtti couoscono il vanlaggio dcl ltc-nc e l<; svantassi() (lcl nrnlc: soltanto i saggi sanno conre il male possa csscrt bcncfico e il berre nralel'ico. Wut-Izu

Abituati corne.siamo a cliviclere o .unrld"rare con" male, non rcntral'lposti i princ)pi del bene e del ci dianro cont.odella l<lt-o complementaritd. Non avendo una visione obiettiva della realti, rreniamo pcriodicamente turbati e sconvoltidall'apparente incongruite\dellc c<.rse. Bcnchdcertc veriti sianogii presentiin noi, troppo spcsso prel'criamo darc ascolto piir alle idee astratte che alla nostfasensibiliti.Comc dice Epicur o, (talvoltascopriamo che il bcnee\per noi un maie e il nraleun beneo. Non si tratta perd di un caso:si tratta di una legge fondamentale che certe antiche cultur-e - come quella del Taoismo- avevano ben chiara. P;rradossalmente il principio di complementaritd senrbra essere statoriscoperto dalla scienza, mentre il mondo etico e filosolico continua a essere dominatcl da un ingenuo dualismo: il benc'contro il male,il male conre principio assolutantente negativ<t, l'inevitabile vittoriadellapositivitd sullanegativitir... tutteideeche ci sono state tramandateda una pane da platone e dall'al tra dallatradizione giudaico-cristiana. Eppure, (quante voltc, scrive Sc-neca ncid che consideravanto una disgraziad stata causae principio di felicitir,e quantevolte un awenintento accolto con gioia ha aperlo la stradaalla sventura!,. Per riuscirea cogliere queslimovinrentidialettici, d necessario sviluppareuna certa sensibiliti. Fortuna e slbrtuna, vantaggioe svantaggio, guadagnoe
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perdita, progresso e regresso, si devono necessarianlente nrescolare e altcrnare, e nessuno dei due pur) vincere in modo dcl'initivo: sareblre comc'pretcndere c h e fra i d u e p o l i d i u n a cal ami ta l ' uno debba aver r-agionesull'altro; se cid awenisse, la calamita scomparirc'bbe. Cosi d per la presunta lotta fra bcne e male, che in a p p a re n z a s e mb ra u o e s c ludersi a vi cenda, ma che nel prolondo si sostengono e si giustificzrno a vicenda: se I'uno trionf'asse,perirebbero entrambi. T u tto c i d s e rv e a d a rc i una di versa vi si one cl el l e cose, a farci capire clre i principi contrapposti sono i n rc a l ti c o m p l e n te n l a ri e re' l ati vi , e a pl ' ol eggL' rci d a l l c p c ri o c l i c h e d e l u s i o n i cui appl ' oda l a concczi onc' d u a l i s ti c a . non daSe adottassimo questo lipo di sagge7.7.a, remmo r,ita a guctre in cui ognuno dei cclntende'ntid c o n v i n to i n rma n c a b i l m e n t e di esseredal l a parte del " g i u s to " e d e l " b e n e " . nla fine clel bene E un male,o fa osselate tleddamcnte La Rochelbucauld "e la line del malc b un bene.o

56. La salute puo esscremisurato con PreciLaume'ntodella saggc'zz.a d e l l abi l e. s i o n ed a l l ad i n ri n u z i o n e FntelntctrNletzscttt Pii-r modernan'lente potremo dire che I'acquisizione d e l l a s a g g e z z :rd d i mo s tra ta, pi u che dal l ' esi bi zi one d i q u a l c h e d o te m i ra b o l a nte, dal l a scomparsa dei n-ralipsicosonlatici. Ep a to p a ti e , u l c e re , c o l i ti , di sturbi di gesti vi , al ta pressione, attacchi cardiaci e innumcrevoli altre malattie ci possono rivclat'e che la nostra saggezzad an88

cora molto scarsa e che passiamo il nostro tempo a roderci , a consum ar ci, a t ender ci com e cor dc, a competcre, a invicliare, a odiare, erdisprczzare, a de_ siderarc, a sentirci infer.iori o superiol'i c cosi via. In real ti r l a saegezza dovr ebbe sen, ir . e pr opr io a questo: a vivere nreglio, a essere sereni, non.certo a scrivere libri di filosofia. Come _eii aveva capito Menandro, nl a ntaggior pzr r t edelle nt alat t ie nasce da un di spi ttcerc, o d allc t ensioni dell'aninr a, e pcr ciir una vcra cura dovr ebbc par . t ir c cla una r iconsidcr . azione del nostro starto spir . it uale. Ma come fare a uscirc darlnostro mondo di immagi ni mental i che si liper cuot ono incessant enr cnt e st r l c0r'po? A cl cl cstri zrnt oci a "nr ollar e-la pr cszr ",a m eclit ar e,a litruvare il nostrrt rappol"to con la ni.ltLlrlt, u r.esgrir-arc i n armoni a col t ut t o c a espanclcr e lercoscienza. nLa saggezzai per l'anim a ciir che la salut e i, per il corpo> di ceva La Rochef oucauld. M a in cf , f et t i clo_ vrcnrnto di re: la saggezzzl i la salut e sia dcll'aninr a si a dcl corpo. S osti ene a quest o p|oposit 0 Ant if 'O nt c:nE la m cnte che dirigc il cclrpo verso la szrlutco vct-sol:r malatti a, come verso t ut t <t ".

57. Il tempo Luomo nroclt-rno cr.cclc cli pcrclercqualcosa- il tcrlpo _ quando non lir le'coseirr ll.etta; cpplll.cn()n sa chc coser la_ rt dcl tempo chc guadagria, tr..rnne chc :rnrrrri.rzzurlo. Enr r . rFnouu r S c un i ndi vi duo non D paclr one cli alr r r cno due t cr zi del suo temp() non puir essel-cconsiclcrartoun uonto l i bero.

La schiavitir si perpetua anche nelle nostre societd, coerci zi otl e cl i un temc h c h a n n o s o s ti tu i to a l l a c h -rra p i i r s o tti l c ma n()n meno vi ncol anpo una c<lnclizione te: quella dell'uomo che non ha piit nessun l'apporto che non ha nessuna interioritir e che, se con se stL'sso, non ha qualcosa da f'are,si sente pcrdutcl. Scrive Schopenhauc'I';ull tempo libero d il I'iore o di ognuno, i n quanl cr d c l l ' c .s i s t enza p i u tto s to i l l i -u ttt-r dcl propt'itl i<t". esso solo lo irrsedia ne'l pclsscssct M a p ro p ri o q u e s to E i l punto debol e, perch6, quando I'indivicltrclha pet'sclil rapporto con se stcss o , s i ri tro v a , n e i ra ri m o m L -nti l i beri , con Ll n pcr' fettcr <-r estranco. Pud darsi che sia proprietario cli palaz.z.i perd non i pacltune di serstcsstl. di inch-rstlie, c h c trc l v a troi n sc stcssi anche' qual " F e l i c i c o l o ro cosardi buono,, aff'crnra Schopenharlel' (lltcntrc nell a m a g g i o l a n z a d e i c a s i i l tempo l i bcro ncl n rende c h e u n b u o n o a rn u l l a , u n o che si annoi i l morti l l mcnte e che d cli peso alse stesso.D Qu e s to s u c c e d e p e rc h d p e r tutta l a vi ta si sttno svi luppate attivitir e relaziclni estcrne scnzal pc'nsare di l pi opri o patri moni o c o l ti v a re s e s te s s i ,d i a l ' r-i c : chi l 'ie g i o rn < t, i n segtri tcla qual che c:rmi n te -r' i o re U . n bel (p e r pensi onamenl o), i l e s e mpi tl b i a me n to e s te ri o l ' e i l vuoto o, pcge tutto c i s i ri tro v a p ri v i d i i mp c g n i , se stessi, ci coll gio, il tormento del cattivo rappoflo appltrc' prila vita ricade addosso. Allora b lzr crisi, e va cli senso. In re a l ti , q u e s to s ta to e ra sl ato preparal o a poc() a p o c o n e l c o rs o d c g l i a n n i , evi tando o ri mandancl o a u n fu tu ro i n d e te rm i n a to l ' i ncontro con noi stessi : avevamo rinunciato per pigriziaro pcr paturaad avere u n p c l ' d i te m p o v e ra me n te l i bero, un po' di tempo veramente nostfo. N o n b a s ta i n e ffe tti tro varsi sol i : non d propri ad i te n rpo. E pi uttosto nercessame n te u n a q u e s ti < > n e 90

rio essere liberi mentalmente,interrompereil dialogo continuo chc, anche in solitr-rcline, intrattenianro con gli altri. "Lunica cosaveramentenostrache la natura ci ha dato E il tempo:, scrive Senecauun bene sommamente lLggevole che noi ci lasciamotoglieredal primo venllto.> oNoni vero che non abbiaE conclude; n'lotenrpo: Ia veritdd che ne sprechianro moltou.

58. I- attiviti
Tutta l'in[eliciti de-eli uomini viene cl;rrrna sola cosa:clal n()nsapcrstal ' ci n r ipos<l in r r nast anzll. Br-ersr, P,rscel Il concetto espresso da Pascal E lo stesso espost<tcla S chopenhauer quando scr ive: oG li uonr ini hanno bisogno di atti vi ta est er ne, per chd sono iner t t ivi int eritll'ntente>. Bench6 I'impegno attivo fiaccia parre della natura umana, d vero che spesso ci si muove pe.r una sorta di agi tazi one com pulsiva, per l'incapacit i\ appt r nt o di starsene in pacc con se stessi. Laz.ione non d mirzrtzr a un f ine, ma ! motivata da un malessereScrive Erich Fromm ne L'ctntoreper la vita: "Ci si riempie di cosc'per scacciare il vuot<t inteliol.e,. Molti non sono capaci di stare un po'di tempo da soli senza entrare in uno stato di sol'l'et.enza. Ma questo comportamen t o d pat ologico. Lindividuo che non sta bene nei pr opr i panni d volubile e incost ant e anche nei rapporti con gli altri. lnfatti, mentre cerca negli altri quello che non trova in s6, non pud trovare negli altri quello che non cerca in s6. Bisogna dunque guarire da questo stato di ncvro9l

si, da questa continua fuga da se stessi; o costruiremo u n a s c l c i e ti d o v e tutti si agi tano e nessuno sa p c rc h i , l a s o c i c ti )d c l l a perl ' cttaal i enazi one. Bisclgna ricr,lrclarsiche lzrcond i zione li:ndarrrenterl e d c l l ' u o mo c \ l a " p i a c evol ezza del l ' esserc" , c\ i l benessel'c. Se provianro insof'ferenzaa starcenc un po'da soli i n u n a s ta n z .a ls , i g n i fi ca chc qual cosa c\ penetl atcl i n n o i u o s c u t' a rc i ta l c l ' a ppol ' l o pi acevol e,cl i storccndol o c tra s f' o rrrra n c l o l oi n trn tcl rnrcnto. S ol ' l ' ri anro di u n a n ra l i .rtti a c h c c i d e vasta fi n nel l ' i nteri ori ti ), chc ci impcdiscc una vcra rcal iz.z-az.ione. Ha ragione Pascal a sostcnerc' che ttttta I'ittf.elicitit d c g l i u o n ri rri c l c l i v a d a qtrcsta i ncapaci l i . S i tl att:r di r-rn a fo ' i ta c h c c h c l i s pi nge a l cni rc ncl l ' agi ti tzi onc i l d o l < l rc i n tc l n o . A | l ' c rma S c h o p c n h a ucr' :uE pl i nci pal mcnte' dzrtal e v u o to i n te ri o re c h e s c aturi scc l a ri ccrca di trattc' ni m c n ti , c l i d i s tra z i o n i , d i svaghi e di ogni soda di l u.ssi di ssi pazi onc c poi al l a mi scri a. c h c c o n c l r:c cn ro l ti a l l a r U n a rn i s c ri a c l rc n i c n tc scongi ura pi u si curanrcntc i rrtc ri o r c, Ia ri cchcz.z,a d c l l a r-i c c h c z z a cl cl klspi ri ton.

59. Confronti
Pcr l'aruirrngelc la scrcnitir intcriorc c\ ir-n1-u'rllnnteanclrc ( ) s s c r ' \ ' ar cs c gli ur lm ini g r a n d i a b b i a n o s o l l c r t o p t 'r 'g l i s t c s s i no. s t t ' inr : r li. Pr.rrrlaco E ut ile s t abilil' c quc s t o c o n l l 'o n t o pcr vederc come

S copri rcrn o allor a che la conclizione clell, csser e unti l n() non c sent a ncssuno da m aler t t ie, da sol. lcr e. n_ zc c cl a cnrrr i. Conr c dice pLr blilio Sixl, ( a clr iunque ciil chc capit a a t ult i>. l tri l i tccacl u-e P l utarcclc it a il car so cli un t ale che, t ir at o un sasso al l a cagna, . sbagliir il colpo e colpi la nr at r . igna. uN eernchc c<t sii nr alc! o egli csclar m r )e j il car so cli Dio_ gcne, i l c.;tra lc, bar - r dit o dalla pat r . ia,clisscle st csscpa_ rol c: uN eanchecosj i nr alcln c si declic<) alla I 'ilo. soi. ia. E ran< t pcrsone chc sapc, u, an( ) t lr r e il m cglio da si_ tr l uazi orri ncga t ive. C osi , a chi si lanr cnt i pcr ch6 non ha l. igli,pe. r chd d po\,'cr'o o 1-rcr.chel t tr.adit<l clallanroglic, lo scrittore.gr.e_ c' r' i crr-cl . i casi di ur nr ini f chc subir 'nc, le st cs^mr'si se cl i sgraz.i e, ma chc cont inult un( ) a esser . e sc- r e, ni. E s.sct-e uont ini si{nilica non pot cr . . sf uggir . c a una celta dosc di sol'll'r-cnzit, colre d;altrondc a una cena dosc di f' cl i cit ir . E la dialct t ica st essa clegli event i e dc-trl stati i d' aninr o che por . laa que. st : alt . r cr nanza. l l probl ema n<ln consist e dunque nel r . iuscir c. a cvi tarc l e c< l sc negar t ive,nr a nell, cisscr e pl. epllr at i a qucste vi ci ssi t udini e ncl r iuscir e ad assor bir le con strsgez.z.a, scnz.il {itr.ci distr.ugget.e,scnza creclere di esscregl i uni c i a pal. ir 1c. .E di grand c conf - cir t o, scr ive Sene- ca( pcnsar e chc i l nral c chc solli. i, t ut t i I 'hanno soll. er r opr im a di tc e tutti l o sol'll- ir annodopcrdi t e. ,

60. Gli opposti Senz:rvanitired cgoismochc ct_rs:.r sarcbbe ro le virtir umanc? FRtLDRlcr I Ntr:tzsctre

a n c h c g l i r-ro rn i n ig re r ndi e l amosi , gl i i rrdi vi dui che c o n s i d c r-i a n rob a c i a ti c l al l a [i rrtuna, ubbi arro sof' fer1o c l i ta n ti n ra l i , s c n o n c lci rl ostri . Ma i l confronto pui l c s s c rc l h tt< lc o n tu tte l c l )crs()ncchc ct.rrtcl sci arnro. 92

E cco un' al tl .a conlc'r m a clclla cont plem cnt ar it i degli opl l osti . S enz:r il nr alc non esist er . cbbe il t r cne,senza 93

la vita, senzala malattia la morte non esisterebbe la salute,senzal'odio non esistercbnon csistercbbe la gioia e be l'amorc, senzail dolore non csisterebbe cosivia. dice un antico motnConlraritt sunt crttt4tletnenta> to latino. Se non comprendiamo qllesta legge tcrndamentale, non capit'emoperch !a ogni passoavirnticorriLrnpassoindietro e ci stupircmo dolorosasponcla motivo per cui quello che pe'r noi d del mente "buono" e "positivt-r" non riesca ad avere dc'l'initivamcnte larmeglio. la natura, anche quando crea Llno sconIn realt?r volgimento, assicurasemprc un certo equilibrio tra gli opposti. Il velo obiettivo non 0 nrai la vittoria di dei due poli opuna parte sola,ma la compresenza posti. d pii.rapparenteche reale:si Quindi il dualisn-ro tratta di un unico processoche ora si presentasotto un aspettoe ora sotto un altro. significaporuna simile consapevolezza Accluisire che b al di li si dal punto di vistadella trascendenza, oA e al di sopra della logicaclualistica. ogni azione uguale e contraria>...tanuna t'eazione corrispclncle ed to nel campo fisico quanto in quello psicologico etico. Ma nessunadelle due polaritir d destinataa prevalere. Per comprendereil sensoultimo delle cose, dobbiamo mctterci al di luori del dualismoe della conunitario che sta alla cogliendoil processo tingenza, ed egoiSenzavanit2r del tempo e del clivenire. barse smo, per esempio,le virtii umane non avrebbero nessunsenso,e viceversa, vi 0 Al di ln clellalotta e della contrapposizione che d esattamente dunclueun"'arnronianatscosta", quando mettiamo da parte quella che al'l'erriamo
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ogni impulso di acquisizione e di awersione e osserviamo le cosecon distacco. Lo scopo della natura non d Ia prevalenza di un polo sul suo opposto, ma un equilibr-iofra i due. Questod valido anche per la vita interiore. <Siietemonellaveritd,u consiglia Krishna ndlaBhagavad-gita *al di li delle contrapposizioniterrene. D

51. Le awersiti
Che cosa c'd di pcggi<tnellc disgrazie e nelle awersitd? Il cedimento, l'indcbolimento c la sconfitta dcll'animo. SnNnca

In ogni momento si abbattono su di noi disgraziee colpi di fortuna,dolori e gioie,perdite e acquisizioni. Se si tratta di eventiesternisu cui non abbiamo alcunainlluenza,le nostrepossibiliti di difesastanno tutte nel nrodo in cui accoglianro dentro di noi le conseguenze di questi avvenimenti, ciod nel modo in cui controlliamo lermcltte. Dunque,la cosapeggiore che possacapitarcid il cedimentodcl noslrostcsso animo. ln mezz.o alla tempcstail pilota deve teneresaldamc'ntela barra dcl tinrone,in modo che l'imbarcazione non sia travolta dallc ondate.Ma se perde il controllo dei propri nerui, il naufragio d sicuro. In realtiregli non ha nessunpotere sulle condizioni atnr<lsferiche ed d costrettoa subirle:il suo unico potere riguarda le condizioni del suo spir-it<t. Se riescea mantenerlo carlmo, ha piir probabilitddisalvarsi. Dicc a qLlesto proposito Plauto:uNelleawersitd, un animo sereno riduce il malea mctz\r.

,l'il
62. Il corpo
sltggczzil' clrenclllr ttra urigliot'c C'i piir ragionctlel ttto c<xp<t zsct tt': t N tt.'t FHttrlrntct Il corpo sa quatnclodevc rnttovcrsi o riposare, qtlanlsta l l cne () qLl an1, d o d c v c n ra n g i a l ' etl d s i .tzi < qtrand< Mit la nrcntc non sclllprc gli cla l'ctta: spesd<l s<ll'll'e. s < lv u o l c i rn p tl rg l i e s i g enz.cche ' non hantr< lni cntc i l e lcol l l ' equi l i bri o dcl l a natuc h e l ' a l e c o n l a s i tg g c z-z.i rlgni titnto itcl asctllra. Ecco perchd i' bcne f'e'r'nrat'ci i l col -po' c i d i c e c o s i t c h c ta r-e Qu a n d o n o n s a p p i anl o che cosi l ci fi tcci a bcnc c c h e c o s z tc i l a tc c i a n l a l c, ri col ' t' i i tnl o a qtl cst() c()l -l si di nri l i oni d' anni . g l i e re c h e h i t u n ' c s 1 -r ct' i enza nirscontl tlal cs1'lct'icnz.c lc tuttc che Ricol'cliantoci "tenl1-litl sccclndcl dcll'arrrinlir" il soltl ntln i corpo, clrc pi i r' S i di qLl i l l cosi l ma :,l nchc p a o l i n a , l ' c s p rc s s i o trc pat' nc' cui c< l n l ' anrmi razi cl tl e p c r e s c mp i o c o n s i d c ri ctl nti cnc chc qucsto u P rc l l l rio corpo, i n l a i l B r.rc l c l h a : re I' upotuto crtnosce hcl p c rc c z.i oni , l a m e n te e l e s u c ttn dunque N rl n I' i nc" . l a su:l n i v e rs < 1l,i t s u a o ri g i n e e nra spi ri to, del l o s e m p l i c e i n v o l u c ro o un' appcl l di cc u n v c r' o e p r' < l p ri omi c rocosm(l chc ri l l cttc l ' i n[i ni to. E nccessario nrcttct'si pcl'iodicamc'ntc ad ilscoltitrc il corpo, che pal'la con t'itt'ie vclci. Una di esse i il rcspiro. E non d un cilso chc una forma cli nrcdititzione c o n s i s ti t p ro p ri o n e l s cgl ti t' ei l l ' i tm< lde l l arrcspi t' i tzi crn e : s L l c -g i u , d e n trtl c Il tori , espi tnsi onec c()ntrtl zi ouni vcrso. n e ... i l ri tmo d i tu ttc l e cose, cl el l ' i ntet' cl N o n c ' t e s p c ri e n z.a pi i r ri gc' ncrantc di questa: querndcllet mente r! obcl'atit di pensieri e di stlcss, riccln title metodtl il rapporlo pcrcluto ctln la trovi:.rnrcl natLlra e con le slte esigcnz.c. l l c o rp o c i d i c e s e mpre ci d cl i cui i l bbi amo bi sogno' f'ilr titcct'epcr un po' l'it.lstitrrMa, pct'citpirlo, occol-l-e 96 cabi l e atti vit i m ent alc'( che ce ne allont ana scm pr c- )e mctterci in un attteggiilnrentodi ascoltcl.Allora enrcrgcri cl ri ara nr cnt cqu: llc sia la via nr iglior c; lcr il n<lst r o bencsscree pcr l:r n()strlrscrcniti. Dice il testo taoista dal Wett-lztt: uOnr-rri,potcre c ri cchcz.zes ono le cose cui anclano gli uor nini, m a, pal ' agonatcal cor po, sono insignilicant i, .

63. I- intelligenza La granclcintelligcnzacorn;lrcnde ir.rtclligcrrza , l;-rpicr^ola sono concisi,i piccoli cliscolsi discrinrina;i granclicliscorsi sono prol i ssi. Crr rinnc- Tzu Bench6 le fasi della discrinrinazione e dell'analisi siarr<r indispensabili, d solo quando si abbracciano tr-rttii dati i n un uni co sguar do che si giungc allir cor r r l'lr ensione. Fermarsi ai particolari impedisce di arrivarc a una visionc complcssiva. Ecco perchella "grande intclligcnza" r! sintetica, conrprensiva ed essenzialc,nrcntre la "piccola intelligenza" E pignola e pnrlissa. l l verbo "com pr ender e" ha due si- enif icar t iche qLlcst a at t ivit ir int elligenespri mono alla pc'r 'l'ezione te: da una parte vuol dire "contenere" e dall'altra "capire". Ma ha anche un terzo signil'icirt<l:gr.ri.rrdare le cose con una certa benevolenza. Non c'd comprensione senza Llna cc'rta contemplazi one. N on si cont cm pla solo la nat ur a, nr a anche una person a, un'oper a d'ar t e, un avveninr ent o o il propri o s6. Q uando per esem pio cont em pliam o un bel paesaggio, non ci stanchian-rodi guarclare, di ammirare e, nello slesso tempo, ci sentiamo pervasi da un senso di pace e di benessere. In quel momento scompare ogni altro pensiero e noi

siamo concentrati solo su cid che guardiamo. Forse non abbiamo analizzatoil paesaggio, ma cefto Io abbiamo conlpresoianzi, ci siamo "compresi", ci siamo assorbitiin esso. Questopud awenire per tutte le cosebellee piacevoli, ma anche per certe esperienze terribili. Ci si assorbe e ci si comprende,senzaaverlodeciso. In tali casi la contemplazione d spontanea.Esiste perd anche la possibilitddi praticaredeliberatamente la meditazione,in modo da otteneregli stessibenefici di allargamentodella comprensionee di sviluppo della serenitd. Questapratica ci aiuterd ad avereuna visione generale dellc'cose,senzaperderci nei particolari. Ne guadagnerdil nostro equilibrio interiore, ma anche il benessere della collettivith, Dichiara Confucio:"Luomo saggiomira all'universaleed d imparziale,mentre l'uomo da poco ignora I'universale ed d parzialen.

perch6,come dice Euripide, ua loro non impor.tir nulla di noi,. Cid che Plutarco sottolinead I'importanzadellc "disposizionid'animo", della preparazione psicologi_ ca e spirituale,del modo ciod in cui ci siamo eserci_ tati ad accoglierela buona o la cattiva sorte. Non d la vita a essc-re piir o meno bella, ma d la nostra ,,filos<_l_ fia", la nostr? saggezz, a renderla tale. Stando cosi le cose,diventa fondamentaleil lavo_ ro interiore, che viene comunque svolto, inconscia_ mente o consapevolmente. Scrive a questo proposito un maestro di saggezza . dei nclstriternpi, Osho Rajneesh: nUn uomo diventa il suo pensiero:quello che pensa Io crea. Uuomo d l'architettodel suo stessofat<1. La costanteripetizio_ ne di qualchepensieroo idea si consolideri alla fine in una situazionereale;quindi, ricorda, qualsiasico_ sa sei d quello che hai voluto essereD.

64. Il lavoro interiore prende la scarpa Come la formadelpiede coe nonviceversa, si ledisposiz-ioni d'animo foggiano la vitaa loroimmagine. Plurnnco Questo significa, secondo Plutarco, che la vita pud diventare piir piacevolee piir bella se noi predisponiamo l'animo a considerarlatale, se ciod sviluppiamo la saggezza. "Cerchiamo di ourificare la sorgente della screnitAche d dentro di ndi,o prosegue lo scrittore greco oin modo che anche le cose esterne,una volta consideratefamiliari, amiche e trattate senza possanoaccordarsi con noi., asprez.za, D'altronde,d inutile prenderselacon gli eventi,
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65. La natura La stessa cosa d vivere felicie vivere secondo natura. Se*ca Vivere secondo natura non significa soltanro curare la salute del corpo, ma anche cercare di vivere in ar_ monia con le nostreesigenze profonde,con il nostro sd piu inrimo, che a sua volta d il prodotro pii sofisti_ cato di una lunga evoluzione.Non basta preoccupar_ si del mangiare,del bere,del dormire e della."rrru_ litd; occorre anche esercitareuna forma di ..igiene mentale":ossiaridurre ed eliminare tutte quelleatti_ vitd mentali che ci pongonoin conflitto con lu nostra natut'ainteriore. <La natura non fa niente di inutileo dicevaAristo_
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tele; ma la mente umana d capacedi fal'emolte cose superflue,quando non completamentedannose.Ad esempio,per pura aviditir d capacedi distrugge're l'ambientenaturale,per qrteslioniidcologichee religuerre, per combattet'e giose d capacedi scatenat'e altri uomini b capace di costruire artni nucleari, e cosi via. della Gli esempisono infiniti: c'd solo l'imbarrazz-o scelta.Ma, al l'ondodi tutti questi comportamenti c'El'uscitadall'ambitonaturale,c'd la peraggressivi, dita dell'equilibriointeriore. nIl sommo benee l'arntonia interiore, dice ancorir di Seneca,esprimendo forse l'essenzadella saggezza tutti i tempi e di tutti i paesi. che nnon bisognafar violenzaalEpicuro sostiene Noi, invcce,ci siamo la natura, ma persuaderlan. messisulla stradadella violenza:abbianrotrascurato i valori dell'equilibrioe della sereniti, e abbiamo costruito un mondo semprepiir aflificiale'. Luscita dal mondo naturale,fuori e dentro di noi, va di pari passocon la perdita dell'armonia e con l'aumento della sofferenza.Luomo che ha perso il contatto con la natura e un individuo dilacerato,tormentato, che cerca di lenire la tensioneinterna con i quali producono a altri comportamenti aggressivi, e cosi di seguito in un loro volta nuova sofferenza... circolo viziososenzafine. Non servonole religioni, non servetutta la nostra se non c'd un rapporscienza,non servela ricchezza, esterna e con le nostreesila con natul? to armonico genzenaturali. piir grande d esseresaggio," sostiene "La virttr ne b dire e fare cose la piir grande saggezza Eraclito vere operandosecondonatura.>

66. II dualismo P l atonccre det t e, com e t ut t i gli ant ichi, al bene e al nr alc comc al bi a ncoe al ncr o, ossiaa una diI f e. r . cnza r adicalc fra tronrinibuoni e tromini c;rttir,i, fr.aqu:rlitabuonec qual i ti catti ve. Fnreonrch NrerzscHe E cco un< l deigr andienor i della m ent e Lr m . r na: pensar c che esista una netta contrapp<tsizionefra lrene e male, averc cir-ri'una visi<lnedualistica dcllc cosc.Tuttc le r eligioni nronoteisticher e la filosofia platonica sono convinte che esistano due principi o due forz.e - l'una tutta positiva e l'altra tutta ncgativa - che si combattono su qucsta terra e che si escludono a vicend:r;e si aspettano or,"r,iarncnte che la prima trionf-i. Ma l :r rcalt i ci dicc che bcnc e m alc sono slr et t amente i ntre cciat i in ogni cosa e ir r ogni per sona; sono due pri ncipi com ple'm ent ar - che, i m ent r e si com battono, si giust if icano a vicenda. S i tratta in ef f 'et t i di un "gioco delle par t i", in cui nessuno pud aver e la m cglio, in qt r ant <_l l'int cr esscdi entl i l mbi i chc la par t it a cont inui indcf init am cnt e. Le due' torze che si spartiscono il nrondo son<l l'una rcl ati ' u' aal l 'alt r a; e il lor o vcr . o ner r ico i la visione uni tari a, al di li del dualism o. A nche i l nost r o anim o d un cam po di bat t aglia di questi due pr incipi, e non sL'm pt e noi ci r encliam o conto cla cluale parrtestii.rrno.Tuttavia non i' una nostl a col pa, p cr chd - com e' diceva san Paolo - appc, na crcdi amo di f ar r il benc',ecco che ci t r ovianr o a l- ianc<-r il male, e viceversa. E d d i nevit abile, clat o che le dr , r epolar it d sono t r a l ol o i n un ra ppor t o cliale. t t ico e, quindi, sono r . r alor o s()ttcrranci lm cnt ccon'clat e, conr pl ici, soIiclali. D i o c- D i a volo, sant o e pcccilt or e, par adiso e inf er no, virlir e viz-i<t, rederrz-ione t: peccnto, bonta:t e catti-

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veria... sono queste le ingenue contrapposizioni cui clecle un'ttmanitir di bambini che anra i forti contrasti scnzit mai riuscirc a ttscit'ne. La tlclstra lnente si s p o s ta d a u n e s tre mo al l ' al tro, i l l udendoci ogni vol ta di trovare la soluz.ionedefinitiva, assoluta. Ma ilgioco riprende sempre uguale a se stesso. Scrive Mclntaigne: "Il nostro c-sseren<ln pud esis t e r !s e n z a q u e s to mi scugl i o, e una panc d non meno necessaria dell'al tr-ar. Che cosa farebbero i tutori della legge senza i fuclridei fuorilegge senza la legge ? legge?Ed esistere'bbero u Qu a n c l o l a Gra n de V i a decade,, cl i ce l ' i narri vabi le Lao-tzu uccco che compaiono la bontir c la giustiz.ia. Quanclo la mente si imponc', ecco chc- nascc' la g ra n d e i m p o s tu t-a .nE , ccl n essa, I' i nternri nabi l c l otta tra b u o n i e c a tti v i e t utti i val ori dr-ral i sti ci . La via d'uscita e\ trascendere le polaritd contrapposte e mantcnersi al ccntro. * Pu n ta a l l ' e s s c n z a,n consi gl i a i l saggi o ci ncse uabdiminuisci l'egoceni artetirt{.o, non braccia cid che tri s mo , ri d u c i i d c s i d eri .n

67. Le cadute
La grandezza dell'uomo n()n sta ne'l non caclcrc nlai, ma nc l r is ollc v ar s i dopo og n i c i r d u t a . coNt:tlcto Si pud vedcre la vita come il passaggi<l continuo da

dio, il lavoro e la vita affettiva comportiuto succcssit. insuccessi, conquiste e perdite, promozioniecadtrtc. Capitadi rzrclo percorere di una via pianae sc( )t.r.c\r( )le, una via senzasalitee disce-se: quandonon c'i tla lottareall'esterno, eccochesubentranoi conflitti interiori. Il problema non d dunque quello di non cadere mai: d piuttosto quello di nrantenersi elasticie flessibili, per riuscire a risollevarsidopo ogni crollo. C'd gente cos) rigida che, appenasi trova davanti a un cambiamentoimprer,,i-sto, va in pez.z.i: si era l'attadella vita un'ideasbagliata,si aspettava che le coseandassero sol<lin un certo modo. E ora non riescea riprendersidal trauma della rivelazione:tutto cid in cui avevar credlrtoer.a sbagliato, (sa saggio, dice Lao-tzu quulndo r.itirarsi., E lo "Il fa per meditare, per trarrc un insegnamentoda cio che gli i successo. Le cadute,le crisi, hanno questo aspettopositivo: ci fanno conrprenderen-reglio le cose; dobbiiimo quindi sfruttarle come fonti di e.sperienza. Il fatto ste.sso di utilizzarle in tal modo ci evita di csserne travolti. .Dobbiamo amlrree curare l'er.rore,,scrive Nietzsche dclla conosccnza.> "perchi d Ia sorgente 68. Uarte di governare Coltiva te stesso, c soloallorapotri.ri gover.nar.e gli altri. We,t-tzu Chi non d in grado di governare se stesso non pud esserecapacedi governaregli altri: ecco un principio che dovrebberotenerea mentecoloro che intendono guidaregli uomini. E anche un criterio con cui i "governati"possono giudicare dei loro capi: nc'ssuna azione veramente r03

da da una crisi erll'altra, all'zrltra, una traslcrrmazione al['altra. una carduta alla dall'adolesccnza all'adolescenz.a, Dall'inf'anzia cornostro il vecchiaia, alla maturitir e d:rlla maturitd po e la nostfa psichesono sottopostia una costante piacevolc. Ma anche,lo stunon senrpre metamor{osi, t02

potrir essere compiuta da chi non coldisinteressata tiva se stesso, da chi non d abituato a fare i conti con la propria coscienza. delle difficoltd dei popoli nasce In fondo gran perrte igovernantigiusti.Uomini agdal non sapersiscegliere gressir.i, uomini che an-ivisti,parligiani, egocentrici, non sono capacidi distaccoe di obiettivitd,una volta generali, giunti al potcrenon sapranno farcgli intcressi Uomini nra solo i propri e quclli dcll:rpropria "pal-te". uomini che non che non hannoequiliblioe saggcz.za, hanno unarpropria armonia interiore,dif{bnderanno anchefuori di s6il conllitto e l'ingiustizia. Scrive a questoproposito Platone:"Ho capito che mai potuta libelare dalle l'umanitir non si sarebbc' giunti al potcre i non l'ossero suc clisgrazic, l'inche< i govct'nantinon lossercl divenvcri f ilosol'io f'inchcl iu. tati veri filosof

69, La conoscenza
Non t c nr c r e c li les lar c s c on o s c i u t o a g l i u o m i n i , m a d i n c l n c onos c c r li. Ct,lNrucro

gli uomini d ovviamenteuno Cercaredi conoscere per liuscire arorientarsi nel mondei mezz.ibersilerri gli altri senzar conoscere con()scedo. Ma non si pu<) re sc stessi. la c<-rnoscenz.zl dcglialtli aiuta a Ncllo stesso tc'mpo Dice Chuang-Tzu: conosccrc sestessi. "Non c'dnessu"altro" e nessLlno no chc non sia chenon sia"s6"r. Tuttavia,una conoscenza arpprolbndita di se stcssi lunga e complessa, e e degli altri D un'operaz.ionc tanto tempo. E non scrrpre abbiamoa clispclsiz.ione ctlmplessiva di necessarrio lerrsivcloccn]cntcun'idcar
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chi ci troviamo di fronte, spesso senza mai averlo incontrato pri nr a. A qucst o scopo d bcne ut ilizzi. r r e il rnctoclo del l'zrscol to mcdi tativo. S i tratta di sospendcr e il piir possibile giudizi e opinioni preconcette, per cercilre di assorbire la personerl i ti rdcl l ' i nt cr locut or e. Se inl'at t i consqr vianr o trna bi trri cra di c<t nvinz- ioni per - sor r ali, m agar i dcsuntc' da suggeri mc. nt ie da idee di alt r - eper sone, l'inir enr() pel ' s()vl ' i lpp( ) l'l'c un'ir t r n. ur ginc pr ecost it uit a: [ inirenro ci oc pcr non uscir c dallc nost r e convinzi<lni. Lo stessodiscorso vale per la c<ln<tscenza cli s6: nelI' anrbi tontedi tat ivo,non si t r at t a t it nt o di un'analisidella pcrsonaliti\, quanto di un'osser-r'azionc il piir possibilc li[rcr':"r da 1'lreconcetti, uno "stare insie.me" che sospencl e i n un pr inr o nt ont ent o igiucliz. i, un'at t cnzione che cercit di cosliere la nuclacsse nz.ade ll'oggctt<t. In rei rl ti , an che nella conoscenzlldi s6, si ha sem pre a che fare con un "alt r '<_rc. ", la dil'f 'icolt i r isiccle scmpre nel l a r nolt it udine di opinioni chc.gid possecliarmoin palte.nz-a. D i chi ara C h uang- Tzu: nSe-nor r I ossc per l'alt r o non ci sarcbbe ncssun s6, e se non losse per il sd non si apprencl crcblt cnulla, . E Lao-tzr-r conclude; uChi conosce gli alt r i E saggi o, ma chi con <t sce sr . st essod illr - r nr inat o".

7O. La memoria Col<lroche non conserl,itno e non richianran<t il pzlssitto mediantelzrrtrcnroria, nra kt lasci:'rn<t sr,.anire:.r p()c() a poco, di lirtto si rcnclono gi<lrn<t dop<l giorno p()vcriL.vuoti. Pt.urnnco

non la pud t'arene.ppure Dio:, al'fcrma "Una coser Agatonendislure il passato.>


t 05

Chi cerca di dimenticare o di censurareil passato, ha qualcosadi o inconsciamente, volontariamente fuga da sc stesso. in d come da cancellare: sgradevole piacevole: si crea un vuoto o mai Il risultato non d mutilato e soffeLindividuo d uno stato di nevrosi. parte di s6. rente:devereprimereuna sono indelebilFatti, avvenimentied esperienze ad agire, dentrodi noi, e continuano menteregistrati anche se non ce ne rendiamoconto. Cid che siamo stati, cid che abbiamo pensato,cid che abbiamo voluto o negato,goduto o sofferto,d in realtd il fondamento di cio che siamo oggi, e niente e nessunopotrd togliercelo,se non eliminando la nostra stessa iclentitir. Epicuro nChi non ricorda il bene passato> af'ferma nd gid vecchiooggi.n ll passatod dunque una ricchezza,anche quando e va attentamenteripensatoe rivanon d piacevole; lutato, in modo che possaservireda ammaestramento per il futuro. "Duplice d la virttr della memoria:))scriveQuintiliano ncapireprontamentee fedelmenteconservache il ricordo non 0 qualcosadi re.o Questosigr-rifica morto, ma d la base di ogni nostra attivitir di comprensione. Dobbiamo in sostanzasviluppare una grande attenzione verso la memoria ed esaminareanche il nrctlo in cui essaregistra.Non semprecid che ricorquel che d awenuto. Ma cid che diamo d esattamente ricordiamo condizionaimmancabilmentequel che conosciamo. Se perd ci trinceriamo nella memoria, se ci facciaci precludiamo dominare solo da cib che d passato, nuove. tc'n t icamentc au mo espcrienze I ricordi vanno quindi riesaminatiin questaduplie non farutilizzarli come esperienze ce prospettiva:
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sene del tutto condizionare;non vanno-perdmai rimossi,perch6sono la sostanza di cui siamo fatti. Scrive Schopenhauer: "Quello chc si d imparatr,r va esercitato e il passato va rimeditato,se nclnsi vuole che a poco a poco l'uno e I'altro sprofondinclnell'abissodell'oblio'. 71. I giudizi NclnI'azione, giudizio (magari ma il nostro sull'azione sbagliato)fomrala nostra coscicnza, la nostra storiaprivata. Fnttunrcn Ntprzscge In effetti noi non possiamofare a mcno di valutare, di giudicare e di dareun significato a tutto cid che ci succedc.Si tratta di un'attivitir in gran patrteinconscia che tendea inquadrare, a incasellare, a dare un sensoalle cose.Tali giudizi st-rno dcl tutto pcrsonali: dipendonodalle esperienze vissr-rte c clallascaladi valori che abbianroadclttatonel passato. Ma, proprio per quc.sto, d inrportantcriportare alla rnemoria i ricordi, cercandodi scpararlidai giudizi che li hanno accompagnati. Ci dobbianrorcnder conto dei nostri sistcmi di riferinrcnto,perch !sono essiche ci portano a vederele cosein un modo piuttosto che nell'altro. La nostracoscienza d un antmasso di giudizi e di pregir-rdizi, che ci condizionanoogr-ri altra esperienza. Non sen-lpre d possibileanaliz-z.arli tutti, ma d comunquepossibileprendereda loro una certa distanza,almeno per il periodo di una scdlrtadi meditazione. Se si osserval'attivitd mentale,si nota comc certe sensazioni si accompagnino a reazionidi approvzrzionc o di condannar, e come altre siar-ro invcce"neuLre".
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Al l e n a n d o c i a i d e n ti fi c a re tal e atti vi ti r " gi udi cantc " , p o s s i a m o a rri v a rc r .t sepal ' are i l pi u p< tssi bi l c i fa tti d a l l e n o s trc o p i r-ti < l r-e ri , quri ncl ierval uti .rrccl ucsti s tc s s i l ' a tti i n n ra n i c r-a d i v e r-sa. Si tra tta d i u n ' o p c ra d i cl econdi z.i onzrmento nrcnta l e c h c ' c i a p rc Ia v i a d e l l a saggczz.i lIl . saggi o i rrl i rtti d c o l u i c h e n ra rrrti c n c u n c cr-to di st:.rcc< l anchc cl nl l c p n .rp ri c c < l n v i u z i o n i : 1 -rro pri o contc un gi Lrcl i ce ol ti etti v < 1 ,h a c l c l l c o Sl i n i o n i p c r sonnl i , nra non se f a i nl l u c n z -i rrcn e l n r< l rrrc n (o i rr cui cntcttc rrn vel cl ctto. l l g i L rc l i z i oI' in a l c s :rra u l l ora l ;en pi i r rcal i sti cti cd e q u i l i b ra to c l c l l a p ri n ra re azi onc i sti nti r,' a. E a poco a p o c < l c i s c n ti rc n ro .s e mp t' c l ti i r 1:adrrrnicl el l a nrcnte c c l n c u i g r-ra rd i u rrro l c c < l .s c , qui ncl i , cl cl l a rcal ti i stcss a . S o s ti e rrcS c h rl p e n h a u c r' :ul l nroncl o i n cui ci Lrscun o v i l ,c d i p c rrc l c i n 1 tr-i rrro l u oqo dal l trrrpri o nrodo di c o n c c n i rl O" .

72. Limprevisto
Vi v c r-c e \u n ' i tr1 c pi i r al l a l otta che al l a cl anc h e a s s o n ti gl i a p c rc h ('b i s o q n us c l l l )t' c tc ncl si pxrnti e sal di c< > ntrrr z .a , i c o l p i c l rt'i .rrri v i tn Ir i rrrp l c r i s ti . M,ri rcU A t,H t,t.l o D i c c i l s a g g i < li n rp c ru l .< .u 'se c ; anche ttrtti si ntcttcssero a u r' l a re c ()n tro c l i tc , .s ci .rnchcl c bcl vc ti sbranass e l o Ie mc n tb l a , u c h e .c r)s a puO i rrpe.cl i rc al l a tui r m e n tc d i n ra n te .n c rs s i c rc n a , ci tpacc di gi ucl i careretl a m e n te c i d c l rc l a c i rc o n c l a,scmpl -cpl ' onta u serrl i rsi d i tu tto c i d i n c r" ri s ' i m b a tte ?,. N o n e s i s to n o a v v c n i rn e nti veramcnte i ntpre.vi sti , pcrch6 tutto cid che ci pur) erccadereD gii\ itccitduto. uAl saggio non 1'ludacIn tal senso Scneca ar['fcrnra: c a d e l e n u l l a d i i n rp l e v i s to > . 108

Ma non d nc'mmc.nogiusto cercare di inrmaginare Ir ogni nt()n-l ento l c possil; ili clisgr azie.. Chi ha- paur . a di .sol ' {i .i rc, sol l l .c g ii\ pcr . chi,hulr uur a, osscr va M on_ tai gnc. E bene i l verc una visione f iloso{ica delle cose, t enel ' L'pl ' csente i l qLr adr r i. gcnc, r ale, per assor bir . c. piu agevol nrcnte i colpi dclla sor . t e e pcr un ut ile r . idi_ ntcr.rsi orramcnto clcllc pr r r pr ie viccnclc. Marcr_r A ur.el i cl c i c<_r nsiglia cli cor r t cr lplar . euclall, al_ to Io spettacokr di schier . . linl'init e, di celr - ir r r onie inl, i_ ti tc, cl i vi aggi pe' ' ir r c con t cm pest a c c'lr , ar , di t ut te l c.vari c' ti di esscr . clr i c nascono, st ann( ) insier . ne e sc nc vi l nnor; l c.cose. chcvcdii. t nr cl ( pcr ir . ann( )pr est o, e anchc. col or.o chc . le hanr r o vist c pcr . it . e pcr ir . anno be.n prc.stoa lor.t_l voltar. QLre.sta.col -l tr. llt plilzione ci di) il . sc. nso delle cose, perchi uchi i ,rtnoral'csi. st cnzaclcll, univer so, ignor a anche.dove si a egli st esso; chi ienor a pcr qu: r le I . ine esista I'unive.rso,ignora anche.cl*r;e.gli .stesso sizr,cr> nre pLl re che.cosa i l m onclo siau. P cr l ' i ntpel atorc I 'ilosolb,e pct . t ut t i noi, d r usser e_ nantc si tpel .eche o qualunqut : cosa t i capit i, d st at a prestabi l i ta pc.r tt: f, in dall, clt er . nit ir , c t r n lit t o int r ec_ ci o cl i cal rse l ra cl a sent pr . c legat o la t uet esist enza at cl ucl l ' evcntoo. S chopenhauer, quasi pr osc. guendo il m edesim o ragl onetntL' nto, scrive: <Tut t o cid che accacle, cli lla c<.rs.piu g.arnde alla piu picc,la, acc.cle necc.ssarriamente> . 'si aggiunga inrrt.e o p'osegue ir [iros.{b tcdesco (che per uni t cl i sgrazia clonsiJcr . at ain anlicipo noi abbi anro pen.satr) anchc agli cvent uali nr <lt ividi con_ s,l azi rne' .e ai pos.sibili r inr ecr i, o uln- r "n, , ci sier nr o abi ttrati al l ' i dea.u

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73.Le pnove la calil pii possibile d meglioconservare Nelledisgrazic perch6 checosaci siadi non d chial'o ma, e non ribellatsi, benee di malein similiawenimenti. PleroNe Platone paragona nella Repubblicala vita a un gioco di dadi, in cui la prima cosada fare d cercaredi lanciarli bene e la secondae cercare di fare buon uso del risultato,qualunqueessosia. Soprattuttonon bisogna arrabbiarsi n6 indignarsi, perch6 l'ira e i lamenti ci impedisconodi mettere in azione cid che d piir utile: la riflessione. Invecedi perder tempo a gridare e ad autocomnriserarci, dobbiamo nabituarel'anima a intervenire in modo da guarire cid che d malaimnrediatamente, La calmae to e rimetterein piedi cid che d caduto.o ci permcttonodi non sprecareenergiee la riflessione di riuscire a vedere,anche nella peggioredelle sventure, qualcosadi positivcl. di autocontrolIn ogni casoquestoatteggiamento e quinlo ci permetterddi ridimensionareI'accaduto e depressione della aggiuntivi i danni limitare di di della disperazione. oln generale chi conservala calma di fronte a ogni continuanpossibiledisgrazia, scriveSchripenhauer (mostra di conoil discorsodi Platone do idealmente che i mali scerequanto enorni e innumerevolisiano quello percid egli considera minacciano l'esistenz.a: subito una piccolissimaparte di quanto potrebbeaccadcre., Qui il pessimismodel filosol'otedescosi dinrostraun utile strumentodi conscllazione. Piir positivainveced la visionedi Plutarco,il quale, iniziale di Platone,qcrive:"Di la Frase cor-nmentando il gettarei dadi non d in nostropotequcstedue az.ioni,
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re, ma l'accogliere senza recriminazionicid che la sorte ci assegna e dare a ogni eventoun posto in cui cid chc d propiz-io possagiovarcidi pin, e cid chc d contraricl alle nostre aspcttative, se capita, danneggiarci di meno,questosi d afl'arnostro,sesiamoassennati>. 74. Il destino
Gli tromini, qualche volta, sono padroni cle.l loro destino. Wlr_r_rRnr Srrnxespeane'

Ci sr-rno momenti in cui una parola detta o non de.tta, un' azi one com piut a o non com piut a, una clecisione presa o non prcsa, danno un nuovo indirizzo alla nostra esistenza. Non sc.ntpre sappiamo perchd siamo arri vati a quel punt o e per ch6 abbiam o deciso in quel modo: t ut t o d awenut o cosi im pr owisant ent e e rapi dame nt e che non ci siam o r esi cont o di nulla. Il problcnra 0 pr-oprio questo: render-ciconsapevoIi de'llc cose chc ci succedono, renderci padroni della si tuazi one, non esser e sem plici l'uscelli in balia del vent(). C i d ts p ossibile se ci si abit ua a eser cit ar e l'at t enzione, a tencre sott'occhio il corso clclla nostra vita. N on dol tb iam o conr pier e sf or zi dclla volont ir : dobbiamo solo allenar-ci a essere spettatori di noi stessi, a mantencr ci consapevoli e at t ent i, dappr im ar nelle si tuazi oni cir coscr it t e di una sedut a di m edit er zione e poi i n tutt e le cir cost anzedcll'esist enza. Pe.rprendere in mano il nostr<l dcstino, dobbiamo di vcntare pit r se'nsibili,piir r icet t ivi, dobbiam o sost itui re al l ' a ut om at ism o delle nost r e.azioni e r cazioni una r.;u ieta consapc.volezza. Non si trattat drrnque, coffle si potrebbc creclere,di i mporre alla nost r arvit a una cam icia cli [ 'or za. una
lil

ferreadeterminaz.ione, ma di capire che cosasia meglio per noi e versoche cosar ci stiamo gii\ dirigendo. Non dobbianrocercafc' qualcunoche ci clicache scnrplicenrente rt:elcosa dobbiamo l-arc:clobbiarr-ro lizzare noi ste-ssi. Dichiara il Dhamntapcda: "Soltanto il s6 d signore di se stesso: chi altri potr-ebbe esserrle il signore?,.

Non dobbiamo trascuraree disprezzarequesti beni solo perch6sono naturali e comuni a tutti. oBisogna, al contrario,servirsene per trarne piaceree godirien_ to, in modo da poternesopponarepiir clolcemcnte an_ che l'eventuale perdita., Questaopinione di plutarco d confermata da Montaigne,il qualescrive: <Lanaturad una dolceguida,ma non piir dolcecheprudentee giusta:io seguosempreIa suatraccia;I'abbiamo confilsacon traccearlificiali,. 76.La malinconia La personalitA r,uok'diventare coscicnte di s6nclsu.r eterno valore. Sequesto nonaccadc, seil movimento si fcrma e vie_ nerepresso, subentra la malincclnia. SOnrN KranxEcAARD Qui Kierkegaardci dice che un bisogno spirirualed altrettanto imporlante delle necessit2L naturali. In effetti ci siamo abituati a pensare che i bisogniessenziali siano il mangiare, il bere,la sessualitd, l,aifetti_ vit) e il lavoro, ma tendiamo sempre a trascurare un'altra esigenza che, se non vienesoddisfatta, pud dar origine a un senl.imento di profonda tristez.za. Potremmodefinire questanecessitiun bisognodi conferma,un bisognod'essere se stcssiin nraniera sicura. Per sentirsi appagati,non basta avere una buona vita aff'c.ttiva e un buon lavoro, contc,af,fermava Freud, ma occorre anche avereil sensostabile clella propria identitd. Il "bisogno d'essere',, che coincide negli altri animali con l'istintoriproduttivo,nell,uo_ mo diventaun bisogno di riconoscimcnto. Le religioni hanno utilizzato questanecessiti isti_ "riti di passaggio"; tuendo app<tsiti per esempioil
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75. I beni
Non dobbiamo tlascurare' i beni che sono conluni a tLltti, ma tenerli in una ce'rta considerazione: dobbianro esscrc riconoscenti per-il latto chc' viviamo, godian'ro buona saluguc-r'r'e te, vediamo la luce del sole; non ci sot-r<> uc3 nrl rivolte, ma la ten? si lascia coltivare e il mare navi{are senza pericoli da chi vuole; ci d consentito di parlare e cli agire, di tacere e di stare'in ozio. Pr.trrapco

Ecco invece i beni che tendiamo tlrtti a trascurare. Perdendo di vista le coseessc'nziali, ci mettiamo a inseguirela can-ie'ra, i soldi, gli anrori, le awenture, il successo, la fama e tanti altri desidcri. Eppr-rre, dice ancora Plut;rrco,basta considerare quanto sia importantela salute' per chi sia malarto o la p:rceper chi sia in guerra pcr renderci conto di quali sianoi veri valori. Naturarlmenle non d un male sviluppareintc're'ssi e peattivita di ogni gcnele,nra dovrenrnro dedicarc. riodicamente un po'di tenrpoa ricordarequali sian<r i beni essenziali. Si pud dire con sicurezzache gran parte'dei mali dell'uomoderivi dal suo perderedi vista cluesta scal:r di valori, dal consiclerare importanti coseche sono in realtirsecondarie.
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rcristianesimo ha dato vita al sacramento della Cresima, chiamato anche,non a caso,"confermazione". di cui sentonobisognogli uomini Ma la conf'errna reale,comequella non d solo un rituale:d un'esigenza della fame e della sete.Se questo bisognonon viene si senteprivo di fondamentoe soddisfatto,l'individuo soffredi una forma particolaredi malinconia. La malinconiad il sentimentoche nascedalla conche che tutto muore, che tutto si dissolve, statazione e che ncli non siamo tutto d destinatoa disgregarsi, capaci di trattenere nulla, di stringerevel'amente nulla. E il sentimentodella vecchiaia;ma d anche quellodi chi non si sentea proprio agio ncl mondo, dei giovadi chi non trova una propria collocazione, fare. cosa bcne che non sanno ni che e, quel Tutte questepersonesi sentonospaesate a se stesse. peggio, straniere che d la propria personaal cospettodell'uOsseruando problema d quello di percepireil proprio niverso,il - che devalore assoluto.Al di la dclle fedi religi<,rse "cclnfernla" a cid un altro, a mandano comunque la sentire di che si chiama Dio -, l'uomo ha bisogno dentro di s6, come parte di s6. Non questa cerLezza cerca n ! un signilicato razionale n6 una fede, ma qualcosadi che gli confermi di essere un'esperienza piir del corpo, qualcosadi pin della mente. Cid B possibilese identifichiamo il centro dell'essia del corpo sia delsere,il centro che d consapevole Ia mente.Questainterioriti, che 0 cid per cui siamcr coscienti,riescea percepire- nel momento in cui - di ogni altra attivita corporeae mentale d sospesa avereun valore eterno:qualcosadi unico che, ccln la il volto del cambia indelebilmente sua sola prese'nza, tutto. Il nostro s !, quando riescea liberarsi da ogni inmentalee a considerarsipura consapevoterferenz.a
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lezza, si sente lo spirito di tutte le cose. Da nucleo della soggettivitir diventa centro dell'universaliti. cosa d animata da un'essenza sottile;, affer"Ogni ma la Chandogya-upanisad.essa d l'unica realte,d il s !. E tu stesso lo sei.,

77. Il prossimo Dobbiamotemerechi odia se stesso, perchdsaremo vittime del suo rancoree dclla sua venclc-tta. Cerchiamo dunquedi sedurlo all'amore di s !. FnrronrcH NrErzscne Chi non ha un buon rapporto con se stesso, chi non ama se stesso(perchd a sua volta non d stato amato o d stato amato in modo sbagliato),si trova in uno stato di sollerenza.E chi si senteinf'elice, finisceper rendereinfelici anche gli altri, volutamenteo inconsapevolmente: la catenadel rancoree della vendetta si allunga all'infinito e ammorba il mondo. oIl mio prossimosono io stesso!D dicevaTerenzio, enunciandoil principio per cui non si pud amare gli altri se non si ama se stessi. Quindi la prima cosa da fare per esserein grado di amare chi ci sta intorno,! ritrovare l'amclredi s !. nLa religioneinizia dentro di te,oscriveRajneesh(quando diventi amico di te stesso., Lascetismoantico invitava al "disprezzodi s6". Ma si dava la zappa sui piedi: perch6 chi disprezza se stesso,non ama I'uomo, e percid non pud amare neppure gli altri. Per interromperela catenadelle solTerenz.e, non ci resta allora che seguirel'invito di Nietzschea "sedurreall'amoredi sd" quelle persone, cosi numerose,che hanno con gli altri l'esatto rapporto che hanno con se stessi: di contlitto, di prevaricazione,di aggressivitd, di odio.
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. a t '

Purtroppo "sedurre all'amore di s !" B molto difficile: piir difficile che sedure e basta. Non B sufficientea quL.sto scopoamare una persona: occorre in piir rispettarla,inflonderle fiducia e portarla ad amare se stessa. Come si vede esisteun rapporto stretto fi'a amore ed equilibrio, fra amore e armonia, fra amore e serenitd. Solo quando si possiedono e si infondono quesle tre virtir - equilibrio, arnronia e serenitA- si pud ricostituire un tessutodilacerato,dentro di noi e nel prossimo. Rajneeshdd il seguenteconsiglio: nPraticafedelmente la meditaz-ione, in modo che la tua vita possa colmarsi della luce della saggezz-a. E quando ci sard luce dentro di te, l'amole llr"riri da te e si spargeri dapperlutton.

78. Lambivalenza
Le cose che sono bcncfiche posson() essereanche dannose, mentrc qtrclle chc sono dannosc possono essere anche benefiche. Wan-tztt

Questoprincipio ci dice che bene e male non possono essere del'initi in anticipo, in basea regoleastratte, ma che b necessario vederela compresenza delle due polaritd e deciderecaso per caso quali siano gli elementipositivie quali quelli negativi. Non abbiamomai, in sostanza, un beneo un male assoluto,una contrapposizionenetta, per cui un estremoe-scluda dcl tutto l'altro; abbiamo soltanto una prevalenz.a di elcmc'ntiche ci fa definire qualcosa pru un beneche un male, e viceversa. Si tratta di una speciedi valutazionccomples.siva
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che mette t em por aneam ent e f r a par ent esi gli ele_ nrcnti o1-11-rosti. P er cse- m pio,una nr alat t ia, che c cer t ant ent e un evcnto cl:lnnoso, pu<'r dotarrci di anticorpi pr.e.ziosi, e un ci bo p r clibat o, chc d cer t ant cnt c qualcosa cli be_ ncf-ico, pr.rt'r provocar.ci -, atLt.avcrso va,;.ipas.szrggi, unerrtralattia ;rl fl'gato o al cuore.. A nraggior l. l. r gione quest ( ) succccle per gli event i conrpl ess i,per -i lir t t i clcllanost r a vit a. In al cuni casi ci r cndiam o colt t o clellacom pr esen_ z.aclclle dr"rcptilarriti, tirnto i, verrt chc siatmclinclecisi e' r,al uti an r c)con at lcnzione ipr o e icont r . c>;m : 1, in nrol ti al tl i casi, ci sl'ugge, conr plet am ent e l, aspet t o c< l ntrar-i o e sii. r m <l convint i di f ir r . csolr t dcl bcne o so_ Io dcl marlc. " Ogni m ale quaggiil e\conr pcnsnt o cla un bene , scri r cl a a cluest opr r _r posit Claucle o Tillie r . ( e ogni be_ nc che f' z r ccia m ost l. a di si i, at t cnuat o d; r un nr ale che non si vcde. , E una cr-rnstatazione chc t stata [:rtta da tanti altri scliilori c l'ilo.sol'i, c che eril bc.nprcscnte al Taoismo an_ ti c< l ; ma ch c d sfuggit a,un pd'pcr com odit e\e un po, per superlicialiti\, alle nostre conccz-i<tnietico_r.eligiose, Iut tc ri si d: r m ent edual ist ichc. P er quzr nt i sccoli gli uonr ini s<t nost at i t or m ent at i _ da clucste nctte contrilpp<tsiz.ionitra bene e male, tra sall'ezza c perdizionc, tra viflir t: llccc:.llo,tra pr ogresso e rel l rcsso,t r . aDio e Sat ana, t r arpar adiso e inle, r . no, tra veritit ed e rtrrr.e,tra viti.Ie ntolle tr:l luce e tenebre, , e c<.r.si via: contl-apllosizioni che hanno pr.ovocittodo_ l orrrsiconl lit t i int cr . ior ie sangr r inose gLlelt - 1. est cr ne. Ancora <tggiscntianro par'lar.e di qucsta ,,e terna lot_ ta" lm le folze clcl bene e le lbrze clcl rnalc; mai ne.ssu_ no chc ci par li dclla lor o sot t en. er nc. t cont plicit i. Eppure questa complicita deve r.nt"rar.e nelle coscien_ ze di tr-rtti sc lr or rr 'r lqlianr o c, nt inu^r 'e eresscr . e b. nr bini
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chegiocanocon le loro idee,facendonestrumenti di dicome tutte le nostl'ecrociatein struzione.Ignoratndo anchecleprogresso contengano c del bcne nclmeclcl componara continucrcmo regressivi, e menti n-raligni conto. ci con una distmttivitirdi cui non ci renderemo per tutte volta una sposato La convinzionedi aver una ilh-rsioni, maggiori la causadcl bene d una delle ftrrma di presunzione. ironicaoCosi il malc?" chic'de abbanclonato ora hari c pienodi entusiasmo menteOshoal solitoconvertito, La nBene.Ma adesso rinuncia ancheal bene. di zel<1. vanitdrimarri con te finchi tieni strettouno dei due', poter abbracciare de[initivamente Sarebbebe'll<; tutto cid che b positivo.Ma d la natura delle coseche ce lo impedisce:appena credianro di esseredalla parte giusta,eccoche incominciamo a ['aredel male. caso e attentamente, che meditar Non ci restaall<lra per caso, checosavi siadi benee checosavi siadi male. Dobbiamosviluppareun'agilecapaciti di valutae di autocontrolzione, un centfo di consapevolezza lo, una facoltdmobile e vigile che sia in grado di fare maturitir. ci muoverecon responsabilitd uNon d possibile che il male scompaiadel tutto,o scrive Platone(che d uno dei carlpioni del pensiero che al benesia semnecessario dualistico)npelch6-d quitlcosa., pre cont rappt.rsto

79. La conoscenza E l'ignoranz-a. dci pcccati Il massimo Dhantnrupada

ezza, si crede di aiutare Quando non c'e consapevol qualcuno e invecelo si danneggiairreparabilmente; si crededi favorire la nostra salute e invecesi predi! 18

spone una malattia; si crede di inseguirela felicitd e invecesi va incontro alla sofferenz.a. Il motivo di questierrori d semprelo stcss<t: l'ignoranza, la non conoscenza di che cosa sia verantente il nostro e l'altrui bene. La consapevolezza di cui parliamo non e tanto un insiemedi nozioni che si possanoimparare a scuola, quanto qualcosa di molto simile alla saggezza: d in primo luogo un essere attenti alla complessit:\ dci fenomeni, alla loro interdipendenza e alla loro ambiguitd,e in secondo luogo d una flessibile capaciti di adattarsialle circostanze. E intuizionee sensibilitd. In ogni casopresuppone una continuaosservazione e curadi s6,non perconcentrarsi ossessivamente sul proprio piccolo ego, ma per avL're un punto costante di dferirrento e di controllo. Da una parte si devesvilupparcla consapcvolezza dellevarie attivitdmentalie de-l loro modo di reagire agli awenimentie di inlluenzarli, e dall'altrapartesi fa perno sul centro piir profrl-rdoclelnostro ego, che rappresenta il "testimone" e il giudicedi tali attivite:d questo l'assetto psicologico cheperntette di districarsi nrc.glio nel grovigliodegli eventie degli in-rpulsi. E inutile illudersi che possanoesistcrercgole e principi validi una volta per tutte:anclrequestaconvinzioneI'apartedella menteottusa,dclla sua preresa di sapcrein pallenza querle sia il cclmportamento piu giusto. Alf idarsi alla conoscenza/saggezza significamantenersi desti e consapevoli, cercandodi volt;t in volta, cor-l un'attentaverifica interiore,la via clellachiarezzanrentale e dell'equilibrio. *Linfelicitd>sostieneRaineesh.non d che isnoranza di sd.u

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80. La ricettivitir
crln il ptrrssinlosignificas()prlltnci rapl'lrx1i Conccntrarsi p:rrtc dcl l c di ascol tarc.La n" raggi or c a p a ci e s s c rt: tu tto - senzititscolcli\corrsigli gli altri - oppLrl'c pers()nc asc<llta tare vcramcnle EntcttFn.uu

81. Le passioni
Lc granclianirlc non soltoquclle che hanr-rri ntcno passioni e pi tr v ir lir clellcaninr ecor nuni,nr u solo qr - r cllc che hunn<r pi L grandi pnr posit i. Fnalgclrs nu I.n RooreFoucAtrLD N on d possibilc sf uggir e alle passioni. oUn uont o senzi .lpassioni e scnz. aclesider i, cliceva d'Holbach (cesserebbe di esscre un uonto.) A nche il dcsider io cli equilibr io e di ser enit i d una passione; itnche chi dcsidcra la sarlvezza, la liberarz_icl' ne o l a vcr it a t in plecla a Lr nagr anclc passione; anchc' I' a scct a che cr edc di conr bat t er e i dcsidcr i dclla carne si la dor - ninar e dar un clcsider io. Lindividuo scnza passioni e\in realti un depresso che non trova pi i r trn nr ot ivo pcr vivcr - c. ll pnrblenri.r,allora, e\di saper sceglie-t.e trarpiccole c grandi passioni, t r arclesiclcrchc i ar licchiscono la vit ar e clesideriche.la impovcriscono. La saggez.zil sta tutta i n quest a capacit d cli dist i ngLr er e gli obie. t t ivinr eschi ni dalle mete vr-ramente nteritevoli de.inostri slbrzi. Ma n on bisogna illuder si di pot er st abilir e in ant icipo ci o per cui valgar la pena di lot t ar e: anzi, di solit o, i grandi idealisono t r avest im ent i di piccoli dcsidcr i. B i sognarcluindi guar clar si dagli im bonit or . i di ut opi e e d i var lor i m or ali; e bisogna piut t ost o t encr e senrpre cl'oc,-^hio il proprio stato interiore, la propria condi zione psicologica, che d il ver o par adigm a, in dcl i ni t iva, clclla I 'clicit i. E si s t e un'anr bivale. nzil di lbndo t r a <t bict t ivicont r astanti , al punt o che, nr cnl. r e se ne insegueuno r it cnut o positivo, b facile ricaclerenel suo opposto. Quanti santi perescm pio si sono t r aslbr r nat i in lc'r ocioppr essor i, e quant i peccat or i si sono t r aslor m at i in sant i! La via dclla "r ealizzaz. ionedi sd" ncln pud esscl. e

L i n c a p a c i t2 r d i comprendcre gl i al tri dcri va dal l ' i mp o s s i b i l i ti r d i u s ci re cl a se stcssi ,derl l cpttpri e opi ni on i , d a i p ro p ri i n t et' cssi .S i " ascol ta" l ' al tro, nl i i si cottti n u a a s v o l g e reuna spcci e di monol ogo i ntcri tl rc' S i p e n s a a c h e c tl s a di rc, si t-i nrugi ni tn<lle ptrl pri c' conv i n z .i o n i , m a n o n si i ' vcri tmcntc atttcnti a ci d che i l p rc rs s i n tod i c e . C o s i l a p a ro l i t c i l pcnsi cro, anz.i ch6conl ul ti ci tt' c, s6 e l ' al tro. S pcsso l c ma n te n g o n o u n a di stanza l l ' :" r questa [unz.i one:un cscnl pi tl ti pi s v o l g t l no ideologie rcci tvl tno prcsso i si chc i mi ssi onatri co c\qucllo de " p ri n ti ti vi " di convct' ti tl i . l ' i ntcnzi tl nc con popoli possi bi l enci rapscnrprc i U n s i n ti l c i tttcggi atmetrto p o rl i u n ta n i ; q u anti sono vel ' i l nl entc i ntcressati a con o s c e re l ' i n te l l tl cutt)l ' ce n()n sono i nvecc pnrtcsi s< ' i l ota convi ncel l < l ?Il ri sul tato ta n to a i mp o rg l i qui tl c< .rsi pxrci ti t' sr-rl l ireci t d c h c n o n c ' d u n di al ogo baszl ttt N o n a v e n d o un' cducazi one al l ' asctl l to l ' i spettoso ri cetti l ' i . La ri ce' tti vi t) d e l l ' a l tro , s i a m c l scatl -si l l l l cnte d la catpaciti di accoglict'c i nlessitggi cstct'ni pcr trac' per l l tt' c1ucs fo rn ra rrl ii n s tm menti di conosccnz.a; tenrporitnellnlcntc svu<ltatrsi cli cL'rci'tt'e bisogna sto, idec. del pnrprio ego e dellc pr'<-rpric si t'iescc acl ascoltanon lr-lmot'c, Quatnd<lc'i trol-11-r<t ricscc ild accoglierc. si pieni, non re; qtrando si d troppo e non alcontenlplitz-i<lne sentc portilto irlla "Chi si (tro\'!l tropi credcnti tutti la f'ede,, scrivc Nictz.sche l tl ro.' : si di l cnde da p o ru mo r' ()s ie f-asti di osi e 120

riassuntain un decalogo, non d un insiemedi dogmi; si fonda piuttosto su una mobile e duttile sensibilitd, che si evolve'e si adattaincessantc.mente. Contrariamente a quanto si pensa,non B la passione cid che pud distruggerel'anima; d semmai la meschinitd del desiderio. Afferma Nietzsche:nl-a volonti di vincere le passioni non d in fondo che la vol<lntd di un'altra o di altre passionir. 82, La sereniti Chi d sereno dAserenitd a sestL-sso e aelialtri Eprcuno Qucstopensierovuol metterein evidenzaun processo psicologicoche spessoci sfugge:la comunicazione inconsapevole dei nostri stati d'animo. Se per esempio ci tt'oviamo in un ambientein cui tutti sono ncruosi,sari difficile per noi mantenercicalmi; sc ci troviamo in mezzo a personeche ispirano serenitd, anchenoi ne sala-mo gradatamente peruasi. Si delineaquindi una nostraresponsabilitd individualeneglistatid'animocollettivi. Esisre in tal senso una speciedi "doveredella serenitd":il dovereciod di dil'fondere intorno a noi sentimenti,senon di benevolenza (come vorrebbeil Buddhismo) o di amore (conrevorrebbe ilCristianesimo), almenodi equilibrio. Il problemad che questi scntinrentinon possono esscfcil fiutto di una linzione, perch6 noi in realti ncln possiamo fare a meno di cornunicareil nostro pitr autenticostato d'animo. E percio il "doveredella serenitd"D innanzitutto il doveredi una nostra persrlnaleigiene mentale, che consistenel cercare e ntantenerel'armclniainteriore. 122

Molti predicano la pace, ma dentro di loro sono picni di aggressivitd e di sentimenti di dominio;e, al_ la fine, sal'annoproprio que.sti .statid,aninroche e.ssi corn unicheranno. Non c'd modo di dare pace al monclo se non la provianroprima dentro noi stessi. ull tuo primo dovered di far felicete stesso> scrive Feuet'bach. nQuandosarai felice,farai felici anche gli altri.,

83. Peccati e virti


Qu:rlcu.'si clcvacon il pcccat.,qualcunocacle con la virtir. Wrlr_r,rn,t Srrartspenn n Ecco un altro esempio dell'interdipendenza dei valori e clcllc ftrnzioni. Il peccat<_r, l'errore, non d una fzrlla cl el l ' essere; ne c \piut t ost o un elem ent clcost it ut ivo, Non si pr-rt) concepire la realtd senza il male, c<lsi come von'c,bbcr"t-l certi idealisti; n6 si pud concepire una vi ttori a {' inalc del bene: in ent r am bi i casi. il nrondo cesserebbedi esistere. Irr t:ll senso, anche il rnale i un bcne: se non ci fosse il peccato, non ci sarebbe la virtir; se non ci fosse la cadutit, nc-ssunopotrebbe rialzami n6 alzarsi; tut_ to sarebbe pi att o e im m obile. Il motore d dat o pr opr io dalla dialet t ica, dal con_ fi i tto, e dunque l'er r or e d gii pr evist o dalla cost ir u_ zi one del di venir e. nNessuno sbaglia volclnt ar iam cn_ tc" di ceva S en<lf onle. Propric.r per questo, non c\ possibile dcfinire in an_ ti ci po c i n modo r igido quali siano, in una r ealt d che muta di conl i nuo, i peccar t ie le vir t ir ; pu<) capit ar . e che uno stessoc om por t am ent o sia in una sit uazione un pcccato e i n u n'alt r a una vir 1u. t23

Non solo: pub anche succedere che un comportamento virtuoso, se non viene rapidilmcnte adattato, i n u n v i z i tl e chc, vi ccvct' sa Ll l l cl ' l ' ()l ' c,un d c -q e ' n e ri peccato, una caduta, facciano cornplcndcre piit ctlse e, quindi, stinrolino ull proccsso di elevirz-ione' Ad u n a s i n ri l e d i a l etti ca dei contrari si i spi ru, pt' r e s e mp i o , q rte l b ra n o del Manzoni i n cui si di ce che era (una vccchi a genti l d< l nna nrtl l tcr d o n n a Pra s s e ' c le i n c l i n a ta a fa r d e l b c ne: mcsti erc ct:rt:.l l l l cnte i l pi i r elevirto che l'uttmo possa escrcitare; nralclrt' put'tl'opconl c tutti gl i al tri " . p o p u o a n c h e g u a s ta t ' e, l:.rstess:l: ncln si p()ssono sempre tbndo d di Liclea peccati e vi l ti l , c l a l i nea a s s ol uto n l o d o s ta b i l i re i n chi C e' l ' ti tnte' trte ci rngi antc. e c h e l i d i v i d e D n ro b i l e qrral che di i n notrl c l i gi do ti e n e u n c o m p o rta n l cnto di cadere' sr-rlla virtir t gid, senza accol'gerscne, ','ia So s ti e n e M o l i b re : uC i vuol c ncl ntc' ncl ottna vi ni r ma l l e a b i l e o .

z-ail suo processo di progressiva emancipazione, clrt, ckrvrcbbe esscr cun m odello per t ut t i. M a nat ur . ; r lm cr r _ tc, in quc..sto campo, nctnc.sistcrriente di pr.efiss:rtc_r. N on e raro, ar uzi,chc con l'et i si abbia una t . c- sl. es_ si one dcl l a capacit i di appr - endim ent o:c, d gent e: che i mol to pi i r ac ut a a vcnt 'ar r niche a cinquant a. Lidea chc il trascon-er.e dcgli anni arricchisca la per_ sonarlit2r ll-ovaLlnaconler-mane.lla realti solo a una ioncl i zi onc:che ci sia uno slor zo consapcvoleclcll'individuo. [n caso co nlr ilr - io,linit a la spint a clcllar giovinezza, anche lo spirito si richiude , e la pcrsona, piir che cer.ca_ rt nuovc cspcricnze, va alla r-iccrca dcl sictrro,dcl noto, clelripctitivr-r. Ogni fasc clcll'csistcnzet sr..iluppa un partict)lureaspctto del percorso corroscitivo;c anche cjui vi_ gc la leg-ee sccorrdocui a un nriglior.arnrento di qualcfre IacoltircrlrrisponclciI pcggior.arntcnto cli altr.e. S cri vc P l arrt o: nLlr su: r gezz: . I non si conquist a con I' cti r, ma con l 'int clliscnzit D.

84. IJaPPrendimento lermo sulla a tttnta er<l decisidi apprenderL', A quindiciar.rni i c()nlpl't'si cinquatltit a pin dubbi, avcvo via, a quarantanorl di dicirPacitn unil buona a\L'vo scssilnta aI ci.'kr, du'l dc'creti liber'ta' agivoirrcompletit a s!'ttalltil scc'rnintc'nto,
C (l N l -ttcto

85. La sessualitA ouancl . si el ' f e' t t Lr l. . pcnet '. zi'ne


tol't'ilsi itrntottizzitno.

('- \
'ccip. 'c. , il cicl. e-I a
I Cltittg

L a p p re n d i mc ' u to d u n pl ' ocessoche dura tutta l a vi ta. Lungo il perc<lrsopossono esset'ci{alsidi stasi o di de'll'esittlale cet'to che il nostro -se't-lso acceler':.tzi<tlte, puo csc espet' i enze del l e s onrtna d a l l a c \ d a t< ; s te n z a e' ta' i n tarda s o l ta n to s e re c o m p l c ' to A l ' fe rm a v a Se n e c a : uE con l a vi ta chc cl obbi anro i mp a ra t' e I' a rte 'd i v i veren. per ecccllenza, nlr:tte in c'r'iclenConl'ucio, il saggi<-r 124

La via dclla ser.cnitar si basa sul principio clell,armonia. ln particolale i inrpoflerrrlc che lc coppie di oppo.sti, dL.lrl.ro c ltrori cli noi, tr.or,'ino il lor.opuniir <Ji cquilibrio. uGl i u< l mi ni c lc donnc sono ( ) pp( ) st i, ,dlcc l, ant ico tcst< r cinc.sc I Cltittu nra il loro dcsiclcri<l t d i csscreuni_ " ti : ogrricosa ha u n'inclividr _r alit ea it clcnr pie il suo c<lm pi_ to qtrarrdo si ri u ni. sce in er r - nr onia cor r il suo cont r ar io. > )'urtgc .t'irtsono lc duc polaritr) t;loistc dcl maschilc e clcl l emnt in i lc, clcll'atti', c dcl p,ssiv.,, c,lcl posit ivo e clel ncgal i rro, cl clci c kr c dclla t cr r a, c, linchi, r - inr ansonosct25

parate non adempiono la loro tunzione: non giungono uin arm<lniacotr l'arnronizruniverszrleu' o la "ar"r" D u n c l r:cv i c n c ri c o nosci uto fi n dal l ' anti chi ti r che riprucluziodi lunzi<lne swllge solo lzr l;"rrrralita, n<lt-l di arnronizzaz'ione' Essa e stata nc, ma anche qr-rella preclisposta claila natura proprio per l'arci trascendei " e l e p o l a ri ti o p p o ste, per tarci usci re dal l a pri gi one d e ' l l ' i n c l i v i d u a l i ti .l l sessovi enc cost prescntl l l o col ' l l c c di armcl ni a, conl t' l ' Ltnp ri n c i p i o d i trz rs c e ndcnT-a z .i o n ei -o n d a m e n ta l eper i l manteni nl ento cl el l ' eqr-ri l i e b ri o i n te ri o re . E q u i ncl i i mportante avcre regol ari eth' titrda a fino sessuitli, rapporti socldislhccnti Non ! un cz\soche la vecchi:ria abl;ia iniz'i<lc<ln la ' c l d e si dcri o sesstral c' c l i mi trtrz i o n cd di consel vare l ' atti Gl i a n ti c h i ti to i sti cercel vzl no esl ptl ssi bi l e,sapcncl <che v i ti s e s s u a l ei l p i i r a l ungo di al l ' i rrdi vi dLrrl s a p ro l u n g a l ' c i i s tenza, pcrmettencl o il e anche questcl Mat n o n i s rl l a rs i e d i ccl mttni czl re' psi col oc dal l a c o n s i g l i o c h c c i v i cnc dal l a mcdi ci nar esserci serenita scnza nn'adesia nrirclcrnc. N<ln pr-r<) gestione clella vita sessuale' luata " clel sesso, chc si manil'csta in tanti modi "La-gioia (c ci d che p i z rc e v ti l i ,, d i c e u n anti co testo tantri c() c Ltlrlana'> i'.'nclevel'amente benedetta la cond i z'icln

86. IJigiene mentale


piL econoStarscnc sile'nziosipcnsalndtlpoco e\la nrcclicina l-lltonavopo'di micerpcr ogni malattia dcll'anima e' c()n un re lonti, prttcur-a scnlprc piir be ncsse ' Fatr:nntcu N lt':rzsctlE

nasconoin realta dall'inCerte "mallrttieclell'anima" abcapacitircli controllarc la mente,deluno svilupp<-r 126

norme dell'attivitdimmaginativa,da una continuu psicologica. tensione E com.'sc la menteprenclcss,.' sonril sr-rprawento sulla vcllonti e l'indivicluo firsse nrersoda una rlassa lbrraginosadi pcnsicri, di lirrrtasie, e di allucinazioni. di stati d'arnimo, di fantasnri Da una parte egli si muove nel mond<ldi tutti i giorni, ma dall'altra vive in una dimensionetutta sua. In tirl sensonon c\nrai cronccntrato in qucllo che f-a. Vive come una personaclre non si sia del tutt<r di sosvegliata, che continui ad avere la tcsta pienar gni e di incubi. N<lnd interamente presente' nd agli altri nd a se stc'sso. Questasindrome d nrolto pir) conrunecli qr-rant<r non si pensi:d un po'un "viz-io un difetto d'origine", costitutivo dell'essere umano che d portato, proprio per lo sviluppo della sua attivita mentalc,a vivL'r'c sempredi piu in un mondo virttrale. d normaSc entro certi lirniti una sinrile sftrsaturar le, puo diventarecclnlaciliti pat<llogica, staccando la pcrsonadalla realtd. Allola le ansie,i pensie'ri, le preoccupazioni, le esaltazionie gli stati d'animo pii-r vari si amplificanoa dismisurae minacciano cli travolgerel'eqr-ril ibrio psichico. In tutti questicasi,occorrecompiercun'operazione di vera e propria igicne mentale,interrompendoper cosi il rapun po'Ie attiviti\ psichichee recup!'r'ando porto con la sana realtir.oStarsene silenziosipensanrimedio:si trattadi do poco, d ilprimo indispensabile sospendere la dannosaproliferazionedi pensierie di meditatisensazioni, di ottenere cio chenelletecniche vesichiama"silenzio" o "vuotomentale". Loperazioneviene fiicilitata sc'ci si concentrasu qualcheele'mento nattrlale.La natura, inlatti, ci invia tutta una scrie di messaggi che a poco a poco ci traggonofuori dal nostro mondo di fantasie,e ci riportano a contatto con le cose.
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,,,i1 sulsi utilizza la concentrazione Tradizionalnlente in quanto ritmo cotporeonaturale. la rcspiraz.ionc, Con qucstatecnicasi pur) ripulire la mentc e ritr()vachc ci re il rapporto con il mondo e con le persone cilcondano. oE piacevolc di se stessiil piir starein compagnia dichiarra Sencca(sc, owiilmente, a lungo possibile,, ci si d rcsi dcgni di godcrcdi talecompagnia.n 87. Lamore
in r-rgual ntisc stcss(), arnrit E grur-rcle c gittstochi, antattclo sttt'ail pt-ossinro. Mt,ls'mnEcxg'rnr

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dono affatto a vicenda: al cont r ar - io, l'uno dipendc dal l ' al tro, l ' uno r iequilibr a l'alt r o. Pcr esem pio, l'egoi sta non sol o non sa am ar e gli alt r i , m a non sa neppurc' amare se stesso: si ama ciod in modo sproposi tato. Lo stessoaccade all'alt r uist : rche si vant a di non esscrei mpor lant e, che vuolc annullar . ese $t esso: cgl i D i n ei fetti inlclice sia nei r appor t i con gli alt r i si a nei rapport i C( ) n sc' st L'sso:qr . r alche. c- spcr ienza precoce gli ha insegnarloche norr deve amerrsi. uMa come pu<)anr ar - e gli alt r i chi oclia se st esso?> si donritnda Er:rsnro da Rotterdam. Pct' poter amilre in mod<l equilibr.ato d dunque. necessarrioposse.clcre o ripristinar-e un buon rapporto con se stcssi ,sl 'iluppando innanzit ut t o lit consapcvolezza dcl proprio nrodo d'anrare. Bisogna guar-derrsi da chi prctcnde di ant ar r esenza la m ininr a coscienzit di s6, senza sot t opor si m ai al gioco r iequilibr ant e cl cl l ' i ntrospczi o ne. Scrivc Nictzschc: uBisogna impar.are acl anrare se stessi cli un llmore sano e salutare: per rimaner-e con se stessie non a r ndat 'c vagando int or nor .

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u E o p i n i < rn c c o n ru n c D s cri vc E t-i ch Fr' < l n-rm nc L' url e tl ' tttrru rc u c h c s i a v i rtu r- rsoami l rc gl i al tri e peccato i l n ra l -es c s tc s s i .>M a c h i non amel sc stesso,ci < l i ' chi ru o n h z l u n b u o n ra p p o l ' to con se stcsso, non pui l avcrlri nerpl)urcccln il ptossinro. Ge s i r c l i c e : n Anra i l prossi trro tl l o conl e tc Qr-ra n c l o si a gi ) pl ' cscns tc s s o D p , l ' c s u p p o n cc h c ncl l ' i rrdi vi cl r-ro "ant()rc pct'sd". Tt-tttitviit, quancltl quetc c srtrlo un tillc sto ri.lpporto intcriot'c t dctcriorato, l'uclnto non sitri) c q tri l i b ratamente ni ' si nd l ' al tro. i n g l a d o d i a rn ra re Tirlc squilibrio puo essctc plov()certoclit un c-ccc.ssct ilmel sc stcssopiir dcl prosdi "amore pe rsd" (uognut.l<.r s i r-r-ro c,l i c c Eu l ' i p i d e ) o cl a un di fetto. N cl pri ttro caso a b l ' ri a m <a l c l tc I' a rec c l n il narci si snro,con l ' i pcrtrol ' i a che sc stcsso c i c l c l l ' c g o ,p c r c u i I' i n d i v i duo non vc' cl c prrrpli intcrcssi. Nel secclnck) caso lat persona non ha ncssunrr l-idr-rcia in sc stcssa,sol{l'c di un complesso di t s i i n f' c ri o ri ti re s c n ti ra a suo ,l gi o sol o qui rncl op< l tt' isapcr qual cosa. c ri l ' i c a rs i1 -l cq r ualcuno o p c r s i e l ' a n rot' c pcr gl i atl tl i non si escl uL i trr.ro rc 128

88. La consapevolezza Mol ti uomi ni no n si r endon<t cont o di cid che-f anno da sv'celi, co.si c()nten()n sono cr_rscicnti di cit) che lirnno drlrnlcnu(). Eneclrro Luomo si di sti nguc clagli alt r i anim ali pr opr ir _r per il suo rrraggi<lr graclo di consapevrlez.z.a, che d non solo l a cosci enza dclle cose che lo cir condano m a anche la coscienza di sc stess<-l in rapporto a quelle cose. C hi c\ domi nalo solo dagli isr int i e dalle pulsioni del l a prnpri a ment e t conr c sc vivcsse' in un sogno a
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occhi aperti:si muove senzarendersiconto del come e del pclch6, agiscecome Llnautonla. umernihanno la stcssa Pelr) non tr-rttigli esset'i Ched oltletutto variabileda ttn moconsapevolez.'2.a. mento all'altro. Quante volte ci diciamo: uNon so perch !ho fatt<l quella cosa>, quante volte ci accorgiamodi agire come sonnarrnbuli! c'i scmpre si possaessere consal'levoli, Per quantct qualcosadi cui qualcosache ci sfugge,c'b se'nrpre non sianrocoscicnti. davverointelligenti,dovremmo conoPer essere scerenon solo tutte le nostre motivazioni,ma anche qr,rcllc di tutti gli altri. E chiarirmentenoi non ci troviamo a qucstolivello:il nostrolivellod appenaal di degli animali, d appenaal di sopra di sopra di c1-rello quello clelsonno e del sogno. il libro biblico del Siracide:nSeparli con Al'ferrrra uno stolto,parli con uno che clornten. quattro livelli di indianedistinguono Le IJpurtisnrl quello del sonno con sogni,quello consapevolezza: del sonno senzasogni, quello della veglia e il cosidperfettadetto "quafio stato",dove dovremmoessere mente"svegli". piir preEsistecomunquela possibiliti di essere senti in cio che faccianro. Il punto di partenzad ovviamentequello di renderci conto del nostro stato di sonnambulismo:questo d il primo passoper schiarirela mente. di volta in Il secondopassoconsistenell'isolare piir stiamo compiendo volta l'az.ione importante che su di essa.Il terzo e nel concentrarciesclusivamente passo consisteinfine nel liberare la mente da tutte quelle f'antasie e quegli stati d'animo che rappresentano deviazionirispetto al centro di attenzione. Ci accorgeremoallora che la mente si fard piir tra130 sparente,ci sentiremo perfettamenteequiliirrati lra il "dentro" e il "fuori", e usciremodall'annebbiamclrto in cui viviamo di solito. Capiremocosi perch6I'Orienteparli di "risveglio" per simili condizionidi chiarificazione o di "illurninazione". Non si tratta di stati mistici, ma di espcrienzeche sono alla portata di tutti. nUn giorno ci sveglierenro Dichiara Chuang-Tzu: c scopriremo chc tutto non d statoche un sognoD.

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89. Il presente Ric<lrdati chel'uonro nonvivealtrotempochequcll'istirnte chei il presente. Manco AunElro Limperatore filosoFo vuole ricordarci di utilizzarc nel miglioredei modi I'attimopresente e ci invita a non pcrder tempo in recriminazionisul passatoo in preoccupazioni sul futuro; l'uonro uo ha gii vissutcl il resto del tempo o non sa nemmenose lo vivrd., La frase pud anche essere considerata un consiglio a vivereogni situazione con presenz-a mentale, con grande immediatez.za, senz.a disperderciin inutili fantasie e immaginazioni. oQuando Scrive su questo tema Schopenhauer: intraprendiamouna cosa,dobbiamo prescindere da tutte le altre e sbrigarla,si da curare, goderee soppoflare ogni cosa a suo tempo, senza preoccuparci del resto:dobbiamo dunque,per c<-rsi dire, avereper i nostri pensieridei cassetti, e aprirne uno mentrc tutti gli altri restanochiusi.Con cib otten'emoche una grave preoccupazione non ci fard intristire ogni piccola gioia del presente, togliendocicompletanre nte la tranquilliti; che un ordine di pcnsieri non nc
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ll ' ' scacci un altro; che l'apprensione per una faccenda impoflante non ce ne l'accia trascul'are tante l-ninori' e cosi via". Vivere il momento prcsente, vivere un'espericnza alla volta, non farsi sopraflare dalle ansie pcr il {'utui saggi di tutti i tempi e di ro, d il consiglio che cli.rnno tutti i Pacsi. per il cloDice per esempio Gcsil: uNon affanr-ratcvi suc i nqui ctudi ni ' A gi i r l e m a n i , p l rc h 6 i l d o m a n i avri \ uLe bcS cncci t: E pcna> ' sua l a c i a s c u n g i o rn o b a s ti li volta chc Lrnil mA, veclrno, pcricoli chc stie fugg6no i pt' cocct' tci i nvece, N oi , h a n n c l e v i ta ti , s o n o tranqui l l e. passato"' pcr il piamo sia per il futuro che Ma, per poter viverc con una sinrile inlnrc'cliatcz'z a , o c c o rre u n a c e rta di sci pl i na mcnti rl c: ce nc i l cda c o rg i a m o q u a n d o s i amo presi da trtl ppi i nrpcgni ' al l ot' a S enti anr< > i nrrnagi ni ' tro i p i p e n s i e ri , d a tl o ppe i n i nrmcrgcrci e di i l b i s o g n o d i s ta c c are l a spi na q u a l c o s a d i v i v i l ' i c a ntec' di pi acevol e' D i s o l i to ri c o tl i a n r o a qual che di strazi one' che' ha i l p o te re d i fa r:c i d i n renti care pcr un po' ci t) chc ci prfo..upo. Poi, perir, alla prima occasione' tutto riprima; oppure lit distraz'iclnepud nlitncaio.no ".r4" re o non essct'esut'l'icicnte. E meglio dunquc disporre di ur-rmctodtl che ci consenta di afll-ontare un sokr ploblcma alla volta' Quansodo ci accorgiirm<lche la me nte inctlnrinciit il essel'c opcrilrc un' slbt'ztl di pra{I^tta dille ansie, c6bbiirn-r<l pet' dcre to n c e n tra z i o n e s u un uni co punto e l tl sci ar tutti gli altri; dobbiam<l ditrc rcquic al petrsict'o' Se non ci riuscianro, possiitnlo aiutarci con certe te c n i c h e Y Og a : p c r escmpi rl , l ' i ssando I' attcnz-i one s u l l ' a ri a c h e e n tra e d esce dal l c-ni tri ci , ol )pul ' c l acendo convel'gere gli occhi in un punto mcdiano' 1-rosto idealntente tra le sopracciglia' Qucsti sistemi hirnno il vilntttggicl di non t'ic<lt't'ere t32 a clistrazioni, nra di farci conccntl'arc su qualcosa di attual e e' di vi vo: uscianr r > cosi dagli uppcst ant i lunr i dc:l l a nrcrrtc c r it or nianr <l alla lealt l\ c<ir . r cr ct a, chc i sr-mp| e nren() spi- r vcnt osa cli quant ( ) possa : . r ppr . r |ir c rnaginazi one. al I'ir-n E bene ri co r dar ci di una ll'asecli M ar ziale: oNon d da saggi o di rc "r 'ivr 'o". Vi'u'clcclonr ani d gia t xr pp<t tardi : vi v' i r> rr. si, .

90. Il godimento c, pcl quant ( ) nr olt eplicc sia qucslo C l rigodee nel n r onr cnt o gt>tlirnr:nto, scrtrplc inrnediato,pclchi'i'ncl nrortte nto. cglir-\
S ottt,l K tt H x ti (;1,\R t)

B ench6 K i erke gaar d dia a qLlest alr ase un signil'icat o negati \ro(c< tnclann: r nckl il clt i ( scor gL'ne I g<lclir t r ent o scnso e' l cl sco po clclla vit a, ) , noi clobbianr o dir c chc, ;rcr la pienezllr dcll'esistenza, il piacere t essctrz-inle, Fla quest i due al rncno ti l nto quant o la sof f l'r 'enz. a. estrc-mi si edil'ica la personaliti. Ma con una dillerenza: che d piir facile replimere i l godi mc.ntoche il dolor e. pon'e a londam ent o dclla vit a il solo S e i sbargl iat o gocl i rrrcnto, i ' alt r et t ant o er r at o pensllle che, senzit di ess()- e, specif 'ichiam o,sc'nz. ir uua nr ussicciadose di pi acere -, possilno cl'escer eindi"'icluisani. La cult ur a repressiva per f-ortuna ha I'atto il suo tenrpo, lrra, i.r ogni cri si socialc, ecco che si r il'anno vive le ideologi e' e l c rel i gi oni chc vcdono nclla c<le lcizione ogni sol uzi one ai pr oblcr ni dell'uor no. t r a piaU n al tr< len 'or e i sot t olincar c la dil'{'cr cnza cel i " materi ali" e piacer i "spir it r : ali": in ef f et t i in r r r r rupp()l ' tosess uale,godut o I 'inclin lbnclcl,puo esscr ci pi i r spi ri trral i ti chc in cent o nlessccilnt at e.

Forsesi pensadi piD alla religionee a Dio quando si d infelici, ma si e certamente piir vicini al senso della vita quando si gode.Il piacere,come il dolore, struttura il s !,lo solidificac lo spiritualizza.Semmai l'unica distinzionepossibiled fra un piacere(e un dolore) che dilata i confini dell'io e lo arricchisce,e un piacere(e un dolore) che li restringe. Ma non si pud stabilirea priori un elencodei piaceri che abbrutiscono.Lasciamo che ognuno laccia e decida da solo. Il compito le proprie esperienz-e della cultura d di informare, non di vietare. Il grande insegnamentodel godimento d I'immeb la capacitddi far vivere nell'attimo prediatezz.a, volontd ed esperienza. sente,unificando pensiero, Ed e il miglior-e antidoto alla tendenzapcricolosa della mente a costruire mondi immaginari. In tal sensod il metodo piir eflicace di "igiene mentale" dalla natura. messocia disposizione ull ScriveD'Annunzio: piacered il piD ccio mezzo Colui il quale molto ha sofferto d di conoscimento... di colui il qualemolto ha gioito.o men sapiente

9l.La liberth d in catene. e dappertutto Luomoi natolibenr, Roussaeu JEeru-Jaceues e dei reginon sonosoloquelledell'indigenza Le catene con mi totalitari,ma anchequelleche ci t-abbrichiamo privi di vincoli. essere mani. Non bast:r le nostrestesse liberi,. saperessere ComedicePersio, "bisogna Dalla societirci vengonotanti condiz-ionamenti, non sempresotto forma di divieti o di costriz-ioni, suadentidi chi ma anche sotto forma di messaggi sembravolerc'soltantclil nostro bcne. I genitori, gli
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insegnanti, i politici, i religiosi,i pubblicitari e via di_ cendo fanno a gara per offr-ircibell'e fatta la nostra fclicitd: bastaadcguarsialle loro regole. Nessunoci fa una violenzaesplicita. Per'<) siamo noi che dobbiamo vivercin prima persona,siamonoi chedobbiamopensare con la nostratesla. Ed d proprio questoche ci vieneimpedito,talora con le rligliori intenzioni, talaltracon unavolonti di donrinio. Maturare, crescere, diventareuomini, significa prenderein man<-l le redini dclla propria vita e cercare di essere se stessi. Ma, per riuscirea farlo, dobbiamo prima esaminarecriticamenteil complessodi valori e di conoscenze che ci d stato dato. In questo percorsodi libc'razione, le difficoltd e gli ostacoliso_ no innumcrevoli: oltre a quc-lli scontatidi chi non la pensacome noi o di chi vuole influenzarci, ci sono quelli che ormai abbiamointroiettato. Nel processo di enrancipazione, gli awersari piir peric<tlosi sono i nostli stessicondiz.ionanrenti, sono Ie idce e le convinzioniche abbiamoadottatosenzarendcrcene conto.Occore quindi una buonadosedi autocritica:la capacitA di prendere le distanzc da noi stessi. SostieneEpitteto: nNessuno d libero se non d padr-one di se stessor.

92.Le ambizioni
Iinccre, a oqni c<tsto.

Chi c\privodi un'educazione spirituale prctende sempre di Purorur

"Educaz.ione spirituale"significaessc'nzialmente autocoscienz.a e autocontrclllcl. Chi non riflette e non medita neancheun po,, chi non d capacedi autocritica,chi aderisce completat 35

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mente ai propri sentimenti di amore e di odio, chi al primo impulso che gli passaper la meuobbedisce te, non d in glado di donrinarequella carica cli aggressivitd chc tutti abbiamo in partenza. i un di negativo: non d in s6 qualcosa Laggressivit2r con glialtri animalie checi d istintochecondividiamo questacarica, non avessirrro utile pe'rsoprawivere.Se' la forza di esplorare,di dinon avremnronen-lmeno di amare,di reagire,ecc. fenderci,di conoscere, problema il dell'uomo d che questaforza, non Ma pii regolatadalla natura, pud essererivolta contl'o Puo quindi diventase stesso. tutto e tutti, compl'eso vera c propria, violenza re distruttiva.Al di lir della in mille modi diversi:d l'anrl'aggressivitisi esprin-re bizione di vincere,di divcntaresentprepiir potentee il primo, in qualunquesettore. ricco, di essere fondamendc'll'ambivalenz-a Ecco un altro esenrpio tale degliistinti,del latto che per essiil benc'eil male sono divisi soloda un capello.Bastapoco perch6quedia originea lottee a conllitti. sta spintapositiva e competitivod talnrenteradiLinlpulso aggressivo cato in noi da esprimersianchenel campo dellacultusi ra e della religione.Per esempio,i discepolidi Gestr misero un giorno a discuteresu chi tra loro fosse"il piir grande",dimostrandodi non aver dimenticatole il loro anrbizioni.Il macstrorispose:"Chi vuol essere primo, si lacciaultimo e il servodi tutti,. pc'rdnotare che la rispostadi Gesirnon Dobbiar-no ulinlatti,anchechi vuol essere d priva di ambiz-ioni: e la volontddi tinro aspiraa un primato.Lambiz.ione stespredonrinio,pur essendostate finora il nt<ttot'e' la fine: sono anchesegnarne so della storia,possono questefrlrzeche ci hanno portato a costmire armi di scriprecedentie a devastare una distruttiviti senz-a gli arlbicnti naturali. E, in ogni caso, teriatarnrente untane. sono le causedi gran pirrtedelle sol'lerenze 136 Occorre dunque un cambiamentodi cultura, che ponga in primo piano non la meta o la conquista,ma la quarlitd deglistatid'animo. Va infatti dettocon chiarezzachenessunuofflo potr) maritrovare la vera serenitd se sar2r dominato dall'ambizione di averesempre piir primo. di e di essere sempreil Ma soprattuttonon pace sulla terra finchd i suoi abitanti ci potri essere non adotter-anno idealidiequilibrioe diarmonia. nE instabilenon solo l'ambiz-ione DicevaSeneca: ma anche ogni forma di cupidigia,perchdper essa non esistenessunpunto di arrivon.

93. La salute dell'anima


I'anima, giova anche al corpo. Cid chc soller,'a SnNecn

piccoQuanto piil restringiamoi nostri interessizrlle le beghedellavita, allechiercchicre aglispettacoli in, sulsi,alle lctturc d'cvasionc e allc pure nccessiticlella soprarruivenz.a, telntopitr si impoverisceil nostro quanto piir spirito;e si irnpoverisce il nostrospirito, tanto pii-r ci troviamoprivi di difesein casodi crisi. Dovremnrotutti abituarciad allargarei nostri orizzonti, a rialzareperiodicamente il capo dalla mangiatoia,non sololeggendo e meditandole operedeigrandi ma anchecontemplando saggi, la macsti dellanaturae del cosmo,oppuresemplicementc dcconclizionando Ia nrente.E in tal modo che,secondoun'espressione del Taoismo, si giungea "nutrirclo spirito". per un Decondizir-lnare la mentesignifica svuotarla po'dalledottrine,dalleintcrpre tazioni, dalleopinioni e dalle idee ricevute.Per comprenclere il Tao, la Via, dobbiamo far tacereil chiacchicriccioclei pensierie I'animat sollevarc al di sopr:ldcllequestioni mc'schine.
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t(Non si pud parlare del mare a una rana chiusa nel suo pozlo> dice Chuang-Tz-u. Il n o s tro s p i ri to si al i rtcnta esattamentc' ccl me i l nostro corpo, ed i giusto trovare per errtrambi il cibo migliore. Mentre perd compiamo tanti slblzi pc'r cercare cibi prelibati, ben poct-rfacciamo per alimcntare di ci o che si amo. I' a n i ma , c h e d p ro p ri o I' essenza F i n d a rl l ' a n ti c h i ti si d ri c< l nosci utal ' i nterrcl az.i one fra psiche e soma. Scriveva per escmpio Sencca: uSc v u o i s ta r b e n e , c ura i nnanzi tutto l a sal ute del l ' ani m o , e p o i q u e l l a d el corpo, che non ti coster) mol to,. B e n c h d i l d u a l i s mo di certo pensi ero txci dental e abbia finito pe'r itrvcntarsi una neLtil scparaz.ionefra s p i ri to e m a te l i a , ai saggi non d mai sfuggi to che tutto c i d c h e s o l l e v a l ' ani nra gi ova anche al corpo. Forse la posizione piir equilibrata c\ quella esprcss a d a Mo n ta i g n e , i l qual e scri ve' ;uC he l o spi ri to ri s v e g l i e v i v i f i c h i l a pesantczza del corpo, e i l corpo dello spirito e la rcnda stabilc,' freni la leggcr"ez-z.a

)4. La gioia i una gioiacttstante. piircarattcristictl dcllasaggczza Il segncl


Mtctttt- D B MoN IAIGN E

tutti, perchd d limpida armonia, E assenza di turbamento. Ma l'educazione sociali e i condizionamenti <Sarrai la oscuranoprecocemente. lelice,, ci dicc la societd"non perchegodrai del piacerecli esistere, ma solo se sarai abbastanza ambizioso da farti una buona posizionesociale.oIn tal modo-lo stato di tranquillitdnon viene piu percepitocome qualcosa di dato, come qualcoszr di nitturule,ma comc una meta da raggiungere con grandi slrlrzi. Il percorsodella saggezza consisteallora, prima di tutto, in un processo di spoliazione o di deconclizionamento, che riporti all'essenza della rrostra conclizione esistenziale: nto,basae,poi, in un'attivitir di mantenime piacevolezz"a ta su uner difesadclla narturale clell'essere. La sereniti non si presenta piir conreuna meta da pr"ezzo conquistare a di duri sfbrzi,n1a comclo statod'aproprio nell'assenza nimo checonsiste di ognisfbrzo. Scrive Seneca:nll risultato della saggczza d una gioia stabile: l'animo del saggiod come il cielo lunare, semprelimpido. Hai dunque una buona rugione per voler essere saggior.

95. Il distacco I saggi per dcll'antichith non provavano nd attacc.rmento la vitanc3 per la morte' omore cruANc-Tzu Nella nostra civilti si senteperiodicamenteesaltare l"'amoreper la vita" comesefbsseun valoreda calcleggiareoppure un prodotto da vendere, come se l'c-ssere non bastasse giustificare questo a sestesso. Sesi sc'nte bisogno,evidentemente abbiamo talmenteimpoverito e soflocatola vita da dover poi ricorrerea campagne pubblicitarieper sostenerla. Nelle civilti in cui
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non Questopensieroci dice che acquisirela saggezz.a sposad accumulareun insiemedi nozioni,e neppure ma utilizzareuna "tecre una [ilosofiaouna religiclne, mirata a ottcncrc e a consernologia dellacoscienza" dalla sereniti. vare uno statod'animo contrassegnato <TratutSchopcnhauer: Scrivea questoproposit<-r feti i beni, quello che ci renclepiir immediatamente lici d la serenitddell'animo, perch6 questa buona se stessa)' qualitdgratificasimultaneamente comune a La serenitdd all'inizio una condiziclne t38

t(quella esiste un rapporto equilibrato con la natura o valga se si chicde esternzr q.,"ilo interna), nessuno " quel Esattarmente basta' no la pena di vivere: si vi'u'e.e c h e d i c c v a C h u a n g -Tzu dcgl i anti chi saggi ci ncsi ' An c h e i l ra p p o rto con l a mortc d cornpl etamente c a n rb i a to . M e n tre una vol ta era un fcnomeno naturale, da vivcre c dit contcmlllarc', ora scmbra qualcos a d i i n n a tu t' a l c e di vergognoso, uno sczl cco'un Ll clit nitsconclcre. I due attcggiamenti sclno n-riliaz.ionc c o rre l a ti : p e rs o i l senso spontaneo del l a vi ta, si smarrisce anche il scnso clellir mcllc'' di una ci vi l td chc ha soT u tto c i d d l a c r-rnscgucnz-a vi ve s ti ttri to i ri v a l o ri n a tul al i i val ori soci al i ' N on si piil pcr il piacc't'edi vivere' nlil pcr lerggiungcre degli obicittivi: si tl'attlr cli l'arsi unal p,sizit.rnc di prcstigitl' si a i n qucsti .l vi ta si al c 1 i p ro c u ra rs i u n tl tton pcl stt.r (c rrc n tl tarn l e ntc ) n cl I' alt ra. vi rtuose e I c t' c c l c n tis i p l c di sp< l ng()noccl n i tzi t.rt-ti moncl o" : pi i t ncl l " ' al tro ri pagati l l cn c s s c l ' e mc ri to ri c a vitl"t con i qltcstit in litnntl chc ct-lsit stcssil o mcno lzl chc I' i dea D ' al trrl ncl e, pct-tsi oni ' l c e c o n c o n ti i n l ta tn c i t i l capi tat' i nl r' rnera che banchi ere c l i r.tn is t pccie Dio siar cvangcparabtl l c cl al l e l e i n v c s ti to Vi c n e c l i t' cttamcnl c da l :rr l ' rutt:trce di i nte | cssi cl ari l i c h c a b a s ec l i ti .rl cnti s c u o te rc :i i l p o rta to del l c rcl i gi oni l evanti nc' C h i i n v c c e n o n credc i n nul l a, spcra i n qual che s c o p e rtti s c i c n ti [ica che vi nca del i ni ti vanrente l zt si [a imllarlsirnllrrc() conselv.Il'e in .^clmorte e qr_rincli le fi'igoril'cre. in qualchc t'csLttlcz'itlnc:chi ncll'alTuiti s1-rct'ano d i l i r c c h i , p i i r p ro sai canl cnte, i n qtl csto stcsso monfi c l o . E l a t" ,,l ,,g i a garanti sce ai fcdcl i un rccupctrr natlc arnchcclcl crl4ltl. D a q ttc s to ti p o cl i spi ri tual i ti r, cl rc osci l l a trarpcrdi ta c l e l s c n s o g c n tti no cl el l a vi tar c ncgazi onc del l a ci si ncssun tipo di scl'cr-ritir: nrol'te, ntln puil clct'ivat'e 140 cost i quel che attacca nro r bosam ent e zr ll'esist cnza, costi , e si vede.la nr or t e com e una per dit a di t ut t i qr,rcibcni ch c abbiar lo accunr ulat o con t ant a f 'at ica. alla st essa A nchc I' i o v icne consiclcr at oun possesso, stregua di u na c: . r sa o cli un'aut om obile. Non potcvanro non I'inilc cos) dopo che.per milleno di apesalt at o ogni t ipo di at t ar cczr m ente ni abbi anr<t parl cncnza. Abbian- r onci conl'r ont i dclla vit erlo st esso ti po cl i rapp or t o che l'avar o usur it io ha nei conf r ont i I suo cl cn ar o:dobbiam o sf iut t ar lar ,dobbiar no t csaucl e riz.'larla irl massimo. E, cli ll'ontc a qucst<l attcggial per t r inr oni. nl cnto, l a nrof le c cclnr cun ladr r - di piir U na ci vi lt i cquilibr i- r t aclcvc csalt ar e il valor e dcl di stacco , non solo dai beni e dallc am biz. ioni, m a anchc cl i rl l avit a c dalla m or t e. I saggiclcll'antichitir, scriveChr"rang-Tzu, "non si rarllegravrrn()pcr la krro csistcnz.ite non si acldoloravano per la l<lruscompirrsa;r''cnil,ano natutalmcnte e se ne andail kr r o inizio e vano natul ' alnr cnt e. Non clinr cnt icavano non ccrcavano li.rloru I'inc.Acccttavano sercnzlmenteil dcstino c poi restituivano la vil.ascnza prcoccupalsi,.

96.La diversith Chccos'i l'amorcsc'non capirce gioire dcl fattoche un altro c oppost<l vive,agiscc al nostro? c scntc in nrodoclivcrso Ft<tuuntct t N lt,r'zsctte Quando si pretcnde clre l'irltro sposi [c nostre idee e i nostri conr pollam cnt i, quando ciod si vuole che divcnti ugualc ir n<li, non lo si anr ir a[ 'l'at t o:in r ealt ir non si ri csc c'a uscir c dal pxr pr io egocent r ism o. Alli.rlrascdi un similc attcggianrcnto c'Dla convinzione cli esseredegli insupcrabili nroclclli di ril'erimento, e griruclcplcsunz.ionc.C'd gcnte chc non atriquincli ur.rir
I Al Itl

I_
va ncppure a porsi il problema se il proprio sistema di vita siit clawct'o il miglior"e:appena entra in contatto "convercon il memblo di un'altra civilti\, ['adi tutto per di senla nlancanza tirlo". ll motivtl E sempre lo stesso: propria aggressivitd' so critico, l'incapaciti\ di vedere la della l'amrlre d solo un'espressione In questeconcliz.ioni posscssiviti\,e finisce per essereautolesionista' Poich ! inlbtti csso nascedalla diversiti, I'ornologazionedell'altro clitlina a poco a poco ogni interesse. Bcn diverso d il sentirnent<lche non vuole n ! conq u i s ta re n 6 c < l n v e rti re n !, tanto mcno, ctl nl ormat' e' d u " rt,, a ttc g g i a m e n to , p ur nascendo come i l pri mo d a l l a c o n tl a p p o s i z i o n e , non i ntendc nd negarl a n ! e l i m i n a rl a , n ta n e ri c o n osce l ' i mportanza l bndamenta l c p l o p ri o p c r l a s u a s tcssa sopt' aw i venza' P erfi no l'anrirre ili sd - fa notare Nietz.sche - nllsce da una dualitir che ntln pud e non dcve essere cancellata' Per nrolti, inve'ce,l'amrlre tende irresistibilmente a sopprit-nere la dilformitl, a ridurre tLltto a un unico u n l n l u rr,, i n c l i s ti n to ; u n ri sul tat< l che non d mol to d i s s i mi l e c l a q u e l l o d e l l 'odi o e del l a guerra: di strugl ' ani ma. g c rc I' a l tro , o a n n i e n ta rt' ne Cclntepossiamo capite se qualcuno ci ama? La risptlda Platone,che ci ofli"eil seguentecriterio cli sta ci ,u'icne uTi anra soltetntochi anra la tua anitrta"' verilica:

97. La beatitudine sono al tro che momenti di e I mo me n ti d i b e a ti tu c { i n non di attenzionecoscientcal mascristalliz-z.ata, mcditaz.ione sinro clcllasua esPressit>ne. OsHoRa.lnresn La nostra attenzione varia da un minimo a un massinr<l:qr:ando si trova al minimo, noi agiatmo inconsa142

pevolmente,automaticamente,siamo come addormentati; quando invece d al massimo,ci sentianro svegli, lucidi e presenti. Istintivamente siamo tutti alla ricercadi momenti appassi di attenzionc' onata:nell'amore, nell'arte, nello spettacolo, nel viaggio,nel rischio,nellascoperta, nella noviti, ecc.Ci dimentichiamoallora dellepiccole beghequotidiane, ci litreriamoper un po'del nostro ego ingonrbrante e scntiamodi fare esperienze vitali. Poi ricadiamonell'abitudine, ncllanoia,nellaripetitiviti, nellaquotidianita, nelladistrazione. Loperazionemediantela quale l'anima si risveglia e si rivitalizza d un atto di attenzione. Un quartod'ora di vera attenzione- dicevaper csempioSimone Weil - distruggeun po'di male in noi stessie vale quanttlmolte operebuone. il pensiero, di lasciarlo Si trattadi sospendcre vuoto, disponibilce penncabileall'<lggctto; tutte le conoscenzeacquisite sonomcsscfra parentcsi, in prossinritd dclla coscienza, ma it un livelloinfeliorc;la mcntecontempla come dall'alto,in attcsa.Questad la posizionedi nrassima riccttivitdc climassima attenz-ione. Ncli non siamo abituati a escrcitarel'attenzione: lasciamo che sianogli oggettiad agirc su di noi. Ma se la rivolgianro dcliberatanrente sul nostlo sd e sui nostri stati d'aninro,ecco che diventaautoconsapc'volezz,a. questatorma di coscicrrza Sviluppare rendela menpotenziandole nostre facolta. te chiara e ricettivar, Nello stesso tempo,proprio la trasparenza nrcntaleci riportaa sentimenti di sercnitie di equilibrio. Non si pud fare dcll'autcntico benc - sclivevaancora SimoncWeil - sc non si d attcnti e consapcvoli. Aggiungiamo chc non puir esscrcigioia nclla disattenzione, nella nreccarnicitir dei cou'lponantenti, nella noia.
t . 13

Ogni momento di felicitir non d che un momento d i i n te n s a a ttc n z i o n e . N e l D l ttn ttttu p u tl a trovi anto sct' i tto: nLattenzi onc b l a v i a c h e c o n d u c c a ll ' i nrmot' tal i ti t,l a di setttcnzi onc ts l a v i a c h e c o n d u c e al l a mortc: gl i atter-rti non n ru o i o n o , i d i s a ttc n ti sono come gi i t nrot' ti u.

98. La realizzazione Quandoci scntianrodirc claqullcuno chc lit nostrirconclipcrcl ri ' nonsi i tnttr pcl t()sa, c tc r-r' i l ti l nrcnte z .i o n c E mc s c l ri rra i : . Sltlcnd icla possi amtl rcpli car-gl i n(' govcrnatot-i, nd consol vi ti t:rtottsi r.tl ttt-r i t nostt' a e i nvi cl i abi l lc i l a n o s truc o n d i z i o n c I i acltt lutot'i,. n(' servi n(' mcndicanti, ni' schi a'"'i, rt Pt.trr,rn( Il n o s tro c o n rp i to n o t.t d qucl l o di cl i ventar-cpcrson a g g i i rn p o rta n ti , ma d i di vcntat' e noi stcssi . o il conrpenso modcsto che'ci Non d il tipo di lar"<'u'o inrpcclisconodi ct'csccre,ma il scrvilisnto, il conlirrrr-rismo, la dipcnclenza psicologica. Sianro t-toistcssi clte, della nclin qucsti casi, restt'ingiamo lzrcirconf'ercnz.a s tra a n i n ra c c i l i n ri ti a n ro a vi vct' ci n l tno spazi ttnteschi n o , ri n u n c i a n c l oa s v i l upparel e nostl e ;l otcnzi al i ti . Qu e s to v a l e a rn c h cp et' mol tc al trc fol ' me di sr" rb< l rd i n a z .i c l n e :i l n o s tro compi to non i cl i vc' ntat' c,pcr e s e mp i o , c ri s ti a n i o b uddhi sti ; non i di venti tt-c sepi L o nteno i l l ug u a c i o i m i ta to ri d i q ual che nti .l estro < -l cl i qucl l a chi csi t, mi n a t(); n o n d l h r p a r rtedi qLl estel di questa cl di qucllarcongt-cgitzit-rne ; cli esscre l)attezz :a l i < t c i rc o n c i s i . l l n ostl o compi to d t' eal i zzi tt' cnoi stessi, D diventare n-rattrri,d ct'cscct'c. chc un gi ot' no, pcr Qu a l c u n o s i i mn ta gi na un D i < -r p a ra d i so, gl i chi cdcri r l er tcsscra di i n fa rl o e n tl a r-e p i u i l ntcno conre tni tni tget-di un o a p p a l tc n e n z a ... 144

club privato. Ma forse quel giorno qualcuno o la sua stessacosci e nz: rgli chieder d scnr plicem cnt e:<Lascia perdere i tuoi t it oli, it uoi r uoli c lc. t ue car iche, c dimnri che cosa hai fatto clclla tua vita. FIai rezrlizz.ato te stesso?Sei divcnt at o un uor no?o. uIl nostro gr ande e glor i<t so capolavor : g, scr . ive Montai gne o0 viver e convelient em ent e; t ul. t ele alt r e cose, regnare , : . ur m assar t esor i, labbr ici. r r . c, non ne sono che appendici e am m ennicoli in pit r . , E Gest chiar isce: "A clt e giova all'uom o aver glr adagnato il mondo intero, se poi harperduto o rovinato se stcsso?>.

99. Gli eccessi Nessunmaggiorsegnod'essere p()col'il<lsofo e saggio,chc volcrc. saviae'lilosof'ica ttrna la r,'ita. GrncouoLtopnnor In e{[etti, voler esse're saggi tutta Ia vita signil'ica non aver capito la dialettica degli eventi e dcgli srati d'animo, il continuo alternarsi delle coppie di opposti. La saggezza d un tentativo di tenersi nel mezzo, di riportare verso il centro una ban'a che sbarndaora da una parte ora dzrll'altra. Ma non sarebbe intelligente credere che, senza quegli sbandamenti, scnz:r qtrelle cadute, possa esist er e ugualnt ent e un equilibr io. Larmoni a es ist e per ch6 esist ono quelle t enclenze contrastanti, que'gli sbalzi. Paraliasando Pascal,potremmo dile che negli squilibri, negli eccessi,nelle passioni e negli errori c'd una saggezzache la ragione dualistica non ric<tnosce. Nessuno d piir folle di chi vuol essere semprc saggio: in realti si tratta di una persona clevitalizz.ata, di un uomo che crede di esserevivo mentre d cia nrorto.
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Non dobbiamo quindi reprimere le emozioni (rabbia, indignazione, amore, gioia, dolore e cosi via), ma mantenerci consapevolidi cid che proviamo e riuscire sempre a ritrovare il centro di equilibrio; riconosceregli errori, come anche saperli superare; accettarei propri limiti e guardarsi con distacco; vivere comunque in prima persona. Dobbiamo tenere presenteche ci muoviamo in un mare continuamentemosso dai venti, nel quale, oltretutto, i periodi di bonaccia non sono quasi mai i pii memorabili, i piir istmttivi. Non dobbiamo illuderci che esista una rotta predefinita e un metodo per seguirla senza deviazioni. Tutto d mutevole e afmobili: ecco perch6la dote fidato a facoltd anch'esse della flessibilitdd la piil impotlante. Diceva Solone: nl-a cosa piir difficile d cogliere che sola reca in s6 I'invisibilemisura della saggezza, i Iimiti di tutte le coseo. 10O. Cambiamento e permanenza bisoci dice cheabbiamo che finora possediamo Il sapere di anche bisogno ma abbiamo gnodi cosechecambiano, cherestano. cose
Gloxcto ASRAHaN4

Proprio perch !tutto cambia intorno a noi e in noi, b che qualcosarimanga fisso. necessario e muoiono, il corpo si moLe personeinvecchiano difica, le idee si evolvono,I'ambientemuta aspetto, la storia inanellaun awenimento dietro l'altro, i sentimenti si modificano, le cellule si differenziano,il e si contrae,il tempo non ci si espande cosmo stesso dd tregua, tutto scorre, tutto si trasforma... e noi sentiamo il bisogno di un centro in cui riconoscerci:il
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mozzo della mota, I'occhio del ciclone, il nucleo del nclstros6. Il diverrired resopossibiledall'esistenza di un centro fisso, nei confronti del quale le cosepossanomotare. Esiste sempre un punto di riferimento in rappofto al quale si definisceil muqmento. Se abbiamo un animo conservatore, se temiamo il cambiamento,ci abbarbicheremoalla tradizione, a cid che rassicuranella sua apparentecontinuitd. Se siamo degli innovatori, se vogliamo superareil passato,punteremoinvecesulle possibilitedi mutamento, che possonoofl'rirci qualcosadi inusitato. La realt?r comunque d una mescolanzadei due processi,un'alternanz.a dialettica che d anche complementaritd, perch6cid che permanenon devebloccare fino in fondo i cambiamenti,e cid che muta non devedistruggere ogni punto di ril'erimento. Anche di questo rapporto dobbiamo tener conto ogni volta che sposiamouna posizioneo I'altra: siamo a nostra volta agenti e strumenti di un gigantesco processodi interrelazione, di una danla cosmica, in cui ci troviamo ora da una parte e ora dalla parte opposta. Nessunod soltanto conseruatoreo innovatore: i ruoli si alternano di continuo. nella societire dentrodi noi. Se non avessimonella nostra interioritd un centro, un perno fisso cui aggrapparciquando tutto muta vorticosamente,finiremmo per non riconoscerci pii, come certi alienati che non si ricordano chi sono. Questo b il porto sicuro, il rifugio, I'isola nella corrente su cui ci ripariamo ogni volta per riprendere fiato, per osservareil cambiamento e per fare il punto della situazione. Prima o poi dovremoriprendereil viaggioe rimetterci in acqua;ma sappiamoornai che possiamofar affidamento nei momenti di crisi su questa oasi di tran147

quillita e di riposo,dove possiamoapprodareogni sera per ricrearci lo spirito. per ritrovare noi stessi, uL;t natura Scrive su questo tema Schopenhauer: imdell'uomo,risultantedi una parte assolutamcnte mutabile e di una parte che muta regolarmente,in due modi opposti,spiegala diversitirdei suoi aspetti e della sua validitir nelle dil'felentifasi della vita,' uGli uonrini che si attengoEilWentzu specifica: nla non internaesternamente, no alla Via cambiano il mezzo con cui ind esterno mente.Il cambiarnento l'immutabilitd gli uomini; altri teragiscono con se stessi.Duninterna d il mezzocon cui conservano que, se hai un controllo interno stabilee sei in grado muovendodi contrarti e di espandertiesternamente in tutte ti con le cose,allora puoi evitarel'insuccesso le tue iniziativeo. 101. Coltivare lo spirito e la propria Si falsail propriospirito,la propriacoscienza guasta stomaco. lo comeci si ragione Nrcot-ls re Cnauronr lungo e difficile, ma Diventarese stessiB un processo Si grande dell'esistenza. compito d anche l'unico parle decondi proprio lavoro, in tratta di un vero e dizionamentoe in parte di reintL-grazione. Molti sono coloro che congiuranocontro l'identiti del giovaneindividuo. Genitori, educatori,sacerdoti, insegnanti,ecc.hanno in testa idee personaiisu che cosa dovrd diventare il bambino e quindi agiscono per instillargli principi, valori, nozioni; raranrentelo amano e lo rispettanoal punto di permetterglidi esseIe...se stesso. Nei primi anni di vita, sfuggirea tale condiziona148

mento d impossibile, perch6, entro cefti limiti, esso fa parte el e l nor m ale pr ocesso di appr cndim cnt o. Ma, dal mon r L- nt oin cui la per sonzldivent a ct . lscient c di se stcssa, deve inconrinciare a l'arsi le proprie idee e a rendersi autonoma. [l processo non finisce mai, perchd anche quclle chc r it eniant o nost r c opinioni sono spesso lc opinioni di qualcun er lt r oche abbiamo adottartoscrrza rendcrccne c()nto. Da un certo punto in poi, perr), non abbiamo piir scLl se: si amo noi st essii r esponsi. r bili di cir ) che siam o, di vcnti anro n oi st essigli agcnt i clcllanost r ar liber azione o dcl nostt 'ost at o di subor dinazione. Cclm edice Nicol as dc C hzr m f or t ,ci guast iam o cln sclliil nost r o spir ito, i l ccctti l ncloo r il'iut anclover klr ic sist em i di vit a. D a una ce r t a et ir ir r avant i, ognuno i I 'iglio cli se stcsso e nci n pud pit ) invocar c - conlc alibi - i condizi < l namcnti s r - r bit iin pr cccclcnza. L:' r nostra civilt i m ct t e a disp<- r sizionedi t ut t i gam m a di r , alor i e di pr odot t i cr - r lt ur ali,e un' zrmpi ar ol ' l ' r' c anchc m oclclli clilicr enziat i di conr por - t am ent i: i n tal scnst-r siar no nr olt o piir f br t r "r nat idcgli abit ant i di al trc arec del globo, che r iccvono un inclot t r inanrcnto a senso unico. Q ucst a i la glor ia dcll'Er , r r clpa chc, nonostant c pcr iodici ccdir - nent ial t ot zr lit ar ism o, ha semprc s apLr t oche il pr im o dci valor i D la liber r i di cclscicnz.a. Tutt:tvia tale liberti va difesa e conseruata non sol o nei conl i unt i degli elt t acchiest er ni, m a anche nei conl l ' onti dei pr opr i er lor i, dclla pr opr ia pigr izia e di tuttc l e prop r ic f alsc idcnt il'ic: . r zioni. Al'l'cr nr aLa Rochcl oucaul d: uSiir m o cos) abit uat i a m ascher ar ci di I' rontc agl i a lt r i che ar llal'ine ci m ascher iam o di f r onte a noi stcssir . U no cl ci m t t di di gr - r ast ar si lcl spir it o consist e - secondo l e parole di Senc'ca - ncl ndar c gr anclc im por tetnzaal l c co sc chc dovr cbbcr o cont ar e poco O nulla, .
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E, tra queste cose, ci sono innanzitutto i ruoli sociali, c h e p e r n o i d i v e n ta n o una speci edi secondanatura. p c r i d c nti l i c:tt' cicon l ' i rnnragi nechc di n< l i F i r-ri a n ro sv< l l gi amoi u d i a m o a g l i a l tri , c o t r l e vari e ftrtrz-i < tni chc per cosi di re schi avi fa mi g l i a e i n s o c i e th:di venti amo d i q u e s te e ti c h e tte ,che ci aderi sconocome una second a p c l l e. C i d i m e n tichi amo chi si amo veramente, che c o s a c i s i a a l d i s o tto di qtrcsti t' i vcsti nrcnti . M a r.rn am a rl a tti a,una perdi ta, uni r cri si cl l a t' i nc' s te s s a d e l l a v i ta p ()ssono un gi orno farci ri cordare c h e n o i n o n c i c s a u ri amo i n si mi l i ruol i e che ci dobntti stessi , con i l nub i a mo a n c o l ' a c ()n It' ontarec< -rn c l e o p i i r p ro l b n d o dcl nostr' oesscrc,qucl l o che si nl i s u ra s u i v a l o ri e s scnzi al i cl cl l a vi ta e de l l a mot' tL-, d e l l ' a u te n ti c i ti r e d e l l e'l al si ti r, dcl l a gi oi a e dcl l ' i nl ' cl i c i td . Qu i i ri v e s ti n rcnti e i travcsti menti non conterno p i i n u l l a e v i c n e al l a l uce sentpl i cerncnte ql l cl che siirmo e qtte'lche valiat-no. Sc o p ri re mo a l l ora qui l nto abbi amo i ndcbol i to o l o rti l ' i c a to l a n o s tt' aani nra. Scrstieneil l,l/stl-tttt: "Lo spirito clell'uomo, in nrod o s i n ri l e a u n s e c c hi o d' l tcqua, i i aci l c da i ntorbi dare l i mpi do,. re e d i l fi c i l e d a re ncl e za a spostarsi da un luogo all'altro, da una persona all'altra, da un interesse all'altro, senza mai so[f'ermarsi a l un go su nulla, t el'ident cm cnt e il sint <t nr odi un' i nstabi l it d del car at t er c, di unlr m ancanza di centro. In simili casi, l'individuo si muove senza cosrrurto, senza una meta definita; come dice Seneca, non d lui che ha deciso qualcosa, non d lui che vuole andare vc'ranrenteda qr,ralchepal'te: d il tornrentcl intcri<tre chc l o spinge acl agir e scnza sost a. Oggi si tratta di una situazione gcneralizzata:i piir si muovono non perchi vogliono raggiungcre una certa rneta,ma perchi non liesconoa.starr l'er-rni. II movimentcldella societi i comc qrrcllo cli u n'eru tostr;.rda, n,en<)n d< ne rallentare nc ler-rnarlisenza eol-r'e l c il rischio di 1-lrcli esseretravolto, dove c'e\ quasi il dovcr-edi concr c. Questa d la difl'erenza che intercorre ernchetra un vcro viaggio, dove si gr,rarda, si conte ntpla e si imparer,e uno spostamcnto, dove la struda e il piiesaggio sono del tr,rttoindill'erenti, dove l'inrportante e\correre e atrivare; e questa d anche la dillcrcnza l-r'auna vita spesa a conoscet-ee a crescere e una vita spcsa ad agitarsi e a nruclversi. U n' esi stenzadcl secondo t ipo d quclla in cui non si trova mai il t ent po per I 'er m ar si e r if 'let t cr e: le esperienze non vengono approIonclite e non vel]gono assi mi l ate; r est ilno alla super f icie e non lasciano tracce. Lindividuo non an"iva a crescere: d come un eterno inf'ante che ripete scmpre le stessecose, senza mai i mparar e nienLe,senza m ai m at ur ar e. nE proprio da tale ottusitir mentaleo scrive Schopenhauer oche deriva quel vuoto intcriore impresso su i nnumer evoli f acce, e che si r ivela con la cost ant e, ecci tata att enz- ione a t ut t i i f at t i, anche insignif icant i, del mondo est er no. D Per non cadcre anche noi in questa vuota zrgitazione, dobbi amo ogni t ant o nt ct t er ci in una pclsiz. ione

102. Il movimento
da un l uog<al l l ' al trosono si ntomi I fre q u c n tis p ()s ta mcnti d i u n a n i n roi n s ta b i le. SnNt.cn n N o n i l u i c h e v u o l e andare,) scri ve S c' necadcscri v c n d o u n i n d i v i d u o i tgi tato chc c\sc' nrprcstato mol to c o n rl l n e i n tu tti i tc mpi e i n tutte l e soci eti \ (nl a non p u d s ta r f' e rm o .o Qu e s ta i n c a p a c i ta a restarc fct' nri , qLl estatcndent5 0

'tI
con distaccoe in silenzio di non azione,osservando qr:esto tipo di mcditazioE da noi stcssie il mondo. perioclico nostreattiviti dclle nc c di rallcntauretrto scnso nostra az-ione. della che possiamotrovare il nMentre popolo si il agita, il Dicc Chuang-Tzu: saggiosiedcimnrobilenclla sua stanzaD.
do A ri stotelc, consist e pr opr io *nel p<lt cr . eser cit lr . c scnza i nrpcclir - nentla i lacolt ir in cui si ecccllc,qualuncluc cssil siau. La scclta dcl lavrlr<tnon i cosn cl;.r poco. nUn buon nresticre dur-:lperscr-npl'e> dicc Petronitt. E si stono t cndenzc e disposizioni nar t ur aliche devono csscl'casseconc'latc., costi qr"rclclre ctrsti. Nessuno i pi i r sc ont cnt o cli chi f a un nt est icr e cont r ovogl i a, di chi ha una dot e e non la inr piega. nChi d nat o con un tal e nt o c pcr un t alcnt o, sost iene C<_r et he (trova i n es so la suarpiir bella esist enza. , Mol te cose dclla nost r il vit a subir ar nn<tcam biamcnti e' mut az. ioni. Scnt im cnt i, r appor t i alf c- t t ivi, sccl te rel i giosc, im pegni polit ici, convinzioni, ecc. potl ' i l nn() su bil'c not er , oli var iar z. ioni, conr par ir - c pe. r un po' e po i all- ievolir si e m zr gar i clilcslr ar si. M a un tal cnto, un n r est ier c ci acconr pagner at ut t a la vit a. N on c' c\possibilit a di r ealizziu'sispir it r - r alnt ent e se ncl n si csel c it ano lc pr r r pr ic lacolt i\ nt iglior - i,lc pr clpri c di sposizioni piu aut cnt iche. Tut t o st a nella scelta gi usta, e quindi nclla cor r osccnzit di se st cssi, e ncl l a gi usta nr isur it . S cri l e a q Llcst opr r r posit <t Dcnr ocr it o: nChi vucll vivcrc screno non dcve lavorale tl'oppo ni' pcr questioni ;l ri vatc ni' per quest ioni pubblichc e non deve scegl i crc < l ccupazionichc siano super ior i alle sue f br ze c al stro cl l ra t t cr e) .

103. Il mestiere
Beato c<llui che h:r trovllto il suo lavoro: n<tn chieda altra fclicitir. Tnoltas Cnnlyle

ma anche Il lavoro pud esscre {irnte di realizzaz.ione, c a u s a d i a l i c n a z i o n e : sc' e i mpt-tstoe sgradi to di venta una fatica scnz.ascns(),s()pp()rtiltasolo pct- stlprarvitcntpo e lc nostt'e energie vc-ngoverc, in cui il n<lstt'<-l scel to e cotl i sc D statc-r s p l ' ccattc; n o l e tte ra l n rc n te si trasfornra natur:tle, sponcle alla nostra vocirzione in un mczz.o pcr tt'tlvitt'csc stessi. A l ' fi n c h d d i v e n ti Ll no strLl mcnto di cresci ta, i nec e s s a ri o c h e a ttti v ic sostengi ti l mcccani smo cl i maturazionc interiore: si clovrellbc lavorzit'enon scmpliceper realizz-are la mcntc- per sbarcat'c il lunarrio, lt-lal p ro p ri a v i ta . l l n ro ndo, preso da tutt' al tri probl emi , s e n rb ra c o n ti n u a n re ntc di rnenti carsi di questa fondzrnrentaleveritit; nrit, quatndo si perde di vista la dim e n s i o n e i n te ri o rc , l a di mcnsi onc spi ri tual e dcl l e cose, ogr-riattivitir (contc irnchc ogni oz.io) si pu<)tras l o rm a rrei n u n a l ' o r rtcdi dcgt' adazi onc. Poichi il rnestierc che cscrcitiitmo occupa gran parre atl'idato al cate dclla nostfa vita, non dovt'cbbe cssr: i n ogni i mpegnarci cl obbi amo a l tr rri : v o l < l n ti s c lo a l l a r per cui qr-rello per n<li, qtrcllo lh pcr che trovare modo secon' I' el i ci ti r. C he, v a nostra dcl l a s i a mo ta g l i a ti . N e 152

104. Giudicarsi
E trn grave crrorc siu cledcrsi p i L cl i ci d ch e si e \,si a sti r.rtal-si nrcno di qLrclchc si vale. Jorr,rxNWor.rc,rNc Gourtrr

In el ' l l ' tti ,se p<t t cssim o vcdcr ci pc'r quel che siam o, se potcssi mo c onoscer ci obie u. ivanr e nt e , con le nost r e

I
I

e i nostri limiti, eviteremmouna gran quanczrpacitA a titi di errori. Quanti sbagli sono clovuti pr"<-rprio
Llna s()prrl\ /allttitzione o a ttna s()tt()villutaz-ionc'. C ' i c h i s i s e n te al cc' ntro dcl mondo, perno di tutto , i n d i s p e n s a b i l e, predesti nato, " unto dal S i gnore" ; e c'b chi si sente sempre infe'ri<tre,serupre in colpa, vera e propria "spazzarturildella terrer". S p e s s oq u e s ti d u e attcggi i tmenti si al tcrnano nel l a persona, chc ot'a vivc in Lln()stato di eulttria e stesser Il moti vo i o ra p re c i p i ta n e l l a pi i r nct' a dcl tt' essi orre. s e n rp re ' l o s te s s o : l ' i ncapi tci ta di gi r-rdi carsi ,l a non conoscenz.adi s6. B i s o g n i t c l u i n d i sottol i neare l ' i mportanz.a del l ' esan re c l i c c l s c i e n z a ,l ' abi tudi ne' a guardarsi con cl i stacco, c()nre se si ossetvasseqttalcrln altro. Questi escrc i z i fa n n o p a rte d i ci d che chi anri amo medi tazi one, u n a p ra ti c a c h e n o n ha sol o generi ci scopi spi ri tual i , n ra c h e s i ri v e l a c oncretamente uti l e per ri sol vere i n o s tri p ro b l e mi , p e r acqLti si rcuno sti tto di sereni ti r. se E, vero che - come cliccva Tlrgr-cau- (guat-dzrre voltarguardarc inclietro senza stcssi a ditlicile come s i ,, n ra d a n c h e v e ro che d l otrdantental e osservarsi s i a n e l l ' a z i o n e s i a nel l a qui cte per cvi tare i dol orosi e l ro ri d i v a l u ta z i one. vi si one equi l i brata Se i n fa tti n o n a cqui si amo Ll net d i c i < )c h e s i a n ro , dei pregi e dci cl i [' ctti ,ogni mi ni mo sbaglio ci getteri nella clisperazionc'e ogni sLrccL'sso ci fard credcre di essere piir di cid che valiamo; inoltre , n ()n d i s p o n e n do di un gi udi zi o nostro, fi ni remo per dipendere dal giudizio altrui, e qttesto accrescerd a n c o ra d i p i i r l a n ostra i nstabi l i ti r c i l nostro stato cl i dipendenza. D i c c v a P i e rre d e R onsard: uS ol o chi si conosce d padt'one di se stessor.

105. La solitudlne
Lindividuo pur) esscreintcramentesc slessosolo nclla sr.rl i tudi ne,e c hi non am a la solit udine non ant a ncm nt enola Iibeni, perch ! si d liberi solo quando si i soli. Antuun ScrropeNrreuen Qual cuno pot r ebbe sost ener e,al cont r ar io, chc siamo verament e noi st essi solo cluando siar no in soci etd, i n ra ppor lo con gli alt r i. M m si t r - at t adi duc livel l i di ver si dcl nost r o cg<l:la par t c sociale d quclla che deve a ver e le possibilit i cli int cr acir - ee di adat tarsi ; l a par t e piir pr of onda, qr r clla chc nr >idef inian- r o il "s6", dc.v'essc're il piu 1-rossibilc srabile, poich6 svolge l a stessaf unzione dcl m ozz<lcli una nt or a. E i nuti l e por si il pr oblent a di qt r ale delle due par t i si a l a pi i r aut ent ica: t ut t 'e duc sono ilut ent iche, sono parli diverse di noi stessi. E chiaro pr.r-ir che, nei rapporti con g li alt r i, d inevit abile una ccr la dose di [ inzi < tnc.N ella vit a sociale sono ncccssar .l'ar i _r t <lcont r clll o, i l tatto , la diplom azia e Lln'alt cr r zionecont inua al l e possibili r eazioni alt r r r i. Q t r cst o l'a si che una parte di noi resti scmpfe nascosla. In tal s enso, in societ d non siar no r nt t i cont plet anrcnle noi stessi. E pel questo chc clru,tnclo, d<lpo una gi ornata di lavor o in m ezzo agli alt r . i, ci r it ir iam o in cersanostra, ci scntianro sollevati, conte se ci togliessimo un peso o una maschera di dosso. In famiglia o con le persone chc arrri:.rmo1.lr>ssiamo essere pit - rspont anei e r ilassat i, nr a non siar m c. r ancora i nt er anr ent e noi st essi. E solo quando ci chi udi anr<lda soli nella nost r a st an/ . achc non abbiamo pi i t bi sogno n6 di m ascher e nd cli slbr zi di aclat tamento. Tuttavia non d finita: quando ci Lrovianro a tu per tLl con noi stessi, c'd ancora un c<lnfronto che dclb1.55

r54

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b i a mo a ffro n tat' e: quel l o con l a nostra ntente, chc n o n e \a l ' l ' a ttoun' enti ti ttni ca c ori gi nal c. L a mc n tc , i ri fatti , b a su;r vol ta i l portato cl cl l ' atti trti c v i ti r s o c i a l c e c()ntprendc nuntet' osc c()l .t.l p()ne l<ltrr. spesso in contrasto {'rat centri di coscienz.a, ognuno di noi ha un cgo ntaschi l c cl i Pe r c s e m p i < ), t'ivaziodcrivaz.ionepatclner c Lln cgo l'en-rnrinilc cli cle centt' i , pi i t o ntcrr< r n e n -l a te rn a ,nta anchc ti tuti arl tt' i tutte l c [' i gurechc s ta b i l i e ra c l i ci tti ,chc rappt' cscnti .l no h a n n o a v u to uni r certa i nl l uenz.a(anri ci , anranti , i nscgnarnti, saccrdoti, personitggi c:.rrisnraticic cosi viit): ctl sci enzl tc q u c s te p e rs () ncsono pl -cscntinel l a n()stl ' i t c o n ti n u a n o a pi trl arci o a scontri tl ' sidcntro di n< l i . Il n o s trrl cgo d cl unque costi tui to dl t ttna ti rl l a di p e rs o n a g g i c he conti nuano a esscre atti vi anche qui rndo stl sni at-ntit-tc , si tl q u a n c l o s i a n rclsol i ; pcrl ' i n< l magari di mcnti cato cl a atrtri . ta Iu o ri c l u i .rl cuno, L a v c ra s o l i tucl i nc non d dunquc l aci l c da I' i tggi r-rng e re . Il n u c l eo pri i r prof' ondo di ci i r chc si anto I' csti t s c m p rc b c n nascosto sotto mcl l ti ri vcsti nrcnti . scnrpl i ccnrcntc noi stcssi , pcr cssct' cl i P c r e s s e t' e b e ri d a o g n i sl orz.odi appari re e di ral tportarci , dol tct ctrnti b i a mo ri u s c irc a l ar-taccre qLl cstuc< l trtpl essi n u a a tti v i ti r n rcnti tl c, L o s c o p c ln on i ' scl l o quel l o con< l sci ti vo.R i trtl ' uare se stessi signil'ica recuperarc chial'cz.zitc scrcnitit, sig n i f' i c a p o te r fare i l pr-rntodcl l tt si ttraz.i oncc ctl ml hccncl o. p re n d c rc i l senscidi quel l o chc sti arrrto u s c a v a d c n tro di tc,, sct' i vcMi trco A urcl i o " cl cntrct e \l a l i rn tc d c l bcne, e pud zampi l l i tt' e i ncsatrri bi l c, sc > contintrclai a scilval'e. nS c ti dccl i chcrai nl l a sol i tucl i chi arra: E i l B r-rc l cl ha ti svi l upperi ti Ii rrti i t raggi urngcrc d i n e e e rld i statcco, l a I i berazi oncu. l ' i l l r-rrn i n a z ione c

106. Lumorismo
Vivcrcncl nrondoconlcn()nlirsscil nrondo,rispettalcla leggc c st.rretuttaviai,rl clisopradclla L.ggc, c()nlesc 1-rosscclcre non si posscdcsse, r'intrnciarc conrc st: n()n lirsselinrrncia: tLl ttL 'qucstcsigcnze e di un'alt as. r sgczza cli vit u si p{) ssono realizzar e unicarncntc con l'rrntolisnto. HlxmirNNI-Il:ssr Qui l'unrorisrno c\ in realt) la capaciti di vedere con di sta cco il n'r t indo e sc st cssi, c l- appt 'escnt a una grand c r isor sa nei nt <t nr ent ipii clr anr nr at ici. N on i un caso che il t cr - r linc "spir it o" abbia il dupl i ce signil'icat o di unt or isnr o e di spir it ualit i\ : pud esser ci piir spir it o in una bat t ut a um or ist icit che in uni l sacr - ascr it t ur "a.I nlut t i ur r a bat t ut a, un m ot t cl di spi ri to, pud in un ist ant e lar ci t , cdcr e,puo nt ct t cle in l uce un aspet t o inusit ut o de lla r calt a. Si t r at t a di u tt" ' i| |u r t ri nir zionc" i r npr t - r vvisa. l l p r c. r blcnr a e\che noi conlondiam o la spir it ualit ir con la r cligione, due lenonr cni che possono non coincidcre. La religione D in sostarrz.a I'ardrtraz-ionc di un D io che e gia dar t o in pilr t cnza c'che esist c indipendent em ent e da noi e'clallanost r a nt L. nt c.La spir itual i ti\ e\ invecc r icer ca di un'es; lcr icnza, qualcosa che sta arnoi trovare. Ora , una sim ilc condizione si r ealizza c<ln piir laci l i ti al cli l'uor i dclle nor m ali abit udini e de- lleconvenzioni sociali c r eligi<lse : e un'inr pr r . lwisaaper t ur a di se'nso. Cosi clpc'raanche l'unrorisnro: la situazione ci appare d i colpo sot t o una luce divcr sa e, in qucll'ist ante, no i capiant o una ver it a o un lat o della r ealt i che ci era |inrasto nascosto. S o no poche le r eligioni chc r icor r ono all'um or isr.r-ro. ln gcncl'e si crcde che il rapp<tr1ocon il sacro ri entr i nel canr lt <tdellc cose ser ie, e cosi si at t r ibui157

156

[ttt
un caratteredrammatico.Ma la sagsceall'esistenza di spiazz-are, gez,za d anchc capaciti di demitiz.zare, i ruoli. di scanrbiare Marziale. uSesei saggio, ridi, consiglia proprio nelle occasioni ci d utile Questacapacitd di diventare quando minaccia l'esistenza pin dif{icili, "seria". guarda mondo con il Chi si gualda e troppo distaccatoi in grado di ridimensionare un sorris<-l anchei pr-oblcmipiir gravi. Sclive Nietzsclrc:uNon d una vcritd pcr noi quclla da un sorrisou. che non sia stata accon-lpagnata E Leopardi:"Chi ha il coraggiodi ridere, d padrone clel nronclo,pclcoaltrimenti di chi d preparato a
mclrit'c'o.

107. Il mutamento
Il grandeam()rcpot.tacon s6 il malvagiopcusierocli uccipel'scmprcal sacriatnat(), cosi da s<lttrarlo dcrc I'oggctt<) del perchd ha pii parura l'anrol'e lcgo giocodcl nrutamcnlo, di stmzi one. c h e del l a n ru ta m c n to Nlurzscue Fntr:ontcH Anche in questo caso si evidenz-iaI'incapacitd di vederc e di accettare la realti del divenire, si dimostra il dcsidcrio di fermare una volta per tutte I'inesorabile orcllogio cosmico. Ma l a n a tu r a ha st:rbi l i to che nessun senti mel tto s i a i n rm o b i l e , per i l sempl i ce moti vo che non ptrd lcndere stabili sc'ntimenti come la disperaz-ione,I'odio e la paura. Ecco un altro esempio dell'anrbivalenza del reale. fa m a n te d c l u so di ri : nTutto muta, sfortunatamente >. lnvccc' chi ha subito una gl'ave pet'dita penscri\: " T u tto l -58 n ru ta , fotl unatamente> .

Qua ndo le cose ci vanno bene, vor r em m o che nicnte camtri; poi, qr,randcl ci vanno male, non aspetti arno chc il m ut am cnt o. E, allor a, bisogna cr sser e saggi, vcdere contcmporaneanrente le duc facce dell a mcd aglia e accet t ar e la leg- eedel divenir e zr nche quando non ci fa comodo. uS i dovr ebbc' ser - npr eaver pr esent e l'azione del tcn-)poe' la nrlrtevolczza dclle cose) scri\/c per-csempi < l S c lr openhauer . oTutte le cose che ora vcdi nruteE Malc<-r Aurclic-r: ranno in m cn che non si dica e non esist er anno piir . Di quante trasfrlrnrzrz.ioni sei gia stato testinrone anchc tu! Pensacicont inuam ent c". D ob l>ianr o r il'lct t cr c sll qucst o punt o per csscr e prrl nti alla t laslor nr azione' e all'evoluzione, pcr non ri nraner e lcgat i, cour e pat ct ici m dcr i, alle f onne del passat o. D i cc lo psichiat r a G ior gio Abr ahan- r :uNon possianr() nrilntenere pcr scn-lpre Ie stcsse idee o le stesse ccllule . Non possiirrrroclunque cssere, esistcre, scnz-a nr ut ar e gior no dopo gior no. M a non possiacl i vcnir - c, nro divcnire, cvolverc, scnz-aesserc quclli che siamo i n o-sn igior - nodclla nost r a vit a, .

il

108. II transfert
Nel transfertnoi vedianrcl il nrondocon gli rrcchialidci n<lstri clcsideric.clcllen()strcpilure, c scanrbiamol'illusione per' l a r calt i. EnrcrrFnonivr In senso lat o, il t lansf c'r t d il f enom eno in base al qual e noi t r asl- er iam o o pr oiet t ianr cl l'im n- r agine di una pe r s( ) na che ha avut o una gr andc im por t anza nel nclstro sviluppo su un'altra.
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1

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Il c a s o ti p i c o E q uel l o del l ' amore' un senti mento utra somi c h e s c a tta q u a n d o i c opri amo i n qual cuno (se uomi ni ) o si amo mi l terna g l i a n z -a c c l n l a l ' i g u r a scrivc Cotrre (se donnc)' siamo icrn Iu l'igura paterna l'uomo veNi"tr.ah-", ul'amore D la condizione in cui delpotere il qui sono: rlor! d" p", lo piir le cose come l ' i l l u s i o n e d a l m a s si mo' ' Il guaio t che , con questa proicziclne e so'v'rappclsipersona rcale zionJ dl imnragini, noi n<tnvc'diamo la el aborl tzi one; e nostfa c h e c i s ta d i fl l o n te, ma una ntl stre al l e adegui si ,f" .t,' l p re re n d i a n ro che essa dcll'anl<lI'ase prima la u.rp"ttuilu". Qttcsta i dr-rnque l'illusione' re: l'inl'atui.rzi<lne, i l vcro D o b b i i .rn " roe s s e l ' l l e consapevcl l i ' perch6 incomitrquando amore' nasce in una seconda l'ase, e' da c i a a s v a n i t' e l ' i n rmagi ne cl el l a nostt' a l ' antasi a anpr"ro appirrirci un'altra pL'rsonache ,u,ru, ",-r,"t'ge metltillc' cola piir all:ascinanteclella nostra crcazi<lne ranea' opprli" setllpre pi ir insopptlrtab^ilmenteest ' t'eligione Lo st"rso-fenomeno puo verificarsi nella ' nroviqttei nella politica, nell'insegl'lamento e in tutti un leadcr menti e qttei gruppi sociali in cui si tt'ova spel ' anze' c a ri s n ra ti c o : s u d i l ui vengono proi ettate poco o ni cnche i mnragi ni e l a n tasi e a tte s e ,d e s i d e ri , te hanuo a che fare con la persona l-e'ale' Nascono cclsi i miti. grande fortuNou si pub negare,pcr esempio, chc la come "paDio prescntato iranno che no-,t"ll" ."t;giuni Scrive Jrc eterno" Jia legata a proiez-ionidi questo tipo' ci psicoanalisi nLil Ft'eud: Sigmuncl o qu"ttu proposit*c-, il tt'a connessione I'intinla ha inseguatu o .onoi."re il c^he mostrato ha ci Di<-r, irr fede compleisc, paterno e la paun che psicologicamente' Dio personalenon e altro, argliocchi dre innerlzato,e ci pone ogni giorno davirnti non aprcligi<-rsa f'cde perdono-la esempi digiovani che padrc'' del pena Lr-ollain lonr l'autorit'r 160

Ma, cosi facendo,restiamo degli eterni bambini che non sono capacidi crescere, che si attendono sempreaiuto e protezioneda qualcun altro: non riusciamo a emanciparcie siamo disposti a scguire Lo sanno bene certi chiunque esercitiun'autorit2r. capi politici e religiosi,che fanno le-va su.questonoil poteree comandare. stro bisognoper assumere Se vogliamo diventareindividui autonomi e rclasciare la nostravita sponsabili, se non intendiamo nelle mani altmi, dobbiamoper prima cosariconoscereche questomeccanismo del transfertha un duplice effetto negativo:fa di noi dei succubi,dei gregari, e ci impcdiscedi riconoscere le persone. Torniamocosi al primo obiettivodi un sano sviluppo psicologico, mentale":didi un"'educazione fantasie, in momento le le opinioni,le stinguere ogni proie'zioni rappresentaz-ioni, le identificaz.ioni, le e le interpretazionisoggettive dalla realti. QLresto e il che e\escompito {bndamentale della meditazione, senzialmente una tecnicadi auto-osservaz-ione e di sviluppodella consapevolcz.za. Scrive Patan.jali, l'antico autore degli Yogasutra: nLeserciz.io ininterrottodeIIaconsap evdez.za de| re.aper la dispersione lc'elo strumento dell'ignorilnzaD.

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109. La noia La n<-ria d in qualche modoil pii sublimccleisentirne.nti umani. Grncouo Leoea,Ror Qui Leopardi si rilelisce a un sentimentoprofondo, che talora proviamoversotutte le all'insoddisfazione cose,verso la vita stessasulla Terra,verso I'insuffiche tutto d (DOco cienzadel mondo. Tr-oviamo c Dic-

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cino) e che le nostre azioni e le nostrepossibilitdsono limitate. Vengonoin nrente le parole del Qoilet, il libro biblico che denuncia I'illusionedella feliciti sulla Terra: (Non rimarri mai nessunricordo nd del saggio n6 dello stolto, perch !con il trascorreredegli anni ogni cosa sari dinrenticata;e come muore il saggio di cosi nruore lo stolto...Tutto d vanitd e un pascersi
Vent O ) .

Da un lato questo stato d'animo b un nsegnodi grandezzae di nobilti", perch !rivela la capacitir di considerarel'insieme delle cose, oil numero dei tempo,la nostraaspimondi infinito', e, nellostesso pii-r, alla trascendenza. sempre di a essere raz-ione nPercidla noia D poco nota agli uomini di nessun o nulla agli altri animzrli.o momento,e pochissimo Ma, dall'altrolato,d vicino a cid che oggi chiamiaBisognaquindi stareattenti a come mo clcpressione. si elaboraquestosentimento. sull'infinitoe sui nostri limiti porLa meditazione quasiestatica, coscienza ta taluni versouna gioiosa, cosmica, e talaltri verso un taetlium vitae che a poco a poco sconfinanellamalattia. caso la sccltad nelle nostre mani, Anche in quest<-r unzrpeanzi nella nostra mente,e occorreesercitare I scntimenti degli stati d'anim<l. riodica ossenvazione dipendono o di negazione, cli fondo, di accettazione piir da noi che dagli eventi esteriori' Ci sono personeche riesconoa nlantenersiserene in mezzoa guerre e a rivoluzioni, e altre che si suiciscolasticoo lavorativs."Ladano per un insuccesso dice Epitteto nima d come un catino pienod'acqua," .e il raggiodi luce che vi cadesopra sono le idce delIa nostramente.D E dunque questala chiavedi volta della nostra feUna mente lasciataa licitir o della nostra sol'lerenza.
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se stessa,di fronte agli awenimenti spiacevoli, pud ingigantiree rimuginare talmentela negativitdda finire in un gorgo di disperazione. Ecco perch6 occorre correggereil nostro stato d'animo quando inclina versola noia soffocante. E, soprattutto, bisogna coltivare quotidianamentela nostra interioritir,esattamente come si cura una pianta che amiamo: la osseliamo spesso, la innaffiamo, la potiamo, le togliamo i parassiti. (Quanto piir la ricchezza Scrive Schopenhauer: interiore si awicina all'eccellenza, tanto meno spazio concede alla noia".

110. Lesame di coscienza Checosac'ddi pir) bellodi esaminare la giornatapassata? Comesari sereno e lieveil sonnoche seguird questoesamedi coscienza! SeNrecn Labitudine a fare un esamedella giornata trascorsa risale alla scuolapitagorica,ma d una regoladi "igiene mentale"consigliatadai saggidi tutto il mondo e di tutti i tempi. Senecacita il caso di Sestioche, a giornata finita, si ritirava in camera e si chiedeva: nQualedifetto ho guarito oggi?A qualevizio mi sono opposto?In che cosasono diventatomigliore?o. La consuetudinedi riesaminareil proprio comportamento,quando rient.ranelle tecnichedi meditaziclne, diventa un mezzo per controllare il proprio stato d'animo, passato e presente; e diventaancheun met"odoper sviluppare la consapevolezza, momento per momento. E quest'ultimaoperazioneche schiarisce la mente e la riequilibra, prevenendo i mali peggiori.
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aiuta a esl'esamedi coscienza Come dice Seneca, serepiir sereni,perchdpermettedi utilizzare I'errore non per aumentareil sensodi colpa, ma per n'rigliorare se stessi. in di visualizzare consente La "presadi coscienza" e gli stati d'animo, tempo realegli impulsi,i desideri apponandovi una correzionecontinua; attraversoil distacco, realizzagi) in partenza una decantazione che permetteil rccuperodcll'armonia. Questi metodi possonoesscredefiniti tecnichedi in di autoappl-endimento, tecniche sviluppomentale, quantoci mettonoin gradodi utilizzaretutte Ie espeper una crescita della rienze,anchequellenegative, Le pause per Llnaumentodell'autonomia. personalitir, ci permettrtnodi di riflcssione,rcse sistematiche, ripctcre anz-ichd lungouna lineaascendcnte, evolverci gli comportamenti. viziososempre stessi in un circcllo uLa propria coscienza al-fervale mille testint<;nin ma Quintiliano. E Seneca dichiara: uChi non inrpara nulla d perch6 non vuole impal'arc>.

I I l. Accettarsi per quello che siete. Accettatevi DL'ttotantrico Il nostro compito non d quello di adcguarci a modcll i p re c o s ti tu i ti , di " di ventare qual cuno" , nta di di venta re c i d c h e s i a mo, ci oi ' di esseresempl i ccmente noi stessi. Anche se sembra una mL'ta a portata di mano, non d cosi l'acile, perch6 noi siamo come alberi che uncl stuolo di giardinieri vuole far crescere secrtnd<t u n p ro p ri o d i s egno; e rari l mente qucsto di se' gncl coincide con la nostra natura. 164

Il guaio d che l'albero, una volta impostato artificialrrrcntc, dovri fare unergran fatica pcr recuperare l a pr' opr 'ia lor nt a. Dovla csscl'c lasciat o cr esccr e spontanc- am ent c pcr m olt o t elxpo c. ,quar lchcvolt a, i scgni dell'int er vcnt o cst r aneo r est el'anno pel' sem pre. Lo st csso accade per la nat ur a ! i cizr scuno di noi : ci s( ) no pcr sonc che dovr 'anno lot t al'e t ut t a la viti l contr o il m oclello che i st at o lor o iur p<. r stquanclct o crar-rocosi piccole chc-n<tn potevilno dilenclersi. P er c<lnoscer si, lt isogna elim inar c plr opr io quei mrxl cl l i clr e ci sono st ut i int post i. Sc inlat t i ut iliz. t . crcmo quclle ir lpost azit , lni, ci giudichcr em o in nr ani era dist or la c.quasi scm pl'c negat iva. Non r est a all orar chc pr endcr e lc dist anze da qucl sist em a di val ol i (e di at t ivit ) m cnt ali connessc) chc.ci im pediscc una visione obict t iva e scl'cnadi n<li st cssi. Qucs t o in m cdit azionesi ot t icne con la quiet e,con la sol i tudine, con il silenzi<t e con lo sr , uot er nr cnrm o cnt alc: si tratta in rcalttr cli un ;lnrcesso di decondiz-ionanrento, volto it I'are ntcrgcre il nuclcclsottostantedel sd. A qnc st o punt o pud com par ir e quillche aspet t o del carattcrc che n<ln scm br a esscr c in ar nt onia ccln i nostr-i st cssi valor i e m odclli int er ni: quet lcosar che si amo tcnt at i di r if iLr t ar e. l l pr<lblcnr aD che'siant o est r anei anche a noi st essi : non ci conosciant o e adot t iam o, per gir - r dicar ci, ancoril criteri st-rciali.Pr-enre'ssc1 che lc grandi perycrsi oni - cont r ar r ie alla vit a - appar t cngono piir alla nrcnte clr e alla nat Llr a, possiam o scopr ir e in noi dil ' ctti conr e l'avidit ir , largr et t ezza, I 'invidia, l'odi<t , I a malc'"'olcnz.a, l'cgoisnro e cos) via. Forsc'ci scanclarliz.z.cr-cnro sul nosl. r 'ocont o, f il'st : cclncludcr em o che i gcni tori e gli alt r i c. clucat orer i vevano r agione a pt r nir ci e a cclcar e di r addr izz- ar ci. Ma i n r ealt i cid che abbiam o scopcl't . o non d che uni r nelt ul'aunt anetcom une a t ut t i, con lat i negat ivi
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presentipiir o meno in ogni uomo. Ancora una volta che vorrebbe siamo vittime di una cultura dualistica cli un'unicalaccia. clotatc lc medaglic allora dell:r ll'usedi Terenzio:"Sono Ric<,1'diantoci un uomo,e nientedi cid ched umanomi d cstraneon. Dobbiarnoaccettarcicon tutti questi dif'etti,che l"'altramet)" di cid che noi siamo. sono esattetmente E dobbianrocercuredi mettele in atto il consigliodi con te stcssoD. a vivc-re Persio:ultrrpat'a | 12. t etd della saggezza
coincickrno. Non scmprc invccchiare ccl essere in','ccchierti lnr4 Gtonctcl ABRi\t

fra eti esteriore esisteuna corrispondc-nza Non se'mprc vecchianchea vent'anni, Si puo essere ed etirinteriot'e. - come scriveAbraham- idee quando si abbracciano qLlando ci si attac(troppo pcssimistiche e retrcgrade), o sentinlentali,,opput'e ideologiche ca ad uanticaglie quando si perdono interessi,entusiasmi, curi<lsitit, e al totpore,quanemozioni,quandosi cedeall'inerzia piir ristrette, senrpl'e vita di in abitudini do ci si chir"rde questoptto progettzrre; e piir di capaci si b quandonon qualunqtte etir. a succedere Ma esisteanche il fenomenocontrario: gente che ragiona ancora come se ne avesse a cinquatnt'etnni di Sequindici, individui che - secondol'espressione (quando hanno ancora li la vecchiaia coglie, neca una menteinfarrtile,. il coronamentodella La vecchiaiadovrebbeessere vita, il periodo che concludee da un sensoall'intera l'etd della saggezza. Dovrebbeanche essere esistenza. nSolochi Dice a questoproposito Schopenhauer: diventa vecchio consegue,della vita, una visione
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completae adeguatao. E aggiunge:nLa vecchiaiaha la serenitirdi chi si d affrancatoda una catenaportata a lungo,e ora si muovelibcramenter. Ma questosuccede soloquandosi d armtoil tempodi riflettere,quandosi d fatto tesorodelleesperienze. Seci si limita ad atti ripetitivi,nclnsi accumulanessuna saggezzai e neppuresi cresce. Insommaancheinvecchiare pud esserc un'ar1e, da apprendere e da sviluppare. Afferma La Rochetoucauld: "Pochi sanno esscre vecchi,. E il Dhammapada ricorda: uLuomo di corte vedutediviene vecchiocome un bove: le sue car-ni aumentano,ma la sua saggezza non cresce)). ln eFfetti, se vogliantofare della nostra vita uno strumento di crescitae di maturazionc,dobbiarrro abbracciare uAnche il consigliodi Seneca: da vecchi si deveimparare". Quasi le stesseparole che troviamo nei Distici di <Non smetteremai di imparare e I'a'in moclo Catone: di accrescere sempre cid che sai: raramente la saggez.za E fnrtto solo della vecchiaian.

f 13. La distanza
Il de'sideriotl'oppo intenso verso osni c<lsasuscita la pii intcnsa paura di rimanc-rne privi, e in tal modo la n<tstragiciiar diviene dcbole e malsicura, comc f izrnrmaespostar al vcnto.

Pr-rrranco Anche nelle passionipiir foni, anche nei vincoli piir stretti,d necessario mantenere una cefla distanza, Pud darsi che non si verilichi mai una bruscaintenuzione, pud darsi che si assista solo a un le-nto afficvolimcnto. Ma l'uomoassennato-scrive Plutarco-si aspetta anche il contrario:devemetterein conto un'eventuale perdita. Non si tratta di guastarsiin anticipo ogni gioia,
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contemplandone la possibile fine; si tratta piuttosto una vera e prod i ma n te n e re u n m i ni mo di di starcco, p l i a " d i s ta n z a d i s i curczz.a" . l l m o ti v o d i n tu i t i vo: quanto pi i l ci i denti f i chi amo c o n q u a l c o s a o c o n qual cuno, tanto pi i l abbi anro paura di rc'starne privi. E giusto dcsidcrare beni, piaceri e rapporti af'fcttivi; s e p e ri r l i c o n s i d e r i amo i nel i nri nabi l i e i nsosti tui bi l i , potrcla cortditio sirtetltta nott dclla nostra csistenz.zt, m o e s s e retra v o l ti dal l a l < l roperdi ta o comunque sennti nacci ati da una si nri l e eventi rc i i n o g n i mo n re ntr-r tu a l i ti r. Il n o s tro a ttaccanrcntoal l e cosc c al l e pet' s< l ne n o n d e v e g i u n g c re a l punto di adcri rc compl etamente a esse,quasi lirssimo un tutt'uno. Se cclsi lbsse, le condiz.ioni della nostra soprawivcnza sarebbet'o in nrant.l a circostanze estcrnc c a clgni nlolllento p()trcmmo essere distrutti da un colpo avverso della sot'te. iai zi o: prevecl Ci dobb iamcl allenal'e'a q u csl () csL'r'c mc l o g n i ta n to l a p ossi bi l i ti r di perdi ta dcl l e cosc e delle persone piil care, e dontandianroci se salcntnlo in grado di soprawiverc lrguarlmente'. Questo ci itiuteri a cavarcela arnchesc csse ci vcrranncl sottritttc. Se g u i a n ro i n q u esto l ' escmpi o cl i S eneca, i l qtral e scriveva: .Ho conservato una grandc distanza ll-a le c o s e e me : p e r q u e s to, quando l a fi rl una nre l e ha rub a te , n o n mi h a e tn ni enti tto,.

ll4. La relativitir
Beni e mali non posson() esscrc disgitrnti, ntit csistc unit loro mcsc<llanz-a clte va a buon Iinc. Errnrprog

Alla mente del poeta e dcl saggionon pud sfuggire in ogni avvenimento, questacontinua nrcscolanz.a,
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i n ogni stat o d'anim o, di im pulsi posit ivie di im pulsi ncgati vi : s pesso da un at t o r it cnut o bcnef 'ico si pr oducono eflct t i nt ar lcl'ici, e viccver sada un at t o ci. r t t ivo si sprigionano conscgue-nz.c bcnef ichc. Luomo non pud quasi ntai pre.veder.e in anticip<.r qual i ri sult at i avr anno le sr , r c decisioni e lc sue azioni: esi stono troppe var iabili chc non dipcndor - r o cla lui. E i mpo r - t ant enon lim it ar si a vcder c il singolo at t o e la particolare motivazione, nta ossr'l'r!/itre l'insieme degl i even t i in giocct : bisogna aver e il cor aggio cli mcttere i n luce anche lc.pulsioni pcr sonali nt eno nobi l i . C ome dicc La Rr 2chelbucauld,uspc- sso si 1a clc. l benc pcr pot er iur puncnt cnt c l'ar clc-nr l alc. , Awienc' pcm anche il contlarit_r.Clre coszrc'c\ per esc'nrpiodi piit spictato clcllaselezionenaturale, d<tve'd proprio il piu debole e indil'eso a esserr clistrutto? Eppllrc, a lungclanclare, quell'atto crudcle-rivcl;r la sulr posi ti vi ti nc ll'int er essegener ale. Bisogna quindi t c. ner sentpre pl'escntela relativita clei nostri valor-i. "La vita d tale negoziou sclivc.vaArturo Gral'nche n<tn si [a ntai guadagno che non sia acconrpagnatoda pcrdita., Questo pr incipio d ve. r osia nclle esist e- nze individual i si a n ella t ot alit i dclle cose. nNon vi put _r esser e guadagno di qualcuno, al'f 'er m ava Publilio Sir o (sc' nzapel'dit a di qr - r alcun alt r o. , P er E ur ipide, quest a "m cscolanza" va cont uncluea buon fine, e ci<t d probarbilmcnte vero se si considera i l cosrno n ella sua int er ezza. M a il singolo non pot r i aspL' ttars una i net t a giust izia r et r ibut iva in quest a vita finch6 non uscirii clalla propria soggettiviti\ e non adottera una visione int per sonale delle cose. Solo l'ecluilibrio che realiz.zerir dentro di sd gli permetteri di avere firuda ora cio che.gli spctta...se non altro in termini di sentintenti e di esperienz.e. Quanto al resto, (la tela dclla nostra vita e: intessuta, c<tmedicc ncliun lilo nr ist o,buonoecat t ivo insier ne. , S hakespc: . ue
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115. I valori
Gli uomini creano le distinziclni nella loro mcnte e pcli le credono vere. BuopHn

Noi ci creiamo distinzioni, categorie,aspettativee giuclizi di valore cl-tenon hanno nessunacorrispondenzacon la realtd,e poi ci sentiamoprofondanrente delusi e amareggiatiquando constatiamoche le cose si svolgono in modcl diverso da come le avevamo immaginate.Viviamo in un mondo mentaleche abbiamo fabbricatonoi stessie che, al momento della prodi carte. un vero e proprio castello va, si rivela spesso Siamodominatidaivaloridi "buono",di "bello",di "bene",di "morale",di giusto",di "sacro",ecc.,e siamo dispostia combatteredelleguerreper essi,siamo salvopoi pronti anchca morire per vederlitrionfare... che si dileguanocome neveal solee che gli accorgerci vannoper la loro strada,indifferenti. avrrenirnenti Il fatto d che la realti non ha niente a che fare con e, in particolare,con i no' le nostre rappresentazioni stri valori dualistici,che contrappongononettamenCid che ritenevamocosi diverte una cosa all'altr-a. gente,i due estremi clre credevamoinconciliabili, si rivelano alla prova dei fatti profondamente e nascostamentesolidali,anzi complici. a Il benenon trionfa mai, perch6ha tutto l'intet'esse non a distn-rggerlo. in vita il suo contrerrio, mantenere non trarNell'eternalotta fla guardiee ladri, le prin-re degli awernessunvantaggiodalla scomparsa rebbcr"o La societd,nel sari: non saprebberopiir che cosa f-ate. un certo equia conseruare ha interesse suc-l complesso, awiene e lo stesso librio tra Ie due parti contc'ndenti, per la presuntalotta cosmicatra benee male, tra vita e morte, tra forzecostruttrici e lbrze distruttr-ici. 170

Dobbiamo imparare a riconoscere che la realtd d nel fondo ambivalente o, se si preferisce, E al di 1ddclle nostl e catcgo r ie cont r "appost e. E, f inch6 noi ut ilizzere-nroquesti criteri, non potl'emo capire come vanno le cose: continuererno a commettere errori di valutazione. Ci sembrerd di far del bene mentre compiamo dcl male e viceversa; ci sembrerd di essere sulla via giusta mcntl'e stiauro sbagliando e vice.versa. Di frontc etll'arnltigr-riti clel reale, l'err'orc pii gratnde d quel l o di st abilir e cr it er i r igidi, elenchi di cose " buone" e " cat t ive". La saggezzaci consiglia un continuo esercizio del istacco, d dcll'iit ten zi<tncc delIa consapevolezza: dobbi anro tener c ont inllant cnt e pr cscnt e la possibilit d che i nostri va lor i siano solo pr ocl<) t t convenzionali, i e che non corr ispondano a nicnt e di essenziale, a niente di necessario. E cco perch 6 dobbiam o cer car c cli r ecuper ar e il rapporto con cid che st a al di sot t o e al di ld della mentc, con quel "cent r o dell'esser c" che D anche il centro dc'l mclndo e che reca imprcssc lc rcg<tlc non scri tte del l a vit a. uNon lcgatc.vialla vostra mente> dicc Chuang-Tzu ne Ie cose appariranno cosi conre sono.>

I16. Il senso della vita


Clri insegnzrsse argliuomini a morire inscsne.t'cbbe krro anclre a vivere. Mrcncl oE MoNtarcruE

Questafrasevuol dire che il sensodella vita d inestricabilmente connessoal sensoclellamorte, alla consapevolezza di dover morire. Ogni evento,ogni attimo, assume Ltna sua prcziositd, un suo valore,
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proprio perch6 d irripetibile e non torneri pin. Se il ritornare, tempo Iossecircolare,se ogni cosapotesse perdite non l'osscro dcfila mortc le e se lc'scadenze, nitive, l'esistere avrebbeun sensodivcrso. La morte vienedunque meditatain ogni momento un cer- I di aver'e ed d cio che penlette alle esperienze o incrtnsape- I to saporedi fondo. Consapc'volmente dominante. volnrente d il pensiero Lnparare a morire signilica innanzituttoportare avcrne paura; alla coscienzaquesto pensiero,senz.il significa considcrarela nrofie non come un evento traunratico,ma conre un eventoquotidiano, normail valore e la funzione della le; signil'ica ^pprezzL\re morte. Confucio,a chi gli chiedevache'cosafossela morla vita, come puoi te, rispose:nSe non sai che cos',b la nrorte?r. sapereche cos'c\ Ma conre si l'a a sapereche cos',ila vita sc non si prescnte a che tutto E destinato tienecontinuanlente morire? Le'due coscienze - quc'lladella vita e qr,rc'lla della morte - vanno di pari passoe, contc abbiarmo a di opposti,si sostengono visto per tutte le c<-rppie vicenda. d che lo scopo della l'ilosol'ia Platone sostcneva proprio quello di insc'gnare agli uomini a nrorire con serenita. Ecco il punto: per riuscire a morire con serenitd, occorre riuscire a vivc'recon sereniti. E vivere con serenitavuol dire contemplareL'accettarela grande la morte, dicevaSesaggez-z-a della rnorte.uClrite'nre (non vivo, mai e, inl'atti,la sua si cornporta da neca sforzo vitalitir sari sempreoscuratadall'inevitabile di rimoz-ione e di nascondimento. uCi vtrole' tutta la vita per imparare a vivere',conclucleSeneca(e, quel che sembrerirfbrse piir strano, a mot'ire., la vita per ir-nparare ci vuole tr"rtta
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ll7. La scelta Non si puir dire finchi si E in vita: nQuesto non mi capiteritn, ma si puddire:"Qucsto nonIo fardlo. Pluteeco Ecco la granclezz.adell'uomo, che non pud, oltre certi limiti, impedire il verificarsidcgli eventi dolorosi, ma chc pud, in ogni caso,essere se stessoed esercitare la plopria libertAdi scelta. Pud anche,vole.ndo, mantenersi serenoed equilibrirto in mezzoalle tempeste della vita. Dice a quc-sto propositcril Dlnrnmal;arlri:uNon trascurare il mzrle dicendo:"Qucstoa me non vetr2r". La gclccia, cadendo, riempieanchela broccau. Il malc siabbartteri dunqueinevitabilmcnte su tutti. Ma non su tutti ar.rar lo stcssocfletto. La sorte puit farci ammerlare - scrivePlutarco-, pud privar.ci degli avcri,pud calunnialciagli occhidel popoloo dei potenti, ma (non pud far si che un uomo buono,coraggioso e magnanimodiventi malvagio,vile, abietto, volgarc e invidioso, non pud privarlodi quelladisposizioneintc.riore, la cui costante presenza d pir) utile di fronteallavitadi quclladi un pilotadi llrrnteal mare.n interiore"d appuntola capaQucsta"disposizione citi, da una parte, di contemplarecon distaccogli awenimenti che ci capitano,buoni o cattivi che siancl,e, dall'altraparte, di non rinunciarealla nostra scclta morale, alla dccisionedi e.sscre scmpre coercnti con noi stcssi. Scrive Marco Aurelio: uBisogna sempre tener prescntequulesia la naturaclcll'universo, e qualela tua; in chc.rclazione sia l'una con l'arltrar; quale speciedi parte sia di quale specic' di tutto; e come nessuno possaimpedirtidi lare c di dire sempr.e ci<) che d seconcklqLlesta natura,dellaqualesei parte>.
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118. Lunione estatica
Quando faril'amorc, entr:r in qucsto amore come nella vita ctefna. Blnirava Tiuttrtt

Lamore sc-ssuale pud essereuna grande espericnza di liberazione., Lrnafondamentaleesperienza di tretscendenza. Ncl rapporto erotico, infatti, le polaritir opposte del maschile e del femminile- espressioni a loro volta del dualismogenerale - hanno la possibilit)di incontrarsi e di fondersi,realiz-z-ando quell'rrnitir che rappresentir il supcranrento dell'individualitd, la cadLrtadcllc consuetebarriere egoiche,di qr-rcgli steccati che ci isolanoe ci dividonogli uni dagli altri. Per un istantc,i due individui separati e contrapposti- divisiancheal proprio interno- diventano un tutt'uno beato,dimenticodi ogni altra c<tsa. Si tmtta di una condizione che pud avercdirnensioni spiritualie religiose, in quantociawicina allc fonti della vita,a cluella originein cui non si d ancoranranifestata la contrapposiz.ione. Nella Brarla ranvaku-uputtixtd, ad escmpio, per riferirsialla vcttaclcllameditazione, si la il paragonc. con lo stato ra_Egiunt<> da nun uorno avvinto alla donnaamataD, il quale .non d piir coscicnte nd della realtdesteriore n6 di quellainteriore., Ma anche in altre traclizionireligi<tse, parlandodci rapp<.rrti tra l'aninra e Dio, si utiliz.z.a un "linguaggiosponsaler" e " nratrinrosi impieganotermi n i come"l'idan zamento", nio","uni<tnc" e cosivia. Nel rapprtrtosessuitle abbiamo dunque una vera e propria espcrienza di superamento dei limiti individuali: un'unificazioneinteriore ed esteriore, un arresto dell'abituale attiviti mentalee un'apertura verso la beatitr-rcline cosmica. 174

Tutto cid, perd, ha poco a che fare con la sessua_ liti ripetitivae abitudinaria. Ci vuoleamore,ci vuole prolbndit), ci vuole l'incontro; e ci vuolesoprartllrto fa consapevolezzn di stareentrandonella vita cterna, di stare per avereun assaggio de,lclivino. Solo a questecondizioni l'unione sessuale pud diventarecid che Platone,nel Sinlprlsio,definisce.un parto nella bellezz;r, sia nel corpo sia nell,anima,. I19. La facoltir della mente
po a dir lo, o per l'aninra. Ma qucsta puir serbare la quicte e la screniti che lc sono pr.oprie,e non giudicarlo un male; giac_ chd ogni giudizio, impulso, desiderio o awersionc nascedcn_ tro di noi, cktve nessun male puil peltetrare. Manco Aunr,lro

La sofferenz-a e\ un maleo peril corpo, nelqualcaso siailcor-

Poichcl ogni eventodevecomunquepassare eclessere, interpretatodalla mente,d questache stabiliscese i piacevole,doloroso o neutro. Essa viene quindi a possedere un potere enorme:in pr.aticar, la nostr.a se_ renitir o la nostra inleliciti sono al'liclate, piir che ai t'atti in se stessi,al modo in cui reagisce questa no_ stra "f acoltd sovrana". Vi b un sostanziale accordo fra Stoicismo e Buddhismo nell'alfidarealla mente un compito tbn_ damentaleper la nostra feliciti: quello di controllare e di valutarcsccondoil nosl.rointL,resse tutti i dati che le giungono dall'esterno. nCancellale false impressioni,oscrive Marco Au_ relio <ripetendoticontinuantente: dipendeda me far si che in questamia anima non vi sianessuna malva_ git), nessuna brama, insomnranessunturbamento, ma che, vedendochiaramentecom,d ogni cosa,cli
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ognuna mi awalga secondo il suo valore. Ricordati s e rn p red i q uesto potcl ' e che l a natura ti ha dato.> L i rn p e ra tore fi l osofo sottol i nca come si dcbba sempre distinguere tra sofferenza del cotpo e so[-l'ere n z -a c l e l l' ani ma; nl entre d gi usto che i l corpo si e s p ri m a c o me vuol e, l c mani l estazi oni del l ' ani ma di penclono in gt'an parre dalla nostra volontit. Sta a noi a d e ri t' e c o m pl etamente ai fatti o di staccarcene, abbatterci o riprcndct'c lena, cogliere solo gli elenrenti ncgertivio anche quelli positivi; d in nostro pcltcre interpretale i fatti. va posta l a nrassi ma attcnzi one propri o al D r-rn q u c , quel preci sctatti nro i n cui s o rg c re d c l l c scns:l z.i oni a s i m a n i fe sta ncl nostro ani mo una cena rearzi oneai fatti estcmi: rcazione che pu<)esserc di accettaz.ione ( p c r c h ! s ono gi udi cati pi acevol i ), di ri fi uto (perch6 o di i ncl i l l c' r' cnza. s o n o g i trc l i cati.spi acevol i ) nostl ' e vcdc, ni tscono cl arl l e gi udi zi , c< l nrc si n o s tri I s c n s ;rz i o ni . u L a p c r[cz" i onedcl l a vi rti , scri ve C huang-Tz.und p re n d c rc i cura del l a nostl a mentc i n modo che l e e m o z i o n i non possi l no turbarci qttancl osi sa che non s i p u r) p i u fare nul l a, cd esserci n pace con ci i r che d, c o n i d c c t' cti del dcsti no., Ma , n c l l a maggi or partc dei casi , possi anl o i ntcrv c n i re a tti vamentc e, perci d, dobbi amo pc' r pri ma quc'l clre awicne in noi come rcaz.ione cosa osscrr/at'e a i l a tti c s t crni . Tante sensazi oni di i ra, di odi tt o di nrento poss()noessereacciln tollate pcr lasciaat tacci.l re il posto i.tpiir costmttivi stati d'aninro di chialez.z.a c d i c a l rn a , c< l ncui possi amo dar vi ta a i ni zi ati ve ben piir cfl'icaci. Per scconder c<lsadobbianr() a poco a poc() cttsttuilclre siit in grado nellc varie ci unn visionc di saggezz.a, occasiot-ticli olflirci un scnso piit positiv<t- nla sc'mpr"crcalistico - clcllccose. E, per tcl'za cosa, cltll>biamo t7 6

identificzrrequel centro profondo dentro di noi che resta cqr - r ilibr at oe non si f a t ur bar - edalle o. scillazioni dc lla m cnt c. Tenianro presente in ogni momento questo grande potcre dc.llar nostra volonta\, legato all'ossenu,azione e al cont r ollo della m ent e; pcr ch6 - cont e dicc M ar co A u r elio - ucolui chc n3n svr yer t ci nr 11tclclla i pr opr - ia anim a, d incvit abile chc'sia inlelice. ".

120. Lidentitir Conrccotp<'l ogni uont<t c\un<), colrc aninra ntiti. HcnunruN Hr.:ssr Dobbiamo comprcrrde.rLconte ognuno sia se stc,sso e gl i alt r i, cont e l'io sia un insicm c di pelsonar lit ir ( er edi tat c ciir t ut t i color '<t che.ci hanno pr ecedut o) , com e l ' i d ent it i sia qualco. szr di necessar iom a anchc di supe r abile. uNci pacsi dell'lldia ant ica> scr iye He r . mirnn Hc-ssene // lupo della steppe (questo concctto c\ a ssolut anr ent c ignot o, gli cr oi dcll'epopea indiana no n sono pcr sone, nt a congl<t nt er at di i per s<lne, ser ie di incat 'n: . r z. ioni. , Forsc l'idca di reincarnazione nerscc' propr-io dalla const at az. ioneche ogni uclm o d un insiem e di ant e_ nat i, che r ivivoncl per cosi dir e in lui. I n ognuno di noi conl'lui. sccunzl pzr r t e dcl padr e, una par . t e della nra clr e,Lt nil pit ne dei nonni, una p: lne dei bisnonni e cosi via. . . I 'ino a un num er o incalcolabile di pr edecessor i.Q uincli B ar nchepossibile che qualcuno abbia ricclr"didi vite passilte.. I n t ar lscnscrt ut t i sianr o gii vissut i par ecchie alt r e volt e. M a ci<)non t oglie che I a nost r : l ident it a\at t uale, propri<-r perchelE una combinaz_ioneparticolare di crcdit a passi- r t c, sia unica e ir . r . ipct ibilc.
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Il problema non d dunque quello di conoscere della nostra personaliti, quanto ogni comp()nente qr-rcllo cli conreattcggialci nci ctlnl'rontidi qtresto coaccn'odi io. cammiD:rtoche - come dice Eraclito- (neppul'e nando un'intera vita, potresti trovare i confini dell'ail nucleo e identificare ninrau,la cosapii imporrante a nessuno"' quelloche non appalticne piir prolirndo, o lirrsc apparticnea tr-rtti. Si tratta di mcttersiun po' tranquillie di c:rlmare qr-ralcosa cli piacele attivitd mcntali, contemplatndo tutte le domande e ci vole: a poco a poco cetdranno non ha probleo..,,.g",'".o che il lbndo dell'essere identiti. midi Noi non ci arrovelliamo,in realtd,pelch6 non sapnChi sollo io?), piamo lispondereall'interrogativo: un po'di pace' trovare a riusciamo pcrchd non ma i pregi e conoscere soltanto significa non Conoscersi reintegraranche bensi proprio carattere, i di[etti del quel centro dell'essere si con il proprio s !cssenz-iale, e di che D pcrmcatodi benessere quiete. .comunque tu sia, utilizza il Come dice Nie'tzsche, Elirnina il malcome fonte di esperienza. tuo essere perchdhai coio, contento su di te e perdonati il tuo gradini, che puoi munque in te una scala con cento la conoscenza.u salire per raggiun-uere l2l,Iiarte di tacere

rumoreggiano? sele passioni il silenzio, serve A checosa


SeNEcl

Il silenzio interiore,quello di una mente che, come il cuore, d fatta per funzionare in continuitir (anche quando si dorme), non b facile da trovare' Se ci si fa
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caso, siamo sempre intenti a pensare o a immaginare qualcosa; siamo immersi in una speciedi monologo o di dialogo interno che non cessamai, e spesso, mentre compiamo una determinata azione,ne stiamo pensandoun'altra. Tutto cid va bene finch6 il pensieronon gi [a ossessivo e negativo:allora siamo come prigionieri di un incubo. La nostra mente non smetteun attimo di parlare, di dialogare,di riflettere,di fantasticare, di ricordare, di prevedere, di immaginare,di sognaree cosi via, e porta dentro di noi, nel "tempio del nostro spirito", tutto il chiassoe la con[usioneesteriori.Ecco perch !non bastarecarsi in un posto silenz-ioso, non bastastarsene soli: d dentro di noi che risuona il rumore del mondo. Perdistenderciveramente, per poter riposaree ritrovareil nostroequilibrio,per fareun po'di silcnziointeriore, dobbiamo impararea far tacerequestochiacchiericcio nrentale, dobbiamo recuperare una condizione di spiritoched anteriore allaparolae al pensiero. Lassenzadi pensieri imporluni ci permettedi essc'recompletamentepresenti in cid che l'acciamo, nell'attimoche viviamo, ed d una grande fonte di serenitd, una vera e propria forma di igienementale. Facendoil silenziodentro di noi, concentrandoci unicamentesul nostro respiro o sul calore corporeo o sulla posizionefisica o su qualche oggettonaturale, ritroviamo il sensoperduto del nostro essere, che d cid che sta prima delle attivitd mentali. In un certo sensod la nostra condizione'naturale, (della mente, ma in un altro sensod la trascendenza del Iinguaggio): d la trascendenza che tutti possiamo raggiungere all'internodella nostraesperienz-a. La civiltd della parola non potevache concepireIa trasccndenzacome Verbo. Ma cid che d.trascendente
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d appunto al di ld del nostro linguaggio e non pud dai nostri poveri vocabolari. espresso cerlo essere Per awicinarsi a esso il nrodo nrigliore d il siler-rprima clclleparolee il nostro essere zio. Riscc-rprendo lottl courldei pensieri,ritroviamo in realtirl'e-sserc' ll Thote ching arcivaa dire: uChi sa non parla, chi dei nostri tcnlpi, Wittparla non sa,. E un filoscifb genstein,afferma: uSu citr di cui non si lluir pat'lat'c si devetacere". Arturo Gra[ scrive:"Fa' silenzicr Piir poeticanlente I'atnima tuitn. intorno a tc, sevuoi udir cantal'c l22.La temPeranza
non nemic:l,dei piaccri. i nloderatricc, La temperanza trt'.MoNlrrtcur. M tcttt'.rLasaggezza nrln pu<) esscre nemica dci piaccri, perch6 troverebbe assurdo sostenere - come lantro ccrtc' re l i g i o n i - c h e l a n a tu l -a si a corrotta o decaduta i n s e g u i to a q u a l c h e fa n ta sti ctl " peccato ori gi nal e" . Queste concez.ioni nasconclono in rcalti\ un'av"uet'sion e v e rs o c i d c h e n o n s i acl cgua al l a vol onta\ e agl i schemi umani. Ma l'ctlore d proprio l): ncllc pl'etcse d e l l a me n te . n C ' D u n a mi sul ' a i n ogni cosa) canta P i n d a ro (e tu tto s ta n c l c al ri t' l o." Sc ri v e Mo n ta i g n e : u L i ntenl pcranza a\ pcste cl cl l a voluttit, e-Ia ternperanza non d il suo ['lagello:i il suo c o n d i m e n to ,. E s b a g l i a to qui ndi (ancl are contl ' o i piaceri naturali, cclme pt'enclelli tropptl a cuol'c'. Bis o g n a s e g u i re u n a v i a d i ntetzn, non per qucsti oni mclralistiche, nta per assicut'are la continuitil c la serenitir del nostro godimento. l a mi suran di ce E pi ttc' to (non u U n a v o l ta s u p L ' l ' a ta c ' b p i i r a l c u n l i m i te ." 180

C hi i nemi co d ei piacer i e\in ef l'ct t inem ico della vita; perd, anche chi ccccclel'iniscepcrdistluggcre il fr.irgi l c cqui l i l l ri o sr- r cui si basa l'csist cnza.uDove c'c cccesso,c' e nral c, ul l ent r u icasticanr cnt cQ r ,irn t i I iano. La natul ' a, c( ) llc una nr adr c saggia, ha st abilit cr che al cune azi oni sii. r n<l uccont pilguat c clal lt iaccr c, ma ha ar-rchc sta [ r ilit <lclr e r r on si poss: .supcl'ar r c una certa mi sur' :.r: cl uancklla si olt r clt assa,i la st cssitpossi bi l i ta di gocl i nt cnt o chc vicnc clist nr t t a. N on 1' rossi an ts( che il ; t iaccr c abbia cclr r r e o ) st enel'c scopo l a sopravvivcnzu, pcr chc quesla lunzionc i svol ta anchc cl al clolor e. Si t r at t a in r ealt i\ di cluc'st ati cl ' ani nro chc. s cgnalano il nost r o pcr - col's( )c( , ) nt e pal ctti op1' rosti c li uno slal<t nr :cluanckrci si avvicinir troppo r,' cl < rci , r ischia di I 'inile luor i gar a. si La naturi r ha I 'issat <t qucst i palet t i per indicar . cilir cl i rcz.i one, nra ha anchc volut o clr c ci si I cnsa sl'osso mocl o su uni l l i nea sinusr >idalc nr ccliiina. Q uando conservi anto l ' e.clLr ilibr io, pur t r a una sbandat a e l'altra, sti i rnro segu cnclola via giust a. D i chi ara C onlucio: . E clill'icilesbagliar c quando si r. usir lil modcritzi<lr.rc

123. I-esperienza
L a f c d c c h e r i p o n uo i n n r e sl e sso , i n u n a l tn r , n cl l 'u m a n i ti i , n e l l a n o s t r a c : r p : r ci ti rd i a ssu r u cr e a p i e n a tr n r a n i ta , i n r p l i ca clcl pari ccl'tL'z-z-a, nra unu co'lczzil che si lirncla sr-rlla n r i a p n r p r i a e s p c r i e n za , r - r o n sr r l l a so tto n r i ssi o n ca u n '.l u to r i t a c h e i m p o n c u n a ce t'ta cr e d cn z- a .

rrFnoun Errrc In passato, chi cle.tenel'a il p<ltcrc ha senrpr.e latto di tutto perchegli uonrini losserosottoutessi, perch ! non pensilssero con la loro testa,perchesi con['or-

masseroai modelli che venivano loro imposti. E le con la loro esaltaziograndi religioni nronoteistiche, sono state- e sono nc della fede e dell'ubbidienza, tuttora - le grandi ispiratrici di questo modo di intendere i rapporti fra sudditi e autoritir. nsiate sottomessialle autorit2rcostituite,n scrive per esempio san Paolo nella l,etteraai Ronrurti "perchd l'autoritd vieneda Dio e quelleche esistonosono stabiliteda Dio." per i In realtd- come dice Euripids - ul'esperienza nevuole la dunque mortali d maestradi tutto,: chi propri svolge seguaci, gare ai propri sudditi o ai vuole ciod mantenerencll'iun'azioneoscurantista, gnoranzail prossimo,in modo da poterlo meglio dominare. In una civiltdevolutaquestotipo di divisionee di rapporto gerarchicoandrebbesuperato,e ognuno di se stesso. Quando dovrebberendcrsi responsabile ad altri, si infatti si delegal'autoritd e la conoscenza pcrde larpropria autonomia di giudizio e si accettalo si entra a far patle del greggc-, startodi dipendenz.a: bisognodi un "buon pastore"per che ha cxvianrente esscreguidato. Affidandosia un maestro,a una guida o a un leader,ci si toglie di dossoun grandepeso:quello di doquello ver decidereda soli, quello dell'incertez.za, di sbagliale;si godequindi di una forma di dell'ansia tranquillitd che ci riporta all'anticorapporto con i al posto nostro. genitori, i quali erano responsabili Molti provanoquestosensodi sollievoquando entrano a far parredi una setta,di una Chiesa,di un parrito o conrunquedi un gruppo dotato di un capo che stabilisceregoleobbligatorieper tutti. E inutile dire che questepersonerinunciano a cl'eil compitoprimo dell'escerce che quindi falliscono svilupparetutte le proprie potenzialitd. sistenza:
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Ma soprattutto, affidando ad altri la propria facoltd di giudizio, possonoessere trascinatein awenture chc distruggono proprio quclla loro trarrquilliti e spesso anche le loro vite: d questoil casodci nrembri di setteche hanno l'inito per suicidarsio dei regimi totalitari della recentestoria europea. Chi rinuncia alla propria autonomia,chi preferisce la comoda delcsponsabiliz"z.azione, commette scmpre quello che potrenrmodel'inireun "suicidio bianco". Nella storia delle religioni, solo nel Buddhismo troviantol'zrppello a non fidarsi n6 dei "tc.sti sacri" n ! delle "autoriti costituite".E quindi qLlesto messaggio, al di ld del contestospecil'ico, pud cssereconsidc'r-ato il "manilbsto"di ogni ideologiadi liberazione. raccomanda il "Non basatevisul sentito dir-e,u (su quanto d stato t.ranrandato Br-rddha dagli altri, su qLlantola gc.nte dice, su quanto la tradizione vi propone. Soltanto quando arriverete a sperimentare di persona che una dottrinad valida,che una dottrinauna volta messain pratica- conducealla finc.della sofierenza e alla pacc., sclltanto alloraaccoelietela.,

124. La mortalitir
Per chi crcda che non ci sia nulla di temibile nel non vivere non c'Dnulla da temerenel vivcre. Eprcuno Esistono due strategie pcr af frontarc la paura della morte: la prima c\quc'lla abituale di credcre in un "aldil)". Questa fede dovrebbe darci la forza di aflrontare non solo le difl'icoltd clcl morire ma anche quelle del vivere. Tuttavi a una sim ilc linea di dif esa non dispone di
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nessunaprova, non pud essereadottata da chi non credeed E quasi semprecollcgataall'ideadi unp possibile punizi one,nlagari eterna.Cosi, alla f in line, dalla paura t lonservirea proteggere cio chc dove,u'a per questo anche ed e te di una minaccia costztnte; il per rimuovere l'inito d che nelle nostre societasi problenra,alnleno a livello superlicialc' da Epicr-rro: cspressa possibilitad quc'lla La seconda quando ci siamo perch6 per n<li, .La morte ntln c\nr'tlla ci siamo nou nrotle nclinon c'dla nlorte e quitndrlc'dla chc la noir. Per il l'ilosotbgl'eco,l:'tconsape'volez't:r la nrortapiacevole per noi ci rende morte non c\nullz.r litir dellavita, in quantoci toglieirncheil turbirmento eglidiceonon di imn-rortr111;1. del clesiderio "ll saggion ne1 telnc di non vit'c're.' rifiuta di vive'r'e, linea di difesad che si basaanIl dil-ettodi questet su ttn atto cli tcdc'.Proprio conle lir prinla (di ch'essa supportata cui d l'esattocontrario),non puo essel'c ccllo n6 puo esse't'e Nesstrno da nessunaesperienz-a' di un nulla assoluto' di un'altravita n6 clell'esistcnz.a che ritrovianropiir Esistepet'ouna tcl'zilstrategia, in Oriente,per esempione'lBuddhifrequenterncnte e di andarcal di lit tanto cleldesiproblen-ra il snro.Qui del qttanto cliquello di non vivere,tant<l vivere derio di annientaquello di quanto di imnroflalitir di desiderio in d proprio il desiderio per il Brlddha, mento.Inl'atti, uli z-ione' cond La t tt. n sol ['erc gi della nc' l'ori s6 che E al tima, il nirvana,non i n6 vita n6 morte, ma qualcosa dualistiche' chestaal di la dellc nostrecatc'gorie riporta di merito: ha un concez.i<lne Quest'trltin-ra e ci mente; nostra della stato allo nuovo il proble'nla questi in pensare a dice che, t'inch6contitrucrcmo e all"'altermini alla vita e alla molte, all"'aldiquir" potremo non e all'immortalitir, dilA", alla n-rortalitir nd paure, non potrenlo uscire dal evitaren6 desicleri ciclo dci cotrelizionanrclrti.
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L"aldild" d innanzitutto un superamentodella mente,una capacitA di usciredai pensierie dai sentin-rcntiduzrlistici. E da questo tipo di trasce.ndcnza, realizzabile fin d'ora,che svaniscono le domandee le pauresulla vita e sulla mone. nQuelloche fa veramentesofFrireu diceva Pallada (non d morire, ma saperedi dovcr morire.>

125. La saggezza
Ti ricordo che bisognalcggcrcc ascoltarci fikrsofi con il propositcl di raggiungcrc la tl'licitl. Snrunca Questo d in origine lo scopo dclla conoscenzafilosofica e, i n r calt i, di ogni scienz. il: csser eut ilc alla vit a di t ut t i i giorni, pcrrnetterci un maggicrbcnessere, trovare regolc di saggcz.z.a. Cerle astrusc disserlazioni, invcce, non solo ci confondono lc iclce,ma ci f'annoanche credc-rcche la compre'nsiorrc sia qualcoszr di cclmplicato. n ll linguaggio della vcr it i e\scm plice, af lf er m ava Euripicle. Se da una filosol'ia non riusciamo a trarrc nenr m eno una r egola di condnt t a, nem m eno un pri n cipio per m iglior ar e la nost r a esist enza,vuol dirc che d pr opr io inut ile. A bcn veder e, t ut t e le var ie di scipline ( lilosof iche, scient if iche, r eligiose, t ecniche, psicologiche,m ediche, ecc. ) , hanno un unico intcnto: giovare al nostro benc.sserc. Se pcr sone di cult r - r r a sono incapaci di r - r nm ininr o di saggezza, di un m ininr o di equilibr io, quest o signi['icache le Ioro conoscenz.c sono rimaste al semplice livcl l o cpider m ico, int er cssandosolt ant o la m ent e. Uua dclle grandi degcnc'rirz.ioni clella vita nroderna i chc la cult ur a insegn: l ardiscut er e, a sot t iliz. zar c,a c()nir app( ) r 'si e a odiar e, nr a n( ) n a vivcr c in ar nr onia.
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ll

In una civilti matura, questa dovrebbe esserela vettadclla conoscenza' *Tra le altrc coseleggeraii filosoli e Sclive Ot'az.icl: chieclerailoro con quale criterio tu possacclndltrre una vita tranquilla; perch6 non ti argitie ti tormenti nd la paura, n6 la speransempreinsaz.iata, l'aviclitir za di coseinutili". 126. La benevolenza

Meglio vanno le cose allle persone chc mi stalnno intorno' anchc a mc' mcglio andt'zrnnrl M tttx<lFttl tra e Qucsto d il motiv<-r "egoistico" per cui c\ bene amare sianro tlltt'uno, aiutare il prossimo. Siamo in realtir un

come I'cquipaggio di un'unica nave: se siamo in disaccordo, se lottiamo fra di noi pcr deciclerechi avri il conrando, la navc avt-atutto il tcmprl percolarc a picco' Se invece siamo uniti, p<ltremo andlrl'c dove von"cm<;' *Dove c't concordia, c'c vittoria, allcrnra Publilio Siro' nUarle di vivere tc'lici, scrive lo psicoltlgo Mirko Frvba (che d stato mtlnac<l br-rddhista)uconsistc nell'esserelibc'ri di permetterc la fcliciti a noi c agli iiltri'' di ciirscuno di noi t leIn elletti, la rcaliz;zaz.ione e nc'ssLlnopud essere ttrtti, di gata alla realizzazi<>ne dovc ttttti sol'[rono' ambie'nte verarnente ll'lice in un [a voto di non cnB odhi sattva N e l mi to b u c l d h i sta,i l sulla Tcrla ritornitre di e trare nel nitvilna dcf initivtl salvati. I'inch6 tutti gli uomini non si saranno Ma p e r s a l v a re, oppure (pi i r sempl i cemcnte) per fa r fe l i c i g l i a l tri , bi sogna pri ma di tutto l i berare se s te s s i . C o me d i c e Fryba, ul e stratc-gi u' di sol i dari eti r conc o n u n a p ra ti c i t si stcmati ca e trn' zrppl i caz' i one 186

creta nelle situazioni della vita quotidiana uniFicano e sviluppanoentrambi gli approcci:condividcrela fe'licitir con i nostricompagnidi viaggi<l e coltivare la nostracapacitd di felicita,. In altri termini, dobbianroprima realizzarela nostra libertd e la nostrasereniti,se vogliarmo far si che anchegli altri sianoliberi e sereni. Nelleparabole buddhiste il concetsi ripetespe.sso t<-r che un cieco non prrdgtridirre un altrtt cicco:cadrebber'o, inIatti, tutt'educ in un lbsso. Cosi d per la sereniti e per la saggezza: se Llnonor-r le ha in s6,non d in gradodi comunicarle agli altri. nll mondo d un'unica creatLlravivente,uscrive Marco Aurelio (costitllitadi un'unicasostirnza e cli un'unicaarrnronia., E proscuue: sc vogliocorttlibuir-e' a salvarlo,devo inconrinciareproprio da nre,devcl incominciarea produnr'e in nre la calma e la pace. <Tutto cid che'din armoniacon I'universo, diceancora l'inrperaltore filoso[b "d in armonia anche con me., La fraseperd pud esserc rovesciata: tutto cid che d in armoniacon me e in nrc d in arnroniucon l'universo.Un detto taoista- che anclrebbe meditato- ci (Siamo convinti cli dopone il segLlente inten'<tgativo: ver coml:attere gli altri: ma d ntegliovine sconliggere cereo essere anrati?r.

127. La meditazione
Qualsiasi cosa ti riconduca a te stesso d nrc'ditazione.Ed i importantissimo trovare la propria nteditazione, perchejin quella scoperta sarai felice. Osuo Ra:nrrsH

Non pud essercivera felicita se non si d in arnronia con se ste'ssi; e, se si b in armonia con se stessi,non
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..._ ,:-=:-::--:

solo si possono affrontare con successo le varie diffic o l ti r d e l l a v i ta , ma si d anche i n grado di amare vera n rc n te q u a l c u n a l tro. E c c o p c rc h 6 i i mportanti ssi mo curare quel l ' i ncontro periodico con se stessi che chiamiamo nreditaziclne. Og n i v c l l ta c h e ri t orni anro a noi stessi , i n un mom e n to d i ra c c o g l i n r cnto, ri scopri arno una gi oi a nartu ra l c c h c l c v i c c n de cl el l ' csi stcnzatendono a ol l ' us c a re . Qu c s ta l ' o n te di bcnesscre e di equi l i bri o d scmprc a nostra dispr-lsiziclne e, per recuperarla, bas ta d i v c n ta l c p c r u n po' osservatori di noi stcssi , ral l c n ta n c l o i l p i u p o s si bi l e ogni al tra atti vi ti r mcntal e. D i c c i l Bu c l c l h a .Si : cdi ti cor-r l c garnbc i ncroci atc c i l davanti a tcr. busto crctto, c poni la tuarconsapevolcz.za C i s i p L rd c o n c c n tfar" c sul respi l ' o (mcntre passa d a rl l cn a ri c i o n ' rc n trc nruovc i pol moni , i l toracc e i l v c n trc ), s r,rl c a l rl rc c orp()r' c(), sul l arpxl pri a mcntc, sui p c n s i c ri c h e v a n n o e chc vcngono (cornc nuvol c i n naturarl e o su uni r prceu n c i e l o tc rs o ), s u L rn()g-qctto s i s tc n tc s c n s a z i < ;r-di rc qLri cte. Qu e s ta p ra ti c a p u d rcsti tr-ri rciqucl rapporto con n o i s te s s ie q u e l l ' c q tri l i bri o chc l a l r-equcntazi onc con g l i a l tri e Ic c s i g e n z ecl el l avi ta quoti cl i zrnar te' ndonoa farrci pcrclu'c. Non abbian-ro bis<lgno di rccerrci clgni v o l ta i n u n a mb i e n te naturerl ee ri l assantc: possi amc.r ri tro v a rc i n o g n i i s ta ntc qucl l a partc cl cl l a narturache d d e n tro d i n o i , q u cl ccntro dcl l ' esse' r'che e D scmpre c a l n ro . u P o i c h 6 tu tto q u cl chc d c aw i cnc per I' u< l nroi i rnnreclii.rtanrcntc solo nella sua coscienza e pcl essa avv i e n e ,, s c ri v c S c h o pcnhaucr ui cvi dentc cl rc l a qual i ti r d e l l a c o s c i c n z u i csscnzi ul e." N o i c i d i n rc n ti c h i amo scn.rpr-e di qtrcsta scmpl i cc veritir c trarscurianrola "clualita" clclla nostra consapeperdizrnrolu cosa csscnzialc per dcdicarrci ad vrllc't.z.tt'. I ri8

altre attiviti, per inseguit'e ambizioni e sogni.Non E "caduta"? forscqr.rcsto il scnso dcl mito biblicoclclla *Mi chiedi chc cosa lurt per nrL,ditale> dicc Rajnccsh.uTi dico di non l'arc:tssolut.rmcntc nulla. Osscr'rr'a consnpcvolntcnte iI tu<trespiro.,

128. II ritiro
N on e\faci l cot lclt cl'cla lt 'licit ir : i dillicilissint o t r ( ) var la in noi , i nr1-l ossibile scopr - illlr alt r r r ve. Nrcor.lsor Crrnuronr La f'clicitir cui erllr-rdc Nicolas clc Chanrfort non e\natur' :.rl nrcnt qt e r cllo st at o cpidcr m ico di culbr ia chc si pu< ) pl ovarc ( ) _r I ni t ar . r t oin c( ) nscqllenza di qualche ar,' r' cni nrcnt o lir r t unat o, nt il Llno st at o di bcncsser ee di screni ti r c hc si pr r r lunga nel t cnr lr o c che dipende i n gran part c clalla nost r a v<t lont ir . E dill'icilissil-notr'ovarc in n<tila l'elicitnpxtprio pc'rch6:.rncliarno a cercarla in ogni arltt'o gente che luog<t. C'c\ si al l i rti catut t a la vit a pcr accunt ulare soldi con cuicom pt' ursiuna villa r l un panf ikr ,e qui t r '<- r var c linir lnt ent eun po'di pacc. Ma qr-rclla pace avrcbbe potuto trovarla in oqni rlclrlcntcl clcntn-r di sd se s<lltarnto avesse inten'otto, per qual che nr ot r cnt o, qucil'at tivit a lbr sennat a. uA l cr.rni v ilnno alla r icer ca di luoghi in cui r it ir ar si , i n carnpngna, al nr i. llco sui nr ont i, c anche t u hai I' abi tLrcl i ne c li desider ar c ar dcnt cnr cnt c t ut t o quest o) sct' i vc Mat' c o Aur clio. uPer '<) D quant o r nai sci<- r cc<t , duto che pu oi, il. r qr r alunqr . r e m ont ent o t u lo voglia, ri ti rarti i n tc st csso. Pcr chc in ncssun lu<lgopiir t r anqLri l l oc cal mc1clclla pxlpr iu aninr a ci si puir r it ir ar e; soprattutto se si hanno clent r o cli se pr incipi t ali che, :.rlsol o contenr plall'li,si uccluist u Lr na lr cr 'lct t n ser cn i ta.
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(E per serenitdnon intendo altro che ordine inteqllcsto ritiro e quindi costanterrente riore. Concccliti in essorinnovatir.

129. Paradiso e inferno


I n r c alt a c luc i t or nr e n t i c h e a t t r i b u i a m o a l p i i o s c u r o i n fcrn. s.lt' ttrtti otri nella vit^' Lucnezro

Paracliso e inferno sono condizioni spirituali sc'mpre p rc s c n ti e c l i v i s es o l tanto da un sotti l e cetpel l o.C crti sono gi i r l ' i rrIerno e certe gi oi e to rn re n ti c l c l l ' a r-rinra g ra ra d i so. sono gii il N o n c i v tro l e mol ta fantasi at a carpi re che noi , q u a n d o p a rl i a rl o c l i un" ' al tra vi ti t" , ci ri feri amo semple c soltanto a qLlesta esistcnza: non abbianro ncss u n a l tl o te t' m i n c di perragone. Quanclo ci innanrot'iamo o vinciamo alla lotteria ci sentiarro ccrlilnrcnte "al settimo cielo"; ma, quando la qr-ralcuno sceglie'unitltro <,1 ci deruba del llcrs()naanri.lti'r nrcdico ci clicc'chc'abbiamoun o r-rn n()sll'opatr'inronit,r c a n c ro , c c c o c h e p rcci pi ti anro nel l a di spet' azi one. Qr-rc s tis c n ti m c nti di pendono da l attori esterni . E,s i s to n o p e rd p a r ti col ari condi zi oni psi col ogi che, vere e propric malattie dcllet mcnte, che ci f'anno provare angosce c soll'crenze lbrse non inlcriori a quelle c l c l l ' i n [' e ru o .I to rn renti del l ' ani nta sono i nfatti i nnun re l e v o l i , p ro fo n c l i e spcsso rendcl n< li nsopportabi l e e l e psi cosi , che l a v i ta . N c l n c i s o n o sol o l e ncvt' < tsi possono essere diagnosticate; ci sono anche alrrrcr-ro s ta ti d i a n s i a , d i depressi one, di mal i nconi a, di s c o n l o rto , d i p a u ra, di i nvi di a, di rancore, di avi di ti r, ecc., che si trach,tconoin un malessere continuo. Qu e s te c o n c l i z i ci ni di sol ' l ' crenza bruci ano gran t9 0

parte della nostra esistenza e si ripercuotonoinevitlbilmente sul corpo. Esiste pertr una via di uscita: qtrelloclre l:.rnlcntr crea,la mente pud disfare. Se sviluppiamouna consapevolezza d.einostri slati d'animo, ci accorgiamoche spessonon esistecorr-ispondenza fra eventiesteriorie riflessiinterni:un latto di scarua pud scatcnare filevanza una tempesta interiore, e un fattocl-re per un altro o in un altro momentosarebbe imporlante ci lasciaindifferenti.Tutto dipende dalla nostraadesione o meno a quell'awenimento, dal significato e dzrl valorecheassume per noi. Lavoraresrrll'intcrior-iti significacomprendere la centraliti clcllanrcnte,tencrla sott()()sscl-vazionc e interueniretempestivamentc per r-cgolarla. In un printo momento dobbiamo riconoscere ai tatti f imporlanza reale che hanno, nd'piii n6 meno. In un secondonromentodobbiamo cliventare noi i veri controllori dclla coscienza, inrparandoa spostare l'attcnzi<-rnc. piir ci erggrada. c'love Come dice il Dhamrrtaparlc, nprccor-si clallamente sono gli elentcnti,originaticlallamcnte,creati dalla mcnte: chi par'lao agiscecon n'lcltte sercna,la feliciti lo accontpzlgltera aderentecontc un'ombrao.

130. Il morire
Moriamo ogrrieiorno un po': ogni gi<trnoinfatti vicne'nteno ulrit ltartedclla nostrat,ita e, :rnchcmcntre noi crcsciam<1, la vita clco'csce. Serurcn Scneca vuol dirc chc la morte d cpralcosadi familiare, qual cosa che sper im ent ianr o gior no dopo gior . no. Ci sbagliamo quando ucrediamo clre ci segua, menl 9l

ci ha preceduto e ci seguiri,. Dopo di noi - spietre essel ga kr scrittorc latino - ci sitr') quell<lche c'era prima: il pur'o c senrplicc non csistcrc. E, poich6 pt'inrrtnrrt abnon so['ll-ircnlonemntcno dopo. bianrcls<llIe'r'1o, u p ri ma tl anqui l l i ti ,. e dopo c' d uni t trr' o(' crnda A n z .i , T u tta v i a S e n e ca non ri l cvi t chc csi ste una di l -l crencsistcrc d<i1-rt.l": za tra il "non esistet'cplima" e il "t-tot-t c'd stato un nrLltilnrento trel tcssLlt()clellc cosc. E ct-lme " p t' i ma " e t'a i mpossi bi l c che ci l osse un nostl ' o " n o n e s i s te re "a ssol uto (dat< lchc csi stevi tncl al trc cos e e d a to c h e dal nul l a non 1tu< ni ) tscct' equal c< l sa), c o s i " d o 1 ro " s i tri t i mpossi bi l e cl tc seguaturt nostl ' o " n o u c s i s te rc " a ssol utrl ,dat< lche ci sari t un " non-esi s tc rc -p ii r-q u c l l a-dctcnl i nnta-c< tsi t" . qual cosa c\ Qu a l c < l s ai i ndcl cbi l mcrrtc carrtbi atr.r, s ta to rc g i s tra to per st:rttprc, c, I' i nchclcsi stet' annol e cose, r'csterirla suit tl'uccia. pcrchd' la nrot'tc ci accontpitenii In rcaltir, pr'o1-rrio [i n c l a l p ri n ro i stantc di vi ta, pt' t-i pri opcrchi ' ntttt' i arrit visto ctltrrc mo <lgni giot'n<lLln po', il vivct'c/nr<tt'it'c s i n rul ti .tneoi rr cui utti t ptl l ari ti t cl i rrti rtr" ri u n p l ' ()c c s s o cl te hi t cl ttc s c e n rc rl tl -cI' a l tra aunrcnta: un pt' ()ccsso p u n ti c s trc tri - i l nasccr-e e i l mori re - ntl t chc, non p e r q u c s to , d e vc ncccssat' i amcntci ni zi are c l i ni l ' c i n q u e s ti d u e n to nrenti . c l o sconl N o i v c d i a mo scnrpl i ccnrcnte l ' i tp1-xtt' i re tttLtcotttc pt' i p a ri rc d i u n a l ase cl i qtrcst()l )l ' ()ecss(); l n a c ' e ra n o n l tr e l i tsi che l o hl tnntl p< l sto i n csscl c, i tl tt' c,ora n()n r,' i si bi l i . c o s i d o p < ln c s c gt-ti ri tnno i ti tzi one c dcl l ' cqtri I i bri < -r D a I l ' e s e rc i z . i odcl Ia nrccl n a s c c vi si orre non pi u drarrtnrati cacl cl Ll na n rc n t:rl c , lir nror'te. .Og n i g i o rn o i una pi ccol a vi ti t,u sct' i ve S chop e n h a u e r (o g n i ri svegl i o e l evata uni l l ti ccol i t ni tsci ogt.l i ta , o g n i n u o v o matti no una 1' l i cc< l lgi a < l vi trczza, piccola mot1c.D cclricat'sic adclormcntitrsi ttntt 192

131. La conoscenzadcll'aninra
C h i l r a u n a q u a l ch e co n o sccu zl cl cl l l r r u tr r l l r tl t.l l '.r n i n r ,rr . c o n s i de l 'a ch e co n l i t n r o r tc cssi .tl ta tssl l u n l r ( .o n ( l i l r .n r . n r i g l i o r e , o a r l r n e n on o n p e g g i o r e , l r l r l a r n u r r cu r r zitl r i p r r u r .r d i l j 'o ntc a l l a n i o t'te co n tc vi u l i co n o n p i cco l o !'t.r sol ;r r r ,tr ,. n i t i i l r te l i o r e Pt.t tttr r r r Q u i P l u ta r co so tto l i n e a I'i m p o r ta n za ch c r .i vcstc, l x.t. l a s e r e n i td i n te r i o r e , l 'i d e a ch e n o i ci f a cci a r r r o cl t,l l a m o r t e e d cl r n o r i r e . E l a co l l e g a si u sta m e n tc a l l a co n o s c e n za d e l l 'a n i m a , ci o D a u n 'e sp e r i e n za ch c 1 'r o s-

sianrolirre fin da ora. ConoscercI'anima non significa in questo caso antli'zzare, esaminarc, plegi e dil-ctti,nra appre'nclc.r'e avereuna dimestichezz.a, Lrrlcontinuclrappot.to, c()n il proprio essere; significasottopor'lo al l'uococlcllar consapevolezzit, lino a installarsisaldantentc in esso, fino a essereconvinti - come clirebbeKicrkcgaar.cl del suo "eternovalore". Non servea nienteaccettare dall'esterno una lede o una credenzasull"'immortaliti clc'll'anima": bisogna in realta percepirla, sentirla.Una sempliceopinione' non da ncssuna sicurezza. Coglierequesto"centfo di se" non d scnrplice, perch6 d un po' come cercaredi al'll'rlarela pxrpria ombra. Essod cio che le Upanisadchiamanoil "testimone" o l"'osselatore". Essendo cid che conosce, non pud a sua volta diventareoggettodi conoscenz.a... di una conoscenza discorsivanormale. Pud solo cssereintuito: si pud solo esselo. A questoservela n-reditazione, che non pone l'abituale contrapposizione soggetto/og_qetto, ma una forma di identificazione o di reintegrazione. Nc.l momento in cui, lasciando da parteogni altraattivitententale
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e ogni altra identificazione con questo o quel ruolo, con questoo quell'io,si punta direttamenteal centro del proprio essere,(nascostoproprio qui nel cavo del cuore), lo si diventa:si diventail proprio s6,la propria anima, l"'interioritd universale". E, a questo punto che scompaiono le paure, i dubbi e le divisioni, e si riscoprel'armonia. Scrive Raineesh: oScoprire l'osselatore nella sua purez-za d la pii alta realizzazione nella sfera della spiritualitd,perch6 l'osservatore che esistedentro di te d la tua stessa anima, I'osservatore che esistedentro di te d la tua immorlalitdr.

132. I-ego
Vivere intensamente si pud soltanto a scapito dcll'io. Henn,tnNN HessE

Di solito a questafrase viene dato un significatonegativo:chi insegueemozioni,passionie piaceri,Io pud fare solo se rinuncia al controllo del proprio io. Invecechi si installa in una <zonatemperatae sana, senza burrasche e temporali, deve rinunciare a nquell'intensita di vita e di sentimentoche offre un'esistenza rivolta all'assoluto e all'estremo,. Cosi si esprime Hermann Hessene Il lupo della steppa, dove delinea la contrapposizione fra due tipi nLuomo possibilitA di esistenza: ha la di darsi tutto allo spirito, al tentativodi avvicinarsialla diviniti, all'idealedella santitaD, oppure "pud darsi tutto alla vita istintiva,al desideriodei sensie rivolgeretutte le sue aspirazioniall'acquistodi piaceri fugacio. In realtdquestidue sistemidi vita sonocompresenti in tutti e sono solo apparentemente antagonisti: sono le due polaritd di un unico processoche porta lo
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stesso individuo prima a essere un gaudentee poi a essereun asceta, o viceversa; hannocomunquein comune la stessa vcllontd di emozioniestreme. Quando ci troviamo di fronte a una personalitl che oscilla vistosamente da un oppostoall'altro,abbiamo a che fare con l'individuo infantile che popola il nostro mondo: egli non d capace di rcstare fermo cinque minuti, n6 fisicamenten ! mentalmente; d assetatodi esperienze, che perd continua a ripetere serrpre uguali, compulsivamente, spostandosi da un estren-lo all'altro. Ed d convinto - disprezzandosi - che la via della religionee della santitirsia quella della rinuncia, l'esatto oppostodella sua. Ma si tratta di luoghi comuni di una stessa mente, che prinra cerca la realizzazionein un eccessoe poi nell'eccesso opposto.E come non d autenticanell'edonismo,cosi d falsanell'ascetismo. ll problema d che la serenitdsi trova in una via di mezzo mobile tra i due stili di vita: d la via dell'equilibrio, d la via di una mente che si d fatta calma e limpida, non perch6ha rinunciato a una parte di s6, ma perch6 riescea conciliaree a vivere pienamente le esperienze che sembravanocontraddittorie.In tal sensoessaha raggiunto la piena maturitd, la piena armonia. A questopunto l'individuo reintegrail proprio "io diviso" e realizzala propria umanitd, lasciandosialle spallele ambizioni di diventareun Casanova o un santoeremita. Non d piir al selvizio di pezzi separati dcl proprio ego, ma si d inst:rllatonel s6. nAll'inferno brucia soltanto la volont?regoicaod scritto nell'antico libretto della Teologia germanica. La saggezz.a non rinuncia n6 ai piaceri n6 alla spiritualiti, e non vede un contrasto fra le due dimensioni. Questo conflitto d una creazionedella mente.
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che ama dividere e contrapporre, che non d capace di coglierel'unit2r dei fenomeni,che crea l'ideadi e'go e vi si identifica. La frase di Herrnann Hessepud essere allora interpretata in modo diverso:vive intensamente, vive veramentechi si d sottrattoallatiranniadellamente,la quale d dominatadalle ideedualistiche, dallaconvinzione chevi sia una lotta moftale fra principi contrapposti. Luomo imnraturo crede di dover diventare"grande", di dover conquistare e acquisire ogni cosa. In realtd soffre di un'iperlrol'ia dell'ego. nTi sei sottratto a tanti mali, scriveSenecanma non ancoraa te SteSSO.D E Chuang-Tzuafferma:"Il saggiod senzaioo. 133. cli ideali Tuttii veri idealihannoun elemento in comune: esprimono il desidc'rio di qualcosa chenon d ancora realizzato, ma ched desidcrabile ai fini dc'llo sviluppo e dellafelicitd delI'individuo. ErrcnFxolau La differenzatra un idealesano e un'ambizionesbagliata e che il primo promuovela liberti e la serenitd della personatenendo conto anche degli altri, mentre la secondad guidata dalla volontir di dominio egoico.In altri termini, il primo tende alla realizzazione delle potenzialitirproprie nel contestodi quelle altrui, mL'ntrela secondavedenelle libertirdegli altri una minacciaalla propria, Tutti cerchianro di realizzare la nostra personale via alla f'elicitd, ma c'Bqualcunoche intendefarlo distruggendola libe'rtiraltn-ri. E questaaggressivitd che d responsabile della lotta
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tra uomini: quando va bene, porta alla competizione, alle stmtture gerarchiche e alle divisioni sociali e, quando va male, porla alla guerra.Il problemaE che il tempcramentoegoico-aggressivo tende a concretizzarenella realtd la propria volont2r di dominio, elaborando sistemisociali,idealic comporlamentali di tipo autoritario;e quindi d inevitabile che susciti la reazionedi chi non vuole sottomettersi. I conllitti tra uomini nascono in realti dai dissidi interiori di ciascunindividuo,dall'inieliciti di alcune persone,che, non essendo capaci di sviluppare una propria armonia, scaricanoall'esternol'aggressiviti. I grandi leadersoltospesso individuidi questa specie. Chi c\in pacccon se stesso, non senteil bisctgno di conquistaree di sottomettere gli altri: ecco una vcriti su cui non si rillctte mai abbastanza. E, durnqr,re, piir che i prograntmi in se stessi,bisognztesaminerre la psicologia di chi li propone. Anche le grandi personalitd rcligiosesol'll'ono di questi limiti, che taloraslocianoin idealian-rbiziosi di "conversione"del mondo e talaltra in ideali erltrettanto morbosidi sacrif ici, di rinuncee di martiri. Per avereun'umanitirequilibrata,che ponga finalnlente fine ai conflitti e alle guen'e,ci von'ebberrna sorta di psicoterapiuuniversale.Poich6 cid non b possibile,non ci rimarne che alf idarci alle risorsedclla cultura c dell'autoanalisi. Purtroppol'appelloalla meclitazione non pud essele accolto proprio da chi ne avrebbepiir bisogno. BisognaquincliIar capile a tutti quali siano gli autentici valori da dil'fondere: non qr"relli della suprenrerzia e della con-rpetitivitd, merquclli della quietee dcll'equilibrio. Dc-gliidc'alibisogna infatti dirc.cir) che Herbert uE dcte.t'mrinata Spencer scriveva dell'opinionc: in ult ima analisidai sentinrenti, e non dall'intelletto".
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134.l-a, co !renza
Libr'ro i l'uonro per cui ogni ar'venimcnto si vt.rilica in arm onia c on la s c e l t a m o r a l e f o n c l i t m e n t a l e , c h c l l c s s u n ( ) Pud cancellare' Eprttr.to

135. Le scoperte
Sembra clre la nalura abbia nascosto nel fonclo dcl nostro spirito tale nti e :rbilit) che non conoscianro; solo lc p:lssi<_rni riescono a scoprirli. Fnarqors os Le RocHrFoucAULD

Qui Epitteto ci dice che l'uomo libero d colui che sceg l i e u n a v i ta eti ca e che, da quel momcnto, agi sce sempre con c()erenza rispetto el qucsta sua scclta; e\ l ' i n d i v i d u o c l re non si t-a i nti mi di re dai prepotenti , c h e re s i s te a g l i ambi z.i osi e ai vi ol enti , e che denuncia la falsificazione della veritd. A lui si contrzrppone non tanto qucllo che Kierkeg a a rd d e fi n i r cbbc l " ' uomo esteti co" (l a pcrs< l nache v i v e s o l o p e r i l prcl pri o pi acere), qLranto I' opporl uni s ta , c o l u i c h e non her nessun pri nci pi o, col ui che i pronto a cambiare qualsiasi bandiera, qualsiasi icleal e , q u e rl s i a s ipadronc-, pur di restare a gal l a, pur di godere dei propri beni c dei propri privilegi. Questo individuo d convinto che il valorc di un lronrc.r sia dato dal ruolo o dalla posiz.ioncche occupa. Non conclividerebbe mzri cid chc scdve Schopcnhaucr: nll nostro valorc, mclrale come intellettualc, ncln ci per-vic'ne dall'esterno, ma scaturisce dal profondo dcl n<lstro Pcr lui, tale "essereprofondo" non esiste:esiste essere>. soltanto cio che gli altri riconoscono. Quest'uomcl, che crede di essere libero, b in realtd I'ultimo degli schiavi, perch6 ha mille padroni. Non a v e n d o u n a g ui da i nteri ore, si fa di ri gere dal l e opi n i o n i a l tru i e derll eader di turno. E come una banderu o l a a l v e n t o, che l i ni sce per gi rare i n tutte l e di rez i o n i , s e n z a mai capi re se vc' ne si a una gi usta, senza ma i te n c re i n mernoi l bandol o del l a propri a vi ta. nE l'animo che d) vitlore a ogni cosaDdice Seneca. E Ora z i o di chi ara: " Li bero d sol o i l saggi o, perch ! s o l o i l s a g g i o d padrone di s6o. 198

Dunque non d vero che le passioni- tanto aborrite dalla saggezza antica- siano soltantosconvolgimenti dell'anirno chc mettonoin crisi la nostr-a tranouilliti. In realtirsono anch'esse lonti di una prolbnda saggezza: sono esperienze che possonomeLter-e in luce doti e aspetti del nosl.rocaratterechL.non credevamo di possedere, e anche difetti da cui pensavamo di essere esc'nti. Magari crcdevamodi non potcr supcrare certe prove,e poi scopriamoche possiamofarlo; magari pensavamo di essere superiori all'invidia e alla gelosia, e poi scopriamoche ne soflriamo come tutti gli altri. "Finch6si vive,c'dda imparareD dicevaSolone. In tal senso, le passioni vannovistc'conte cartinedi tornasole,come potenti strumenti di conoscenza: ci spalancano all'improvviso nuovicampidellarealta, ci ofl'rononuovi spuntidi rillessionce di cr.escittr. Talvolta ci illuminanoe ci riscaldano, talaltraci devastano; ma sonocomunquefbnti di arricchimento. Quando usciamo da esperienze di questo genere, sappiamomolte piir cose,su di noi e sul mondo. Abbiamo capito, senzabisogno di libri e di insegnanti. La nostra consapevolezza si d allargata.Dopo essere discesidal cielo o risaliti dall'inferno,possiamotornare alla realtirdi tutti i giorni, con una diversavisione delle cose. nLaveriti d chetutte le passioniumane,sia "buone" sia "cattive",D scriveErich Fromnt in Anatonia clella distruttivitti unnna (possono essereintese soltanto come il tentertivo di un individuo di dare un sensoalla
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propria vita, di trascendere le pure e sempliciesigenze d posUn canrbiamento di personalitir di sussistenza. di trosibilesoltanto seeglid in gradodi "convertirsi": vare cioi un modo nuovo di darc un sensoall'esistenza mobilitando le passioni-che-incoraggietno-la-vita, di vitaliti e integrazione sperimentando cosiun senso prima., quello che aveva superiorea

tare questi piccoli o grandi orti della nostra anima curancloli e inr-rerlfiandoli con dosi di cclnsatrlcvolezzlr. N cssuno , olt r c a noi, i in gr ar clo di im pcdir ci que'st a operazi o r . r c, chc ci m ant ier r eapcf li e sensibili. uLa dif-lerenz.:d tra il sernplice esistere e il vivere la vi ta, al ler nr a Ra. jr - r cesh od t ant o gr ande quant o la di fl i ' r' cn zu t r a m or ilc c vivcr e. ,

136. La completezza
Bis<.rgnar amlrL'ttcle chc, pcr vivcre felici nel mondo, dobbianro com;lletanrcnte parerlizzat'calcuni lati della nostr.l aninr a. Nrcor.nspe CHnuront Sc cid avvicnc, saremo forse "felici nel moudo", ma

137. Il non fare


Il sarggio n<lrr si slblza di agirc, c.ppure non c'i niente che egli non faccia. Cr r ueNc- Tzu N on si trat t a di un invit o a non f ar nicnt e, a st ar senein oz.i o.uE inr - r t ilc agir e in colt t r - ast o con le pr upr ic inclinazi oni nat ulali" dice Seneca, enunciando la pr im a rcgol a. Ma non bisogna neppur c slbr - zar si di agir e nei morrrcr- t tin<t i ppor t uni:quest ad la scconda r egola. D obbiam o cel'cur edi agir e in accor do con la nat ul ' a c con il cor so dclle cose, dolr bianr o ir npar ar e a " nrccl i tar e"le n<t st r einizi: . r t ive. " Medit ar e" lc pr upr ic iniziat ive signil'ica t at st ar eil pol so dc lla sit uazior r e,signil'ica divent ar e piir sensibi l i : capir e c1r - r ando d il nr om cnt o di m uovcr . sie quando d i l mont cnt o di ar t t cnder e. E i nutilc illLr clcr siche ci siano cr . it er i f issi. "Chi tendc a ripclsare tropp() dcve esscr-e pii operoso, dicc ancora Senecit. oChi lavoret tr()ppo deve trovare il tcrl po pel r iposar e. Tu cor np<lr lat i sccondo nat ur a che, conte bcn sai, ha I 'at t osi: l il gior - nosia la not t e. > D unqu c bisogna esscr e I 'lessibili e at t ent i: esist e un ri rppor t o t r a lar e e non f ar e, t r a m ovim ent o e im mobi l i ti , t r il i. t t t ivit e\ e passivit i\ ; un r appor t o che d vari al ti l c e c] r e va cont inuam ent c osscr vat oe seguit o. 201

n o n c l e n tro d i n o i . nC ol ui cl re tu dcfi ni sci meno I' el i ce, dicc Scneca unon d al'fattcl l'clice: quc'sta parola n o n a mn rc ttc 'd i rn inuzi ol r i . u E v e ro c h e n c l n possi amo cari ci l rci dcl l e pene e d e l l e s o ffe re n z c d i tutti gl i uomi ni , d vero chc dobb i a mo ri v c s ti rc i di una " scorzardura" e mantcnere u n c e rto d i s ta c c o dal l e cose, ma non dobbi amo per q u e s to i n -i g i d i re l a nostra ani ma. al cuni l ati del nostro essere, Se " p a ra l i z -z .e remo" a v re n ro u n i o ri d otto a comparti menti stagni . S i l r) come possedeie unarFcrrari di cui potremo usare solo un paio di nrarce. E ccisi fztllilcnro il nostro compito : q u e l l o d i d i s p i egare tutte Ie nostre possi bi l i td, q u e l l o d i v i v e re c o n compl etezza. ci portano a queste Sc.le esigenzedclla vita sociarle dobbi amo l are i n modo che non c o n rp a rti m e n ta z .i oni , s i a n o d e fi n i ti v e : d obbi amo ci o| conti nuare a mantenerc vivc dentro di noi quelle z.once quclle facolt) che Possiamo alimensianro stati costretLi a parali't.t.are'. 200

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Il problernanon !solo quello del ritmo tra azionee non azione,bensi anche quello della tempestivitie clell'el'l'icacia di cio cl-reandiamo I'arcendo. Il s:rggio non e colui chestringei denti e s'impegna fino a scoppiare;d invececolui che conrpiecid che devefareserzcon naturale7.za: eccoil vero obiettivo. zaslbrzrs, nIl Tarod sempre privo di sfclrzo, dice Lao-tzu, esprimendoproprio qLlesto concetto(e-ppur"e compie ogni cosa.) da imilare:I'abileazioneche va Qucstoc\I'esempio diritta alla meta senza dover violare o costringere: un'azione agilee paziente, cui in realti nientepud opporsi.Scoprireun simile r-nodo dj f'are e di non fare signif'icatl'ovarel'intirna ragionedelle cosc,il loro ritmo interno,e muoversi all'unisono. Cio d possibilese si prende periodicamentela distanzada tutto quel che si muove e agisce,se si calmano le proprie attiviti esternee interne e se ci si mctte semplicemente a osservare, a ct-rntemplare. Trovando il proprio ccntro,ci si pone in armonia con gli eventi.E claquestacalma scaturisce la giusta ispiraqtrelle zionead agire,a intraprendcrc iniz.iative che savolta in accordocon i movimenti circostanti. rannoa lcir<.r uPraticail non agire, slbrzati di non sfbrzarti, dice ancora paradossalmente Lao-tzu. *Chi forza distrugge,chi aflerra perde., 138. Al di lh del bene e del male Cidchesi l'aper anrore si porre semprc al di In del benee delmale. Fargoptcs Nterzscue E un dato di fatto, non un giudizicletico. Ma, proprio per questo,di enormementefastidio a chi vor202

rebbe che il mondo rispondesse a certe ristrettc rcgole morali. La realtd d inveceal di fuori clellcn<_rstr.c contrapposizioni di benee di male,di giustoe cii irr_ giusto, di buono e di cattivo,e quindi noi continui;rmo a operarecon semplici convenzioni. Le nostrecategorieetichehanno lo stesso.valore e la stessafunzione dc.gliarticoli del codice stradale: sono utili, ma relative;servonoa regolanrentare la circolazionenel forrnicaio umano, nu., possono pretendere di avereun valoreassoluto. -u Questaconstatazione mette in crisi, in particolare, coloro che credono che Ie nostreleggi mor.aliabbia_ no un'originedivina. In effetti d la no.stra menteclua_ listicache proiettanel mondo i propri limiti e i pro_ pri conflitti. Perch6se d vero che i nostri principi ci permettono di dare un ordine alla societi umana, ! anchevero che sono all'origine della lotta senzafine che la contraddistingue. Proprio I'anrore, che d il fondame nto della vita, si rivela una forza refrattaria alle nostre convenzioni: pud costruire Ie famiglie ordinate,rna pud anchecli_ stmugerle.E un sentimentoistintivo, ,.'barbaro,,, na_ turale, che non rispetta nessuncoclice. Con-re dice Menandro, unon d f'acilebadarealle conve,nienze so_ ciali quandosi d innamor-ati>. Certo,spettaa noi la sceltamorale,ma spesso questa sceltad tanto piir eticaquanto meno d moralistica. Domandiamoci:d piir morale mantenerein piecli un nratrimonio senza amoreo manclare all,aria tutto e vivere la propria vita autenticamente? E piir morale un rappono formalmenteapprovatodalla.societi, nra privo di vera gioia, o un rappono che, pur essen<Jo al di luori delleconve nzioni,fa la feliciti ie ll,individuo? Non si puir risponderecon sicurezza,non si pud stabilireun criterio ri_eido: bisogna valutarei pro e i conlro dc.lla varie situazioni.Ma qucstoci dice che
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amore ed etica possono non avere niente in comune, possono essL-r'c' divcrgcnti; ovvcr'()chc I'amcllc ha uner sua trasccndcnz.a,che ha poco a chc l'at'econ lc nos tre i d c e d i benc e di marl c. Bisogna rillettere su questi problemi se non vogliapri mo fi n i re a l di l uori di un' eti ca i tutenti ci tc t' i nrl rncrc g i o n i c ri d i un " nroral i snro i rrrrnoral e" .l l rni to bi bl i co della "caduta" dal paradiso ten'cstre ci dicc cs.rttamenl e l a s tc s s acosa: l arpri ma coppi a i nl range l a l cggecl i vi n a u n i tu ri a neI nromento i rr cui mangi a i l l i l tto cl cl l " ' al (dual i sti ca)dcl l renee dcl nral c" . b e ro d e l l a c on()sccnz.a dar Lao-tzu quandcr An a l o g o c()ncetto d cs1' rrcsso s c ri v e : n Qu ando tutti ri conoscono i l bel l o conre bcl l o , q u e s to d brutto. Qu:rndo tutti ri conoscono i l bcnc come bcne',qucsto d n-rale. Quanckr la Granclc Via cle'c a d e , n a s c ono i l ' al ori dcl l a bonta c dcl l a gi usti zi a" .

I simulacri, Ie mascher-e,non possono essere lclici , pcr ch6 non hanno nessuna int er ior - it i. Le lor . o gi oie, com e i lor o ckr loli, salanno volubili e passeggeli. Fi,u-ilnnobaldoria quernclole cose arrdranno lclr.o bcne, e cadr anno nella depr essione appena andr anno nr ale. Non avendo Lln ce- nl. t 't r abilc, sar r anncl st in balia di un'alt cr nanza vcr t igir - r <t sa di er - noz. ioni. Al cont r ar io, I 'uom o chc ha sviluppit t o e consolida t o un: . rpr r lpr ia int er ior it i\ , r iuscendo ad agir e in arnr onia con le pr r . r pr ic'disp<t siz. ir . r niur ali e cou le nat propr ie scclt e, clislr or li cii una scr er r it irche ncssuncr po t r a t oglicr - uli. "Cclnsidct 'at ileliccu scr ivc Scneca usolt ant o qLlilncl o ogni gioia nasccr a clal t uo ir r t ir lo. o

140. Il rinnovamento 39. Iiautenticitir


, l a l cl i ci ti r ri posu Il p i a c c rc p u i r basarsisul l ' i l l usi onc'nra s u l l a v c l i ti \. S ol o l a vcri ta prti rcl arcici i r cl i ctri l a nal uri r . unlana i' c:.r1'li.rce Dt,Ctl.tut,ttttl N t( ot-irs Questcl succccle pe-rch6Ia f'clicitl nascc solo dall'au{' r' aci i r chc te n ti c i ti r, o ssi a da uni r corri sp< l ncl cnzar , s i a m o e l c nostl e azi oni . S e non si anto i i t-ttctrti ci se n o n s i a n tcl noi stessi , anchc l c' gi oi c ri qual cl cu.rnno che di sinrr.rlitcrcl non il nostr'o csscre, ma un:-rs1-rccic ci portiamcl ardclosscl. ll piacere puir essere owiitnrcnte prcscnte in clgni s ta to , a n c h e ncl pi i r l al so; pcri .rnon i i n gracl o i n qttcs to c a s o d i superi l rc l a supcr' l ' i ci ce cl i pcnetl i tl c ncl fo n d o d e l l ' ani nro, l i dovc si i rracl i a corrc una l trcc c a l c l ae c o n l ortcvol c. 204 ll gi<lvanc dc'"'c lirrc lc sue provc, il vecclri<> gocler.ne i r.isultati, dicono i saggi. E il piir sr nncle dile. t t o chc nol. ano nclla nostra nillLlritr\ chc i nostli dcsitlcr.i r.ingiovanisct)lt() scnza prs.. N.i r-icrr.irrci'm()scnrpl.c , ,,rni,,l.;,,,'Dr.: MoN'^r(;NL, La dil'ler enza [ ir nclam cnt at let r . a saggczza ant ica e saggezzel ntodcr-nastarproprio in questa diversa valutaz ione dei desiclcr i. M cnt r . e r r ell'ant ichit i si vecleva ncl desider io la lonle di ogni schiavit ir , oggi si r - ivaluta la sua lunziclne,. s( ) llr alt Lllt (nella ) t er - za et it ; e sem ma i si dist ingt r c t r a clcsider i nat r . r r : . r e li aut ent ici, e dcsider i l- ilLi7. i, cr cat i dalle esigenze com nt cr - ciali e dal cclnsunr isnr o. In rcalta, Lln rlon-l()senza clesic'ler.i non cliventa r'pso lacto vn saggio; rrrolto pii spessodiventarun depresso. l l "r ingiovanim ent o dei clesidcr . i" non erclt r nquequalcosa di ncgirtivo, nta i al contr:.tr.io il segnr.l che - come

scrive Montaigne - (noi ricominciamo sempre a viveren. Letir dovrebbesemntai potlare all'operazionedescrittada Plutarco:nComenci buoi e nei cavallisi cerca di eliminare gli scarti e i morsi, ma non i movimenti e le energie,cosi la ragione utilizza le pase resemansueteD. sioni don-rate Il problema nasceperch6,quando si parla di desideri, si pensa subito al sesso,al denaro e al potere. Ma esisleancheil desideriodi apprendcree cli conodi esprimersie di comunicare,quello di scere,qr-rello utili a qualcuno o, ancora piir semplicemente, essere alla crescitadi altri individui o di quello di assistere altre forme di vita. Non b vcro che, ritrunciandoalle passioni,si possa viveredi pin; d piuttostovero il contrario,dato che una grandepassione. vivcre d anch'esso uEcctlla mia stone lz conlbssirtrti'. Dice Rousseau viverc,c le rnie fattcl hanno passioni nri ria: le nrie passioni rni hitnnoucciso,.

l4l.I-innocenza
La rria vet'so l'it-ttrocenza, vc'rs<ll'increato, vers() Dio tron d un ritorncl, ma un proscguire, non porta verscl il lupo r-l verscl il f'anciullo, nra sicntpre avanti nclla colpa, scmpre piir addcntro ncl diverrirc dcll'uonro. HexneNN Hrsse

Quando Gesirdice che per entrare nel regno dei cieli come bambini, quando il Taoidiventare dr>bbiamo smo ci raccomandadi tornare allo stato di "legno gre7.zo" o quando lo Zen ci invita a riscoprire il nolarci regledire strcl"volto ot'iginario",non intendclno infantile,non ci impongonodi ria una condiz-ione di adulti. nunciare alla nostraesperienz-a 206

Oltretutto, nessuno pub veramente tornare indietro: tutto cid che abbiamo vissuto, le conoscenz.eaccumulate, non pud essel'ecancellato se non annic-ntando il nostro stesso essere. ll problema non d qucllo di spogliarci, di dcpauperarci: le esperic.nze, anche quelle negative, sono sempre una ricchez.za.Il problema d quello di approfondire, di assimili,rree di proseguire oltre. C i d che p iu r it ar da la nost r a evoluz. ione d la r ipet iti vi ti i : i i nz- ichi andar e avant i, gir iam o in t ondo, senza mai lare ur-rp:lsso llvanti. E penoso vedere persone di una ccr t it et i chc cont inuano a com pier e gli stcssi en'or-i (per cscnrltio sposare piil volte Io stesso tipo di d<lnna o di nouro, c poi dir'ot'z.i;rr-e): c:lardir-nostrazi one clr e ncln conoscono se st cssi, che non hanno capito che cosa e chi I'acciapcr krro. La di l ' fi colt i a nr at ur ar ", o in''p"''ar e, dcr iva dall ' i ncapaci ti di r illet t er e; : . r llor a si com piono espcr icnzc che non vengono assim ilat e, she non giungono a costi tui re u na visione saggia dell'esist enza. E qui ndi r r ecessar io ler m ar si ogni t ant o a r iesam inare cid che si sta facendo, a ossen/are se non si ripctono compulsivam ent e sem pt 'e le st esseazioni. I n questi casi c'i bisogno di un salt o di qualit ir . La nostra vit a c\cont r addist int a pr opr io dalla r ipeti ti vi ti ci cl ica di cer lc espcr ienzebasilar i, che r im angono pcr lungo ternpo sernpre le stesse.Ma, a un certo pLl nto, incom inciar - no a desider ar e qualcosa di diverso, qualcosa di pii: siamo con-reI'arfalle in proci nto di sub it 'e Lr nam et ant or losi. P cr un po'cr edizr m o di dover t or nar e indiet r o, di dover recu per ar e un'esper ienza per dut a. I n r calt d sti anro sol o assint ilando il passat o. Se non vogliamo regredire a stadi vegetativi, non ci resta che andare ancora piir arranti, lasciandoci all e spal l e sen za t ant i r im piant i cid clr e siam o st at i. I n-

traprendiamo allora una nuova fase della vita, che d appunto un ninoltrarsi sempre piir addentro nel diveniredcll'uonton. Scrive Kierkegaard: nLinnocenza non d una perl'eil ritorno; inlatti dezione di cui si debbadesiderare che la si d giir perduta, ed d un siderarlasignif'ica nLlovopeccatoperder tempo a desiderarlan.

142. Lessere
di piir f<lrtcc diRenditi conto d'averdentr'odi te qualcosa e'ti muovc conre un buvino di ciir che generale passi<-rr-ri ra tti n o . Manco Aunelro Il percorso verso la "realizzazione di s6" deve passare necessariamente per questo punto che si trova al c e n tro d e l l ' e s s e re .E n e l l a cal ma e nel si l enzi o che possiamo trcrvarlo. nl-a sl'era dell'anima resta fedele alla sua forrra, Aurelio (quando non si protende vers<r scrive Marcc.r un oggetto esterno n6 si muove verso un oggetto inte rn o , q u a n d o n o n s i di sperde n6 si dc' pri me, ma brilla della luce grazie a cui vede la veritir di tutte le c o s e e q u e l l a c h e ra c c h i ude i n s6." Quando nella meditazione si riesce a identificare e a sperimentare questa condizione, si scopre che ncln siamo soltanto un coacervo di forze e di impulsi contrastanti, specie di burattini manovrati da I'ili estern i , n a c h e a b b i a m o u n a di gni ti r, una nobi l td, qual c o s a c h e d e l i n i a mo s p i ri tual c-o di vi no. E per questo che san Giovanni della Croce arriva ad allerrnare: "Il c e n tro d e l l ' a n i m a i D i o ,. Ma non d vero che siano le passioni a oscurarlo. Cid che lo opprime e la quotidianitir, il disinteresse, 208

la noia, le inutili preoccupazioni,le strettoie della vita materiale.nTu sei Dio, ma non lo saindichiara Nisargadatta,un maestro moderno del Vedanta. E il Buddhismo,di fronte alla domanda: nChedifferenza c'd tra un illuminato e un uomo comune?, risponde: oNessuna, ma l'illuminato sa di esserloo. Non si tratta di megalomania: l'uomo non si sente divino quando compie cosestraordinarieo miracoli, ma quando si coglie nella propria essenzialitd, nella propria nuditd. Rendersi conto di questo puro esseresignifica prender coscienza anche della propria trascendenza, ossia di una condizione che d al di ld delle opinioni della mente, delle oscillazioni del desiderio,della paura e delle contingenzetemporali. nNon il nostro ubensisolo la sua essere in s6,oscriveSchopenhauer par\enza fenomenicad situatanel tempo.o Da una certa etir in poi, d bene prender coscienza di questo nostro centro spirituale,che d in grado di dare all'esistenza una nuova dimensione..Piir il possessodclla vita si fa breve,, dice Montaigne npii mi occorrerenderloprofondo e pieno.n

l43.La storia E legge di naturzr chetutto muti,si trasformie perisca, cosi possano chealtrecose generarsi a lorovolta dalle antiche. MnncoAunEr_ro Nella nostra esperienza, tutto si trasforma continuamente da uno stato all'altro,tutto d in divenire.<Osservail ritorno delle cose"scriveper esempioSeneca (e guarda come nulla si estingua,ma come ogni cosa ora declini e ora risorga., Questiritmi ciclici sono presentiin tutti i fenome209

ni, da quelli esterni (il giorno e la notte, il caldo e il freddo, la pioggia e la siccitd,ecc.) a quelli interiori (la calma e I'agitaz.ione, I'attivitd e il riposo, l'attraecc.).Ogni cosa,ogni stato d'azione e la repulsione, nimo d un processoche si evolve: compare e scompare, sorge e tramonta. Datoche tutto d in continuo divenire,anchela nostra un ingressonel nulla, ma il pasmorte non pud essere a un altro stadio.nNullasi creae nullasi distrugsaggio ge: tutto si trasfbrrna, dice una leggebasilaredella fisiapeni al divenire:dobbiamo essere ca.BisognadunqLle accettarecon animo trepidante ma serenoogni nuova awentura, compresaquellaultima del morire. consistenel prendersi E la miglior preparazione cura dell'unicacosache ci rimarrd e che ci servird:la Tutto cid nostra anima, il centro del nostro essere. le le vita esperienze, in accumulato che abbiamo cid che siamo, costituisce conoscenze ,la saggezza la base di partenzadi e non pud che rappresentare cid che saremo, scrive Schonsoltanto la qualitir della coscienzaD penhauernd cid che dura e peruiste.)

Si pud pensareall'esistenzacome a una fortuna, a un dovere, a un caso, a un intermezzo, a una punizione,a un gioco,oppure all'una e alle altre cose insieme. Ma forse la maniera pii serenaper concepirla e per affrontarla d quella dell'awentura: un'awentura il cui scopo d la conoscenza. Questa idea ci aiuta non solo i gioire dei piaceri, ma anche a far tesoro delle solferenze. Se il nostro animo b rivolto a fare esperienzee a trarre conoscenze, nessunavicenda potrd essereconsiderataveramente negativa:tutto sari utile, tutto ci fornird insegnamenti e lezioni. Tenencloci f'ermi nel nostro centro di osservazione, nella nostra consapevolezza, ogni awenimento ci appariri come un interessante spettacolo,di cui possiamo esserenello stessotempo testimoni, attori e coautori. E questa piir ampia coscienzaci permetterd di cresceree di procedere lungo la strada di un infinito autoperfezionamentoverso mete che sono per ora inimmaginabili. oLa natura umana))scrive Epitteto osi realizza nella contemplazione, nella comprensione e in una condottadi vita in armonia con la natura.> E aggiunge:nSevuoi, sei libero,.

| 4 4. t autoperfezionamento
La vita come mez-zo di conoscenza: con questo principio nel cuore si pud non solo vivere varlorosamente, ma anche vivere gioiosamente e gioiosamente ridcle. Fnn:onrcn NtnrzscHE

Ci sono molti modi di intenderela vita, e non d indifferente quale modo si scelga,perch6 - come afferma Schopenhauer - (a renderci felici o infelici non d cid che le coseobiettivamentee realmentesono, ma cid che sono per noi, nella nostra intetpretazione". 210

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