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Rispetto dellomeotermia. Alimentazione e idratazione adeguata. Terapia di uneventuale acidosi (vedi sopra) e di un eventuale shock (vedi sopra). Antibiotici: molti Autori impiegano la penicillina alla dose di 250.000 U.I. seguite da 100.000 U.I./Kg/12h in perfusione.
Displasia broncopolmonare Patologia polmonare presente dopo un mese dalla nascita nel 20% dei neonati ventilati per malattia delle membrane ialine e nel 30% dei nati < 1 Kg di peso (Kerby, Current Pediatric Diag. & Treat. 2005). Lincidenza e la mortalit sono oggi molto ridotte ma nei primi 2 anni di vita permane morbilit importante per infezioni ricorrenti. Limpiego precoce dei Surfactanti riduce lincidenza e la gravit della malattia (Johnson, Current Pediatric Diag. & Treat. 2005). La terapia in fase florida a base di Cortisonici (Desametasone 0,3-0,5 mg/Kg/die) anche se negli ultimi anni, visti gli effetti nocivi sullo sviluppo neurormonale, il loro impiego viene ridotto al massimo (Thilo, Current Pediatric Diag. & Treat. 2005). Promettenti i Cortisonici per aerosol. Problemi particolari della respirazione neonatale 1. Lemoglobina del lattante ha maggior affinit per lossigeno rispetto a quella delladulto, quindi la cessione a livello tissutale pi difficile e la comparsa di cianosi (presenza di 5 o pi grammi di Hb ridotta / 100 mL di sangue) pi tardiva ed segno di maggior gravit. La pO2 arteriosa in questi casi pi attendibile dellemoglobina ossigenata. 2. In caso di privazione di ossigeno, la pO2 arteriosa del lattante scende rapidamente e risale molto lentamente, importante quindi mantenere nel neonato ipossico uno stabile apporto di ossigeno. 3. Lossigeno utilissimo ma occorre mantenere la percentuale di ossigeno nellaria inspirata al valore pi basso compatibile con una buona pO2. Uneccessiva concentrazione pu risultare dannosa, alti valori di pO2 possono provocare nel neonato danni oculari irreversibili: fibroplasia retrolenticolare (vedi par 14). Percentuali di ossigeno superiori al 60% nellaria inspirata per lunghi periodi possono portare danni bronchiali e polmonari, per evitare concentrazioni troppo alte si preferisce ricorrere a tecniche di distensione alveolare continua.