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Laddio al pensiero debole che divide i filosofi

Siamo ancora postmoderni o stiamo per diventare "neo realisti", ritornando al pensiero forte? Il dibattito filosofico/ aperto. Grazie anche al convegno che si terr a Bonn il prossimo anno sul "New Realism" a cui parteciperanno, fra gli altri, Umberto Eco e John Searle.

FERRARIS Gli ultimi anni hanno insegnato, mi pare, una amara verit. E cio che il primato delle interpretazioni sopra i fatti, il superamento del mito della oggettivit, non ha avuto gli esiti di emancipazione che si immaginavano illustri filosofi postmoderni come Richard Rorty o tu stesso. Non successo, cio, quello che annunciavi trentacinque anni fa nelle tue bellissime lezioni su Nietzsche e il "divenir favola" del "mondo vero": la liberazione dai vincoli di una realt troppo monolitica, compatta, perentoria, una moltiplicazione e decostruzione delle prospettive che sembrava riprodurre, nel mondo sociale, la moltiplicazione e la radicale liberalizzazione (credevamo allora) dei canali televisivi. Il mondo vero certo diventato una favola, anzi diventato un reality, ma il risultato il populismo mediatico, dove (purch se ne abbia il potere) si pu pretendere di far credere qualsiasi cosa. Questo, purtroppo, un fatto, anche se entrambi vorremmo che fosse una interpretazione. O sbaglio?

VATTIMO Che cos la "realt" che smentisce le illusioni post-moderniste? Undici anni fa il mio aureo libretto su La societ trasparente ha avuto una seconda edizione con un capitolo aggiuntivo scritto dopo la vittoria di Berlusconi alle elezioni. Prendevo gi atto della "delusione" di cui tu parli; e riconoscevo che se non si verificava quel venir meno della perentoriet del reale che era promessa dal mondo della comunicazione e dei mass media contro la rigidit della societ tradizionale, era per lappunto a causa di una permanente resistenza della "realt", per appunto nella forma del dominio di poteri forti economici, mediatici, ecc. Dunque, tutta la faccenda della "smentita" delle illusioni post-moderniste solo un affare di potere. La trasformazione post-moderna realisticamente attesa da chi guardava alle nuove possibilit tecniche non riuscita. Da questo "fatto", pare a me, non devo imparare che il post-modernismo una balla; ma che siamo in balia di poteri che non vogliono la trasformazione possibile. Come sperare nella trasformazione, per, se i poteri che vi si oppongono sono cos forti?

FERRARIS Per come la metti tu il potere, anzi la prepotenza, la sola cosa reale al mondo, e tutto il resto illusione. Ti proporrei una visione meno disperata: se il potere menzogna e sortilegio ("un milione di posti di lavoro", "mai le mani nelle tasche degli italiani" ecc.), il realismo contropotere: "il milione di posti di lavoro non si visto", "le mani nelle tasche degli italiani sono state messe eccome". per questo che, ventanni fa, quando il postmoderno celebrava i suoi fasti, e il populismo si scaldava i muscoli ai bordi del campo, ho maturato la mia svolta verso il realismo (quello che adesso chiamo "New Realism"), posizione allepoca totalmente minoritaria. Ti ricorderai che mi hai detto: "Chi te lo fa fare?". Bene, semplicemente la presa datto di un fatto vero.

VATTIMO Se si pu parlare di un nuovo realismo questo, almeno nella mia esperienza di (pseudo)filosofo e (pseudo)politico, consiste nel prender atto che la cosiddetta verit un affare di potere. Per questo ho osato dire che chi parla della verit oggettiva un servo del capitale. Devo sempre domandare "chi lo dice", e non fidarmi della "informazione" sia essa giornalistico-televisiva o anche "clandestina", sia essa "scientifica" (non c mai La scienza, ci sono Le scienze, e gli scienziati, che alle volte hanno interessi in gioco). Ma allora, di chi mi fider? Per poter vivere decentemente al mondo devo cercare di costruire una rete di "compagni" s, lo dico senza pudore con cui condivido progetti e ideali. Cercandoli dove? L dove c resistenza: i no-Tav, la flottiglia per Gaza, i sindacati anti-Marchionne. So che non un verosimile programma politico, e nemmeno una posizione filosofica "presentabile" in congressi e convegni. Ma ormai sono "emerito".

FERRARIS Per essere un resistente, sia pure emerito, la tua tesi secondo cui "la verit una questione di potere", mi sembra una affermazione molto rassegnata: "la ragione del pi forte sempre la migliore". Personalmente sono convinto che proprio la realt, per esempio il fatto che vero che il lupo sta a monte e lagnello sta a valle, dunque non pu intorbidargli lacqua, sia la base per ristabilire la giustizia.

VATTIMO Io direi piuttosto: prendiamo atto del fallimento, pratico, delle speranze post-moderniste. Ma certo non nel senso di tornare "realisti" pensando che la verit accertata (da chi? mai che un realista se lo domandi) ci salver, dopo la sbornia ideal-ermeneutica-nichilista.

FERRARIS Non si tratta di tornare realisti, ma di diventarlo una buona volta. In Italia il mainstream filosofico sempre stato idealista, come sai bene. Quanto allaccertamento della verit, oggi c un sole leggermente velato dalle nuvole, e questo lo accerto con i miei occhi. il 15 agosto 2011, e questo me lo dice il calendario del computer. E il 15 agosto del 1977 Herbert Kappler, responsabile della strage delle fosse Ardeatine, fuggito dal Celio, questo me lo dice Wikipedia. Ora, poniamo che incominciassi a chiedermi "sar poi vero? chi me lo prova?". Darei avvio a un processo che dalla negazione della fuga arriverebbe alla negazione della strage, e poi di tutto quanto, sino alla Shoah. Milioni di esseri umani uccisi, e io garrulamente a chiedermi "chi lo accerta?".

VATTIMO ovvio (vero? Bah) che per smentire una bugia devo avere un riferimento altro. Ma tu ti sei mai domandato dove stia questo riferimento? In ci che "vedi con i tuoi occhi"? S, andr bene per capire se piove; ma per dire in che direzione vogliamo guidare la nostra esistenza individuale o sociale?

FERRARIS Ovviamente no. Ma nemmeno dire che "la cosiddetta verit un affare di potere" mi dice niente in questa direzione, al massimo mi suggerisce di non aprire pi un libro. Ci vuole un doppio movimento. Il primo, appunto, lo smascheramento, "il re nudo"; ed vero che il re nudo, altrimenti sono parole al vento. Il secondo luscita delluomo dallinfanzia, lemancipazione attraverso la critica e il sapere (caratteristicamente il populismo a dir poco insofferente nei confronti delluniversit).

VATTIMO Chi dice che "c" la verit deve sempre indicare una autorit che la sancisce. Non credo che tu ti accontenti ormai del tribunale della Ragione, con cui i potenti di tutti i tempi ci hanno abbindolato. E che talvolta, lo ammetto, servito anche ai deboli per ribellarsi, solo in attesa, per, di instaurare un nuovo ordine dove la Ragione ridiventata strumento di oppressione. Insomma, se "c" qualcosa come ci che tu chiami verit solo o decisione di una auctoritas, o, nei casi migliori, risultato di un negoziato. Io non pretendo di avere la verit vera; so che devo render conto delle mie interpretazioni a coloro che stanno "dalla mia parte" (che non sono un gruppo necessariamente chiuso e fanatico; solo non sono mai il "noi" del fantasma metafisico). Sul piovere o non piovere, e anche sul funzionamento del motore dellaereo su cui viaggio, posso anche essere daccordo con Bush; sul verso dove cercare di dirigere le trasformazioni che la post-modernit rende possibili non saremo daccordo, e nessuna constatazione dei "fatti" ci dar una risposta esauriente.

FERRARIS Se lideologia del postmoderno e del populismo la confusione tra fatti e interpretazioni, non c dubbio che nel confronto tra un postmoderno e un populista sar ben difficile constatare dei fatti. Ma c' da sperare, molti segni lo lasciano presagire, che questa stagione volga al termine. Anche lesperienza delle guerre perse, e poi di questa crisi economica, credo che possa costituire una severa lezione. E con quella che affermo apertamente essere una interpretazione, mi auguro che lumanit abbia sempre meno bisogno di sottomettersi alle "autorit", appunto perch uscita dallinfanzia. Se non in base a questa speranza, che cosa stiamo a fare qui? Se diciamo che "la cosiddetta verit un affare di potere" perch abbiamo fatto i filosofi invece che i maghi?

VATTIMO Dici assai poco su dove cavare le norme dellagire, essendo il modello della verit sempre quello del dato obiettivo. Non hai nessun dubbio su "chi lo dice", sempre lidea che magicamente i fatti si presentino da s. La questione della auctoritas che sancisce la veritas dovresti prenderla pi sul serio; forse io ho torto a parlare di compagni, ma tu credi davvero di parlare from nowhere?

(26 agosto 2011)

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