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Omosessualit e matrimonio di Elena Falletti

Il dibattito sul riconoscimento di pari dignit e diritti per le persone di orientamento omosessuale mette in rilievo tutte le contraddizioni esistenti tra la societ italiana e la classe politica che dovrebbe rappresentarla1. Esso si sviluppa su due piani distinti che a fatica riescono a comunicare: da un lato linerzia del legislatore, bloccato dalla sua stessa frammentazione, e dallaltro dalla giurisprudenza che applica in materia norme nazionali e sovranazionali facendo riferimento innanzitutto al principio di non discriminazione e al diritto allo sviluppo della personalit individuale. Al centro del dibattito politico e sociale, nazionale e internazionale, vi il riconoscimento del diritto al matrimonio. Seppure quello al matrimonio sia riconosciuto come diritto fondamentale della persona dallart. 16.1 della Dichiarazione universale dei diritti delluomo che si limita a stabilire che Uomini e donne in et adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione vi chi oppone
Tuttavia va osservato che le amministrazioni locali si sono poste in una diversa prospettiva, infatti alcune di esse hanno deliberato listituzione di registri per le coppie conviventi more uxorio ai fini di garantire pari accesso indipendentemente dallorientamento sessuale ai benefici erogati dallente territoriale. A titolo puramente esemplificativo esempi ne siano il Comune di Milano, Torino, Pisa, Bologna, Firenze, Siena, Arezzo e altri.
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allinclusione in tale fattispecie al matrimonio tra le persone dello stesso sesso la ragione del requisito di diversit di sesso quale elemento naturale, contenuto nellart. 29 della Costituzione italiana. Da pi parti ci si richiama a tale concetto per affermare che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sarebbe contro natura in quanto lo scopo del matrimonio la procreazione e questa possibile solo tra due esseri umani di sesso diverso in et procreativa, possibilmente vincolati da legittimo legame matrimoniale, poich solo il matrimonio validamente celebrato consentirebbe lattribuzione certa della paternit al neonato e quindi lattribuzione del cognome e del patrimonio paterno al figlio. Come dimostrato dalla scienza e dallevoluzione sociale questa affermazione non pi veritiera dal momento che lattribuzione della paternit pu essere verificata con esami genetici, mentre sotto un profilo sociale tanto il divorzio quanto la procreazione medicalmente assistita sono diventati un fenomeno di massa, mentre la celebrazione del rito matrimoniale ha perduto la sacralit religiosa che la caratterizzava. Per quanto concerne la giurisprudenza italiana in tema di matrimonio la Corte costituzionale si pronunciata con la sentenza n. 138/2010 che seppur avesse dichiarato inammissibile la questione di costituzionalit sollevata da quattro tribunali italiani relativamente allimpossibilit per le coppie di nubendi dello stesso sesso di poter formalizzare le loro pubblicazioni di matrimonio, ha comunque riconosciuto alle medesime coppie la dignit di formazioni sociali come intese dallart. 2 della Costituzione ed entro le quali gli individui svolgono la loro personalit. Infatti la Corte costituzionale ha affermato che per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunit, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione da annoverare anche lunione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui 230

spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri2. Collegandosi esplicitamente a questa sentenza del Giudice delle leggi, la Corte di Cassazione ha affermato che le persone omosessuali hanno il diritto fondamentale di veder riconosciuti effetti giuridici concreti alla loro relazione sentimentale stabile, pertanto i giudici di legittimit3 hanno affermato che () radicalmente superata la concezione secondo cui la diversit di sesso dei nubendi presupposto indispensabile, per cos dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio; in quanto linterpretazione dellart. 12 della CEDU operata dalla Corte europea ha privato di rilevanza giuridica la diversit di sesso dei nubendi ed ha incluso nellart. 12 anche il diritto al matrimonio omosessuale. Tuttavia poich il citato art. 12 (e lart. 9 della Carta di Nizza dei diritti fondamentali dellunione europea del 2000-2007) stabilisce che uomini e donne in et adatta hanno diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali regolanti lesercizio di tale diritto, spetta alle leggi nazionali stabilire se consentire o meno i matrimoni omosessuali; e non essendo tali matrimoni riconosciuti dalla legislazione italiana lufficiale di stato civile deve rifiutare la trascrizione in Italia di un matrimonio omosessuale celebrato allestero; fermo restando il diritto delle coppie omosessuali ad una vita familiare ed al riconoscimento di tale diritto negli specifici settori ove esso risulti rilevante. La sentenza 4148/2012 si distingue per lattenta ricostruzione dellefficacia delle fonti sovranazionali come la Dichiarazione Universale dei diritti umani, la Carta europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libert fondamentali (CEDU), il Patto internazionale dei diritti civili e politici, la Carta dei diritti fondamentali dellUnione Europea e la giurisprudenza delle Corti formatasi su di esse, in partico2 3

Corte cost., 15 aprile 2010, n. 138. Cass., 15 marzo 2012, n. 4184.

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lare la Corte europea dei diritti umani. Nello specifico possibile ricostruire tale quadro come segue: lart. 16 della Dichiarazione Universale, lart. 23.2 del Patto internazionale, lart. 12 CEDU, lart. 9 della Carta europea riconoscono il matrimonio come diritto fondamentale ai singoli individui come esseri umani e non come appartenenti ad un consesso sociale. Tuttavia tanto lart. 12 CEDU quanto lart. 9 della Carta dei diritti fondamentali della UE consentono agli Stati nazionali di gestire la realizzazione di tale parificazione: da un lato attraverso il parametro del margine di apprezzamento, dallaltro affermando che tale disciplina di competenza degli Stati nazionali. Tale situazione comporta la coesistenza a livello europeo di esperienze che vanno dal pi ampio riconoscimento allassoluto divieto dei matrimoni tra persone del medesimo sesso, tuttavia non pi possibile negare dignit di vita familiare alla relazione di coppia omosessuale, esattamente negli stessi termini riconosciuti alla coppia eterosessuale coniugata. Contestualmente la Corte di Cassazione si sono richiamati alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, in particolare al caso Schalk e Kopf contro Austria del 24 giugno 2010, secondo la quale le coppie formate da persone omosessuali non possono essere escluse dal godimento dei diritti collegati alla nozione di vita familiare nellaccezione dellart. 8 CEDU. A questo proposito la Corte di Strasburgo afferma, e la Corte di Cassazione condivide, che (D)ata levoluzione [sociale e giuridica] la Corte [di Strasburgo] ritiene artificiale sostenere lopinione che, a differenza di una coppia eterosessuale, una coppia omosessuale non possa godere della vita familiare ai fini dellart. 8. Conseguentemente la relazione dei ricorrenti, una coppia omosessuale convivente con una stabile relazione di fatto, rientra nella nozione di vita familiare, proprio come vi rientrerebbe la relazione di una coppia eterosessuale nella stessa situazione. Da tale principio discendono degli effetti che direttamente e positivamente incidono sulla vita delle persone omosessuali. Ad esempio: viene riconosciuto il permesso di 232

soggiorno per ricongiungimento familiare del coniuge omosessuale uruguagio di un cittadino italiano4. La coppia si sposata in Spagna ai sensi della Ley 13/2005, istitutiva del matrimonio sexualmente indiferenciado. La loro scelta non stata casuale: infatti n lItalia n lUruguay prevedono soluzioni legislative che consentano a una coppia formata da persone dello stesso sesso di regolarizzare formalmente il loro rapporto. In Spagna, lintervento legislativo si limitato ad una sostituzione terminologica adattando i vocaboli propri dei ruoli nella coppia eterosessuale marido y mujer con i termini neutri di cnyuge e di consorte. Attraverso questa operazione il legislatore spagnolo intervenuto sui componenti della coppia invece che riformare completamente listituto5. Questa scelta ha avuto una duplice valenza: da un lato distaccare il concetto di matrimonio dalla sua pretesa natura di istituto riservato a una coppia di sesso diverso per trasformarlo in uno strumento di realizzazione personale e affettiva in condizioni di uguaglianza; dallaltro lato adattarlo alla mutata realt sociale. La valenza politica della scelta terminologica stata illustrata come il raggiungimento delleguaglianza sostanziale attraverso il formalismo dellassenza di riferimento al genere. Anche nella disciplina comunitaria prevista dalla direttiva 2004/38/CE la scelta di neutralit terminologica, recepita fedelmente dal d.lgs. 6 febbraio 2007, n. 30 (e ripresa dallart. 9 della Carta dei diritti fondamentali dellUnione Europea), svolge un ruolo di primo piano. Infatti, indipendentemente dalla disciplina degli Stati nazionali in materia matrimoniale e familiare, il riferimento neutro intenso a includere, e non ad escludere, le coppie formate da persone dello stesso genere. Questa scelta di neutralit inclusiva discende direttamente da uno dei quattro principi fondativi cardine dellUnione Europea
Trib. Reggio Emilia, 13 febbraio 2012. La costituzionalit di questa scelta antidiscriminatoria stata confermata dal Tribunal Constitucional spagnolo con sentenza depositata il 6 novembre 2012.
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cio la libert fondamentale di circolazione delle persone allinterno dellUnione Europea. Si tratta di un fulcro del progetto europeo e tale esigenza prevale e prescinde dalla regolamentazione nazionale dei rapporti familiari. Per quanto concerne la fattispecie della convivenza more uxorio al momento sono stati riconosciuti dalla giurisprudenza alle coppie composte da persone del medesimo sesso il diritto al risarcimento del danno da morte, alla sublocazione dellimmobile, alla qualifica di obbligazione naturale alle donazioni tra conviventi omosessuali, allastensione testimoniale, alliscrizione del convivente omosessuale alla Cassa Mutua nazionale per il personale delle banche di credito cooperativo. La condizione di omosessualit assume rilevanza nel caso di concessione dello status di rifugiato ovvero di persona bisognosa di protezione internazionale (ai sensi della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, ratificata con L. 722/1954 e modificata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, ratificato con legge 95/70 nonch ai sensi del d.lgs 19 novembre 2007, n. 251 (Attuazione della direttiva 2004/83/CE recante norme minime sullattribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonch norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta) a un cittadino ghanese di orientamento omosessuale perseguitato in Ghana dove lomosessualit punibile a titolo di reato; pertanto in relazione al conseguente rischio di venire sottoposto a gravi violenze, il giudice riconosce al ricorrente la protezione internazionale nella forma del rifugio6. Appare evidente anche allosservatore pi disattento limportanza esercitata in questo ambito dal diritto dellUnione Europea, il quale prevede che in nome delle quattro libert fondamentali, tra cui quella di libera circolazione, possano venire garantiti effetti diversi a situazioni che a livello
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Trib. Milano, 16 maggio 2012.

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nazionale potrebbero anche essere ignorate: la fattispecie del matrimonio tra le persone del medesimo sesso ne uno degli esempi pi evidenti. La medesima fattispecie pu suggerire al giurista curioso analoghe considerazioni per quanto concerne lordinamento statunitense. Pure esso, seppure a condizioni molto diverse, viaggia su un doppio binario: quello statale, competente per la materia matrimoniale, e quello federale che conosce il Defense of Marriage Act (DOMA). Il DOMA una legge entrata in vigore nel 1996 durante lAmministrazione Clinton allo scopo di define and protect the institution of marriage. Esso esplicitamente prevede che il matrimonio possa essere celebrato soltanto tra un uomo e una donna. Il DOMA al centro di diverse dispute giudiziarie combattute sia a livello federale sia a livello statale. Infatti, recentemente, nel febbraio del 2012 la United States District Court for the Northern District of California, nel caso Golinski v. United States Office of Personnel Management, ha stabilito che le coppie coniugate dello stesso sesso non possono essere discriminate nellerogazione dei benefici sanitari nei confronti delle coppie sposate eterosessuali; pertanto il DOMA, che stabilisce in via legislativa la differenza di sesso tra i nubendi per laccesso al matrimonio, incostituzionale. Tuttavia, il contenzioso pi noto in materia concerne la nota Proposition n. 8. Si ricorda che la Proposition n. 8 concerne il referendum popolare tenutosi nel novembre 2008 sullintroduzione nella Costituzione dello Stato della California della specifica previsione che il matrimonio possa essere celebrato solo tra un uomo e una donna. A questo proposito, la La US Court of Appeals for the Ninth Circuit nella causa Perry v. Brown ha stabilito con una maggioranza di due giudici a uno che il referendum sulla c.d. Proposition n. 8 incostituzionale perch violativo delle Due Process e dellEqual Protection Clauses previste dal XIV E-mendamento della Costituzione federale. La questione non ancora conclusa perch sono attese ulteriori impugnazioni tanto alla plenaria del Ninth Circuit quanto alla Corte Suprema che ha gi concesso il suo writ of certiorari per la trattazione della causa. 235

Ordine pubblico e diritti fondamentali di Daniela Bauduin ed Elena Falletti

I poteri dei soggetti pubblici sono delimitati dal vincolo finalistico, dalle disposizioni che ne regolano lesercizio e dal rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto quando alla Pubblica Amministrazione affidata la tutela dellordine pubblico1. Lordine pubblico un concetto quanto mai complesso, che appare per la prima volta nella nostra Costituzione con la riforma del Titolo quinto della Parte seconda (legge cost. n. 3 del 2001), e il cui contenuto viene ravvisato dalla giurisprudenza costituzionale negli interessi pubblici primari su cui si fonda lordinata e civile convivenza dei consociati nella comunit nazionale2. La ricostruzione operata dalla Consulta stata poi recepita dal legislatore delegato, il quale allart. 159, comma 2, del decreto legislativo n. 112 del 1998 stabilisce che: le funzioni ed i compiti amministrativi relativi allordine pubblico e sicurezza pubblica [...] concernono le misure preventive e repressive dirette al mantenimento dellordine pubblico inteso come il complesso dei beni giuridici fondamentali e degli interessi pubblici primari sui quali si regge lordinata e civile convivenza nella comunit nazionale,
Sulla nozione di ordine pubblico, cfr. G. Corso, Ordine pubblico (diritto pubblico), in Enc. dir., XXX, Milano, 1980, 1057 ss. 2 Cfr. Corte cost., 27 marzo 1987, n. 77; Corte cost., 25 febbraio 1988, n. 218; Corte cost., 7 aprile 1995, n. 115; Corte cost., 25 luglio 2001, n. 290.
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nonch alla sicurezza delle istituzioni, dei cittadini e dei loro beni. La tutela dellordine pubblico affidata allo Stato, il quale opera attraverso lAmministrazione di pubblica sicurezza, che sottoposta ad un ordinamento speciale, rappresentato in via principale dalla legge 1 aprile 1981, n. 121. La materia dellordine pubblico, tuttavia, in quanto connessa ad interessi dellintera collettivit, richiede la collaborazione di pi livelli istituzionali. Di particolare interesse per la sua estrema attualit il rapporto tra diritti fondamentali e ordinanze di necessit ed urgenza: una particolare categoria di ordini che talune Autorit amministrative sono autorizzate ad emanare sul presupposto della necessit e dellurgenza di provvedere ed il cui contenuto non predeterminato cos da poterlo adattare alle circostanze concrete3. nella legge autorizzativa che si ritrova lindicazione dei presupposti (la necessit e lurgenza) e dello scopo (la tutela dellordine pubblico). Tra questi atti hanno un notevole rilievo le ordinanze dellAutorit di pubblica sicurezza di cui allarticolo 2 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (di seguito, TULPS approvato con il regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, il quale stabilisce che i Prefetti nel caso di urgenza o per grave necessit pubblica hanno facolt di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dellordine pubblico e della sicurezza pubblica. La Corte costituzionale ha sottolineato che lesercizio del potere di adottare ordinanze sottoposto ad una serie di vincoli: primo fra tutti il rispetto della Costituzione e delle riserve di legge in essa contenute, oltre che dei principi dellordinamento giuridico. Lautorevole voce di Stefano Rodot afferma che laccento posto sui diritti fondamentali corrisponde ad un bisogno profondo di legalit che, in molte aree segnate da
3 L. Mazzarolli, G. Pericu, A. Romano, F.A. Roversi Monaco, F.G. Scoca, Diritto amministrativo, I, Bologna, 2001, 193 ss.

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discrezionalit non pi accettabili, esige un passaggio dalla garanzia politica alla garanzia giuridica4. Tuttavia, nonostante prestigiosi interventi giurisprudenziali e dottrinali affermino la piena tutela dei diritti inviolabili, in una serie di ipotesi la tutela dellordine e della sicurezza pubblici risulta prevalente rispetto ai diritti fondamentali della persona. Eppure, mentre nellordinamento prerepubblicano alla Pubblica Amministrazione era riconosciuta unautonomia tanto ampia che essa poteva fare tutto ci che non le fosse esplicitamente vietato, nel sistema attuale i poteri dellAutorit amministrativa trovano un limite intrinseco nella legge. Il ricorso frequente allistituto emergenziale dellordinanza forza il riparto delle competenze normative fissato dalla Costituzione, se non rispetta i limiti stabiliti dal legislatore e chiariti dalla Corte costituzionale. Questi strumenti rafforzano il ruolo del Governo per far fronte a unemergenza, che per qualificata come tale dallo stesso soggetto che esercita il potere straordinario e derogatorio. Ne consegue lampia discrezionalit del prefetto nelladozione di atti che dovrebbero concretarsi in misure indispensabili per la tutela dellordine pubblico e della sicurezza pubblica. La Corte costituzionale5 ha affermato che il potere derogatorio della normativa primaria riconosciuto alla Pubblica Amministrazione in caso di emergenza, per non essere in contrasto con il sistema costituzionale, deve essere eccezionale e manifestarsi in deroghe temporalmente delimitate. Le ordinanze di cui allart. 2 del TULPS devono allora essere giustificate da un contesto di emergenza connotato dalla eccezionalit e provvisoriet, senza nascondere problemi strutturali e persistenti, che stabilizzano lemergenza.
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S. Rodot, Quale Stato, Roma, 1994, 81. Corte costituzionale, 14 aprile 1995, n. 127.

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Diversamente, si altera la stessa forma di governo democratico-parlamentare che prevede per i casi di emergenza la decretazione durgenza, la quale esprime il rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento, attraverso il procedimento della conversione in legge. Con il ricorso frequente allordinanza, il potere esecutivo assume un ruolo preminente ed esclusivo nella gestione dellemergenza, la cui conformit alla Costituzione meriterebbe di essere verificata. Guardando ad una delle vicende che pi interessa lopinione pubblica da anni, si rammenta che il 22 giugno 2011 il prefetto della Provincia di Torino ha emesso unordinanza in base al citato art. 2 TULPS, con cui ha disposto lassegnazione nella disponibilit delle forze di polizia delle aree individuate per linstallazione del cantiere della galleria propedeutica al tunnel della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Va ricordato che detto articolo stato dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale6, nei limiti in cui esso attribuisce ai Prefetti il potere di emettere ordinanze senza il rispetto dei principi dellordinamento giuridico. Ed proprio questo dei principi dellordinamento giuridico il punto fondamentale su cui bisogna soffermarsi. Gi nel 1956 la Consulta7 auspic che il legislatore provvedesse a inserire nellart. 2 lespressa enunciazione dei canoni cui i provvedimenti dovessero conformarsi al fine di porre la disposizione al riparo da ogni interpretazione contraria allo spirito della Costituzione. Purtroppo, nel tempo trascorso da quella sentenza il testo legislativo rimasto inalterato e molti prefetti hanno emesso provvedimenti che sono stati spesso oggetto di censure di legittimit. In primo luogo, si deve osservare che i provvedimenti prefettizi non possono mai essere in contrasto con quei
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Corte costituzionale, 23 maggio 1961, n. 26. Corte costituzionale, 20 giugno 1956, n. 8.

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principi della Costituzione che, rappresentando gli elementi fondamentali dellordinamento, non consentono alcuna possibilit di deroga. , infatti, ovvio che lart. 2 della legge di pubblica sicurezza non potrebbe disporre che, in un campo in cui il precetto costituzionale inderogabile anche di fronte alla legge ordinaria, intervengano provvedimenti amministrativi in senso difforme. Al provvedimento menzionato ha fatto seguito una sequenza di ordinanze, con cui stato vietato, fra laltro, lingresso e lo stanziamento nellarea, di persone, cose e mezzi estranei allo svolgimento delle attivit di cantiere. Disposizione pi volte prorogata per il permanere delle preminenti esigenze di tutela dellordine e della sicurezza pubblica nellarea del cantiere, unitamente allurgenza della prosecuzione dellattivit dello stesso in ragione degli impegni internazionali assunti. Allanalisi che si sta conducendo giova, altres, il richiamo al ruolo fondamentale del prefetto e del questore nella salvaguardia dellordine pubblico, trattandosi di compito che la Costituzione attribuisce alla Repubblica, in quanto determinante per garantire la pace sociale sullintero territorio nazionale. In particolare, lart. 2 della Costituzione italiana, definita plasticamente da Carlo Azeglio Ciampi Bibbia laica, stabilisce che La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit. Non vi dubbio che tra i diritti inviolabili vada annoverato il diritto alla sicurezza, anche e soprattutto in occasione di manifestazioni pubbliche rischiose per leventuale presenza di gruppi violenti. Tuttavia tale posizione giuridica del soggetto non pu prevaricare sul diritto di manifestare liberamente il proprio dissenso nei confronti dellopera da parte della cittadinanza. Ulteriormente si rileva che lart. 3 Cost. esprime ancor pi incisivamente il compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limi241

tando di fatto la libert e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti i lavoratori allorganizzazione politica, economica e sociale del Paese. Al cittadino deve, dunque, essere garantita dallo Stato la sicurezza nellesercizio del diritto di manifestazione del pensiero, che rappresenta il presupposto per levoluzione della societ democratica e per lo sviluppo di ciascun individuo. necessario che lAutorit di pubblica sicurezza adotti una visione pi complessa e non riduttiva degli interessi in gioco dando rilievo anche alle situazioni giuridiche soggettive dei cittadini, che siano manifestanti o meno. Basti pensare, a titolo puramente esemplificativo, ai diritti inerenti al godimento tanto individuale quanto collettivo di beni come lintegrit dellambiente, la salute, laria, lacqua, il patrimonio boschivo, ovvero tutti gli elementi che caratterizzano nella sua essenza lidentit del luogo. A quanto detto si aggiunga che la legge di stabilit per il 2012 (legge 12 novembre 2011, n. 183) qualifica il cantiere suddetto come area di interesse strategico nazionale. In particolare, lart. 19, rubricato Interventi per la realizzazione del corridoio Torino-Lione e del Tunnel del Tenda, contiene una norma che prevede la classificazione dellarea della Maddalena di Chiomonte come area di interesse strategico nazionale, intendendosi per tale quellarea geografica ove risiedono o sono fondamentali per il loro controllo gli interessi vitali o strategici della nazione8. In tempi non troppo lontani, ma ormai dimenticati, Carl Schmitt teorizzava la dottrina del decisionismo giuridico sostenendo che la decisione politica producesse diritto indipendentemente dalla sua adesione alla regola. Questo orientamento giustificherebbe lindifferenza ai contenuti decisori, limitandosi a elaborare una veste solo formale affinch il potere sovrano possa manifestarsi con8

Ministero delle Difesa, Inserto di informazione della difesa, n. 1/2001, 25-26.

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cretamente. Corollario di siffatta elaborazione dottrinale la circostanza che anche una decisione non corrispondente alle regole crea comunque diritto e pertanto va eseguita senza indugio. Questo ricordo di studi universitari affiora alla mente leggendo lordinanza prefettizia relativa alle aree del cantiere di Chiomonte, la settima, del 25 febbraio 2012. Con il provvedimento in parola il prefetto di Torino ha ordinato che, ferma restando linterdizione relativa alla via dellAvan nel Comune di Chiomonte, disposta con lordinanza del 16 gennaio 2012, sia interdetta, dal 27 febbraio al 4 marzo 2012, alla circolazione di persone e di mezzi la viabilit in alcune strade allinterno del Comune di Giaglione e del Comune di Chiomonte. Inoltre, lAutorit prefettizia ha vietato laccesso a tutti i sentieri e alle aree prative e silvestri facenti parte degli ultimi enti locali citati, che comunque conducano allarea di interesse strategico nazionale, di cui allart. 19 della legge 183/2011, cos come individuata dalla delibera CIPE n. 86/2010 del 18 novembre 2010, nonch alle aree recintate retrostanti larea del Museo Archeologico di Chiomonte, a quelle della Centrale Idroelettrica di Chiomonte e alla cuffia paramassi, posta a protezione del pilone del viadotto autostradale contrassegnato dal numero 2. Si aggiunga il previsto divieto allesercizio di qualsiasi attivit venatoria nei Comuni di Chiomonte, Giaglione, Venaus ed Exilles. Nella parte motivazionale del provvedimento si richiama a proprio fondamento limminente avvio nelle aree di interesse strategico in questione, degli adempimenti preliminari alle procedure di occupazione temporanea di particelle di terreni di propriet privata, ostacolati, ad avviso del Questore di Torino da una eccezionale situazione pregiudizievole per lordine pubblico, che ha reso necessarie a protezione dellarea di cantiere ordinanze prefettizie contenenti divieti e restrizioni alla viabilit circostante la stessa. Le pi volte evocate ragioni di urgenza e cautelari sono 243

citate dal prefetto per fondare, altres, la mancata comunicazione di avvio del procedimento ai destinatari dovendosi procedere, senza ulteriori differimenti, agli adempimenti preliminari alle procedure di occupazione temporanea e in ragione delle sottese esigenze di tutela dellordine e della sicurezza pubblica. opportuno ricordare che i procedimenti tesi a comprimere la propriet privata rappresentano il punto di incontro pi difficile tra autorit dello Stato e autonomia privata, dal che deriva la necessit di garantire ai soggetti portatori di interessi qualificati la possibilit di partecipare ad un procedimento che deve essere affrancato dallurgenza, in quanto collegato in modo ineludibile ad unattivit di programmazione. A tal fine occorre unaccurata preparazione di elaborati tecnici volti a determinare in modo preciso la conformazione del territorio, giungendo a soluzioni razionali, economiche e condivise. Se finora i provvedimenti amministrativi emanati dal rappresentante periferico di Governo concernevano i diritti di circolazione e la libert di manifestazione del pensiero, con questo atto lAutorit pubblica incide uno dei diritti individuali che pi sono stati discussi durante il percorso storico delle vicende umane in relazione al rapporto tra Autorit costituita e consociati ad essa sottoposti, cio quello di propriet. Infatti, la regolazione della disciplina dominicale di particolare delicatezza perch regola la gestione di una risorsa che per sua natura scarsa rispetto a coloro che ne ambiscono la titolarit, ovvero nello specifico la terra. Il TAR Piemonte9, chiamato a pronunciarsi sulla legittimit delle ordinanze prefettizie cui si fatto cenno, ha respinto la domanda cautelare ritenendola non sorretta da adeguati elementi di verosimiglianza del buon diritto e profili concreti di pregiudizio grave e irreparabile, atteso che la situazione presa in esame nei provvedimenti prefet9

TAR Piemonte, Sezione prima, ordinanza 31 maggio 2012, n. 346.

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tizi evidenzia fondate esigenze di tutela dellordine pubblico e della sicurezza pubblica e integra i presupposti dei poteri delineati dallart. 2 del TULPS. Inoltre, gli atti impugnati non paiono esorbitare i precisi limiti imposti dallordinamento giuridico, in particolare quello della salvaguardia dei diritti costituzionali, cos come delineati in giurisprudenza. Sovvengono di nuovo le memorie degli studi universitari, quando si apprendeva che secondo la visione costituzionale liberale, affinch un ordinamento politico fosse legittimamente costituito, esso dovesse preservare innanzitutto la vita, la libert e la propriet fondiaria. Dai tempi di John Locke di sicuro passata molta acqua sotto i ponti, insieme a molta teoria e altrettanta pratica, ma non si pu non rimanere convinti che il rispetto del contraddittorio nelle procedure ablative del diritto di propriet sia doveroso indipendentemente dalle disposizioni previste dallart. 19 menzionato, perch si mettono in pericolo le basi della convivenza civile.

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