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N.

227 -

Verifica

sulle

gravi

perduranti

inadempienze

riguardanti il Piano regionale di risanamento della qualit dellaria.


MOZIONE LASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA RILEVATO che:

una conferenza stampa, che del 9 agosto 2007

6 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in il Piano regionale di coordinamento per la tutela e lAmbiente ecc. ed

della qualit dellaria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab Rossana Interlandi, era un copiato dallomologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni integralmente addietro, nonch trascritti da un collage di gi capitoli, edite da paragrafi, altri enti pubblicazioni dallAssessore per il Territorio

amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 Tutela

dallinquinamento atmosferico del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anz, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era gi stato bocciato dalla Comunit europea parecchi anni prima, n che nel copia e incolla si erano generate inedite comunanze e similitudini tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il sistema aerologico padano della Regione siciliana, la domestico a causa della rigidit del clima, lincremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al montane, ecc.; fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunit limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento

la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nazionale, attirando persino lattenzione generale del Dipartimento nellopinione della trasmissione satirica Striscia la per pubblica

regionale e

notizia che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente labnormit dei fatti, arrivava a definirli frutto Ambiente, Pietro Tolomeo, di pochi refusi, tuttavia giustificare

lasciandosi scappare che nel copiare pu succedere;

lAssessore

accertamenti del caso e delle responsabilit, ma la commissione, di fronte allimbarazzante situazione, si trincerava dietro unenigmatica rilasciare a distanza una qualsiasi relazione; di circa 7 mesi astensione

Interlandi

nominava

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commissione

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per

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dal

lAssessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab la semplice

del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormit con lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; CONSIDERATO che:

eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti pi spiccatamente padani, ma

il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero metodo del copia ed incolla di porzioni di assemblaggio, operato con il attinenza che dalla e molti altri

documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa il Piano della Regione Veneto risaliva allanno 2000 ed era stato bocciato Comunit europea), tutto pu definirsi fuorch un documento di anche temporalmente superati (basti considerare

programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualit dellaria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei

responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento politici ufficiale della Regione siciliana e quelli burocratici ad essere senza inserito che i nel sito vertici istituzionale dellAssessorato Territorio e Ambiente, dellAssessorato,

i responsabili dellufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca; a fine gennaio Piano regionale di per questanno la tutela il Tribunale della di Palermo ha depositato le

del Dipartimento Ambiente ed

motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. copiature di un piano di unaltra regione e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione lallora responsabile del Servizio qualit dellaria contiene vistose 3 del Dipartimento Ambiente e

coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anz, poich nellesercizio delle 2

sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente regionale, arch. Domenico Fontana, per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio sulla qualit dellaria, nonostante Lombardo, assieme agli per non avere mai adottato fossero un a conoscenza dei dati vero Piano di risanamento della allarmanti su carta intestata dellAssessorato Territorio e Ambiente

qualit dellaria, gli ex Presidenti della Regione, Tot Cuffaro e Raffaele Assessori pro tempore dellAssessorato Territorio e Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto

Ambiente, Francesco Cascio, Rossana

Di Mauro, ed il processo attualmente in corso; VISTO che: durante laudizione dellAssessorato n. 69 del 26-09-2013, il dott. CAPILLI, dirigente del territorio e dellambiente, riconosce che il piano sia stato

copiato da altre regioni, ma operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunch sui cementifici, si limita a prevedere linventario regionale delle emissioni; durante laudizione n. 69 del 26-09-2013 la sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e lambiente, esprime compiacimento ha dato per le alle iniziative intraprese sullargomento in merito al quale una riproduzione di un piano risposta

interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione stato frutto di contenuti sono della Regione siciliana. E su tali piano comporterebbe una lacuna e che, dati si

di altre regioni, ma assicura che i dati ivi provveduto a dare

attuazione mediante ladozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del procedere ad un aggiornamento dello stesso;

pertanto, sarebbe pi opportuno

lAssessore Lo Bello informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinch la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 Assicura che unattenzione particolare dedicata allaria di Siracusa. A tal

del 2010.

proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dellambiente sulla rivisitazione dellAIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che relazione redatta dai propri uffici sullargomento datata il deve essere attivata 22 marzo nella Regione. Deposita una

scorso....chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi allorganizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la impegna ad confronto con gli organi ministeriali; CONSIDERATO che: le giustificazioni organizzare un incontro con le parti presenti seduta odierna. successivo Si al

addotte

nel

corso dellaudizione dallAssessore per il siciliani, di non solo hanno confermato

territorio, secondo cui il Piano stato s frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni ma i dati sono lavvenuta, aberrante, commistione elementi siculo-veneti nella redazione

del documento, ma sono state lesplicita ammissione che il risultato finale stato un pot-pourri di dati siciliani e soluzioni venete, privo, proprio per tale motivo, di qualsivoglia rappresentativit e significativit quale strumento di programmazione istituzionale; la relazione prodotta dallAssessore e messa agli atti della Commissione non attiene affatto alla problematica della copiatura del Piano e della relativa significativit e, per di pi, per motivi non meglio precisati stata fornita volutamente priva dellultima pagina, cio delle conclusioni e della firma del redattore; a distanza di 2 mesi lAssessore Lo Bello non ha fatto seguire nessuna iniziativa alle affermazioni ed il ritiro e agli impegni del punto manifestati nel corso dellaudizione; un atto di

lannullamento e

Piano

copiato costituiscono

trasparenza

dimostrato oscuro fino al

di discontinuit rispetto ad un passato che sulla materia si della incredibile mancata costituzione come

parte civile della Regione siciliana nel processo penale, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE e per esso LASSESSORE PER IL TERRITORIO E LAMBIENTE a mettere la parola fine ad una vicenda indecorosa che da 6 anni mortifica il revoca, in autotutela, del Piano copiato dalla Regione Veneto; ad avviare tutte le procedure per la stesura di un vero piano della qualit prestigio istituzionale della Regione siciliana, procedendo alla immediata

dellaria della Regione siciliana a tutela dellambiente ed a salvaguardia della 4

e continua ancor pi gravemente ad essere omesso dagli organi preposti. (19 novembre 2013)

salute della popolazione, giustappunto tutto ci che stato gravemente omesso

ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO - ZAFARANA

LA ROCCA - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - TANCREDI

FERRERI - FOTI -

http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=1

XVI Legislatura ARS MOZIONE N. 227 - Verifica sulle gravi e perduranti inadempienze riguardanti il Piano regionale di risanamento della qualit dell'aria. Attuale 26 nov 2013 Annuncio Aula Seduta n. 100 AULA Storico 19 nov 2013 Deposito L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA RILEVATO che: 6 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall'Assessore per il Territorio e l'Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall'omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonch un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni gi edite da altri enti ed amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 'Tutela dall'inquinamento atmosferico' del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anz, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era gi stato bocciato dalla Comunit europea parecchi anni prima, n che nel copia e incolla si erano generate inedite 'comunanze' e similitudini' tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il 'sistema aerologico padano' della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidit del clima, l'incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunit montane, ecc.; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell'opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l'attenzione della 6

trasmissione satirica 'Striscia la notizia' che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l'abnormit dei fatti, arrivava a definirli frutto di 'pochi refusi', tuttavia lasciandosi scappare che 'nel copiare pu succedere'; l'Assessore Interlandi nominava una commissione d'inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilit, ma la commissione, di fronte all'imbarazzante situazione, si trincerava dietro un'enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione; a distanza di circa 7 mesi l'Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormit con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti pi spiccatamente 'padani', ma lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; CONSIDERATO che: il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente della Regione siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed incolla di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all'anno 2000 ed era stato bocciato dalla Comunit europea), tutto pu definirsi fuorch un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualit dell'aria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione siciliana e ad essere inserito nel sito istituzionale dell'Assessorato Territorio e Ambiente, senza che i vertici politici dell'Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i responsabili dell'ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca; 7

a fine gennaio di quest'anno il Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualit dell'aria contiene 'vistose copiature di un piano di un'altra regione' e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione l'allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anz, poich nell'esercizio delle sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su carta intestata dell'Assessorato Territorio e Ambiente dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente regionale, arch. Domenico Fontana, per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di risanamento della qualit dell'aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati allarmanti sulla qualit dell'aria, gli ex Presidenti della Regione, Tot Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli Assessori pro tempore dell'Assessorato Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo attualmente in corso; VISTO che: durante l'audizione n. 69 del 26-09-2013, il dott. CAPILLI, dirigente dell'Assessorato del territorio e dell'ambiente, 'riconosce che il piano sia stato copiato da altre regioni, ma operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunch sui cementifici, si limita a prevedere l'inventario regionale delle emissioni'; durante l'audizione n. 69 del 26-09-2013 la sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e l'ambiente, 'esprime compiacimento per le iniziative intraprese sull'argomento in merito al quale ha dato risposta alle interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione stato frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni, ma assicura che i dati ivi contenuti sono della Regione siciliana. E su tali dati si 8

provveduto a dare attuazione mediante l'adozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del piano comporterebbe una lacuna e che, pertanto, sarebbe pi opportuno procedere ad un aggiornamento dello stesso'; l'Assessore Lo Bello 'informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinch la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 del 2010. Assicura che un'attenzione particolare dedicata all'aria di Siracusa. A tal proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dell'ambiente sulla rivisitazione dell'AIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che deve essere attivata nella Regione. Deposita una relazione redatta dai propri uffici sull'argomento datata il 22 marzo scorso....chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi all'organizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la seduta odierna. Si impegna ad organizzare un incontro con le parti presenti successivo al confronto con gli organi ministeriali'; CONSIDERATO che: le giustificazioni addotte nel corso dell'audizione dall'Assessore per il territorio, secondo cui il Piano ' stato s frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni ma i dati sono siciliani', non solo hanno confermato l'avvenuta, aberrante, commistione di elementi 'siculo-veneti' nella redazione del documento, ma sono state l'esplicita ammissione che il risultato finale stato un pot-pourri di dati siciliani e soluzioni venete, privo, proprio per tale motivo, di qualsivoglia rappresentativit e significativit quale strumento di programmazione istituzionale; la relazione prodotta dall'Assessore e messa agli atti della Commissione non attiene affatto alla problematica della copiatura del Piano e della relativa significativit e, per di pi, per motivi non meglio precisati stata fornita volutamente priva dell'ultima pagina, cio delle conclusioni e della firma del redattore; a distanza di 2 mesi l'Assessore Lo Bello non ha fatto seguire nessuna iniziativa alle affermazioni ed agli impegni manifestati nel corso 9

dell'audizione; il ritiro e l'annullamento del Piano copiato costituiscono un atto di trasparenza e di discontinuit rispetto ad un passato che sulla materia si dimostrato oscuro fino al punto della incredibile mancata costituzione come parte civile della Regione siciliana nel processo penale, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE e per esso L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE a mettere la parola 'fine' ad una vicenda indecorosa che da 6 anni mortifica il prestigio istituzionale della Regione siciliana, procedendo alla immediata revoca, in autotutela, del Piano copiato dalla Regione Veneto; ad avviare tutte le procedure per la stesura di un vero piano della qualit dell'aria della Regione siciliana a tutela dell'ambiente ed a salvaguardia della salute della popolazione, giustappunto tutto ci che stato gravemente omesso e continua ancor pi gravemente ad essere omesso dagli organi preposti. (19 novembre 2013) ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO - FERRERI - FOTI - LA ROCCA - MANGIACAVALLO PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - TANCREDI - ZAFARANA http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=1

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1) Audizione l'ambiente e relazione al dell'aria.

dell'Assessore regionale per il territorio e per del direttore generale dell'ARPA Sicilia in piano regionale di risanamento della qualit
Testo del Sommario

La seduta inizia alle ore 10.45. Seduta n. 56 del 11.07.13 XVI Legislatura

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta e ricorda che sulla materia il Movimento cinque stelle ha presentato un'interrogazione, che sebbene siano passati mesi non ha ricevuto ancora alcuna risposta. L'onorevole CIACCIO, richiedente dell'odierna audizione, rileva che il piano regionale della tutela dell'aria approvato nel 2007 stato copiato dal piano del Veneto, cos da contenere dei riferimenti espliciti ad aspetti territoriali del bacino padano. Nel ricordare l'attivit ispettiva svolta su tale materia, prende atto dell'assenza del governo. Il dott. GENCHI, CGIL, osserva che in seguito all'intervento di Legambiente successivo alla pubblicazione del piano si ottenuta un'attenzione mediatica, alla quale non susseguito alcun intervento. Infatti, il piano contiene dei riferimenti che non risultano compatibili con il territorio siciliano, anzi, vi sono rinvii a territori pianeggianti e percorsi che appartengono alla realt veneta. Aggiunge che la stessa bibliografia stata copiata. E sebbene sia stata chiesta pi volte la revoca del piano, ancora oggi sul sito dell'assessorato del territorio si trova pubblicato il suddetto piano. Risulta imbarazzante che non si sia ancora provveduto. Chiede quale destinazione abbiano avuto i fondi stanziati per il risanamento dell'aria per le aree a rischio, come Gela e Siracusa. Il PRESIDENTE sulla destinazione dei citati fondi comunica che si attivato per conoscere come siano stati utilizzati. L'onorevole FAZIO considera grave che non si sia ancora provveduto e che nessuno sia stato dichiarato responsabile. Si tratta di una questione che merita di essere affrontata alla presenza dell'Assessore, e propone di rinviare ad una successiva seduta. L'onorevole VINCIULLO stigmatizza sull'assenza dell'Assessore su un argomento cos delicato. 11

Il PRESIDENTE ricorda l'assenza dell'Assessore nelle ultime sedute tra cui la seduta di Gela e di Melilli. La dott.ssa MARABITO, Italia Nostra, rappresenta come la normativa vigente rispetto alle nuove sostanze si possa considerare obsoleta. Ritiene che nella redazione del piano occorra prendere in considerazione gli effetti sulla salute. Il prof. SOLARINO, Decontaminazione Sicilia, ripete quanto affermato dal dott. GENCHI e precisa che l'attuale sistema di controllo inefficace per effettuare i dovuti controlli. Il dott. LA ROSA, CGIL, avverte sull'importanza che il piano riveste dal punto di vista della programmazione e pianificazione. Il dott. LICATA di BAUCINA, dirigente generale ARPA Sicilia, precisa che solo di recente l'ARPA stata investita del compito di fornire dati per la rete di monitoraggio ambientale. Inoltre, riferisce che l'ARPA gestisce solo dodici centraline, le altre 28 sono gestite da comuni e province. Il sig. CIAMPOLILLO, Comitato Cittadino Isola Pulita, rappresenta che il piano attualmente ancora vigente non contiene alcun riferimento alle zone interessate da cementifici. Chiede, pertanto, che tali zone come Isola delle Femmine vengano attenzionate, in considerazione dei gravi danni alla salute che vengono rilevati. Il PRESIDENTE vista la delicatezza della questione propone di riconvocare un'altra seduta col medesimo ordine del giorno. Non avendo alcun altro chiesto di parlare, dichiara conclusa la seduta. La seduta tolta alle ore 11.20. http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=28

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1) Audizione dell'Assessore regionale per il territorio e per l'ambiente e del direttore generale dell'ARPA Sicilia in relazione al piano regionale di risanamento della qualit dell'aria. 2) Audizione sulle problematiche inerenti il passaggio a livello di via Paestum e il sistema ferroviario presso il comune di Ragusa.
Testo del Sommario

La seduta inizia alle ore 11.00. Seduta n. 69 del 26.09.13 XVI Legislatura Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta e riferisce che sul tema relativo al piano regionale di risanamento della qualit dellaria sono state intraprese numerose attivit e auspica che si raggiungano dei risultati, vista la presenza dellAssessore per il territorio e per lambiente. Lonorevole CIRONE ricorda gli atti ispettivi che ha presentato e la risoluzione approvata in Commissione. Dichiara che si tratta di un tema molto delicato che coinvolge interessi sensibili, quale la salute. Rammenta dellincontro che la Commissione ha tenuto presso il comune di Melilli e la grave situazione che interessa la popolazione della provincia di Siracusa, che attendono risposte concrete e risolutive avverso i fattori inquinanti causati dallindustrializzazione. Lonorevole SORBELLO, in relazione alla zona di Siracusa, considera prioritari due obiettivi: da una parte la necessit della rivisitazione dellautorizzazione integrata ambientale e dallaltra la opportunit di programmare una nuova collocazione delle centraline, in grado di monitorare costantemente gli agenti inquinanti. Nonostante consideri apprezzabile lattivit svolta da parte della Provincia di Siracusa e dallARPA, allo stato attuale, unarea di 10 chilometri interessata da emissioni di sostanze altamente pericolose provenienti dalle industrie che sono ivi insediate. Il dott. LICATA di BAUCINA, dirigente generale ARPA Sicilia, rinvia alle dichiarazione gi espresse nella seduta n. 56 dell11 luglio scorso circa il piano regionale di risanamento della qualit dellaria, ricordando che lARPA ha stipulato con lassessorato del territorio un protocollo per fornire i dati utili per ladeguamento del piano al 13

decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155. Sulla problematica riguardante la zona di Siracusa comunica che ha trasmesso al Ministero dellambiente una nota con la quale viene chiesta una rivisitazione dellAIA nella zona de qua. Tuttavia, non essendo organo competente ad inoltrare tale istanza stata trasmessa allassessorato del territorio affinch provvedano. Il sig. GENCHI, CGIL, osserva che sei anni fa Legambiente denunciava che il piano regionale sulla qualit dellaria era il prodotto di un copiato dal piano della Regione Veneto. Nonostante una particolare attenzione mediatica, non susseguito alcun intervento. Infatti, il piano contiene dei riferimenti che non risultano compatibili con il territorio siciliano, anzi, vi sono rinvii a territori pianeggianti e percorsi che appartengono alla realt veneta. E sebbene sia stata chiesta pi volte la revoca del piano, ancora oggi sul sito dellassessorato del territorio si trova pubblicato il suddetto piano con delle lievi modifiche. Sulle aree ad elevato rischio ambientale, come Siracusa, erano state stanziate ingenti somme per il risanamento dellaria, di cui non si visto alcun beneficio. Stigmatizza, inoltre, i contenuti della recente AIA sul petrolchimico di Siracusa, che opera dei rinvii in unottica di prospettive future. La sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e lambiente, esprime compiacimento per le iniziative intraprese sullargomento in merito al quale ha dato risposta alle interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione stato frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni, ma assicura che i dati ivi contenuti sono della Regione siciliana. E su tali dati si provveduto a dare attuazione mediante ladozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del piano comporterebbe una lacuna e che, pertanto, sarebbe pi opportuno procedere ad un aggiornamento dello stesso. Informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinch la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 del 2010. Assicura che unattenzione particolare dedicata allaria di Siracusa. A tal proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dellambiente sulla rivisitazione dellAIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che deve essere attivata nella Regione. Deposita una relazione redatta dai propri uffici sullargomento datata il 22 marzo scorso. Lonorevole SORBELLO chiede che prima di procedere alla 14

rivisitazione dellAIA vengano coinvolti gli enti locali della zona interessata. Il dott. CAPILLI, dirigente dellAssessorato del territorio e dellambiente, riconosce che il piano sia stato copiato da altre regioni, ma operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il sig. CIAMPOLILLO, Comitato Cittadino Isola Pulita, rappresenta che il piano attualmente ancora vigente non contiene alcun riferimento alle zone interessate da cementifici. Chiede come lItalcementi presso Isola delle Femmine abbia ottenuto lAIA se tali zone non risultano presenti nel piano. Il PRESIDENTE chiede chiarimenti in merito al rilascio dellAIA al citato cementificio, senza il presupposto, ovvero la previsione allinterno del piano regionale Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunch sui cementifici, si limita a prevedere linventario regionale delle emissioni. La dott.ssa NICOTRA, esperta in materia ambientale, elenca una serie di sostanze inquinanti che risultano presenti in tutta la zona di Siracusa. Riferisce che le sostanze rilevate sono altamente pericolose per la salute umana e il decreto legislativo n. 155 non le elenca tutte. Pertanto, propone che la Regione si faccia carico di aggiungere allelenco nazionale tali sostanze mediante un atto proprio. Tra queste ricorda le emissioni di PM10 provenienti dalle torce del petrolchimico che sono continuamente accese e le emissioni provenienti dai camini. Dichiara, inoltre, che nella zona sono presenti inceneritori i cui controlli sono deferiti alle stesse societ titolari dellimpianto. Ritiene che i controlli debbano essere compiuti da un organo esterno, quale potrebbe essere lARPA. Il PRESIDENTE condivide la proposta di adottare un atto regionale, trattandosi di materia che operando in via restrittiva nel rispetto dellambiente e della salute rientra tra le competenze regionali. Lonorevole CIRONE ritiene che la soluzione sia da individuare nelladozione di un decreto assessoriale e riferisce di un lavoro di monitoraggio di sostanze non soggette a controllo da parte della prefettura. Il sig. GENCHI rappresenta le anomalie delle torce che sono sempre accese, sostenendo che servono non come segnale di mal funzionamento, bens per bruciare alcune sostanze. 15

Avverte sulla necessit di intervenire a disciplinare le bolle di raffineria, su cui riferisce di avere redatto nel 2006, quando prestava servizio presso lassessorato del territorio, una relazione che contiene proposte normative sulla materia. Il sig. LA ROSA, CGIL, suggerisce allAssessore di avviare una consultazione con i rappresentanti di tutte le categorie prima di redigere un nuovo piano sulla qualit dellaria. E aggiunge che tale piano deve essere coordinato con gli altri piani regionali, quale ad esempio quello dellenergia. Il Prof. LOMBARDO, Universit di Palermo, contesta le modalit di redazione del piano, non essendo sufficiente inserire dei dati di una regione in un contesto di unaltra regione. Il PRESIDENTE condivide il suggerimento di creare una rete di coordinamento tra tutti i piani regionali. LAssessore LO BELLO chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi allorganizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la seduta odierna. Si impegna ad organizzare un incontro con le parti presenti successivo al confronto con gli organi ministeriali. Il sig. CIAMPOLILLO ribadisce lopportunit di revocare il piano attualmente pubblicato sul sito dellassessorato. Il PRESIDENTE dichiara concluso il primo punto allordine del giorno e passa al secondo punto. Riferisce che il tema era gi stato affrontato in una precedente seduta, ma essendosi insediata la nuova giunta comunale ha ritenuto opportuno convocarla. Il dott. PICCITTO, sindaco del comune di Ragusa, ringrazia la Commissione e ricorda la questione relativa alla paventata chiusura di un passaggio a livello allinterno della citt di Ragusa da parte della societ RFI. In seguito allincontro del maggio scorso, RFI ha mantenuto limpegno di sospendere i lavori, ma il problema resta. Ritenendo che il passaggio a livello rappresenti una struttura fondamentale per collegare due parti della citt, chiede un dialogo con gli organi RFI, al fine di rinegoziare laccordo tra le parti. Chiede, inoltre, come potere promuovere la realizzazione di una metropolitana in superficie, rilevando che esistono gi allinterno della citt 18 chilometri di strade ferrate che possono essere riconvertite ad uso di metropolitana. 16

Il dott. ARNONE, dirigente generale dipartimento regionale infrastrutture, mobilit e trasporti, chiarisce che sul primo tema illustrato lassessorato non ha alcuna competenza, pu soltanto farsi portavoce dellistanza presso i rappresentanti di RFI. A tal proposito suggerisce, vista lassenza nella seduta odierna dei vertici di RFI, di convocare un incontro con tutti le parti interessate. Sullipotesi di realizzazione di una metropolitana invita lamministrazione comunale a presentare in tempi brevi un progetto, al fine di potere proporre il finanziamento con i fondi comunitari, essendo obiettivo dellUnione europea favorire il trasporto su rotaia piuttosto che quello su gomma. Il sig. COSTA assessore ambiente comune di Ragusa, rappresenta lesigenza di programmare un sistema di viabilit su rotaie tra Ragusa e Catania, vista la recente apertura dellaeroporto di Comiso. Il sig. GURRIERI, CUB trasporti provinciale, rappresenta lo stato dellarte della viabilit nella provincia di Ragusa, lamentando la esiguit di collegamenti ferroviari, in considerazione dellapertura dellaeroporto. Solleva, inoltre, la questione relativa al trasporto di studenti allinterno del territorio, in seguito alla riduzione di corse da parte dellAST. Aggiunge che se AST non dismette la concessione i comuni interessati non possono procedere a bandire un nuovo affidamento. Lonorevole ASSENZA rappresenta che il problema dei collegamenti nella provincia stato dallo stesso pi volte posto allattenzione dellAssessore senza ricevere ancora alcuna risposta. In merito al passaggio a livello della citt di Ragusa, richiama le considerazioni svolte dalling. CUCINOTTA durante la seduta del 23 maggio, il quale poneva un problema di sicurezza al mantenimento dello stesso. Invita lamministrazione comunale a trovare una soluzione alternativa per collegare le due parti della citt. La sig.ra CAMPO, assessore lavori pubblici del comune di Ragusa, dichiara che sullipotesi alternativa al passaggio a livello sono stati avviati numerosi studi, ma non si trovata alcuna soluzione. Lunica opera realizzabile un passaggio pedonale. Ritiene che debba essere rinegoziata la convenzione con RFI. Lonorevole FOTI manifesta perplessit sullipotesi di chiusura del passaggio a livello, che separerebbe la citt in due parti. Sul sistema di trasporti in generale auspica una razionalizzazione dei collegamenti tra i mezzi su gomma 17

e i mezzi su rotaie. Il sig. FIRRINCIELI, comitato NO MURO, ringrazia la nuova amministrazione comunale per lattenzione riservata alla possibile chiusura del passaggio a livello, e rinvia a quanto gi dichiarato nella precedente seduta. Il PRESIDENTE invita il dott. ARNONE ad avviare degli incontri tra gli amministratori locali e RFI sia per il problema del passaggio a livello, sia per una riprogrammazione del sistema viario nel territorio di Ragusa. Non avendo altri chiesto di intervenire, dichiara chiusa la seduta. La seduta tolta alle ore 14.10.

http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=15

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XVI Legislatura ARS XVI Legislatura Numero 40 del 15.04.13 INTERPELLANZA N. 40 - Chiarimenti sulle inadempienze riguardanti il piano (v. nota) regionale di risanamento della qualit dell'aria. Al Presidente della Regione e all'Assessore per il territorio e l'ambiente, rilevato che: pi di 5 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall'Assessore per il territorio Rossana Interlandi, era un copiato dall'omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonch un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni gi edite da altri Enti ed Amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 Tutela dall'inquinamento atmosferico del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anz, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era gi stato bocciato dalla Comunit europea parecchi anni prima, n che nel copia e incolla si erano generate inedite comunanze e similitudini tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il sistema aerologico padano della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidit del clima, l'incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunit montane, ecc; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell'opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l'attenzione della trasmissione satirica Striscia la notizia che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l'abnormit dei fatti, arrivava a definirli frutto di pochi refusi , 19

tuttavia lasciandosi scappare che nel copiare pu succedere; l'Assessore Interlandi nominava una commissione d'inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilit, ma la commissione, di fronte all'imbarazzante situazione, si trincerava dietro un'enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione; a distanza di circa 4 mesi l'Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormit con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti pi spiccatamente padani, ma lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; considerato che: il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente della Regione Siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all'anno 2000 ed era stato bocciato dalla Comunit europea), tutto pu definirsi fuorch un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualit dell'aria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione siciliana e ad essere inserito nel sito istituzionale dell'Assessorato Territorio, senza che i vertici politici dell'Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i responsabili dell'ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca; a fine gennaio di quest'anno il Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualit 20

dell'aria contiene vistose copiature di un piano di un'altra regione e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione l'allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anz, poich nell'esercizio delle sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi Enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su carta intestata dell'Assessorato Territorio dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente Regionale arch. Domenico Fontana per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di risanamento della qualit dell'aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati allarmanti sulla qualit dell'aria, gli ex Presidenti della Regione, Tot Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli assessori pro tempore dell'Assessorato al Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo si aprir il prossimo 3 giugno; per conoscere: - quali iniziative ritengano di voler adottare, ed in che tempi (dopo quasi 6 anni) per la revoca immediata del Piano copiato; - come intendano procedere per fare emergere le responsabilit degli autori e le coperture di cui gli stessi hanno potuto godere nel corso di questi anni, anche come segnale forte di abbandono di un deleterio modus operandi; - per quali motivi il Piano copiato abbia continuato fino ad ora a fare bella mostra sul sito istituzionale dell'Assessorato Territorio senza che nessuno sia intervenuto al riguardo nonostante a conoscenza della copiatura e quindi della non conformit, il tutto ancor pi aggravato dall'intervenuta condanna penale a carico del responsabile della redazione della copiatura del Piano; - per quali motivi siano rimaste senza risposta, a distanza di oltre 4 mesi, le richieste di ritiro del Piano inoltrate all'attuale assessore al territorio da parte di Legambiente e della CGIL, 21

ulteriormente sollecitate, anche con formale diffida, dalle associazioni Comitato Cittadino Isola Pulita, AugustAmbiente, Italia Nostra, WWF Palermo, disattendendo le norme sui procedimenti e sulla trasparenza amministrativa di cui alla L.R. 5/2011; - se siano stati intrapresi provvedimenti nei confronti del dott. Salvatore Anz a seguito della sua condanna e se il Governo intenda costituirsi parte civile nel processo contro gli ex Presidenti della Regione, Tot Cuffaro e Raffaele Lombardo, e gli ex Assessori per il territorio, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, che si aprir il 3 giugno prossimo presso il Tribunale di Palermo; - quando intendano adottare un vero Piano regionale di risanamento della qualit dell'aria. (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con urgenza) (15 aprile 2013) ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO FERRERI - FOTI - LA ROCCA - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - VENTURINO - ZAFARANA

***** - Con nota prot. n. 27896/INTERP.16 del 4 giugno 2013, il Presidente della Regione ha delegato l'Assessore per il territorio e l'ambiente. Attuale 06 mag 2013 Trasmissione Governo Storico 15 apr 2013 Presentazione 24 apr 2013 Annuncio Aula Seduta n. 36 AULA

http://www.ars.sicilia.it/icaro/doc234-1.jsp?print=TRUE&icaQueryId=5&icaDocId=68

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Claudia MANNINO (Movimento 5 stelle) Con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 stata data attuazione alla direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per un'aria pi pulita in Europa che ha...

presentato il: 03/10/2013

Interrogazione a risposta scritta 4-02066 presentato da MANNINO Claudia testo di Gioved 3 ottobre 2013, seduta n. 90 MANNINO, TERZONI, GRILLO, PARENTELA, DE ROSA, DE LORENZIS, NUTI e LOREFICE. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 stata data attuazione alla direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per un'aria pi pulita in Europa che ha abrogato, a partire dall'11 giugno 2010, le direttive 96/62/CE, 1999/30/CE, 2000/69/CE e 2002/3/CE; con il citato decreto legislativo 155 del 2010 sono state abrogate le norme con le quali l'Italia aveva recepito e dato attuazione alle citate direttive europee in special modo i decreti legislativi n. 351 del 1999, n. 183 del 2004 e n. 152 del 2007 stabilendo, all'articolo 19, apposite norme transitorie e prevedendo delle regioni e delle province autonome e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di provvedere al riesame e all'aggiornamento degli atti adottati in base alla normativa previgente; l'articolo 3 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che per il riesame della zonizzazione del territorio nazionale in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto, il progetto di zonizzazione e di classificazione di competenza delle regioni e delle province autonome deve essere trasmesso, per l'adozione, al Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare entro i successivi quattro mesi dall'entrata in vigore del decreto stesso, unitamente agli
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esiti dell'attivit di monitoraggio e valutazione, in base ai quali vengono classificati le zone e gli agglomerati; l'articolo 4 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che la classificazione, in base alla presenza e ai livelli di inquinanti nell'aria ambiente, delle zone e degli agglomerati di competenza delle regioni e delle province autonome deve essere riesaminata almeno ogni cinque anni e, comunque, ogni volta che si registrino eventi che incidono sulle concentrazioni nell'aria ambiente degli stessi inquinanti;

l'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare, all'ISPRA e all'ENEA entro otto mesi dall'entrata in vigore del decreto un progetto di adeguamento delle reti di misura, in conformit alla zonizzazione e alla classificazione risultanti dal primo riesame previsto dal citato articolo 3, che deve indicare anche la data prevista per l'adeguamento e il programma di valutazione da attuare nelle zone e negli agglomerati individuati; l'articolo 9 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano per la qualit dell'aria che assicuri il rispetto dei cosiddetti valori limite, quantificati nell'allegato XI dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o pi aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati gli stessi valori limite vengano superati; l'articolo 9 ha stabilito l'obbligo a carico delle regioni e delle province autonome di adottare misure che assicurino il raggiungimento entro il 31 dicembre 2012 dei cosiddetti valori obiettivo relativi alle diverse sostanze inquinanti, quantificati nell'allegato XIII dello stesso decreto, nel caso in cui si registrino scostamenti rispetto agli stessi valori obiettivo;

l'articolo 9 ha stabilito, altres, l'obbligo a carico delle regioni e delle province autonome di adottare misure che assicurino il rispetto dei cosiddetti livelli critici relativi alle diverse sostanze inquinanti,
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quantificati nell'allegato XI dello stesso decreto, nel caso in cui gli stessi livelli critici vengono superati; in base all'articolo 9 del decreto legislativo 155 del 2010, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, spetta il compito di curare la procedura finalizzata ad ottenere, dalla Commissione europea, le deroghe previste dall'articolo 22 della Direttiva 2008/50/CE relativamente al superamento dei valori limite per il biossido di azoto e per il benzene in determinate zone e agglomerati presenti nel territorio nazionale; l'articolo 10 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano d'azione che contenga le misure da implementare a breve termine per prevenire il superamento delle cosiddette soglie di allarme, quantificate nell'allegato XII dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o pi aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati si presenti il rischio che le stesse soglie di allarme vengano superate; l'articolo 10 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano d'azione che contenga le misure da implementare a breve termine per prevenire il superamento dei cosiddetti valori limite o dei valori obiettivo, quantificati negli allegati XI e XII dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o pi aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati si presenti il rischio che gli stessi valori vengano superati, per effetto di specifiche circostanze contingenti che non siano strutturali e ricorrenti; l'articolo 13 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano da integrare con i piani di qualit dell'aria di cui all'articolo 9 che contenga le misure idonee a raggiungere, nei termini previsti, i cosiddetti valori obiettivo, di cui all'allegato XV dello stesso decreto, rispetto alla presenza di ozono nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o pi aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati, gli stessi valori obiettivo vengano superati;
lo stesso articolo 13 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare misure idonee a 25

raggiungere gli obiettivi a lungo termine concernenti la presenza di ozono nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o pi aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati, i livelli dell'ozono superano gli stessi obiettivi a lungo termine, pur essendo inferiori o uguali ai cosiddetti valori obiettivo;

l'articolo 14 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che, nel caso in cui i livelli degli inquinanti superino la cosiddetta soglia di informazione o la soglia di allarme, le regioni e le province autonome informano il pubblico e trasmettono informazioni circa i livelli misurati e la durata del superamento al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne da comunicazione alla Commissione; l'articolo 15 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, da parte delle regioni e delle province autonome, di comunicare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'approvazione e il successivo invio alfa Commissione l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti superano i rispettivi valori limite o i livelli critici a causa del contributo di fonti naturali, corredato delle informazioni circa i livelli registrati e delle prove del contributo delle stesse fonti naturali; lo stesso articolo 15 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, da parte delle regioni e delle province autonome, di comunicare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'approvazione e il successivo invio alla Commissione l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della risospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale; l'articolo 18 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito gli obblighi, a carico di tutti delle amministrazioni e degli enti che applicano lo stesso Decreto, concernenti l'informazione del pubblico prevedendo, tra le altre cose, che i piani per la qualit dell'aria e i piani di azione e un documento riepilogativo delle misure adottate dalle regioni e dalle province autonome in base all'articolo 9 comma 2 e all'articolo 13 comma 2 debbono essere, in tutti i casi, pubblicato su pagina web;
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l'articolo 19 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome, per le zone nelle quali si registri dei cosiddetti valori limite, trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni: a) i livelli degli inquinanti superiori ai valori limite che sono stati misurati, le date o i periodi in cui stato rilevato il superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; b) i piani per la qualit dell'aria, entro diciotto mesi dalla fine dell'anno durante il quale stato rilevato il superamento dei valori limite; c) le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani per la qualit dell'aria entro due mesi dalla relativa adozione; d) gli aggiornamenti dell'elenco delle zone e degli agglomerati nei quali vengono superati i valori limite e per i quali vengono adottati i piani per la qualit dell'aria, e di quelli nei quali i livelli degli inquinanti rispettano i valori limite e i valori obiettivo, per i quali le regioni adottano misure per la preservazione della qualit dell'aria; per le zone e gli agglomerati nei quali si registra il superamento dei cosiddetti valori obiettivo di cui all'allegato XIII, l'articolo 19 del decreto legislativo 165 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni: a) l'elenco di tali zone e agglomerati, con l'individuazione delle aree di superamento, i livelli di concentrazione degli inquinanti oggetto di valutazione, le informazioni sui motivi dei superamenti, con particolare riferimento alle fonti, e le informazioni sulla popolazione esposta ai superamenti, con cadenza annuale entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello a cui si riferiscono;
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b) la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo di cui all'allegato XIII e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati nei casi in cui l'istruttoria svolta dalla regione o provincia autonoma ha esito positivo, le misure adottate ai sensi dell'articolo 9, comma 2; per quel che concerne la presenza dell'ozono, l'articolo 19 del decreto legislativo 155 del 2010 stabilisce che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni:
a) gli aggiornamenti dell'elenco delle zone e degli agglomerati, per i quali si rende necessario adottare piani per la gestione della, qualit dell'aria rispetto all'ozono, entro 6 mesi dalla fine di ciascun anno;

b) i livelli dell'ozono superiori al valore obiettivo e all'obiettivo a lungo termine che sono stati misurati, le date o i periodi in cui stato rilevato il Superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; c) i livelli dell'ozono superiori che hanno superato le soglie di informazioni e di allarme, le date in cui stato rilevato il superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; d) le informazioni sulla presenza dell'ozono e dei relativi precursori, relative a tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; e) gli atti dell'istruttoria finalizzata ad individuare le misure necessarie ad assicurare il raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine, con una cadenza triennale; lo stesso articolo 19 prevede che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare comunica alla Commissione europea le informazioni acquisite dalle regioni e dalle province autonome, in merito al superamento dei valori limite, dei valori obiettivo, della
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soglia di informazione e della soglia di allarme, ed ai piani per la qualit dell'aria, i piani di azione e le misure adottati per assicurare la qualit dell'aria ambiente;

l'articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che i provvedimenti di zonizzazione e di classificazione, la rete di misura, i piani e le misure di qualit dell'aria approvati in base alla normativa previgente devono essere adeguati alle disposizioni dello stesso decreto 155 del 2010, in base alle procedure e secondo i termini fissati, e che, in caso di mancato adeguamento trova applicazione i poteri sostitutivi di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131;

lo stesso articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che la reiterata violazione da parte delle regioni e delle province autonome degli obblighi di predisporre e di trasmettere informazioni e di adeguare i piani e le misure alle richieste del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, determina la mancata erogazione di finanziamenti previsti all'interno di provvedimenti ministeriali, e che lo stesso Ministero deve provvedere all'inserimento di una clausola analoga anche con riferimento a provvedimenti generali vigenti in materia; all'interno del portale del Ministero dell'ambiente, nella pagina dedicata alla gestione della qualit dell'aria, pubblicato il link al Piano regionale di coordinamento per a qualit dell'aria ambiente approvato con decreto assessoriale n. 176/GAB del 9 agosto 2007 dalla regione siciliana; all'interno della banca dati Misure di risanamento della qualit dell'aria pubblicata all'interno del sito dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale che costituisce un archivio delle informazioni trasmesse dalle regioni e dalle province autonome a partire dal 2005 in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea in materia di Piani di risanamento della qualit dell'aria non sono reperibili informazioni concernenti le situazioni di superamento dei livelli stabiliti e le misure di risanamento dell'aria adottate dalla regione Siciliana; disattendere gli obblighi di comunicazione alla Commissione europea di cui in premessa pu costituire circostanza idonea e sufficiente
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perch si realizzi la violazione del diritti comunitario esponendo cos l'Italia ad ulteriori e gravose procedure di infrazione; come denunciato dall'associazione ambientalista Legambiente Sicilia, sin dal 2007, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente approvato con decreto assessoriale n. 176/GAB del 9/8/2007 il frutto di un lavoro di copiatura del Piano regionale del Veneto che era stato approvato in precedenza; l'operazione di plagio provata dal fatto che nel testo del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente della Sicilia si faceva riferimento al sistema aerologico padano, alla rigidit del clima, alla realizzazione di piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti all'interno delle citt siciliane; con decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, l'assessore pro-tempore Interlandi ha provveduto ad eliminare dal testo le parti che risultavano palesemente copiate senza provvedere a una revoca integrale del Piano;
a partire dalla fine del 2012, sono pervenute alla competente Regione Siciliana richieste di revoca del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dell'aria ambiente del 2007, da parte di Legambiente, dalla CGIL e dalle associazioni Comitato Cittadino Isola Pulita, AugustAmbiente, Italia Nostra e WWF Palermo; nel mese di gennaio 2013, il tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n.5455 del 2012 con la quale l'allora responsabile del Servizio 3 del dipartimento ambiente, nonch coordinatore del Piano, stato condannato per diffamazione in relazione alle dichiarazioni rese nei confronti del presidente regionale di legambiente che aveva scoperto e reso pubblica la notizia delle vistose copiature contenute nel pieno regionale del 2007 :

se risulti che la Regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente del territorio e del mare il progetto di zonizzazione e l'individuazione delle zone e degli se risulta che la Regione Sicilia abbia provveduto avvero stia provvedendo al riesame della classificazione delle zone e degli agglomerati, come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010; se risulti che la Regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dei mare, il progetto di adeguamento delle reti di misura dei livelli degli inquinanti nell'aria
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ambiente, come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010; se, e in quali occasioni, risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare informazioni in merito al superamento della soglia di informazione o della soglia di allarme, come stabilito dall'articolo 14 del decreto legislativo 155 del 2012; se risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per l'approvazione e il successivo invio alla Commissione, l'elenco delle zone e degli agglomerati nei quali, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti superano i rispettivi valori limite o i livelli critici a causa del contributo di fonti naturali, e di quelli nei quali i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della nuova sospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale; se e quando risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le comunicazioni e le informazioni richieste, relativamente alle zone e agli agglomerati nei quali si sia registrato il superamento dei valori limite e dei valori obiettivo degli inquinanti rilevati nell'aria ambiente, e dei valori obiettivo e degli obiettivi di lungo termine relativi all'ozono, come previsto dall'articolo 15 decreto legislativo 155 del 2010; se e quando abbia provveduto a trasmettere alla Commissione europea le informazioni acquisite dalla regione siciliana in merito al superamento dei valori limite, dei valori obiettivo, della soglia di informazione e della soglia di allarme, ed ai piani per la qualit dell'aria, i piani di azione e le misure adottati per assicurare la qualit dell'aria ambiente; se qualora tali dati non siano stati trasmessi si sia provveduto a comunicare alla Commissione europea l'impossibilit di trasmissione di detti dati stante la non collaborazione della regione Siciliana, o se la Commissione europea abbia sollecitato e/o chiesto informazioni sul mancato invio delle informazioni ambientali relative alla qualit dell'aria siciliana;
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quale sia lo stato di avanzamento della procedura finalizzata ad ottenere, dalla Commissione europea, le deroghe previste dall'articolo 22 della Direttiva 2008/50/CE relativamente al superamento dei valori limite per il biossido di azoto e per il benzene in zone e agglomerati presenti in Sicilia; se il Governo non intenda attivare, con la necessaria urgenza e determinazione, la procedura di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e a (l'articolo 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, come previsto dall'articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010, in considerazione del fatto che la Regione Siciliana non ha provveduto ad adeguare i piani e le misure per la qualit dell'aria, ovvero sia venuta meno agli altri obblighi stabiliti dal decreto e richiamati nel citato articolo 22; se, e in quanti casi, sia stata sospesa l'erogazione di risorse previste da programmi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a beneficio della regione siciliana, in relazione alla mancata ottemperanza agli obblighi stabiliti dal decreto legislativo 155 del 2010, cos come previsto dall'articolo 22, comma 2, dello stesso decreto. (4-02066) http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/15476

A cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine


http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/11/piano-regione-sicilia-tutela-qualita.html

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