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Merate Online - 17 marzo, ero molto dubbiosa poi per ho capito che la situazione impone di affermare una nuova

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27/11/13 22:46

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Scritto Luned 14 marzo 2011 alle 16:11

17 marzo, ero molto dubbiosa poi per ho capito che la situazione impone di affermare una nuova unit
Olgiate Molgora

Quando stata proposta per la prima volta l'idea di istituire una festa nazionale in occasione del centocinquantesimo dell'unit d'Italia ero, come molti nella sinistra italiana, dubbiosa. In fondo non mi sono mai sentita molto patriottica e sono stata cresciuta dai miei genitori in una prospettiva nettamente europeista, se non addirittura internazionalista. Non mi ha mai coinvolta pi di tanto l'inno nazionale con il suo elmo di Scipio e la sua schiava di Roma. Per poi ho capito. Ho capito che siamo in un momento di emergenza nazionale ed arrivata l'ora di affermare una nuova unit. Si perch pensandoci bene l'Italia ha saputo superare i suoi momenti bui solo unendosi. Quando l'Italia fu divisa in due nel 1943 la Resistenza trov il suo vessillo in Garibaldi. Non hanno pensato ad un altro, hanno pensato a colui che era riuscito a credere in un grande sogno di unit, poi forse non del tutto realizzato dall'Italia unita dello Statuto Albertino. Dopo la Seconda Guerra mondiale l'Italia riunificata riuscita a scrivere una delle costituzioni pi avanzate del mondo che inizia dicendo: l'Italia una Repubblica fondata sul lavoro. Ma ci pensate? Sul lavoro! E poi ancora si dice che il Sessantotto italiano sia iniziato in quella Firenze allagata per la quale si mobilitarono i giovani di tutta Italia. Oggi la Costituzione necessario difenderla attivamente. Nessuno e dico nessuno pu chiamarsi fuori con la storiella del "tanto sono tutti uguali". Come nei momenti pi tristi della nostra storia temo sia arrivato il momento di smettere di delegare ad altri ma che sia il tempo di METTERCI LA FACCIA tutti insieme. Non vorrei per essere fraintesa. Unit non significa affatto pensarla tutti allo stesso modo o dire tutti le stesse cose: un Paese dal pensiero unico non mi interessa per niente. Il punto riconoscerci tutti in un terreno di principi comuni, di regole certe per confrontarci anche duramente, scontrarci pure se necessario. Sembra che adesso vadano di moda i moderati, il cerchiobottismo di certi commendatori della politica non ci serve proprio. Occorre gente che abbia le idee, che faccia delle proposte anche radicali che poi siano messe alla prova e valutate, come succede in tutti i paesi del mondo libero. Occorre che i giovani decidano di restare in Italia anche se dura. L'idea che ho io di unit nazionale quella che si realizza nella scuola pubblica alla quale ognuno di noi deve volere sinceramente bene. E come ho gi scritto il modo migliore per volerle bene battersi non solo per difenderla ma soprattutto per migliorarla.
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27/11/13 22:46

Unit significa combattere attivamente l'esclusione sociale e che a ognuno sia data la possibilit di farcela. Un Paese unito non permette che a laurearsi siano in larga parte giovani che hanno i genitori laureati oppure che al sud ci sia ancora un'evasione dell'obbligo scolastico a livelli record, oppure ancora che qualcuno sia sbattuto in classi differenziali perch nato in un altro Paese. La nuova unit deve partire dai posti di lavoro perch non accettabile che a parit di mansioni un lavoratore possa avere le tutele del contratto a tempo indeterminato e il suo compagno un cavolo di contratto a progetto. Non pu esistere che un amministratore delegato ricatti i suoi dipendenti e i dipendenti di un altro imprenditore pensino che non un problema loro, che le donne siano espulse dal mercato del lavoro al primo figlio e che l'uomo che vede la scrivania vuota accanto a s pensi che in fondo non sono fatti suoi. Un Paese unito non fa cos. Il 17 quindi festeggiamo ma poi facciamo qualcosa per davvero. Dividendoci vinceranno sempre gli stessi. Per una volta proviamo a immaginare che possano vincere tutti.

Isabella Lavelli Assessore alla cultura di Olgiate Molgora

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