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Il bel saggio di Emanuele Macaluso su comunismo e riformismo in Italia rivendica lidentit della storia nellaffrontare le scelte future
SALVO AND
MAL B ELLI N I I L 3M
manuele Macaluso ha scritto un bel libro su Togliatti e la storia della sinistra italiana del dopoguerra Comunisti e riformisti, Togliatti e la via italiana al socialismo, Feltrinelli editore. Il libro ripercorre la storia del Pci italiano dal rientro di Togliatti in Italia fino alla fine del partito avvenuta con la svolta della Bolognina e il Congresso del 1991; una storia caratterizzata, come quella dellintera sinistra, dallesistenza di posizioni riformiste e posizioni massimaliste, che hanno saputo talvolta dialogare ma pi spesso si sono scontrate anche duramente. Togliatti, nel giudizio di Macaluso, ha avuto il grande merito di mediare tra queste due anime senza per creare rotture insanabili con Mosca che avrebbero influito negativamente sulle prospettive del Pci come grande partito di massa. Non stata impresa da poco fare riconoscere nei difficili anni della guerra fredda al partito nuovo, al partito nazionale che egli cre, quella libert organizzativa e di iniziativa politica che in alcuni Paesi europei ai comunisti veniva negata. Ci fu possibile perch il Pci si colloc nel solco delle tradizioni culturali che erano maggioritarie nel Paese pur perseguendo un graduale transito al socialismo. La doppiezza di Togliatti non stata dunque un espediente tattico ma coincideva con unattenta strategia politica, rimasta viva fino a Berlinguer. Se questa stata lopera di Togliatti, si chiede Macaluso, non si comprende perch la sua figura sia stata rimossa dalla storia della sinistra italiana. Forse si ritenuto che la rimozione di Togliatti potesse servire, nel clima confuso in cui nata la seconda Repubblica, ai dirigenti del vecchio Pci, impegnati a organizzare dopo la fine del comunismo nuovi contenitori politici, a rendere credibile la discontinuit con il passato comunista. Nel partito di Togliatti questa diffidenza verso il socialismo riformista era comprensibile; erano ancora in vita, infatti, alcuni dei protagonisti della rottura di Livorno. In quello di Berlinguer questo atteggiamento era molto meno comprensibile, soprattutto nel momento in cui il Pci si proclamava orgogliosamente partito di lotta e di governo dissociandosi da quanto avve-
Palmiro Togliatti in una foto del 1961 durante un comizio alla Stazione Ostiense
cerc di fare dellItalia una democrazia popolare. Non si illudeva che il Pci potesse nellimmediato uscire fuori dal recinto di partito di opposizione in cui gli accordi di Yalta lo collocavano. E una volta varata la Costituzione il Pci insieme agli altri partiti svolse una importante opera pedagogica ponendo la Costituzione al di sopra del conflitto politico perch essa era anche un documento culturale in cui il Paese doveva riconoscersi grazie alla funzione anche pedagogica svolta dai partiti. La stessa opera andrebbe intrapresa per riabilitare lidea di Europa unita nella prospettiva di un rilancio del processo di integrazione. I Padri fondatori non ritenevano che il processo di integrazione si potesse compiere solo garantendo le libert del mercato, bens promuovendo la lotta contro la povert allindomani della guerra pi distruttiva che il mondo abbia mai conosciuto. Perch ci possa accadere occorre superare il modello di governance basato sui vertici intergovernativi e ragionare in termini di government, cio politicizzare il popolo europeo attraverso lopera svolta da veri partiti europei. E questo che devono fare i socialisti e i popolari se vogliono respingere lattacco dei partiti populisti che predicano lantieuropeismo. Essi si devono dare una dimensione europea. E la sinistra riformista italiana non pu non assecondare questo progetto riconoscendosi pienamente nel partito del socialismo europeo, cio, come auspica Macaluso, facendo propria la storia e la tradizione socialista. Sarebbe questo un modo molto concreto per porre fine allanomalia italiana.
sentieri che solo lui deve trovare, per rinascere. E proprio nella tentazione di Eva, che nel quadro dellallievo di Drer sprizza soddisfazione, simboleggiata limmaginazione romantica, la fantasticheria aberrante e mostruosa della perversione del Divin marchese e pure la nevrosi in cui parte della letteratura degli ultimi due secoli si ritrova avvinghiata. Una letteratura che ha amato accarezza il male, blandendolo e giustificandolo nella convinzione, come Anatole France suggerisce, che senza Lucifero Dio non esisterebbe, senza il male assoluto il bene assoluto perderebbe vigore e significato. Lo stesso Goethe fa di Mefistofele la molla che muove verso lazione e Faust, rinnegando col suo patto perfino la speranza, che una delle tre Virt teologali, si impegna a non ritrovare pi il Paradiso che Milton aveva dato gi per disperso. Di tutti gli spiriti che negano, il beffardo quello che mi d noia minore. Lattivit delluomo si affloscia
troppo facilmente. Perci gli metto volentieri accanto un compagno che lo sproni, ed agisca, e deve, come Diavolo, creare: dice Dio a Mefistofele nel Prologo. Fu tuttavia Milton a conferire alla figura di Satana tutto il fascino del ribelle indomito che gi apparteneva alle figure del Prometeo eschileo e del Capaneo dantesco, scrive Praz, cosicch il nemico di Lutero diventa stranamente bello, impavido, indomito, il difensore contro la tirannia divina. La metamorfosi di Lucifero, col suo desiderio di essere come Dio, svela alluomo la sua onorevole destinazione, cosicch il Serpente serge a liberatore delluomo. Goethe, Gide, C. G. Jung, Th. Mann, H. Hesse suggeriscono che la redenzione passa attraverso la degradazione, la grazia tramite il peccato, il piacere mediante il dolore: le vie del paradiso passano attraverso linferno, la discesa nellAde per risorgere.
PASQUALE ALMIRANTE
el 2013 pochissimi sono stati gli omaggi a Gabriele DAnnunzio sebbene del Vate ricorrano i 150 anni dalla nascita. Il Poeta fu grande estimatore di Bellini al quale dedic nel 1901 - centenario della nascita - una commovente ode che che sta nel secondo libro delle Laudi dal titolo Elettra. A questa lacuna si vuole rimediare con il concerto di domenica a Catania (Teatro Bellini, ore 21, nelloccasione del 212 anniversario della nascita del compositore) cui prende parte Pippo Pattavina, voce recitante, io al piano, avvolgendo in un unico abbraccio Verdi, Wagner, Bellini e DAnnunzio. La vita e lopera di DAnnunzio furono e sono intrise di musica. Aveva studiato musica e negli archivi del Vittoriale un foglio pentagrammato contiene una delicata melodia in fa maggiore in bella scrittura; si legge sul frontespizio Composizione di Gabriellino DAnnunzio a sette anni di et. Innumerevoli furono le attivit nel mondo musicale: dibattiti contro Nietzsche sul Caso Wagner; la collaborazione con Casella, Malipiero, Puccini; le poesie musicate da Tosti (chi non conosce A vucchella); drammi messi in musica e portati sulle scene da Respighi, Pizzetti, Mascagni, etc. E credo che non sia stravagante supporre che la musica non fu estranea alla scelta dannunziana del Vittoriale come residenza, perch DAnnunzio sapeva che Villa Cargnacco (poi Vittoriale) era stata acquistata nel 1910 da Heinrich Thode sposato a Daniela von Blow, figlia di Cosima Liszt. Thode costretto a fuggire dallItalia allinizio della Grande Guerra aveva abbandonato in fretta Villa Cargnacco con tutti i mobili pregiati compreso il piano Steinway che Liszt sera riportato a Weimar da Villa dEste e aveva poi regalato alla nipote. Pattavina reciter lOde dannunziana per Verdi, bellissima e toccante la rima, epitaffio sulla tomba del compositore: Diede una voce alle speranze e ai lutti, pianse ed am per tutti. Da sottofondo la parafrasi dalla Danza sacra e Duetto finale dallAida composta da Liszt. Lomaggio a Wagner si aprir con il romanzo Il Fuoco: incontro immaginario con un vecchio e malato Wagner e la commovente descrizione del funerale del grande musicista. Far da accompagnamento musicale la Marcia dei Cavalieri verso il Santo Graal dal Parsifal, trascrizione di Liszt. Tutto concorre a far pensare che le pagine del romanzo raccontino lamore di cui tutti allepoca parlavano. Lamore tra luomo e la donna allora pi famosi: DAnnunzio ed Eleonora Duse. Conclude cos Dannunzio il racconto: E quellimmenso vortice di armonie li avvilupp entrambi irresistibilmente, li serr, li trascin; li rap nel meraviglioso impero. Inevitabile pensare al Canto di Morte di Isotta nella trascrizione sempre di Franz Liszt. Chiuderemo il concerto con lomaggio a Bellini: Quartetto de I Puritani e La Sonnambula, nelle parafrasi di Thalberg. Il brano accompagner la lettura dellode scritta da DAnnunzio, per il centenario della nascita di Bellini, nello stesso anno di quella composta sulla morte di Verdi avvenuta, nel 1901, anno appunto del centenario della nascita del nostro Cigno.