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15 / Novembre 2013
della comunit
Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA
Bollettino parrocchiale a diffusione interna
L' angolo di Don Giuseppe
come sappiamo, nasce nella Samaritana anche lurgenza del dono di s, il farsi sorgente per gli altri. Come dice papa Francesco nella sua prima enciclica Lumen Fidei: Chi si aperto allamore di Dio, ha ascoltato le sua voce e ha ricevuto la sua luce, non pu tenere questo per s. Con il mistero nel cuore, la Samaritana corre in citt e diventa apostola (comunionemissione). Questo il grande mosaico che il nostro padre Arcivescovo compone per il nuovo anno pastorale, invitandoci cos a vivere la comunione e , nello stesso tempo, ad essere missionari nelle periferie che non sono tanto o solo luoghi spaziali, ma luoghi esistenziali, culturali, sociali. La periferia non uno spazio, ma una situazione di vita. Il nuovo anno pastorale invita tutti ad assumersi le proprie responsabilit di cristiani e credenti e far giungere lannuncio della misericordia di Dio e della speranza alle tante persone che vivono una situazione di periferia, anche attraverso la testimonianza delle nostre comunit.
-in terza:
No alla maldicenza Noi che la Caritas: resoconti e prospettive Langolo di Don Mim
-in quarta:
A due mesi dallordinazione sacerdotale Langolo del D.V.: nuove norme di procedure.
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Ma la Parrocchia "incontra"?
Ripercorrendo la vita di S. Francesco e di Papa Francesco si possono scoprire percorsi affini ed esperienze similari. Nella Congregazione generale dei Vescovi del marzo scorso, prima dellelezione del Papa, nel delineare la figura del nuovo Pontefice Jorge Bergoglio ha detto: Deve uscire dalla Chiesa per evangelizzare. Il Papa futuro deve essere un uomo che a partire dalla contemplazione di Ges aiuti la Chiesa ad uscire da se stessa e andare verso le periferie esistenziali, che le aiuti ad essere la madre feconda che vive della dolce confortante gioia di evangelizzare. La preghiera il primo elemento del Papa. Un uomo di preghiera, di contemplazione, capace di far uscire la Chiesa dal suo egocentrismo e portarlo verso la periferia, dove laspettano milioni di persone in difficolt. Quando in conclave, durante lo spoglio dei voti, si prefigurava la sua nomina a Papa il cardinale di San Paolo, Claudio Hummes, lo abbracci e gli disse: Non dimenticarti dei poveri. Dice Papa Francesco: Quella parola mi entr nellintimo e subito, in relazione ai poveri, pensai a Francesco di Assisi. Poi pensai alle guerre e Francesco luomo della pace. Per me Francesco luomo della povert, luomo che ama e custodisce il creato. Ah, come vorrei una chiesa povera e per i poveri! Il primo gesto da Pontefice, dopo aver salutato la folla in Piazza San Pietro stato quello di chiedere di pregare su di lui. S, su di lui, perch per lui il Papa deve essere sottomesso; il capo della Chiesa deve sottomettersi, mettersi sotto gli altri, chiedere e ricevere. Molti sono i punti di contatto tra San Francesco e Papa Francesco: - Entrambi si sono sempre rivolti al Signore per chiedergli di indicare loro la strada da seguire e quale fosse il Suo disegno su di loro, - entrambi sono riformatori della Chiesa, - entrambi sono Pontefici, costruttori di ponti con tutti gli uomini ed il mondo circostante e con le diverse religioni, - entrambi sono amanti della pace, - entrambi sono amanti della povert e di una Chiesa povera, - entrambi volevano evangelizzare il mondo; San Francesco voleva andare alla fine del mondo allora conosciuto, come missionario in Oriente, Papa Francesco viene dalla fine del mondo e voleva andare missionario in Giappone, - entrambi hanno avuto una particolare venerazione per il Crocifisso, - entrambi hanno sofferto contrariet e malattie, considerandole come una piccola partecipazione e condivisione delle sofferenze del Cristo, - entrambi hanno voluto che oltre allattivit evangelizzatrice si desse grande importanza al lavoro manuale, come segno di partecipazione allopera creatrice del Signore. Come S. Francesco durante la sua predicazione cos anche Papa Francesco con le sue meditazioni quotidiane non ci fa mancare la sua voce, anzi la voce del Vangelo e di Cristo. Francesco Giannini
E questo linterrogativo che ci poniamo da qualche tempo come Commissione Famiglia, vista lapparente indifferenza ad una serie di proposte (prima fra tutte quella della Banca del Tempo), che sono scaturite dal nostro stare insieme. A pelle sembrerebbe che spesso la Parrocchia percepita quasi come un corpo estraneo dal territorio, in cui operiamo, e tutto si riduca alla partecipazione rituale ai momenti liturgici. Ma questa lessenza del nostro essere Cristiani? La risposta amara, ma inesorabile: il tasso di Cristianesimo operante sembrerebbe piuttosto basso...e verrebbe voglia di sbaraccare e ritornarsene nel proprio privato. Ma noi siamo Quelli che.gutta cavat lapidem e insisteremo, convinti come siamo che bisogna continuare a seminare in attesa di una mietitura, che inevitabilmente ci sar (anche se potrebbero essere altri a raccogliere i frutti di un buon lavoro). Intanto continueremo a proporre le nostre occasioni di incontro, da Idopolamessa a Idurantelacatechesi e saremo presenti con il nostro Sportello Famiglia, per intercettare i bisogni dei parrocchiani (che non sono solo economici: le nuove povert incalzano!) e raccogliere le adesioni al dare e al darsi (che non possono essere separati dal ricevere in unottica cristiana). Pensiamo che la capacit di incontrare si possa incrementare con un rinnovamento delle forme di comunicazione del messaggio cristiano (Papa Francesco insegna!), magari scrostandole da quei toni dogmatici e accademici, che fanno tanto cultura religiosa, ma che creano distacco e hanno un alto tasso di incomprensibilit, e sostituendole magari anche solo con una vignetta o un flash mob Ma Cristo non aveva scelto il linguaggio popolare e accattivante delle parabole? Chi ha orecchie da intendere intenda. Vito Buttiglione
Lo Sportello Famiglia operativo tutti i sabati nella Sede Caritas dalle 16,00 alle 17,00
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No alla maldicenza!
Le chiacchiere
innocenti non esistono: quando giudichiamo qualcuno o peggio ne parliamo male con altri, allora siamo cristiani omicidi. Uccidiamo i fratelli invece di pregare per loro e di parlare con loro. Papa Francesco (13/09/2013) Qualche settimana fa papa Francesco nel corso della consueta omelia a Santa Marta ha usato parole forti contro la maldicenza, paragonandola a un omicidio. Possono sembrare parole esagerate, ma in effetti questo un veleno che spesso intossica anche le nostre comunit parrocchiali, creando profonde divisioni e rancori. Spesso ci sentiamo in diritto di giudicare gli altri (mai noi stessi), di criticare il loro operato, le loro parole, i loro gesti; diamo giudizi affrettati oppure parliamo a vanvera di cose che non conosciamo, instillando dubbi e sospetti, senza renderci conto delle conseguenze delle nostre azioni. Giudichiamo loperato altrui con larroganza di chi convinto di poter fare meglio degli altri, senza conoscere le ragioni e le circostanze che hanno portato a certi risultati. Critichiamo spesso senza una vera ragione, solo per il piacere di sparlare degli altri, di mettere in luce i loro difetti, le loro debolezze (in modo che non emergano i nostri). Qualche volta lo facciamo solo per per sentirci superiori, migliori, come il fariseo della parabola della scorsa settimana nei confronti del pubblicano. Per poter dire grazie a Dio non sono come loro, una frase che pu essere una preghiera di ringraziamento (se detta con fede), ma anche un atto di superbia, se invece tende solo a mettere in luce solo noi stessi e la nostra presunta superiorit. Altre volte critichiamo per metterci in mostra, per farci notare o per acquisire privilegi e potere screditando ogni possibile concorrente, dimenticando che ogni ruolo che ci viene affidato un servizio nei confronti della comunit, non un premio per i nostri meriti o le nostre capacit. Impariamo a riflettere prima di parlare a sproposito, evitando di dare giudizi sommari e almeno motivando le nostre critiche perch possano essere costruttive. Gianni Capotorto
Don Mim
Miei cari, da ora in poi far come Papa Francesco: vi chieder solo un minuto di silenzio e di preghiera ...ma funzioner?
s ps ps p s p s P
Don Alessandro
Sono trascorsi gi due mesi dal quel 7 settembre scorso, il Giorno meraviglioso in cui la mia vita di uomo e di cristiano ha assunto i tratti del pastore, attraverso il dono sublime del sacerdozio, che mi st at o conf erit o per limposizione delle mani e la preghiera di c ons ac r azione da par t e dellArcivescovo, successore degli apostoli. Ancora sono vivi nel mio cuore i ricordi di quel giorno: lattesa, la pre-
http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com
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