Sei sulla pagina 1di 16

Sete di Parola

a cura di www.qumran2.net

"La Chiesa si nutre del pane della vita sia alla mensa della Parola di Dio che a quella del Corpo di Cristo." (CEI, Il rinnovamento della catechesi, n. 28)

3/11/2013 9/11/2013 XXXI Domenica Tempo Ordinario Anno C

Vangelo del giorno, commento e preghiera

Domenica 3 novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 19,1"10
Il i!lio dell"uomo era venuto a cercare e a salvare ci# che era perduto.
#n $!el tempo, %es& entr' nella citt( di %)rico e la sta*a attra*ersando, $!and+ecco !n !omo, di nome ,acch)o, capo dei p!--licani e ricco, cerca*a di *edere chi era %es&, ma non gli ri!sci*a a ca!sa della .olla, perch/ era piccolo di stat!ra0 Allora corse a*anti e, per ri!scire a *ederlo, sal1 s! !n sicom'ro, perch/ do*e*a passare di l(0 2!ando gi!nse s!l l!ogo, %es& al3' lo sg!ardo e gli disse4 5,acch)o, scendi s!-ito, perch/ oggi de*o .ermarmi a casa t!a60 Scese in .retta e lo accolse pieno di gioia0 Vedendo ci', t!tti mormora*ano4 57 entrato in casa di !n peccatore860 9a ,acch)o, al3atosi, disse al Signore4 5:cco, Signore, io do la met( di ci' che possiedo ai po*eri e, se ho r!-ato a $!alc!no, restit!isco $!attro *olte tanto60 %es& gli rispose4 5;ggi per $!esta casa ) *en!ta la sal*e33a, perch/ anch+egli ) .iglio di A-ramo0 #l <iglio dell+!omo in.atti ) *en!to a cercare e a sal*are ci' che era perd!to6

SPUNTI DI RIFLESSIONE
Zaccheo il pubblicano unisce l'insistenza della vedova importuna con l'umile confessione delle proprie colpe del suo omologo nella parabola. Dal racconto veniamo a sapere che non gli costato poco. D'altronde egli non era solo uno dei pubblicani, ma il loro capo e quindi uomo molto ricco. Ges non pretende che Zaccheo Gli si presenti davanti, !l'ometto non potrebbe farlo perch" piccolo di statura#, ma prosegue per il suo cammino finch" non lo trova in attesa arrampicato su una pianta di sicomoro. $a sua tenacia Gli dar% spunto per un esempio splendido di misercordia. Zaccheo desidera 2

=don Daniele 9!raro>

vedere il &ignore. 'er una qualche ispirazione di spirito sa infatti che quella conoscenza sarebbe stata per lui causa di cambiamento nell'animo e di vita rinnovata. (on poteva vedere il )aestro, ci viene detto, a causa della folla. * la turba, che si muove disordinatamente, con moti incostanti, talora di devozione talaltra di condanna. $'atteggiamento interiore di Zaccheo non ha niente a che fare con il turbamento di questa gente, piuttosto ricerca di quieta contemplazione. (on potendo separarsi dalla folla che in quel momento segue e circonda Ges , Zaccheo la precorre e trova un aiuto

nella pianta di sicomoro. 'ercorre la via di tutti, ma anticipatamente+ chi segue il cammino della maggioranza patisce molti dubbi ed incertezze e li allontana lasciandosi trascinare, chi invece precede dimostra di avere capito il verso degli avvenimenti e di poterli controllare. Zaccheo, alla notizia del passaggio del &alvatore, prontamente rientra in se stesso e dal profondo della sua coscienza prende lo slancio per prepararsi all'incontro. -on la sua arrampicata sull'albero confessa entrambe le cose, la sua bassezza umana per quel che e che stato e il grado elevato del desiderio di vedere il &ignore. &i presta senza difese alla derisione dei concittadini che finalmente potevano sbeffeggiare un uomo tanto crudele scoperto in una posa cos. goffa. )a a Zaccheo queste molestie non interessano al confronto della prospettiva di vedere presto il &ignore. Ges , giunto sul posto, alza gli occhi verso di lui. /n seguito avrebbe alzato lo sguardo in occasione di un miracolo clamoroso, la resurrezione di $azzaro. (on prodigio di minor potenza infatti richiamare alla vita un morto gi% sepolto, che far risalire dal baratro dei suoi vizi alla compunzione e alla giustizia uno come Zaccheo. 0 somiglianza del pubblicano della parabola Zaccheo non si effonde in lunghi discorsi, ma alla presenza del &ignore si mostra obbediente, disposto ad umiliarsi scendendo dalla pianta. 'erde di considerazione rispetto alla gente, ma guadagna nell'amicizia con il &ignore. &e Ges dice di volersi fermare a casa di Zaccheo a motivo della sollecitudine per i peccatori, quella che lo spingeva in giro per la 'alestina e che l'avrebbe 5

condotto a Gerusalemme. &i deve fermare anche per dare la possibilit% a Zaccheo di riparare al male fatto a vantaggio dei poveri da lui tartassati. 1Dio ama chi dona con gioia.1 dice la 2ibbia e prova sicura dell'azione della grazia che l'effetto della gioia interiore preceda la causa, le opere di penitenza e misericordia. Davanti a Ges Zaccheo riconosce il suo debito verso Dio e lo fa promettendo pronta soddisfazione ai suoi debitori umani. 0ncora una volta Zaccheo precorre le richieste del &ignore. -hi avanza veloce sulla via del bene fino a prevenire le necessit% e le richieste del prossimo, dimostra di avere in se stesso un grande fuoco di amore. Davanti a tutti dichiara la sua conversione, dentro di s" tiene il nuovo amore acceso per il &ignore. 'erci3 la sua opera buona non va perduta e la salvezza rimane nella casa in cui entrata. * l'oggi eterno di Dio che si incontra con l'oggi transeunte dell'uomo. 'er qualche secondo il cammino di Ges si era intrecciato con il percorso di Zaccheo, ma era stato sufficiente per accendere la scintilla della grazia a cui era seguita l'accoglienza festosa e la promessa impegnativa della rinuncia all'accumulo del denaro. 4uanto pi disprezza la zecca, tanto pi Zaccheo ne esce nuovo di zecca, rigenerato dalla misericordia del &ignore. 0ncora oggi ai pellegrini che visitano Gerico viene indicato l'albero che serv. da palco per Zaccheo nell'incontro con Ges . &econdo la tradizione Giuda l'albero che serv. a Giuda per il suo ultimo disperato gesto era pure un sicomoro. (on la pianta a fare la differenza, ma la disposizione del cuore. $e occasioni

della salvezza possono essere ridotte al minimo, ma chi si impegna con tutto se stesso per farsi trovare preparato non rester% senza risposta. 'urtroppo si pu3 dare il caso anche di chi ha avuto moltissimo e avendo trascurato e rifiutato tante occasioni di salvezza alla fine si ritrova da solo a considerare la sua bassezza morale. )a anche per costui c' speranza, infatti+ 1/l 6iglio dell'uomo infatti venuto a cercare e a salvare ci3 che era perduto.1 (ella fede siamo tutti figli di 0bramo, ossia se abbiamo la

sua stessa fede anche noi possiamo partecipare alla sua eredit%, che la promessa della liberazione. Gli stessi detrattori del &ignore, perch" era entrato nella casa di un peccatore, non possono trovare niente da ridire vedendo lo stesso uomo da loro criticato tornato nella condizione di figlio di 0bramo. 0nche per noi la salvezza consiste nel ritorno alla condizione di figli di un 'adre misericordioso e che incontro a noi peccatori ha mandato il suo 6iglio fatto uomo.
=Contin!a a starmi *icino>

PER LA PREGHIERA

9i s*eglio la mattina e spesso mi dimentico di te? passo la giornata e spesso mi dimentico di te? mi preparo a dormire anche li mi dimentico di te? Signore, per $!esto ti chiedo sc!sa, so che mi sei sempre *icino, e ne sono talmente sic!ro che spesso mi dimentico di ringra3iarti0 Signore ti chiedo perdono per $!ando mi dimentico di te e del mio prossimo, ti chiedo perdono se in $!esta giornata mi sono dimenticato di seg!ire i t!oi precetti, i t!oi consigli e la t!a strada0 Signore ai!tami a non cadere in tenta3ione, a non dimenticarmi di te e di ci' che mi insegni0 @el mio c!ore so che sei sempre con me, so che i miei passi sono a..iancati dai t!oi0 Ai prego contin!a a starmi *icino0 Amen0

San Carlo Borromeo 7

Luned 4 novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 1C,12"1C
$on invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, %oppi e ciechi.
#n $!el tempo, %es& disse al capo dei .arisei che l+a*e*a in*itato4 52!ando o..ri !n pran3o o !na cena, non in*itare i t!oi amici n/ i t!oi .ratelli n/ i t!oi parenti n/ i ricchi *icini, perch/ a loro *olta non ti in*itino anch+essi e t! a--ia il contraccam-io0 Al contrario, $!ando o..ri !n -anchetto, in*ita po*eri, storpi, 3oppi, ciechi? e sarai -eato perch/ non hanno da ricam-iarti0 Dice*erai in.atti la t!a ricompensa alla ris!rre3ione dei gi!sti60

SPUNTI DI RIFLESSIONE
(on esiste in tutto l'0ntico 8estamento un insegnamento cos. alto di libert% nell'amore. 0mare donare agli altri, donarsi, senza attendersi nulla dall'altro, perch" chi ricompensa solo il &ignore. * $ui il garante della misericordia e della piet%. (ell'0ntica &crittura troviamo per3 gi% i segni di quest'amore verso tutti, senza escludere alcuno. 4uesti segni sono da vedersi nelle disposizioni per le celebrazioni non solo delle grandi feste, ma anche della celebrazione della vita quotidiana. Ogni volta, per, che ne sentirai desiderio, potrai uccidere animali e mangiarne la carne in tutte le tue citt, secondo la benedizione che il Signore ti avr elargito. Ne potranno mangiare sia l'impuro che il puro, come si fa della carne di gazzella e di cervo. Non ne mangerete, per, il sangue: lo spargerai per terra come acqua. Non potrai mangiare entro le tue citt le decime del tuo frumento, del tuo mosto, del tuo olio, n i primogeniti 9

=9o*imento Apostolico>

del tuo bestiame grosso e minuto, n ci che avrai consacrato per voto, n le tue offerte spontanee, n quello che le tue mani avranno prelevato. !avanti al Signore, tuo !io, nel luogo che il Signore, tuo !io, avr scelto, mangerai tali cose tu, il tuo figlio, la tua figlia, il tuo schiavo, la tua schiava e il levita che abiter le tue citt" gioirai davanti al Signore, tuo !io, di ogni cosa a cui avrai messo mano. #urdati bene, finch vivrai nel tuo paese, dall'abbandonare il levita $!t %&,%'(%)*. +onterai sette settimane. ,uando si metter la falce nella messe, comincerai a contare sette settimane e celebrerai la festa delle Settimane per il Signore, tuo !io, offrendo secondo la tua generosit e nella misura in cui il Signore, tuo !io, ti avr benedetto. #ioirai davanti al Signore, tuo !io, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita che abiter le tue citt, il forestiero, l'orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore, tuo !io, avr scelto per

stabilirvi il suo nome. -icrdati che sei stato schiavo in .gitto: osserva e metti in pratica queste leggi. +elebrerai la festa delle +apanne per sette giorni, quando raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio. #ioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava e il levita, il forestiero, l'orfano e la vedova che abiteranno le tue citt. +elebrerai la festa per sette giorni per il Signore, tuo !io, nel luogo che avr scelto il Signore, perch il Signore, tuo !io, ti benedir in tutto il tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani, e tu sarai pienamente felice. $!t %/,)(%'*. ,uando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo !io ti d in eredit e la possederai e l ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo !io, ti d, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo !io, avr scelto per stabilirvi il suo nome. 0i presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: 12o dichiaro oggi al Signore, tuo !io, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi1. 2l sacerdote prender la cesta dalle tue mani e la deporr davanti all'altare del Signore, tuo !io,

e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo !io: 13io padre era un 4rameo errante" scese in .gitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi divent una nazione grande, forte e numerosa. #li .giziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavit5. 4llora gridammo al Signore, al !io dei nostri padri, e il Signore ascolt la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione" il Signore ci fece uscire dall'.gitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. +i condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato1. 6e deporrai davanti al Signore, tuo !io, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo !io. #ioirai, con il levita e con il forestiero che sar in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo !io, avr dato a te e alla tua famiglia $!t &/,%(%%*. 0mare fare della propria vita un dono ai fratelli bisognosi, poveri, miseri, non perch" essi rimangano nella propria miseria, ma perch" siano elevati nella loro dignit%. .

PER LA PREGHIERA
%ra3ie, Signore, perch/ t! non ci tieni prigionieri, ma ci lasci andare, anche se sai che ci perderemo0 %ra3ie, perch/ $!ando torniamo da te, t! ci corri incontro, non ci rin.acci niente, ma ci -!tti le t!e -raccia al collo0 :

=don Angelo Saporiti>

%ra3ie, Signore, perch/ con noi t! hai sempre pa3ien3a e la t!a pa3ien3a ) gi( il segno di !na .esta0 %ra3ie, Signore, perch/ t! sei esagerato, sei eccessi*o nel *olerci -ene0 9a lEamore *ero ) sempre cos10 Come te0 Perch/ t! sei lEamore e amandoci ci doni la t!a *ita0 Amen0

Marted 5 novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 1C, 1F"2C
Esci per le strade e lun!o le siepi e costrin!ili ad entrare, perch& la mia casa si riempia.
#n $!el tempo, !no dei commensali, a*endo !dito $!esto, disse a %es&4 5Beato chi prender( ci-o nel regno di Dio860 %li rispose4 5Gn !omo diede !na grande cena e .ece molti in*iti0 All+ora della cena, mand' il s!o ser*o a dire agli in*itati4 HVenite, ) prontoI0 9a t!tti, !no dopo l+altro, cominciarono a sc!sarsi0 #l primo gli disse4 HJo comprato !n campo e de*o andare a *ederlo? ti prego di sc!sarmiI0 Gn altro disse4 HJo comprato cin$!e paia di -!oi e *ado a pro*arli? ti prego di sc!sarmiI0 Gn altro disse4 H9i sono appena sposato e perci' non posso *enireI0 Al s!o ritorno il ser*o ri.er1 t!tto $!esto al s!o padrone0 Allora il padrone di casa, adirato, disse al ser*o4 H:sci s!-ito per le pia33e e per le *ie della citt( e cond!ci $!i i po*eri, gli storpi, i ciechi e gli 3oppiI0 #l ser*o disse4 HSignore, ) stato .atto come hai ordinato, ma c+) ancora postoI0 #l padrone allora disse al ser*o4 H:sci per le strade e l!ngo le siepi e costringili ad entrare, perch/ la mia casa si riempia0 Perch/ io *i dico4 ness!no di $!elli che erano stati in*itati g!ster( la mia cenaI6

SPUNTI DI RIFLESSIONE

=Paolo C!rta3>

12eato chi manger% il pane nel <egno di Dio=1 esclama uno dei commensali, come se fosse una cosa difficile, irraggiungibile, riservata ai pochi. 0ccedere a Dio, pensano in molti, difficile, ostico, riservato a pochi eletti. Ges , invece, svela una realt% diversa, entusiasmante ed inquietante+ Dio desidera che tutti ne facciano parte, che tutti, pronti o meno, capaci o meno, degni o meno, partecipino alla grande festa. /l problema non Dio, ma noi. 0ccampiamo mille scuse, troviamo mille impegni prima di dedicarci all'essenziale. $e cose di fede> -erto= 4uando sar3 in pensione me ne

occuper3= ?, cos., ci perdiamo la vita con Dio, perdiamo la felicit% di credere. * vero+ difficile, oggi, trovare del tempo, avere la testa per pregare, crearsi delle occasioni per tacere e meditare, ma quanto ci necessario= $a preghiera quotidiana pu3 diventare, ad esempio, uno strumento per fare memoria di s e di Dio. &e l'invito aperto a tutti, lo accolgono solo, per3, coloro che hanno il coraggio di investire, di lottare, in questa lotta, l'ascesi, che ci impedisce di essere travolti dalla quotidianit%, che ci apre uno spiraglio per accorgerci che siamo gi% a tavola con Dio...
=Beato %io*anni Paolo ##>

PER LA PREGHIERA

a pace non p!' regnare tra gli !omini se prima non regna nel c!ore di ciasc!no di loro0

Mercoled 6 novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 1C,2F"33
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non pu# essere mio discepolo.
#n $!el tempo, !na .olla n!merosa anda*a con %es&0 :gli si *olt' e disse loro4 5Se !no *iene a me e non mi ama pi& di $!anto ami s!o padre, la madre, la moglie, i .igli, i .ratelli, le sorelle e per.ino la propria *ita, non p!' essere mio discepolo0 Col!i che non porta la propria croce e non *iene dietro a me, non p!' essere mio discepolo0 Chi di *oi, *olendo costr!ire !na torre, non siede prima a calcolare la spesa e a *edere se ha i me33i per portarla a termineK

Per e*itare che, se getta le .ondamenta e non ) in grado di .inire il la*oro, t!tti coloro che *edono comincino a deriderlo, dicendo4 HCost!i ha ini3iato a costr!ire, ma non ) stato capace di .inire il la*oroI0 ;pp!re $!ale re, partendo in g!erra contro !n altro re, non siede prima a esaminare se p!' a..rontare con diecimila !omini chi gli *iene incontro con *entimilaK Se no, mentre l+altro ) ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace0 Cos1 chi!n$!e di *oi non rin!ncia a t!tti i s!oi a*eri, non p!' essere mio discepolo60

SPUNTI DI RIFLESSIONE
Ges , dopo una lunga sosta nella casa di uno dei capi dei farisei, riprende il cammino verso Gerusalemme seguito da molta folla. $'entusiasmo grande. ? Ges sente l'esigenza di chiarire cosa significa seguirlo, cosa significa essere suo discepolo. (e ha gi% parlato precedentemente quando ha detto+ 1&e qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso1 !A,25#. 8ornarci sopra sta a dire l'importanza che egli attribuisce alla scelta di seguirlo. Ges chiede un legame esclusivo con lui, pi forte di quello che si ha con la propria famiglia. /n questo contesto va

=9ons0 Vincen3o Paglia>

compresa la parola 1odiare1. $a scelta di seguire Ges viene prima di ogni affetto e di ogni affare. ?d ovvio che tutto ci3 comporti tagli e divisioni. 4ueste iniziano proprio dal cuore di ciascuno. $'amore esclusivo per Ges il fondamento della vita del discepolo. &e non c' questo amore, il discepolato, come costruire una torre senza fondamenta o come andare in battaglia senza esercito. $'amore per Ges la sostanza del Bangelo ed anche ci3 che i discepoli debbono testimoniare al mondo. 4uesto amore il sale della vita.
=Carlo 9aria 9artini>

PER LA PREGHIERA

Adorando insieme la croce, segno della nostra sal*e33a, chiediamo !milmente perdono per noi, per le colpe di c!i noi ci siamo macchiati? chiediamo perdono anche a nome di t!tti coloro che non sono $!i e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe0 :ssi non sanno di $!anta gioia e di $!anta pace il loro c!ore sare--e pieno se sapessero .arlo0 Chiediamo perdono a nome di t!tta lE!manit(, del tanto male commesso dallE!omo contro lE!omo, del tanto male commesso dallE!omo contro il <iglio di Dio, contro il sal*atore %es&, contro il pro.eta che porta*a parole di amore0 : mettiamo la nostra *ita nelle mani del croci.isso A

perch/ egli, redentore -!ono, redima e sal*i il nostro mondo, redima e sal*i la nostra *ita col con.orto del s!o perdono0

ioved ! novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 1F,1"10
'i sar( !ioia nel cielo per un solo peccatore che si converte.
#n $!el tempo, si a**icina*ano a %es& t!tti i p!--licani e i peccatori per ascoltarlo0 # .arisei e gli scri-i mormora*ano dicendo4 5Cost!i accoglie i peccatori e mangia con loro60 :d egli disse loro $!esta para-ola4 5Chi di *oi, se ha cento pecore e ne perde !na, non lascia le no*antano*e nel deserto e *a in cerca di $!ella perd!ta, .inch/ non la tro*aK 2!ando l+ha tro*ata, pieno di gioia se la carica s!lle spalle, *a a casa, chiama gli amici e i *icini e dice loro4 HDallegrate*i con me, perch/ ho tro*ato la mia pecora, $!ella che si era perd!taI0 #o *i dico4 cos1 *i sar( gioia nel cielo per !n solo peccatore che si con*erte, pi& che per no*antano*e gi!sti i $!ali non hanno -isogno di con*ersione0 ;pp!re, $!ale donna, se ha dieci monete e ne perde !na, non accende la lampada e spa33a la casa e cerca acc!ratamente .inch/ non la tro*aK : dopo a*erla tro*ata, chiama le amiche e le *icine, e dice4 HDallegrate*i con me, perch/ ho tro*ato la moneta che a*e*o perd!toI0 Cos1, io *i dico, *i ) gioia da*anti agli angeli di Dio per !n solo peccatore che si con*erte60

SPUNTI DI RIFLESSIONE
/l vangelo di oggi riporta la prima delle tre parabole che hanno in comune la stessa parola. &i tratta di tre cose perdute: la pecora perduta !$c C9,5D ;#, la moneta perduta !$c C9,@DCE#, il CE

=a c!ra dei Carmelitani>

figlio perduto !$c C9.CCD52#. $e tre parabole sono dirette ai farisei ed ai dottori della legge che criticavano Ges !$c C9,CD5#. -io sono dirette al fariseo e al dottore della legge che c'

in ognuno di noi. 4uesti tre primi versi descrivono il contesto in cui furono pronunciate le tre parabole+ 12n quel tempo, si avvicinavano a #es5 tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 farisei e gli scribi mormoravano1. Da un lato, si trovavano i pubblicani e i peccatori, dall'altro i farisei e i dottori della legge. $uca dice con un po' di enfasi+ 10utti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a #es5 per ascoltarlo1. 4ualcosa di Ges li attirava. ?' la sua parola che li attira !cf /s 9E,7#. Bogliono ascoltarlo. &egno questo che non si sentono condannati, bens. accolti da lui. $a critica dei farisei e degli scribi questa+ 1+ostui riceve i peccatori e mangia con loro71 (ell'invio dei settanta e due discepoli !$c CE,CDA#, Ges aveva comandato di accogliere gli esclusi, i malati ed i posseduti !)t CE,@, $c CE,A# e di riunirli per il banchetto !$c CE,@#. $a parabola della pecora perduta inizia con una domanda+ 1+hi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finch non la ritrova81 'rima di dare una risposta, Ges deve aver guardato chi lo ascoltava per vedere come avrebbero risposto. $a domanda formulata in modo che la risposta non pu3 essere che positiva+ 1&., va dietro la pecora perduta=1 ? tu, come risponderesti> $asceresti le novanta nove nel campo per andare dietro l'unica che si persa> -hi farebbe questo> 'robabilmente la maggior parte avrebbe risposto+ 1Ges , qui tra noi, nessuno farebbe una cosa cos. assurda. Dice il proverbio+ 1)eglio un passero in mano che cento che volano=1 Ges interpreta la parabola CC

della pecorella perduta. Fra, nella parabola il padrone delle pecore fa ci3 che nessuno farebbe+ lascia tutto e va dietro la pecora perduta. &olo Dio pu3 assumere un tale atteggiamento= Ges vuole che il fariseo o lo scriba che c' in noi, ne prenda coscienza. / farisei e gli scribi abbandonavano i peccatori e li escludevano. $oro non sarebbero mai andati dietro la pecora perduta. $'avrebbero lasciata perdere nel deserto. 'referivano le novantanove. )a Ges si mette nella pelle della pecora che si perduta e che, in quel contesto della religione ufficiale, cadrebbe nella disperazione, senza speranza di essere accolta. Ges fa sapere a loro e a noi+ 1&e ti senti peccatore, perduto, ricorda che per Dio tu vali pi delle altre novanta nove pecore. ? nel caso in cui ti converta, sappi che 1ci sar pi5 gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione1. $a seconda parabola+ 1O quale donna, se ha dieci dracme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finch non la ritrova8 . dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: -allegratevi con me, perch ho ritrovato la dracma che avevo perduta. +os9, vi dico, c': gioia davanti agli angeli di !io per un solo peccatore che si converte1. Dio si rallegra con noi. Gli angeli si rallegrano con noi. $a parabola serve per comunicare speranza a chi era minacciato dalla disperazione della religione ufficiale. 4uesto messaggio evoca ci3 che Dio ci dice nel libro del profeta /saia+ 1?cco, ti ho disegnato

sulle palme delle mie mani=1 !/s 7A,C:#. 18u sei prezioso ai miei occhi, e io ti amo=1 !/s 75,7# .

PER LA PREGHIERA
Sono il .ratello di t!tti, il .ratello che ha -isogno di t!tti, che tende la mano a t!tti0 Come potr( starci t!tto $!esto mondo, che si (ncori allE:terno .atto pane, nel c!ore di !n po*erE!omoK : t! che cosa mi domandi, o SignoreK A! mi dici4 L asciati amareL8 A! non mi domandi di pi&0 @on mi domandi se ti *oglio -ene0 Basta che io mi lasci amare dallEAmore, perch/ anchEio sono !n lontano0

=don Primo 9a33olari>

"enerd # novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo !ca 1M,1"N
I )i!li di questo mondo verso i loro pari sono pi* scaltri dei )i!li della lucei.
#n $!el tempo, %es& dice*a ai discepoli4 5Gn !omo ricco a*e*a !n amministratore, e $!esti .! acc!sato dinan3i a l!i di sperperare i s!oi a*eri0

C2

o chiam' e gli disse4 HChe cosa sento dire di teK Dendi conto della t!a amministra3ione, perch/ non potrai pi& amministrareI0 +amministratore disse tra s/4 HChe cosa .ar', ora che il mio padrone mi toglie l+amministra3ioneK ,appare, non ne ho la .or3a? mendicare, mi *ergogno0 So io che cosa .ar' perch/, $!ando sar' stato allontanato dall+amministra3ione, ci sia $!alc!no che mi accolga in casa s!aI0 Chiam' !no per !no i de-itori del s!o padrone e disse al primo4 HA! $!anto de*i al mio padroneKI0 2!ello rispose4 HCento -arili d+olioI0 %li disse4 HPrendi la t!a rice*!ta, siediti s!-ito e scri*i cin$!antaI0 Poi disse a !n altro4 HA! $!anto de*iKI0 Dispose4 HCento mis!re di granoI0 %li disse4 HPrendi la t!a rice*!ta e scri*i ottantaI0 #l padrone lod' $!ell+amministratore disonesto, perch/ a*e*a agito con scaltre33a0 # .igli di $!esto mondo, in.atti, *erso i loro pari sono pi& scaltri dei .igli della l!ce60

SPUNTI DI RIFLESSIONE
/l &ignore Ges , pur di rendere comprensibili si suoi messaggi di salvezza, ricorre anche al paradosso. (el vangelo di oggi viene lodata l'astuzia di un autentico imbroglione, che, vistosi scoperto della sua infedelt% verso il proprio padrone e prossimo ad un licenziamento dal suo incarico, cerca, con abilit% e scaltrezza, di accaparrarsi la benevolenza dei creditori, per poi sperare di godere della loro protezione. * fin troppo evidente che il &ignore non vuole che imitiamo l'astuzia e ancor meno la disonest% dell'amministratore infedele. Buole invece che, come figli della luce, ci adoperiamo alacremente, da veri sapienti per conseguire i beni migliori che lo stesso &ignore vuole donarci. ?gli ci ha avvertiti che Gstretta la porta e angusta la via che conduce alla vitaH. 'er passare per una porta stretta occorre chinarsi e farsi piccoli, diventare umili, per poter percorrere una strada angusta occorre abilit%, destrezza e prudenza. ?cco allora le

=9onaci Benedettini Sil*estrini>

virt e la sapienza che Ges vuole siano praticate dai suoi seguaci. G/l regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadronisconoH. $a violenza praticabile dal cristiano il diuturno sacrificio con cui affronta gli ostacoli della vita, l'abbraccio volontario della propria croce, la salita faticosa verso il monte dei risorti. 0bbiamo il conforto dello &pirito &anto di Dio che ci illumina e ci fortifica, ci rende astuti e sapienti, coraggiosi ed intrepidi. &e tanta pusillanimit% ancora serpeggia nel mondo dei cristiani, dipende dalla mancanza di fede e di fiducia nel &ignore, dalla mancanza di preghiera e dalla perenne tentazione dell'autosufficienza. 8utto ci3 ci rende deboli e paurosi, rischia di riportare la chiesa nel buio della catacombe e soprattutto di subire passivamente tutte le angherie o cadere nei facili compromessi con il mondo. 6orse ancora vero che+ G/ figli di questo mondo verso i loro pari sono pi scaltri dei figli della luceH.
=Don Angelo Saporiti>

PER LA PREGHIERA
C5

Signore %es&, tante *olte ho g!ardato il croci.isso e ho immaginato di essere l1, con te, s!l Cal*ario0 Jo g!ardato $!el croci.isso, spogliato di t!tto, pri*ato della dignit(, n!do da*anti ad amici e nemici, pri*ato della rep!ta3ione, spogliato dal s!ccesso, della credi-ilit(, sen3a *ita0 Ai ho g!ardato, croci.isso, e mi ) sem-rato che la t!a mano si sia all!ngata *erso la mia, come per tirarmi s! s!lla croce, con te0 : ho a**ertito !na dolce33a e !n calore in.initi0 Airandomi *erso te, s!lla croce, t! o %es& non mi *!oi inchiodare o .ar morire, ma mi *!oi donare la *ita e la li-ert(0 A!, o croci.isso, sei per me sim-olo di !na li-era3ione totale e s!prema0 a t!a croce, %es&, ) per !na para-ola di con$!ista, non di scon.itta0 S!scita ammira3ione, non commisera3ione0

Dedica3ione della Basilica ateranense

$abato % novembre 2013


+ Dal Vangelo secondo %io*anni
Parlava del tempio del suo corpo.
Si a**icina*a la Pas$!a dei %i!dei e %es& sal1 a %er!salemme0 Aro*' nel tempio gente che *ende*a -!oi, pecore e colom-e e, l( sed!ti, i cam-iamonete0 Allora .ece !na .r!sta di cordicelle e scacci' t!tti .!ori del tempio, con le pecore e i -!oi? gett' a terra il denaro dei cam-iamonete e ne ro*esci' i -anchi, e ai *enditori di colom-e disse4 5Portate *ia di $!i $!este cose e non .ate della casa del Padre mio !n mercato860 # s!oi discepoli si

2,13"22

C7

ricordarono che sta scritto4 5 o 3elo per la t!a casa mi di*orer(60 Allora i %i!dei presero la parola e gli dissero4 52!ale segno ci mostri per .are $!este coseK60 Dispose loro %es&4 5Distr!ggete $!esto tempio e in tre giorni lo .ar' risorgere60 %li dissero allora i %i!dei4 52!esto tempio ) stato costr!ito in $!arantasei anni e t! in tre giorni lo .arai risorgereK60 9a egli parla*a del tempio del s!o corpo0 2!ando poi .! ris!scitato dai morti, i s!oi discepoli si ricordarono che a*e*a detto $!esto, e credettero alla Scritt!ra e alla parola detta da %es&0

SPUNTI DI RIFLESSIONE
4uesta scena di Ges che si arrabbia vedendo i venditori nel 8empio santo di Gerusalemme e la sua reazione violenta che li scaccia ha sempre colpito molti. ?d fin troppo facile attualizzarla mettendo sotto accusa i vari &antuari cattolici sparsi in giro per lI/talia e il mondo pieni di bancarelle dove si vendono madonnine, santini, rosari ed ogni genere di materiale religioso e di souvenir. (on credo che sia questo lIobiettivo del Bangelo di questa domenica. Di fatto Ges stesso subito dopo, quando parla del 8empio, cio del luogo dove JabitaK Dio, sposta lIattenzione non pi su un edificio di pietre ma su qualcosa di pi grande. Ges dichiara che la sua persona il luogo dove JabitaK Dio e dove lo si pu3 incontrare. $o scorso C novembre ho partecipato ad una celebrazione molto particolare, la solenne consacrazione del nuovo altare della chiesa parrocchiale del mio paese. ?ra da pi di 7E anni che si attendeva un altare definitivo per la -hiesa.... $a celebrazione di consacrazione davvero molto suggestiva e ricca di simboli+ lIaltare bagnato con lIacqua benedetta, unto di olio santo e profumato dIincenso. -i sono poi una lunga serie di preghiere e invocazioni. $Ialtare nel complesso della chiesaDedificio ha un ruolo simbolico centrale perch" C9

=don %io*anni Berti>

rappresenta -risto che con il suo sacrificio raduna attorno a s" tutti i credenti ed il loro costante punto di riferimento. $a nostra tradizione cristiana ha sempre dato risalto al valore dei luoghi sacri. 4uesto testimoniato dalla grandissima produzione di edifici fin dai primi tempi del cristianesimo !come la 2asilica del $aterano costruita da -ostantino# fino ad oggi. -I per3 sempre il rischio di dimenticare che questi luoghi sono solamente un segno della vera Jcasa di DioK che invece lIinsieme dei credenti battezzati. Dio non abita in luoghi fatti di pietre e arte, ma abita in ogni uomo e in ogni gruppo umano. )a in particolare il &ignore abita e si mostra nella sua -hiesa, l% dove ci sono persone vive che insieme meditano le parole di Ges e le mettono in pratica. &iamo noi il 8empio di Dio del quale Ges si prende cura e per il quale si arrabbia quando lo vede trasformato in mercato perdendo cos. il ruolo di segno della presenza di Dio nel mondo. -redo che se Ges oggi scendesse di nuovo fisicamente in terra non perderebbe il suo tempo con qualche banchetto posto fuori o dentro questo o quel santuario. -redo invece che Ges si arrabbierebbe molto e tirerebbe fuori di nuovo la sua

frusta di cordicelle vedendo come la sua -hiesa smette di essere un luogo di rivelazione e profezia perch" troppo irrigidita in tanti formalismi. 'enso che molte delle cose che facciamo nella pastorale in parrocchia e nelle varie celebrazioni siano spesso guidate da fredda abitudine oppure con lo stile del giudizio e dellIesclusione. 6orse anche noi, proprio come ha fatto Ges , non dovremmo rimanere tranquilli e rassegnati se ci accorgiamo che la comunit% cristiana si appiattisce in un JcommercioK dove ci si valuta reciprocamente e non si fa mai nulla se non si guadagna qualcosa. 0bbiamo il compito di aiutarci gli uni gli altri a ritrovare il senso vero della nostra esperienza di -hiesa. 0gli occhi di -risto noi valiamo davvero molto pi del pi bellIaltare della pi illustre cattedrale della cristianit%. ? lo

stesso sguardo che Ges ha con me, io lo devo avere con il mio prossimo. ? se mi accorgo che anche la societ% nella quale vivo finisce per guardare pi al soldo che alla persona, anche allora non posso stare tranquillo e non posso permettere che lIaltro !che pure lui Jtempio di DioK# diventi solo un numero di mercato o parte di un elenco di entrate e uscite. Ges , infondi in noi la tua indignazione come quel giorno al 8empio. (on permettere mai che viviamo passivamente i problemi e le cattiverie del mondo. Donaci la tua frusta spirituale in modo da far piazza pulita da tutto cio che rende la nostra vita un mercato e non pi un luogo dove amandoci, aiutandoci, perdonandoci vicendevolmente ci avviciniamo a 8e.

PER LA PREGHIERA

=#nno a 9aria>

Canta ed es!lta, o Chiesa del Signore4 Cristo ha s*egliato s!a 9adre dalla morte e lEha innal3ata nella gloria del cielo, allel!ia, allel!ia, amen0

C:

Potrebbero piacerti anche