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Il Declino del Made in Italy: dalleuro alle ricette dei profeti del Liberismo Un Nuovo modo di fare shopping: dalla rete, al market sotto casa. LAnalisi di Qui Europa e il Modello Catanzaro LEditoriale di Sergio Basile e Ylenia De Marco
fruttivendolo o dal pescivendolo di fiducia per farsi con sigliare la roba pi fresca. Cera un qualcosa di quasi poetico e familiare in tutto ci. Oggi invece si preferisce comprare qualsiasi cosa, dal genere alimentare ai prodotti di igiene domestica o personale, nei supermercati sottocosto come i discount. Si pensi alla tedesca Eurospin, che col pretesto della crisi indotta dellEurozona ha moltiplicato i propri fatturati lanciandosi con successo in una sorta di colonizzazione del mercato italiano, a discapito del Made in Italy. Una famiglia composta da pi di tre persone difficilmente riesce ad arrivare a fine mese, considerando il fatto che il pi delle volte solo il capo famiglia a lavorare e a mantenere la moglie e la prole. Per illudersi di contrastare la crisi si preferisce dunque la quantit alla qualit, cosa che alcune volte va a discapito della propria salute fisica. Si pensi al successo del Made in China ed alla vendita di massa di prodotti spesso cancerogeni realizzati con materie prime contaminate o scarti di lavorazioni chimiche altamente nocivi (Vedi articolo in allegato Cina: I Villaggi del Cancro).
Con le nuove tecnologie poi, facile acquistare tutto tramite internet e spesso basta un click per avere in pochi giorni a casa un nuovo paio di scarpe o un intero guardaroba. Il punto principale come nota anche Confesercenti e che solo nei primi mesi del 2013 in Italia hanno chiuso quasi 10.000 negozi e il trend come detto va peggiorando. Altro che crescita! Inoltre c da dire come la scomparsa dei piccoli distributori vada ad incidere negativamente sui processi concorrenziali. Minori sono gli attori commerciali in uno specifica area geografica, maggiore potrebbe essere la tentazione ad alzare i prezzi, operando in regimi di mercato di quasi monopolio. Le statistiche parlano chiaro: se al Sud il fenomeno in questione pi contenuto, vista la mentalit meridionale che vede in genere passare il testimone delle piccole attivit familiari di generazione in generazione, dal bisnonno al pronipote; al Nord e al Centro invece si registrano sconcertanti cali nellapertura di nuove attivit commerciali con crolli del 50%. Se da una parte vero che acquistare su un sito internet permette di risparmiare tempo e denaro, anche vero che non possibile carpire tramite una foto la qualit di un prodotto, in quanto vengono meno fattori primari nell acquisto come la vestibilit di un capo e la qualit del tessuto che non possiamo toccare con mano. Ma anche i profumi, gli aromi, la densit ed i colori: si pensi ad esempio alla vendita online di generi alimentari essenziali come il vino e lolio doliva. Molti siti spacciano prodotti per biologici vendendoli magari a 3 euro al litro, bottiglia compresa. Ma siamo matti! Mi chiedo dove andremo se continueremo indefessamente a perseverare in questo nuovo modo di fare shopping; o se continueremo ad accontentarci di un cibo sottomarca che nella maggior parte dei casi non soddisfer le nostre esigenze, invece di aiutarci lun laltro ritornando ai vecchi tempi, e magar i tornando a coltivare sia i nostri orti, che i rapporti umani coi nostri simili, nei market sotto casa. Ylenia De Marco, Sergio Basile (Copyright 2013 Qui Europa)