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Capitolo quarto

SANTA O PECCATRICE?

Possiamo a questo punto affrontare un problema puntuale, che semplice e circoscritto ma al tempo stesso decisivo per qualificare un'ecclesiologia. Si pu, senza violare la verit di Dio, assegnare alla Chiesa lo stato di peccatrice? E, d'altra parte, si pu continuare a ritenerla santa, senza incorrere in una severa bocciatura da parte della teologia contemporanea (che sarebbe sventura, tutto sommato, sopportabile) e senza venir smentiti dalla storia (cosa che ci darebbe invece qualche inquietudine)?

Chiesa peccatrice: quasi un dogma mondano


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Che la Chiesa debba essere ritenuta peccatrice una specie di dogma indiscutibile della cultura mondana. L'idea, tra l'altro, corrisponde a una accentuata tendenza dell'uomo di oggi, che incline a trasferire la sede della responsabilit (e quindi della colpevolezza) dal cuore (secondo la parola di Ges) e dal comportamento dei singoli (come gi aveva insegnato Ezechiele) alla societ e alle sue strutture. uno schema mentale molto vantaggioso per le storiografie ideologiche di ogni colore: essendo il solo organismo che rimane presente in ogni epoca, coinvolto nella vicenda di tutti i secoli, la

La Sposa chiacchierata Chiesa si presta a essere caricata di ogni debito e di ogni colpa. Altri imputati non compaiono al tribunale della storia: sono tutti latitanti, anche perch nessuno sopravvissuto almeno nella sua identit sostanziale. Se non ci fosse la Chiesa, il tribunale della storiache molti, in mancanza d'altro, ritengono supremonon saprebbe chi giudicare. Un po' di tempo fa stato detto autorevolmentee ha trovato molto consensoche la storia sempre giustificatrice, non mai giustiziera; ma pare che per la Chiesachiss perchil principio non debba valere.

Santa o peccatrice? Sed contra: il linguaggio della tradizione Tale persuasione non riceve nessuna conferma dal linguaggio cristiano di sempre, che tanto nei discorsi pi comuni quanto nei documenti pi solenni, parla sempre di Chiesa santa, mentre non c' alcuna professione di fede che ci propone di credere in una Chiesa peccatrice. L'aggettivazione della Chiesa andata progressivamente arricchendosi: nelle forme pi antiche del Simbolo Apostolico detta unicamente santa; nelle forme occidentali pi recenti santa e cattolica; nelle recensioni orientali una, santa e cattolica. Infine col Credo niceno-costantinopolitano si arriva alle quattro note classiche: una, santa, cattolica e apostolica. Dall'esame di questi antichi testi possiamo raccogliere questi dati: - negli elenchi delle verit fondamentali da credere la Chiesa generalmente ricordata con l'appellativo di santa, il primo che compare e quello che non mai tralasciato; - non c' mai il minimo accenno a qualche relazione con la colpa; - se mai una relazione indicata dalla costante menzione, immediatamente susseguente a quella della Chiesa, della remissione dei peccati: dalla Chiesa proviene non la colpa, ma la sua cancellazione.

Chiesa peccatrice: convinzione di molti cristiani Anche a molti cristianibisogna riconoscerlopiace l'idea di una Chiesa peccatrice. C' in molti di essi quasi un amore deluso, che si traduce in un atteggiamento di accusa permanente. I singoli hanno soltanto istanze legittime; la Chiesa ha il demerito di non averle soddisfatte nel passato e di non soddisfarle nel presente. Ma sono altres numerosi coloro che, pur nutrendo un sincero amore per la Chiesa e vivendo con lealt la loro dedizione ecclesiale, non per questo avvertono qualche difficolt a parlare dei peccati della Chiesa. Cos si riesce meno sgraditi agli altri, siano miscredenti siano appartenenti a religioni e ad aggregazioni cristiane deverse. Il cattolico che si colloca in questa schiera ha poi anche il beneficio di essere stimato aperto e perfino coraggioso: gli viene riconosciuto l'audacia e il non conformismo di dire ci che dicono tutti1.
1 Un curioso indizio della diffusa volont di ridimensionare la Chiesa nell'opinione comune dato dal propositofermo e vigile in molti autori, anche cattolici, e in diverse case editrici, anche dirette da religiosidi scriverne il nome costantemente con l'iniziale minuscola. La cosa colpisce particolarmente quando nella medesima pubblicazione e perfino nella stessa pagina si ritrovano poi scritte con la maiuscola, per esempio, Consiglio Presbiterale, Azione Cattolica, Codice di Diritto Canonico, Camera del Lavoro, Settimane Sociali, ecc.

La santit della Chiesa nel Nuovo Testamento A quale linguaggio ci atterremo? A quello che ci proposto dai documenti della Tradizione o a quello che oggi invalso? Poich l'argomento del contendere riguarda direttamente il disegno del Padre e la sua opera di salvezza, il metodo corretto sar quello di ascoltare prima di tutto ci che ci dice la divina Rivelazione. Due annotazioni si impongono subito. Nel Nuovo Testamento non c' nessun imbarazzo a stigmatizzare i comportamenti reprensibili dei membri della comunit cristiana, quale che sia la dignit e la missione di cui sono investiti; ma quando si tratta della Chiesa come tale non c' mai la minima sfumatura di deplorazione o di biasimo.

La Sposa chiacchierata La parola ecclesachiunque se ne avvalga tra i differenti autori sempre circondata da un rispetto e da una venerazione che non mai smentita. Edificher la mia Chiesa, dice Ges nel celebre passo di Matteo: la Chiesa dunque opera sua, anzi sua; e non c' da supporre che il Figlio di Dio sia un costruttore maldestro o un proprietario distratto o trascurato. Perci le porte degli inferi non prevarranno contro di essa (cfr. Mt 16,18). Gli Atti degli Apostoli riferiscono un loghion di Paolo, dove si parla della Chiesa di Dio, che egli si acquist con il sangue del suo proprio Figlio (At 20,28). Non staremo a rammentare ancora il tema della Chiesa corpo di Cristo e della Chiesa sposa di Cristo, se non per sottolineare che da questa visione ecclesiologica l'apostolo deduce l'affermazione della santit della Chiesa, frutto dell'amore redentivo che l'ha investita: Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei per renderla santa... (cfr. Ef 5,25-26). Vuole che la Chiesa compaia davanti a lui tutta gloriosa, senza macchia n ruga o alcunch, ma santa e immacolata (Ef 5,27)2. Nella prima lettera a Timoteo si pu rilevare la menzione della Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verit (cfr. 1 Tm 3,15). Nella prima lettera di Pietro non c' il termine ecclesa. Eppure virsi trovano gli accenti pi elevati e commossi, atti a ravvivare nei destinatari la gioia e la fierezza dell'appartenenza ecclesiale: Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si acquistato perch proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa (lPt2,9).
Proprio la consapevolezza della realt trascendente della Chiesa mantiene acuta nell'animo di Paolo, anche dopo molti anni, la sofferenza per averla un tempo perseguitata: Non sono degno di essere chiamato apostolo, perch ho perseguitato la Chiesa di Dio (1 Cor 15,9). Tale realt trascendente gli si rivelata nel suo stesso scontro con il Risorto, il quale si preoccupa in quel momento di manifestargli la sua connessioneanzi, la sua quasi identificazionecon il popolo dei credenti: Saulo, Saulo, perch mi perseguiti? (At 9,3; 22,7; 26,15). La presenza nel libro degli Atti di ben tre narrazioni dell'episodio, che in questa frase trova il suo cuore e il suo senso, ci dice quale importanza sia stata subito assegnata a questa esperienza fondamentale e fondante della vita di fede di Paolo.
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Santa o peccatrice? A conclusione di questa rapida rassegna collochiamo una breve dossologia di san Paolo, che tanto pi significativa quanto pi appare del tutto occasionale nel contesto: A lui (a Dio Padre) la gloria nella Chiesa e in Cristo Ges per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen (Ef 3,21). Nella Chiesa e in Cristo Ges: stupefacente la naturalezza con cui vengono messi, per cos dire, sullo stesso piano e sono presentati come un'unica ragione di gloria. Oseremmo dire che non si potevacon pi chiarezza e col minor numero di parolealludere all'inclusione dell'ecclesiocentrismo nel cristocentrismo; che il senso eminente e ultimo di tutto il nostro discorso3.

La fallibilit dei membri della Chiesa Se la Chiesa cos santa, dobbiamo dire che i membri della Chiesa sono senza debolezze e senza peccati? Certamente no, tanto vero che nel Nuovo Testamento di rimproveri e di critiche ce n', si pu dire, per tutti. Ce n' per i cristiani di Tessalonica, che tendono all'ozio con la scusa dell'imminente venuta del Signore (cfr. 1 Ts 4,10-12; 2 Ts 3,612). Ce n' per i cristiani di Galazia, che si lasciano irretire dai fanatici della circoncisione (cfr. Gal 3,1-5). Ce n' per i cristiani di Corinto, che indulgono alle divisioni, sciupano con l'egoismo la cena del Signore, addirittura tollerano che ci sia tra loro chi vive in una relazione incestuosa (cfr. 1 Cor 3,1-4; 5,1-13; 11,17-22). Ce n' per un uomo virtuoso e pieno di Spirito Santo (cfr. At 11,24) come Barnaba; e ce n' per Pietro, il capo riconosciuto dei discepoli del Signore: ambedue vengono accusati di ipocrisia (cfr. Gal 2,11-14). un elenco che si potrebbe arricchire; ma bastano questi cenni a rassicurarci che dalla verit della Chiesa santa la parola di Dio non deduce affatto che i suoi membri, anche i pi illustri e responsabili, siano al riparo da ogni valutazione negativa.
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La straordinariet e la pregnanza di questa frase stata notata anche da K.L. Schmidt: Singolare il fatto che in Ef 3,21 Cristo e la Chiesa sono nominati insieme, quasi fossero entit equivalenti, Grande Lessico del Nuovo Testamento, IV, Brescia 1968, p. 1513).

La Sposa chiacchierata Alla ricerca di una composizione I due dati, ambedue indubitabili, devono essere armonizzati tra loro. Come fa a essere santo un organismo che si compone di uomini, tuttichi pi chi menocontrassegnati dalla colpa? C' chi pensa di sciogliere la questione facendo osservare che, mentre i peccati sono nei membri, la santit nei mezzi di grazia di cui la Chiesa dispone. La Chiesa santa e santificante, perch santa e santificante la dottrina che custodisce, perch santi e santificanti sono i sacramenti che le sono affidati, perch sante e santificanti sono le istituzioni che la reggono e la compaginano, perch sante e santificanti sono le mete che essa addita alla volont e all'agire dell'uomo. II.che indubbiamente vero, ma non risolve adeguatamente il problema. La Chiesanel suo concetto pi elementare un popolo di persone: la santit deve trovarsi anche in coloro che in essa sono raccolti. Ora l'esistenza nella Chiesa di membri contaminati porta a due casi possibili: o i peccatori non hanno una vera appartenenza sostanziale (ma piuttosto un'appartenenza giuridica o sociologica); o, se restano nella Chiesa, la Chiesa oltre che santa dovrebbe essere detta anche peccatrice. Nel primo caso, si arriverebbe a sostenere che nella Chiesa abbiano diiitto di vera cittadinanza solo i perfetti, i puri, gli illuminati. Ma cos si ripeterebbe l'aberrazione antica degli gnostici o quella medievale dei catari. In fondo, chi si scandalizza per le azioni riprovevoli degli uomini di Chiesa e non tollera che ci possa avvenire, riproduce questa che tra le pi antievangeliche delle eresie. Nel secondo caso si dovrebbe parlare di Chiesa peccatrice; o quantomeno di Chiesa simultaneamente santa e peccatrice. E molti oggi, trascurando quanto ci dice la parola di Dio, si attestano su questa posizione. La Chiesa, intesa cos, non sarebbe una communio sanctorum, bens una communio peccatorum (come dice impavidamente il Kng4, che coerentemente dovrebbe auspicare una modifica in tal senso del Simbolo Apostolico). O piuttosto sarebbe una peccaminosit avvolta dalla grazia di Dio: la tradu4

Santa o peccatrice? zione nell'ecclesiologia della formula simul iustus et peccator che, per i singoli, stata proposta dai Riformatori; della quale per, almeno con questi contenuti, non c' traccia nella parola di Dio.

Casta meretrix Ai nostri giorni molti pensano di aver trovato la soluzione in un oxymoron (espressione antinomica): la Chiesa una casta meretrix. Ricordato dal von Balthasar, il detto si rapidamente diffuso; ed cos pittoresco e suggestivo che la pi parte di coloro che se ne avvalgono si dispensa da ogni approfondimento concettuale e da ogni chiarificazione. Poich, come dicono i Padri, casta meretrix, la Chiesa santa e peccatrice insieme. Come dicono i Padri: il ricorso all'argomento ex auctoritate supplisce ogni dimostrazione. C' venuta l'idea di andare a vedere chi siano questi Padri. E abbiamo trovato chesalvo meliori iudicionessuno usa mai questa espressione, se non sant'Ambrogio, nel quale essa si trova un'unica volta. soltanto sua, sicchper correttezza nei suoi confrontibisognerebbe non citarla con un significato diverso da quello che egli le conferisce. Ambrogio si avvale di questo oxymoron nella sua meditazione su Rahab, la prostituta di Gerico. Rahabche nel 'tipo' era una meretrice, ma nel 'mistero' la Chiesaindic nel suo sangue il segno futuro della salvezza universale in mezzo all'eccidio del mondo: essa non rifiuta l'unione con i numerosi fuggiaschi, tanto pi casta quanto pi strettamente congiunta al maggior numero di essi; lei che vergine immacolata, senza ruga, incontaminata nel pudore, amante pubblica, meretrice casta, vedova sterile, vergine feconda {In Lucam ni, 23 : Immaculata virgo, sine ruga, pudore integra, amore plebeia, casta meretrix, vidua sterilis, virgo fecunda). La Chiesaspiega poi Ambrogio meretrice casta, perch molti amanti la frequentano per le attrattive dell'amore ma senza la contaminazione della colpa. vedova sterile, perch in assenza del marito non sa generare (ma poi il marito giunto, e cos ella ha generato questo popolo e questa 'plebe'). vergine feconda, per-

H. Kiing, La Chiesa, Brescia 1969, pp. 369-381.

La Sposa chiacchierata che ha partorito questa moltitudine, come frutto del suo amore, non per per intervento di concupiscenza (Ib.). Ed amore plebeia (amante pubblica); vale a dire, non c' niente di aristocraticamente esclusivo nelle sue attenzioni, che sono rivolte a tutti senza distinzioni. Come si vede, casta meretrix, lungi dall'alludere a qualcosa di peccaminoso e di riprovevole, vuole indicarenon solo nell'aggettivo, ma anche nel sostantivola perfetta santit della Chiesa; santit che consiste tanto nell'adesione senza tentennamenti e senza incoerenze a Cristo suo sposo (casta) quanto nella volont di. raggiungere tutti per portare tutti a salvezza (meretrix)5.

Santa o peccatrice? del Vangelo, questo avviene solo per il momento in cui questa spande il suo profumo sui piedi di Ges... Si cade in una grande illusione... quando si invita la Chiesa come persona a riconoscere e a proclamare i suoi peccati. Si dimentica che la Chiesa come persona sposa di Cristo, che egli si acquistata col suo sangue; che l'ha purificata perch fosse davanti a lui tutta splendente, senza macchia n ruga n altro di simile, ma santa e immacolata; e che la casa di Dio, colonna e fondamento della verit. Le sue frontiere, precise e vere, circoscrivono solo ci che puro e buono nei suoi membri, giusti e peccatori, assumendo dentro di s tutto ci che santo, anche nei peccatori, e lasciando fuori di s tutto ci che impuro, anche nei giusti. Nel nostro proprio comportamento, nella nostra propria vita, nel nostro proprio cuore si affrontano la Chiesa e il mondo, il Cristo e Belial, la luce e le tenebre. La Chiesa divide dentro di noi il bene e il male: prende il bene e lascia il male. I suoi confini passano attraverso i nostri cuori6.

La soluzione Proprio di qui si arguisce che la Chiesa opera divina, attuazione nella storia dell'eterno progetto del Padre: dal fatto che un insieme di uomini peccatori costituisca un organismo senza peccato. Che radunando tante creature contaminate si dia vita a una realt contaminata, questa non difficile impresa: ci che riusciremmo a compiere noi, se la Chiesa fosse opera nostra. Riusciremmo perfino a costruire una Chiesa santa, aggregando uomini totalmente santi, supposto di trovarli in questa nostra terra polverosa. Ma che la Chiesa sia ex maculatis immaculata, questa davvero la meraviglia di Dio. Ma non c' contraddizione? No, risponde il cardinal Journet, che si rivela qui uno dei teologi pi acuti e pi credenti. E sar meglio che lasciamo a lui la parola. Tutte le contraddizioni sono eliminate, se si capisce che i membri della Chiesa peccano, ma in quanto tradiscono la Chiesa: la Chiesa non dunque senza peccatori, ma senza peccato. La Chiesa come persona prende la responsabilit della penitenza, non prende la responsabilit del peccato. Se assomiglia alla peccatrice
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Le critiche C' molta allergia nel pensiero teologico contemporaneo verso questa prospettiva. Ed curioso che sia motivata, pi che da argomentazioni desunte dalla Rivelazione, da ragioni di indole puramente filosofiche, o addirittura da preoccupazioni di politica ecclesiastica. Se tutti i suoi membri sono peccatorisi dice dove sta di casa questa Chiesa santa? Sta sospesa sopra le nostre teste a una distanza che le consente di non essere raggiunta dal polverone del mondo? confinata con le idee platoniche? O , questa dottrina della Chiesa santa, una sottile astuzia clericale, che disimpegna la Sposa di Cristo dal rispondere delle sue infedelt, senza impedirle, quando le convenga, di dichiararsi interessata ai nostri problemi e alle nostre contese? Come salvarsi dall'ironia e dal disprezzo degli altri, se ci presentiamo con questo tipo di fantasiose convinzioni?
Cfr. Ch. Journet, Thologie de l'Eglise, Paris 1958, pp. 235-246.

Cfr. G. Biffi, Casta meretrix. Saggio sull'ecclesiologia di sant'Ambrogio, Casale Monferrato 1996. Naturalmente non ci illudiamo che la pigrizia mentale possa consentire ai pi di rettificare l'abbaglio e di persuadersi che meretrix attribuito alla Chiesa in Ambrogio espressione non della colpa, ma della sua ansia di evangelizzare e di salvare.

La Sposa chiacchierata Si diffida, come si vede, di questa soluzione perch la si ritiene frutto di un'ecclesiologia astratta, utopistica e magari sentimentale, o addirittura furbesca. Soprattutto perch appare basata su un platonismo che improponibile alla cultura contemporanea. Mi viene per il sospetto che si ritenga platonico la stessa contemplazione della resdella realt voluta e attuata dal Creatoreche , al contrario, l'oggetto proprio dell'atto di fede e quindi anche della sacra doctrina. Ed , tra l'altro, singolare che questa dottrina sia invece esplicitamente e totalmente condivisa da un filosofo come Maritain, al cui pensiero l'accusa di platonismo pare convenire davvero poco7.

Santa o peccatrice? Non in s, o figlie; non in sripetoo figlie, ma in noi la Chiesa ferita {De virginitate 48). Tutta la Chiesa prende su di s il carico del peccatore, e alla sua sofferenza doverosamente partecipa col pianto, con la preghiera, col dolore [De paenitentia I, 81). Se disperi di ottenere il perdono per dei gravi peccati..., serviti della Chiesa, affinch essa preghi per te; guardando a lei, il Signore accorda quel perdono che a te potrebbe rifiutare (In Lucam V, 11). Appare sterile la Chiesa in questo mondo, perch non genera cose mondane n presenti, ma future; cio, non quelle visibili, ma quelle invisibili (De Abraham II, 72). La Chiesa... giustamente prende la figura della peccatrice, perch anche Cristo assunse l'aspetto del peccatore (In Lucam Vi, 21).

Omogeneit col disegno di Dio Se una Chiesa santa e santificante vista come un'astrazione, allora si dovrebbe ritenere una pura metafora anche l'effusione dello Spirito Santo e il suo lavoro nei cuori, la grazia santificante e la stessa arcana immanenza nella nostra vicenda del Cristo crocifisso e glorioso che resta con noi sino alla fine dei secoli. Ges, capo dell'umanit rinnovata che a lui si incorpora e trova in lui il principio sempre attivo della redenzione e della compaginazione dell'universo, non abita in un improbabile iperuranio: sta alla destra del Padre ed sempre in atto di effondere lo Spirito che d identit e concretezza alla sua Chiesa, alla quale resta saldamente congiunto. E il Christus totusche nasce da questa Pentecoste perennenon l'ipotesi di una metafisica fuori moda: la sola oggettivit che davvero meriti la nostra attenzione di esploratori del piano divino di salvezza. Il parere degli uomini di Dio Pi che il parere di una teologia un po' desolata, vai meglio quello degli uomini di Dio; i qualise sono veramente talihanno gli occhi giusti per percepire la bellezza della Sposa: una bellezza esotica, perch non corrisponde ai canoni dell'estetica terrena; ma una bellezza autentica, che piace al Re (cfr. Sai 45,12) e a quelli che condividono i gusti del Re. Valga per tutti l'insegnamento del Beato Josemaria Escriv. Se amiamo la Chiesa, non sorger mai dentro di noi l'interesse morboso di presentare come colpe della Madre le miserie di alcuni suoi figli. La Chiesa, Sposa di Cristo, non ha motivo di intonare alcun mea culpa. Noi invece s: questo il vero 'meaculpismo', quello personale, e non quello che infierisce contro la Chiesa, indicando ed esagerando i difetti umani che, in questa Madre santa, derivano dalle azioni che vi compiono gli uomini, fin dove gli uomini possono arrivare, ma che non giungeranno mai a distruggereanzi neppure a toccarequella che la santit originaria e costitutiva della Chiesa... Nostra Madre santa, perch nata pura e continuer a essere senza macchia per l'eternit. Se qualche volta non riusciamo a intravedere la bellezza del suo volto, siamo noi a doverci pulire gli occhi; se notiamo che la sua voce non ci aggrada, curiamo la durezza delle nostre orecchie che ci impedisce di cogliere, nel loro tono, i richia-

Accordo con sant'Ambrogio La riflessione del cardinal Journet omogenea anche col pensiero di sant'Ambrogio, autore e responsabile dell'attribuzione alla Chiesa di casta meretrix. Ci accontentiamo di riferire qui alcune sue frasi.
Cfr. J. Maritain, De l'Eglise du Christ, Paris 1970, p p . 19-31.

La Sposa chiacchierata

Santa o peccatrice?

mi del Pastore amoroso. La nostra Madre santa, della santit di Cristo, a cui unita nel corpoche siamo tutti noie nello spirito che lo Spirito Santo, che dimora nel cuore di ognuno di noi se ci conserviamo nella grazia di Dio8.

ne dei non credenti di mettere sotto accusa la Chiesa per le prevaricazioni disseminate lungo la sua storia un implicito e divertente atto di fede: la fede nel fatto che la Sposa di Cristoe lei solaresta presente e attiva in tutte le epoche con la sua identit inalterata. una permanenza assolutamente singolare, che non viene riconosciuta a nessun altro organismo10.

Le colpe ecclesiastiche del passato giusto e opportuno allora che abbiamo a chiedere perdono degli errori degli uomini di Chiesa dei secoli andati? Si pu anche rispondere di s, una volta che rimanga sempre ben chiaro che la Chiesa come tale senza peccato. Ma in ogni caso sarebbe un pentimento analogico, perch, come ci ha insegnato la parola di Dio fin dai tempi di Ezechiele, la responsabilit in senso proprio solo della singola persona (cfr Ez 18,1-32). giusto e pu essere anche opportuno, se gli errori sono storicamente provati con indagini oggettive e soprattutto senza valutazioni anacronistiche (cosa che non sempre avviene). Pu senza dubbio servire a renderci meno antipatici e a migliorare i nostri rapporti con i rappresentanti della cultura cos detta laica; i quali si compiaceranno della nostra larghezza di spirito, pur non ricavandone di solito nessun incoraggiamento ad avanzare sulla strada della fede. Bisogna per fare attenzione a non scandalizzare inutilmente i piccoli, che, non sapendo fare molte distinzioni teologiche, da queste autoaccuse vedrebbero turbata la serenit della loro adesione ecclesiale9. I misfatti adspoti Senza dire che, dei veri, enormi delitti storici contro il genere umano, pare che non sia di buon gusto ricercare oggi la paternit. Per esempio: a chi l'umanit mander il conto per gli innumerevoli ghigliottinati francesi del 1793, uccisi senza altra colpa che la loro appartenenza sociale? A chi l'umanit mander il conto delle decine di milioni di contadini russi trucidati dai bolscevichi? Ma, allora, per i peccati della storiaper tutti i peccati della storia non sarebbe pi saggio aspettare il giudizio universale11?

Un implicito atto di fede Non bisogna invece mai esimersi dal far notare che la propensioJ. Escriv, La Chiesa nostra madre, Milano 1976, pp. 47-48. Sar forse meglio andare un po' cauti nel giudicare troppo severamente gli uomini di Chiesa del passato: in fin dei conti, con tutti i loro errori e i loro peccati hanno saputo far arrivare il cristianesimo fino a noi. Umanamente parlando, non possiamo ancora dire se noi, con tutte le nostre bravure, riusciremo nella stessa impresa in rapporto all'umanit futura.
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Per indulgere a un paradosso, nessuno chiede conto, ad esempio, dei guai combinati da Ludovico il Moro al sindaco di Milano o al presidente della Regione Lombardia. 11 In sintesi, ribadiamo la persuasione centrale di questo capitolo: l'impossibilit ad attribuire alla Chiesa come tale alcunch di peccaminoso conseguenza della sua intrinseca e totale relazione con l'innocente Figlio di Dio. Nessuno per ci faccia il torto di credere che questo convincimento derivi in noi da una incauta confusione tra Cristo e la sua Sposa e dalla incapacit di distinguere l'uno dall'altra. L'immacolatezza della Chiesa nasce non da una insostenibile, integrale identificazione tra il Signore Ges e la nazione santa, ma dal fatto che la ecclesialit si risolve tutta nel rapporto purificante e trasfigurante delle creature con il loro Redentore; mentre la colpabilit, in questo ordine di provvidenza, ontologicamente consiste proprio nella estraneit a questo rapporto. Perci la Chiesa si rammarica di tutto il male del mondo e soprattutto di quello che, poco o tanto, contamina i suoi figli; e anzi vive in quell'atteggiamento costante di conversione e di anelito alla purificazione che in lei infuso e alimentato dallo Spirito che le viene dal cuore piagato di Cristo. Sicch ci sentiamo in perfetta sintonia con quanto ammirevolmente detto dal Concilio Vaticano II: Mentre Cristo, 'santo, innocente, immacolato', non conobbe il peccato, ma venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa, che comprende nel suo seno i peccatori, santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento (Lumen gentium 8).

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