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Francesco Lamendola

Unape carpentiera dellisola di Celebes dischiude unaltra idea sulle variazioni morfologiche animali
Lentomologo olandese Van der Vecht, nel 1953, rese pubblici i risultati dei suoi lunghi e pazienti studi sulle popolazioni di due specie delle cosiddette api carpentiere, nellisola di Celebes ed in quelle adiacenti: la Xylocopa diversipes e la Xilocopa nobilis. Precisiamo che le api carpentiere sono imenotteri che scavano il legno per realizzare delle cavit con funzione di nido e che pertanto, come le formiche carpentiere, masticano il legno, senza per consumarlo. Pi precisamente, Vecht concentr la sua attenzione sulle differenze morfologiche esistenti fra le tre sottospecie della prima e fra le sei sottospecie della seconda, passando al setaccio, per cos dire, in tuta la sua lunghezza ed estensione, la grande isola indonesiana e prendendo nota della distribuzione geografica di ciascuna di esse, ossia di ogni singolo areale. Lisola di Celebes (nome ufficiale indonesiano: Sulawesi) ha una superficie di 189.276 kmq., vale a dire pi di met di quella dellItalia. Ad Ovest, lo Stretto di Makassar la separa dal Borneo; a Nord, il Mar di Celebes la separa dallArcipelago delle Sulu e da Mindanao; ad Est, il Mar delle Molucche e il Mar di Banda la separano dalle Molucche; a Sud, infine, il Mar di Flores la separa dalle Piccole Isole della Sonda (Bali, Sumbawa, Sumba, Flores e Timor). Si tratta, quindi, di una terra discretamente isolata e tuttavia collegata alle terre circostanti da una notevole sequenza di ponti insulari, gettati con dovizia in ogni direzione, s che in nessun punto le sue coste sono cos remote da impedire la migrazione di piante ed animali, comprese le farfalle, gli imenotteri e i coleotteri studiati da Vecht. Pi significativo appare invece, per certi aspetti, lisolamento interno, dal momento che lisola interamente montuosa, essendo attraversata lungo tutta la sua estensione da una catena che si diparte dal nodo orografico centrale, che culmina nel Bulu Rantemario a 3.478 metri sul livello del mare. La forma di questa strana terra equatoriale, che ricorda un grosso ragno dalle lunghissime zampe divaricate, e la sua natura aspra e selvaggia, spiegano il notevole interesse della sua ricca flora e fauna: le sue quattro lunghe penisole, particolarmente quella nord-orientale, si dipartono dalle montagne centrali in maniera tale che le comunicazioni dalluna allaltra sono, via terra, estremamente difficili; in compenso, i golfi da esse formati (Golfo di Tomini a Nord-est, Golfo di Tolo a Est e Golfo di Bone a Sud) incidono cos profondamente lisola, che nessun punto di essa dista pi di novanta km. dal mare. Se a ci si aggiunge il clima tropicale, con le sue piogge abbondantissime che alimentano una vegetazione lussureggiante, si comprende facilmente come, nelle remote foreste di Celebes, molte specie viventi di estremo interesse siano state scoperte e molte altre, senza dubbio, attendono ancora di essere riconosciute dalla scienza. Basti dire che, nel 1912, venne ucciso un pitone dalla lunghezza straordinaria di quassi dieci metri: per la precisione, risult misurare 9,98 centimetri. Del resto, appena un centinaio di chilometri separano le spiagge meridionali dallisola di Komodo, famosa per ospitare gli ultimi dinosauri viventi: i grandi varani, lunghi fino a tre metri e mezzo, anchessi scoperti dagli Olandesi nel 1912. Si tenga anche presente che le notevoli altezze dei monti creano contrasti climatici e vegetazionali molto forti: al di sopra dei 3.000 metri, infatti, la foresta primigenia, ricchissima di orchidee e altri fiori equatoriali, cede il posto ad una bassa vegetazione di tipo sub-alpino ed alpino, caratterizzata

da piccole foglie dure e resistenti non solo alle base temperature notturne, ma anche ai venti impetuosi che flagellano le sommit. Ma torniamo alle api carpentiere del genere Xylocopa. Due specie e nove sottospecie, abbiamo detto, popolano lisola di Celebes, ciascuna delle quali stabilita in un ben definito areale. Ma, prima di continuare, sar bene precisare che cosa si intende per areale. Non si tratta di unarea di distribuzione statica e fissa, ma, al contrario, di una entit dinamica, in continua evoluzione: come lo tutto, del resto, nel campo della biogeografia. Per non appesantire troppo il lettore, rimandiamo a quanto scrivemmo nellarticolo La linea Wallace e la linea Weber custodi di un enigma affascinante della biogeografia, pubblicato sul sito di Arianna Editrice in data 08/01/2009. Ad ogni modo, le persone tendono a pensare il contrario, perch la parola geografia suggerisce qualcosa di saldamente stabilito (cosa non vera, dato che non solo le montagne, ma gli stessi continenti sono soggetti a continui movimenti e mutamenti fisici); ma dimenticano che la biologia, in quanto scienza dei viventi, la scienza del mutamento per eccellenza; e la stessa cosa vale per il concetto di areale. Tanto per cominciare, ciascuna specie o sottospecie possiede almeno due areali distinti: quello primario, in cui, storicamente, si insediata, e quello secondario, raggiunto in epoca posteriore, magari anche grazie al contributo delluomo (cosa particolarmente frequente nel caso di un insetto dalla forte rilevanza economica, come lape, per la produzione del miele). In secondo luogo, un areale pu essere continuo o discontinuo; e quando, nel secondo caso, si tratta di una forte discontinuit territoriale, si parla di areale frammentato. In terzo luogo, un areale pu essersi talmente contratto in epoca storica, rispetto allestensione originaria, da far parlare di areale relitto (si pensi allenorme contrazione dellareale dellelefante africano, ormai scomparso a nord del Sahara, o del leone asiatico, che dallintera sezione occidentale del continente oggi ridotto alla sola foresta di Gir, in India). Da ultimo, nellemisfero australe si parla di areale gondwaniano per segnalare la presenza di alcuni taxa, come il faggio australe o Nothofagus, diffuso esclusivamente nella parte Sud dellAmerica Meridionale, nella parte Sud dellAustralia, in Tasmania e nella Nuova Zelanda; e ci a motivo dellantica unione di queste terre (pi lAntartide, lAfrica del Sud, il Madagascar, lIndia peninsulare e lArcipelago indo-malese) fra di loro e, per converso, della loro lunga separazione da quelle dellemisfero boreale. Tornando alla fauna di Celebes, tre sono i fattori che ne hanno determinato la situazione attuale: la deriva dei continenti (poich anchessa faceva parte del supercontinente Gondwana); limmigrazione delle specie sfruttando i ponti insulari circumvicini; e i molti millenni di totale isolamento, specie nei distretti montuosi pi impervi e di pi difficile accesso. Questi fattori hanno determinato le caratteristiche della distribuzione delle specie superiori, ma anche di quelle inferiori, come gli insetti. Per quanto riguarda le api carpentiere di Celebes, le differenze morfologiche osservate da Vecht fra le diverse sottospecie riguardano la colorazione delle tre parti in cui il corpo di questi imenotteri come, del resto, di ogni altro insetto - suddiviso: capo, tronco e addome. I colori sono quattro: giallo, ferrigno, bruno e nero; e la loro disposizione varia da un tipo allaltro. Per quanto riguarda la Xylocopa diversipes, il capo nero; nella prima sottospecie il tronco bruno, nella seconda bruno e in parte nero, nella terza bruno e in parte giallo; nella prima sottospecie laddome giallo nella sezione superiore, nero nella seconda e nella terza e ferrigno nelle ultime due; nella seconda sottospecie, nere sono le prime tre sezioni delladdome e parte della quarta, ferrigno il rimanente; nella terza sottospecie, la prima sezione gialla, nere la seconda e la terza, ferrigno il resto. La prima sottospecie presente nella penisola nord-orientale (Gorontalo, Tondano); la seconda, nella sezione centrale dellisola (Lago Poso, Palopo, Bungku); la terza, nella penisola sudoccidentale (Makassar). Ciascuna di esse, quindi, possiede il proprio areale ben definito e non si trova mescolata alle altre due, nelle restanti parti dellisola. 2

Pi complessa, ovviamente, la diversificazione relativa alla Xylocopa nobilis, di cui esistono sei sottospecie. Tutte hanno la testa nera; il tronco nero in tre di esse, nero e giallo in altre due e tutto bruno nella sesta; laddome giallo nella prima sezione di ciascuna, mentre le altre sezioni sono nere in una sottospecie; nere e ferrigne in altre quattro, ma in proporzioni diverse e infine nere, ma con il bordo giallo, nellultima. Circa la distribuzione geografica, anche qui si osserva una netta distinzione dei rispettivi areali. Una sottospecie si trova solo allestremit della penisola nord-orientale; unaltra, solo nelle isole di Tahulandang; la terza (quella con lareale pi esteso), sul lato occidentale dellisola, da Palu a Makassar; la quarta, nella zona di Bungku, sulla costa opposta; la quinta sulle isola Sula e Sanana; e la sesta nelle isole Binongko (allestremo Sud-Est). Proviamo adesso a trarre qualche conclusione dalla variazione geografica del colore in queste due specie di api carpentiere. La parola variazione contiene una certo grado di ambiguit, perch suggerisce lidea, cara ai biologi evoluzionisti, che la differenziazione proceda sempre da una specie genitrice ad altre specie derivate; in tal senso, la si pu intendere come una caratteristica della microevoluzione animale (e vegetale), vale a dire di una singola tappa o un singolo aspetto della pi grande evoluzione, quella che produce nuovi generi e nuove specie. Ma, allora, si rischia di dare per scontato proprio quello che, invece, ancora da dimostrare: e cio che levoluzione, dopo tutto, sia un fatto e non una semplice teoria. Perfino lornitologo Ernst Mayr - tedesco, ma naturalizzato statunitense -, considerato il massimo studioso vivente di microevoluzione sino a pochi anni fa ( deceduto nel febbraio 2005, pi che centenario), dopo aver dedicato gran parte della sua vita allo studio dei meccanismi che presiedono alla speciazione, ossia alla differenziazione di due specie da una specie genitrice, giunto alla conclusione che il darwinismo non offre una spiegazione soddisfacente del fenomeno e ha mostrato, egli stesso, la scarsa rilevanza della mutazione genetica nelle mutazioni degli animali. Ci lo ha spinto a formulare una nuova definizione di specie, quale gruppo di popolazioni naturali che si incrociano in condizioni di isolamento dagli altri gruppi, dai quali si differenziano non morfologicamente, ma, appunto, geograficamente e riproduttivamente. In altre parole, le caratteristiche geografiche degli areali e, in particolare, il pi o meno accentuato isolamento svolgerebbero il ruolo determinante nel processo di speciazione e non gi, come sosteneva Darwin, la selezione naturale. Le api carpentiere di Celebes contro i fringuelli delle Galapagos, dunque? Fin da studenti, noi tutti siamo stati bombardati, in dosi pi o meno massicce, dalla storia dei fringuelli di Darwin, assurta al rango di esempio paradigmatico della teoria evoluzionista. Tutti i fringuelli delle Galapagos, secondo Darwin - che li studi personalmente durante il viaggio della Beagle - sarebbero derivati da un unico ceppo ancestrale, al limite anche da una sola coppia o addirittura da una sola femmina fecondata (Curtis-Barnes); anche se il continente americano si trova, in linea daria, a quasi 1.000 km. di distanza. Le tredici specie di fringuelli oggi esistenti (pi una quattordicesima che vive altri 1.000 km. pi a nord, sullisola Cocos) deriverebbero da questo gruppo ancestrale, da questa coppia o da questa unica femmina originaria. A parte il fatto che Darwin, allepoca in cui visit le Galapagos, non aveva ancora affatto ideato la teoria dellevoluzione, e quindi del tutti falso presentare il caso dei fringuelli come lelemento che fece scaturire nella sua mente tale concezione, resta il fatto che lunico argomento dimostrativo circa levoluzione degli esseri viventi, a detta di tutti i biologi, quello offerto dalle testimonianze fossili, vale a dire relative a lunghissimi peridi di tempo. E le testimonianze fossili non confermano affatto i lenti e graduali cambiamenti prospettati da Darwin (cambiamenti filetici), ma delle brusche scissioni e ramificazioni (cladogenesi). Questa anche lopinione di Ernst Mayr, che, pur essendo un evoluzionista, dava pi peso al ruolo svolto nellevoluzione dalla cladogenesi che dal cambiamento filetico. Per lui, la formazione di nuove specie per scissione di piccole popolazioni da un ceppo originale - leffetto del fondatore - responsabile di tutti i principali cambiamenti evolutivi.

Ma chiaro che si potrebbe anche impostare lintera questione in maniera completamente diversa, ad esempio vedendo la causa principale delle variazioni morfologiche nella frammentazione di un determinato areale, che favorirebbe lo sviluppo di certe caratteristiche rispetto agli individui di uno stesso taxa viventi nelle aree adiacenti, ma in uno stato di isolamento reciproco. Insomma, la geografia potrebbe pesare pi di quanto si creda, non nella diversificazione di un gruppo originario in svariate sottospecie, ma ab initio, in presenza di differenti fattori ambientali di luce, calore, umidit, eccetera. Le api carpentiere di Celebes potrebbero essere sempre state suddivise in due specie e in nove sottospecie diverse: piaccia o non piaccia agli evoluzionisti. E la geografia singolarmente aspra e tormentata dellisola asiatica potrebbe esserne la causa, fin dal principio.

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