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Disegnando Jazz un lungo racconto, questo offerto dalla mostra antologica dedicata a Franco Tassi.

. Una retrospettiva narrante, scandita da opere simbolo che esprimono le emozioni dellartista durante larco della sua vita. Nonostante il ristretto numero di opere esposte, scelta obbligata dal luogo, lesposizione racchiude esempi significativi della vasta produzione di Tassi, includendo disegni, oli e rari esemplari di scultura. Linserimento di citazioni tratte dai suoi appunti, cos come la colonna sonora che accompagna lesposizione, ne traducono il senso profondo del fare arte,esperienza necessaria e fondante dello spirito artistico dellautore. Franco Tassi artista autodidatta e come tale procede per verifiche; scavalca le tracce della comunicazione verbale e sperimenta; traspone pensieri in colori, emozioni in energia materica nel tentativo di rappresentare la sua personale condizione del figurabile. Lartista inventa un nuovo linguaggio, costruito sulla dinamica tensione dellattesa. Si crea cos un legame che prescinde dallindifferenza, che impone allo sguardo del mondo di distrarsi e uscire dalla condizione inerte. Il Tassi artista non prescinde dalla realt, ma opera un varco a differenti interpretazioni: larte crea dunque un movimento, una rappresentazione, e lopera, la figura, il risultato della dialettica creativa e visionaria che permette allartista di diventarne il tramite. Lartista-strumento effettua unoperazione di unicit, dove il non ripetibile della figura tale, come il movimento che porta alla sua definizione. Latto iniziale e quello finale, nel dipingere un quadro, sono per Franco separati da un unico slancio creativo e pulsionale: non interrompe mai il lavoro, e mai ritorna su una tela finita. Tassi esprime il suo universo tramite un processo di associazioni pi facilmente leggibili ed ingenue nelle prime opere degli anni sessanta, e una pi consapevole sperimentazione delluso del colore poi, come un linguaggio arricchito dal suo utilizzo nel tempo. Il colore per Franco Tassi centralit, essenza, vibrazione. fonte narrante a cui lartista si concede, espressione ed esperienza insieme. Il colore e la sua corposit, acquistano consapevole protagonismo; lartista ne predilige inizialmente una stesura a pennello, poi lutilizzo della spatola lo conduce alla sperimentazione della materia, alla gestualit istintiva. Questultima tecnica, penso allolio Bottiglie, uno dei pi belli a mio parere, o al Bacio, ma anche alla tela senza titolo scelta per la copertina di questo catalogo, riduce la distanza dal supporto, sottrae riflessione e induce allimmediatezza. La bidimensionalit dellopera si arricchisce di concrezioni materiche policrome, in cui segno e colore si confondono. Con la maturit artistica Franco Tassi abbandona la forma e ne rappresenta lidea. Artista tormentato e di fragile sensibilit, raramente appagato dalla sua opera, consuma la sua passione nel tentato raggiungimento di una serenit illusoria.

Con la spatola sparge il colore puro, apposto direttamente sulla tela, e lavora, spande, graffia: sono gesti simbolo della sua inquietudine, del suo patimento: cerca nella figurazione del pensiero risposte che rimangono celate, e scava, nei colori investiti di valenza magica, nel disperato tentativo di trovarne alcune. La distanza che separa lartista dalla sua opera dunque incolmabile, arcana. Egli crede di possederla, ma non conosce le motivazioni che lo hanno portato ad essa: il prodotto di fattori oggettivi, accertabili e di altri astratti, imponderabili. Ma proprio il non sapere, che mette in condizione la sua tecnica di non opporre resistenza e di accogliere naturalmente il processo che porta al suo esito finale. Lopera non lartista: lo spostamento su di un altro livello, in cui la memoria del percorso si perde. Nel dipinto a smalto su tavola senza titolo del 1977, di grandi dimensioni, linquietudine della nonappartenenza, induce lartista ad investire il soggetto, la figura, di volont propria, e gli sembra, come lui stesso ha commentato, che voglia uscire dal supporto, ribellarsi alla condizione di mera rappresentazione. La serie dei ritratti offre un percorso a se: i quasi monocromi, Malinconia o il ritratto senza titolo del 2004, accennano volti statici, inermi, imprigionati dal tenue tratto che li disegna. Volti dagli occhi chiusi, privati dalla possibilit di guardare il mondo e di lasciarsi indagare, sono icone silenti, ieratiche. I volti dalle fattezze primitive, deformate, espressionistiche in un contesto di superfici pittoriche semplificate, tormentate presenze, sono i soggetti che popolano i ritratti ad olio, graffiati dalluso della spatola. In essi concentrata la forza di quel moto interiore che altrimenti resterebbe precluso allo sguardo dellaltro; il malessere dellanima, il consapevole mistero dellessere umano. La figura femminile indagata e rappresentata nei diversi periodi artistici di Tassi; forse il soggetto in cui si concentra maggior parte della sperimentazione: nel quadro ad olio Pose, lavorato con una tecnica di spugnatura, campeggiano corpi femminili ridotti a sagome amovibili tracciate pi dal vuoto, dalla mancanza di sfondo, che propriamente dallessere disegnate per comparire. Il bipolarismo che si legge in questopera racchiuso nella tradizionale cesura tra figurazione e astrazione, tra linguaggio iconico e levocazione di masse volumetriche assolutamente libere. Negli oli Pensiero, del 2007, o in Ritratto del 2008, gioca sulla scomposizione della figura, sulla compenetrazione dei piani e dei livelli, espressi per campiture cromatiche irregolari, seppur definite. La rigidit delle sagome geometriche si contrappone alla morbidezza dei colori caldi, declinati per toni. La prima opera che apre la mostra del 1965; un disegno che raffigura uno scorcio del borgo di Palombara Sabina, luogo in cui lartista trascorre lintera vita. Di esecuzione infantile ed incerta, merita tuttavia di essere esposta e menzionata perch esemplificatrice della natura artistica di Tassi, del suo bisogno primario di comunicare per immagini. La didascalia del quadro cita tecnica mista su tela ma non dice che lautore poco pi che bambino, quando la esegue ha sedici anni, colto dalla necessit di rappresentare ci che sta osservando, privo di tela e colori, utilizza del lucido da scarpe e del dentifricio su di un vecchio lenzuolo. La precoce scomparsa dellamico artista interrompe un percorso creativo che molto ancora ci avrebbe regalato; penso al suo approccio alla scultura, da cui derivano i pochi esemplari presenti in mostra: costituiti da scarti di elementi in ferro recuperati, saldati a caldo, completano il lavoro di anni sul tema della citt. Interessante la scelta di non intervenire sul piano cromatico. Appagato dalle tre dimensioni, Tassi si confronta con la materia inerte conferendole energia e dinamismo; recupera la memoria del percorso creativo rinnovando la capacit di sperimentare.

Lartista investe lopera di valenze simboliche che traducono ed esprimono il suo linguaggio poetico interiore. Improvvisa partendo dallidea, e ne segue il divenire. Allo stesso modo, limprovvisazione, nella musica moderna, ed in particolare nel jazz, la procedura con la quale il musicista, il solista, sviluppa la sua parte dal materiale melodico, armonico e ritmico, contenuto nella partitura. La non conoscenza rappresenta per lartista, il luogo dellappuntamento in cui convergono i frammenti dellimmaginario, cos come il non scritto del linguaggio jazzistico per il musicista, lo spartito in cui si compongono le vibrazioni malinconiche date dalluso delle blue note. La centralit della musica nellesperienza artistica di Franco, motiva lintroduzione della colonna sonora nella mostra. Le note di Charlie Parker in particolare, suonano per lui mentre dipinge, condividendone il percorso. Non un caso che lultima tela, dipinta nel 2010, raffiguri proprio uno strumento musicale. A noi che restiamo, il piacere di ammirare le sue opere, in un dialogo in cui le immagini e le note si sostituiscono alle parole.

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