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Giove d 02 m aggio 2013

Le due filiazioni di Cristo


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LOGIN Username: Password: 1. Sulla distinzione ottava mi domando se in Cristo vi siano due filiazioni reali. 2. Sembra di no: Perch la filiazione comporta un figlio: se due filiazioni, due figli. Ma Cristo non due figli. Quindi non vi furono due filiazioni reali. 3. Inoltre, secondo ANSELMO, De incarnazione Verbi, cap. 8 e Cur Deus homo?, cap. 9; e anche in AGOSTINO, De ecclesiasticis dogmatibus, cap. 2, ad incarnarsi stato il Figlio, non unaltra Persona, perch non si aves se confusione nelle propriet. Perci ora non c confusione, come si avrebbe se ad incarnarsi fosse stato il Padre. Ora il Figlio non ha altra filiazione se non eterna, altrimenti non si avrebbe minore confusione nelle propriet per lIncarnazione del Figlio che per quella del Padre, in quanto non si avreb be ununica filiazione. 4. Non c filiazione reale verso la madre se non vi stata una reale relazione. Questa relazione non c stata nella morte, la quale sciolse tale relazione, e quindi non vi fu tale filiazione; o lebbe con la resurrezione, ma questo sembra improbabile perch la resurrezione non fu una presa dellessere come fu la generazione. Perci non sull essere preso con la resurrezione si fonda la relazione che si fonda sullessere preso con la generazione. Ovvero non lebbe neppure allora, per cui non sarebbe ora Figlio pi che dopo la morte. 5. Non bisogna affermare una reale relazione di Cristo con la Madre se non ammettendo chegli fu vero figlio suo; ma questo si pu dire solo se non si pone una reale relazione tra lui e lei. Come Dio realmente padrone della creatura e tuttavia la relazione di dominio non in lui relazione reale, cos la relazione del Creatore non relaz ione reale in lui, pur essendo veramente creatore reale della creatura. 6. Dio ha prodotto la creatura come artefice, cio con la relazione di ragione, giacch la sua scienza arte che crea in s le idee con atto di ragione. Affermare dunque che egli artefice e capace di creare indica che in lui c solo una relazione
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di ragione. A maggior ragione che il Cristo sia figlio di Maria significa che in lui c solo una relazione di ragione. Sembra infatti che sia pi necessaria quella relazione che si presuppone ad ogni cosa e che sia reale, che non quella che segue allesistenza della cosa. 7. Se la relazione con la madre fosse reale, egli dovrebbe essere uguale alla madre secondo la natura umana. Ma questo falso. Dunque falsa anche la premessa. Che la conseguenza sia falsa si prova manifestamente dal fatto che leguaglianza si fonda sopra lunit dellunione. Ora qui non c una reale unit di unione con la madre. Lo si constata osservando le unioni reali. Dunque. 8. Al contrario: Se il Padre si fosse incarnato, sarebbe stato figlio ma non per filiazione eterna bens temporale. La propriet eterna di Figlio altrettanto astratta da qualsiasi riferimento alla creatura quale suo termine, come la propriet del Padre, Perci il Figlio per il modo della filiazione eterna non ha niente a che fare con la Madre da doversi dire figlio per questo. Dunque per unaltra ragione. 9. Inoltre il FILOSOFO nel V Metafisica, cap. Ad aliquid, ritiene cosa incongrua che la stessa cosa venga detta due volte. Ora se c una cosa incongrua al massimo che questo si dica dun medesimo fondamento e soggetto e duna medesima relazione. Perci Cristo non si pu dire chebbe lo stesso modo di relazione al Padre e alla Madre. [I. Sulla Questione A. Opinioni di altri] 10. C chi dice che in Cristo non vi furono due filiazioni reali. E questo per due ragioni. [1. prima ragione ed il suo rifiuto] 11. Una perch la filiazione spetta al soggetto non alla natura. La natura infatti non si dice in alcun modo figlia. Ora qui c un solo soggetto, quindi una sola filiazione. 12. Contro questo argomento: Se la filiazione spetta solo alla persona cos da non poter venir moltiplicata, pur potendo venir moltiplicato il fondamento, si deve di re che la relazione le spetta o asso lutamente, o in forza dellorigine della stessa relazione. Non nel primo modo, perch allora se Cristo fosse stato bianco non sarebbe stato realmente simile a un altro ind ividuo bianco, come non sarebbe stato realmente simile a un altro che avesse la stessa quantit comegli ebbe. Nei soggetti creati le relazioni non si possono moltiplicare in base alla natura. Quanto al secondo modo ancora falso, perch non vi maggior ripugnanza nellaffermare la pluralit della relazione di origine nel soggetto che lo stesso atto dori gine che precede tale relazione, che la ragione prossima su cui si fonda. Ora del soggetto si possono dare pi origini, come attesta il DAMASCENO, cap. 35: Veneriamo due generazioni in Cristo. 13. Leterno Padre, anche se una persona sola, ha due relazioni dorigine rispetto al Figlio e allo Spirito Santo, e ci in base allidentico soggetto personale e allidentico fondamento, dato che le due relazioni di produzione attiva si fondano sullessenza. A maggior ragione due fondamenti diversi possono fondare due relazioni dorigine passiva. 14. Secondo il Damasceno, c. 53, Cristo ebbe due generi doperazioni. Ora la relazione non riguarda il soggetto pi che loperazione, infatti proprio del soggetto loperare (7 Metafisica). Dunque...ecc. Da questo che si dice delloperazione si pu ricavare per il nostro tema che, come il Cristo compiva naturalmente alcune azioni proprie della natura umana, come il mangiare e il bere, cos se avesse generato due figli avrebbe realmente avuto due paternit nei loro riguardi per le due generazioni attive. Quindi per le due generazioni passive, ebbe due filiazioni. 15. Ugualmente, ci che compete al Cristo in forza della sua persona eterna, non si deve dire di lui in quanto uomo. Come infatti falso dire: Cristo in quanto uomo persona eterna, cos anche laltra: Cristo in quanto uomo Figlio se si intende dire
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con il solo riferimento alla sua persona eterna. [2. Seconda ragione e sua confutazione] 16. La seconda ragione si pu considerare come una conseguenza: due qualit della stessa specie non possono trovarsi nello stesso soggetto. Ora le due filiazioni sarebbero della stessa specie se si trovassero nello stesso soggetto. Dunque... 17. La maggior viene spiegata da taluni in due modi: a) la potenza tende di per s alla forma ma non precisamente a questa forma, in quanto quello che a seconda di quello che riceve. Per cui se potesse essere in atto secondo una forma precisa e in potenza secondo unaltra, si avrebbe una spiegazione nulla perch la forma che pu essere questa o quella prima sarebbe in potenza e poi in atto: b) ogni distinzione o fatta in forma di divisione o in forma di opposizione. Quando si fa per opposizione non vi possono essere parti della stessa specie; quando si fa per divisione non si pu fare se il soggetto identico, perch gli accidenti non hanno una distinzione numerica o una loro entit separatamente dal soggetto. 18. E se ne ha una prova nel fatto che non vi possono essere pi propriet assolute della stessa natura nelle persone divine, in quanto esse non si distinguerebbero n per opposizione n per divisione se non dividendo la stessa essenza divina. Ma questo un assurdo. Dunque... 19. Si piega la conseguenza in quanto colui che genera acquista la paternit verso il primo figlio col primo atto di generare; nel secondo atto di generare non acquista una nuova paternit, ma con la stessa paternit si rapporta al suo secondo figlio. Come dunque non vi possono essere in tal caso pi paternit perch le forme sono della stessa specie, cos non vi possono essere pi filiazioni per la stessa ragione. 20. Contro tale opinione diciamo che ci sembra falsa sia la maggiore che la minore. 21. Si prova che falsa la maggiore. In ogni ordine di enti ammessa lunit del primo possibile che vi sia una pluralit di esseri successivi non perch vi siano contenute n perch siano uguali a lui. Il soggetto infatti primo essenzialmente di qualunque attributo che gli spetti. Di per s questo non gli spetta n gli adeguato. Dunque. 22. Si dimostra la premessa antecedente per la somiglianza che passa nel rapporto causa ed effetto. Una causa pu esser tale in rapporto a molti effetti; e anche se leffetto non contenuto nella causa, non maggiore lincompatibilit degli effetti successivi che vi - ineriscono, se vi ineriscono non per se stessi, rispetto agli altri che esistono per s. Non c infatti una causa intrinseca per cui allunit segua anche lunione, specialmente se non sono simili adeguatamente, cos che uno di essi passando allatto determini anche la potenzialit del soggetto ricevente. Non c dunque contraddizione che molti accidenti assoluti della stessa specie si trovino accidentalmente in un medesimo soggetto, anche senza essergli adeguatamente simili. 23. In alcuni casi questo si prova anche di fatto. Ad es.: molte specie dimmaginazioni si hanno nel medesimo organo della fantasia, altrimenti se scomparisse la specie di un oggetto immaginabile, nessuno avrebbe pi potere di immaginare perfettamente qualcosa dimmaginabile. Ed chiaro che queste specie sono della stessa specie degli oggetti da cui vengono ricavate, e si trovano nella stessa parte dellorgano in quanto non si potrebbe dividere lorgano in tante parti minime corrispondenti a tante specie dimmaginazioni per se stesse esistenti separatamente, mentre invece possono esistere nellorgano intero. Quindi bisogna che ad esse non corrispondano parti distinte dellorgano. 24. Si pu obbiettare: perch non dovrebbe con unoperazione naturale una stessa quantit modificarsi per avere simultaneamente pi qualit dello stesso genere? Rispondo che in un soggetto vi sono molte potenze a pi forme
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della stessa specie, e a meno che non sopraggiunga un atto che contenga tutti gli atti possibili per quel soggetto perfettibile, la sua potenzialit a ricevere forme non finisce mai. Non c quindi contraddittorio che vi sia unaltra forma simile che di fatto non ne venga introdotta unaltra da un agente naturale, dato che esso tende a una preesistente forma imperfetta. Tale forma apporta una qualche realt idonea a far parte della realt preesistente, e la unisce ad essa come parte a parte senza indurre una forma diversa. Non sarebbe incon gruo che essa fosse diversa perch con questo il soggetto non sarebbe diverso, giacch un soggetto ha potenzialit a molte forme della stessa specie ed illimitato ad esse, illimitato a qualcuna senza bisogno di doversi moltiplicare con esse. 25. La ragione or detta conseguenza della pluralit di modi assoluti nello stesso soggetto possibile. Ma anche se essa non conclusiva per il nostro assunto, pu facilmente venir applicata a proposito delle relazioni della stessa specie. Il motivo che la patern it ha il suo fondamento nellaver generato, e la filiazione nellesser stati generati; di conseguenza questa paternit si riferisce a questo figlio con questa filiazione. 26. Inoltre, i termini correlativi coesistono per natura loro: se scompare uno scompare anche laltro: per cui se in questo figlio si distrugge la filiazione, viene meno anche nel padre la paternit. Perci se rimane la paternit rispetto al secondo figlio essendo scomparsa la prima verso il primo figlio, segue che la paternit verso il secondo figlio diversa da quella verso il primo. Infatti non sopraggiunge alcuna nuova relazione per il venir meno del primo figlio, come nessuna nuova generazione viene per il primo figlio supposto che il secondo sia stato generato lui ancora vivente. 27. Inoltre, quando qualcosa tale nel suo limite ultimo, non pu rimanervi se non possedendolo cos comesso , come la bianchezza non pu rimanere sulla superficie se la stessa superficie non bianca, anzi se la superficie non bianca con il massimo di bianchezza. Ora la relazione si ha quando qualcosa in rapporto al punto limite ultimo di unaltra cosa. Perci non pu rimanere la medesima in quel punto, se quello in cui rimane non proprio quella a cui si rapportava. Pertanto la paternit non pi quella, dal momento che la relazione esprime formalmente il fatto dellavere quel termine. 28. Inoltre, un padre si relaziona diversamente rispetto a questo o a quel figlio. Se quindi si ha una relazione diversa, abbiamo quello che cerchiamo; se si ha un diverso rapporto dello stesso genere, ancora una volta si ha quel che cerchiamo, perch questi rapporti dello stesso genere si fondano sullappartenenza alla stessa specie. Inoltre falso anche perch il riferimento non sempre fondato sulla relazione essendo cosa diversa da essa, ed superfluo ammetterli ambedue. Se poi tale riferimento si identifica con la relazione su cui si fonda, vuol dire che i punti di riferimento si possono moltiplicare e cos pure la relazione: ed quello che volevamo. 29 Inoltre, una distinzione fatta su qualcosa che viene prima, implica la distinzione in qualcosa che viene dopo. Ora non soltanto la persona che ha relazione viene prima della relazione ma anche il suo fondamento. Quindi se si hanno pi fondamenti si hanno pi relazioni. Cos nel nostro caso: due fondamenti, dunque due relazioni. 30. Inoltre, anche la minore di questo argomento falsa perch la filiazione eterna e quella temporale non sono della stessa natura. E questo soprattutto vero per quelli che negano che vi sia qualcosa didentico tra ci che eterno e ci che temporale. [B. - Opinione propria] 31. Alla questione dico che altra la filiazione di Cristo con il Padre, altra con la Madre, e ambedue sono reali. 32. [In Cristo ci sono due filiazioni] - Prima provo che la filiazione una relazione di somiglianza tra il prodotto, avente natura simile al producente, in una natura intellettuale. Le singole particelle della proposizione sono evidenti: la paternit una relazione da parte del generante; la filiazione da parte del generato; il naturalmente, pure, giacch per la mancanza di questa particella lo Spirito Santo non figlio; similmente la somiglianza generante per cui non si pu
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dire che il verme figlio del sole; nella natura intellettuale, per cui il fuoco non figlio di un altro fuoco, n la pianta di unaltra pianta, n propriamente un bovino di un bovino. 33. Ma se vuoi proprio sostenere che lanimale bruto figlio del bruto, e il vitello figlio del toro, si pu anche ammettere che la filiazione il rapporto del prodotto per natura simile al producente anche nella natura non intellettuale o sensitiva. 34. In questa descrizione non si considera per s e primariamente il soggetto se non in quanto passivo nella produzione, mentre le altre cose riguardano la natura o del producente o del prodotto o di ambedue. La filiazione quindi per nessuna ragione indica di pi il soggetto che non la generazione passiva. La generazione passiva comunque molteplice per la molteplicit delle nature attualmente esistenti ricevute con le stesse generazioni, come appare nel Damasceno cap. 53, per cui a Cristo appartengono due generazioni, e quindi la filiazione plurima in conformit alla loro pluralit. 35. Ugualmente, ci che abbiamo ricavato considerando il fondamento, si prova pure dai termini, cio che non vi pu essere la stessa relazione verso i due termini, perch allora la stessa cosa sarebbe e non sarebbe nello stesso tempo. 36. Inoltre il nostro asserto tuttavia si prova meglio con una considerazione particolare. Le propriet personali divine giustamente non hanno come punto di riferimento un termine creato. Perci come leterna paternit non pu essere una relazione per cui il Padre verrebbe detto figlio in senso temporale, cos neppure la filiazione eterna per cui il Figlio verrebbe detto figlio in senso temporale. 37. [Le filiazioni sono reali] Seconda prova, cio che ambedue sono reali. chiaro per la filiazione eterna essendo il Figlio realmente eterno. 38. Per quella temporale lo provo. Si dice relazione reale quella che sorge fra due termini estremi che sono tali per natura loro e non per unoperazione intellettuale. Perci posta una madre che genera e dato un soggetto che ha una natura sua per effetto di generazione e della natura degli estremi, senza operazione dellintelletto, ne segue da una parte la filiazione, dallaltra la maternit. 39. Che se uno immagina che in tal caso interviene lintelletto a causare la relazione, la cosa da respingere. Se Maria avesse generato un semplice uomo, sarebbe stata veramente madre, e il figlio sarebbe stato con lei in relazione reale. Ora ella ag in questo caso come avrebbe agito allora, e il Cristo come uomo non prese meno una reale natura da essa come avrebbe fatto da semplice uomo. Perci egli figlio, in questo caso, come sarebbe bastato nellaltro, in virt della natura dei due termini estremi: quindi vi fu una relazione reale in ambo i casi. [C. Un dubbio] 40. Ma c un dubbio: se questa filiazione reale ha proprio lo stesso fondamento, cio di natura ricevuta per generazione. 41. Sembra di s. Il rapporto della creatura rispetto al creatore di effetto rispetto alla causa efficiente, per cui il fondamento identico, come si vede nella Distinzione prima, secondo libro. Quindi uguale il rapporto delleffetto rispetto alla causa efficiente prossima. La conseguenza si dimo s tra per il fatto che tutte le cause efficienti coordinate tra loro operano come una sola causa totale. Una stessa relazione non in questa consostanziale e non consostanziale. 42. Rispondo: Questa relazione non ha il medesimo fondamento, perch come v contraddizione a che qualcosa continui ad esistere realmente se non continua ad esistere ci che lo fa essere quello che , cos contraddittorio che qualcosa sia realmente in qualcuno se, anche senza di esso, potrebbe essere tale quale. Dunque come la prima relazione tra qualcosa e ci senza di cui non potrebbe esistere, identica nel correlativo, cos la relazione verso qualcosa senza di cui il correlativo pu sussistere ugualmente, non identica per il termine correlativo. Ma questa natura potrebbe essere identica numericamente senza questa relazione alla madre e senza che esista questa madre come
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termine: Dio la potrebbe aver creata immediatamente; o unaltra madre avrebbe potuto generarla temporalmente, come si accennato nella distinzione 16, del II libro, nella quale abbiamo detto che lo stesso figlio di un padre avrebbe potuto essere figlio di un altro padre. Dunque.... 43. Se si obietta che una natura pu venir condotta allesistenza senza che la filiazione abbia in essa il suo fondamento, dal momento che la filiazione fondata su di essa non si vede come tale natura possa rimanere senza di essa. Anzi, se vi fosse contraddizione tra lavere una certa natura e lessere figlio come esser generato da una tale madre con tale natura; per cui lesser generato da tal madre con questa natura implica limpossibilit a non esserlo da tale madre con tal natura, giacch come dire con contraddizione che li passato non passato. Quindi include contraddizione laffermare che chi ha una natura ricevuta dal generante non figlio con tale filiazione. Ci non sarebbe se la filiazione fosse aggiuntiva a tale natura. 44. Rispondo: o la filiazione davvero una relazione fondata sulla generazione passiva in quanto gi avvenuta, cosicch sia realmente sia logicamente si pu dire che qualcuno figlio perch in un certo tempo generato, per cui il dire che uno figlio si riferisce non a un fatto presente ma a qualcosa di gi passato; se si dice: Socrate sta per correre, bench dica relazione reale, in realt non dice qualcosa se non per il futuro, perch equivale a questa altra: Socrate correr. Cos questa altra: Socrate generato equivale a questa: Socrate fu generato, - e la prima, secondo come qui si capisce, equivale a questaltra: Socrate o fu figlio. Ed in questo modo, figlio esprime una relazione reale, ma non secondo il suo puro essere, cio come esistente di fatto, ma come cosa accaduta, che certo reale in senso particolare, come lo in quanto futuro, o molto pi, il figlio dice relazione reale. Come la potenza prima dellatto dice relazione reale, in qualche modo, ma ad una forma di realt pi debole. 45. Pi ancora, la potenza che precede latto per la sua natura di potenza esprime una relazione reale in un certo modo, pur secondo un modo incompleto di essere. Sotto questo aspetto quella obiezione corretta, perch in questo senso, ci che una volta stato figlio non pu pi non essere figlio, come ci che una volta stato non si pu fare che non sia stato; come ci che per una volta stato possibile non pu non essere possibile anche se non presente in atto. In questo modo bisogna dire che, se Giovanni fosse scomparso nel nulla, sarebbe ancora figlio di Zebedeo. Dio stesso non potrebbe distruggere questa relazione, anche se il suo fondamento che lesistenza attuale venisse annientato. La filiazione non esprime maggiore realt per un figlio esistente che per uno non esistente. 46. Diversamente si pu anche dire che la filiazione esprime la relazione passivamente completa di un prodotto, permanendo lattuale esistenza, di una natura ricevuta per generazione senza discontinuit. In questo modo Cristo sarebbe stato figlio di Maria fino alla morte; non lo sarebbe per dopo la resurrezione perch sarebbe interrotta lesistenza attuale della natura umana ricevuta dalla generazione di Maria; e lesistenza, ricevuta la seconda volta con la resurrezione, avrebbe avuto unaltra relazione verso Dio risuscitante. Secondo questa sentenza perci dopo la resurrezione generale non vi sarebbe pi alcun figlio di nessuno. Ma unopinione assurda. 47. In terzo modo, tra queste due soluzioni estreme c forse la possibilit di mediare, dicendo che la filiazione dice il rapporto tra il generato e il generante fondato sullesistenza attuale di una natura ricevuta per via di generazione, o sulla natura stessa ricevuta per mezzo di generazione esistente in atto, e ci sia continuativamente posseduta dopo laccettazione senza interruzione, o anche posseduta con linterruzione, qualunque delle due cose le accada. 48. Quindi ci sembra possibile rispondere allargomento dicendo che anche se questa natura ricevuta per via di generazione non pu essere numericamente unica, avendola ricevuta senza fondarla sul numero, tuttavia tale relazione non le consostanziale. In assoluto, infatti, la stessa esistenza avuta con un certo numero pu esistere senza quella relazione e senza quella generazione, se
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tale esistenza fosse stata immediatamente creata o generata da altri. 49. Quanto allargomento addotto nel dubbio suddetto rispondo che consostanziale il rapporto di una natura con la prima causa efficiente, perch questa natura non pu esistere se non ha relazione reale con il suo principio efficiente. Ma rispetto alle cause seconde efficienti la relazione solo accidentale perch la natura potrebbe rimanere la stessa senza rapporto di dipendenza a qualsivoglia seconda causa efficiente. Di questo ho parlato per esteso nella I Distinzione del secondo libro. Come poi sia uguale e come non sia uguale la relazione tra la creatura e Dio causa efficiente, uguale veramente e realmente, ma non uguale formalmente; e come non molto pi si possano dire uguali la sostanza e la garanzia e fermezza del fondamento. 50. Ma tutto ci non contraddittorio, perch anche se nellessere assoluto la verit e la bont sono la stessa cosa quanto a realt, e in questo essere assoluto questa verit e questa bont, non si pu dire che lo siano formalmente e quidditivamente per il fatto che verit e bont sono attributi dellente, come dice il IV Metaphysica. Cos in una realt di cui si coglie il genere e la differenza specifica, e allo stesso modo la quiddit ed entit individuale e altro ancora, si detto spesso che c questa distinzione da parte della cosa per cui una certa realt non formalmente la stessa anche se identica. 51. Neppure contraddittorio in secondo luogo dire che la relazione di vestigio ha carattere di fondamento e quindi in qualche modo identica al fondamento. Lo abbiamo gi concesso nel secondo libro trattando del rapporto creatura-creatore, e tuttavia non si tratta di identit quanto al carattere dal fondamento. Lo abbiamo negato nel libro primo distinzione 3, questione De vestigio, in cui si dice che ogni relazione identica nel suo fondamento ma non lo ogni specie di fondamento per cui si distingue dagli altri in questo caso quello fondato sul vestigio. [II. RISPOSTA AGLI ARGOMENTI PRINCIPALI] 52. Agli argomenti. Al primo dico che il figlio figlio per la filiazione come il padre padre per la paternit (da questo non segue che se sono di pi le filiazioni, sono di pi anche i figli, perch enti concreti non si moltiplicano se non si moltiplichino tanto la forma quanto la persona. La sola pluralit della forma non basta, soprattutto quando pi forme della stessa natura o espresse con lo stesso nome, possono coesistere nello stesso soggetto, come ad es. Cristo non pi persone volenti, anche se ha pi volizioni, come afferma il DAMASCENO. Perci largomentare: figlio per filiazione, dunque per unaltra filiazione un altro figlio, una conclusione sbagliata derivata dalla distruzione della premessa. 53. Al secondo dico che se il padre si fosse incarnato vi sarebbe stata confusione, perch si parlerebbe di filiazione temporale di una persona alla quale appartiene la paternit eterna, per cui la sua persona si potrebbe confusamente dire ora padre ora figlio. Cos non c questa confusione, perch la stessa persona a venir detta figlio in ambedue le filiazioni. Perci quando si dice Figlio assolutamente, sintende distintamente della stessa persona, di qualunque filiazione si parli. Ma se invece si fosse incarnato il Padre, quando si venisse a dirlo figlio, non si capirebbe distintamente la stessa persona ma ora luna, ora laltra, genericamente anche se il discorso si rivolge alluna o allaltra filiazione Largomento vale anche per il contrario, perch non vi sarebbe confusione allora come non ve n adesso, se non perch il padre con quella possibile filiazione e non per la sua relazione eterna, si potrebbe dire figlio di una madre. Perci dobbiamo dire che il Figlio figlio per una filiazione altra da quella eterna. 54. Quanto al terzo, evidente, per quello che si detto nella risoluzione del dubbio, che Cristo figlio di Maria dopo la resurrezione della stessa filiazione di prima, perch la filiazione non si fonda sullesistenza di una natura ricevuta per generazione a condizione che non sia interrotta ma in assoluto: per cui se lesistenza la medesima ed medesimo laltro estremo, anche la filiazione identica: con la stessa azione in quanto fondamento torna uguale, e uguale la relazione. Se si argomenta che nella resurrezione si prende lessere con diverso atto produttivo, rispondo che questo non abolisce la filiazione che ha il suo
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fondamento sullesistenza avuta prima con la generazione; solo che si tratta di due diverse relazioni conseguenti a due atti produttivi di un solo identico ente: una di esse fu interrotta come fu lessere del fondamento, laltra invece nuova e per la prima volta. 55. Allargomento successivo rispondo che Cristo si deve dire realmente e veramente figlio di Maria come veramente e realmente Dio si deve dire signore della creatura; ma anche che ricevette una natura realmente esistente con reale generazione passiva per cui segue chegli figlio con reale filiazione. 56. Allaltro argomento poi aggiungo che anche se si dice che Dio formalmente creatore con una relazione di ragione, o nessuna relazione con una denominazione riconducibile al genere della relazione nel senso chegli compie la relazione nella creatura, come abbiamo detto nella distinzione 30 del primo libro, per questa sola relazione di ragione non creativo. E con questo non mi riferisco a ci che formalmente significa il termine creativo ma del suo fondamento: si dice che qualcosa fa caldo per il calore in quanto il fondamento del potere calorifero e non semplicemente per una relazione fondata sul calore. La ragione si pu toccare, perch nessuna relazione di ragione pu essere la ragione formale per cui qualcosa pu produrre un ente reale. Lente di ragione infatti non esiste se non nellintelletto, come loggetto conosciuto nel conoscente. Questo un essere manchevole rispetto al totale dellesistente reale. Perci esso nel suo genere di essere non pu essere causa di niente secondo quellessere reale esistente che essere pi perfetto, ma neppure di quello prodotto naturalmente o artificialmente. 57. Se a questo riguardo si porta la prova che Dio non pu non creare che come un artefice, rispondo che la scienza di Dio, che come una perfezione assoluta, si trova in lui per sua natura, ma non si pu dire arte se non rispetto ad alcuni oggetti o di alcuni oggetti verso di essa. Dunque anche se Dio produce le creature come un artefice, questo non avviene come nella scienza in cui vi sia una ragione capace di muoverlo a produrre, ma soltanto perch quella facolt assoluta che diciamo arte intrinseca a Dio stesso, cosicch nellargomentare c un errore: Dio produttivo come un artefice; un artefice tale per una relazione di ragione; dunque Dio produttivo per una relazione di ra gione. La maggiore infatti vera se il termine medio non viene preso per quella stessa relazione che riguarda lartefice ma come fondamento della stessa relazione. La minore vera solo per la relazione formalmente presa. Un esempio: il calore, per la potenza calorifica, produce il caldo. La potenza calorifica una relazione. Dunque produce il caldo in forza della relazione. La maggiore vera per quanto si riferisce alla potenza calorifica e al fondamento di questa relazione, ma non per la relazione potenziale. E la minore vera in ragione della stessa potenzialit e della relazione da essa prodotta, ma non del suo fondamento assoluto. Come poi la scienza di Dio assoluta, in quanto assoluta, possa sufficientemente comprendere tutto il concetto di arte, in quanto larte esaurisce ogni possibile relazione delle creature verso di lui come artefice, stato spiegato nelle distinzioni 35 e 36, primo libro, trattando delle idee. 58. Allultimo argomento concedo che il Figlio realmente uguale alla madre secondo la natura umana, e anche pi eccellente. Ma se si argomenta di quella unione - dimostro che laccettazione di questa affermazione per cui la eguaglianza dipende dallunit dellunione, sbagliata. Unione indica relazione: non concepibile una unione con se stessi, cos allora una relazione? O la stessa eguaglianza che si fonda su di s; o diversa e, se diversa, si fonder sullunit, ma quale unit? Se sullunit, ma non sullunit dellunione, si potr dire la stessa cosa delluguaglianza; se sullunit dellunione, si ha il processo allinfinito. 59. E se dici che non si tratta dellunione della materia alla forma n di altre unioni visibili, ma di una unione di parit, sembra che si voglia spiegare una parola con unaltra dello stesso senso: uguaglianza e unione paritaria sono la stessa cosa. Ora, negare che nelle persone divine vi sia reale uguaglianza per che non vi unit di eguaglianza, se la prima parte della proposizione ha un senso possibile, significa negare una cosa con la stessa cosa, come se leguaglianza non sia una relazione perch non uguaglianza.
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60. E quello che si aggiunge alla questione, cio che occorrerebbe assumere leguaglianza dellunione due volte, mentre invece non viene presa due volte se non in quanto ha lunione di unit, si confuta da questo che lessenza a costituire il fondamento delle relazioni dorigine, le quali sono reali e tuttavia non provengono dalla natura della cosa. 61. Se si dice poi che, essa (leguaglianza) con la generazione presa due volte, cio nel producente e nel prodotto, mi domando: che significa venir presi due volte per effetto della natura della cosa? O possedere alcune qualit distinte in qualche modo, per effetto assoluto della natura, e qui la cosa falsa; o avere semplicemente delle relazioni distinte perch si prendono due svolte della natura, ed ammettere che essa fonda delle reali relazioni dorigine perch fonda delle relazioni reali. Ma questo niente. 62. Quanto allargomento conclusivo dico che leguaglianza si fonda sullunit senza lunione. La non-unit nelle creature propria dellente singolo, non della natura. Di questa duplice unit abbiamo trattato abbastanza nella questione dellindividuazione, secondo libro, distinzione 3: per cui nel caso lunit che fonda leguaglianza, non lunit della persona ma della natura. Ma perch la relazione sia reale non occorre distinguere o assumerla due volte: sufficiente che essa permanga identica nellesistenza, che gli estremi siano realmente distinti come nelle relazioni dorigine. Perci al nostro assunto dico: la natura umana in Cristo in qualche modo ununit reale minore dellunit numerica, e lo stesso dellunit numerica in Maria. Questa unit fondamento della mutua uguaglianza tra Cristo e Maria, se si afferma chessi furono uguali nella natura umana.

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