Cosa fare
I primi due giorni dal momento della comparsa della febbre sono di osservazione. Infatti, l'unico compito
che spetta ai genitori è quello di controllare spesso la temperatura del bambino, in modo da mantenerla
sempre entro i valori accettabili e comunque al di sotto dei 39 gradi interni (cioè significa che la
temperatura deve essere misurata per via rettale), soprattutto per evitare la comparsa di convulsioni
febbrili (si tratta di contrazioni involontarie dei muscoli) e - in casi estremi - la possibilità di danni al
cervello.
Dopo i tre mesi. Se il bimbo ha più di tre mesi, si deve cominciare ad intervenire quando la temperatura
del corpo raggiunge i 39 gradi interni.
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del corpo raggiunge i 39 gradi interni.
Nei lattanti. Con i lattanti e i neonati fino ai tre mesi di vita, invece, è meglio agire prima, e cioè già con una
temperatura di 38,5°.
I metodi migliori per abbassare la febbre sono quelli cosiddetti fisici: bisogna tenere il bambino al fresco
con pochi vestiti addosso e sottoporlo a spugnature di acqua tiepida o bagnetti sempre con acqua ad una
temperatura compresa tra i 29 e i 32 gradi.
All'inizio, è meglio provare a somministrare una quantità di medicinale inferiore alla dose massima
consigliata, per poi aumentarla gradualmente se la febbre non scende. Questo perché gli antipiretici hanno
effetti collaterali e soprattutto tendono a ridurre i sintomi delle malattie. Per lo stesso motivo, la febbre non
dovrebbe mai essere eliminata completamente, ma solo mantenuta sotto i 39 gradi.
Oltre questa età e fino ai 2-3 anni, si può anche aspettare ventiquattro ore prima di ricorrere al medico, a
meno che la temperatura non oltrepassi la soglia dei 40 gradi.
Dopo 4-5 giorni, al massimo una settimana di temperatura alta, il pediatra decide in genere di indagare
sulle cause della febbre, consigliando una serie di analisi.
L'esame delle urine (che segnala tra l'altro una possibile disidratazione) la ricerca colturale (cioè la verifica
di una eventuale presenza batteri) tramite un tampone faringeo si possono effettuare nello studio del
medico con test rapidi. Quindi, si può passare ad altre indagini, come la Ves (velocità di
eritrosedimentazione del sangue, cioè la capacità del sangue di coagularsi) l'emocromo (la conta delle
cellule del sangue) oppure l'urinocoltura (la ricerca dei batteri nell'urina del bambino).
È ovvio che la crescita, in realtà, è influenzata da fattori normali che nulla hanno a che vedere con la
febbre. Ma, durante la malattia, innesca un meccanismo che in effetti agisce anche sulla statura del piccolo.
Quando il bambino è malato resta a letto, disteso, per diversi giorni. I dischi intervertebrali della spina
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dorsale (i cuscinetti posti tra una vertebra e l'altra) iniziano ad accumulare liquidi prodotti dall'organismo e
si gonfiano. Questo perché non c'è il peso del corpo a tenerli schiacciati.
Ecco perciò che quando il bambino si alza sembra cresciuto. Ma nel giro di pochi giorni, riprendendo la
posizione eretta e i movimenti, i cuscinetti si sgonfiano e il bambino torna alla statura di prima.
Due le posizioni in cui tenere il bambino: disteso a pancia in giù sulle gambe della mamma, con una sua
mano poggiata sulla schiena per impedirgli movimenti repentini, oppure sdraiato sul dorso con le gambe
unite e sollevate.
Con i bambini più grandi si può provare anche con la misurazione ascellare: bisogna prenderli in braccio e
tenere il termometro ben stretto tra il braccio e il tronco per 5 minuti.
Meglio evitare di prendere la temperatura orale per l'eventualità che il bambino possa rompere il
termometro mentre lo tiene sotto la lingua.
Molto utili possono essere anche le strisce da applicare sulla fronte che danno un'indicazione immediata
della temperatura del bambino, ma non una sua misurazione esatta: se la striscia segnala la presenza di
febbre, è meglio indagare più a fondo utilizzando un termometro a mercurio.
Quando la temperatura del corpo raggiunge i 39 gradi interni è il momento di intervenire. Bisogna portare
il bambino in un ambiente ben areato, possibilmente nella stanza più fresca della casa, e alleggerirlo il più
possibile: anche in inverno un bambino con la febbre non deve essere coperto con più di una camicia di
cotone
Se ha voglia di riposare nel suo lettino, dovrà essere coperto solo da un lenzuolo leggero e mai con
coperte di lana o piumini.
Le spugnature di acqua tiepida (tra i 29 e i 32 gradi) sono il metodo migliore per abbassare la
temperatura: si deve impregnare una spugna da bagno (vanno benissimo anche un asciugamano o un
fazzoletto di cotone) con l'acqua e quindi passarla su tutto il corpo del bambino premendo leggermente.
Se la temperatura è molto elevata, alle spugnature è meglio preferire il bagno in acqua tiepida, che ha un
effetto molto più immediato: basta immergere il bambino nell'acqua per pochi minuti, fino a quando la
febbre non scende.
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Attenti a non utilizzare acqua troppo fredda oppure alcool: hanno infatti la proprietà di restringere i vasi
sanguigni, cioè vene e arterie, riducendo quindi la perdita di calore e aumentando la temperatura (il
cosiddetto "effetto rebound").
Solo se i metodi fisici non sono sufficienti a far scendere la temperatura si deve passare a quelli
farmacologici, cioè alla somministrazione di antipiretici (antifebbrili).
È importante inoltre che il bambino beva molto, perché la febbre provoca disidratazione, cioè perdita di
liquidi. La cosa migliore è offrirgli spesso, a intervalli regolari, quantità di acqua (possibilmente zuccherata),
succhi di frutta, spremute o comunque sostanze liquide.
Il bambino con la febbre che non supera i 39,5 gradi interni può anche uscire di casa, in qualsiasi stagione
e con qualsiasi tempo atmosferico. A maggior ragione se deve andare dal pediatra: lo studio del medico è
il posto più adatto per valutare lo stato di salute del bambino, ed è sempre più vantaggioso essere
controllati tempestivamente piuttosto che perdere tempo in attesa della visita a domicilio.
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