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02/04/2009 Salute: La gestione della febbre nel …

Salute: La gestione della febbre nel bambino - Salute - conTESTI.eu

Salute: La gestione della febbre nel bambino


di Leandro Mallamaci

Per il febbrone solo acqua tiepida


È vivace come al solito, scherza e gioca allegramente, non piagnucola né si lamenta di alcun fastidio o
dolore, e anche il suo appetito è quello abituale. Insomma, il nostro bambino sembra proprio godere di
ottima salute. Eppure, la sua fronte all'improvviso scotta e se proviamo a misurargli la temperatura, la
colonnina di mercurio del termometro sale molto velocemente. Cosa sta succedendo? Come bisogna
comportarsi? È il caso di allarmarsi oppure no?

Scompare senza lasciare tracce


Episodi di febbri improvvise, con temperature anche elevatissime, che durano al massimo una settimana,
sono molto frequenti nei bambini piccoli. E capita soprattutto dal momento della nascita fino ai due-tre
anni d'età. L'elemento principale che contraddistingue questo tipo di febbre è la completa assenza di altri
sintomi. Un'altra caratteristica è la velocità con cui si manifesta la febbre che, nella maggior parte dei casi,
scompare senza lasciare traccia.

Passa tutto al massimo in una settimana


L'aumento della temperatura segnala sempre la presenza di una infezione, cioè di un attacco sferrato ai
tessuti del corpo da parte di microrganismi esterni. Non deve trarre in inganno il fatto che la febbre non sia
accompagnata da altri sintomi e scompaia senza far ricorso a cure o farmaci specifici. Nella gran parte dei
casi, infatti, ci si trova di fronte a infezioni definite "autorisolventi" che cioè guariscono da sole prima
ancora di far sentire tutti i loro effetti: la febbre resta l'unica dimostrazione di una malattia di cui non si
conoscerà mai la vera natura.

Cosa fare
I primi due giorni dal momento della comparsa della febbre sono di osservazione. Infatti, l'unico compito
che spetta ai genitori è quello di controllare spesso la temperatura del bambino, in modo da mantenerla
sempre entro i valori accettabili e comunque al di sotto dei 39 gradi interni (cioè significa che la
temperatura deve essere misurata per via rettale), soprattutto per evitare la comparsa di convulsioni
febbrili (si tratta di contrazioni involontarie dei muscoli) e - in casi estremi - la possibilità di danni al
cervello.

Dopo i tre mesi. Se il bimbo ha più di tre mesi, si deve cominciare ad intervenire quando la temperatura
del corpo raggiunge i 39 gradi interni.
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del corpo raggiunge i 39 gradi interni.

Nei lattanti. Con i lattanti e i neonati fino ai tre mesi di vita, invece, è meglio agire prima, e cioè già con una
temperatura di 38,5°.

I metodi migliori per abbassare la febbre sono quelli cosiddetti fisici: bisogna tenere il bambino al fresco
con pochi vestiti addosso e sottoporlo a spugnature di acqua tiepida o bagnetti sempre con acqua ad una
temperatura compresa tra i 29 e i 32 gradi.

I farmaci solo su consiglio medico


Solo se le spugnature non danno alcun risultato si può somministrare al bambino, su indicazione del
pediatra, un farmaco antipiretico (antifebbrile) a base di paracetamolo, meglio se in gocce o sciroppo, in
dosi proporzionali al peso del bimbo.

All'inizio, è meglio provare a somministrare una quantità di medicinale inferiore alla dose massima
consigliata, per poi aumentarla gradualmente se la febbre non scende. Questo perché gli antipiretici hanno
effetti collaterali e soprattutto tendono a ridurre i sintomi delle malattie. Per lo stesso motivo, la febbre non
dovrebbe mai essere eliminata completamente, ma solo mantenuta sotto i 39 gradi.

L'intervento del pediatra


Quando la febbre alta fa la sua comparsa in un bimbo è sempre il caso di avvisare il pediatra. Se ha meno
di 3 mesi, bisogna farlo subito, anche se la febbre supera appena i 38 gradi interni.

Oltre questa età e fino ai 2-3 anni, si può anche aspettare ventiquattro ore prima di ricorrere al medico, a
meno che la temperatura non oltrepassi la soglia dei 40 gradi.

Dopo 4-5 giorni, al massimo una settimana di temperatura alta, il pediatra decide in genere di indagare
sulle cause della febbre, consigliando una serie di analisi.

L'esame delle urine (che segnala tra l'altro una possibile disidratazione) la ricerca colturale (cioè la verifica
di una eventuale presenza batteri) tramite un tampone faringeo si possono effettuare nello studio del
medico con test rapidi. Quindi, si può passare ad altre indagini, come la Ves (velocità di
eritrosedimentazione del sangue, cioè la capacità del sangue di coagularsi) l'emocromo (la conta delle
cellule del sangue) oppure l'urinocoltura (la ricerca dei batteri nell'urina del bambino).

Leggende metropolitane: la febbre fa crescere


La credenza popolare ha da sempre circondato queste febbri di un alone quasi magico. Secondo una
tradizione difficile da sconfiggere, la temperatura alta e che scompare da sola nel giro di due-tre giorni
aiuta il bambino a diventare più alto, tanto da essere definita "febbre di crescita".

È ovvio che la crescita, in realtà, è influenzata da fattori normali che nulla hanno a che vedere con la
febbre. Ma, durante la malattia, innesca un meccanismo che in effetti agisce anche sulla statura del piccolo.

Quando il bambino è malato resta a letto, disteso, per diversi giorni. I dischi intervertebrali della spina
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dorsale (i cuscinetti posti tra una vertebra e l'altra) iniziano ad accumulare liquidi prodotti dall'organismo e
si gonfiano. Questo perché non c'è il peso del corpo a tenerli schiacciati.

Ecco perciò che quando il bambino si alza sembra cresciuto. Ma nel giro di pochi giorni, riprendendo la
posizione eretta e i movimenti, i cuscinetti si sgonfiano e il bambino torna alla statura di prima.

Come si usa il termomtero


Il metodo rettale è il più efficace e soprattutto il più veloce per misurare la temperatura a un bambino
piccolo. È sufficiente infatti inserire la parte lubrificata (non più di 2,5 centimetri) del termometro nell'ano
per 4 minuti (2 minuti se si utilizza il modello rettale).

Due le posizioni in cui tenere il bambino: disteso a pancia in giù sulle gambe della mamma, con una sua
mano poggiata sulla schiena per impedirgli movimenti repentini, oppure sdraiato sul dorso con le gambe
unite e sollevate.

Con i bambini più grandi si può provare anche con la misurazione ascellare: bisogna prenderli in braccio e
tenere il termometro ben stretto tra il braccio e il tronco per 5 minuti.

Meglio evitare di prendere la temperatura orale per l'eventualità che il bambino possa rompere il
termometro mentre lo tiene sotto la lingua.

Molto utili possono essere anche le strisce da applicare sulla fronte che danno un'indicazione immediata
della temperatura del bambino, ma non una sua misurazione esatta: se la striscia segnala la presenza di
febbre, è meglio indagare più a fondo utilizzando un termometro a mercurio.

Tenetelo poco coperto


Se si sospetta che il bambino abbia la febbre, la prima cosa da fare è misurargli la temperatura e annotare
il risultato. Dopo venti minuti circa bisogna ripetere la misurazione in modo da sapere di quanto la
temperatura è variata: se è aumentata di un grado o più, occorre avvisare il medico immediatamente.

Quando la temperatura del corpo raggiunge i 39 gradi interni è il momento di intervenire. Bisogna portare
il bambino in un ambiente ben areato, possibilmente nella stanza più fresca della casa, e alleggerirlo il più
possibile: anche in inverno un bambino con la febbre non deve essere coperto con più di una camicia di
cotone

Se ha voglia di riposare nel suo lettino, dovrà essere coperto solo da un lenzuolo leggero e mai con
coperte di lana o piumini.

Le spugnature di acqua tiepida (tra i 29 e i 32 gradi) sono il metodo migliore per abbassare la
temperatura: si deve impregnare una spugna da bagno (vanno benissimo anche un asciugamano o un
fazzoletto di cotone) con l'acqua e quindi passarla su tutto il corpo del bambino premendo leggermente.

Se la temperatura è molto elevata, alle spugnature è meglio preferire il bagno in acqua tiepida, che ha un
effetto molto più immediato: basta immergere il bambino nell'acqua per pochi minuti, fino a quando la
febbre non scende.

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Attenti a non utilizzare acqua troppo fredda oppure alcool: hanno infatti la proprietà di restringere i vasi
sanguigni, cioè vene e arterie, riducendo quindi la perdita di calore e aumentando la temperatura (il
cosiddetto "effetto rebound").

Solo se i metodi fisici non sono sufficienti a far scendere la temperatura si deve passare a quelli
farmacologici, cioè alla somministrazione di antipiretici (antifebbrili).

È importante inoltre che il bambino beva molto, perché la febbre provoca disidratazione, cioè perdita di
liquidi. La cosa migliore è offrirgli spesso, a intervalli regolari, quantità di acqua (possibilmente zuccherata),
succhi di frutta, spremute o comunque sostanze liquide.

Il bambino con la febbre che non supera i 39,5 gradi interni può anche uscire di casa, in qualsiasi stagione
e con qualsiasi tempo atmosferico. A maggior ragione se deve andare dal pediatra: lo studio del medico è
il posto più adatto per valutare lo stato di salute del bambino, ed è sempre più vantaggioso essere
controllati tempestivamente piuttosto che perdere tempo in attesa della visita a domicilio.

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