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Il sistema contrattacca

Scritto da Mario MARLETTA e Adriana NEGRONI

La globalizzazione prevede che i detentori del potere economico accrescano le proprie ricchezze in misura proporzionale allimmiserimento di quantit umane sempre pi grandi. Lindebolimento progressivo degli Stati-nazione sta omogeneizzando -verso linfimo- la qualit della vita umana di ogni latitudine. Nord e sud del mondo (sostituitisi alla postbellica contrapposizione est-ovest) tendono a divenire la medesima cosa: la miseria spirituale e materiale, infatti, attanaglia i sobborghi di Nairobi come quelli di Detroit! Ci accade a causa dellaffermazione di una prassi sfruttatrice tendente a normalizzare lusura e gli stilemi schiavistici dellindustrialismo ottocentesco. Il miraggio della superproduttivit, continuamente propagandato in Italia, non potr non partorire altri marchionne, n potr arrestare la distruzione delle conquiste sociali fasciste sopravvissute a quasi un settantennio di antifascismo liberal-comunista. Managers spregiudicati e arroganti, sostenuti da servili politicanti preposti alluopo, dettano ritmi sempre pi forsennati nelle fabbriche, adeguando -per esempio- la vita di un operaio del Lingotto ai tempi imposti agli schiavi dellipercapitalismo di Hong Kong. In uno scenario siffatto, appare superfluo aggiungere che una sana autarchia socialista e nazionale, preceduta dalla dichiarazione di completa insolvenza nei confronti della Grande Usura (cio: FMI, Banca Mondiale, Banca Centrale Europea, etc) rappresenterebbe il solo antidoto capace di neutralizzare questo mortale veleno.

Oggi, il sistema mostra - chiari - i sintomi della crisi. Come accade in Africa e in Medio Oriente, i plutocrati fautori della globalizzazione (un nome su tutti: George Soros, demiurgo del s detto popolo viola) tentano di strumentalizzare le manifestazioni di piazza, ovunque si estenda il loro artiglio. Per esempio: insospettisce lapparizione pressoch simultanea -su scala globale- dei s detti indignados, un fenomeno troppo somigliante alle recenti twitter o color revolutions per apparire davvero spontaneo. Esiste una corrente di pensiero che definisce il movimento Occupy Wall Street alla stregua di un depistaggio: scaricare le malefatte del mondialismo sui maneggioni della Borsa (evitando attentamente che simili proteste arrivino fino alla Casa Bianca o alla Federal Reserve) ha tanto il sapore della ennesima diversione strategica. una parte dei guadagni fraudolenti di Wall Street, negli ultimi anni, sono stati riciclati nelle fondazioni esenti da tasse e nella beneficenza delle lites Lobiettivo fabbricare il dissenso e stabilire i confini di una opposizione politicamente corretta I programmi di molte organizzazioni non governative (comprese quelle coinvolte nel movimento Occupare Wall Street si basano sui finanziamenti di fondazioni private, tra le quali spiccano la Tides, la Ford, la Rockefeller, la MacArthur (1). Insomma, il sistema ricicla se stesso manipolando il dissenso, convogliando la protesta entro alvei politicamente controllabili ed economicamente remunerativi; le stesse crisi economiche rappresentano momenti di un percorso a tappe elaborato nelle stanze del potere economico: la crisi in corso non il prodotto di forme parassitarie dentro un corpo sano delleconomia, e neanche il risultato di forme deviate della politica o delle logge massoniche. E invece il punto di maturazione di un processo di trasformazione delle societ occidentali iniziato negli anni Settanta, con la Globalizzazione Si avviata una nuova fase nel modo di funzionare delle nostre societ che ridisegna i rapporti tra politica ed economia, tra economia, politica e criminalit organizzata (2). Invero, quel che pi terrorizza i teorici del mercato globale la fine degli steccati, lagonia della contrapposizione di piazza funzionale al nuovo

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ordine mondiale (ad esempio: quello rosso-nero eretto in Europa, dopo Yalta). Nel medesimo modo in cui si tenta di fomentare lodio interislamico, per la plutocrazia mondialista diviene obbligatorio mantenere divise le sradicate masse del Vecchio Continente. Ancora oggi, in Italia, elementi iperatlantici -come Maroni e La Russa- si contorcono tra gli spasmi tentando di resuscitare il cadavere della vecchia strategia della tensione. In questo scorcio dautunno, infatti, abbiamo osservato i tg di regime soffermarsi -fino alla nausea- su qualche camionetta in fiamme, ma poco interessati delle ragioni di centinaia di migliaia di manifestanti stanchi desser salassati dai tremonti di turno; abbiamo assistito a tribune televisive rigurgitanti scandalizzati soloni pronti a invocare pene draconiane contro i terroristi (!!) di Piazza san Giovanni, quasi nessun cenno sul diktat che Trichet e Draghi hanno imposto a questo governo-burla!

Con la recente manovra finanziaria, Tremonti riuscito nellimpresa di saccheggiare gli ultimi fondi destinati al Servizio Sanitario Nazionale, il s detto pacchetto salute, cio: i 584 milioni di euro stanziati per il 2010, i 419 milioni per lanno in corso e i 300 milioni destinati al fondo pluriennale per ledilizia sanitaria (3). Dopo i tagli imposti al settore, per un importo pari a 10 miliardi di euro, questo ulteriore salasso stato entusiasticamente salutato da Napolitano come una straordinaria prova di coesione nazionale (4). Dando per scontato che le malattie proliferano laddove maggiore la disuguaglianza sociale, laddove si tenta fraudolentemente di confondere etica ed economia, ci si chiede a quale nazione abbia voluto riferirsi il portavoce degli incappucciati del Grande Oriente annidatosi al Quirinale. In verit, un regime che giunge a infischiarsene del futuro delle giovani generazioni, degli anziani, dei malati, degli storpi, sbandierando la inderogabile necessit di abbattere il debito pubblico, d solo la misura della propria iniquit. Le crisi finanziarie, economiche e sociali sono state possibili perch la finanza internazionale ha ormai preso in mano il governo dellEuropa, servendosi sul piano politico e militare internazionale del governo degli Stati Uniti e sul piano economico europeo della Germania. I nuovi poteri della finanza internazionale -cio un pugno di societ che gestiscono lintera rete della speculazione internazionale, tra le quali spicca la Goldmann Sachs- hanno preso il controllo delle istituzioni bancarie e monetarie dei vari Paesi, ponendo al comando propri rappresentanti e assumendone cos direttamente le funzioni di controllo. E ora puntano al controllo diretto delle politiche economiche degli Stati e dellUnione Europea (5). Questa politica di saccheggio delle risorse nazionali risulta possibile, cio tristemente reale, poich quella operante in Italia una coalizione-mandataria guidata da un demagogo psicopatico, che vivacchia comperando il voto di prostitute parlamentari disponibilissime; che si regge appena in piedi grazie allappoggio dei grandi evasori (i furbastri monegaschi, sammarinesi, padano-ticinesi); che applica il tremontiano terrorismo contabile contro i poveri cristi (tagli ai salari, alle borse di studio e alle pensioni), mentre tutela i capitalisti senza capitali; che lecca gli sputi dei faccendieri-NATO aggredendo Stati sovrani coi quali -solo poco tempo primaaveva stipulato indissolubili trattati di amicizia (dopo gli umanitari massacri effettuati in Libia, lebreo Panetta non poteva non lisciare il pelo al fido La Russa).

Questo pervertimento pilotato ha permesso che lItalia divenisse il paradiso del lobbismo-contro,

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dei supermanager che delocalizzano stritolando la vita di migliaia di lavoratori autoctoni; il luogo in cui si coniugano, paradossalmente, disoccupazione e sempre nuovi corsi di laurea; il sistema in cui si sperperano decine di miliardi per mantenere contingenti militari allestero, mentre si tagliano posti letto e personale ospedalieri; la colonia asservita al pi feroce sionismo, allinterno della quale deputati e senatori sgomitano per farsi belli agli occhi del padrone (a che milioni di esuli Palestinesi non abbiano mai una patria!). Sopravvivere allinterno di questo perverso circuito impolitico, malavitoso chiamato repubblica italiana -conservando la propria integrit-, divenuto impresa assai ardua, se non impossibile. Un filologo, un semiologo, in Italia, non posseggono molte chanches di giungere a una serena vecchiaia. Si straparla di fuga dei cervelli e si fa di tutto per frustrare il genio, per deprimere il talento. Un grecista, un latinista, un epigrafista valgono, in questo disgraziato paese, assai meno di una disinibita valletta televisiva. Si permette che una studentessa iscritta a un corso di medicina giunga alla laurea, esame dopo esame, prostituendosi, tranne poi scandalizzarsi (col compiacente ausilio di psicologi, psicanalisti puntualmente invitati nel televisivo salotto buono di turno) per quel che accade nelle sale operatorie. Contano solo: produttivit, management, marketing... ma tutto ci non rappresenta altro che lestrema propaggine temporale del sistema di liquidazione fallimentare delle tradizionali Corporazioni delle Arti e dei Mestieri; progetto finalizzato alla instaurazione della societ di massa, il guenoniano regno della quantit oggi portato a compimento con la definitiva dollarizzazione dellesistenza umana su scala globale!

In questo desolante panorama, un solo evento sembra oramai quasi certo: la prossima eclissi della tele-puttano-crazia berlusconiana, il pi perfetto paradigma dei governi-fantoccio mai apparsi nella storia. Da quasi un ventennio, infatti, alloscurarsi (momentaneo) del cavaliere, il sistema tira fuori dal congelatore Prodi, s come Berlusconi viene puntualmente riproposto al successivo tramonto del professore, in un disgustoso, circolare giuoco delle parti. Recentemente, dopo la solita pausa (il tempo necessario a imbellettare il cadavere iperliberista in avanzato stato di putrefazione, a togliergli qualche verme dalle orbite vuote, renderlo meno orripilante alla porcilaia votante), Prodi sta lentamente riguadagnando il proscenio televisivo. Ci pu avere un solo significato: chi ha orecchi per intendere, intenda!

Note 1. Michel Chossudovsky: Occupare Wall Street e lautunno americano: si tratta di una rivoluzione colorata?. Tratto da Global Research, 13 ottobre 2011. 2. Bruno Amoroso: Euro in bilico: lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale. Alberto Castelvecchi Editore. Roma, 2011. 3. Daniela Francese: Sanit s.p.a.. Edizioni Compton Newton; Roma, 2011.

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4. ibidem. 5. Bruno Amoroso: op. cit.

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