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IN QUESTO NUMERO

In primo piano lanniversario tondo del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, che nel 2008 festeggia quarantanni dalla sua fondazione. Il direttore Giovanni Radossi riassume quanto nora fatto, le iniziative pi signicative dellanno appena trascorso, presentando al contempo i progetti da realizzare e una serie di direttrici di sviluppo dellattivit del Centro. La pagine centrali sono invece dedicate alla memoria dellOlocausto, la tragedia che coinvolse sei milioni di ebrei e che tocc da vicino anche la comunit israelitica presente a Fiume n dal XVI secolo. Una comunit ben inserita nel clima tollerante che ha caratterizzato la citt nel corso della sua storia e che purtroppo stato stravolto dagli eventi della Seconda guerra mondiale, in particolare dopo loccupazione tedesca e linserimento di Fiume nellAdriatische Kunstenland. Unaltra pagina dolorosa del nostro passato, unaltra storia di persecuzioni, privazioni, sofferenze quella legata al campo di rieducazione dellIsola Calva (Goli Otok) nel quale nirono i cominformisti dopo la rottura Belgrado Mosca. Nella resa dei conti del regime di Tito con gli stalinisti (o presunti tali) la scure dellUDB-a si abbatt su diversi esponenti della Comunit Nazionale Italiana, altri invece cercarono la salvezza unendosi allo tsunami dellesodo. LInserto propone una serie di testimonianze tratte dal libro di Luciano Giuricin, a iniziare da quella di Ferruccio Glavina. In conclusione, un modo diverso di (ri)disegnare la storia: parlarne attraverso i fumetti, come proposto, per il periodo romano, da alcuni importanti autori, quali il francese Gilles Chaillet e litaliano Giampiero Casertano (che si servito di unaccurata narrazione storica proposta da Giorgio Albertini).

RIFLESSIONI Lesodo svuot citt e campagne, togliendo lanima al nostro territorio

Il lungo e difcile percorso della cultura della Comunit Nazionale Italiana


di Kristjan Knez
Con labbattimento dei conni una parte dellIstria ritorna a comunicare, a rapportarsi e a commerciare con lItalia, e, nalmente, non vi sono pi barriere di alcuna sorta. Negli ultimi giorni di dicembre scomparsa una frontiera che ha separato le popolazioni, ha reciso i legami esistenti ed ha rappresentato il limite di due realt distinte, con sistemi politici, economici e condizioni di vita diversi, per non dire diametralmente opposti. La denizione di quella linea di demarcazione aveva determinato una trasformazione cos radicale e profonda che tuttora ne notiamo le conseguenze. La componente italiana autoctona rischiava quasi di scomparire, lesodo stravolse la composizione etnica del territorio, e di conseguenza le sue caratteristiche linguistiche, culturali e sociali. Labbandono dei siti originari rappresenta una frattura le cui conseguenze sono incalcolabili, poich lesodo non solo aveva svuotato i centri urbani e le campagne, ma gli aveva tolto lanima. partito unico e la vita delle stesse era subordinata al regime. Chi guidava le medesime, appoggiava apertamente il partito comunista, o per convinzione ideologica o solo perch si era consci fosse lunico modo per salvaguardare litalianit, gi fortemente compromessa a causa dello stillicidio dellesodo.

Limpegno degli intellettuali


La storiograa dovr analizzare anche la realt di quegli anni e le situazioni che si vennero a creare. Anche se determinate scelte oggi possono apparire discutibili, dobbiamo avere lonest intellettuale e riconoscere che grazie a quelle persone si sono conservate la lingua e la cultura italiana. In questo contesto non va omesso il ruolo degli insegnanti, il cui lavoro era una vera missione, ma anche quello dei giornalisti (in molti casi anche scrittori e/o poeti), che quotidianamente assicuravano uninformazione in lingua italiana, pur trovandosi tra lincudine ed il martello. Grazie a questi intellettuali, allimpegno culturale delle Comunit degli Italiani (prima Circoli di cultura italiana) e al ruolo politico laddove era possibile, seppur limitato gli Italiani non si sono ridotti a mero fenomeno folcloristico, ma continuano a rappresentare una parte della popolazione nonostante siano numericamente ridotti nonch a testimoniare lesistenza di una presenza storica.

DEL POPOLO

Lodissea dei rimasti


Per chi rimase iniziava lodissea di ritrovarsi in un contesto alterato: con le famiglie divise, con le abitazioni vuote, e via via riempite da nuovi arrivati provenienti da lontano, con le classi scolastiche dapprima dimezzate e poi, in molti casi, addirittura scomparse o ridotte a pochi studenti, con una lingua che non si udiva pi per le calli e che in talune circostanze era opportuno non usare , con i passaggi coatti dei ragazzi dalle scuole italiane a quelle slovene o croate, con la chiusura denitiva degli istituti scolastici che operavano in lingua italiana pensiamo a tutta lIstria orientale, alle isole del Quarnero e a Zara , con le discriminazioni che avvenivano alla luce del sole; e poi si assistette alla scomparsa di parte dei toponimi, di tutti i nomi delle vie e delle piazze dei centri storici nonch alla storpiatura della storia. Questi sono solo alcuni degli aspetti della difcile vita della Comunit Nazionale Italiana. Una parte di questultima, quella pi fortunata, poteva, invece, annoverare il bilinguismo e lesistenza di unistruzione in lingua italiana, dallasilo alle scuole medie superiori. Le istituzioni, poi, dovettero accondiscendere al

storia e ricerca
An no IV

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n. 2

008 Sabato, 2 febbraio 2

2 storia e ricerca

Sabato, 2 febbraio 2008

ANNIVERSARI Il 2008 sar allinsegna del quarantesimo della fondazione del

Contributi al processo di tutela e di af e della cultura italiane con approccio


di Ardea Stanii
ar un anno, questo appena iniziato, sotto il segno del quarantesimo anniversario della fondazione, per il Centro di Ricerche storiche dellUnione Italiana con sede a Rovigno, che opera nel campo della cultura e della ricerca scientica della Comunit Nazionale Italiana residente sul territorio della Croazia e della Slovenia. Unistituzione peculiare, non comparabile con nessunaltra, che cura in forme speciche lidentit nazionale della popolazione italiana nellarea della sua presenza storica e contribuisce al processo di tutela e di affermazione della sua lingua e della sua cultura. Il Centro si volge sempre di pi ai temi di carattere sociologico e storico e alla progettazione di argomenti che hanno attinenza con la CNI in Croazia e Slovenia, per un approccio scientico aperto, come ha voluto precisare Giovanni Radossi, direttore del Centro rovignese. Come duso, ogni inizio di anno si fa un bilancio su quello appena trascorso e un piano delle iniziative da svolgere in quello corrente. In questo senso abbiamo voluto interpellare, appunto, il direttore del Centro di ricerche storiche, Giovanni Radossi che ci ha segnalato i progetti che ritiene pi meritevoli di attenzione.

Ampliamento degli spazi


Lo scorso anno hanno avuto inizio i lavori di restauro delledicio Albertini II che dovrebbero volgere a termine nel corrente anno. La casa non

Il Centro si volge sempre di pi a temi di carattere sociologico e storico e alla progettazione di argomenti che hanno attinenza con la CNI in Croazia e Slovenia
una quarantina di carte ben conservate, esposte in una maniera razionale intelleggibile, tra cui la famosa carta disegnata da Rieger, che proseguir in questa direzione anche nel 2008. Per quanto riguarda lattivit darchivio, si continuer nella raccolta e nellelaborazione della documentazione riguardante le CI di Croazia e Slovenia e delle altre istituzioni della CNI. Notevole pure lattivit editoriale. Vorrei sottolineare che nel corso dellanno il Centro ha pubblicato otto volumi, di cui vorrei segnalare, innanzitutto, la regolarit delle edizioni storiche continua il direttore , primo tra tutti gli Atti, che escono da quarantanni, che hanno raggiunto quota 36, sempre molto corposi (lultimo volume conta ben 704 pagine). Unaltra edizione che mi preme sottolineare lextra serie numero 6 della collana degli Atti, che la ristampa della Divina Commedia, con le note di Nicol Tommaseo (loriginale valeva 4 milioni di lire, edizione 1878, Pagnoni, Milano), illustrata, con 100 tavole. In questo modo abbiamo voluto, su richiesta del FVG che ha nanziato liniziativa, fare un omaggio alla cultura italiana della Dalmazia, sottolineando quali siano state in quella regione le radici della presenza italiana, con Tommaseo che fu il massimo maestro della lingua moderna italiana dellOttocento, ma anche massimo esperto dellopera universale quale la Divina Commedia. Un omaggio, dunque, non solo alla gura de Tommaseo ma pure aella presenza della cultura italiana in Dalmazia. Il volume riproduce perfettamente ledizione originale, pesa 8,3 chilogrammi, stato distribuito a biblioteche pubbliche, scuole, istituti, studiosi, e abbiamo ricevuto lettere di sostegno per ledizione sia dagli esponenti del governo italiano che da studiosi in materia.

Premi e riconoscimenti
Tra le edizioni regolari ricordiamo i Quaderni XVII, che per la prima volta riportano argomenti un tempo delicati in queste terre, quali lesodo e lei foibe. Da segnalare ledizione croata de Istria pittorica (Slikarska batina Istre), che ha ricevuto il prestigioso premio Josip Juraj Strossmayer, nel novembre 07, per la soluzione graca del volume. Abbiamo chiuso lanno con due piccole cose rileva Radossi LIstria nella prima et bizantina (Collana degli Atti n. 27), una monograa dellIstria medievale, frutto della collaborazione con studiosi sloveni, autore Andrej Novak, per uninterpretazione moderna europea di questo momento delicato della storia istriana. Contemporaneamente abbiamo presentato la Memoria di Goli Otok Isola Calva (Monograe X), un volume di 340 pagine curato da Luciano Giuricin, con una sessantina di testimonianze raccolte parecchi anni fa. lunica pubblicazione su questo argomento nel territorio del nostro insediamento storico, in Istria e Fiume. In Croazia sono usciti diversi librimemorie su Goli Otok, ma nel territorio istro-quarnerino niente, anche se era questo il territorio pi interessato da quel fenomeno, in quanto la presenza dei membri della CNI in questa drammatica vicenda in percentuale una delle pi alte nellallora Jugoslavia (pi di noi solo i montenegrini). I

A quindici anni dalla sua morte, al terzo piano di casa Albertini II, verr scoperta una lapide in ricordo del professor Antonio Borme
molto grande rileva Radossi -, stata acquisita con i mezzi MAE, UI, UPT e dar al Centro uno spazio interiore di circa 60 metri quadrati. Non son tanti ma si tratta di tre ambienti di cui una parte verr adibita ad ufci per gli specialisti, in altri veranno sistemati fondi particolari, sia di volumi sia libri della bibliolteca; ma soprattutto uno spazio verr riservato allarchivio storico dellUnione degli Italiani e dellUnione Italiana. Trattandosi di materiale unico, introvabile e per questo motivo di particolare importantanza, questo materiale va custodito in modo specico, dove laccesso ai non addetti ai lavori sar proibito. Un altro ambiente, il pi piccolo, questultimo ricavato da una cisterna, sar riservato ad unesposizione ssa di carte nautiche austriache (secondo Ottocento, primo Novecento) di tutto larco Adriatico settentrionale ed orientale, da Venezia, lungo tutta la costa istriana, il Quarnero e tutta la Dalmazia, no allAlbania. Una collezione che ritengo unica, lunga 9,5 metri, che illustra (quasi fotografa) la costa orientale, da Capo Promontore no allAlbania. In alto saranno esposte fotograe e disegni della costa, mentre sotto saranno in bella vista queste carte originali, in una suggestione che

Il direttore del Centro di Ricerche storiche di Rovigno Giovanni Radossi

Tra un paio di mesi sar pubblicata ledizione croata di Istria nel tempo
cheologico e architettonico dallEt antica a quella moderna dellIstria, Fiume e la Dalmazia riassume Radossi , sugli statuti medievali dei comuni istriani e dalmati (veneti), sulla storia del patrimonio artistico e culturale dellIstria, di Fiume e la Dalmazia, ricerche intorno agli aspetti demograci in Istria, Fiume e Dalmazia dal XVII no al XX secolo, sui censimenti jugosladella popolazione in Istria, FiuImportanti iniziative vi me e Dalmazia, laraldica istriana, ricerche sui dialetti istrioti e venescientiche ti dellIstria, nonch uno studio riPer quanto riguarda lattivit di guardante la problematica storicoricerca, sono tanti i progetti porta- sociologica e culturale degli italiati avanti nel 2007. Si prosegui- ni dIstria, Fiume e Dalmazia. Una to con la ricerca sul patrimonio ar- vasta attivit scientica e di ricerca solamente un simile ambiente pu offrire. Il tutto, si spera, sar inaugurato nella seconda met dellanno. Sempre in casa Albertini II, ancora uniniziativa importante: al terzo piano verr scoperta una lapide ricordo nel 15.esimo anniversario della morte del professor Antonio Borme, che stato il capo storico dell UI, una lapide che il Centro dedica al suo sostenitore.

Sabato, 2 febbraio 2008

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Centro di Ricerche storiche di Rovigno

fermazione della lingua scientico aperto


Quaderni 18, gi in stampa, varranno presentati il prossimo mese: si tratta di un volume molto ricco volto sulla storia contemporanea, i problemi della CNI, pagine vere del secolo scorso.

Ristampa delle opere storiograche


Nel corso dellanno si proceder, mezzi nanziari permettendo, alla preparazione della ristampa di alcune opere fondamentali della storiograa istriana (C. De Franceschi) e dalmata (N. Tommaseo) in lingua italiana, alla valorizzazione delle personalit distintesi dellarea culturale italiana, quale contributo alla conservazione di questo aspetto specico del patrimonio culturale e dellidentit nazionale del terri-

Di imminente uscita il XVIII numero dei Quaderni 18: unedizione molto ricca volto sulla storia contemporanea, pagine vere del secolo scorso
anticipa Radossi -, in occasione del quarantennale della fondazione, che ricorre, appunto, nel cor-

Giovanni Radossi nel suo studio torio e dei suoi abitanti. di particolare importanza la collaborazioUna ricerca sullattivit delle rappresentanze ne materiale e professionale con la Nazione Madre ribadisce Radossi diplomatico-consolari del Regno dItalia dal 1867 al 1915, attraverso varie forme ed orientaper capire in quale maniera il Regno dItalia fu vicino alla menti, usufruendo anche degli Istituti di ricerca della diaspora istriapopolazione di questa regione ex veneta, diventato unenclave na in Italia (IRCI di Trieste), della regione del FVG, la collaborazione romanza nellambito dellImpero austro-ungarico con lUniversit popolare e lUniversit degli Studi di Trieste, con il Consiglio Regionale del Veneto rente anno. UIIF-UI, storia e do- profondita sullidentit degli ita- tico-consolari del Regno dItalia lArchivio del Litorale Adriatico di cumenti, una fatica che ha im- liani nella Repubblica di Croazia, dal 1867 al 1915, per capire in che Padova, la Societ Dalmata di Sto- pegnato Luciano ed Ezio Giuricin, iniziativa gi portata a termine per maniera il Regno dItalia era vicino opera che constrer di due volumi, quanto riguarda la Repubblica di alla popolazione di questo territorio ria Patria e altri istituti. E poi ledizione croata di Istria ognuno di circa 600 pagine; il pri- Slovenia, realizzata a suo tempo ex veneto, diventato unenclave ronel tempo, che sta per andare in manza nellambito dellImpero austampa tra un paio di mesi, nanstro-ungarico. Abbiamo indiviuato ziata dalla Regione istriana. Penso che il Regno dItalia apr a Trieste si tratti di un traguardo importante un Consolato Generale dal qua rileva il direttore poich stata le dipesero in maniera diversicala Regione a portare avanti liniziata Consolati o Agenzie consolari a tiva per la traduzione in croato delGorizia, Pirano, Parenzo, Rovigno, la nostra opera, onde poterla distriFiume, Buccari, Portor, Sebenico, buire alle varie personalit che venZara, Spalato, Ragusa e addirittura gono a far visita al nostro territorio. a Mostar! Il progetto potrebbe proE per diffonderla, quanto possibile trarsi per una decina danni, forse in alcune scuole superiori in linpi. Un altro progetto riguarda la gua croata. Dal canto nostro abcosta adriatica orientale: abbiamo biamo distribuito oltre 7000 copie dato lavvio ad un progetto che del volume agli alunni delle nostre dovrebbe venir realizzato entro scuole, in tutta la sua verticale, dadue o tre anni, un atlante storico gli asili alle facolt. In produzione, dellAdriatico orientale, con circa attualmente, il DVD, tre ore e mez150-200 pagine di testo, 200 illuza di programma, per tutti quelli strazioni tra riproduzioni di carte che hanno ricevuto la copia cartae cartine geograche, per spiegare cea. Da aggiungere ancora, che in la storia dei cambiamenti avvenulavorazione la traduzione in lingua ti a partire da Trieste no allAlbaslovena (testo tradotto ormai oltre il nia. Si tratta di unopera che sar si70 per cento); ma non abbiamo ancuramente di grande interesse, che cora individuato il nanziatore e il andr a colmare una lacuna nora distributore per ledizione slovena esistente riguardo il territorio della sul territorio sloveno. costa dalmata.

mo conterr la narrazione degli avvenimenti dal 1943 no al 2006, mentre la seconda sar unantologia ricca e ragionata di documenti della nostra storia, dalle prime lettere, ai primi statuti, le proteste, i torti subiti nel corso di circa sessantanni. Un grosso contributo, ricco di fotograe e immagini (200 circa), una sezione di schede sulle istituzioni della CNI, per dare una visione sul mondo che ha gravitato e gravita intorno allUI: le scuole, lEDIT, il Dramma Italiano, il Centro di ricerche tutto quello, insomma, che ha costituito e costituisce il nostro corpo culturale e civile. Questo, grossomodo, un sunto dellattivit editoriale nellanno che abbiamo davanti. Oltre alla logica continuazione dei vari progetti pluriannuali, in cantiere anche progetti nuovi. Pubblicheremo ancora una ricerca sulle abitazioni tradizionali in Istria anticipa Radossi - , un volume di carattere etnograco con 250 pagine di testo, 500 immagini a colori di costruzioni tradizionali, in primo luogo della campagna, stanzie e agglomerati abitativi che costituiscono il paesaggio della nostra penisola. Unedizione nanziata dal FVG e il sostegno del Centro tramite UI-UPT. Accanto a questa, altre edizioni che si richiamano ancora una volta alla collaborazione con FVG e UI-UPT, come pure con lUniversit degli Studi di Trieste: si concluder nel 2008 una ricerca ap-

autonomamente dallUniversit di Trieste.

Ambiziosi progetti in cantiere


In cantiere anche due progetti nuovi: Uno riguarda una ricerca di cui si accenna nel Volume 37 degli Atti (in uscita nel 2008) anticipa il direttore , una ricerca sullattivit delle rappresentanze diploma-

Unantologia delle vicende UIIF-UI


Lopera, che dovrebbe venir realizzata nel 2008 (iniziata sette anni fa), la storia dellUIIF-UI

La cura dei dialetti del nostro territorio


Nel 2008 porremo pure laccento del nostro impegno in campo lologico, per quanto riguar-

da la CNI, attraverso due aspetti: uno, gi tradizionale, attraverso la pubblicazione di dizionari dialettali del nostro territorio (sei sono nora gi stati realizzati). Questanno dovrebbe uscire il dizionario del dialetto istro veneto di Buie, praticamente gi pronto, mentre in fase di completamento quello di Pola. Particolare attenzione sar rivolta allantropologia vallese. Laltro riguarda la ricerca toponomastica. Si inizia con la pubblicazione della toponomastica di Rovigno, in rovignese antico, comparata con le parlate istriote del territorio, che si presenta anche come una ricerca etimologica. I piani del CRS comprendono anche delle ristampe, tra cui unopera fondamentale di toponomastica di tutto il territorio, che va dal Trentino Alto Adige no a tutta la Dalmazia, pubblicato dal prof. Carlo Maranelli nel 1915. Ledizione contiene tantissimi dati storici, economici, sociali, linguistici, statistici che danno unimmagine autentica del territorio, una visione sullopinione colta pubblica italiana guardava a quel tempo il problema sul futuro conne orientale italiano dopo la Prima Guerra mondiale, non un aspetto nazionalistico bens un approccio molto colto e attento ai problemi connessi a quello che sarebbe diventato il futuro conne orientale. Da non dimenticare che anche nel corso del 2008, il Centro si impegna a curare la specializzazione dei suoi collaboratori: Con lappoggio dellUI verranno nanziati due dottorati di ricerca di due nostri studiosi. Si prevede di impiegare un nuovo studioso con laurea universitaria e la specializzazione dei quadri che continuer atraverso la collaborazione con la Nazione Madre e con il sostegno della Croazia e della Slovenia. Quello che ci preme innanzitutto di accelerare la ricerca di studiosi di storia medievale e moderna. Progetti, dunque, non da poco, a cui il Centro di Ricerche storiche di Rovigno sapr sicuramente far fronte con limpegno e la seriet che da sempre lo contraddistinguono.

Sabato, 2 febbraio 2008

storia e ricerca
La Shoah narrata in una mostra fotograca allestita dallAssociazione dei combattenti e degli antifascisti di Fiume

Sabato, 2 febbraio 2008

TESTIMONIANZE

Oleg Mandi: In pochi secondi ho perso la mia identit come tanti altri. Sono diventato il numero IT 189488
di Gianfranco Miksa

icordare gli atti di barbarie del nostro passato per impedire nuove barbarie, per costruire un futuro che si ispiri a ideali di libert e di fratellanza fra i popoli.Vietato dimenticare gli orrori del passato, afnch

nante. E non solo: Napolitano ha rammentato che la Shoah fu preparata dalle leggi razziali emanate dal regime fascista settantanni fa, leggi che suscitarono orrore negli italiani rimasti consapevoli della tradizione umanista e universali-

Luscita della famiglia Mandi, accompagnata da due ufciali sovietici, dal campo di Auschwitz. Oleg il secondo da sinistra, al centro invece la mamma e la nonna lantisemitismo, dottrina purtrop- stica della nostra civilt e del conpo ancora oggi esistente e forte, tributo ad essa dato dalla comupossa essere combattuto e scon- nit ebraica. Noi non abbiamo tto. Questo il monito lanciato dimenticato e non dimenticheredal presidente della Repubblica mo mai la Shoah ha ribadito NaItaliana Giorgio Napolitano, nei politano e non dimenticheremo discorsi pronunciati in occasione nemmeno i Giusti dItalia, persodella Giornata internazionale del- naggi che tennero vivi gli ideali la Memoria, rilevando al contem- di umanit, si sforzarono di salvapo che deve essere la nostra sto- re almeno alcuni degli ebrei perseria quella dalla quale cogliere tutti guitati, salvarono anche le nostre i corretti insegnamenti per una de- coscienze. E parlando di Giusti, mocrazia vera e sana; afnch la impossibile non riccollegarci nella nostra realt sociale non sia fran- memoria al questore giusto Giotumata per le piccole differenze vanni Palatucci, nel 1937 trasferiche caratterizzano gli uomini che to alla questura di Fiume come rela compongono, differenze che poi sponsabile dellufcio stranieri e in realt la rendono cos affasci- poi come commissario e questore

reggente, che nella sua posizione cerc di fare un po di bene, salvando numerosi ebrei (un calcolo approssimativo ha stimato in circa 5.000 il numero di persone da lui aiutate). Quando nel novembre del 1943 Fiume entr a far parte della Adriatisches Kustenland, il comando della citt pass al capitano delle SS Hoepener. Pur avvisato del pericolo che correva lui stesso, decise di rimanere al suo posto, far scomparire gli archivi e salvare pi persone possibili. Il 13 settembre 1944 Palatucci venne arrestato e tradotto nel carcere di Trieste, dal quale fu poi deportato a Dachau. Mor pochi giorni prima della liberazione a soli 36 anni. Non un accenno alla sua gura nel capoluogo quarnerino, dove la Giornata della Memoria stata celebrata dallAssociazione dei combattenti e degli antifascisti di Fiume (UABA) con una modesta mostra incentrata sulla tragedia dellOlocausto. Alla mostra/ cerimonia, che ha anche inaugurato la nuovissima sede dellAssociazione antifascisti in Via Demetrova ha preso parte un numeroso pubblico, tra cui diversi esponenti della citt di Fiume (Ivanka Persi, capodipartimento alla Cultura), il presidente della Comunit ebraica di ume Vlado Kohn e tanti altri. Dinko Tamarut, in qualit di presidente dellUABA umana ha voluto rievocare le vicende degli ebrei umani, ricordano in primo luogo la Sinagoga umana, distrutta dai tedeschi nel 45, oltre che tutte le vittime della Germania nazista. La mostra stata allestita dai professori Ines Grgurina e Mirela Caput. Lesposizione consiste in una serie di 10 panelli con tanto di fotograe e attente didascalie. ripercorsa la drammatica vicenda legata alla persecuzione degli ebrei, dalla Notte dei cristalli no al giorno in cui verranno abbattuti i cancelli di Auschwitz. In

Parla un testimone oculare, Pino Bulva


uno di questi panelli descritta anche la storia della comunit ebraica umana e la costruzione della Sinagoga. La mostra stata arricchita dalla testimonianza, prima in prima persona, e poi anche attraverso un lmato, dellabbaziano Oleg Mandi. Si tratta di un ex internato del campo di Auschwitz. Oleg aveva undici anni quando nel 1944 stato arrestato, assieme alla mamma e alla nonna, dai militari tedeschi come rappresaglia perch il nonno e il padre erano entrati nelle le partigiane. Nella sua testimonianza ha ricordato che nei campi di concentramento non cerano solo ebrei ma tantissimi altri gruppi e addirittura sottogruppi, come zingari, comunisti, omosessuali, malati di mente, Testimoni di Geova, russi, polacchi e altre popolazioni slave, oltre che pervertiti, criminali, imbroglioni e cos via. Eravamo tutti popolazione indesiderata. Ed eravamo tutti antifascisti ha spiegato Mandi. Gli ebrei sono coloro che hanno pagato il prezzo pi alto, ma allo stesso modo non dobbiamo dimenticare le altre vittime di altre nazionalit. Mandi ha descritto nei dettagli il viaggio verso il lager di Auschwitz, la vita se cos pu essere denita nel campo. Dopo una piccola parentesi nelle carceri umane e in quelle triestine sono seguiti due mesi alla Risiera di San Sabba. Lunico campo di concentramento fornito di un inceneritore ricorda Mandi al di fuori della Germania nazista . Dopo la Risiera triestina ci mandarono, in treno,

Cos i Tedeschi bruciarono la Sinagoga


ammassati come animali nei vagoni, verso una localit in Polonia, un complesso dal nome di Auschwitz. Un nome che a noi allepoca non signicava assolutamente nulla. Quello che mi colp era la grandezza del campo di concentramento, non sintravvedeva la ne. Appena sceso dal treno mi sono accorto che ovunque cerano recinti di lo spinato, dietro ai quali erano sistemate tantissime baracche. Allorizzonte invece si scorgevano strane costruzioni, con dei grandi camini. Era il crematorio. Abbiamo avuto fortuna, forse perch nel nostro gruppo non cerano tanti ebrei, di nire nel lager e non nel crematorio. Subito iniziata la selezione tra maschi e femmine. Anche se tutti i ragazzi di et superiore ai dieci anni nivano nel campo maschile, io, grazie alla confusione sono nito assieme a mia madre e alla nonna, in quello femminile. Poi, in pochi secondi ho perso il nome, la mia identit. Sono diventato il numero IT 189488. Mandi ha raccontato anche di aver conosciuto, quando si ammalato di a Sinagoga di Fiume, il luogo di culto della religione ebraica, che si trovava allincrocio delle vie Pomerio e Fiorello la Guardia, stata demolita dai militari tedeschi nel lontano 20 gennaio 1944. Uno dei testimoni oculari il umano Pino Bulva, per molti anni redattore tecnico della rivista Panorama, oggi in pensione. Allepoca Pino era un ragazzino di undici anni. I terribili fatti se li ricorda cos: Era una bellissima giornata di sole. Essendo giovanetto, ero solito giocare con i miei coetanei davanti casa, sulla scalinata di fronte allodierno Albergo Bonavia. Qualcuno del gruppo ha gridato che i tedeschi erano intenzionati ad appiccare il fuoco alla chiesa degli ebrei. Abbiamo imboccato la Via 30 ottobre, che lodierna Frano Supilo, passando per la Via Pomerio, allincrocio di Via Firenze, dove si trova lArcivescovado. La visibilit non era granch, ma la curiosit mimponeva di trovare un posto migliore. Cos sono corso per la Via Milano, dove si trova il campo di pallacanestro, sbucando in Via Parini, lodierna Fiorello La Guardia. L, sempre ad una certa distanza, cera un panorama migliore. I fatti si svolsero in questo modo. I tedeschi con delle taniche cosparsero la Sinagoga di benzina, dopo di che lanciarono allinterno del Tempio due bombe a mano, quelle tipiche tedesche con il manico. Dopo lesplosione, il luogo di culto ebraico prese fuoco. Non cerano molti presenti, perch la popolazione aveva paura dei tedeschi. Circa venti minuti dopo arrivarono i pompieri con lautopompa. Tuttavia i soldati del Reich non vollero dare il consenso per spegnere lincendio. Da parte loro, i pompieri insistettero per bagnare almeno le case vicine, di modo che almeno quelle non prendessero fuoco. I tedeschi acconsentirono, ma appena il pompiere accenn a irrigare in direzione del Tempio, il soldato alz la pistol machine, mettendo in guardia il povero vigile del fuoco. Ricordo che la Sinagoga era una delle costruzioni umane pi belle racconta ancora Bulva . Mentre ardeva, la grande cupola che sovrastava ledicio croll allinterno del Tempio. Ci nonostante le mura perimetrali rimasero in piedi. Pi tardi, nel 1945 quando arrivarono i partigiani, una delle prime cose che fecero fu quella di demolire ci che era rimasto del Tempio, per costruire un edicio con appartamenti e vani adibiti ad ufci, che esistono ancoroggi. Penso che non si poteva fare nullaltro. Se la cupola non fosse crollata forse si sarebbe potuto rinnovare il tempio, conclude il connazionale che della comunit ebraica umana dice: era integrata completamente nel tessuto della citt. Erano inseriti nella societ e nella vita quotidiana, meglio che in qualsiasi altra citt italiana, come Ferrara e Trieste, dove erano situati i pi grandi ghetti. A Fiume non si faceva caso, non ci si accorgeva se qualcuno era ebreo. Tanto che, quando iniziarono le persecuzioni, ogni volta che qualcuno spariva o veniva deportato, ci si chiedeva: anche lui era ebreo?. A Fiume, chi era in potere di farlo, salvava gli ebrei, basti ricordare Giovanni Palatucci.

Rilettura sgombra da pregiudizi ideologici

Sergio De Santis ricostruisce la Notte dei lunghi coltelli S


abato 30 giugno 1934. Alle 4 del mattino, nellaeroporto di Monaco atterra un trimotore Junker. A bordo c Adolf Hitler. Per le Sturmabteilungen (SA), le popolari camicie brune delle Squadre dAssalto che hanno giocato un ruolo decisivo nei primi anni del movimento nazista, sta per aver inizio la purga sanguinosa capitanata dal gruppo avversario, le aristocratiche SS, che passer alla storia come la Notte dei lunghi coltelli. Come si arrivati a questo drammatico regolamento di conti allinterno del regime? E come stato possibile che gli aspetti innegabilmente teppistici del fenomeno SA, la sgradevolezza persino sica dei principali personaggi coinvolti nella vicenda a partire dallo stesso comandante del corpo, il ripugnante capitano Ernst Rhm abbiano potuto far accantonare lesigenza di approfondire lanalisi sociologica e politica di un movimento che al momento della purga era arrivato a inquadrare parecchi milioni di tedeschi, necessariamente non tutti teppisti e tagliagole? Per rispondere a questo interrogativo necessaria una rilettura del movimento nazista, sia nella fase cruciale della marcia verso il potere sia in quella del consolidamento del regime. Una rilettura sgombra da pregiudizi ideologici, che affronti di petto alcuni temi di solito trattati in maniera alquanto sommaria. E che soprattutto non esiti di fronte alla necessit di rimettere in discussione non poche idee ormai canoniche, anche a costo di abbandonare il rassicurante terreno delle denizioni nette e delle etichette in bianco e nero, al ne di addentrarsi nella zona crepuscolare dei fenomeni contraddittori e delle verit imbarazzanti.

Una precisa ricostruzione del quadro storico che ha determinato il drammatico episodio nel giugno del 1934, quella di Sergio De Santis, giornalista, studioso di storia, responsabile e autore di programmi televisivi, che ha pubblicato di recente La notte dei lunghi coltelli. La vera storia delle SA (Avverbi Edizioni, Grottaferrata/Roma, p. 264, 14 euro). Sergio De Santis, giornalista, studioso di storia, responsabile e autore di programmi televisivi. Autore del volume Spionaggio nella Seconda guerra mondiale (2001) e Mohandas K. Gandi fuori dalla leggenda (2004). Ha contribuito alle opere Storia delle rivoluzioni, I protagonisti della rivoluzione in America latina e I grandi enigmi fra cronaca e storia. Ha collaborato con numeri speciali, dossier, saggi e articoli a Nuovi argomenti, Il Mondo, Rivista storica del socialismo, Storia illustrata, Storia e Dossier, Ulisse, Il Paradosso. Dirige la collana Storicamente per la casa editrice Avverbi. (ir)

dissenteria, il dottor Josef Mengele. Era una persona molto a modo, gentile. Dei suoi orrori e degli esperimenti sui gemelli non sapevamo niente. Ad ogni modo ricordo che nellospedale cerano un continuo via vai di gemelli. Il 27 gennaio 1945, le truppe dellArmata Rossa, nel corso delloffensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la citt polacca di Owicim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. Lultimo prigioniero ad uscire da quel campo stato proprio Oleg Mandi, insieme con la sua famiglia. La sua uscita stata lmata anche dagli operatori russi. Dopo, da grande sono tornato ad Auschwitz per due volte, da solo senza la mamma e la nonna ha concluso Mandi.

6 storia e ricerca
Dalla prima pagina Va altres sottolineato che dal termine del secondo conitto mondiale in poi la componente italiana si era ritrovata progressivamente alienata dal contesto culturale ma anche linguistico dellItalia. Una regione che aveva prodotto una simbiosi con le sponde opposte dellAdriatico, contribuendo non poco nei vari campi dello scibile umano, conobbe, allora, un isolamento pressoch completo. Erano gli anni bui e difcili in cui si stava consumando lesodo, che stava a poco a poco alterando la congurazione etnica della regione, le istituzioni storiche e le persone che le guidavano abbandonarono pure il territorio e al contempo scomparvero i segni visibili in cui si riconoscevano gli Italiani, che, sovente, furono divelti con la forza. Il martello spezz targhe lapidee, insegne e monumenti che ricordavano la storia della componente italiana, le sue speranze ed aspirazioni, come nel caso degli irredentisti, che per le nuove autorit rappresentavano il male per antonomasia, e pertanto venivano deniti una sorta di antesignani del fascismo. La damnatio memoriae colp quanto appariva incongruente a coloro che propinavano una storia scritta a tavolino, contraddistinta dalla lotta secolare dei popoli slavi contro presunti oppressori e dallannessione alla madre patria jugoslava delle terre liberate, perci vennero occultate le tracce disseminate sul territorio che rammentavano un passato decisamente diverso e pi complesso di quello che si voleva rappresentare. Si celavamo, o meglio si eliminavano, le testimonianze del passato: furono distrutti leoni marciani, stemmi ed epigra di podest e rettori veneti, targhe celebrative, ecc.
nelle nostre terre a guerra terminata e nei decenni successivi, e per evidenziare che, mentre tutti condannano quanto compiuto dal fascismo nel periodo tra le due guerre mondiali nei confronti delle istituzioni, della cultura e dei singoli appartenenti alla comunit slovena e croata, pochi conoscono le sorti degli Italiani e della loro cultura, smantellata dal territorio e poi relegata alle scuole e ai circoli di cultura, ma controllati di fatto dal regime. ondata di repressione che segu alla risoluzione del Cominform contro il Partito comunista jugoslavo per deviazionismo ideologico (1948) ebbe conseguenze tragiche su tutta la societ jugoslava dellepoca, e in particolare si riett pesantemente sulla condizione degli italiani dellIstria, di Fiume e delle isole del Quarnero, gi privati nel loro potere economico, politico e sociale nel periodo 1945 1948, in particolare dallesodo della popolazione italiana iniziato gi alla ne del conitto e sviluppatosi in massa dalla ne del 1946. La rottura con Mosca signic sia una nuova resa dei conti del regime di Tito con i suoi nemici, o presunti tali, sia la rottura tra il comunismo jugoslavo e i comunisti italiani tra cui diversi immigrati politici venuti in Jugoslavia a costruire il socialismo che si schierarono dalla parte di Stalin. La repressione fu violenta e molti dei cominformisti italiani dovettero emigrare per mettersi in salvo. Altri nirono nel campo di rieducazione di Goli Otok Isola Calva o in altri campi di detenzione. Luciano Giuricin e il Centro di Ricerche storiche di Rovigno hanno voluto dedicare allargomento facendo luce su uno dei tanti tab della nostra storia, rimasti per diversi anni preclusi alla ricerca una monograa, un volume-testimonianza a ricordo di tutte quelle persone che, sotto diverse forme, ne furono coinvolte, come precisa Orietta Moscarda Oblak nella prefazione di La memoria di Goli Otok (Monograe, Centro di Ricerche storiche Rovigno, vol. X, Rovigno 2007, pp. 332).

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DOSSIER ISOLA CALVA (1) Iniziamo a pubblicare, con

Furono dichiarati tra


L

La nuova stagione
Sino alla democratizzazione delle due repubbliche tutto ci era una sorta di divieto sacrale e non si doveva affrontare quella pagina in quanto avrebbe signicato svelare le nefandezze del regime, che giusticava quanto compiuto in nome del riscatto del proprio popolo. Solo nel 1964 si aperse una nuova stagione per i connazionali residenti in Jugoslavia, quando cio lUniversit Popolare di Trieste dette inizio ai primi timidi tentativi di collaborazione sul piano culturale con lUnione degli Italiani dellIstria e di Fiume. E fu un vero miracolo perch contribu al venir meno di quellisolamento di cui abbiamo gi accennato, e grazie a quella benemerita istituzione i cui rapporti esistono tuttoggi la componente italiana pot sviluppare iniziative culturali (rammentiamo solo il concorso darte e di cultura Istria Nobilissima) nonch migliorare la realt scolastica, fondamentale per mantenere vive la lingua e lidentit. Il venir meno della Jugoslavia e lindipendenza della Slovenia e della Croazia hanno aperto nuovi scenari, non sempre migliori rispetto alla situazione precedente, almeno sul versante del rispetto del bilinguismo (laddove questo contemplato dagli statuti municipali), che gradualmente viene eroso e arretra, come nel caso del Capodistriano, in cui si assiste al consolidamento dello stato nazionale e, di conseguenza, della slovenit.

Comunit degli Italiani di Fiume, settembre 1973: da sinistra Corrado Iliassich, Ferruccio Glavina, Lorenzo Vidotto e Luciano Giuricin tati delle ricerche sono stati divulgati attraverso la pubblicazione di saggi, di articoli e di notizie tratti da mie ricerche in varie opere, riviste e giornali. Ricorder in primo luogo il mio primo articolo a puntate dedicato a questo tema, apparso su La Voce del Popolo (27, 28 e 29 settembre 1990, ndr) precisa Giuricin in cui illustrai per sommi capi le ricerche condotte sul Cominform riportando una lunga serie di testimonianze raccolte no ad allora, che Giacomo Scotti, assieme alle altre numerose notizie apparse in merito nellapposita rubrica sul tema che aveva curato sullo stesso giornale, riport nella prima edizione del suo libro Goli Otok-Ritorno allIsola Calva apparsa nel novembre del 1991. A partire da questo numero, nellInserto Storia e Ricerca, considerato anche il coinvolgimento pi o meno diretto di diversi giornalisti e impiegati dellEDIT, troveranno spazio alcune testimonianze, a iniziare da quella resa da Ferruccio Glavina di Fiume che, assieme a quella di Antonio Giuricin di Rovigno, lunica fornita da chi allora faceva parte del potere popolare e quindi, in virt di osservatore privilegiato, contribuisce a completare il quadro della situazione. Segretario dellUnione Italiana (nel 1958 1962) presidente del Comunit degli Italiani di Fiume (1965 1972) e direttore dellEDIT dal 1973 al 1976, fu, con Antonio Borme e Corrado Iliassich uno dei principali protagonisti della storica XIV Assemblea dellUIIF a Parenzo nel maggio del 1971, in particolare per aver dato vita al nuovo Statuto dellUnione che, oltre alla trasformazione dei Circoli Italiani di Cultura in Comunita degli Italiani, puntava a fare dellUIIF la futura associazione sociale autonomaautogestita di tutti i cittadini di nazionalit italiana.

Le picconate
Lopera volta a cancellare il passato non aveva risparmiato alcuna localit dellAdriatico orientale. Ecco allora che scomparve per sempre la targa realizzata nel 1883 dal comune di Pirano per ricordare il sesto centenario della dedizione della citt a Venezia mentre, per un caso fortuito, rimase intatta la targa con i nomi dei piranesi irredenti caduti nellesercito italiano nella guerra del 191518, che tuttora collocata sulla facciata del palazzo del tribunale sito in piazza Tartini ; a Isola venne tolta la lastra marmorea, sita sulla facciata della casa natale, in cui si rammentava Domenico Lovisato, scienziato di fama internazionale e patriota, a Capodistria vennero spezzate le epigra dedicate agli studenti del Liceo cittadino caduti nelle guerre risorgimentali. E poi quanti libri italiani furono occultati o distrutti? Le biblioteche civiche, nate e sviluppatesi grazie allapporto delle rispettive municipalit e dei singoli cittadini furono chiuse ed il loro patrimonio librario in buona parte disperso, stessa sorte tocc ai conventi con le loro preziose raccolte di tomi e oggetti artistici. I danni provocati furono incalcolabili. Lobiettivo evidente era cancellare la memoria storica, obliterare quanto rimandava ai rapporti con lItalia. Ricordiamo questo non per alimentare inutili polemiche ma solo per sottolineare quanto si consum

Un osservatore privilegiato
Lautore, Luciano Giuricin, ha lavorato alla ricerca per diversi anni, in pratica dal 1990-1991 intervistando i protagonisti, proseguendo nel 1993-1994 presso gli archivi, per arrivare a una stesura denitiva nel 1995, ma il manoscritto rimasto no a poco tempo fa nel cassetto per mancanza di mezzi nanziari. Nonostante tutto, nel corso di questi anni, i risul-

Attaccamento alle radici


Allalba del terzo millennio la Comunit Nazionale Italiana si trova ancora a pagare le conseguenze di mezzo secolo or sono. Il ruolo che si pressata di perseguire non era e non lo nemmeno oggi dei pi semplici. I nove decimi della popolazione autoctona lasci la propria terra, se ne and la borghesia, lintellighenzia ma anche le persone comuni: i pescatori, i salinai, i contadini, i calafati e con loro se ne andarono anche gli antichi saperi di quelle attivit e mestieri tradizionali che si tramandavano di generazione in generazione. Dalla vecchia Capodistria se ne erano andati proprio tutti: paolani e pescatori, impiegati e artigiani, coristi e sportivi, le ragazze della lodrammatica (...) scrive Fulvio Tomizza nel suo Il male viene dal nord. Stava tramontando un mondo, e per sempre. Ci che la comunit italiana qui residente ancora possiede, e perci ne va orgogliosa, la lingua e la cultura, che, nonostante tutto e tutti, si sono conservate, segno, anche questo, del loro profondo radicamento in queste contrade.

Assemblea costitutiva della CI di Fiume, 11 maggio 1971, presidenza dei lavori con Maria Schiavato, Ferruccio Glavina (eletto primo presidente), Andrea Benussi, Giovanni Cucera ed Eris Materglian

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ri ripercussioni non si vericarono allinizio, bens durante il 1949 quando ebbero luogo i primi arresti. Nel 1948 si svolsero in tutte le cellule di partito le riunioni preparatorie nelle quali venivano spiegate le ragioni del PCJ e confutate le critiche del Cominform espresse nella sua prima risoluzione. Prima di questa operazione, nellampia sala del Talia, in Salita Calvario, ebbe luogo unimportante riunione di massa, dedicata ai membri del partito di nazionalit italiana. Erano presenti forse due o trecento persone, alle quali furono riassunti e commentati ambedue i documenti: la Risoluzione e la risposta del CC del PCJ, pi altre lettere accompagnatorie giunte in seguito. Dirigeva la seduta Oskar Pikuliuti, mentre Erio Franchi fungeva da traduttore. Molti di noi si meravigliarono del fatto che il Pikuli, allora capo dellUDB-a di Fiume, fosse stato incaricato di dirigere questa e tante altre riunioni del genere del partito. Un segno evidente anche questo che la polizia stava assumendo il pieno controllo, anzi la direzione di tutta loperazione portata avanti allora per affrontare la contesa con il Cominform. Pure in questa occasione si svolse un intenso dibattito, nel corso del quale furono affrontati i pi disparati argomenti sollevaRovigno. Il tema scelto riguardava i rapporti economici tra i paesi socialisti, nei quali dominavano le note societ miste in piena sudditanza dallURSS. Durante il dibattito qualcuno pose laccento su certi episodi negativi successi a Rovigno, dove diversi cittadini furono bastonati di santa ragione da parte di speciali squadre dazione, anche se non avevano avuto a che fare con il Cominform. Venne appurato, infatti, che almeno tre persone subirono queste punizioni senza colpa n pena.

quella resa da Ferruccio Glavina, una serie di testimonianze tratte dal volume di Luciano Giuricin

ditori i massimi esponenti dellUIIF

Gli abusi di potere


In varie altre riunioni cui partecipai a Rovigno con i pescatori, al comune, alla Manifattura tabacchi, potei constatare notevoli manchevolezze e abusi di potere. Argomenti che, assieme ad altri, diverranno poi base fondamentale dellinchiesta condotta dal Comitato centrale del PCJ in Istria e a Fiume, conclusasi con lallontanamento di quasi lintera dirigenza del partito della regione. A quale punto fosse arrivata la paura di compromettersi anche tra le persone pi in vista dichiaratesi fedeli interpreti della linea di Tito e del CC del PCJ, ebbi modo di constatarlo quando fu convocata da Vladimir Bakari a Zagabria una decina di dirigenti italiani dellIstria e di Fiume, tra i quali cero anchio, per sentire dalla loro viva voce la verit sugli eccessi vericatisi allora in tutta la regione. Ebbene, nonostante la sducia che regnava sui massimi esponenti regionali del partito responsabili diretti della grave situazione venutasi a creare allora, ci fu quasi un silenzio di tomba, rotto solo saltuariamente da qualche insignicante rilievo critico. Quello che successe poi nellottobre 1953 durante la grave crisi di Trieste, quando in una sola notte fu abbattuta e divelta la maggior parte delle scritte e delle insegne italiane e bilingui di Fiume, non fu altro che la continuazione della politica di terrore operata allepoca dellesodo e del Cominform, indirizzata questa volta esclusivamente contro la minoranza italiana. Io in quel periodo rivestivo la funzione di presidente del Consiglio operaio della Torpedo. Quando arrivai al mattino in fabbrica constatai che erano state eliminate tutte le scritte in lingua italiana esistenti nei vari reparti ed ufci. Furono cancellati con il minio addirittura gli abituali avvisi davvertimento di pericolo della corrente ad alta tensione e delle gru in movimento. In tutta quella cagnara nessuno os alzare la voce, n per i fatti successi in citt e neppure per quelli della Torpedo, anche perch essendo questa unazienda di carattere militare, tutto era in mano allUDB-a e alla polizia politica dellAPJ. Coloro che cercarono di esprimere anche la pi timida osservazione pure in questa circostanza furono messi da parte ed allontanati.

Nella primavera-estate di sessantanni fa, quando fu annunciata la Risoluzione del Cominform, faceva parte dellEsecutivo del Comitato popolare cittadino

di Fiume, con lincarico di presidente della Commissione per i piani e direttore dellUfcio statistica, incarico che svolse no al marzo 1949, quando fu trasferito al Comitato popolare regionale da poco costituito. Ricordo che rimasi letteralmente sbigottito da questo fatto. Tanto al primo, e credo anche ultimo, dibattito sullargomento al quale partecipai in seno al Comitato cittadino del PCC, di cui ero membro, tutti erano incredibili, al punto da pensare a qualche eventuale equivoco, che si sarebbe ben presto potuto appianare. Invece la faccenda si present ben presto con tutta la sua tragicit e pericolosit.

Il tutto gestito dallUDB-a


Da quanto potei constatare di persona sin dallora gli organismi di partito, anche quelli pi responsabili come appunto il Comitato cittadino di Fiume, avevano poca voce in capitolo su quanto stava accadendo a questo riguardo nel nostro territorio. Tutto veniva gestito da una ristrettissima cerchia di funzionari dellUDB-a, o al servizio di questa, che riceveva precise istruzioni dallalto. Le maggio-

ti dalla Risoluzione, con continui battibecchi fra i presenti. Molti di coloro che avevano preso la parola esprimendo qualche larvata critica, subirono pi tardi non pochi dispiaceri, nendo anche a Goli Otok. Per cui da credere che tali riunioni, convocate afnch tutti potessero esternare il proprio pensiero liberamente, furono poi sfruttate dalla polizia per stabilire chi era in linea e chi doveva invece pagare il prezzo del loro dissenso, o dei loro dubbi anche se velati. A queste riunioni di massa, organizzate anche per settori specici, con gli intellettuali, i giovani, gli insegnanti, ecc. ecc., seguirono in tutte le aziende, enti ed istituzioni, riunioni delle cellule di partito nelle quali, dopo unattenta disamina dei problemi presentati, tutti i membri indistintamente dovevano schierarsi o dalluna, o dallaltra parte. In ogni luogo si doveva rmare un testo di adesione al PCJ. Non occorre dire a quale punto fosse la tensione dappertutto. Forti e incessanti furono le pressioni fatte sulle persone tentennanti. Numerosi membri del partito, per, non si azzardarono a pronunciarsi, rimanendo il pi possibile in silenzio.

tura, per non parlare delle istituzioni scolastiche della minoranza. Dal 1948 al 1951, infatti, furono elimiNella cellula di partito del Co- nati numerosi dirigenti di primo mitato popolare cittadino di Fiu- piano, sostituiti con altri di magme, della quale facevo parte an- gior ducia. Intanto necessario chio, il testo di adesione venne rilevare che furono deniti traditori preparato da Zora Matijevi. Se- personalit quali Andrea Casassa, gu poi una lunga discussione sul Giorgio Sestan e Sergio Segio, tutti metodo da scegliere per apporre no allora dirigenti e membri della rma. Cio se si doveva inizia- la Presidenza dellUIIF. Lo stesso re per ordine alfabetico, o in base presidente Dino Faragona e prialla disposizione delle persone po- ma di lui il vicepresidente Domeniste attorno al tavolo delle riunioni. co Segalla furono destituiti. AmbeAnche questo fatto, di per se stes- due, come del resto altri esponenti so, non era altro che un segno evi- italiani, dopo essere stati estromesdente di disagio che regnava tra i si, seguiranno la via dellesodo. Al presenti. Daltra parte era eviden- loro posto verranno messi degli te che dovevano esistere degli in- esponenti di partito quali Alfredo formatori nellambito della cellu- Cuomo, Romano ed Andrea Bela stessa, in quanto Marcello Ju- nussi, Luciano Michelazzi, Giordaretich, Leopoldo Boscarol e Fran- no Paliaga, Giorgio Bogna ed alcesco Surina, esponenti di punta tri ancora. Nel 1951 subiranno la della Giunta esecutiva del CPC in stessa sorte i segretari Eros Sequi qualit di capi dipartimento del- ed Erio Franchi, questultimo anlindustria, degli affari comunali e della sanit, furono subito accusati di essere i fautori della forte crisi venutasi a creare allora in seno a questo importante organismo direttivo della citt subendo le prime dirette conseguenze. Ricordo che gi qualche tempo prima, quando nelle riunioni ideologiche della medesima cellula venne imposto lo studio della storia del Partito comunista bolscevico dellURSS, i citati dirigenti avevano espresso delle critiche al nostro partito, denito dagli stessi non sufcientemente bolscevico, specie nella questione agraria e in altri problemi specici. Tutto ci, per, non era altro che un riesso del malcontento che stava serpeggiando in citt, in primo luogo a causa del massiccio esodo, alquanto anticipato a Fiume rispetto le al- che in veste di direttore della Voce tre localit, non solo di ex fasci- del Popolo, creando cos i presupsti e nemici come venivano deni- posti della lunga e sofferta crisi visti allora, ma pure di lavoratori, di suta dallUIIF, dalle istituzioni itaex combattenti della LPL e addi- liane e in genere da tutta la minorittura di membri del partito, non- ranza durante gli anni 50. ch di molta gente che no allora In quel periodo, quasi contemaveva aderito al potere popolare, poraneamente alla IV Assemblea ormai delusi dalla difcile situa- dellUnione degli Italiani, svoltazione venutasi a creare per le n si in pompa magna nel novembre troppe severe misure amministra- 1949 per ottenere la fedele adetive, economiche e poliziesche in- sione degli italiani alla linea di trodotte prima, ma in particolare Tito, ebbi modo di partecipare, dopo lannunciata annessione di in qualit di membro del ComiFiume alla Jugoslavia. tato popolare regionale, pure ad Le conseguenze del Comin- una importante riunione di masform furono catastroche anche sa tenuta al Teatro Gandusio di per lUnione degli Italiani della cui direzione facevo parte, nonch a cura di Barbara Rosi per diversi Circoli Italiani di Cul-

Gli informatori interni

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Sabato, 2 febbraio 2008

LIBRI Il fumettista francese Gilles Chaillet ci riporta nel IV secolo d. C.

Rivisitando la citt dei Cesari con autentica passione


oma, IV secolo dopo Cristo: limperatore Costantino lha da poco spuntata contro Massenzio, conquistando il potere. Infatti, la Battaglia di ponte Milvio ha messo ne alla ribellione di Massenzio che in aperto contrasto con la sua esclusione dalla successione ad imperatore, come appunto voleva il sistema tetrarchico, si era fatto nominare princeps il 28 ottobre del 306, assumendo il controllo dellItalia e dellAfrica. Invasa lItalia nella primavera del 312, Costantino vince le truppe del glio di Massimiano prima nella battaglia di Torino e quindi nella battaglia di Verona, convergendo verso Roma tramite la via Flaminia e accampandosi in localit Malborghetto vicino a Prima Porta, sulla riva destra del ume Tevere a poca distanza dal ponte Milvio, che si trovava alle spalle delle truppe di Massenzio. Dopo un lungo ed aspro combattimento le truppe di Massenzio subiscono una completa disfatta e Costantino viene accolto trionfalmente a Roma, proclamato imperatore unico dOccidente. In uno splendido (e massiccio) volume illustrato (248 pagine a colori, Edizioni BD), il fumettista francesce Gilles Chaillet immagina un patrizio giungere nella citt eterna per la prima volta con un messaggio da consegnare al nuovo Imperatore. Ma Costantino altrove, per cui la sua missione si trasforma in una piacevole vacanza (per lui) e nel pretesto per visitare Roma al tempo degli Cesari (per noi). Nelle pagine di questo libro incredibile, ci si perde come per le strade di una citt ignota, ingannati dal trovarla in parte familiare. Contiene una grande mappa della Roma antica, basata sul celebre plastico di Gismondi, lunga 3,25 metri e larga 2, suddivisa per la pubblicazione in varie sezioni a pagine ripiegabili, disegnata a colori, a volo duccello, come a rilievo, monumento per monumento, e, si direbbe, casa per casa, cippo per cippo. Nel suo genere certamente un capolavoro, frutto della matita di un mastro del fumetto francese, Gilles Chaillet, che vi ha messo a frutto 40 anni di passione per la cultura e la storia romana, di documenti raccolti, di testi letti, lavorando al tavolo da disegno, com stato calcolato, 5.000 ore cui se ne aggiungono altre quasi 3.000 per la coloratura (oltre 330 intere giornate in totale). Una mappa precisa, con tutti nomi dei luoghi e delle strade, dei templi, e di ogni cosa notevole, comprese le principali case

Il plastico di Italo Gismondi che ha ispirato Chaillet private, mentre nel testo si racconta la visita a quella citt nel 315 d.C., mentre imperatore Costantino, di un giovane, Flaviano, che nir per innamorasi di Clelia, convertita al cristianesimo, schiava dellamico Vettio Rufno, il quale la affranca. Chaillet fa vivere la sua mappa e ne ricostruisce la vita quotidiana, avvenimenti, abitudini che ci assicura essere tutti documentati e tratti da testi classici. Da quella mappa sono state ricavate le tavole che, alternate ai testi, narrano le vicende di Flaviano (personaggio immaginario che percorre la citt), descrivono la vita nella capitale dellimpero, nei modi e nei luoghi in cui si svolgeva quotidianamente. La versione francese, che fu presentata proprio a Roma nel 2005 alla presenza del sindaco Walter Veltroni, ha venduto oltre 35mila copie, un successo per una pubblicazione di questo genere. La prima volta che venni a Roma ricorda Chaillet avevo diciannove anni. Tutte le mattine andavo al Museo della Civilt Romana per studiare il plastico di Gismondi. Alla ne ebbi addirittura il permesso di avvicinarmi sino quasi a toccarlo. Inizi da quella esperienza lo studio della citt, che ha portato il francese a raccogliere, no ad oggi, oltre 2000 schede informative. Ma quella per lUrbe non fu una passione nata improvvisamente. Anzi. Quando avevo nove anni, chiesi a mio padre un grande foglio su cui disegnare Roma. Da allora non ho mai smesso ha spiegato il disegnatore . Ecco perch questa pubblicazione rappresenta per me il compimento di un lavoro lungo una vita. Lopera ha rappresentato per lartista anche un modo per immergersi nella storia: Potevo incontrare i Romani afferma frequentare i negozi e le taverne, passare davanti alla casa del fratello di Cicerone o trascorrere una serata con Lucullo.

Scritte da Albertini e disegnate da Casertano in Decio

Gli anni difcili di Roma: le guerre puniche mai viste


R
accontare la seconda guerra di Roma contro Cartagine attraverso le parole e le immagini. questo lobiettivo che Giorgio Albertini e Giampiero Casertano perseguono nel libro Decio, pubblicato dalla casa editrice ReNoir. Il livore dei disegni, elaborati da Giampiero Casertano, e laccuratezza della narrazione storica, proposta da Giorgio Albertini, ritagliano due annate terribili per la stirpe di Romolo. Il libro ricostruisce, infatti, un biennio di battaglie, da Piacenza, 218 a.C., alla scontta di Canne, del 216 a.C., una delle pi memorabili disfatte nella storia di Roma. La storia. Decio un giovane virgulto romano. Dei suoi tre fratelli, due sono diventati glorie dellesercito morendo contro Pirro, il terzo impegnato nelle province del Nord, nella seconda guerra punica. Il giovane Decio in attesa smaniosa di potersi misurare con la fama della sua famiglia, e fronteggiare lavanzata dellesercito di Annibale, che incede inesorabile attraverso la Gallia e il Nord Italia. proprio lincalzare della Storia a dargli la sua opportunit. Dopo le scontte nella neve di Piacenza e della Trebbia, e il logorio delle tattiche di Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore, Roma ha bisogno di tutti i suoi uomini per affrontare lesercito cartaginese. Cos Decio lascia i campi di grano della sua adolescenza per ricevere il battesimo militare nella sanguinosa battaglia di Canne. La pi avanzata strategia di Annibale pieg il disordinato ardore romano. Uno scontro nel quale quasi 50.000 romani furono uccisi, poco meno della met cadde nella schiavit del nemico. Tra loro, Decio Caio Ligustino, cittadino romano dal cuore sospeso, valoroso soldato di Cartagine. Un nale aperto, che lascia uno spiraglio per una trilogia che racconti anche linevitabile riscatto di Roma. Ma in questo volume autoconclusivo lasciamo Decio nellabbraccio di Annibale, generale allapice della sua potenza e della sua fama, un condottiero capace di sopportare 34 anni di ininterrotte battaglie e di tenere unito un esercito vasto e variegato. Il ritratto di Decio fatto da Albertini e Casertano ricorda la gura di Alessandro Magno. Decio, nonostante il confronto con 300 di Frank Miller, usa un approccio alla storia anti-epico, e antieroico, aspro e asciutto nel raccontare la violenza delle battaglie. I soldati sono spesso colti nei momenti di nostalgia, pi che in quelli di esaltazione militare. Come a dire che la guerra sempre stata e sempre sar uno sporco lavoro. Pensava alla famiglia. Non ai fratelli e ai cugini, ma a suo padre, a suo fratello minore, alla moglie e ai gli. Pensava

alla pace della compagnia, alla vecchia abitudine di fare la guerra solo destate, non come adesso in questo porcilaio fetido e maligno. Infestato di fango e di merda e sangue incrostato, ma i doveri di un soldato romano, di un tribuno, erano quelli. Doveri di sangue incrostato, di merda e di fango. Giampiero Casertano, disegnatore classe 61, tra i pi talentuosi della sua generazione in Italia, inizia come allievo di Leone Cimpellin. Oggi una colonna della Sergio Bonelli, alla quale entr nei primi anni 80. Prima Ken Parker, poi Martin Mystre, poi la lunghissima collaborazione con Dylan Dog, che gli deve alcune tra le pi belle tavole dellintera serie ventennale, come quelle di Attraverso lo specchio o Memorie dallinvisibile. stato anche copertinista di Nick Raider per quattro anni. In Francia stata pubblicata una sua trilogia dal titolo Guerres. Giorgio Albertini non solo un archeologo che ha collaborato con varie universit europee ed extra-europee, musei e istituzioni, ma anche un rispettato illustratore scientico. Ha lavorato con National Geographic, Focus, Archeo, Newton, BBC, La Repubblica.

Anno IV / n. 2 2 febbraio 2008

LA VOCE DEL POPOLO - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PI Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: STORIA E RICERCA Redattore esecutivo: Ilaria Rocchi-Rukavina / Impaginazione: Vanja Dubravi Collaboratori: Kristjan Knez, Gianfranco Miksa, Barbara Rosi e Ardea Stanii Foto: Ivor Hreljanovi e Goran ikovi
Roma allepoca di Costantino
La pubblicazione del presente supplemento viene supportata nanziariamente dallUnione Italiana di Fiume e lUniversit Popolare di Trieste.

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