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SEZIONE MONOCRATICA
DOTT. ALESSANDRO NENCINI Giudice
“IN CONFERENZA DEI SERVIZI NEL LUGLIO DEL 1995 A ME È SEMBRATO CHE IL
COMPORTAMENTO DELLA REGIONE FOSSE PIÙ TESO A SBLOCCARE E A INIZIARE I LAVORI PIÙ
CHE A VERIFICARE E A CHIEDERE CHE COSA LA REALIZZAZIONE DI QUESTA OPERA AVREBBE
COMPORTATO IN RIFERIMENTO ALL'IMPATTO AMBIENTALE E SOCIALE CHE QUESTA OPERA
AVREBBE PORTATO NEL TERRITORIO RISPETTO ALLA QUALITÀ DEL PROGETTO CHE LÌ
ANDAVAMO AD APPROVARE”.
La difesa CAVET sostiene che tutto era previsto. Poi dice anche di no, che qualcosa era
imprevedibile. Ma ora non stiamo a sottilizzare ed a fare i difficili di come si possano conciliare le
due cose.
Diamo tutto per buono e restiamo all’“era tutto previsto”.
Su questo punto rimandiamo al CT CAVET, Celico, pg. 89 e ss. della CT ed alle favolose relazioni ISMES e
Broili, compendio del visto e previsto da CAVET.
Alla tabella 3 del suo elaborato Broili indica 30 punti acqua passibili di impatto e ne azzecca 5.
Non ci pare un gran risultato sia per il numero degli impatti previsti che per il grado di precisione
nell’indovinarli. Però non è un risultato disprezzabile per Broili. 5 previsioni realizzate su 30 non sono poche
se è vero che il metodo usato da Broili era così accurato tanto da permettergli di dire che – testuale pag. 15
della relazione (pg. 6 allegati Celico) - “dal km. 52 al km. 73 mancano purtroppo informazioni riguardanti
pozzi e sorgenti utilizzati a scopo idropotabile nell’ambito di interesse della presente ricerca, per
l’indisponibilità manifestata dagli uffici ed enti locali preposti a fornire indicazioni e dati utili. A questo
proposito gli enti pubblici interpellati sono stati i seguenti:
- Comunità montana Zona E via Togliatti, Borgo S. Lorenzo, nella persona del sig. T.;
- Ufficio tecnico del Comune di Borgo S. Lorenzo, nella persona dell’arch. V.;
- Ufficio tecnico del Comune di Vaglia, nella persona del sig. R. B.”.
Testuale. Quindi Broili, ineffabilmente, afferma e scrive che per 21 chilometri del tracciato non sapeva nulla!!
Ma come, il geologo CAVET preposto ad una delle opere pubbliche di maggior interesse nazionale ha
l’impudenza di scrivere candidamente che non ha i dati per 21 chilometri di tracciato e dà la colpa di
ciò ai sig.ri T., V. e R. B. perché non gli hanno fornito le informazioni richieste?
Ma stiamo scherzando?
E CAVET permette che queste affermazioni possano essere messe nero su bianco nella “relazione
idrogeologica“ prodotta a corredo del progetto esecutivo presentato da Ente Ferrovie dello Stato,
TAV Spa, Italferr SIS TAV Spa, FIAT, Spa e Consorzio CAVET e depositato in conferenza dei servizi?
Ci saremmo aspettati che CAVET dovesse licenziare in tronco e citasse per danni uno che scrive cose simili.
Invece no. CAVET ancora oggi difende Broili ed addirittura lo indica come perno centrale delle
argomentazioni di difesa dicendo che l’elaborato Broli tutto prevedeva e tutto ha previsto.
E il prof. Celico appoggia Broili e gli dà anche ragione a pg. 95 della sua CT dicendo che è mancata la
collaborazione degli Enti locali e che Broili è uno che, “in tempi non sospetti, fa correttamente nomi e
cognomi”, dal che si deve ritenere che Celico intenda indicare Broili come fulgido esempio di professionista
che non ha paura di mettersi contro nessuno nell’adempiere al suo incarico.
Inoltre il prof. Celico coglie un’altra occasione per dare una bella lezione alla Procura scoprendo, lui, i tre veri
colpevoli della gran parte dei danni alle falde acquifere del Mugello che, a questo punto, sarebbero pertanto i
sig.ri T., V. e R. B. che non hanno fornito i dati a Broili.
Ma abbiamo già visto come questa non sia l’unica volta che il prof. Celico si inventa PM per arrivare financo
ad avanzare vere e proprie precise notizie di reato e clamorosi capi d’accusa. Vi ricordiamo che, fosse stato
per Celico, sarebbero imputati tutti gli abitanti della frazione di Luco perché le loro fogne scaricavano a cielo
aperto dopo che CAVET aveva seccato il torrente Bosso.
Ma andiamo avanti.
Broili non fa tutto da solo. Trova valido conforto nella stessa relazione ISMES, anch’essa presentata come
allegato al progetto esecutivo e depositata in conferenza dei servizi.
A pg. 54 della relazione ISMES (n. 27 degli allegati alla CT Celico) si parla delle gallerie, di tutte le gallerie in
generale e quella di Firenzuola in particolare. E che si dice? Testuale: “Da questo risultato si deduce quindi
che le gallerie hanno portate di gran lunga inferiori alle disponibilità naturali, quindi il drenaggio da esse
operate sugli acquiferi non provocherà un apprezzabile depauperamento degli acquiferi medesimi”.
E conclude:
“Come si vede dall’ultima colonna della tabella:
- per le gallerie la portata è sempre inferiore a 0.02 l/s paragonabile ad uno stillicidio;
- per le finestre la portata è ancora più bassa, di circa un ordine di grandezza mediamente”.
Sono le famose ... ultime parole.
Lo “stillicidio” lo si vada a raccontare a Italstrade che prima ha avuto la venuta d’acqua del 25 aprile
1999 a Marzano e poi a giugno del ’99 le si è allagata l’intera galleria di Osteto, nel senso che si è
completamente riempito d’acqua il cavo della galleria.
Chi vuole una visione più scenografica dello stillicidio si vada a leggere la testimonianza di L. O..
Avvocato Parte Civile - Senta, m'interessava un momento quella cosa che lei ha detto prima, che aveva
visitato la galleria.
Teste L. O. - Sì.
Avvocato Parte Civile - Nella galleria di Vaglia, per caso?
Teste L. O. - Sì.
Avvocato Parte Civile - In che periodo ha detto?
Teste L. O. - Senta, ora non mi ricordo. Credo che fosse... febbraio dell'anno scorso.
Avvocato Parte Civile - Ecco, e che cosa ha visto quando è andato...
Teste L. O. - Be', c'era molta acqua. Quello che mi ha colpito era tutta quest'acqua che cadeva a
dirotto. Eravamo in una jeep, c'erano i tergicristalli al massimo e si andava a 20 all'ora. E quello mi ha
colpito molto.
Un giorno qualunque, in galleria si va a 20 all’ora e con i tergicristalli.
Se poi era tutto previsto, cosa testimoniano sin dal 2000 i Sindaci dei Comuni di Borgo S. Lorenzo,
S. Piero e Firenzuola?
Illuminanti le dichiarazioni rese dai sindaci di Borgo San Lorenzo Antonio Margheri, di Firenzuola Renzo
Mascherini, e di San Piero a Sieve Alessia Ballini, in occasione dell'incontro con i Sindaci e la Comunità
Montana della VI Commissione consiliare della Regione Toscana "Territorio e Ambiente", il 29 giugno 2000.
(1)
Il dott. Pietro Rubellini, geologo, è attualmente responsabile del “Servizio attività geologiche e VIA, Controllo
attuazione accordi di programma Alta Velocità e Terza corsia A1” del Comune di Firenze e presidente
dell’Osservatorio Ambientale Nazionale sul Nodo AV di Firenze. Si è occupato del progetto Alta Velocità nel
1995 come funzionario del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Toscana. Successivamente, per
due mandati, è stato assessore nella giunta del Comune di Sesto Fiorentino (FI), all’Ambiente e ai Lavori
Pubblici (primo mandato) e all’Urbanistica e all’Ambiente (secondo mandato).