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Intervista a Paola Villani Mobility Manager di Area a Milano Pubblicata su Consulting, 2002 Consulting: Funzione principale del mobility

y manager credo sia quella di far comunicare i diversi settori dellamministrazione locale al fine di coordinarne gli interventi e ottimizzare cos il trasporto urbano. Ad occhio, considerata la burocratizzazione di Comuni, Provincie e Regioni, mi pare unimpresa quasi sovrumana. Qual e stata la sua esperienza milanese di mobility manager? Villani: Molto interessante, direi effettivamente una vera sfida. Inizialmente pochissime persone erano a conoscenza del ruolo e delle attivit di management. Ho trovato grande supporto in ATM (l'Azienda Trasporti Milanese) e in alcuni settori del Comune di Milano (Ufficio Progetto Tempi). Il dialogo con la Provincia stato assai facile anche perch l'arch. Francesco Pierri (Mobility manager per i comuni dell'area provinciale) stato uno dei precursori per tutte le tematiche legate alla mobilit sostenibile. Le aziende milanesi hanno impiegato un po' di tempo a convincersi di una cosa apparentemente scontata: i fattori ai quali le aziende sono pi interessate, ovvero la ricerca della qualit ambientale e l'abbattimento dei costi di trasporto delle merci o dei semilavorati, sono strettamente connessi alla contrazione degli spostamenti pendolari. I risultati per ora sono visibili: recentemente Assolombarda ha siglato un accordo con l'azienda di trasporto per facilitare l'acquisto di abbonamenti per i dipendenti delle oltre 6.000 aziende associate. Consulting: I mobility manager, dove ci sono, hanno dimostrato che a parit di risultato linvestimento necessario per la gestione della domanda appena il 10-15 per cento di quello necessario per potenziare lofferta di trasporto pubblico. Un bel risparmio, eppure solo 367 manager della mobilit sui 3.500 previsti sono al lavoro. Dipende dalla solita difficolta a recepire le novita da parte degli amministratori o ci sono altre cause? Villani: Occupandomi di trasporto da pi di quindici anni posso dire che i costi sono assai inferiori a questa stima. Una linea autobus di modesta estensione e con una frequenza accettabile costa alcuni miliardi all'anno. Ora si deve considerare come in Italia il trasporto su gomma trasporti solo il 35% dei posti_viaggiatore offerti: si deve lavorare molto quindi per "catturare" utenza e migliorare il servizio. Uno degli aspetti negativi maggiormente segnalati dagli utenti (ma anche da quanti ricorrono al mezzo di trasporto privato) quello connesso al tempo impegato per lo spostamento con il mezzo pubblico. Si deve agire in termini di miglioramento degli interscambi e puntualit del servizio. La situazione oggi complicata dal fatto che la quasi totalit delle aziende di trasporto stata privatizzata e quindi gli amministratori locali non "investono" nel trasporto pubblico. Attualmente si assiste ad un forte ritardo sia nelle nomine dei mobility manager aziendali sia nell'attuazione dei programmi per controbilanciare la tendenza all'uso dell'autoveicolo privato: la motivazione potrebbe essere connessa al ruolo svolto sino ad ora dagli Enti Locali di riferimento: questi devono disporre di mobility manager di area motivati e politicamente supportati dall'Amministrazione. Infatti, non basta saper attingere contributi alle fonti di finanziamento esistenti (quelle del Ministero dell'Ambiente, ad esempio), ma bisogna essere in grado di attivarne altre creando consenso sulle iniziative da intraprendere. I mobility manager di area dovrebbero riuscire a modificare l'attuale tendenza all'uso esclusivo dell'autoveicolo, poich la percentuale degli spostamenti effettuati con il veicolo privato oscilla sui valori del 45-50% per le aziende situate nelle zone dotate di un efficiente sistema di trasporto pubblico, mentre sale a valori prossimi al 9095% per i plessi localizzati nelle aree pi esterne o periferiche.

Consulting: Diversi enti si stanno candidando alla formazione dei mobility manager. Lei a chi affiderebbe la loro preparazione e quale dovrebbe essere il curriculum di un buon manager?

Villani: Tutti i corsi direi che si possono equivalere l'importante approfondire poi gli aspetti che vengono trattati all'interno degli stessi anche attraverso un percorso di ricerca personale: oggi Internet e le riviste di settore, unitamente alla lettura di alcuni libri, possono essere di grande aiuto per valutare nel complesso le mille sfaccettature dei problemi di mobilit: parlare di mobility management vuol dire analizzare gli aspetti ambientali, sociali, trasportistici ed economici di ogni singola realt (aziendale e di area). Oltre a queste componenti deve essere associata quella comunicativa per la quale per ci si pu far affiancare da strutture a questo preposte. Consulting: Quali suggerimenti darebbe ad un mobility manager appena assunto? Villani: Se si tratta di un mobility manager aziendale i suggerimenti possono essere cos riassunti: - valutare a priori quali possano essere le possibili azioni da intraprendere. Deve essere effettuata una precisa analisi della struttura aziendale, degli orari e delle modalit di lavoro: tali conoscenze si riveleranno estremamente utili per orientare il management aziendale nell'individuare possibili azioni di promozione della mobilit sostenibile gi in fase istruttoria; - valutare attraverso un'analisi costi/benefici quali attivit potrebbero essere redditivamente intraprese dall'azienda: spesso azioni di mobilit sostenibile portano benefici in termini di promozione / marketing o procedurali, finalizzate ad esempio alla certificazione Emas, assai rilevanti e decisamente meno costose di quanto non possa essere una normale campagna di comunicazione: l'azienda "deve crederci" e investire cos come farebbe per qualsiasi altra attivit promozionale1; - lavorare in team con il proprio mobility manager di area che deve sostenerlo per le questioni di carattere urbano / trasportistico che esulano dalla sfera di competenza del mobility manager d'azienda.

Secondo uno studio condotto dalla International Facility Management Association (Ifma), il 95% dei facility manager nordamericani prevede che quello della sostenibilit diventer un tema molto importante per la propria professione, e la maggior parte di essi gi impegnata a rendere pi verde la propria azienda. Infatti, l88% degli intervistati ricicla i rifiuti solidi, il 49% riutilizza i materiali, il 36% sta riducendo la produzione di rifiuti solidi e il 12% ricicla lacqua. Inoltre il 78% utilizza la luce solare per lilluminazione degli uffici che gestisce, il 67% acquista prodotti riciclati per i propri uffici, e pi della met ha istituito un programma di educazione ambientale per i dipendenti. Le ragioni alla base di queste scelte sono il miglioramento dello stato di salute, e di conseguenza della produttivit, dei dipendenti (per il 76% degli intervistati), i risparmi che esse garantiscono (72%) e la responsabilit verso lambiente (65%).

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