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Sull'etere
105, 85 (1924).
orpi nei dintorni et
., ma fossero immutabili, si indi
herebbe questo etere
ome
\assoluto" (
ioe indipendente dall'in
uenza di un qual
he altro oggetto).
Altrettanto po
o, quanto la geometria eu
lidea (interpretata si
amente) adopera un etere, ne ha bisogno di uno la
inemati
a ovvero foronomia della me
ani
a
lassi
a; le sue leggi hanno un signi
ato si
o
hiaro solo quando si assuma
he
gli eetti del moto sui regoli e sugli orologi introdotti dalla teoria della relativita
spe
iale non esistano.
Le
ose stanno diversamente nella dinami
a di Galilei e Newton. La legge del
moto \massa a
elerazione = forza" non impli
a solo un'aermazione sui sistemi
materiali, neppure quando se
ondo la legge astronomi
a fondamentale di Newton
la forza e espressa in funzione della distanza, e quindi per mezzo di quantita, la
ui denizione reale si puo fondare su misure
ompiute
on regoli rigidi. Infatti
la denizione reale dell'a
elerazione non si puo fondare
ompletamente su osservazioni
ondotte
on
orpi rigidi e orologi. Essa non puo essere ri
ondotta alle
distanze misurabili tra i punti
he
ostituis
ono il sistema me
ani
o. Per la sua
denizione si ha bisogno di un sistema di
oordinate,
ioe di un
orpo di riferimento
in un opportuno stato di moto. Se lo stato di moto del sistema di
oordinate fosse
s
elto diversamente, rispetto a questo le equazioni di Newton non varrebbero. In
quelle equazioni entra per
os dire il mezzo, nel quale i
orpi si muovono, impli
itamente
ome fattore reale nelle leggi del moto a
anto ai
orpi reali e alle loro
distanze denibili
on regoli. Nella teoria del moto di Newton lo \spazio" possiede
realta si
a - in
ontrasto
on quanto avviene nella geometria e nella
inemati
a.
Indi
heremo questa realta si
a,
he interviene nella legge del moto di Newton a
anto ai
orpi ponderabili osservabili,
ome \etere della me
ani
a". La
omparsa
della forza
entrifuga in un
orpo (rotante), i
ui punti materiali non mutino le
distanze tra loro, mostra
he questo etere non va interpretato
ome una
ostruzione
fantasti
a della teoria di Newton, ma
he esso
orrisponde a qual
osa di reale della
natura.
Vediamo
he per Newton lo \spazio" era qual
osa di si
amente reale, malgrado
il modo singolarmente indiretto in
ui questa realta giunge alla nostra
onos
enza.
Ernst Ma
h,
he per primo dopo Newton ha sottoposto i fondamenti della me
ani
a
ad una analisi profonda, lo ha ri
onos
iuto
hiaramente. Egli tento di evitare
l'ipotesi dell' "etere della me
ani
a",
er
ando di ridurre l'inerzia all'interazione
immediata tra la massa
onsiderata e tutte le restanti masse dell'universo. Questa
on
ezione e logi
amente possibile, ma
ome teoria dell'azione a distanza per noi
oggi non si puo piu prendere seriamente in
onsiderazione. L' etere me
ani
o,
da Newton designato
ome \spazio assoluto", dev'essere quindi da noi
onsiderato
ome una realta si
a. Ma naturalmente l'espressione \etere" non deve indurre a
redere
he
on essa si pensi
ome nella si
a del di
iannovesimo se
olo a qual
osa
di analogo alla materia ponderabile.
Quando Newton designa lo spazio della si
a
ome \assoluto", pensa ad un'altra
proprieta di quello
he qui
hiamiamo \etere". Ogni entita si
a in
uis
e su altre
e in generale e vi
eversa in
uenzata dalle altre. Ma quest'ultima proprieta non
vale per l'etere della me
ani
a newtoniana. La proprieta di pro
urare inerzia di
quest'ultimo infatti se
ondo la me
ani
a
lassi
a non e in
uenzabile da nulla, ne
dalla
ongurazione della materia, ne da qual
osa d'altro; per questo lo si puo
designare
ome \assoluto".
Che per il
arattere privilegiato del sistema inerziale rispetto ai sistemi non inerziali si dovesse assumere una
osa reale
ome origine fu
hiaro per la prima volta
ai si
i negli ultimi anni. Stori
amente l'ipotesi dell'etere nella sua forma attuale e
derivata dall'ipotesi me
ani
a dell'etere dell'otti
a per sublimazione. Dopo lunghi
sforzi infruttuosi si e giunti al
onvin
imento
he la lu
e non si dovesse interpretare
ome moto di un mezzo dotato di inerzia e di elasti
ita,
he in parti
olare i
ampi
elettromagneti
i della teoria di Maxwell non potessero essere interpretati me
ani
amente. Sotto l'impressione di questo insu
esso i
ampi elettromagneti
i sono
stati
onsiderati gradualmente
ome realta si
he ultime, irridu
ibili,
ome uno
stato non ulteriormente spiegabile dell'etere. Cio
he resterebbe an
ora dell'etere
della teoria me
ani
a sarebbe il suo stato di moto determinato; esso identi
herebbe in un
erto senso una \quiete assoluta". Mentre nella me
ani
a di Newton per lo meno tutti i sistemi inerziali erano ugualmente legittimi, nella teoria di
Maxwell-Lorentz lo stato di moto dei sistemi di
oordinate ammessi (quiete rispetto
all'etere) risulta essere
ompletamente determinato. Si assume ta
itamente
he il
sistema di
oordinate privilegiato sia allo stesso tempo un sistema inerziale,
ioe
he rispetto all'etere elettromagneti
o valga il prin
ipio d'inerzia.
La
on
ezione di fondo dei si
i
ambio an
ora in un se
ondo modo sotto l'in
uenza della teoria di Maxwell-Lorentz. Poi
he i
ampi elettromagneti
i erano stati
assunti
ome entita fondamentali, irridu
ibili, pareva
he li si dovesse
hiamare a
sottrarre alle masse inerziali ponderabili il loro signi
ato fondamentale an
he in
me
ani
a. Si
on
ludeva dalle equazioni di Maxwell
he un
orpo elettri
amente
ari
o in moto e
ir
ondato da un
ampo magneti
o, la
ui energia in prima approssimazione dipende quadrati
amente dalla velo
ita. Che
osa vi e di piu immediato dell'interpretare tutte le energie
ineti
he
ome energia elettromagneti
a?
Si poteva
os sperare di ridurre la me
ani
a all'elettromagnetismo, dal momento
he pre
edentemente la riduzione dei fenomeni elettromagneti
i a quelli me
ani
i
era fallita. Cio appare tanto piu promettente, dal momento
he sembra sempre piu
probabile
he tutta la materia ponderabile sia
ostituita da parti
elle elementari
elettri
he. Tuttavia non si possono superare due di
olta. In primo luogo infatti le
equazioni di Maxwell-Lorentz non permettono di
apire
ome possa esistere in equilibrio la
ari
a elettri
a
he
ostituis
e una parti
ella elementare elettri
a malgrado
la forza di repulsione elettrostati
a. In se
ondo luogo la teoria elettromagneti
a non
permetterebbe di spiegare la gravitazione in maniera in qual
he misura naturale e
soddisfa
ente. Tuttavia i su
essi
he la teoria elettromagneti
a della si
a otterrebbe sarebbero
os importanti,
he essa sarebbe
onsiderata
ome un dominio
della si
a
ompletamente si
uro,
ome quello la
ui a
quisizione sarebbe la meglio
fondata.
La teoria di Maxwell-Lorentz ha in
uito inne sulla nostra formulazione del
problema dei fondamenti teori
i,
he ha
ondotto all'enun
iazione della teoria della
relativita spe
iale. Si e ri
onos
iuto
he le equazioni elettromagneti
he in verita non
individuano nessuno stato di moto determinato, e
he inve
e per queste equazioni
ome per la me
ani
a
lassi
a e ugualmente ammissibile una moltepli
ita innita
di sistemi di
oordinate in moto uniforme, pur
he solo si usino formule di trasformazione opportune per le
oordinate spaziali e per il tempo. E' ben noto
ome
questa
onos
enza abbia avuto per
onseguenza una modi
azione profonda della
inemati
a e della dinami
a. All'etere dell'elettrodinami
a non si doveva piu attribuire uno stato di moto determinato. Esso
ausava ora -
ome l'etere della me
ani
a
lassi
a - non il
arattere privilegiato di un determinato stato di moto, ma solo
il
arattere privilegiato di un determinato stato di a
elerazione. Inoltre, poi
he
non si poteva piu parlare in senso assoluto di eventi
ontemporanei in posizioni di-
elettromagneti
o.
La terra ed il sole possiedono
ampi elettromagneti
i la
ui orientazione e il
ui verso
oin
idono approssimativamente
on l'asse di rotazione di questi
orpi
elesti. Se
ondo la teoria di Maxwell questi
ampi possono derivare da
orrenti
elettri
he
he
uis
ano in senso opposto alla rotazione del
orpo
eleste attorno
all'asse. An
he le ma
hie solari,
he
on buona ragione si possono intendere
ome
vorti
i, possiedono
ampi magneti
i analoghi, molto forti. Ma non e pensabile
he
in tutti questi
asi vi siano davvero delle
orrenti elettri
he di
onduzione o di
onvezione di su
iente intensita. La
osa appare piuttosto
ome se moti
i
li
i
di masse neutre produ
essero
ampi magneti
i. Ne la teoria di Maxwell nella sua
forma originaria ne la teoria di Maxwell estesa nel senso della relativita generale
onsentono di prevedere una siatta generazione di
ampi. Ci pare qui
he la natura
indi
hi una relazione fondamentale no ad oggi non
ompresa teori
amente3 .
Se or ora si e trattato di un
aso
he la teoria di
ampo nella sua forma attuale
non appare in grado di trattare, i fatti e le idee ra
olti nella teoria dei quanti
mina
iano in generale di far saltare l'edi
io della teoria di
ampo. Cres
ono infatti gli argomenti se
ondo i quali i quanti di lu
e si devono intendere
ome realta
si
he, e il
ampo elettromagneti
o non puo essere
onsiderato
ome una realta
ultima, alla quale si possono ridurre le altre realta si
he. Dopo
he la teoria
della formula di Plan
k ha mostrato
hiaramente
he il trasferimento dell'energia e
dell'impulso tramite la radiazione avviene
ome se quest'ultima
onsistesse di atomi
he si muovono
on la velo
ita della lu
e
, di energia h e d'impulso h=
, Compton, mediante esperimenti sulla diusione dei raggi Rontgen da parte della materia,
ha mostrato
he avvengono pro
essi di diusione nei quali quanti di lu
e urtano gli
elettroni e trasferis
ono ad essi una parte della loro energia, di modo
he i quanti
di lu
e mutano energia e direzione. Il fatto e per lo meno
he i raggi Rontgen sperimentano a seguito della loro diusione variazioni di frequenza (previste da Debye e
da Compton)
ome le ri
hiede l'ipotesi dei quanti. Tra po
o apparira inoltre un lavoro dell'indiano Bose sulla derivazione della formula di Plan
k,
he per il seguente
motivo e di parti
olare signi
ato per la nostra
on
ezione teori
a: nora in tutte
le derivazioni
omplete della formula di Plan
k si e fatto uso in qual
he modo
dell'ipotesi della struttura ondulatoria della radiazione. Cos per esempio il fattore
8h 3 =
3 di questa formula risulterebbe, se
ondo la nota derivazione di EhrenfestDebye, dal
onteggio del numero di os
illazioni proprie della
avita,
he appartengono all'intervallo di frequenza d . Bose sostituis
e questo
onteggio fondato sulla
rappresentazione della teoria ondulatoria
on un
al
olo della teoria dei gas,
he
egli appli
a al quanto di lu
e
he si trova nella
avita, pensato alla maniera di una
mole
ola. Si impone la domanda, se non si possano in
orporare nella teoria dei
quanti an
he i fenomeni di dirazione e di interferenza in modo tale
he i
on
etti
di
ampo della teoria rappresentino solo espressioni delle interazioni tra quanti,
3E
naturale se
ondo l'analogia elettrodinami
a proporre una relazione della forma d =
3
C dm [ ; =r , dove dm
e una massa
he si muove
on la velo
it
a , ovvero r =
indi
a
vr
v r
jrj
mentre al
ampo non si attribuirebbe piu al
una realta si
a indipendente. La
ir
ostanza importante,
he nella teoria di Bohr la frequenza della radiazione emessa
non e determinata da masse elettri
he
he eseguano moti periodi
i della stessa frequenza, puo solo raorzar
i in questo dubbio sulla realta indipendente del
ampo
ondulatorio.
Ma perno qualora queste possibilita maturassero in vere teorie non potremmo
fare a meno in si
a teori
a dell'etere,
ioe del
ontinuo dotato di proprieta si
he; la
relativita generale, al punto di vista fondamentale della quale i si
i si atterranno
sempre, es
lude un'interazione immediata a distanza; ogni teoria di azione per
prossimita presuppone
ampi
ontinui, e quindi an
he l'esistenza di un \etere".