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Sull'etere

Prof. Dr. A. Einstein (Berlin)


Quando qui si parla dell'etere, non si tratta naturalmente dell'etere materiale
della teoria me ani a delle onde, he obbedis e alle leggi della me ani a di Newton, e ai singoli punti del quale si attribuis e una velo ita. Questa struttura teori a,
se ondo il mio onvin imento, dall'enun iazione della teoria della relativita spe iale
ha esaurito de nitivamente il suo ruolo. Si tratta assai piu in generale di quella
osa pensata ome si amente reale he, a anto alla materia ponderabile ostituita
da parti elle elementari elettri he, gio a un ruolo nel nesso ausale della si a. Inve e he di \etere" si puo parlare altrettanto bene di \qualita si he dello spazio".
Si potrebbe altres sostenere l'opinione he sotto questo on etto adano tutti gli
oggetti della si a, poi he in una teoria di ampo onseguente an he la materia ponderabile, ossia le parti elle elementari he la ostituis ono, si possono onsiderare
ome \ ampi" di un tipo parti olare, ovvero ome parti olari \stati dello spazio".
Tuttavia si deve ammettere he allo stato attuale della si a una si atta interpretazione sarebbe prematura, poi he nora tutti gli sforzi dei si i teori i diretti a
questo s opo sono falliti. Pertanto allo stato attuale delle ose siamo ostretti a
distinguere tra \materia" e \ ampi", ma possiamo sperare he le future generazioni
supereranno questa on ezione dualisti a e la sostituis ano on una unitaria, ome
la teoria di ampo nei nostri giorni ha tentato inutilmente.
Si rede abitualmente he la si a di Newton non abbia ri onos iuto al un etere,
e he inve e per prima la teoria ondulatoria della lu e abbia introdotto un mezzo
onnipresente he ontribuis e a determinare i fenomeni si i. Tuttavia le ose non
stanno os. La me ani a di Newton ha il suo \etere", nel senso impli ito, he
si indi a altrimenti ome \spazio assoluto". Per ri onos erlo hiaramente e ontemporaneamente per elaborare un po' piu pre isamente l'idea di etere, dobbiamo
prendere le mosse un po o piu da lontano.
Consideriamo prima di tutto una bran a della si a he fa a meno dell'etere,
ioe la geometria di Eu lide, intesa ome la s ienza dei modi possibili di portare tra
loro in ontatto i orpi prati amente rigidi. (Pres indiamo qui dai raggi luminosi,
he parimenti possono intervenire nella formazione dei on etti e delle leggi della
geometria.) Le leggi sulle on gurazioni dei orpi solidi on l'es lusione degli e etti
dei moti relativi, della temperatura e delle deformazioni, da ui idealmente si astrae
nella geometria di Eu lide, danno luogo all'idea di orpo rigido; quegli e etti del
mezzo, he esistono indipendentemente dai orpi, he agis ono sui orpi e he si
possono pensare in uenzino le loro leggi di on gurazione, la geometria eu lidea
non li ri onos e. La stessa osa vale per le geometrie non eu lidee a urvatura
ostante, quando le si assumano ome (pensabili) leggi di natura sulle on gurazioni
dei orpi. Altrimenti a adrebbe, se si trovasse ne essario introdurre una geometria
on urvatura variabile; io signi herebbe he le possibili posizioni di ontatto di
orpi rigidi della prati a sarebbero diverse in asi diversi, sarebbero ondizionate
dall'in uenza del mezzo. Nel senso di questa esposizione si dovrebbe qui dire he
una si atta teoria si serve di un'ipotesi dell'etere. Il suo etere sarebbe altrettanto
si amente reale quanto la materia. Nel aso he le leggi delle on gurazioni non
fossero in uenzabili da fattori si i, ome la on entrazione e lo stato di moto dei
1 Uber


den Ather,
Verh. d. S hweiz. Naturf. Ges.

105, 85 (1924).

orpi nei dintorni et ., ma fossero immutabili, si indi herebbe questo etere ome
\assoluto" ( ioe indipendente dall'in uenza di un qual he altro oggetto).
Altrettanto po o, quanto la geometria eu lidea (interpretata si amente) adopera un etere, ne ha bisogno di uno la inemati a ovvero foronomia della me ani a
lassi a; le sue leggi hanno un signi ato si o hiaro solo quando si assuma he
gli e etti del moto sui regoli e sugli orologi introdotti dalla teoria della relativita
spe iale non esistano.
Le ose stanno diversamente nella dinami a di Galilei e Newton. La legge del
moto \massa  a elerazione = forza" non impli a solo un'a ermazione sui sistemi
materiali, neppure quando se ondo la legge astronomi a fondamentale di Newton
la forza e espressa in funzione della distanza, e quindi per mezzo di quantita, la
ui de nizione reale si puo fondare su misure ompiute on regoli rigidi. Infatti
la de nizione reale dell'a elerazione non si puo fondare ompletamente su osservazioni ondotte on orpi rigidi e orologi. Essa non puo essere ri ondotta alle
distanze misurabili tra i punti he ostituis ono il sistema me ani o. Per la sua
de nizione si ha bisogno di un sistema di oordinate, ioe di un orpo di riferimento
in un opportuno stato di moto. Se lo stato di moto del sistema di oordinate fosse
s elto diversamente, rispetto a questo le equazioni di Newton non varrebbero. In
quelle equazioni entra per os dire il mezzo, nel quale i orpi si muovono, impli itamente ome fattore reale nelle leggi del moto a anto ai orpi reali e alle loro
distanze de nibili on regoli. Nella teoria del moto di Newton lo \spazio" possiede
realta si a - in ontrasto on quanto avviene nella geometria e nella inemati a.
Indi heremo questa realta si a, he interviene nella legge del moto di Newton a anto ai orpi ponderabili osservabili, ome \etere della me ani a". La omparsa
della forza entrifuga in un orpo (rotante), i ui punti materiali non mutino le
distanze tra loro, mostra he questo etere non va interpretato ome una ostruzione
fantasti a della teoria di Newton, ma he esso orrisponde a qual osa di reale della
natura.
Vediamo he per Newton lo \spazio" era qual osa di si amente reale, malgrado
il modo singolarmente indiretto in ui questa realta giunge alla nostra onos enza.
Ernst Ma h, he per primo dopo Newton ha sottoposto i fondamenti della me ani a
ad una analisi profonda, lo ha ri onos iuto hiaramente. Egli tento di evitare
l'ipotesi dell' "etere della me ani a", er ando di ridurre l'inerzia all'interazione
immediata tra la massa onsiderata e tutte le restanti masse dell'universo. Questa
on ezione e logi amente possibile, ma ome teoria dell'azione a distanza per noi
oggi non si puo piu prendere seriamente in onsiderazione. L' etere me ani o,
da Newton designato ome \spazio assoluto", dev'essere quindi da noi onsiderato
ome una realta si a. Ma naturalmente l'espressione \etere" non deve indurre a
redere he on essa si pensi ome nella si a del di iannovesimo se olo a qual osa
di analogo alla materia ponderabile.
Quando Newton designa lo spazio della si a ome \assoluto", pensa ad un'altra
proprieta di quello he qui hiamiamo \etere". Ogni entita si a in uis e su altre
e in generale e vi eversa in uenzata dalle altre. Ma quest'ultima proprieta non
vale per l'etere della me ani a newtoniana. La proprieta di pro urare inerzia di
quest'ultimo infatti se ondo la me ani a lassi a non e in uenzabile da nulla, ne
dalla on gurazione della materia, ne da qual osa d'altro; per questo lo si puo
designare ome \assoluto".
Che per il arattere privilegiato del sistema inerziale rispetto ai sistemi non inerziali si dovesse assumere una osa reale ome origine fu hiaro per la prima volta

ai si i negli ultimi anni. Stori amente l'ipotesi dell'etere nella sua forma attuale e
derivata dall'ipotesi me ani a dell'etere dell'otti a per sublimazione. Dopo lunghi
sforzi infruttuosi si e giunti al onvin imento he la lu e non si dovesse interpretare
ome moto di un mezzo dotato di inerzia e di elasti ita, he in parti olare i ampi
elettromagneti i della teoria di Maxwell non potessero essere interpretati me ani amente. Sotto l'impressione di questo insu esso i ampi elettromagneti i sono
stati onsiderati gradualmente ome realta si he ultime, irridu ibili, ome uno
stato non ulteriormente spiegabile dell'etere. Cio he resterebbe an ora dell'etere
della teoria me ani a sarebbe il suo stato di moto determinato; esso identi herebbe in un erto senso una \quiete assoluta". Mentre nella me ani a di Newton per lo meno tutti i sistemi inerziali erano ugualmente legittimi, nella teoria di
Maxwell-Lorentz lo stato di moto dei sistemi di oordinate ammessi (quiete rispetto
all'etere) risulta essere ompletamente determinato. Si assume ta itamente he il
sistema di oordinate privilegiato sia allo stesso tempo un sistema inerziale, ioe
he rispetto all'etere elettromagneti o valga il prin ipio d'inerzia.
La on ezione di fondo dei si i ambio an ora in un se ondo modo sotto l'in uenza della teoria di Maxwell-Lorentz. Poi he i ampi elettromagneti i erano stati
assunti ome entita fondamentali, irridu ibili, pareva he li si dovesse hiamare a
sottrarre alle masse inerziali ponderabili il loro signi ato fondamentale an he in
me ani a. Si on ludeva dalle equazioni di Maxwell he un orpo elettri amente
ari o in moto e ir ondato da un ampo magneti o, la ui energia in prima approssimazione dipende quadrati amente dalla velo ita. Che osa vi e di piu immediato dell'interpretare tutte le energie ineti he ome energia elettromagneti a?
Si poteva os sperare di ridurre la me ani a all'elettromagnetismo, dal momento
he pre edentemente la riduzione dei fenomeni elettromagneti i a quelli me ani i
era fallita. Cio appare tanto piu promettente, dal momento he sembra sempre piu
probabile he tutta la materia ponderabile sia ostituita da parti elle elementari
elettri he. Tuttavia non si possono superare due di olta. In primo luogo infatti le
equazioni di Maxwell-Lorentz non permettono di apire ome possa esistere in equilibrio la ari a elettri a he ostituis e una parti ella elementare elettri a malgrado
la forza di repulsione elettrostati a. In se ondo luogo la teoria elettromagneti a non
permetterebbe di spiegare la gravitazione in maniera in qual he misura naturale e
soddisfa ente. Tuttavia i su essi he la teoria elettromagneti a della si a otterrebbe sarebbero os importanti, he essa sarebbe onsiderata ome un dominio
della si a ompletamente si uro, ome quello la ui a quisizione sarebbe la meglio
fondata.
La teoria di Maxwell-Lorentz ha in uito in ne sulla nostra formulazione del
problema dei fondamenti teori i, he ha ondotto all'enun iazione della teoria della
relativita spe iale. Si e ri onos iuto he le equazioni elettromagneti he in verita non
individuano nessuno stato di moto determinato, e he inve e per queste equazioni
ome per la me ani a lassi a e ugualmente ammissibile una moltepli ita in nita
di sistemi di oordinate in moto uniforme, pur he solo si usino formule di trasformazione opportune per le oordinate spaziali e per il tempo. E' ben noto ome
questa onos enza abbia avuto per onseguenza una modi azione profonda della
inemati a e della dinami a. All'etere dell'elettrodinami a non si doveva piu attribuire uno stato di moto determinato. Esso ausava ora - ome l'etere della me ani a lassi a - non il arattere privilegiato di un determinato stato di moto, ma solo
il arattere privilegiato di un determinato stato di a elerazione. Inoltre, poi he
non si poteva piu parlare in senso assoluto di eventi ontemporanei in posizioni di-

verse dell'etere, l'etere risultava in un erto senso tetradimensionale, e non si aveva


al un ordine obbiettivo dei suoi eventi in funzione soltanto del tempo. An he nella
teoria della relativita spe iale l'etere era assoluto, la sua in uenza sull'inerzia e sulla
propagazione delle lu e andava pensata ome indipendente da e etti si i d'ogni
sorta. Mentre nella si a lassi a la geometria dei orpi era assunta ome indipendente dallo stato di moto, se ondo la teoria della relativita spe iale le leggi della
geometria eu lidea sono ompetenti a des rivere le posizioni di orpi in quiete l'uno
rispetto all'altro soltanto quando questi orpi siano in quiete rispetto ad un sistema
inerziale2 : io si puo fa ilmente on ludere dalla osidetta ontrazione di Lorentz.
Pertanto la geometria dei orpi ome la dinami a e ondizionata dall'etere.
La teoria della relativita generale elimina un in onveniente della dinami a lassi a: in quest'ultima inerzia e gravita appaiono ome fenomeni del tutto distinti e
indipendenti, malgrado il fatto he entrambi siano determinati mediante la stessa
ostante del orpo, la massa. La teoria della relativita generale supera questo
difetto, poi he ssa il omportamento dinami o del punto materiale elettri amente
neutro mediante la legge della linea geodeti a, nella quale le azioni dell'inerzia e
della gravita non sono piu tenute separate. L'etere ha in essa proprieta variabili da
punto a punto, he ssano la metri a e il omportamento dinami o dei punti materiali, e he a loro volta sono determinate da fattori si i, ioe dalla distribuzione
della massa ovvero dell'energia. L'etere della teoria della relativita generale si
distingue quindi da quelli della me ani a lassi a e della teoria della relativita spe iale per he non e \assoluto", ma nelle sue proprieta dipendenti dalla posizione e
determinato dalla materia ponderabile. Questa determinazione e poi ompleta, se
l'universo e spazialmente nito e hiuso in se. Che nella teoria della relativita generale non esistano oordinate spaziotemporali privilegiate, univo amente asso iate
alla metri a, e piu aratteristi o della forma matemati a della teoria he del suo
ontenuto si o.
An he on lo sviluppo dell'apparato formale della teoria della relativita generale non si ries e a ridurre tutta l'inerzia delle masse a ampi elettromagneti i, in
generale a ampi. Inoltre a parer mio per il momento non siamo andati oltre un
inserimento super iale della forza elettromagneti a nello s hema della teoria della
relativita generale. Il tensore metri o he determina assieme i fenomeni della gravitazione e dell'inerzia da un lato, e il tensore del ampo elettromagneti o dall'altro,
appaiono ome espressioni essenzialmente distinte dello stato dell'etere, la ui indipendenza logi a si tende a mettere assai piu in onto all'in ompletezza della nostra
ostruzione teori a he in onto alla omplessa struttura della realta.
Invero Weyl ed Eddington per generalizzazione della geometria riemanniana
hanno trovato un sistema matemati o he fa apparire i due tipi di ampo ongiunti sotto un punto di vista unitario. Ma le leggi di ampo sempli issime he
una tale teoria produ e non mi paiono portare ad un progresso della onos enza
si a. In generale mi pare oggi he siamo assai piu lontani da una onos enza delle
leggi elementari elettromagneti he di quanto apparisse all'inizio di questo se olo.
A fondamento di questa opinione posso qui brevemente a ennare al problema dei
ampi magneti i terrestre e solare ed al problema dei quanti di lu e, problemi he
per os dire riguardano la struttura su grande s ala e su pi ola s ala del ampo
2 Per orpi, he siano in quiete l'uno rispetto all'altro, ma he nel loro insieme ruotino rispetto
ad un sistema inerziale, per esempio, non vale (se ondo la teoria della relativit
a spe iale) la
geometria eu lidea.

elettromagneti o.
La terra ed il sole possiedono ampi elettromagneti i la ui orientazione e il
ui verso oin idono approssimativamente on l'asse di rotazione di questi orpi
elesti. Se ondo la teoria di Maxwell questi ampi possono derivare da orrenti
elettri he he uis ano in senso opposto alla rotazione del orpo eleste attorno
all'asse. An he le ma hie solari, he on buona ragione si possono intendere ome
vorti i, possiedono ampi magneti i analoghi, molto forti. Ma non e pensabile he
in tutti questi asi vi siano davvero delle orrenti elettri he di onduzione o di
onvezione di su iente intensita. La osa appare piuttosto ome se moti i li i
di masse neutre produ essero ampi magneti i. Ne la teoria di Maxwell nella sua
forma originaria ne la teoria di Maxwell estesa nel senso della relativita generale
onsentono di prevedere una si atta generazione di ampi. Ci pare qui he la natura
indi hi una relazione fondamentale no ad oggi non ompresa teori amente3 .
Se or ora si e trattato di un aso he la teoria di ampo nella sua forma attuale
non appare in grado di trattare, i fatti e le idee ra olti nella teoria dei quanti
mina iano in generale di far saltare l'edi io della teoria di ampo. Cres ono infatti gli argomenti se ondo i quali i quanti di lu e si devono intendere ome realta
si he, e il ampo elettromagneti o non puo essere onsiderato ome una realta
ultima, alla quale si possono ridurre le altre realta si he. Dopo he la teoria
della formula di Plan k ha mostrato hiaramente he il trasferimento dell'energia e
dell'impulso tramite la radiazione avviene ome se quest'ultima onsistesse di atomi
he si muovono on la velo ita della lu e , di energia h e d'impulso h= , Compton, mediante esperimenti sulla di usione dei raggi Rontgen da parte della materia,
ha mostrato he avvengono pro essi di di usione nei quali quanti di lu e urtano gli
elettroni e trasferis ono ad essi una parte della loro energia, di modo he i quanti
di lu e mutano energia e direzione. Il fatto e per lo meno he i raggi Rontgen sperimentano a seguito della loro di usione variazioni di frequenza (previste da Debye e
da Compton) ome le ri hiede l'ipotesi dei quanti. Tra po o apparira inoltre un lavoro dell'indiano Bose sulla derivazione della formula di Plan k, he per il seguente
motivo e di parti olare signi ato per la nostra on ezione teori a: nora in tutte
le derivazioni omplete della formula di Plan k si e fatto uso in qual he modo
dell'ipotesi della struttura ondulatoria della radiazione. Cos per esempio il fattore
8h 3 = 3 di questa formula risulterebbe, se ondo la nota derivazione di EhrenfestDebye, dal onteggio del numero di os illazioni proprie della avita, he appartengono all'intervallo di frequenza d . Bose sostituis e questo onteggio fondato sulla
rappresentazione della teoria ondulatoria on un al olo della teoria dei gas, he
egli appli a al quanto di lu e he si trova nella avita, pensato alla maniera di una
mole ola. Si impone la domanda, se non si possano in orporare nella teoria dei
quanti an he i fenomeni di di razione e di interferenza in modo tale he i on etti
di ampo della teoria rappresentino solo espressioni delle interazioni tra quanti,

3E
 naturale se ondo l'analogia elettrodinami a proporre una relazione della forma d =
3
C dm [ ; =r , dove dm 
e una massa he si muove on la velo it
a , ovvero r =
indi a

vr

v r

jrj

la distanza del punto d'osservazione da questa massa (La formula pu


o tuttavia onsiderarsi al
massimo per moti i li i e ome prima approssimazione). In questo modo il rapporto tra il ampo
solare e il ampo terrestre viene dell'ordine di grandezza giusto. La ostante C ha la dimensione
( ostante gravitazionale)1=2 /velo ita della lu e. Da qui si pu
o ri avare tentativamente l' ordine
di grandezza della ostante C . Se si sostituis e questo valore numeri o nella formula pre edente
essa d
a - appli ata alla terra rotante - il orretto ordine di grandezza per il ampo magneti o della
terra. Questa oin idenza merita onsiderazione, ma pu
o derivare dal aso.

mentre al ampo non si attribuirebbe piu al una realta si a indipendente. La ir ostanza importante, he nella teoria di Bohr la frequenza della radiazione emessa
non e determinata da masse elettri he he eseguano moti periodi i della stessa frequenza, puo solo ra orzar i in questo dubbio sulla realta indipendente del ampo
ondulatorio.
Ma per no qualora queste possibilita maturassero in vere teorie non potremmo
fare a meno in si a teori a dell'etere, ioe del ontinuo dotato di proprieta si he; la
relativita generale, al punto di vista fondamentale della quale i si i si atterranno
sempre, es lude un'interazione immediata a distanza; ogni teoria di azione per
prossimita presuppone ampi ontinui, e quindi an he l'esistenza di un \etere".

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