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PM10 L'urgenza dell'emergenza si pu e si deve evitare

Negli ultimi giorni la questione PM10 rimbalza sulle pagine dei quotidiani locali, specialemente di quelli della tanto sbandierata Padania, che per ragioni antropiche ( industrie e densit demografica) naturali (Alpi e Prealpi fanno da muro contenitore) e politiche (manca un approccio complessivo ed efficace) una delle regioni al mondo con la pi alta concentrazione delle polveri sottili.-vedi fotoMa il superamento dei limiti consentiti non questione di pochi giorni fa. Gi a il 24 febbraio (comunicato Legambiente Varese), abbiamo superato le soglie che L'Unione Europea pone per il Pm10: pi di 35 giorni l'anno oltre i 50 microgrammi per metro cubo . Ecco perch la situazione di questi giorni ci preoccupa ma non ci stupisce: era nell'aria il suo verificarsi. Siamo contenti di sapere che l'assessore Clerici ha convocato questa mattina un incontro per dare il via ad un'azione sinergica con le altre municipalit, perch siamo convinti che un approccio campanilistico si rivelerebbe insufficiente. Quello che auspichiamo che l'incontro miri ad una politica di interventi che vadano oltre la contingenza di questi giorni, e si propongano di avere un 2012 con dati diversi. D'accordo sui tre filoni di intervento che l'amministrazione propone, ma che riteniamo da soli essere insufficienti per ottenere il risultato auspicato. E allora le domeniche ecologiche vanno bene, ma la quotidianit del piano viabilistico che va ripensato. Chiediamo che si abbia il coraggio di fare scelte innovative, per altro in linea con le filosofie moderne delle grandi citt: pensare ad un mobilit che non sia solo automobili, ma che consideri ugualmente e sinergicamente i pedoni, i ciclisti, i mezzi pubblici e le auto. E oltre che sul piano tecnico, fondamentale che l'amministrazione si proponga come promotore di una nuova cultura all'ambiente, incentivando e soprattutto aiutando a diffondere buone pratiche e stili di vita consapevoli, evitando di fare vivere al cittadino le scelte necessarie come diktat autoritari caduti dall'alto, ma condividendo con lui le motivazioni e i vantaggi derivati da tali scelte. Porre un limite al riscaldamento domestico o a quello degli spazi commerciali fa bene in termini di salute, di qualit dell'ambiente e di portafoglio, fattore non secondario in un momento come questo. Stesso discorso per quanto riguarda l'uso dei mezzi pubblici, che parallelamente ad una loro incentivazione all'uso necessiterebbero di un'implementazione dell'offerta (una su tutte un collegamento con Malpensa, la cui assenza risulta inspiegabile). Incentivare la mobilit pedonale, come con il pedibus, fondamentali per decongestionare il traffico del centro citt e, conseguentemente, dei quartieri limitrofi. L'ideale sarebbe avere dei mezzi a basso impatto, elettrici per esempio. E se vero che si parla di spese, anche vero che l'unione Europea (e non solo lei) mette a disposizione numerosi fondi per incentivare questo tipo di politiche municipali. L'accesso ai fondi , per altro, facilitato in certi casi per i firmatari del Patto dei Sindaci, che il comune di Varese ha approvato in consiglio al termine della scorsa amministrazione (a proposito che fine ha fatto? A che punto l'Iter?) impegnandosi a contribuire allo sviluppo e utilizzo delle energie alternative. Va bene l'impegno dichiarato, ma ci che auspichiamo che si traduca in aria fresca, non in aria fritta.

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