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Gentilissime Colleghe

Egregi Colleghi,
mi permetto di segnarlarVi che nell’Istrumentum Laboris
(http://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htm) del
Sinodo dei Vescovi (a Roma dal 5 al 26 ottobre 2008) compare
la seguente considerazione:
“Per il suo particolare rilievo culturale va
valorizzato l’insegnamento della Bibbia nella
scuola e segnatamente nell’insegnamento della
religione, per proporre un percorso completo di
scoperta sia dei grandi testi biblici come dei
metodi di interpretazione adottati nella Chiesa.”
(n. 45)
Parteciperanno all’assemblea sinodale 32 cardinali,
vescovi e sacerdoti, 41 esperti e 37 uditori
(http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=37
33). Tra gli esperti nessuno che appartenga al mondo della
scuola e in particolare che conosca da protagonista l’irc.
Speriamo in don Cesare Bissoli, per quanto sia convocato come
“biblista ed esperto di catechesi”.

In qualità di docente di religione mi sono permesso di


scrivere (come potrebbero farlo tutti) al Segretario del Sinodo,
mons. Nikola Eterović1, per pregarLo di portare a conoscenza
dei membri dell’assemblea sinodale una realtà che –
soprattutto negli ultimi due decenni - caratterizza la scuola
italiana: la presenza dell’irc e quindi dell’idr che
quotidianamente, in ogni ordine e grado di scuola, mediante
testi di irc, altri strumenti e soprattutto con il Testo biblico,
1
Gentilmente, e a breve giro di posta, mons. Eterović mi ha risposto con una
lettera personale. Riporto alcune Sue considerazioni (indirettamente)
gratificanti per gli idr e aperte ad alcune speranze per l’irc:
“Dopo aver letto personalmente con vivo interesse la sua articolata ed ampia
esposizione, mi rendo conto ulteriormente di quanta specifica competenza è
necessario che siano dotati gli operatori scolastici e, in modo del tutto
particolare i docenti, alla cui preparazione, esperienza e coerenza di vita è
affidata la cultura presente e futura degli studenti, immersi come sono in
ambienti a dir poco neutri ed esposti ad ogni sorta di controindicazioni
educative e religiose.
Non vi è dubbio che i Padri Sinodali, come già indicato nell’Instrumentum
laboris, terranno presente tale rilevante questione nel corso della prossima
assise sinodale sull’importanza ecclesiale della Parola di Dio..
Augurando che la scuola italiana e particolarmente quella nella quale lei opera
raggiunga livelli professionale, le rinnovo la mia gratitudine e le porgo distinti
ossequi.”
contribuisce alla conoscenza culturale, ecumenica,
interreligiosa ed educativa della Bibbia per una popolazione
nazionale media di giovani studenti avvalentesi superiore al
90%. Per cui, di fatto, l’irc nella scuola risulta l’opportunità più
ampia ed efficace per la conoscenza della Bibbia e dei suoi
effetti culturali.
Speriamo che il Sinodo, e la Chiesa italiana (e non solo),
sottolinei e riconosca più che mai questo nostro contributo
culturale ed ecclesiale, promuovendo l’irc e valorizzando la
professionalità l’idr con maggiore e adeguata attenzione.
Vi ringrazio dell’attenzione e chiedo scusa se ogni tanto vengo con
queste informazioni a farVi compagnia nel nostro comune lavoro. Ma se
non ci promuoviamo e non usciamo fuori da questo atavico senso di
secondarietà e ci appropriamo ‘con leale e autentica laicità’ della nostra
identità professionale, non potremo mai completamente e
qualitativamente praticare la nostra professionalità, per la quale farsi
sempre disponibili a qualificarla ulteriormente e a promuoverla dovunque
e con chiunque.

… ancora un augurio di buon anno scolastico…


Pasquale

Roma, 15 settembre 2008

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