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Esercizi - Prima Parte

0.0.1 Matrici, sistemi lineari


1. Calcolare il rango della matrice
A =

2 1 0 3
2 1 3 3
0 0 5 0

.
La sottomatrice
A =

1 0
1 3

formata con gli elementi delle righe 1, 2 e delle colonne


2,3, ha determinante diverso da zero.
Orlando tale sottomatrice con laggiunta della riga 3 e
colonna 1, si ottiene la sottomatrice

2 1 0
2 1 3
0 0 5

il cui determinante `e nullo. Se aggiungiamo la riga 3 e la


colonna 4, otteniamo la sottomatrice

1 0 3
1 3 3
0 5 0

il cui determinante `e ancora nullo. Poich`e i due minori


sono entrambi nulli, per il teorema di Kronecker r(A) = 2.
1
2. Studiare il rango della matrice
A =

1 2 0 1
h 0 h 2 1
1 1
1
2
1

.
al variare del parametro reale h.
Denotiamo
B =

1 2
1 1

la sottomatrice non singolare di A formata dagli elementi


che appartengono alle prime due colonne ed alla prima e
terza riga. In base al teorema di Kronecker, r(A) = 2 se
risultano singolari tutte le sottomatrici ottenute orlando
B con una nuova riga ed una nuova colonna. Tali sot-
tomatrici si riducono alle matrici
C
1
=

1 2 0
h 0 h 2
1 1
1
2

e
C
2
=

1 2 1
h 0 1
1 1 1
.

Osserviamo che detC


1
= 2h + 6 e detC
2
= h + 3; tali
determinanti si annullano entrambi per h = 3. Quindi
h = 3 `e lunico valore del parametro h per cui r(A) = 2 e
ne segue che per h = 3 risulta r(A) = 3.
3. Determinare linversa della matrice
A =

0 2 1
3 1 0
1 0 0

.
2
Ricordiamo che A
1
=
1
detA
A

, ove A

, aggiunta di A, `e
la trasposta della matrice ottenuta da A sostituendo ogni
elemento con il proprio complemento algebrico. Pertanto
A

0 0 1
0 1 3
1 2 6

e poich`e detA = 1, ne segue che


A
1
=

0 0 1
0 1 3
1 2 6

.
4. Calcolare il rango della seguente matrice al variare del
parametro reale h:
A =

1 h + 1 0 1
1 h h + 1 0
1 h 2 1 h + 2
1 0 1 h

.
Calcoliamo il determinante della matrice A in modo da
ottenere gli eventuali valori del parametro h per cui r(A) =
4. Sostituiamo ad A la matrice B ottenuta da A sommando
alla seconda riga lopposta della prima, e sommando alla
terza e alla quarta la prima. Pertanto
detA = detB =
= det

1 h + 1 0 1
0 1 h + 1 1
0 1 1 h + 1
0 h + 1 1 h 1

= h
2
(h + 2).
3
Poich`e detA = 0, per h = 0, 2, ne segue che per h =
0, 2, r(A) = 4. Determiniamo, ora, il rango di A per
h = 0. Osserviamo che r(A) = r(B), ove
B =

1 1 0 1
0 1 1 1
0 1 1 1
0 1 1 1

.
Osservando che la terza e la quarta riga sono proporzionali
alla seconda, e la seconda non `e proporzionale alla prima,
ne segue che r(A) = r(B) = 2. Per h = 2, otteniamo
B =

1 1 0 1
0 1 1 1
0 1 1 1
0 1 1 1

.
Poich`e la sottomatrice formata dagli elementi che apparten-
gono alle prime tre righe ed alle prime tre colonne `e non
singolare, ne segue che, per h = 2, r(A) = 3.
5. Determinare il rango della matrice
C =

3 h 0 h 1
1 h 1 2 1
1 0 4 h

al variare del parametro reale h.


Osserviamo che la sottomatrice formata dagli elementi,
che appartengono alle righe 2 e 3 e alle colonne 1 e 3, ha
determinante non nullo. Orlando tale sottomatrice con la
riga 1 e colonna 2 otteniamo una sottomatrice B
1
, di or-
dine 3, il cui determinante vale 6(3h 2).
Orlando con la riga 1 e colonna 4, otteniamo una sottoma-
trice B
2
, il cui determinante vale -6. Ne segue che esiste
4
un minore non nullo di ordine 3 e quindi il r(A)=3, per
ogni valore di h.
6. Si consideri il sistema lineare

x + 2y z = 1
x + 3y = 0
x +y 2z = 3
.
(a) Stabilire se tale sistema ammette soluzioni ;
(b) risolvere il sistema lineare omogeneo che ha la stessa
matrice dei coecienti.
(a) Poich`e la matrice dei coecienti ha rango 2, mentre la
matrice completa ha rango 3, ne segue che il sistema
`e impossibile.
(b) Consideriamo il sistema lineare:

x + 2y z = 0
x + 3y = 0
x + y 2z = 0
.
La matrice dei coecienti ha rango 2, per cui, es-
endo tale rango minore del numero delle incognite,
ne segue che tale sistema lineare omogeneo ammette
autosoluzioni. Poich`e le prime due righe sono linear-
mente indipendenti, ne segue che il sistema `e equiva-
lente al sistema ottenuto eliminando la terza equazione;
inoltre esprimendo le variabili x e z in funzione della
y, si ottiene che le autosoluzioni sono tutte le terne
(3h, h, h), al variare del parametro reale h.
7. Si consideri il sistema lineare

x +ay = 1
x +y = b
5
con a e b parametri reali.
Stabilire quando il sistema `e possibile e, in tal caso, ri-
solverlo.
La matrice dei coecienti ha determinante 1a. Pertanto
per a = 1 tale determinante `e non nullo. Per il teorema di
Cramer il sistema ammette una sola soluzione , data dalla
coppia (
detA
1
detA
,
detA
2
detA
), ovvero (
1ab
1a
,
b1
1a
) .
Per a = 1, otteniamo il sistema di equazioni x + y = 1 e
x + y = b. In tale sistema la matrice dei coecienti ha
rango 1, mentre la matrice completa ha rango 1 per b = 1,
rango 2 per b = 1. Pertanto per a = b = 1 il sistema `e
possibile ed `e ridotto allequazione x+y = 1. Le soluzioni
sono (t, 1 t) al variare del parametro reale t.
Per a = 1 e b = 1 il sistema `e impossibile.
8. Discutere e, quando possibile, risolvere il seguente sistema
lineare al variare del parametro reale h

x + 2y +z = 1
hx +y = 1
x + 2hy +z = 1
Consideriamo la matrice dei coecienti del sistema
A =

1 2 1
h 1 0
1 2h 1

Con facili calcoli si ottiene detA = 2h.(h 1); pertanto


tale determinante si annulla per h = 0 e h = 1.
Se h = 0, 1, essendo detA = 0, per il teorema di Cramer, il
sistema ha una ed una sola soluzione, che risulta costituita
dalla terna (
1
h1
,
1
h1
,
h
h1
).
Sia h = 0; per tale valore la matrice completa A

ha rango
6
2; il sistema risulta possibile ed ammette
1
soluzioni rap-
presentate dalle terne (t1, 1, t) al variare del parametro
reale t.
Sia h = 1. Si dimostra facilmente che la matrice completa
A

ha rango 3, per cui, per il teorema di Rouche Capelli,


il sistema `e impossibile.
9. Discutere e, quando possibile, risolvere il sistema lineare

x + (k 1)y z = 1
2x y kz = 0
x +ky z = k 1
al variare del parametro reale k.
Denotata A la matrice dei coecienti, risulta detA = k
2. Pertanto per k = 2 il determinante della matrice A `e
non nullo e quindi, per il teorema di Cramer, il sistema
ammette una sola soluzione. Siano A
1
, A
2
, A
3
le matrici
ottenute dalla matrice A sostituendo rispettivamente la
prima, seconda, terza colonna con la colonna dei termini
noti. Ne segue che
x =
detA
1
detA
=
k
3
+ 3k
2
2k + 2
k 2
, y =
detA
2
detA
= k 2,
z =
detA
3
detA
=
k(2k + 5)
k 2
Nel caso di k = 2 risulta che il rango di A vale 2, mentre
il rango della matrice completa vale 3. In questo caso, per
il teorema di Rouch`e-Capelli il sistema `e impossibile.
10. Discutere e, quando possibile, risolvere il sistema lineare

x + hy = 1
x 2y = h
2(h + 1)x + hy = h + 2
7
al variare del parametro reale h.
Poich`e detA

= h.(2h
2
+ 1), ne segue che h = 0 `e lunico
valore reale che annulla tale determinante. Pertanto per
h = 0, il rango della matrice completa `e diverso dal rango
della matrice dei coecienti e quindi, per il teorema di
Rouche - Capelli, il sistema `e impossibile.
Per h = 0, si ha il sistema

x = 1
x 2y = 0
2x = 2
che ammette lunica soluzione (1,
1
2
).
11. Discutere e, quando possibile, risolvere il seguente sistema
lineare omogeneo, al variare del parametro reale h:

x + hy = 0
2hx +y +z = 0
2x + y +z = 0
Poich`e detA = 2h(h 1) = 0, le autosoluzioni esistono
per h = 0 e per h = 1.
In particolare per h = 0 le soluzioni sono (0, t, t) mentre
per h = 1, risultano (, , ), con t e reali.
12. Discutere e quando possibile risolvere il seguente sistema
lineare al variare del parametro reale t:

(t + 1)x + ty = 0
x +y + z = 0
y + 3z = 1
La matrice dei coecienti ha determinante 2t. Pertanto
8
per t = 2 il sistema ammette lunica soluzione: (
t
2t
,
t+1
t2
,
1
2t
).
Per t = 2, il sistema `e impossibile poich`e la matrice dei co-
ecienti ha rango 2, mentre la matrice completa ha rango
3.
13. Trovare linversa della matrice
A =

1 2 0
1 1 0
0 3 1

.
(
A
1
=

1
3

2
3
0
1
3
1
3
0
1 1 1

.)
14. Calcolare il rango della matrice
B =

1 1 0 1
1 2 4 0
2 1 4 1

.
con il metodo di Kronecker.
(Orlando la sottomatrice

1 0
2 4

si ottengono due sottomatrici singolari, per cui r(B) = 2).


15. Ridurre a scala la matrice
C =

0 1 3 2
1 2 0 1
2 1 1 0
1 5 1 3

.
(
D =

1 2 0 1
0 1 3 2
0 0 8 8
0 0 0 0

).
9
16. Calcolare il rango della matrice
A =

2 4 0 k
k 1 0 1 2
1 k + 1 1 k

al variare del parametro reale k.


Il rango di A `e uguale a 3 per ogni valore di k.
17. Discutere e, quando possibile, risolvere il sistema lineare

x y + hz = 1
2x (h + 1)y z = 0
x y + (h + 1)z = h
al variare del parametro reale h.
Il determinante della matrice dei coecienti vale 1 h.
Per h = 1 il sistema ammette lunica soluzione
x =
h
3
h 2
1 h
, y =
2h
2
h 3
1 h
, z = h 1
Per h = 1 il sistema e impossibile.
18. Risolvere con il metodo di Gauss il sistema lineare

x + 2z +t = 0
3x y + 2z + t = 0
2x + y + 4t = 0
x 2y + 2z 3t = 0
.
La matrice dei coecienti ha la forma a scala
B =

1 0 2 1
0 1 4 2
0 0 8 0
0 0 0 0

e il sistema ammette le soluzioni (h, 2h, 0, h) con h


parametro reale.
10
19. Calcolare il rango della matrice
A =

0 1 1 h
3 4 2 1
3 h 4 3

al variare del parametro reale h.


20. Discutere e , se possibile, risolvere il sistema lineare

x + 2y = k
kx +y = 3
2x + 3y = 0 .
al variare del parametro reale k.
21. Calcolare il rango della matrice
A =

1 1 3 0
1 0 2 a
a 0 1 1

al variare del parametro reale a.


22. Risolvere con il metodo di Gauss il sistema lineare

x y + 2z = 3
x + 3z = 1
x 2y + z = 5
Le soluzioni sono (3t + 1, t 2, t) con t reale.
23. Risolvere il sistema lineare omogeneo

x y + 2z = 0
x + 3z = 0
x 2y + z = 0
Le soluzioni sono (3t, t, t) con t reale.
11
24. Discutere e, quando possibile, risolvere il sistema lineare

x y + hz = 1
2x (h + 1)y z = 0
x y + (h + 1)z = h
al variare del parametro reale h.
Il determinante della matrice dei coecienti vale 1 h.
Per h = 1 il sistema ammette lunica soluzione
x =
h
3
h 2
1 h
, y =
2h
2
h 3
1 h
, z = h 1
Per h = 1 il sistema e impossibile.
0.0.2 Geometria Analitica
1. Scrivere le equazioni della retta s passante per B = (1, 0, 2)
e perpendicolare alle rette p : xy = z = 0 e q : xyz =
y + 2z = 0.
Cerchiamo i parametri direttori delle rette p e q. Una rap-
presentazione parametrica della retta p `e data dal sistema

x = t
y = t
z = 0
per cui i suoi parametri direttori sono 1, 1, 0. In modo
analogo si trova che i parametri direttori della retta q sono
1, 2, 1.
Se denotiamo a, b, c i parametri direttori della retta s, al-
lora per le condizioni di ortogonalit` a con le rette p e q,
otteniamo il sistema

a +b = 0
a + 2b c = 0
12
la cui generica soluzione risulta (a, a, a). Per a = 1
otteniamo (1, 1, 1) e quindi le equazioni sono

x = 1 +t
y = t
z = 2 t
.
Per determinare i parametri direttori della retta s si poteva
anche cercare il prodotto vettoriale dei vettori (1, 1, 0) e
(1, 2, 1) ovvero
det

1 1 0
1 2 1

che risulta i

+ j

+ k

. I coecienti di tale combinazione


lineare formano una terna proporzionale alla precedente.
2. Scrivere lequazione del piano che passa per i punti A =
(1, 2, 1), B = (0, 3, 0) e C = (0, 1, 1).
Lequazione risulta
det

x y z 1
1 2 1 1
0 3 0 1
0 1 1 1

= 0,
ovvero 3x +y 2z 3 = 0.
3. Vericare che esiste un valore del parametro reale k per
cui i piani di equazione
x y +kz = 1
x + 2z = 0
y z = 1
13
appartengono ad uno stesso fascio proprio.
I tre piani appartengono ad uno stesso fascio proprio se
risulta che il sistema lineare formato dalle equazioni di tali
piani `e possibile ed ammette
1
soluzioni. Tale condizione
`e soddisfatta se e soltanto se la matrice A dei coecienti e
la matrice completa A

hanno entrambe rango uguale a 2.


Una condizione necessaria `e che la matrice A sia singolare.
Poiche detA = k 3, si ottiene che, per k = 3, r(A) 2.
Poich`e esistono varie sottomatrici di ordine 2 non singolari,
ne segue che per k = 3 r(A) = 2.
Verichiamo che per tale valore di k, anche la matrice
completa A

ha rango 2. Osserviamo che nella matrice


A

1 1 3 1
1 0 2 0
0 1 1 1

la sottomatrice formata con gli elementi che appartengono


alle prime due righe e prime due colonne `e non singolare.
Orlando tale sottomatrice con la terza riga e terza colonna,
si ottiene la matrice A che sappiamo essere singolare. Or-
lando con la terza riga e la quarta colonna, si ottiene la
sottomatrice

1 1 1
1 0 0
0 1 1

il cui determinante vale 0.


Per il teorema di Kronecker, ne segue che r(A

) = 2. Per-
tanto `e vericata la condizione richiesta.
4. Scrivere lequazione del piano che passa per il punto
A = (2, 1, 5) ed `e parallelo a due rette r ed s di parametri
direttori rispettivamente (1, 1, 0) e (2, 1, 1).
14
Denotiamo (a, b, c) i parametri direttori del piano ; le
condizioni di perpendicolarit` a con le due terne di parametri
direttori determinano il sistema lineare

a b = 0
2a +b +c = 0
le cui soluzioni sono le terne a(1, 1, 3). Scegliendo a = 1,
si ottiene la terna di parametri direttori (1, 1, 3). Per-
tanto lequazione del piano risulta 1.(x2) +1.(y 1)
3(z 5) = 0, ovvero x +y 3z + 12 = 0.
Si poteva anche procedere calcolando il prodotto vettori-
ale dei due vettori che rappresentano le direzioni di r ed
s; si tratta di calcolare il determinante della matrice

1 1 0
2 1 1

che vale i

+ 3k

, per cui una terna dei parametri


direttori cercati risulta (1, 1, 3), oppure la terna pro-
porzionale (1, 1, 3).
5. Si considerino le rette r : x = y + z = 0 ed s: y 1 =
x z = 0.
(a) Vericare che r ed s sono sghembe.
(b) Calcolare la loro minima distanza.
a) La retta r pu`o essere rappresentata in forma paramet-
rica dal sistema

x = 0
y = t
z = t
mentre la retta s pu` o essere rappresentata dal sistema

x =
y = 1
z =
.
15
Le terne dei coecienti dei parametri nei due sistemi risul-
tano (0, 1, 1) e (1, 0, 1). Poich`e non sono proporzionali,
tali rette non sono parallele.
Le due rette sono incidenti se esiste un valore di t ed un
valore di per cui risulta

0 =
t = 1
t =
.
Poich`e tale sistema `e chiaramente impossibile, ne segue
che le due rette non sono neppure incidenti e quindi risul-
tano sghembe.
b) Ricordiamo che la minima distanza di r ed s coincide
con la misura del segmento intercettato su r ed s dalla
retta perpendicolare ed incidente ad entrambe.
Indichiamo con R(0, t, t) ed S(, 1, ) un generico punto
di r ed s rispettivamente.
La retta RS ha parametri direttori
, t 1, t
ottenuti come dierenza delle coordinate omonime di R ed
S.
La retta RS `e perpendicolare alla retta r se il prodotto
scalare con la terna (0, 1, 1) vale 0, ovvero se risulta
t 1 + t + = 0
ed `e perpendicolare ad s se il prodotto scalare con la terna
(1, 0, 1) vale 0, ovvero se risulta
t = 0.
Pertanto, risolvendo il sistema formato dalle due equazioni,
si ha che per =
1
3
e t =
2
3
, la retta RS soddisfa le con-
dizioni richieste di ortogonalit`a.
16
Inoltre per tali valori dei parametri e t si ottengono
i punti R(0,
2
3
,
2
3
) ed S(
1
3
, 1,
1
3
), la cui distanza vale
RS =

3
3
, che quindi risulta essere la minima distanza tra
r ed s.
6. Si considerino le rette r : x z 1 = y + z 1 = 0 ed s
: x y = 2y +z 2 = 0.
(a) Vericare che sono incidenti.
(b) Scrivere lequazione del piano che le contiene.
Le rette r ed s sono rispettivamente rappresentate in forma
parametrica dai sistemi
r :

x = 1 +t
y = 1 t
z = t
e
s :

x = h
y = h
z = 2 2h
.
Si verica facilmente che tali rette si intersecano nel punto
P = (1, 1, 0).
Denotato x z 1 + k(y + z 1) = 0 il fascio di piani
di sostegno la retta r, si pu`o determinare il piano cercato
imponendo il passaggio per un punto di s, distinto da P,
per esempio il punto Q = (0, 0, 2). Si ottiene il piano di
equazione x + 3y + 2z 4 = 0.
7. Si considerino le rette r : x 2y = y z = 0 ed s :
x 3 = y +z = 0.
(a) Stabilire se sono sghembe.
(b) Scrivere lequazione del piano passante per r e paral-
lelo ad s.
17
a) Due rette sono sghembe quando non sono n`e incidenti
n`e parallele. La retta r pu` o essere rappresentata dal sis-
tema

x 2y = 0
y z = 0
e quindi in forma parametrica

x = 2t
y = t
z = t
.
Analogamente la retta s `e rappresentata in forma para-
metrica

x = 3
y = h
z = h
.
`
E facile stabilire che le rette r ed s non sono incidenti.
Le terne dei coecienti dei parametri nelle due rappresen-
tazioni parametriche, ovvero le terne (2, 1, 1) e (0, 1, 1),
costituiscono terne di parametri direttori di r ed s. Poich`e
non sono proporzionali, le due rette non sono parallele.
In conclusione le due rette sono sghembe.
b) Sia, ora, un piano passante per r, ovvero un piano del
fascio di sostegno r. Tale piano `e rappresentabile mediante
lequazione ottenuta combinando linearmente le equazioni
dei due piani, ovvero (x 2y) + h(y z) = 0.
I parametri direttori del piano sono
1, h 2, h.
Il piano cercato `e parallelo alla retta s se risulta soddis-
fatta la condizione di ortogonalit` a tra le terne i parametri
direttori di e di s. Ne viene
0.1 + (1)(h 2) + 1.(h) = 0
18
da cui
h = 1.
Il piano cercato ha quindi equazione x y z = 0.
8. Calcolare la distanza del punto P = (0, 1, 2) dalla retta
r di equazioni

x = t
y = 1 +t
z = t
.
Tale distanza `e la misura del segmento che ha per estremi
il punto P e la sua proiezione ortogonale P

sulla retta r.
Il piano passante per P ed ortogonale ad r ha equazione
x + y z 3 = 0. Il punto P

intersezione di tale piano


con la retta r ha coordinate P

= (
2
3
,
5
3
,
2
3
). La distanza
tra P e P

risulta
2
3

6.
9. Si considerino i piani : x+y1 = 0, : xyz3 = 0
e : x+3y+z+1 = 0. Stabilire se tali piani appartengono
ad uno stesso fascio proprio.
Si tratta di stabilire se il sistema lineare formato dalle
equazioni dei tre piani `e possibile ed ammette
1
soluzioni.
Questa condizione equivale ad aermare che la matrice dei
coecienti e la matrice completa hanno entrambe rango
2. Poich`e tale condizione `e vericata, ne segue che i tre
piani appartengono ad uno stesso fascio.
10. Scrivere lequazione del piano che passa per il punto A =
(0, 1, 1) ed `e parallelo alle rette r : x +y = y z 1 = 0
ed s : 2x z = y = 0.
Il piano ha equazione : 2x + 3y z 4 = 0.
11. Rappresentare in forma parametrica la retta

x y + z + 3 = 0
2x +y 1 = 0
.
19
La retta `e rappresentata dalle equazioni parametriche

x = t
y = 1 + 2t
z = 2 + 3t
.
12. Scrivere lequazione della retta r passante per il punto
A = (0, 1, 1) e parallela ai piani : x + 4y z = 0 e
: y 2z = 0.

x = 7t
y = 1 2t
z = 1 t
.
13. Determinare gli eventuali valori del parametro reale h per
cui i piani
x y + z h = 0
x +hy + 2z 1 = 0
x + 2y + hz 1 = 0
appartengono ad uno stesso fascio.
(h = 1)
0.0.3 Spazi vettoriali
1. Determinare le coordinate del vettore v = (1, 2) di R
2
rispetto alla base B = {(1, 3), (1, 1)}. Dalla condizione
(1, 2) = a(1, 3) + b(1, 1), con a, b reali, ne segue

a +b = 1
3a +b = 2
.
da cui segue a = b =
1
2
. Il vettore v ha coordinate (
1
2
,
1
2
)
rispetto alla base B.
2. Determinare le coordinate del vettore v = (0, 0, 1) rispetto
alla base B = {(1, 1, 0), (0, 1, 2), (1, 1, 1)} di R
3
.
(-1,0,1)
20
3. Si considerino in R
4
i sottospazi V =< (1, 0, 1, 1), (0, 1, 1, 0) >,
e W = {(x, y, z, t) R
4
: x y + 2z = y t = 0}.
(a) Determinare la dimensione di W ed una sua base.
(b) Determinare la dimensione ed una base di V +W.
(a). Il sottospazio W `e formato da tutte le quaterne reali
(x, y, z, t) che soddisfano entrambe le equazioni xy+2z =
0 e y t = 0. W `e quindi formato dalle soluzioni del
sistema lineare omogeneo

x y + 2z = 0
y t = 0
la cui matrice dei coecienti
A =

1 1 2 0
0 1 0 1

ha chiaramente rango 2. Ne segue che le soluzioni sono

2
e, con facili calcoli si ottiene che le soluzioni possono
essere rappresentate nella forma (2 + , , , ), con
, R.
Ne segue che dimW = 2 ed una base `e ottenuta, per es-
empio, assegnando = 0, = 1 e = 1, = 0; si ottiene
la coppia di vettori (1, 1, 0, 1) e (2, 0, 1, 0).
(b). Un sistema di generatori di V +W `e costituito dallinsieme
formato dai generatori di V e di W, ovvero dai vettori
(1, 0, 1, 1), (0, 1, 1, 0), (1, 1, 0, 1), (2, 0, 1, 0). La dimen-
sione di V +W `e data dal numero massimo di vettori linear-
mente indipendenti nellinsieme di tali generatori, ovvero
dal rango della matrice
A =

1 0 1 1
0 1 1 0
1 1 0 1
2 0 1 0

.
21
Con facili calcoli si pu` o stabilire che detA = 0 e, inoltre,
la sottomatrice formata dagli elementi che appartengono
alle righe 1, 2, 4 ed alle colonne 1, 2, 3, `e non singolare.
Pertanto r(A) = 3.
Ne segue che dim(V +W) = 3 ed i vettori (1, 0, 1, 1), (0, 1, 1, 0), (2, 0, 1, 0),
che corrispondono alle righe 1, 2, 4, formano una base di
V +W.
4. Determinare una base del sottospazio di R
4
generato dai
vettori u = (1, 0, 0, 1), v = (2, 1, 0, 1) e w = (1, 1, 0, 0).
`
E facile stabilire che la matrice formata con i tre vettori
assegnati ha rango 2. Ne segue che la dimensione del sot-
tospazio Span(u, v, w) vale 2 ed una base `e formata per
esempio dai vettori u e v.
5. Determinare gli eventuali valori del parametro reale a in
modo che il vettore x = (a, 2, 0) appartenga al sottospazio
di R
3
generato da u = (0, 0, 1) e v = (0, 3, 0).
`
E suciente determinare i valori del parametro a per cui
la matrice
B =

0 0 1
0 3 0
a 2 0

ha determinante nullo. Si trova facilmente a = 0.


6. Determinare un sistema lineare omogeneo che rappresenta
il sottospazio V = Span((1, 1, 0, 2), (2, 1, 1, 0)) di R
4
.
Poich`e i due vettori v
1
= (1, 1, 0, 2) e v
2
= (2, 1, 1, 0)
sono linearmente indipendenti, ne segue che essi formano
una base di V e ogni altro vettore v = (x, y, z, t) di V `e
combinazione lineare di tali vettori. Pertanto la matrice
A =

1 1 0 2
2 1 1 0
x y z t

22
formata dalle coordinate dei vettori v
1
, v
2
, v ha rango 2.
In particolare la sottomatrice
B =

1 1
2 1

formata con gli elementi che appartengono alle prime due


righe e due colonne `e non singolare. Per il teorema di Kro-
necker sono nulli i determinanti delle sottomatrici ottenute
orlando B con una nuova riga ed una nuova colonna. Si
ottengono le sottomatrici

1 1 0
2 1 1
x y z

1 1 2
2 1 0
x y t

i cui determinanti valgono x+y+3z = 0 e 2x4y3t = 0.


Pertanto il sistema

x + y + 3z = 0
2x 4y 3t = 0
rappresenta il sottospazio V .
7. Determinare una base del sottospazio W = {(x, y, z, t)
R
4
| x + y z = x t = 0}.
Risolviamo il sistema lineare omogeneo

x + y z = 0
x t = 0
.
La matrice dei coecienti
A =

1 1 1 0
1 0 0 1

23
ha chiaramente rango 2; scelta la sottomatrice non singo-
lare
B =

1 0
1 1

formata con gli elementi che appartengono alla prima e


seconda colonna, scriviamo il sistema in cui B `e matrice
dei coecienti

x +y = z
x = t
Le soluzioni sono (b, ab, a, b) = a(0, 1, 1, 0)+b(1, 1, 0, 1),
con a, b parametri reali. I vettori (0, 1, 1, 0) e (1, 1, 0, 1)
generano W e sono linearmente indipendenti; pertanto
costituiscono una base di W.
8. Dati i sottospazi V =< (0, 1, 1), (1, 0, 1) > e W =<
(2, 1, 0), (1, 0, 1) >, determinare una base di V W.
Un vettore v = a(0, 1, 1) +b(1, 0, 1) di V appartiene an-
che a W se risulta a(0, 1, 1) + b(1, 0, 1) = (2, 1, 0) +
(1, 0, 1), ove a, b, , R. Dalluguaglianza delle coor-
dinate ne segue il sistema lineare omogeneo

b = 2 +
a =
a b =
le cui autosoluzioni sono tutti i vettori multipli di (1, 2, 3).
Pertanto V W = Span((1, 2, 3)).
9. Dati i sottospazi di R
4
V = Span((1, 1, 0, 2), (2, 1, 1, 0))
e W = {(x, y, z, t) R
4
| x + y z = x t = 0}, deter-
minare la dimensione di V W.
Possiamo procedere in tre modi:
24
Dal precedente esercizio ne segue che gli insiemi B
1
=
{(1, 1, 0, 2), (2, 1, 1, 0)} e B
2
= {(0, 1, 1, 0), (1, 1, 0, 1)}
costituiscono basi di V e W rispettivamente. Un
generico vettore di V W pu` o essere espresso come
combinazione lineare dei vettori di B
1
e anche dei
vettori di B
2
.
Denotati , , a e b parametri reali, otteniamo (1, 1, 0, 2)+
(2, 1, 1, 0) = a(0, 1, 1, 0) + b(1, 1, 0, 1) , da cui il
sistema lineare omogeneo

+ 2 = b
+ = a b
= a
2 = b
.
`
E facile stabilire che tale sistema non ha autosoluzioni,
per cui dimV W = 0.
Si pu` o stabilire che il sottospazio V pu` o essere rapp-
resentato dal sistema lineare omogeneo

x +y + 3z = 0
2x 4y 3t = 0
.
Lo spazio V W `e allora costituito dalle soluzioni del
sistema lineare

x +y + 3z = 0
2x 4y 3t = 0
x +y z = 0
x t = 0
formato dalle equazioni che rappresentano i sottospazi
V e W.
In tale sistema la matrice dei coecienti ha rango 4;
pertanto, non essendo il rango minore del numero
delle incognite, il sistema non ha autosoluzioni e,
quindi, dim(V W) = 0.
25
Un terzo metodo consiste nel determinare la dimen-
sione di V +W e quindi, mediante la formula di Grass-
mann, calcolare dim(V W). Sia
C =

1 1 0 2
2 1 1 0
1 1 1 0
1 0 0 1

la matrice le cui righe sono i vettori che costituiscono


le basi B
1
e B
2
di V e W rispettivamente.
`
E facile stabilire che C `e non singolare, per cui dim(V +
W) = 4; per la formula di Grassmann dim(V W) =
dimV +dimW dim(V +W) = 2 + 2 4 = 0.
10. Determinare il sistema lineare omogeneo che rappresenta
il sottospazio di R
4
generato dai vettori u = (1, 0, 1, 0) e
v = (1, 0, 0, 1).
(y = x + z + t = 0)
11. Determinare la dimensione ed una base del sottospazio vet-
toriale
V = {(x, y, z) R
3
| x +y +z = 0, x y = 0}.
(dim V = 1, base: (1,1,-2))
12. Determinare gli eventuali valori del parametro reale h per i
quali il sottospazio generato dai vettori v
1
= (1, 2, 0, 1), v
2
=
(0, 3, 1, 2), v
3
= (h, 1, 1, 3) ha dimensione 2.
(h = 1)
13. Dati i sottospazi V =< (0, 0, 1, 1), (1, 0, 0, 1) > e W =<
(1, 1, 0, 1), (1, 1, 1, 0) > di R
4
, determinare una base di
V W.
Un vettore v = a(0, 0, 1, 1) + b(1, 0, 0, 1) di V appar-
tiene anche a W se risulta a(0, 0, 1, 1) + b(1, 0, 0, 1) =
26
(1, 1, 0, 1)+(1, 1, 1, 0), ove a, b, , R. Dalluguaglianza
delle coordinate ne segue il sistema lineare omogeneo

b = +
0 = +
a =
a b =
le cui autosoluzioni sono tutti i vettori multipli di (0, 0, 1, 1).
Pertanto V W = Span((0, 0, 1, 1)).
14. Si considerino i sottospazi di R
4
V = {(x, y, z, t) R
4
|
x + 2y z = x + t = 0} e W = {(x, y, z, t) R
4
|
x +y z t = 0}.
(a) Determinare la dimensione ed una base di V e di W.
(b) Determinare la dimensione di V + W.
(a) I vettori di V sono le autosoluzioni del sistema lineare
omogeneo

x + 2y z = 0
x +t = 0
che risultano (h, k, h+2k, h) = h(1, 0, 1, 1)+k(0, 1, 2, 0).
I vettori indipendenti (1, 0, 1, 1) e (0, 1, 2, 0) for-
mano una base di V , che ha pertanto dimensione 2.
In relazione a W una generica soluzione dellequazione
risulta (a, b, a + b c, c), con a, b, c R.
I vettori (1, 0, 1, 0), (0, 1, 1, 0), (0, 0, 1, 1) formano una
base di W che quindi ha dimensione 3.
(b) Si pu` o stabilire che la matrice le cui righe sono i vet-
tori che formano le basi di V e W ha rango 4. Per-
tanto dim(V +W) = 4.
15. Sia W il sottospazio di R
4
generato dai vettori w
1
= (1, 1, 2, 0),
w
2
= (3, 1, 0, 1) e w
3
= (1, 0, 0, 0).
27
(a) Determinare la dimensione di W.
(b) Determinare una base di un sottospazio U di R
4
tale
che W U = R
4
.
1) Si consideri la matrice
A =

1 1 2 0
3 1 0 1
1 0 0 0

formata con i tre vettori assegnati.


`
E facile stabilire che
r(A) = 3, per cui i tre vettori sono linearmente indipen-
denti e quindi dimW = 3.
2) Si tratta di determinare un vettore u di R
4
linearmente
indipendente da w
1
, w
2
, w
3
. Per facilitare i calcoli si pu`o
cercare nellinsieme dei vettori della base canonica. Si
trova che pu` o essere u = (0, 0, 0, 1), per cui U = {t.u |
t R}.
16. Sia V il sottospazio di R
4
generato dai vettori v
1
= (0, 0, 0, 1),
v
2
= (1, 0, 1, 3) e v
3
= (0, 2, 1, 1).
(a) Determinare la dimensione di V .
(b) Determinare una base di un sottospazio W di R
4
tale
che V W = R
4
.
(dimV = 3, W =< (1, 0, 0, 0) >)
17. Determinare i valori del parametro reale k per i quali la
somma dei sottospazi
V = {(x, y, z) R
3
| x 3y + 2z = 0, 2x y z = 0}
e
W = {(x, y, z) R
3
| x +y kz = 0}
`e diretta e coincide con R
3
.
(k = 2)
28
18. Si considerino i sottospazi di R
3
U = {(x, y, z) R
3
|
x + y 2z = x y + z = 0} e V = {(x, y, z) R
3
|
x +ky z = 0}, ove k `e parametro reale.
Determinare il valore del parametro k per cui dim(U
V ) = 0.
Si tratta di determinare il valore di k per cui il sistema
lineare omogeneo

x + y 2z = 0
x + y +z = 0
x + ky + z = 0
ammette solo la soluzione nulla. Tale condizione equivale
a stabilire che la matrice dei coecienti A `e non singolare.
Poich`e detA = 3k + 2, ne segue che k =
2
3
.
19. Si consideri la base B = {(3, 2), (5, 1)} di R
2
. Scrivere la
matrice di passaggio A dalla base canonica E alla base B.
Ricordando che le colonne di A sono formate dalle coordi-
nate dei vettori della base B rispetto alla base canonica,
si ottiene
A =

3 5
2 1

.
29

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