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Recensione su Immanuel Kant

Nato a Königsberg il 22 aprile 1724 in una famiglia di forti convinzioni religiose, Kant compì i primi studi nel Collegium
Fredericianum dove si faceva sentire l’influenza della filosofia illuministica.
Iscrittosi nel 1740 all’università di Königsberg, Kant studiò fisica e matematica e nel 1755 si laureò con una
dissertazione intitolata “De igne”. 
Conseguita la libera docenza, già pone in evidenza quella che sarà la linea centrale del suo interesse : esaminare la
possibilità di una metafisica come scienza, avendo come punto di riferimento la fisica di Newton. 
Nel 1755 pubblica la “Storia generale della natura e teoria del cielo”, nella quale presenta una spiegazione della
formazione dell’universo secondo i principi di Newton.
L’anno successivo troviamo la “Monadologia fisica”, dove si prende in esame l’unità della geometria con la metafisica
nella filosofia della natura. 
Seguono poi, nel 1763, “L’unico argomento possibile per una dimostrazione dell’esistenza di Dio”, e, nel 1764 “Il
Saggio sulla chiarezza dei principi della teologia naturale e della morale”. In quest’ultimo scritto, Kant pone a tema, la
differenza tra matematica e filosofia : mentre la prima è una costruzione e opera per via di sintesi, la filosofia è analisi
degli elementi degli oggetti che sono dati. 
Tale concezione della filosofia mette in luce i limiti di ogni possibile metafisica : a testimonianza di ciò è lo scritto del
1766, “Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica”. 
In quest’opera, Kant, afferma che la conoscenza di essenza spirituali può essere solo negativa, tale conoscenza
consiste infatti soltanto nel rendersi conto con sicurezza dei limiti della conoscenza stessa e quindi, la metafisica ha
senso solo come scienza dei limiti della ragione umana. 
Tappa fondamentale dell’evoluzione del pensiero di Kant è l’opera del 1770 “De mundi sensibilis atque intelligibilis
forma et primcipiis”. In questa dissertazione viene posto, da Kant, un solido e semplice criterio alla luce del quale
esaminare e giudicare questioni metafisiche : la distinzione tra sensibilità e intelligenza. 
Mentre la prima è ricettiva e attesta la presenza di un oggetto che influisce sul soggetto, la seconda è invece facoltà
attiva dell’intelletto che rappresenta quello che, per sua natura, non può essere colto dai sensi. 
In più, Kant precisa che la sensibilità ha delle forme a priori, non derivanti dai sensi e frutto di intuizione pura : lo
spazio e il tempo. 
Questi, intuizioni pure, condizionano ogni conoscenza fenomenica. Ottenuta la cattedra di logica a Königsberg nel
1770, poté dedicarsi liberamente alla stesura delle sue opere. 
Nel 1781 pubblicò quella “Critica della ragion pura”, che oltre a rappresentare la formulazione basilare del suo
pensiero, gli assicurò pure fama e influenza nella Germania del tempo. 
La difficoltà e complessità dell’opera fecero sì che lo stesso Kant sentì l’esigenza di darne un’esposizione sommaria e
più scarna. 
Diede così alla luce i “Prolegomeni a ogni futura metafisica che si presenterà come scienza”(1783), la “Fondazione
della metafisica dei costumi”(1785) e la “Critica della ragion pratica” (1788). 
Nel 1786 erano poi usciti i “Principi metafisici della scienza e della natura” e nel 1787 una seconda edizione
della “Critica della ragion pura” con importanti chiarimenti e modifiche. 
Nel 1790 Kant pubblicava poi la terza e ultima delle sue Critiche, ovvero la “Critica del giudizio”.
Successivamente affrontava il problema della religione e dei suoi nessi con la morale e la ragione nel volume del
1793 “La religione nei limiti della semplice ragione”.
Questo scritto provocò un ammonimento da parte del governo prussiano perché Kant non si occupasse di cose
religiose e applicasse altrove e meglio il suo ingegno. Morì a Konigsberg il 12 febbraio 1804. Quale filosofo fece
spaziare la sua mente per tutti gli ambiti del sapere, occupandosi di filosofia della storia, logica, filosofia della natura,
antropologia e pedagogia.

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