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26/03/2007-04/04/2007
Viaggio:
L’HABANA: Due giorni e tre notti possono bastare per visitare la città e
assaporarne il suo fascino. Non mancate di passeggiare per le vie della Habana Vieja e
Habana Centro, né di fare una puntata al quartiere del Vedado; visitate senz’altro il
Museo della Revolucion, il Capitolio e Plaza della Revolucion, con salita obbligatoria
ai 130 metri della torre, senza dimenticare alcune chiese e piazze, il Malecon
(suggestivo percorrerlo con un Cocotaxi) e il Paseo de Martì, dove è rilassante
passeggiare fra bambini vocianti e con lo sguardo rivolto ai palazzi colorati che vi si
affacciano; né può mancare il simpatico “museo” del cioccolato (in Mercaderes) e il
negozio a fianco della fabbrica di sigari nella piazza del Capitolio; imperdibile la
cerimonia del Canonazo alle 21 alla Fortaleza de La Cabana.
Mangiate alla Mina (Plaza de Armas) i camarones (gamberi), ma evitate El
Patio in Plaza de la Catedral (è caro e le porzioni sono piccole). Munitevi di moneda
nacional e acquistate per meno di mezzo euro (12 pesos “nacional”) le gustosissime
caijtas alla Cafeteria La Primera de Aguacate (Aguacate n. 12): scatole di cartone con
dentro un po’ di tutto: riso, verdure, pollo, pesce, fagioli, ecc.. Se non volete
mangiarle con le mani o con il coperchio rubate i cucchiai sull’aereo e teneteli sempre
in tasca. Il gelato da Coppelia (se non è chiuso perché manca la corrente) lo troverete
in quasi tutte le altre tappe del vostro viaggio sull’isola, la scelta è tra due gusti, farete
una bella fila ma è un’esperienza che va vissuta!
Quando prenderete la tangenziale per uscire da l’Habana armatevi di cartina e
pazienza, i cartelli non esistono, chiedete alle numerose persone che incontrerete sulla
strada ma ognuno vi dirà una cosa diversa.
CIENFUEGOS: a noi non ha detto granché, vi abbiamo fatto una breve sosta
nel tragitto dalla capitale a Trinidad. Dall’Autopista c’è un primo cartello per
Cienfuegos e che noi abbiamo ovviamente seguito, anche se avevamo visto che il
pullman lì diretto proseguiva per l’Autopista; probabilmente faceva una strada più
comoda anche se più lunga: chi può dirlo? E’ anche vero che ci hanno detto che
conviene non fidarsi troppo dei cartelli sui pullman..... La strada che abbiamo fatto
noi, comunque, pare sia cosparsa di chele di granchio (non lo sapevamo, ma forse è
proprio lì che abbiamo bucato; o, forse, è una diceria degli abitanti di Trinidad....)
TRINIDAD: da soli non ci saremmo mai arrivati, se non dopo giri infiniti, a
causa della assoluta mancanza di cartelli. Per fortuna, ad un incrocio abbiamo dato un
passaggio a Enrique Manuelito che ci ha raccontato molte cose interessanti su Cuba e
sulla vita di tutti i giorni e, soprattutto, ci ha trovato una bella ed accogliente “casa
particular” e un eccellente “paladares” consigliato anche dalla Lonley, “Estela” (in
Simon Bolivar n. 557): da fuori sembra non esistere ma dentro c’è un bel cortiletto!
Prenotate o andateci presto: hanno solo tre tavoli, ma gamberi e aragosta a go go (12-
15 euro a cranio). La nostra “Casa particular” è Yaquelin Arrechea, nel pieno centro
storico (Calle Jesus Menendez n° 60 e/ Lino Perez y Agustin Bernal, tel. 01419 6038,
xiquetdad2005@yahoo.es): buona ospitalità, cibo abbondante e ottimo, bel patio dove
mangiare o riposarsi sulle sedie a dondolo in compagnia del cane Principe, camera
semplice, bagno essenziale, ma pulito e aria condizionata (anche se rumorosa, come
dappertutto: impossibile tenerla accesa di notte!).
Una piccola, ma doverosa digressione: vi consigliamo di alloggiare nelle
“casas particulares” perché è proprio lì che assaporerete la vera cucina cubana
(spendendo peraltro molto meno che in qualunque altro “ristorante”), ma soprattutto
perché è proprio lì che avrete modo di conoscere, parlare e confrontarvi con la vera
Cuba e i veri Cubani. Certo, preparatevi a camere spartane, spesso buie, e soprattutto
a bagni più che essenziali: le docce non hanno pressione e spesso l’acqua non è
caldissima, il wc può essere sprovvisto di tavoletta (noi abbiamo portato i copri water
usa e getta!), ma la cordialità e l’ospitalità dei loro abitanti è straordinaria e quasi
commovente. Il consiglio è di vederne più d’una, anche se arrivando in una città verso
sera (specialmente proprio a Trinidad) potreste trovare qualche difficoltà a trovarne di
libere.
Trinidad è una città unica, non per niente è interamente stata eletta a
“patrimonio dell’umanita’” dall’Unesco. Girate per le sue vie con calma, specialmente
dopo le sette di sera, quando si alza un lieve, fresco venticello, i turisti tornano negli
alberghi per prepararsi alla cena e i cubani sono meno “pressanti” e guardatevi
intorno: la bella piazza principale, la vista dalla torre del Museo Historico Municipal,
la musica alla Casa della Trova, le sue case colorate, il ciottolato inconfondibile e
caratteristico. Nei suoi dintorni segnaliamo il mirador de La Loma del Puerto (da dove
si ammira uno splendido panorama sulla “Valle de los Ingenios”) e la Manaca Iznaga,
una antica “fazenda” appartenuta agli schiavisti spagnoli nell’800, El Mirador di
Topes de Collantes (dove probabilmente incontrerete un omino che vi venderà un
caschetto di mini banane, al solito prezzo politico di 1 CUC), e infine la famosa Playa
Ancon: bella, ma ne troverete di migliori.
CAMAGUEY: Bella cittadina dove ci siamo fermati una notte nella “casa
particular” consigliata da Yaquelin di Trinidad, Noel y Josefa (Bembeta n° 568 e/
Horca y San Ramon, tel. 284771). Noel ci aspettava da due ore all’ingresso della città,
e ci ha inseguito su una motoretta scassata urlando i nostri nomi: Yaquelin gli aveva
preannunciato il nostro arrivo (nomi, descrizione dell’auto, targa)! Una scena surreale,
ma molto divertente! Comunque è stato un bene, perché l’ospitalità è stata ottima:
bella la casa, ma, soprattutto, abbiamo mangiato da dio (aragoste, riso, zuppa di carne,
verdure, banane e patate fritte, frutta, tutto in una cena e in porzioni per 6 persone e a
soli 10 CUC!). Attenzione alla doccia!
SANTIAGO: E’ una città molto diversa dalle altre, forse l’unica vera città così
come la intendiamo noi. Il centro storico, con le sue scalinate e il dedalo di stradine
che salgono e scendono, ricorda un po’ il Barrio di Porto. Molte abitazioni fatiscenti,
ma anche piazze, piazzette, angoli e scorci di panorama veramente deliziosi. Ma il
vero cuore di Santiago, anche se distante 10 km dalla città, è la fortaleza de El Morro,
uno spettacolare castello spagnolo del 600 a guardia dell’insenatura che porta alla baia
di Santiago e da cui si gode lo straordinario panorama della Sierra Maestra e
dell’oceano. Segnaliamo la “casa particular” dove abbiamo alloggiato, per fortuna una
notte sola, per evitare che ci finiate anche voi: Myriam (calle Lino Boza)
REMEDIOS: Uno dei posti che ricorderemo più volentieri del nostro viaggio a
Cuba. Sarà che era la nostra ultima tappa e ci siamo rimasti due notti, sarà per la
squisita ospitalità della nostra padrona di casa, ma l’abbiamo trovato un posto
veramente rilassante e piacevole. Il nostro consiglio è quello di fermarvi più di un
giorno. La cittadina è piccola e deliziosa, si respira una bella atmosfera, la gente è
molto tranquilla e accogliente. Fra l’altro è una buona base di partenza per
raggiungere Cayo Santa Maria e la bellissima Playa Blanca, godendo del fantastico
paesaggio che si ammira sul “predapien”, la fettuccia di strada che per 47 Km. entra
nel mare aperto, e, ovviamente, anche Santa Clara. La “casa particular” segnalata su
questo sito era piena, ma il proprietario Richard ci ha subito portato da una giovane
coppia dove siamo stati benissimo (Hostal La Lucia, di Yunai e Livani, Calle Hnos
Garcia n° 137, 25 CUC). Casa curata e pulita, stanza luminosa e bel bagno, si mangia
benissimo e loro sono molto simpatici. Andateci!
Conclusioni:
Non rinunciate ad un viaggio a Cuba. Le cose sono destinate a cambiare presto, e per
sempre.....