Si comunica alla cittadinanza che il gruppo di minoranza del Comune di Rionero
Sannitico, avendo appreso da notizie riportate dagli organi di stampa che l’ing. D’Amico Nicolino, vicesindaco di questo Comune, aveva riportato una condanna dal Tribunale Penale di Sulmona per reati compiuti nel ruolo, dalla stesso rivestito, di Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Roccaraso, per una serie di reati tra i quali “turbativa d’asta”, chiedeva al Sindaco di avere risposta in Consiglio Comunale alle seguenti domande: 1) detti reati rientrano tra quelli all’art. 59 comma 1 lettera a) del d.l. 267/2000 per cui lo stesso andrebbe sospeso dalla carica di Consigliere Comunale? 2) Come viene valutato dal gruppo di maggioranza l’opportunità che lo stesso d’Amico ricopra ancora la carica di Vicesindaco e di Responsabile Ufficio tecnico? A dette domande, il Sindaco, allo scopo evidente di sottrarsi ad un imbarazzante dibattito pubblico, ha preferito dare risposta scritta , dalla quale non si capisce in modo preciso quali sono i reati a norma dei quali il Tribunale ha pronunciato la condanna, mentre le valutazioni politiche si limitano al dato molto discutibile che il gruppo di maggioranza, autonominatosi corte d’appello, assolve in toto il vicesindaco. Fermo restando la scontata presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, rilevando come, ad altri livelli, personaggi di ben altra importanza , alla presenza di una sola indiscrezione giornalistica si sono sentiti in dovere di rassegnare le dimissioni dalle cariche istituzionali ricoperte, non si capisce come il ns. vicesindaco non abbia ancora avuto la stessa sensibilità morale ne avvertito lo stesso dovere istituzionale di fronte ad una condanna di primo grado. Per questo motivi, i consiglieri del gruppo di minoranza, nel dare comunicazione del fatto di aver proposto al Consiglio Comunale una mozione di sfiducia politica nei confronti del vicesindaco Nicolino D’Amico e l’invito al Sindaco di revoca dalla carica e delle deleghe, fanno appello, a tutti i cittadini che hanno a cuore il tema della questione morale, a manifestare l’auspicio che la mozione presentata non cada vittima della scontata logica dei rapporti tra maggioranza e minoranza ma possa essere esaminata in libertà di coscienza valutando appieno l’opportunità politica che l’Ente venga rappresentato ai suoi più alti livelli da una persona su cui grava una così grave ombra.