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lurlo

Pubblicazione periodica a

diffusione gratuita - Numero 50 - SETEMBRE 2015

in ricordo di Danco ...

Quattro mesi fa Danco ci ha lasciati e ancora facciamo fatica a crederci. Danco stato
per la redazione de l'urlo una figura importante, cos vorremmo ricordarci ogni tanto di
quanto fosse in gamba a scrivere e quanto interessanti fossero le sue riflessioni.

Grammatica
delle emozioni

Vorrei parlare di un periodo


particolare, in cui ho fatto un po
di conti. E da un po di tempo
che sto facendo volontariato e mi
stanno tornando indietro delle
cose.
Ho iniziato un po per caso,
senza aspettarmi molto, per
motivi un po egoistici: vado in
mezzo a persone che stanno
peggio di me, chiss mai che
anche io stia meglio, mi renda
conto delle mie cose.
Certe cose per, dopo un po,
vanno prese seriamente: ho
avuto delle responsabilit. Se tu
insomma predichi bene ma
razzoli male ... non puoi, devi
riflettere su come ti comporti
davanti agli altri. Succede che vai
in uscita e ti ritrovi a far
rispettare delle regole, non sei
pi quello che le trasgredisce! E
un po cosi, uno inizia per gioco
e poi ti ritrovi a fare le cose
seriamente. Forse la dico grossa

A te che lo sai

(grande Sabri)
C una libert
pi grande dei sogni
che dopo tanto cadere
gli insegn a volare
dopo tanto morire
gli regala la vita
che dopo un naufragio di lacrime
in onda di sole
c questo essere liberi
e chi rende felice
c questo piacersi
come si
che ti d la forza
di combattere ancora
di non arrenderti Mai
che la forza dei sogni
del nostro cuore guerriero
e riesce
(continua a pagina 2)

(continua a pagina 4)

intervista a
don NILO NANNINI

(continua a pagina 2)

Un abbraccio forte

Io voglio ricordare un uomo, un


animo gentile e generoso. Danko
per me era un amico leale e
sincero; quando quella
domenica ho saputo che non
ceri pi io ero proprio a Sasso,
dove tu, come me, hai trovato
un nuovo modo di respirare: la
gioia e lentusiasmo di vivere.
Abbiamo vissuto insieme
momenti a volte anche
complicati, ma indimenticabili.
Per me sei stato un amico
prezioso e raro. Non so dove te
ne sei andato e ti perdono che
non mi hai salutato. Fr un po
ci rincontreremo senzaltro, da
(continua a pagina 4)

DE
DICA
CO
DEDICA
DICATTO A DAN
DANCO

Storico redattore dellurlo:


Come inviato in motociclo mi sento di
scrivere e dedicare queste poche
righe al mio amico Danco
E di allegare poi di seguito lintervista
che abbiamo realizzato insieme a
quello che in tutti questi anni stato il
nostro punto di riferimento DON
MILO NANNINI DI SASSO
MONTEGIANNI.
Ecco come sono andate le cose, per
quello che larchivio della mia
coscienza:
Credo fosse circa il 2002 ed io
avevo terminato la mia residenza in
quel di Marradi da circa due anni, ma
in realt mi ero innamorato di quella
storia chiamata SASSO, per cui ho
continuato il percorso per altri 7 anni
come volontario. Nel 2002 mi trovai
di nuovo a frequentare il mitico 21
Aprile, sede storica del giornale e f
li che incontrai Danco non ci
vedevamo dagli anni bui, non ci ho
pensato neppure un secondo

SOMMARIO

Grammatica delle
emozioni
Un abbraccio forte
A te che lo sai
Dedicato a Danco
Intervista a
don Nilo Nannini

1
1
1
1
1

Monsignore e responsabile della


comunit di Sasso Monte Gianni
collocata e nata a MARRADI, il
paese di Dino Campana, don Nilo
si occupa di tossicodi pendenza,
dal 1980. I principi della comunit
sono semplici: perdono, povert e
obbedienza alle indicazioni di questi
stessi principi.
Intervista a cura di DANCO e
L INVIATO IN MOTOCICLO
Da tempo aspettavamo questa
occasione perch intervistare il
don non cosa facile.
La domanda che abbiamo fatto
al sacerdote : la
tossicodipendenza una malattia?
Risposta: Dunque tu mi chiedi di
parlare di quella che lossessione
di questi anni, se non conosci
(continua a pagina 3)

Grammatica
delle emozioni
(continua dalla prima)

ma il ritorno che comincio a


ritenermi un po diverso, a
riscontrare delle cose diverse.
Sono cambiato internamente,
un discorso un po complesso e
tutte le volte che lo faccio ruba
qualcosa di mio. Ci sono delle
situazioni nelle quali prima mi
trovavo a disagio, non riuscivo a
coordinare i movimenti, cera un
tentativo di fuga: sono le
emozioni. Da un po non ero
abituato a viverle. Ho fatto una
ventina di anni di
tossicodipendenza da eroina. Le
situazioni forti le vivevo in modo
distaccato, come se mi
scivolassero addosso: non mi
apparte-nevano. Ora cominciano
a tornarmi addosso, e la
sensazione forte che questo
piacevole, ti fa venire voglia di
viverle, il piacere della vita. Nel
contatto con le persone,
nellintimit di qualche
situazione. Quando sei davanti ad
una persona che ancora
dentro ad un certo tipo di vita,
anche se parla con te, hai
sempre limpressione di non
riuscire a raggiungerla. I
cambiamenti li riconosco
quando sono di fronte a certe
situazioni e mi rivedo in chi ho
davanti, come se vedessi me al
posto loro, vedo come io ero
assente. Non sto parlando dei
tossicodipendenti in generale ma
sto parlando di me. E come se
avessi di fronte uno specchio,
non penso che laltro uguale a
me ma mi da loccasione di
riflettere su di me, su tutte le
volte che parlavo ... in realt con
la testa ero altrove. E non penso
che le persone che ho di fronte
non siano autentiche o che
vorrei che fossero diverse da
come sono in quel momento, mi
va benissimo essere in relazione
con loro in quel momento cos
come sono. Mentre sono l nella
situazione mi accorgo che non
ho pi paura, e accorgermene
mi fa avere ancora meno paura,
la differenza che ora io inizio a
pensare agli altri, prima era pi
difficile. Voglio dire che della mia
dipendenza non ho memoria
limpida al 100%. Tuttavia

continuo a scoprire cose del mio


passato, sto parlando solo della
mia vita e non delle storie degli
altri. Una cosa che capisco che
io ho preso una fregatura per
ventanni, e questo sarebbe gi
sufficiente per dire tutto. Non
rinnego niente perch ero io
allora cos come sono io oggi,
non voglio cancellare una parte
di me e del mio vissuto, n sto
giudicando la persona ma rifletto
su di me, do un giudizio su una
parte di me, quando non sapevo
cosa volevo, non trovavo mai
uno spazio di tranquillit, il mio
stato danimo era sempre quello
di voler scappare, non voler
esser l, uninquietudine non
riuscire a presentarmi agli altri

con tranquillit. Me ne sono reso


conto piano piano, ho preso
possesso e ho favorito questo
cam-biamento. Fino ad ora io mi
sono sempre opposto ai
cambia-menti, ora vedo una cosa
diversa, sono cambiato. Delle
volte rivedersi non fa molto
piacere, i ritorni sono molto duri
da digerire. Alla fine ho fatto
questa scelta del volontariato,
anche perch io sono stato in
diversi contesti, ma difficile
trovare delle persone con cui
condividere delle cose la mia
gente la gente che in qualche
modo entrata in contatto con le
sostanze.
Con gli altri non mi sento cos
Danco
vicino.

Carnevale di San Giovanni in Persiceto (2015)

A te che lo sai
(continua dalla prima)

ancora dal mare


che questo essere
come si
che ci d il coraggio
di vivere
e cos ho imparato
a prendere il meglio
di questa gente preziosa
che ha combattuto
La mia guerra
come fosse la sua
chi ha vinto la mia guerra
come fosse la sua
ed in questa vittoria
sei labito della festa
tu che hai preso il mio sogno
e mi hai fatto
una bandiera

tu che lo sai
che gli ideali
non muoiono mai
e mi regali di dolcezza
ad ogni occasione
ed io mi godo
La persona stupenda
che sei
immerso in questo
grande volerti bene
dove voglio restare
per sempre
dove sono entrato
per caso
e mi sono trovato
a mio agio
ed anche per te
e mi sono
ho ripreso la vita

REVO

intervista a
don(continua
NILOdalla
NANNINI
prima)
bene il mistero della
tossicodipendenza come si fa a
dare una risposta puntuale ai
ragazzi che sono qui per
liberarsi da questa una malattia
cronica? Questa malattia una
ferita, ferita che si presentata
nel vissuto, nella quotidianit
del ragazzo, nelle suw
inquietudini che non gli anno
fatto amare
abbastanza la vita e, secondo
me, le frustrazioni sono il modo
di vedere la cronicit. Le
frustrazioni sono sempre di
carattere psicoaffettivo, ferite
intime, per questa la nostra
comunit ha pensato che la
scommessa uitle a superare
questa mlattia dovesse essere
quella di inpegnarsi nei rapporti
interpersonali, facendo si che la
qualit della tua vita
corrispondesse alla qualit dei
rapporti, da custodire con la
tenerezza la comprensione. Per
questo la nostra comunit, nel
momento che sa di queste
lacerazioni che si presentano
nel quotidiano usa il PERDONO
come punto di partenza.
Ovviamente le ferite sono di
tipo molto diverso, per la
rabbia, la depressione,
lindifferenza e sono

conseguenza dello stile di vita


che il ragazzo ha condotto
prima di arrivare qui a Marradi,
quello che si porta nella
valigia, che lui sente come tutto
quello che ha, ed quindi
normale per noi capire la paura
del ragazzo al solo pensiero di
aprire questa valigia. Dunque
per noi mettere in pratica il
primo passo, che il perdono,
concede subito un respiro di
sollievo.
Il Perdono, perdono che nella
cronicit del dipendente, che
vive in una tana fatta di
egoismo e di conseguenza di
annullamento di se stesso, per
cui uscire dalla tana per lui
vuol dire camminare insieme.
Noi pensiamo che questa
malattia, che anche una
malattia dellanima, una sfida
del camminare insieme nei
rapporti riconciliati, costruttivi,
creativi, per cui uno tutte le
volte che si rende conto di non
camminare insieme perde la
possibilit di uscire da questa
tana che la porta verso la
cronicit. Il punto che si pu
vincere la malattia nel
momento in cui il ragazzo
sceglie di essere un DONO;
un dono verso i suoi
compagni, mentre, al contrario,
se sopraffatto dal proprio io,
sempre pi difficile proprio
perch la cronicit riprende il

sopravvento. Invece se i
conflitti sono vissuti come un
dono, un dono in completa
gratuit, ecco che in quel
momento fermiamo questa
cronicit,
nel senso che il ragazzo vive il
quotidiano come un dono nel
darsi anzich vivere per
ricevere. Ed ecco che il
movimento della malattia
cambia, certo avr sempre il
richiamo alla sostanza, ma se
poi ci si accorge che si rischia di
perdere tutto quello che stato
conquistato, se lentamente
invece il ragazzo, che non pi
nella sua solitudine distruttiva e
prova giorno per giorno ad
aderire ad i nostri 3 semplici
principi, perdono, povert e
obbedienza, le cose possono
migliorare. Nella gratuit
vissuta giorno per giorno, nel
sentirsi un dono, che vive del
proprio sudore ogni giorno,
allora quando si arriva a sera
noi possiamo sentire di essere
un po migliori, o peggiori.
Questa la cosa che dico tutte
le mattine a tutti i ragazzi prima
di cominciare le attivit che la
comunit gli propone, nella
scelta, che ognuno di noi fa
dagli operatori ad i ragazzi,
ossia nessuno sotto e nessuno
sopra.
Danco e
l Inviato in motociclo

Comunit Sasso Montegianni

Un abbraccio forte
(continua dalla prima)

qualche parte nelluniverso..ma


non ancora.
Un abbraccio forte da Marradi.
G.

DE
DICA
CO
DEDICA
DICATTO A DAN
DANCO
(continua dalla prima)

Danco era la persona giusta al


momento giusto, stavo cercando una
persona che mi facesse compagnia
nel CENTRO CRISI DI TEBANO,
dove facevo il volontario da diverso
tempo. Detto fatto, di li in poi
cominciammo il sabato e anche la
domenica ad andare insieme, lui si
dimostr subito molto disponibile, in
particolare riguardo le cose pi
semplici, aiutare a preparare il pranzo
e a spronare le persone pi in
difficolt nei rapporti e in particolare
rispetto alla qualit dei rapporti,

il centro crisi era direttamente


collegato con la comunit di SASSO
A MARRADI, per cui spesso e
volentieri, ricevuto il cambio, ci
facevamo un giro s e, dopo un
saluto al Don e ad altre persone, ce
ne andavamo in quel di Marradi.
Qualche volta si cenava insieme
oppure si andava in un bar dove
ormai conoscevamo tutti i Marradesi.
Poi si tornava verso Bologna. Di li a
qualche tempo poi Danco prese la
decisione di entrare a Tebano, sicuro
che sarebbe stata la scelta giusta, e
cosi stato li, come ha ricordato don
Nilo durante lomelia in cui tutti gli
abbiamo dato lultimo saluto, Il Don
ha ricordato quanto fosse stato
buono e importante il lavoro fatto da
Danco a Marradi, I rapporti e la
qualit dei rapporti, sino ad essere
per anni cittadino di Marradi, di fatto
dopo un breve periodo ha continuato
il percorso nella fonderia di quel
paese, apprezzato dai colleghi. Nel
momento in cui la fabbrica ebbe dei
problemi stato il primo a lasciare il
posto a persone che avevano
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Redazione de lurlo C.o.


Ser.T.
via Marzocchi 1/a, 40017
San Giovanni in Persiceto
(BO)
4

famiglia, e questa cosa la dice lunga


sulla sua generosit.
Da anni era tornato alla sua Palata
Pepoli dove lavorava ed era stimato
da tutti. Ma ancora di pi nellultimo
periodo, in cui io andavo al servizio
ambulatoriale, tutti i Sabati mi
passava a prendere sotto casa. E da
li era nata la piccola compagnia del
sabato, dove si andava a prendere un
caff e a far colazione e due
chiacchere, non dimentico certo la
sua generosit gratuita in questi ultimi
anni i cui io sono alla ricerca di un
lavoro.
IL FULMINE A CIEL SERENO
E ARRIVATO SABATO 16
MAGGIO 2015 ,QUANDO
MENO TE LO ASPETTI NELLA
NORMALITA QUOTIDIANA DI
UNA PERSONA QUALUNQUE.
Non per ultimo v il nostro
ringraziamento a tutti i medici del 118
che si sono prodigati per tenerlo
ancora qui con noi. A nome di tutti
quelli che ti hanno conosciuto ti
diciamo solo ciao Daniele
Non ti scorderemo MAI ...
l Inviato in motociclo

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