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Quel Che Resta Di Freud PDF
Quel Che Resta Di Freud PDF
lattualit
La
di
LUCA RASTELLO
cultura
Repubblica
PAOLO RUMIZ
Quel
resta
che
di
Freud
FOTO SELVA/LEEMAGE/MONDADORI ELECTA
Cosa cambiato
e come siamo cambiati
PAOLO REPETTI
l mio inconscio un reperto archeologico nel quale un osservatore attento pu trovare tracce stratificate di una trentennale storia clinica che spazia dai freudiani agli junghiani ai lacaniani e perfino ai famigerati comportamentisti. La
mia carriera di paziente in cura cominciata a otto anni.
Uno strano malessere che faceva su e gi allaltezza del plesso solare in prossimit del pranzo e della cena mi attanagliava e mi
impediva di mangiare. Fu in quelloccasione che ebbi il mio primo
incontro con una rudimentale figura di terapeuta: la portinaia del
palazzo. Mi fermavo a parlare con lei, una signora ebrea poco loquace ma dotata di un bel sorriso e di un robusto buon senso.
Da lei si intrattenevano altre figure solitarie, querule zitelle e
vedovi angustiati, e anche un ragazzino manesco che solo in sua
presenza sembrava calmarsi. Il setting che si svolgeva in una guardiola poco illuminata aveva anche le sue brave regole: mai fuori
dellorario di portineria e a bassa voce. E dunque non un paradosso. l che ho vissuto il mio primo transfert. Da adolescente i
miei mi obbligarono ad alcune rare incursioni nello studio di uno
psichiatra.
(segue nelle pagine successive)
spettacoli
i sapori
le tendenze
lincontro
34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
la copertina
Quel che resta di Freud
Oggi la societ
della disciplina
diventata societ
dellefficienza
per i suoi interessi che sono poi quelli
della propria conservazione, e la soggettivit dellindividuo che si illude di
disegnare un mondo in base ai suoi
progetti, che altro non sono se non illusioni per vivere, senza vedere che a cadenzare il ritmo della vita sono le immodificabili esigenze della specie.
Questa doppia soggettivit viene codificata dalla psicoanalisi con le parole
io e inconscio. Nellinconscio occorre distinguere un inconscio pulsionale dove trovano espressione le
esigenze della specie, e un inconscio
superegoico dove si depositano e si
interiorizzano le esigenze della societ.
Sono esigenze della specie la sessualit, senza la quale la specie non vedrebbe garantita la sua perpetuazione,
e laggressivit che serve per la difesa
della prole. Queste due pulsioni, proprio perch sono al servizio della specie, lio le subisce, le patisce, e perci diventano le sue passioni, che la societ, per salvaguardare se stessa, chiede di contenere, nella loro espressione,
entro certi limiti.
Tra le esigenze della specie (Es o inconscio pulsionale) e le esigenze della
I LIBRI
La contrapposizione
ben pi lacerante
quella tra possibile
e impossibile
re e non si in grado di
fare, o non si riesce a fare secondo le attese altrui, a partire dalle quali,
ciascuno misura il valore
di se stesso. Per effetto di
questo mutamento, scrive Eherenberg: La figura
del soggetto ne esce in
gran parte modificata. Il
problema dellazione non
: ho il diritto di compierla? ma: sono in grado di
compierla?. Dove un fallimento in questa competizione generalizzata, tipica
della nostra societ, equivale
a una non tanto mascherata
esclusione sociale.
Del resto gi Freud, considerando le richieste che la societ esigeva dai singoli individui, ne Il disagio della civilt si
chiedeva: Non forse lecita la
diagnosi che alcune civilt, o
epoche civili, e magari tutto il genere umano, sono diventati nevrotici per effetto del loro stesso
sforzo di civilt? [...] Pertanto non
provo indignazione quando sento chi,
considerate le mete a cui tendono i nostri sforzi verso la civilt e i mezzi usati
per raggiungerle, ritiene che il gioco
non valga la candela e che lesito non
possa essere per il singolo altro che intollerabile.
Alla domanda iniziale: cosa resta di
Freud a settantanni dalla sua morte?
Rispondo: laver sottratto il disagio psichico alla semplice lettura biologica,
laverlo collocato sul piano culturale,
laver intuito per effetto di questa collocazione che il disagio psichico si modifica di epoca in epoca, per cui compito della psicoanalisi, pi che attorcigliarsi nelle diverse denominazioni
delle nevrosi, quello di individuare le
modificazioni culturali che caratterizzano le diverse epoche, che tanta ripercussione hanno sulla modalit di ammalarsi nervosamente.
RIPRODUZIONE RISERVATA
LETTERE
In questa pagina,
le lettere con le quali
Paolo Boringhieri
a partire dal 1956
chiede a Cesare Musatti,
pioniere della piscoanalisi
in Italia, di curare
lopera omnia di Freud
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35
36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
lattualit
Mercanti di morte
LUCA RASTELLO
iracoli ne fa, non c dubbio, anche se cattivi. E per lo pi di natura illusoria. Per esempio sembra tanta quando poca. Meno
di cos non ce n mai stata da
quindici anni, eppure i rapporti
ufficiali parlano di consumo dilagante e addirittura in espansione. La cocaina, sembra strano, scar-
lEuropa. Sono le ndrine calabresi, partner daffari dei messicani, a controllare la piazza darrivo privilegiata in Europa, la Spagna. Ed proprio il ruolo
dei calabresi ad aver contribuito a fare di Madrid la
nuova Borsa europea della cocaina in sostituzione
di Amsterdam. La scelta dei clan di mantenere il
consumo a livelli di massa, aumentando i tagli e
smerciando al dettaglio roba di poco valore. la politica anche dei camorristi che tendono a lasciare la
piazza del dettaglio in gestione a terzi indipenden-
ti con guadagni proporzionali al rischio dimpresa e a conservare il controllo del canale di approvvigionamento. Un criterio organizzativo snello ed efficace: meno fiancheggiatori, meno detenuti, meno spese e pi sicurezza (molti pentimenti in carcere sono dovuti al bisogno di mantenere
famiglie che non hanno pi il sostegno del clan).
Ma anche meno controllo sulla merce e sui guadagni selvaggi che tagli successivi e sostanza sempre
meno pura garantiscono. Con buona pace del mi-
seggia: la polverina magica regala lennesima illusione di massa nella sua storia. Sono rovinato,
confida a Repubblica un uomo che per ovvie ragioni chiede lanonimato: Noi fornitori del segmento-lusso stiamo perdendo clientela. Parla proprio
di segmento-lusso: come tutte le industrie moderne anche questa applica strategie di marketing per
individuare, classificare e incrementare gli stili di
vita compatibili con il consumo. Nelle fasce alte
limpossibilit di trovare cocaina buona spinge i
cannabinoidi, spiega il nostro dealer, quella oggi la droga dei ricchi.
Altro che sostanza dlite: la coca sulle nostre
piazze merce con principio attivo inferiore al diciotto per cento, addirittura in certi casi, truffe pi
che narcotraffico, inferiore alluno per cento. Dosi
da trenta euro, ma a volte anche da dieci, che assorbono lintero mercato, tagliate con le sostanze
pi varie: dalla mannite al vetro tritato dei tubi al
neon, che d alla polvere una specie di scintillo per
far credere ai pi ingenui di avere per le mani la
perlacea, meraviglia al novantacinque per cento
che a Napoli, secondo il nostro confidente, non si
vede dai tempi di Maradona.
Tanta roba e poca sostanza, insomma. effetto
del nuovo boom del consumo negli Usa, proprio
quel mercato la cui flessione allinizio degli anni
Novanta caus linvasione di cocaina in Europa. I
potenti clan messicani che controllano il Centroamerica assorbono quantit senza precedenti di
merce, diminuendo il volume del traffico verso
Aslan che lo commercializz contro linvecchiamento (prima si chiamava coca sintetica, poi pi
prudentemente gerovital). Ma la prima ondata di
moda risale alla Grande guerra, quando i piloti un
po gi di nervi la usavano per rimettersi in forma,
come scrive Ernst Jnger, il grande scrittore tedesco che sulla soglia della morte avvenuta a centodue anni decise di provare ogni droga, il solo
forse ad aver saputo dominare la mortale polvere
bianca. A ridosso vennero i giocatori dazzardo:
Fiutavano con moderazione, allincirca come si
fuma un sigaro nero brasiliano o si prende un
caff, anche se secondo il Journal de Mdecine
franaise nel 1924 a Parigi erano censiti ottantamila cocainomani. Jnger la prov, come altri prima
di lui: Stevenson che scrisse in poche notti di neve Il dottor Jeckyll e Mr Hyde, Conan Doyle che fece di Sherlock Holmes un nevrotico affetto da dipendenza per la sua soluzione sette per cento,
Gottfried Benn, Freud, Benjamin. E prima di loro gli
adepti del Vino Mariani, ideato nel 1863 dal farmacista corso Angelo Mariani: Gounod, Ibsen, Rodin,
Zola, Verne, Edison, il generale Grant, e Edoardo
VII principe di Galles, luomo pi chic del mondo.
Il vino corso guariva a furor di popolo ogni tipo di
male (un po come ora laloe), febbre, insonnia, mal
di gola e impotenza: coeundi e generandi. Quanto
Mariani fosse un benefattore lo dimostra la medaglia assegnatagli da papa Leone XIII. Quanto fosse
un genio degli affari lo dimostra la concorrenza della bevanda di John Styh Pemberton, consigliata,co-
Terzo
Il posto occupato
dallItalia nel consumo
di cocaina tra i paesi della Ue
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37
6,95%
100
30 mld
Il giro daffari, in euro,
prodotto dalla cocaina
Stima annua italiana
1200
77
La percentuale di resa
in denaro della cocaina
dalla produzione alla vendita
Le tonnellate di cocaina
sequestrate
nel 2007 in Europa
me recitava la pubblicit, agli intellettuali e agli alcolisti in astinenza: la Coca Cola. Le propriet stimolanti e anoressanti dellalcaloide contenuto
nella coca attirarono poi lattenzione dei militari e
la sostanza fu sperimentata sulle truppe tedesche
durante la Guerra franco-prussiana. Era finita la
preistoria romantica. Lestrazione dellalcaloide
fu perfezionata con metodi chimici raffinati.
Le nostre notti sono troppo brevi per viaggi che
portano cos lontano, scrisse Jnger descrivendo
La provarono Stevenson,
Conan Doyle, Benjamin
Prima di loro cerano
gli adepti del Vino Mariani
la minaccia contenuta nelleccesso di potenza:
Questa contraddizione annot si pu osservare non solo nello studio delle ebbrezze, ma anche
in quello della pubert: qualcosa che nella storia
si ripete, tipico delle epoche di mutazione in cui
torna a comparire il titanismo. Aveva conosciuto
da vicino il nazismo, Jnger, e praticava larte della
precisione: lorrore per il titanismo e il suo fascino
gli erano chiari, e la cocaina non ne fece uno schiavo, come invece accade ai piccoli titani delle periferie o a quelli tanti, come risulta dalle inchieste
di Paolo Berizzi, Loris Campetti, Sandro De Riccardis che ne fanno uso per sostenere tempi produttivi sempre pi incalzanti. Nei cantieri, in fabbrica o alla guida di un tram, come ventanni fa fra
i pubblicitari newyorchesi o sulle piazze finanziarie, non raro trovare chi fa uso di coca per reggere
i ritmi impazziti di una condizione lavorativa sempre pi precaria.
Del resto la fortuna della cocaina riposa anche
sulla sua collocazione in una specie di terra di nessuno dellorizzonte simbolico, a mezza via fra due
posizioni inconciliabili: male da una parte, medicina dallaltra, sostegno chimico per chi dalla vita
costretto a correre. Per capire la contraddizione basta provare a spiegare a un adolescente che la sostanza che si procura da solo per ballare malvagia,
mentre non lo sono gli altri aiutini artificiali che
mercato e famiglia propongono: dallo psicofarmaco allintegratore, alle sostanze legate ai miti dello
sport. La moda della cocaina, in fondo, prese piede
nel passaggio dalla produzione alla vendita il milleduecento per cento del denaro investito. Ci a
causa della difficolt di accesso al mercato al livello del dettaglio, in parole povere della proibizione:
con leroina, la merce pi redditizia nella storia,
veicolo di accumulazioni vertiginose. Il volume dei
capitali creati scoraggia le preoccupazioni sulla
provenienza, come mostrano alcuni numeri noti:
secondo il rapporto annuale Onu sulle droghe, solo una quota fra l1,2 e l1,5 per cento dei guadagni
rimane nei paesi produttori mentre, secondo lAgenzia Usa per la sicurezza e linvestigazione, in caso di scomparsa del narcotraffico leconomia statunitense rischia una flessione tra il 19 e il 22 per
cento, e lFbi di Miami segnala che nel sistema di
credito della Florida i narcos colombiani investono
dieci miliardi di dollari lanno. Facile immaginare
come le conseguenze di una reale caduta nelleconomia della droga sarebbero disastrose non solo
per la malavita.
38 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
CULTURA*
Officina
Corona
Il cacciatore di parole
nella bottega-foresta
ERTO (Pordenone)
neri, forbici, lime, scarponi, un pistolone da Far West, un pettine, una lima, bigliettini con nomi, numeri di telefono e
appunti sparsi. Sopra, ragnatele, e un
luna park di fili elettrici con lumini appesi e interruttori. Servono a farsi il proprio sentiero di luce, accendendo una
lampadina alla volta e spegnendo quella che si lascia alle spalle.
Sfioro una gabbia che par vuota e invece nasconde un tordo che starnazza e
mi fa morir di spavento. Lampi nel buio
illuminano libri sparsi. Un dizionario
dei sinonimi e contrari, Educazione siberianadi Lilin, Storie chassidichedi Buber, Canto di vita di Hoffmanstahl.
Qualche foto di Mario Rigoni-Stern, il
vecchio. Apro a caso le poesie di Esenin:
c scritto gi sera, la rugiada scintilla
sullortica. Ora la stufa vicina, pare un
facocero che grufola su zampe di ghisa.
Anche luomo vicino, lo senti dallodore del sigaro. Una nube azzurra esce da
una parete di libri lultimo rifugio e
viaggia verso la bocca del camino.
La tana dellanimale
Chi l?, si sente dal profondo. Voce
di Polifemo nella caverna. Mauro, agile
come un gatto, sbuca dai libri con canotta nera, bandana e toscano. Siamo
arrivati alla trincea dello scrittore. Una
cassapanca che fa da letto e una plancia
di tre tavolini affiancati, costruiti con le
sue mani. Un labirinto di cassetti, paratie, tavole estraibili. Il tutto coperto di
scritte e nascosto da un muraglione di
libri. Fuori nebbie, la sera blu che scende sulla montagna del Vajont ancora
scuoiata dalla frana, traslucida come
pelle di pescespada. Dentro una fucina
PAOLO RUMIZ
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39
PENOMBRA
Le foto di queste
pagine sono
state scattate
nella bottega
di Mauro Corona
da Monika Bulaj
La lingua e le voci
Fuori c odore di neve. Ne venuta tanta a dicembre, poi col tempo matto se n
andata mezza via. Mauro stacca un coltello piantato sulla scrivania, affetta un
salame arrivato da un lettore di Modena,
uno che segue i lupi in Appennino. Sfoglio pile di quaderni a righe, copertina
nera, riempiti con scrittura minuta e cos regolare da sembrar battuti a macchina. Lavoro fine, di china color seppia e
cancellina. I pi vecchi, quelli dei primi
libri, sono a pagina pulita, e la scrittura
millimetrica ha landamento fluido
delle venature di un albero.
Lultimo testo, Il canto delle manere,
storia nomade di un boscaiolo che viaggia tra il Piave e la Mitteleuropa. il libro
che segna la riconquista delloralit originaria. Ci ho messo dieci libri per capire che l dovevo tornare La lingua la
casa, va bene com, non serve dargli la
cera. Mio padre morendo non ha detto
Mamma, ha detto Oma! Capisci?.
Ed ecco Pitussn per dire uccellino,
bambino gracile e sfortunato; Dhocol,
giovane capretto, adolescente che scalpita Come fai a rendere queste metafore nella lingua codificata?. Cos la
diga si rotta, ora lascia passare straco
al posto di stanco, patuss invece di
mucchietto di polvere, Thediga invece di pendo.
E il vino, Mauro? Con quello ho chiuso. Anche con la birra. Ero diventato un
cane idrofobo. Il fegato si era gonfiato,
minacciavo mia moglie col fucile, sentivo suonare flauti che non cerano, litigavo con tutti. Il fegato importante: il flusso viene da l. Non il cuore il centro di
tutto, quella del cuore una balla Gli
antichi nei vasi sacri non mettevano il
cuore, ma il fegato. Anche stavolta la
salvezza venuta dalla montagna e dalla scrittura; dallandirivieni talmudico
fra il mondo e il libro. Solo scrivere mi fa
uscire dalle mie maledizioni. Mi racconto una storia, mi ascolto e mi consolo.
Con la scultura non funziona, non una
dimensione cos totale, terapeutica.
La biblioteca sembra crollare sulla
cassapanca, i cuscini e il sacco a pelo,
unillusione ottica delle notti pi lunghe
dellanno. Ora sono i libri e cercare il
Mauro, non il contrario. Ci si apre davanti un testo di Giono, parla dellululato del vento in un paese. Poi tocca a Esenin: Ha smesso il bosco dorato di cantare / con la sua gaia lingua di betulle / e
le gru nel loro lento volo / non hanno pi
alcun rimpianto. Resta l, col libro aperto. Mormora: Un verso cos tiene in piedi il mondo. Sospira: La Russia! Vorrei
vedere le Isole Solovkij, il monastero diventato gulag. Mette un panno sulla
gabbia del tordo; la pendola batte le otto
con la voce del cuculo; la tempesta di oggetti, libri e lampadine appese si placa
come dincanto.
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40 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
SPETTACOLI
Pergolesi
ritrovato
LEONETTA BENTIVOGLIO
l 4 gennaio 2010 Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), compositore di musiche dintensit
meravigliosa, capaci di toccare
le corde pi profonde di chi
ascolta, festeggia il trecentesimo anniversario della propria nascita. Lecito
parlare di lui al presente. Sia perch
il genio scansa
declinazioni
temporali,
sia perch la
festa viva
e attuale:
occupa
dallinizio
il 2010 e
percorre
trionfalmente il
2011. A Jesi,
sua citt natale, nel giorno del compleanno e nel
teatro che porta il
suo nome, prender
il via il ricco calendario di
celebrazioni. Via via, lungo i
molti mesi del programma, saranno
messe in scena sei opere teatrali e verr
eseguito lintero repertorio della sua
musica vocale, strumentale e sacra:
brani scritti in un tempo miracolosamente breve, dato che il marchigiano
Pergolesi (per fu Napoli il suo regno, e
pass alla storia come una tra le punte
di diamante della gloriosa scuola partenopea) mor di tisi a soli ventisei anni, poco dopo aver terminato in un convento di Pozzuoli il capolavoro estremo dello Stabat Mater. Il festival sar
suddiviso tra giugno, settembre e dicembre, e anche la parte teorica si
preannuncia imponente, con cinque
convegni internazionali a Napoli, Milano, Roma, Dresda e Jesi.
Intanto gi operativo e massiccio il
lavoro di edizione critica delle partiture pergolesiane. Per realizzare limpresa, che durer dieci anni e che prevede la pubblicazione di venti volumi,
stata formata nel 2009 una commissione di esperti, dichiara il musicologo Vincenzo De Vivo, consulente
scientifico della Fondazione Pergolesi
Spontini di Jesi. questistituzione,
animata e amministrata da William
Graziosi, a funzionare da motore del
progetto di riscoperta, autenticazione
e rilancio di un artista dal destino misterioso e altalenante, le cui sorti segnate dalla sfortuna (mali polmonari lo
afflissero dallinfanzia, la polio gli offese una gamba e fu il solo superstite di
quattro fratelli: gli altri morirono in tenerissima et), giunsero a farne un sim-
bolo spiccatamente preromantico, accentuandone aspetti lirici e sentimentali a scapito di caratteristiche quali il
rigore dei ritmi, la potenza drammatica, la peculiarit dello stile e lironia penetrante del teatro buffo (come nellopera La serva padrona).
Accadde addirittura che per alimentarne limmagine oleografica gli
siano stati attribuiti numerosi apocrifi: solo negli ultimi decenni, grazie a
musicologi come
Francesco Degrada,
i tanti falsi sono stati smascherati. E
per illuminare le
sue grandiose
verit hanno fatto molto (e molto stanno facendo) interpreti
come Claudio
Abbado, che a Jesi diriger un concerto il 25 settembre 2010 e che sta
completando un importante ciclo di incisioni pergolesiane, e come Riccardo Muti, il quale
esplora con appassionata devozione, fin dallalba della sua carriera, i palpiti e la napoletanit di uno tra i
musicisti che gli stanno pi a cuore.
Il lavoro filologico passa anche attraverso il gigantesco patrimonio di carte
conservato dal Banco di Napoli, citt in
cui Pergolesi, bambino prodigio, venne mandato a studiare, distinguendosi
subito come violinista eccelso, e gi al
Conservatorio suonava come capo-
I
APOL
O DI N
BANC
UTO
IT
T
IS
FOTO
Le musiche segrete
del genio bambino
AFFARI
In questa pagina un documento
ritrovato nellarchivio del Banco
di Napoli relativo agli affari di Pergolesi
e due ritratti del musicista
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 41
ARTE
In questa pagina dallalto, i locali
dellarchivio storico del Banco di Napoli;
unimmagine storica di Jesi
e spartiti del compositore
42 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
i sapori
Notte dEpifania
Dolci della
i
Ginevrine
LICIA GRANELLO
Zucchero e fantasia
sotto il camino
ne poco dopo. Cos, dopo aver preparato un cesto pieno di dolci, aveva cominciato a cercare il bambino dei Magi, fermandosi
in tutte le case dove cerano bimbi e ovunque lasciando qualche
dolce, nella speranza che tra loro vi fosse il piccolo Ges. Da allora dice la leggenda dopo ogni Nativit si rimette in viaggio
alla ricerca del neonato (mai trovato) con la gerla straripante di
dolcetti.
La captatio benevolentiae nei confronti della Befana ovviamente di impronta golosa. Se la modalit di spostamento magica e certa, visto le grandi distanze da coprire la scopa che vola, proprio come la slitta di Babbo Natale nessuno sa con sicurezza da dove entrer. Cos, sparsi per casa, nella vicinanza di finestre, porte, fornelli, camini, la sera della vigilia si piazzano ciotole di latte e piattini di ricotta, qualche arancia e perfino del panettone, che genitori premurosi ingolleranno prima del
risveglio dei pargoli.
Ma se Epifania fa rima con dolceria, non obbligatorio farsi
travolgere da dolcetti mediocri e dominati dalla chimica. Poche
ma indomite, resistono le produzioni artigianali di caramelle,
torroni e cioccolati. Che certo, non riducono il devastante impatto calorico. Per, c zucchero e zucchero, c colorante e colorante, additivo e additivo. Una cura difficile da riscontrare nelle calze preconfezionate. Basterebbe scorrere lelenco degli ingredienti in etichetta per rispedire il regalo con tutto il suo contenuto al mittente. Il guaio che non le leggiamo mai.
Per gli irriducibili delle golosit fai-da-te, comunque, il momento del trionfo. Le ricette sono quasi tutte facili: poche righe
di indicazioni da seguire con attenzione. In quanto agli ingredienti, basta armarsi di zucchero, frutta, uova, cioccolato e un
bel piano su cui stendere carboni e croccanti. Prima di riempire
la calza, assaggiate il risultato dei vostri sforzi per essere sicuri di
deliziare i destinatari della calza. Consideratelo lultimo sacrificio goloso prima della ferrea dieta post Befana.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Le pastigliette
di zucchero multicolori
guidano una dolcissima
pattuglia fatta di gocce
di pino, fruttini, morette,
brutti e buoni, gommose,
gocce di rosolio, anisette,
gelatine, sukay,
rigorosamente sfuse,
da pescare
nella tradizionale calza
Liquirizia
il trionfo
del dolce-amaro
nelle mini-ricette
a base di glycyrrhiza
glabra: dai lunghi lacci
alle rotelle con la sfera
di zucchero al centro,
dai tronchetti naturali
alle storiche kremliquirizia
prodotte da Elah,
fino ai chicchi Amarelli
Monete
di cioccolato
Al tempo degli Aztechi,
i semi di cacao erano
utilizzati come moneta
di scambio. Nella calza
della befana, le cialde
di cioccolato al latte
si rivestono di carta
dorata e luccicante
Via libera anche
alle praline e ai cremini
Frutta Martorana
I finti frutti di pasta
di mandorle ingannano
locchio ma non
il palato, con i loro
colori splendenti
e il grande carico
zuccherino. I pasticceri
pi talentuosi forgiano
anche piccoli animali,
come le pecore
per il presepe natalizio
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43
Befana
Canditi
A cubetti nella farcitura
del panettone, diventano
di gloriosa golosit
proposti in pezzi grandi
e spicchi interi. Ottime
le scorzette degli agrumi
candite bagnate
nel cioccolato fondente
Clementine
Ospiti immancabili
della calza (la variet
senza semi
ha soppiantato
i tradizionali mandarini),
per riequilibrare
il surplus di zuccheri
Le scorze spezzettate
si trasformano
in segnapunti
per la tombola
Cri-Cri
Sono un incrocio
irresistibile tra praline
e caramelle, le nocciole
tostate rivestite
di cioccolato fondente,
ben rotolate
in una minutaglia
di zuccherini colorati
e avvolte in carta
cangiante. A seguire,
caramelle morbide e dure
Croccante
Nocciole, pistacchi,
sesamo e mandorle
vengono imprigionati
in una lastra
di zucchero o miele,
tagliata in losanghe
e barrette prima
della definitiva
solidificazione
Frutta secca anche
nei torroncini
al bianco d'uovo
Carbone dolce
Per realizzare
la punizione
dei bambini pi golosa,
zucchero e acqua bolliti
mescolando il colorante
alimentare. Fuori
dal fuoco, bianco
duovo montato
a neve e zucchero
a velo. Si taglia dopo
averlo fatto solidificare
Frutta secca
I calorici e sanissimi
(perch ricchi
di proteine e grassi
insaturi) frutti oleosi
noci, mandorle,
arachidi contendono
il primato in calza
a datteri, uva passa
e castagne, in versione
bollita o marron glacs
RIPRODUZIONE RISERVATA
TORINO
DOLO (VE)
EMPOLI (FI)
DOLCIUMI
ROMANENGO
Via Orefici 31-33-35R
Tel. 010-2472915
CIOCCOLATERIA
GOBINO
Via Lagrange 1
Tel. 011-5660707
TORRONIFICIO
SCALDAFERRO
Via C Tron 31
Tel. 041-410467
CARAMELLE
FALLANI
Via Primo Maggio 31
Tel. 0571-944349
GRUGLIASCO (TO)
BORMIO (SO)
FERRARA
BRIELLI
CARAMELLE
Via S. Barbara 10
Tel. 0342-901400
LA BOTTEGA
DEL CIOCCOLATO
Via San Romano 25
Tel. 0532-711504
CAPPUCCETTO
CARAMELLE
Via Binello 4
Tel. 011-3057552
Gianni Rodari
Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
cos lontana che non c
la Befana, sai chi ?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana pi non senti
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno
che avevo ordinato
un po di carbone
mi ha lasciato
itinerari
Dove comprare
GENOVA
SAN MARCO
DEI CAVOTI (BN)
MODICA (RG)
TORRONI BORRILLO
Via Roma 64
Tel. 0824-984060
LABORATORIO
DON GIUSEPPE PUGLISI
Vico De Naro 9
Tel. 0932-751786
ROMA
BRINDISI
ITTIRI (SS)
LALBERO
DEL CACAO
Via Di Capo Le Case 21
Tel. 06-6795771
PASTICCERIA
ESMERALDA
Via Annibale De Leo 42
Tel. 0831-523842
DOLCERIA
CASIDDU
Via Bernini 1
Tel. 070-441407
46 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
le tendenze
LAURA ASNAGHI
AGNONA
Nido dape, lavorazione grana di riso,
collo avvolgente. Ecco il modello golf
mantellina di Agnona. lassoluta
garanzia di comfort e vestibilit
BRESCIANI
Piedi al caldo con le calze
Bresciani proposte in mille
colori moda. Qui, il modello
maschile giallo paglierino
Con tallone e punta grigia
Cachemire
Il lungo inverno caldo
KANGRA
Gioca
coi rombi fucsia,
rossi e blu
su fondo grigio,
il bauletto
Kangra
che sceglie
il cachemire
al posto
del solito
pellame
PIACENZA
Un viola deciso
con decori di cristalli
di neve. Piacenza
cachemire rivisita cos
il lupetto classico
Perfetto in citt
come in montagna
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 47
ZANONE
BALLANTYNE
PRINGLE
LES COPAINS
BIAGIOTTI
MALO
Sexy ma comodissima
la mise Ballantyne: maglione
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48 LA DOMENICA DI REPUBBLICA
lincontro
Muse da Oscar
Penelope Cruz
enelope Cruz incinta. Penelope Cruz sta per sposarsi con Javier Bardem. Sono
due notizie la prima
smentita, la seconda solo non confermata e dunque chiss che in questi
giorni agitano il vasto mondo del gossip, tanto che perfino David Lettermann, dallalto della su impudente ironia, ha cercato risposte dallattrice
ospite del suo show. Invano. De eso no se
habla. Non parlo della mia vita privata, ripete come un tormentone la Cruz
da anni, da quando lattenzione dei media si accesa su di lei. Del resto, arrivando alla prima di Vanilla Skya Los Angeles al braccio di Tom Cruise, che allora era il 2001 era la star pi pagata
e anche la pi chiacchierata di Hollywood per il tormentato finale del matrimonio con Nicole Kidman, non poteva pensare di passare inosservata. Lo
aveva sedotto nella vita come sullo
schermo? Il sospetto fu che fosse un
amore inventato per il lancio del film,
ma, vero amore o no, le immagini della
coppia imperversarono sulla stampa fino al 2004.
Intanto il cinema americano aveva
scoperto che gli uomini amano anche
le brune e Penelope Cruz, immagine
rappresentativa del fascino latino, aveva cominciato a scalare le classifiche
delle star pi desiderate, con tanto di
pettegolezzi inevitabili sui suoi rapporti con i partner dei film: nessuno, da Nicolas Cage a Matt Damon a Matthew
McConaughey, si sarebbe salvato. Allinizio mi faceva rabbia leggere notizie
su una mia presunta storia damore o
addirittura su un futuro matrimonio,
ma ho capito che non ero la sola. Per un
personaggio pubblico quasi impossibile evitare lassedio dei fotografi e la
curiosit di certa stampa. Ma perch a
una persona solo perch nota si pu
chiedere con chi va a letto? Non giusto, sono sempre stata timida e riservata, ma alla fine ho imparato a non farci
caso, non mi arrabbio pi, non voglio
Lilluminazione
definitiva
fu con Legami!
FOTO CORBIS
ROMA
sprecare energie.
Pedro Almodovar, il regista che la conosce pi di chiunque, conferma: Penelope davvero molto riservata. Dipende anche dai momenti che sta vivendo, quando innamorata sul serio
cos gelosa della sua privacy che diventa
timidissima, scontrosa, quasi inavvicinabile. E visto che in questo periodo
cos tenacemente sulla difensiva a proposito del legame con Javier Bardem,
forse innamorata sul serio. Lei trentasei anni, lui quaranta, si sono incontrati
per la prima volta nel 1992, quando lui
era laitante indossatore di biancheria
intima, protagonista di Jamon Jamon di
Bigas Luna e lei, diciassettenne al primo
film, usava ogni malizia per sedurlo. In
seguito si sono sfiorati pi volte, fino allincontro fatale nel 2008, sul set di Vicky
Cristina Barcelona, complice involontario Woody Allen.
Se largomento Bardem compagno di
vita tab, Penelope Cruz parla volentieri del percorso professionale. Dopo la
candidatura allOscar per Volver di Almodovar, la statuetta come migliore attrice non protagonista arrivata proprio
con il film di Woody Allen, un anno dopo lOscar a Bardem per Non un paese
per vecchi, il primo assegnato ad un attore spagnolo. Non una coincidenza
fantastica? Javier e io abbiamo cominciato insieme e nel giro di due anni abbiamo raggiunto lo stesso obiettivo.
Troppo bello per essere vero! Ma vero
dice. Tiene la statuetta nella casa di Madrid e continuo a spostarla da una stanza allaltra, prima di decidere la collocazione definitiva. Lho sognata troppo e
sembrava un sogno impossibile.
Lincontro con Penelope Cruz sempre sorprendente. Glamour, gossip,
successo e definizioni altisonanti Io
bomba sexy?! Ma se peso poco pi di
cinquanta chili! non hanno scalfito
la freschezza e lentusiasmo quasi infantile che mostrava per il suo lavoro
agli inizi, quando nei primi anni Novanta venne in Italia per interpretare la
Madonna in Per amore solo per amore
di Giovanni Veronesi o la siciliana selvaggia e ringhiosa in La ribelle di Aurelio Grimaldi. Minuta e agile, 1,68 di altezza, la sorpresa anche per gli obiettivi raggiunti da una ragazza timida e riservata, con alle spalle una famiglia
borghese, prima di tre figli, padre
Eduardo commerciante e madre Encarna parrucchiera, nata alla periferia
di Madrid nel quartiere di Alcobendas
(il 28 aprile 1974) e cresciuta in un ambiente ristretto come un piccolo paese, dove non cera neanche un teatro e
solo lidea di diventare attrice sembrava una follia. Nessuno si guadagnava da
ma mi piace tanto guardarli appesi nellarmadio. Poi ho preso un appartamento a New York e ho comprato due
case a Madrid, che sempre la mia citt,
la mia vera vita. Mi piace lavorare in
America, ma non potrei mai vivere a Los
Angeles, dove la vita mi sembra allegramente artificiale rispetto allEuropa.
Finora ha lavorato con una media di
quattro, cinque film lanno. Poi arrivato Gli abbracci spezzati, il quarto film
con Almodovar, il regista per cui farei
qualunque cosa, sul set sono totalmente nelle sue mani, fuori dal set lamico
al quale confidare anche i segreti pi gelosi. Dopo aver ritrovato Almodovar
e Bardem? latteggiamento di Penelope Cruz verso il lavoro cambiato.
Dipende dai bisogni che cambiano.
Adesso vorrei fare un film lanno, scegliendo con pi razionalit, e vorrei una
carriera a lungo termine, recitare anche
nonne e vecchie signore. Intanto ho bisogno di pi tempo per me. Semplicemente per vivere, sono tante le cose da
vedere e da fare fuori dal cinema.
Lultimo film Nine, una rivisitazione di Fellini e di Otto e mezzo firmata da
Bob Marshall con Daniel Day Lewis nel
ruolo di Guido che fu di Mastroianni, e
un cast di grandi nomi, compresa Nicole Kidman, Marion Cotillard e Sofia Loren, interprete della madre defunta di
Guido che appare nella memoria. La
Cruz Carla, la fragile amante che balla,
canta (A Call from the Vatican il titolo
di una delle canzoni) e tenta il suicidio
per amore. Nineper lei un altro sogno
realizzato, perch adoro ballare, dopo
qualche lezione ho ritrovato facilmente
i movimenti giusti. E adoro cantare, anche in italiano, mia madre era appassionata di Raffaella Carr quando faceva la tv in Spagna, conosco tante sue
canzoni. Poi ho potuto conoscere da vicino Sofia Loren. Durante i pasti in comune lei mi rimproverava perch mangiavo poco, io la tormentavo di domande, volevo sapere tutto su Fellini, su Mastroianni, sulla dolce vita. stata
unoccasione preziosa, Sofia uno dei
miei miti, il simbolo del cinema che mi
ha fatto innamorare del cinema.
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