Sei sulla pagina 1di 14

Domenica

lattualit

Cocaina, il fascino del male

La

di

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LUCA RASTELLO

cultura

Nellofficina di Mauro Corona

Repubblica

PAOLO RUMIZ

Quel
resta
che
di

Freud
FOTO SELVA/LEEMAGE/MONDADORI ELECTA

Inconscio, Edipo, Super-io

Cosa cambiato
e come siamo cambiati

a settantanni dalla morte


del fondatore
della psicoanalisi
UMBERTO GALIMBERTI

PAOLO REPETTI

settantanni dalla morte di Freud vien da chiedersi


che cosa sopravvive della sua teoria e che cosa invece si rivelato caduco. questa una domanda legittima, ma che forse vale solo per le scienze esatte,
dove verifiche oggettive e sperimentazioni sempre
pi approfondite consentono di validare o invalidare una teoria. La psicoanalisi non una scienza esatta, ma si
iscrive nellambito delle scienze storico-ermenutiche. E questo
perch la psiche cos solidale con la storia da essere profondamente attraversata e modificata dallo spirito del tempo, che possibile cogliere e descrivere solo con larte dellinterpretazione o,
come oggi si preferisce dire, col lavoro ermeneutico.
Questo spiega perch, a partire da Freud, si sono sviluppati tanti percorsi interpretativi, approdati ad altrettante teorie psicoanalitiche, da cui hanno preso avvio le diverse scuole. In comune esse
hanno il concetto di nevrosi che Freud, dopo aver rifiutato di
considerare la nevrosi una malattia del sistema nervoso come voleva la medicina di stampo positivista in voga al suo tempo, ha trasferito dal piano biologico a quello culturale.
(segue nelle pagine successive)

l mio inconscio un reperto archeologico nel quale un osservatore attento pu trovare tracce stratificate di una trentennale storia clinica che spazia dai freudiani agli junghiani ai lacaniani e perfino ai famigerati comportamentisti. La
mia carriera di paziente in cura cominciata a otto anni.
Uno strano malessere che faceva su e gi allaltezza del plesso solare in prossimit del pranzo e della cena mi attanagliava e mi
impediva di mangiare. Fu in quelloccasione che ebbi il mio primo
incontro con una rudimentale figura di terapeuta: la portinaia del
palazzo. Mi fermavo a parlare con lei, una signora ebrea poco loquace ma dotata di un bel sorriso e di un robusto buon senso.
Da lei si intrattenevano altre figure solitarie, querule zitelle e
vedovi angustiati, e anche un ragazzino manesco che solo in sua
presenza sembrava calmarsi. Il setting che si svolgeva in una guardiola poco illuminata aveva anche le sue brave regole: mai fuori
dellorario di portineria e a bassa voce. E dunque non un paradosso. l che ho vissuto il mio primo transfert. Da adolescente i
miei mi obbligarono ad alcune rare incursioni nello studio di uno
psichiatra.
(segue nelle pagine successive)

spettacoli

Il Pergolesi perduto e ritrovato


CLAUDIO ABBADO, LEONETTA BENTIVOGLIO e RICCARDO MUTI

i sapori

Ecco la Befana, dolci sotto il camino


LICIA GRANELLO e MARINO NIOLA

le tendenze

Cachemire, il lungo inverno caldo


LAURA ASNAGHI

lincontro

Penelope Cruz, un destino da diva


MARIA PIA FUSCO

34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

la copertina
Quel che resta di Freud

Settantanni fa moriva il padre della psicoanalisi dopo aver cambiato


per sempre non solo la cura della mente ma la nostra visione del mondo

Mentre scadono i diritti delle sue opere e c la corsa a ripubblicarle, Bollati


Boringhieri rimanda in libreria i suoi capolavori curati dal grande Musatti
Ecco un bilancio di quanto dobbiamo alluomo
che disse che il nostro inconscio a decidere per noi

La profezia del dottor F.


saremo sempre nevrotici
UMBERTO GALIMBERTI
(segue dalla copertina)
o ha fatto definendo la nevrosi come un conflitto
tra il mondo delle pulsioni
(da lui denominato Es) e le
esigenze della societ (denominate Super-io) che ne
chiedono il contenimento e il controllo.
In questa dinamica possibile scorgere il tragitto dellumanit e il suo disagio che Freud condensa in queste rapide espressioni: Di fatto luomo primordiale stava meglio perch ignorava
qualsiasi restrizione pulsionale. In
compenso la sua sicurezza di godere a
lungo di tale felicit era molto esigua.
Luomo civile ha barattato una parte
della sua possibilit di felicit per un
po di sicurezza. Questa interpretazione del disagio psichico, che sposta la
lettura della sofferenza dal piano biologico a quello culturale, la grande scoperta di Freud, tuttora alla base delle
successive teorie psicoanalitiche che,
per quanto differenti tra loro, rifiutano
di reperire le spiegazioni della sofferenza psichica esclusivamente nel fondo biologico dellorganismo.
A questa intuizione Freud giunto
grazie alla sua assidua frequentazione
della filosofia e in particolare di quella
di Schopenhauer, che Freud considera
suo precursore: Molti filosofi possono essere citati come precursori, e sopra tutti Schopenhauer, la cui volont
inconscia pu essere equiparata alle
pulsioni psichiche di cui parla la psicoanalisi. Secondo Schopenhauer,
infatti, ciascuno di noi abitato da una
doppia soggettivit: la soggettivit
della specie che impiega gli individui

societ (Super-io o inconscio sociale)


c il nostro io, la nostra parte cosciente, che raggiunge il suo equilibrio nel
dare adeguata e limitata soddisfazione
a queste esigenze contrastanti, la cui
forza pu incrinare lequilibrio dellio
(e in questo caso abbiamo la nevrosi) o
addirittura pu dissolvere lio sopprimendo ogni spazio di mediazione tra le
due forze in conflitto, e allora abbiamo
la psicosi o follia. La psicoanalisi, che
per curare ha bisogno dellalleanza dellio, pu operare solo con la nevrosi, aggiustando le incrinature dellio, mentre
impotente con la psicosi, dove inconscio pulsionale e inconscio sociale confliggono corpo
a corpo,

senza uno spazio di mediazione.


Ma proprio perch la psiche storica e perci muta col tempo, non si pu
essere fedeli a questa grande intuizione di Freud, se non superando Freud,
perch il suo concetto di nevrosi ben si
attaglia a una societ della disciplina
dove la nevrosi concepita come un
conflitto tra il desiderio che vuole infrangere la norma e la norma che tende
a inibire il desiderio. Oggi la societ della disciplina tramontata, sostituita
dalla societ dellefficienza dove la
contrapposizione tra il permesso e il
proibito ha lasciato il posto a una contrapposizione ben pi lacerante
che quella tra il possibile e limpossibile.
Che significa tutto questo agli
effetti della sofferenza psichica? Significa, come opportunamente osserva il sociologo
francese Alain Ehrenberg in
La fatica di essere se stessi
(Einaudi), che nel rapporto
tra individuo e societ, la
misura dellindividuo
ideale non pi data dalla docilit e dallobbe-

Oggi la societ
della disciplina
diventata societ
dellefficienza
per i suoi interessi che sono poi quelli
della propria conservazione, e la soggettivit dellindividuo che si illude di
disegnare un mondo in base ai suoi
progetti, che altro non sono se non illusioni per vivere, senza vedere che a cadenzare il ritmo della vita sono le immodificabili esigenze della specie.
Questa doppia soggettivit viene codificata dalla psicoanalisi con le parole
io e inconscio. Nellinconscio occorre distinguere un inconscio pulsionale dove trovano espressione le
esigenze della specie, e un inconscio
superegoico dove si depositano e si
interiorizzano le esigenze della societ.
Sono esigenze della specie la sessualit, senza la quale la specie non vedrebbe garantita la sua perpetuazione,
e laggressivit che serve per la difesa
della prole. Queste due pulsioni, proprio perch sono al servizio della specie, lio le subisce, le patisce, e perci diventano le sue passioni, che la societ, per salvaguardare se stessa, chiede di contenere, nella loro espressione,
entro certi limiti.
Tra le esigenze della specie (Es o inconscio pulsionale) e le esigenze della

I LIBRI

A settantanni dalla morte di Freud sono


scaduti i diritti delle sue opere che in Italia
sono state pubblicate da Bollati Boringhieri
In occasione dellanniversario la casa editrice
manda in libreria l8 gennaio tre titoli
fondamentali delledizione di riferimento curata da Cesare Musatti
in edizione economica: Linterpretazione dei sogni, Psicopatologia
della vita quotidiana e Introduzione alla psicoanalisi

dienza disciplinare, ma dalliniziativa, dal progetto,


dalla motivazione, dai risultati che si in grado di ottenere nella massima espressione di
s. Lindividuo non pi regolato
da un ordine esterno, da una conformit alla legge, la cui infrazione genera
sensi di colpa, ma deve fare appello alle sue risorse interne, alle sue competenze mentali, per raggiungere quei risultati a partire dai quali verr valutato.
In questo modo, dagli anni Settanta
in poi, il disagio psichico ha cambiato
radicalmente forma: non pi il conflitto nevrotico tra norma e trasgressione con conseguente senso di colpa
ma, in uno scenario sociale dove non
c pi norma perch tutto possibile,
la sofferenza origina da un senso di insufficienza per ci che si potrebbe fa-

La contrapposizione
ben pi lacerante
quella tra possibile
e impossibile
re e non si in grado di
fare, o non si riesce a fare secondo le attese altrui, a partire dalle quali,
ciascuno misura il valore
di se stesso. Per effetto di
questo mutamento, scrive Eherenberg: La figura
del soggetto ne esce in
gran parte modificata. Il
problema dellazione non
: ho il diritto di compierla? ma: sono in grado di
compierla?. Dove un fallimento in questa competizione generalizzata, tipica
della nostra societ, equivale
a una non tanto mascherata
esclusione sociale.
Del resto gi Freud, considerando le richieste che la societ esigeva dai singoli individui, ne Il disagio della civilt si
chiedeva: Non forse lecita la
diagnosi che alcune civilt, o
epoche civili, e magari tutto il genere umano, sono diventati nevrotici per effetto del loro stesso
sforzo di civilt? [...] Pertanto non
provo indignazione quando sento chi,
considerate le mete a cui tendono i nostri sforzi verso la civilt e i mezzi usati
per raggiungerle, ritiene che il gioco
non valga la candela e che lesito non
possa essere per il singolo altro che intollerabile.
Alla domanda iniziale: cosa resta di
Freud a settantanni dalla sua morte?
Rispondo: laver sottratto il disagio psichico alla semplice lettura biologica,
laverlo collocato sul piano culturale,
laver intuito per effetto di questa collocazione che il disagio psichico si modifica di epoca in epoca, per cui compito della psicoanalisi, pi che attorcigliarsi nelle diverse denominazioni
delle nevrosi, quello di individuare le
modificazioni culturali che caratterizzano le diverse epoche, che tanta ripercussione hanno sulla modalit di ammalarsi nervosamente.
RIPRODUZIONE RISERVATA

LETTERE
In questa pagina,
le lettere con le quali
Paolo Boringhieri
a partire dal 1956
chiede a Cesare Musatti,
pioniere della piscoanalisi
in Italia, di curare
lopera omnia di Freud

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35

Io, il paziente perfetto


PAOLO REPETTI
(segue dalla copertina)
er me e i miei genitori, che nulla sapevano di psicoanalisi, quello era un
vero medico, dotato di scrivania di
noce, martelletto per i riflessi, pila per il controllo delle pupille e il cui sapere rassicurante aveva come espressione manifesta il famigerato ricettario dove la sua firma di officiante di unautentica scienza campeggiava sotto i farmaci prescritti.
Nulla di tutto questo in analisi, cominciata
qualche anno dopo. Quella stanza svuotata di
qualsiasi autorevolezza clinica era piena solo
di parole e fantasmi, immagini e sogni, sotto
il controllo paziente di un tecnico dellinconscio che aveva con i miei sintomi, il malessere e la mia angoscia, un rapporto di comprensione, privo di pregiudizi. Io e il mio analista imparavamo uno straordinario gioco
linguistico che la vera grande rivoluzionaria scoperta di Freud in cui ricostruendo
assieme pezzi inghiottiti della mia biografia
rendevamo attivo quel processo che mi
avrebbe portato col tempo e mai in modo
definitivo ad accettare che nessuno depositario del segreto della tua guarigione.
Il percorso lungo, dispendioso, accidentato. Ma non ho conosciuto altre scorciatoie.
La psicoanalisi non una filosofia di vita che
d senso alla tua esistenza. Non un pieno
che riempie una lacuna. Per quello ci sono il
buddismo, lo yoga, la religione, il turismo
orientale. La guarigione stessa solo un limite che si sposta come quando guardiamo lorizzonte. A un certo punto accade. Assomiglia
allo sgretolamento di un muro. Un muro che
ci difendeva dalla vista insopportabile del
mondo cos come , nudo e crudo, e che ora
possiamo finalmente guardare con i nostri
occhi senza temere di esserne sopraffatti.
Certo nel corso del mio trentennale girovagare tra uno studio e laltro sono stato un paziente tuttaltro che fedele. Ho persino avuto
per tre mesi due analisti in contemporanea.
Un freudiano e uno junghiano. Ero un politeista alla ricerca ansiosa di un monoteismo
da abbracciare e mettevo ingenuamente a
confronto i vantaggi dei riti pi diversi. Sono
stato colpito dal virus lacaniano. Per un anno

INFOGRAFICA MARCO GIANNINI

sembrava che parlassi con le maiuscole. Il


Desiderio, lAltro, il Significante. E ancora
una breve e intensa partecipazione a un gruppo terapeutico presso unanalista seguace di
Winnicot. Esperienza che non ebbe alcun effetto sui sintomi ma che mi permise di conoscere una ragazza pi nevrotica di me e della
quale divenni amante e vice-terapeuta.
Ero ancora un paziente nevrotico, ma dotato di un sapere minuzioso che elargivo con
generosit ad amici e fidanzate. Come quegli
ipocondriaci che pensano di vincere la malattia immaginaria trasformandosi in medici dilettanti. A trentanni finalmente lincontro con un vecchio analista junghiano, un
ebreo polacco che, per inciso, era nato nella
stessa citt del ginecologo di mia madre, anchegli ebreo: semplice coincidenza o sincronicit junghiana? Allinizio ero ancora
talmente immerso nello studio del Significante lacaniano che i primi sei mesi di sedute, invece di affrontare dolorosamente gli effetti catastrofici di unautostima ridotta a zero quello che il mio analista chiamava il
mio S schifoso ero io a tenere dotte lezioni al terapeuta sulle Macchine Desideranti di
Deleuze e Guattari dei quali avevo seguito
una e una sola lezione presso il Dams di Bologna. Ebbene dopo sei mesi di farneticanti
conferenze lentamente cominciai a scoprirmi e a raccontare qualcosa di me. Tutto cominci con un sogno di pipistrelli e colombe
che il terapeuta accolse con un sorridente:
Ecco questa la prima moneta doro da infilare nel salvadanaio.
E invece, da sempre, una naturale diffidenza verso la cosiddetta psicoanalisi dellIo
che ha in America la sua culla e nei film di
Woody Allen la sua caricatura pi appropriata. Una psicoanalisi ridotta a ortopedia dellio, tecnica di adattamento, normalizzante e
felicemente convinta che lamerican way of
life sia la vita stessa.
In questi giorni ho iniziato la mia quinta terapia. Larcheologo che si imbatter nel mio
inconscio scoprir le tracce di una bonaria e
sorridente diffidenza e una disponibilit ironica verso questo nuovo viaggio. Segno che il
muro comincia a mostrare le sue crepe.
RIPRODUZIONE RISERVATA

36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

lattualit
Mercanti di morte

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

In principio furono scrittori e intellettuali. Poi, durante


la Grande guerra, and di moda tra i piloti un po gi
di nervi. Ventanni fa tocc ai rampanti yuppies
Oggi, tagliata con sostanze micidiali, non pi
la droga dei ricchi, ma di operai, muratori e tranvieri

proprio questa lultima vera magia della polverina bianca

Cocaina, il fascino del male

LUCA RASTELLO
iracoli ne fa, non c dubbio, anche se cattivi. E per lo pi di natura illusoria. Per esempio sembra tanta quando poca. Meno
di cos non ce n mai stata da
quindici anni, eppure i rapporti
ufficiali parlano di consumo dilagante e addirittura in espansione. La cocaina, sembra strano, scar-

lEuropa. Sono le ndrine calabresi, partner daffari dei messicani, a controllare la piazza darrivo privilegiata in Europa, la Spagna. Ed proprio il ruolo
dei calabresi ad aver contribuito a fare di Madrid la
nuova Borsa europea della cocaina in sostituzione
di Amsterdam. La scelta dei clan di mantenere il
consumo a livelli di massa, aumentando i tagli e
smerciando al dettaglio roba di poco valore. la politica anche dei camorristi che tendono a lasciare la
piazza del dettaglio in gestione a terzi indipenden-

ti con guadagni proporzionali al rischio dimpresa e a conservare il controllo del canale di approvvigionamento. Un criterio organizzativo snello ed efficace: meno fiancheggiatori, meno detenuti, meno spese e pi sicurezza (molti pentimenti in carcere sono dovuti al bisogno di mantenere
famiglie che non hanno pi il sostegno del clan).
Ma anche meno controllo sulla merce e sui guadagni selvaggi che tagli successivi e sostanza sempre
meno pura garantiscono. Con buona pace del mi-

to della sostanza dlite, che per proprio nelle


piazze pi povere sopravvive come marketing:
su questo tipo di consumatore che fa presa lidea
delle merce esclusiva. questione di moda. Altro
gioco di prestigio: roba da pezzenti venduta come
status symbol.
Di magheggi vive la cocaina, nata per incrementare sogni e creativit. E non la prima volta che fa
moda. Negli anni Sessanta, per esempio, il principio attivo fu isolato dalla dottoressa rumena Ana

Il vetro tritato dei tubi

Il principio attivo fu isolato

al neon per far credere


ai pi ingenui di avere
per le mani la perlacea

dalla rumena Ana Aslan


che lo commercializz
contro linvecchiamento

seggia: la polverina magica regala lennesima illusione di massa nella sua storia. Sono rovinato,
confida a Repubblica un uomo che per ovvie ragioni chiede lanonimato: Noi fornitori del segmento-lusso stiamo perdendo clientela. Parla proprio
di segmento-lusso: come tutte le industrie moderne anche questa applica strategie di marketing per
individuare, classificare e incrementare gli stili di
vita compatibili con il consumo. Nelle fasce alte
limpossibilit di trovare cocaina buona spinge i
cannabinoidi, spiega il nostro dealer, quella oggi la droga dei ricchi.
Altro che sostanza dlite: la coca sulle nostre
piazze merce con principio attivo inferiore al diciotto per cento, addirittura in certi casi, truffe pi
che narcotraffico, inferiore alluno per cento. Dosi
da trenta euro, ma a volte anche da dieci, che assorbono lintero mercato, tagliate con le sostanze
pi varie: dalla mannite al vetro tritato dei tubi al
neon, che d alla polvere una specie di scintillo per
far credere ai pi ingenui di avere per le mani la
perlacea, meraviglia al novantacinque per cento
che a Napoli, secondo il nostro confidente, non si
vede dai tempi di Maradona.
Tanta roba e poca sostanza, insomma. effetto
del nuovo boom del consumo negli Usa, proprio
quel mercato la cui flessione allinizio degli anni
Novanta caus linvasione di cocaina in Europa. I
potenti clan messicani che controllano il Centroamerica assorbono quantit senza precedenti di
merce, diminuendo il volume del traffico verso

Aslan che lo commercializz contro linvecchiamento (prima si chiamava coca sintetica, poi pi
prudentemente gerovital). Ma la prima ondata di
moda risale alla Grande guerra, quando i piloti un
po gi di nervi la usavano per rimettersi in forma,
come scrive Ernst Jnger, il grande scrittore tedesco che sulla soglia della morte avvenuta a centodue anni decise di provare ogni droga, il solo
forse ad aver saputo dominare la mortale polvere
bianca. A ridosso vennero i giocatori dazzardo:
Fiutavano con moderazione, allincirca come si
fuma un sigaro nero brasiliano o si prende un
caff, anche se secondo il Journal de Mdecine
franaise nel 1924 a Parigi erano censiti ottantamila cocainomani. Jnger la prov, come altri prima
di lui: Stevenson che scrisse in poche notti di neve Il dottor Jeckyll e Mr Hyde, Conan Doyle che fece di Sherlock Holmes un nevrotico affetto da dipendenza per la sua soluzione sette per cento,
Gottfried Benn, Freud, Benjamin. E prima di loro gli
adepti del Vino Mariani, ideato nel 1863 dal farmacista corso Angelo Mariani: Gounod, Ibsen, Rodin,
Zola, Verne, Edison, il generale Grant, e Edoardo
VII principe di Galles, luomo pi chic del mondo.
Il vino corso guariva a furor di popolo ogni tipo di
male (un po come ora laloe), febbre, insonnia, mal
di gola e impotenza: coeundi e generandi. Quanto
Mariani fosse un benefattore lo dimostra la medaglia assegnatagli da papa Leone XIII. Quanto fosse
un genio degli affari lo dimostra la concorrenza della bevanda di John Styh Pemberton, consigliata,co-

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

Terzo
Il posto occupato
dallItalia nel consumo
di cocaina tra i paesi della Ue

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37

6,95%

100

Gli italiani tra i 15 e i 64 anni


che assumono cocaina
In Europa sono il 3,6 per cento

La stima delle tonnellate


di cocaina che si vendono
ogni anno in Italia

30 mld
Il giro daffari, in euro,
prodotto dalla cocaina
Stima annua italiana

1200

77

La percentuale di resa
in denaro della cocaina
dalla produzione alla vendita

Le tonnellate di cocaina
sequestrate
nel 2007 in Europa

FOTO MARTIN PARR/MAGNUM/CONTRASTO

che viene da lontano

me recitava la pubblicit, agli intellettuali e agli alcolisti in astinenza: la Coca Cola. Le propriet stimolanti e anoressanti dellalcaloide contenuto
nella coca attirarono poi lattenzione dei militari e
la sostanza fu sperimentata sulle truppe tedesche
durante la Guerra franco-prussiana. Era finita la
preistoria romantica. Lestrazione dellalcaloide
fu perfezionata con metodi chimici raffinati.
Le nostre notti sono troppo brevi per viaggi che
portano cos lontano, scrisse Jnger descrivendo

La provarono Stevenson,
Conan Doyle, Benjamin
Prima di loro cerano
gli adepti del Vino Mariani
la minaccia contenuta nelleccesso di potenza:
Questa contraddizione annot si pu osservare non solo nello studio delle ebbrezze, ma anche
in quello della pubert: qualcosa che nella storia
si ripete, tipico delle epoche di mutazione in cui
torna a comparire il titanismo. Aveva conosciuto
da vicino il nazismo, Jnger, e praticava larte della
precisione: lorrore per il titanismo e il suo fascino
gli erano chiari, e la cocaina non ne fece uno schiavo, come invece accade ai piccoli titani delle periferie o a quelli tanti, come risulta dalle inchieste
di Paolo Berizzi, Loris Campetti, Sandro De Riccardis che ne fanno uso per sostenere tempi produttivi sempre pi incalzanti. Nei cantieri, in fabbrica o alla guida di un tram, come ventanni fa fra
i pubblicitari newyorchesi o sulle piazze finanziarie, non raro trovare chi fa uso di coca per reggere
i ritmi impazziti di una condizione lavorativa sempre pi precaria.
Del resto la fortuna della cocaina riposa anche
sulla sua collocazione in una specie di terra di nessuno dellorizzonte simbolico, a mezza via fra due
posizioni inconciliabili: male da una parte, medicina dallaltra, sostegno chimico per chi dalla vita
costretto a correre. Per capire la contraddizione basta provare a spiegare a un adolescente che la sostanza che si procura da solo per ballare malvagia,
mentre non lo sono gli altri aiutini artificiali che
mercato e famiglia propongono: dallo psicofarmaco allintegratore, alle sostanze legate ai miti dello
sport. La moda della cocaina, in fondo, prese piede

proprio grazie allequivoco in unepoca che non


conosceva molti lenitivi per mali fisici e nervosi.
Tanti futuri schiavi la incontravano nel corso di una
terapia, nelle vesti di antidolorifico, gi indeboliti
dalla malattia.
Ma, infine, la vera forza della polvere bianca sta
nella sua redditivit: moneta di tutti gli scambi illeciti (e di molti legali, si pensi alle raffinerie gestite dalla Dea, lagenzia antidroga Usa, scoperte al
tempo dellaffare Iran-Contras), la cocaina rende

nel passaggio dalla produzione alla vendita il milleduecento per cento del denaro investito. Ci a
causa della difficolt di accesso al mercato al livello del dettaglio, in parole povere della proibizione:
con leroina, la merce pi redditizia nella storia,
veicolo di accumulazioni vertiginose. Il volume dei
capitali creati scoraggia le preoccupazioni sulla
provenienza, come mostrano alcuni numeri noti:
secondo il rapporto annuale Onu sulle droghe, solo una quota fra l1,2 e l1,5 per cento dei guadagni

rimane nei paesi produttori mentre, secondo lAgenzia Usa per la sicurezza e linvestigazione, in caso di scomparsa del narcotraffico leconomia statunitense rischia una flessione tra il 19 e il 22 per
cento, e lFbi di Miami segnala che nel sistema di
credito della Florida i narcos colombiani investono
dieci miliardi di dollari lanno. Facile immaginare
come le conseguenze di una reale caduta nelleconomia della droga sarebbero disastrose non solo
per la malavita.

Grazie al ruolo delle ndrine

calabresi, la nuova Borsa


europea non pi
Amsterdam ma Madrid
Per questo probabilmente si insiste in strategie
che in un secolo hanno dimostrato il loro fallimento; per questo le somme investite dalle Nazioni
Unite nella repressione inutile delle coltivazioni
(103 miliardi di dollari nel decennio scorso) sono
incomparabili con quelle per la prevenzione della
domanda (14 milioni di dollari). La cocaina utile,
un nemico perfetto, incarna il male assoluto, legittima linvestitura politica di chi lo combatte (anche quando non legifera sulle droghe). Ma, contemporaneamente, regge una fetta troppo rilevante delleconomia globale. Quanto sia simbolico il
ruolo attribuito alle droghe lo dicono le tabelle stesse delle convenzioni Onu: fra le sostanze che inducono dipendenza leroina seconda alla legalissima nicotina, mentre i tassi di mortalit determinati da cocaina e eroina insieme non sfiorano neppure i livelli epidemici della mortalit da tabacco, da
alcol o da uso dellauto. Eppure a essere bandita in
tutto il mondo la piantina di coca, di per s innocua senza il trattamento con i precursori che sviluppano lalcaloide, tutti legali e prodotti nelle industrie chimiche di paesi a economia avanzata.
Forse non ha torto Dionisio Nunez, dirigente del
sindacato boliviano dei coltivatori di coca: Se la
piantaste di raccontare balle sulla coca, allora s che
salvereste un bel po di vite. Non solo quelle di contadini schiavi dei narcotrafficanti. Ma anche tante
vite che vi interessano di pi: quelle dei cocainomani nei paesi ricchi.
RIPRODUZIONE RISERVATA

38 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

CULTURA*

Rane mummificate, gufi di legno e maiolica,


chiodi e moschettoni darrampicata, donne
in legno. E poi, quintali di libri, fogli
alle pareti, biglietti, polvere, ragnatele. Fuori, le montagne
del Vajont. Viaggio nel magazzino e biblioteca, antro
di ciclope e laboratorio di alchimista di uno scrittore eremita

Officina
Corona
Il cacciatore di parole
nella bottega-foresta

ERTO (Pordenone)

el buio arrivano prima


gli odori. Fumo di toscano e resina di abete, colla da rilegatura, neve. Inchiostro, carta, ghisa di stufa rovente,
polvere, lana umida ad asciugare. Formaggio, legno scortecciato di cembro,
pelo di cane, lama di ferro dolce passato alla mola. Poi cominciano i suoni.
Botti e sfrigolii di ceppi sul fuoco, faggio
ben stagionato, tic-tac di una pendola a
cuc, un camino che tira, una radio a
basso volume. Ultimi arrivano i rumori
sommessi: pagine sfregate, ticchettar
di pioggia, un pennino che gratta la carta come un topo.
Alla fine le visioni. Sulla porta, una
folla di mostri-amuleti contro il mondo: rane mummificate, gufi di legno e
maiolica, una morte con la falce. Sto entrando in un posto che tana e bottega,
magazzino e biblioteca, antro di ciclope e laboratorio di alchimista, accademia e spazio talibano. Per terra libri,
chiodi e moschettoni darrampicata.
Oltre, un bancone con centinaia di scalpelli e una folla di donne in legno, grandezza naturale, anime abitatrici di alberi. Corpi nudi confabulanti, seni montanari e zigomi alti.
La dimensione della stanza si delinea. Dieci metri per sette, pi o meno, e
una tempesta di oggetti, sedimentati da
anni, un labirinto inimmaginabile che
porta al cuore nascosto della bottega.
Coltelli, occhiali, rastrelliere di penne
allineate come fucili, risme di quaderni

neri, forbici, lime, scarponi, un pistolone da Far West, un pettine, una lima, bigliettini con nomi, numeri di telefono e
appunti sparsi. Sopra, ragnatele, e un
luna park di fili elettrici con lumini appesi e interruttori. Servono a farsi il proprio sentiero di luce, accendendo una
lampadina alla volta e spegnendo quella che si lascia alle spalle.
Sfioro una gabbia che par vuota e invece nasconde un tordo che starnazza e
mi fa morir di spavento. Lampi nel buio
illuminano libri sparsi. Un dizionario
dei sinonimi e contrari, Educazione siberianadi Lilin, Storie chassidichedi Buber, Canto di vita di Hoffmanstahl.
Qualche foto di Mario Rigoni-Stern, il
vecchio. Apro a caso le poesie di Esenin:
c scritto gi sera, la rugiada scintilla
sullortica. Ora la stufa vicina, pare un
facocero che grufola su zampe di ghisa.
Anche luomo vicino, lo senti dallodore del sigaro. Una nube azzurra esce da
una parete di libri lultimo rifugio e
viaggia verso la bocca del camino.

La tana dellanimale
Chi l?, si sente dal profondo. Voce
di Polifemo nella caverna. Mauro, agile
come un gatto, sbuca dai libri con canotta nera, bandana e toscano. Siamo
arrivati alla trincea dello scrittore. Una
cassapanca che fa da letto e una plancia
di tre tavolini affiancati, costruiti con le
sue mani. Un labirinto di cassetti, paratie, tavole estraibili. Il tutto coperto di
scritte e nascosto da un muraglione di
libri. Fuori nebbie, la sera blu che scende sulla montagna del Vajont ancora
scuoiata dalla frana, traslucida come
pelle di pescespada. Dentro una fucina

FOTO MONIKA BULAJ

PAOLO RUMIZ

di legno, ferro e carta. La bottega di


Mauro Corona.
Qua se ciapa fogo ride giocando
col tizzone del sigaro di me non trovano nemmeno la cenere, e butta altra
legna nella stufa. Luomo che esce in
canottiera dinverno ama arrostirsi
quando sta al chiuso, segno di vita pendolare tra la tana e le montagne. Son

come una martora, un predatore senza


pace mi piace scappar qua dentro,
dove non mi vede nessuno. E poi? E
poi viene il tempo che la tana ti graffia
alora l tempo se sortir Quando si
esce cambia il respiro, diventa pi lungo e lento Dentro invece ansimo, come le talpe. la concentrazione, che
non permette al pensiero di scappare.

Un crocefisso, I racconti di Kolyma,


una vecchia caraffa da vino annerita,
un armonica a bocca Hoehner, fax di
inviti a conferenze, il sacco a pelo per
dormire, cuscini, ago e filo. Mia moglie non mi cuce pi, e ha ragione
Undicesimo comandamento: arrangiarsi. Appeso a un filo tra le lampadine pensili, lo scheletro di un uccellino,

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39

La vera casa la stanza dove tutti gli oggetti


che mi servono possono guardarmi. Gli oggetti

FOTO MONIKA BULAJ

FOTO MONIKA BULAJ

hanno gli occhi, che ti credi? Posso prendere tutto


quello che occorre. Anche il fucile. Fucile perch?
Contro gli italiani, mica contro gli extracomunitari
Non ne posso pi di questo paese che diventa razzista

PENOMBRA
Le foto di queste
pagine sono
state scattate
nella bottega
di Mauro Corona
da Monika Bulaj

con qualche piuma. Sembra che canti.


un talismano, quando ho energia
riesco a farlo muovere col pensiero, da
qui a l. Chiedo: e fuori dalla tana che
succede? Fuori vengono le idee, le fulminazioni! Se non cammino, loro non
vengono; ma devo beccarle al volo, fissarle su un fogliettino, altrimenti in
dieci metri son gi perse.
E nel dormiveglia? Ah, la fase Rem!
Anche l vengono le visioni! Quando
non dormi e non sei sveglio momenti di pace senza limiti ma se apri gli
occhi tutto finisce. Studio Rudolf Steiner per imparare a fermare quelle immagini. S svegliato il vento, ora la
stufa rugge e le lampadine appese
oscillano leggermente. Sono la mia
follia ce ne saranno quaranta qua
dentro niente a norma Niente luci
grandi, a me piace illuminare una cosa
alla volta. Fa scattare gli interruttori
saltando qua e l, accende La pioggia
gialla di Llamarazes, la scatola dei toscani, Il libro dellinquietudine di Pessoa, una piccola farmacia con cerotti
da arrampicata, forbici, essenze per il
naso.

La biblioteca senza fine


La vera casa la stanza dove tutti gli oggetti che mi servono possono guardarmi Gli oggetti hanno gli occhi, che ti
credi? Qui, stando seduto, posso prendere tutto quello che occorre. I libri, la
mannaia il fucile. Fucile perch?
Contro gli italiani, mica contro gli extracomunitari Non ne posso pi di

questo paese che diventa razzista. La


folla di presenze si anima, annuisce. Le
donne ertane profumate di legno, langelo azzurro arrivato dalla Russia, il
SantAntonio fatto da Genio Damian
dopo il disastro della diga, tronchi da
scolpire, rami contorti.
La foresta entrata nella bottega. La
bottega foresta. Lodore di pino cembro. La durezza del maggiociondolo. La
persistenza del larice, tagliato a novembre con la luna calante, roba che dura
secoli, senza bisogno di vernice. Intorno, montagne di libri. Tutto Hrabal, tutto Borges, tutto Jean Giono. E poi Cioran, Gombrowicz, volumi sottolineati
pagina per pagina. Corona un figlio
della cultura orale che ha letto da mori-

re. Milioni di pagine. Trecento quintali,


due autoarticolati pieni. La stanza ricorda Auto da f di Canetti, ma al contrario: la casa-libro come caos assoluto,
non come ordine maniacale.
Su tutto, un buon dito di polvere.
Problema? Macch. Se qualcuno mi
sposta le cose sparo. Qui trovo tutto. E
poi la polvere il segno del tempo. Toglierla come togliere la neve. Bisogna
aspettare che se la porti via il vento.
Ovunque occhiali, Mauro ne ha a decine, sparsi in ogni angolo, anche nei bar.
Li compro dai marocchini, cos li aiuto. E poi specchi, piccoli e grandi, in
ogni angolo. Non per tagliare i baffi, e
nemmeno per le allodole. Gli specchi
servono a ingrandire il posto, sfondare

la stanza, aprire finestre, sfuggire allHorror Vacui.


Sono feticista, la mia malattia avere tutto a disposizione e sapere tutto a
memoria. Nella stanza aforismi e citazioni stanno appesi in ogni spazio libero. Leggo di Platonov: Ogni giorno si ripete perch gli uomini ricordino ci che
indispensabile. E invece la gente pensa che sia il tempo che passa. Chiedo al
brigante: ma come fai a sfuggire al troppo pieno? Regalo o brucio nella stufa.
Sottrarre, sottrarre sempre gesti, parole, legno La vita come scolpire, bisogna togliere, pi hai e peggio . Leggi
qua cosa dice Baring: se volete sapere
cosa Dio pensa del denaro, basta guardare quelli cui lo d.

La lingua e le voci
Fuori c odore di neve. Ne venuta tanta a dicembre, poi col tempo matto se n
andata mezza via. Mauro stacca un coltello piantato sulla scrivania, affetta un
salame arrivato da un lettore di Modena,
uno che segue i lupi in Appennino. Sfoglio pile di quaderni a righe, copertina
nera, riempiti con scrittura minuta e cos regolare da sembrar battuti a macchina. Lavoro fine, di china color seppia e
cancellina. I pi vecchi, quelli dei primi
libri, sono a pagina pulita, e la scrittura
millimetrica ha landamento fluido
delle venature di un albero.
Lultimo testo, Il canto delle manere,
storia nomade di un boscaiolo che viaggia tra il Piave e la Mitteleuropa. il libro
che segna la riconquista delloralit originaria. Ci ho messo dieci libri per capire che l dovevo tornare La lingua la
casa, va bene com, non serve dargli la
cera. Mio padre morendo non ha detto
Mamma, ha detto Oma! Capisci?.
Ed ecco Pitussn per dire uccellino,
bambino gracile e sfortunato; Dhocol,
giovane capretto, adolescente che scalpita Come fai a rendere queste metafore nella lingua codificata?. Cos la
diga si rotta, ora lascia passare straco
al posto di stanco, patuss invece di
mucchietto di polvere, Thediga invece di pendo.
E il vino, Mauro? Con quello ho chiuso. Anche con la birra. Ero diventato un
cane idrofobo. Il fegato si era gonfiato,
minacciavo mia moglie col fucile, sentivo suonare flauti che non cerano, litigavo con tutti. Il fegato importante: il flusso viene da l. Non il cuore il centro di
tutto, quella del cuore una balla Gli
antichi nei vasi sacri non mettevano il
cuore, ma il fegato. Anche stavolta la
salvezza venuta dalla montagna e dalla scrittura; dallandirivieni talmudico
fra il mondo e il libro. Solo scrivere mi fa
uscire dalle mie maledizioni. Mi racconto una storia, mi ascolto e mi consolo.
Con la scultura non funziona, non una
dimensione cos totale, terapeutica.
La biblioteca sembra crollare sulla
cassapanca, i cuscini e il sacco a pelo,
unillusione ottica delle notti pi lunghe
dellanno. Ora sono i libri e cercare il
Mauro, non il contrario. Ci si apre davanti un testo di Giono, parla dellululato del vento in un paese. Poi tocca a Esenin: Ha smesso il bosco dorato di cantare / con la sua gaia lingua di betulle / e
le gru nel loro lento volo / non hanno pi
alcun rimpianto. Resta l, col libro aperto. Mormora: Un verso cos tiene in piedi il mondo. Sospira: La Russia! Vorrei
vedere le Isole Solovkij, il monastero diventato gulag. Mette un panno sulla
gabbia del tordo; la pendola batte le otto
con la voce del cuculo; la tempesta di oggetti, libri e lampadine appese si placa
come dincanto.
RIPRODUZIONE RISERVATA

40 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

SPETTACOLI

Il 4 gennaio di trecento anni fa nasceva il compositore


che in soli ventisei anni di vita pass alla storia
come punta di diamante della scuola partenopea

Nel corso del 2010 lo ricorderanno festival, convegni e concerti


E, grazie ai documenti ritrovati negli archivi del Banco di Napoli e allo studio
filologico su spartiti sconosciuti, si ricostruir la sua opera autentica

Pergolesi
ritrovato
LEONETTA BENTIVOGLIO
l 4 gennaio 2010 Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), compositore di musiche dintensit
meravigliosa, capaci di toccare
le corde pi profonde di chi
ascolta, festeggia il trecentesimo anniversario della propria nascita. Lecito
parlare di lui al presente. Sia perch
il genio scansa
declinazioni
temporali,
sia perch la
festa viva
e attuale:
occupa
dallinizio
il 2010 e
percorre
trionfalmente il
2011. A Jesi,
sua citt natale, nel giorno del compleanno e nel
teatro che porta il
suo nome, prender
il via il ricco calendario di
celebrazioni. Via via, lungo i
molti mesi del programma, saranno
messe in scena sei opere teatrali e verr
eseguito lintero repertorio della sua
musica vocale, strumentale e sacra:
brani scritti in un tempo miracolosamente breve, dato che il marchigiano
Pergolesi (per fu Napoli il suo regno, e
pass alla storia come una tra le punte
di diamante della gloriosa scuola partenopea) mor di tisi a soli ventisei anni, poco dopo aver terminato in un convento di Pozzuoli il capolavoro estremo dello Stabat Mater. Il festival sar
suddiviso tra giugno, settembre e dicembre, e anche la parte teorica si
preannuncia imponente, con cinque
convegni internazionali a Napoli, Milano, Roma, Dresda e Jesi.
Intanto gi operativo e massiccio il
lavoro di edizione critica delle partiture pergolesiane. Per realizzare limpresa, che durer dieci anni e che prevede la pubblicazione di venti volumi,
stata formata nel 2009 una commissione di esperti, dichiara il musicologo Vincenzo De Vivo, consulente
scientifico della Fondazione Pergolesi
Spontini di Jesi. questistituzione,
animata e amministrata da William
Graziosi, a funzionare da motore del
progetto di riscoperta, autenticazione
e rilancio di un artista dal destino misterioso e altalenante, le cui sorti segnate dalla sfortuna (mali polmonari lo
afflissero dallinfanzia, la polio gli offese una gamba e fu il solo superstite di
quattro fratelli: gli altri morirono in tenerissima et), giunsero a farne un sim-

bolo spiccatamente preromantico, accentuandone aspetti lirici e sentimentali a scapito di caratteristiche quali il
rigore dei ritmi, la potenza drammatica, la peculiarit dello stile e lironia penetrante del teatro buffo (come nellopera La serva padrona).
Accadde addirittura che per alimentarne limmagine oleografica gli
siano stati attribuiti numerosi apocrifi: solo negli ultimi decenni, grazie a
musicologi come
Francesco Degrada,
i tanti falsi sono stati smascherati. E
per illuminare le
sue grandiose
verit hanno fatto molto (e molto stanno facendo) interpreti
come Claudio
Abbado, che a Jesi diriger un concerto il 25 settembre 2010 e che sta
completando un importante ciclo di incisioni pergolesiane, e come Riccardo Muti, il quale
esplora con appassionata devozione, fin dallalba della sua carriera, i palpiti e la napoletanit di uno tra i
musicisti che gli stanno pi a cuore.
Il lavoro filologico passa anche attraverso il gigantesco patrimonio di carte
conservato dal Banco di Napoli, citt in
cui Pergolesi, bambino prodigio, venne mandato a studiare, distinguendosi
subito come violinista eccelso, e gi al
Conservatorio suonava come capo-

I
APOL
O DI N
BANC
UTO
IT
T
IS
FOTO

Le musiche segrete
del genio bambino

Nei caveau sono conservati polizze,


contratti, testamenti, ricevute di pagamento

e accordi economici che testimoniano


le alterne fortune del musicista
paranza, ovvero guida di un ensemble
che accompagnava funerali e altri riti.
Sotto la dominazione austriaca la capitale del Mezzogiorno attraversava una
fase di creativit sfolgorante, con lesito di un mercato di vivacit frenetica
per larte. Il che spiega la mole di documenti accumulatisi negli archivi del
Banco, che testimoniano la fitta trama
di rapporti su cui si fondava la produzione musicale in unepoca fertilissima per Napoli, che
irradiava cultura nellintera Europa, riferisce Francesco Cotticelli, che con Paologiovanni
Maione coordina il gruppo di studiosi a cui spetta il compito di schedare i giornali di cassa delle sette sedi dellistituto di credito attive a Napoli nel
periodo in cui si manifest il talento
pergolesiano, dal 1727 al 1736. E aggiunge che larchivio della banca include polizze, contratti, testamenti, ricevute di pagamento e accordi di vario
genere tra musicisti e committenze
quali teatri, chiese e impresari.
Si nutre anche di tali materiali un

AFFARI
In questa pagina un documento
ritrovato nellarchivio del Banco
di Napoli relativo agli affari di Pergolesi
e due ritratti del musicista

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 41

Un visionario che anticip


Bach e Mozart
CLAUDIO ABBADO
ompositore al centro di un progetto completato un trittico interamente dedicaal quale lavoriamo da tempo insie- to a composizioni del grande musicista in
me allOrchestra Mozart di Bologna, occasione del terzo centenario della sua
Pergolesi stato un musicista determinan- nascita, che cade nel 2010. Quasi tutte sono
te nella storia della musica e ha avuto un di carattere sacro. Lestate scorsa uscito il
forte influsso su autori quali Bach e Mozart. primo disco, inciso dal vivo al Teatro ManScomparso appena a ventisei
zoni di Bologna: oltre allo Stabat
anni, in un quinquennio riusciMatere al Salve Regina in Do minoto a scrivere capolavori stupefare, comprende il Concerto per viocenti per preveggenza, proiettati
lino (con Giuliano Carmignola), la
un secolo in avanti dal punto di
cui autenticit pergolesiana stata
vista armonico e musicale. Era
accertata solo negli ultimi decenni.
un geniale visionario capace di
Qui lardita tessitura dello strucogliere tracce da Gesualdo da
mento solista anticipa certe caratVenosa, col quale condivide la fateristiche del romanticismo musicolt di creare musiche ecceziocale europeo. Temi minimi si sonalmente innovative per moduvrappongono, si amplificano e si
lazioni, accordi e cromatismi, lerestringono nellincalzare ritmico
gate a testi che parlano di dolore,
dellaccompagnamento orcheMAESTRO
passione e morte. Nei suoi venti- Claudio Abbado strale. In febbraio esce il secondo
sei anni di vita, ha compiuto la
disco, che include la Messa di S.
parabola completa della sua arte composi- Emidio e altri capolavori di Pergolesi trativa. Cosaltro avrebbe potuto comporre di scurati dal repertorio tradizionale, mentre
cos perfetto che non avesse gi scritto? In lultima pubblicazione discografica, previItalia mi sembra giusto ricordarlo (lo ab- sta in marzo, raccoglie brani pergolesiani
biamo fatto in precedenza per Gesualdo da non molto noti come il Dixit Dominus e la
Venosa e per Rossini) facendone conosce- cantata Chi non ode e chi non vede. I brani di
re anche le pagine meno note, e non solo il entrambi questi cd sono stati registrati nella Chiesa di Santa Cristina a Bologna.
famoso Stabat Mater.
(Testo raccolto da Leonetta Bentivoglio)
Con la Deutsche Grammophon, nel
RIPRODUZIONE RISERVATA
2009, abbiamo

ARTE
In questa pagina dallalto, i locali
dellarchivio storico del Banco di Napoli;
unimmagine storica di Jesi
e spartiti del compositore

viaggio nelle fonti che pu


dettare cambiamenti nella
prassi esecutiva, rilevando
come spazi e contingenze,
disponibilit finanziarie e
momenti politici, influissero
sul numero dei leggii e sulle tipologie strumentali, afferma Cotticelli. Inoltre questo
nuovo metodo dindagine
porta a definire meglio la fisionomia
della scena napoletana nel Settecento,
col suo circuito di botteghe sonore dove primeggiavano i musici-artigiani.
Tra loro non figura solo Pergolesi: dal
giacimento affiorano tasselli biografici
e musicali di altri esponenti quali Scarlatti, Vinci, Jommelli e Paisiello. Compositori cos fecondi che al prezioso filone partenopeo Muti sta dedicando
dal 2007 a Salisburgo il programma annuale del Festival di Pentecoste, di cui
il responsabile artistico.
Va detto che unesperienza emozionante, per il visitatore, avventurarsi
nei locali dellantico palazzo di Via dei
Tribunali dov custodito larchivio
storico del Banco, immerso in un silenzio pregno dellodore delle vecchie
pergamene. Spiccano a migliaia, negli
scaffali che tappezzano i muri altissimi, raccoglitori, faldoni e libri contabili di misure diverse, e in certe stanze
pendono dal soffitto, senza toccare il
suolo, poderosi salami cartacei, cio
mega-cilindri di documenti sovrapposti: Era in uso tenerli sollevati da terra
perch non fossero rosicchiati dai topi
o guastati dalle inondazioni, racconta
De Vivo. Scorre anche in questa scenografia densa di suggestioni leterna vitalit della grande musica.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dolore dello Stabat Mater


un messaggio moderno
RICCARDO MUTI
rima dellOttocento nessun compo- umano, lo Stabat Mater, che ho inciso per la
sitore italiano, forse con leccezione Emi nel 1996 insieme ad altri brani pergoledi Palestrina, ha avuto la fama uni- siani, e di cui esiste anche un dvd che ho reversalmente riconosciuta di Pergolesi, ce- gistrato nel Santuario della Beata Vergine
lebre al punto che il suo stile fu imitato da dei Miracoli di Saronno, venne ufficialmusicisti a lui coevi o immediatamente mente commissionato a Pergolesi per sostituire lo Stabat Mater di uno dei
successivi, con lesito di una serie
grandi padri della scuola napoletadi falsi che per lungo tempo gli
na, Alessandro Scarlatti, eseguito a
sono stati attribuiti. E se tra i suoi
Napoli ogni primo venerd di mardetrattori c Berlioz, che lo atzo quando si esponeva il Santissitacc in un articolo del 1859 intimo Sacramento. Questo per dire
tolato Fame usurpate, il musiciquanta ammirazione suscitasse il
sta Grtry disse allopposto che
giovane musicista di Jesi.
in Italia si ignorava che la declaSi parlato molto della vita di
mazione sorgente della buona
Pergolesi spezzata precocemente
musica, e che la verit affior sodalla tisi, fino a favoleggiare quelo alla nascita di Pergolesi. In efstautore in senso romantico. Il
fetti stato il compositore che
MAESTRO
che ha rischiato di metterne in
meglio di chiunque altro, tra i
Riccardo Muti
suoi contemporanei, ha interombra le preveggenti qualit compretato la nuova drammaturgia
positive, loriginalit inconfondiinsita nel melodramma di Metastasio, bile e lattenzione che ha saputo rivolgere,
prendendo le distanze dai modelli tardo- in opere come Flaminio e come Lo frate
barocchi, scagliandosi contro gli abusi dei nnamorato(che diressi alla Scala con la recantanti, e sottolineando lespressivit gia di Roberto De Simone), a una realt
della parola, come testimonia lo Stabat borghese e popolare. Nel suo teatro i perMater.
sonaggi non sono pi maschere della comBellini defin questa composizione il media dellarte, ma messaggeri di una
poema del dolore, e anche Rossini ne ave- nuova sensibilit verso i problemi sociali.
va un rispetto immenso. Espressione asso(Testo raccolto da Leonetta Bentivoglio)
luta delle pi dolenti passioni dellanimo
RIPRODUZIONE RISERVATA

42 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

i sapori

Carbone, clementine, caramelle e liquirizia: ecco i doni


per i pi piccini, ma attenzione alla qualit. Perch rispettare
la tradizione non significa arrendersi ad additivi e coloranti
Resistono in pasticceria produzioni artigianali
di cioccolato, cos che la festa non diventi indigesta

Notte dEpifania

Dolci della
i

Ginevrine

LICIA GRANELLO

olcetti o scherzetti? Ben prima che in Italia si


diffondesse la moda di Halloween, la vigilia della Befana stata caratterizzata dai dubbi dei
bambini: che cosa avrebbero trovato nella calza
appesa in bella evidenza alla cappa della cucina,
del camino o al davanzale della finestra la mattina del 6 gennaio? Caramelle o pezzi di carbone, zuccherini o castagne secche, dolcetti o scherzetti?
Da sempre, anche i pi birichini non hanno avuto granch da
temere, visto che il carbone dolce punitivo solo per la salute dei
denti, non certo per il piacere del palato. Ma le incertezze calza rigonfia o mezza vuota, quadretti di cotognata o banali mandarini, irresistibili cri-cri o o semplici bastoncini di liquirizia
accendono comunque le ore della vigilia, obbligando i piccoli a
sonni leggeri e sveglie anticipate.
La tradizione popolare racconta come i Re Magi, in viaggio
verso Betlemme carichi di doni per Ges Bambino, si fossero
persi e avessero bussato alla porta di una vecchia donna, pregandola di accompagnarli. Ma lei si era rifiutata, salvo pentirse-

Zucchero e fantasia
sotto il camino
ne poco dopo. Cos, dopo aver preparato un cesto pieno di dolci, aveva cominciato a cercare il bambino dei Magi, fermandosi
in tutte le case dove cerano bimbi e ovunque lasciando qualche
dolce, nella speranza che tra loro vi fosse il piccolo Ges. Da allora dice la leggenda dopo ogni Nativit si rimette in viaggio
alla ricerca del neonato (mai trovato) con la gerla straripante di
dolcetti.
La captatio benevolentiae nei confronti della Befana ovviamente di impronta golosa. Se la modalit di spostamento magica e certa, visto le grandi distanze da coprire la scopa che vola, proprio come la slitta di Babbo Natale nessuno sa con sicurezza da dove entrer. Cos, sparsi per casa, nella vicinanza di finestre, porte, fornelli, camini, la sera della vigilia si piazzano ciotole di latte e piattini di ricotta, qualche arancia e perfino del panettone, che genitori premurosi ingolleranno prima del
risveglio dei pargoli.
Ma se Epifania fa rima con dolceria, non obbligatorio farsi
travolgere da dolcetti mediocri e dominati dalla chimica. Poche
ma indomite, resistono le produzioni artigianali di caramelle,
torroni e cioccolati. Che certo, non riducono il devastante impatto calorico. Per, c zucchero e zucchero, c colorante e colorante, additivo e additivo. Una cura difficile da riscontrare nelle calze preconfezionate. Basterebbe scorrere lelenco degli ingredienti in etichetta per rispedire il regalo con tutto il suo contenuto al mittente. Il guaio che non le leggiamo mai.
Per gli irriducibili delle golosit fai-da-te, comunque, il momento del trionfo. Le ricette sono quasi tutte facili: poche righe
di indicazioni da seguire con attenzione. In quanto agli ingredienti, basta armarsi di zucchero, frutta, uova, cioccolato e un
bel piano su cui stendere carboni e croccanti. Prima di riempire
la calza, assaggiate il risultato dei vostri sforzi per essere sicuri di
deliziare i destinatari della calza. Consideratelo lultimo sacrificio goloso prima della ferrea dieta post Befana.

FOTO STOCK FOOD

RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pastigliette
di zucchero multicolori
guidano una dolcissima
pattuglia fatta di gocce
di pino, fruttini, morette,
brutti e buoni, gommose,
gocce di rosolio, anisette,
gelatine, sukay,
rigorosamente sfuse,
da pescare
nella tradizionale calza

Liquirizia
il trionfo
del dolce-amaro
nelle mini-ricette
a base di glycyrrhiza
glabra: dai lunghi lacci
alle rotelle con la sfera
di zucchero al centro,
dai tronchetti naturali
alle storiche kremliquirizia
prodotte da Elah,
fino ai chicchi Amarelli

Monete
di cioccolato
Al tempo degli Aztechi,
i semi di cacao erano
utilizzati come moneta
di scambio. Nella calza
della befana, le cialde
di cioccolato al latte
si rivestono di carta
dorata e luccicante
Via libera anche
alle praline e ai cremini

Frutta Martorana
I finti frutti di pasta
di mandorle ingannano
locchio ma non
il palato, con i loro
colori splendenti
e il grande carico
zuccherino. I pasticceri
pi talentuosi forgiano
anche piccoli animali,
come le pecore
per il presepe natalizio

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43

Befana

Canditi
A cubetti nella farcitura
del panettone, diventano
di gloriosa golosit
proposti in pezzi grandi
e spicchi interi. Ottime
le scorzette degli agrumi
candite bagnate
nel cioccolato fondente

Clementine

Ospiti immancabili
della calza (la variet
senza semi
ha soppiantato
i tradizionali mandarini),
per riequilibrare
il surplus di zuccheri
Le scorze spezzettate
si trasformano
in segnapunti
per la tombola

Cri-Cri
Sono un incrocio
irresistibile tra praline
e caramelle, le nocciole
tostate rivestite
di cioccolato fondente,
ben rotolate
in una minutaglia
di zuccherini colorati
e avvolte in carta
cangiante. A seguire,
caramelle morbide e dure

Croccante
Nocciole, pistacchi,
sesamo e mandorle
vengono imprigionati
in una lastra
di zucchero o miele,
tagliata in losanghe
e barrette prima
della definitiva
solidificazione
Frutta secca anche
nei torroncini
al bianco d'uovo

Carbone dolce
Per realizzare
la punizione
dei bambini pi golosa,
zucchero e acqua bolliti
mescolando il colorante
alimentare. Fuori
dal fuoco, bianco
duovo montato
a neve e zucchero
a velo. Si taglia dopo
averlo fatto solidificare

Frutta secca
I calorici e sanissimi
(perch ricchi
di proteine e grassi
insaturi) frutti oleosi
noci, mandorle,
arachidi contendono
il primato in calza
a datteri, uva passa
e castagne, in versione
bollita o marron glacs

Streghe, profezie, magie


il mito entra nella calza
MARINO NIOLA
la befana a fare la calza o la calza a fare la befana?
vera la seconda. In realt questo magico accessorio
a trasformare una comune vecchia svolazzante in un
tipo simbolicamente intrigante. Un po strega un po fata,
generosa e inquietante, ninfa attempata e sibilla decrepita.
La buona megera che celebriamo il 6 gennaio tutto questo
insieme. E soprattutto la sintesi cristiana delle numerose
divinit pagane di inizio anno. Come la ninfa Egeria, divina
consigliera di Numa Pompilio, il secondo dei sette re di Roma, che alle calende di gennaio appendeva una calza nella
grotta della dea per ritrovarla lindomani piena di regali, ma
anche di ammonimenti e profezie. E come la dea Strenia, da
cui deriva il nostro termine strenna. Che in origine era il dono a base di fave, frutta secca e dolci a forma di bamboline e
animaletti che i Romani regalavano ai bambini nei primi
giorni dellanno durante la festa delle statuette, la cosiddetta Sigillaria.
Regali, pi profezie, pi calze. Queste dee avevano quasi
tutto della Befana tranne il nome. Che uninvenzione del
cristianesimo popolare e nasce dalla volgarizzazione di Epifania, ovvero la manifestazione della doppia natura di Cristo ai re Magi venuti da Oriente per portare doni al dio incarnato.
Ecco perch la notte della Befana conserva quel carattere
di attesa magica del nuovo anno e al tempo stesso di resa dei
conti con quello vecchio. Premi e castighi. Previsioni e sanzioni. Cose buone da mangiare e cose assolutamente immangiabili come cenere e carbone. Quel carbone una volta
tanto temuto e che le befane buoniste di oggi hanno trasformato in cristalli di zucchero nero. Una dolce punizione, una
lezione a salve fatta apposta per una societ dove la bocciatura non pi contemplata. Eppure quella della Befana
sempre stata una pagella, uno scrutinio di fine anno.
Non a caso si chiamano proprio con questo nome le sorprese che si mettono nei dolci tradizionali di questa festa.
Come lispanico roscon de los tres reyes, il catalano tortel de
reyes, il portoghese bolo dos reis, la francese galette des rois,
il king cake di New Orleans, la greca vassilopita. Tanti nomi
per un solo significato: torta dei tre re. Melchiorre, Baldassarre e Gaspare naturalmente. Una ciambella a forma di corona reale che simboleggia la circolarit dellanno, farcita di
frutta secca e canditi, con dentro nascosta una fava, lantico
strumento per scrutinare i voti e predire la sorte. E talvolta
una bambolina o una statuetta, proprio come durante le Sigillaria dei romani. Oggi qualcuno arriva a metterci Superman, Batman e altre divinit dellinfanzia contemporanea
come le Winx, fatine volanti, piccole befane glamour. Spesso per in questi oracoli da mangiare si nasconde anche un
poco gradito aglio di porcellana. Chi trova la sorpresa avr
fortuna, ma dovr pagare pegno offrendo la torta o la festa
lanno successivo. Chi invece incappa nellaglio riceve dalla Befana un attestato di cattiva condotta. Come dire che anche la fortuna, come ogni altro premio, va meritata.

RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO

DOLO (VE)

EMPOLI (FI)

DOLCIUMI
ROMANENGO
Via Orefici 31-33-35R
Tel. 010-2472915

CIOCCOLATERIA
GOBINO
Via Lagrange 1
Tel. 011-5660707

TORRONIFICIO
SCALDAFERRO
Via C Tron 31
Tel. 041-410467

CARAMELLE
FALLANI
Via Primo Maggio 31
Tel. 0571-944349

GRUGLIASCO (TO)

BORMIO (SO)

FERRARA

BRIELLI
CARAMELLE
Via S. Barbara 10
Tel. 0342-901400

LA BOTTEGA
DEL CIOCCOLATO
Via San Romano 25
Tel. 0532-711504

CAPPUCCETTO
CARAMELLE
Via Binello 4
Tel. 011-3057552

Gianni Rodari
Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
cos lontana che non c
la Befana, sai chi ?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana pi non senti
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno
che avevo ordinato
un po di carbone
mi ha lasciato

itinerari

Dove comprare
GENOVA

SAN MARCO
DEI CAVOTI (BN)

MODICA (RG)

TORRONI BORRILLO
Via Roma 64
Tel. 0824-984060

LABORATORIO
DON GIUSEPPE PUGLISI
Vico De Naro 9
Tel. 0932-751786

ROMA

BRINDISI

ITTIRI (SS)

LALBERO
DEL CACAO
Via Di Capo Le Case 21
Tel. 06-6795771

PASTICCERIA
ESMERALDA
Via Annibale De Leo 42
Tel. 0831-523842

DOLCERIA
CASIDDU
Via Bernini 1
Tel. 070-441407

46 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

le tendenze

Bello, morbido, sensuale ha conquistato molti anni fa


il cuore degli uomini per poi sedurre le donne. Sotto
forma di pullover, calza, cappello o sciarpa, il filato
pi soft del mercato resta in cima alla classifica
dei desideri. Ben lo sanno gli stilisti, oggi pi che mai
a caccia di nuovi modelli e accattivanti lavorazioni

Non solo maglie

LAURA ASNAGHI

osa rende bella una donna?


Lamore che le illumina gli
occhi e un pullover in cachemire portato sulla pelle nuda. Catherine Deneuve tra
le grandi fan del cachemire,
filato pregiato, dalla mano morbida e setosa, caro
quanto basta ma indubbiamente bello, sensuale,
capace di insinuarsi un po dappertutto. Nei guardaroba pi raffinati ma anche nella biancheria per
la casa pi costosa, senza dimenticare i giocattoli
dei bimbi. Gli orsacchiotti in cachemire lanciati
anni fa da Agnona, sono stati clonati da molte marche. Il cachemire, anche in tempi di crisi, pi favorevoli alla lana vergine dai prezzi abbordabili, resta in cima alla classifica dei desideri. Anche perch, come ricordano gli psicologi esperti in consumi, gratifica, coccola, ti fa sentire bene.

AGNONA
Nido dape, lavorazione grana di riso,
collo avvolgente. Ecco il modello golf
mantellina di Agnona. lassoluta
garanzia di comfort e vestibilit

BRESCIANI
Piedi al caldo con le calze
Bresciani proposte in mille
colori moda. Qui, il modello
maschile giallo paglierino
Con tallone e punta grigia

Cachemire
Il lungo inverno caldo

E cavalcando questonda i grandi produttori


vanno a caccia di lavorazioni nuove e personalizzazioni sempre pi accattivanti. Cruciani propone i maglioni con le proprie iniziali ricamate allinterno dei pullover. Un dettaglio prezioso, fatto apposta per ricordare che una maglia di cachemire
per sempre ed quindi giusto che porti il nome
di chi la indossa e di chi, eventualmente, la eredita. Le etichette nominative piacciono e anche Brunello Cucinelli, il guru del cachemire le ha adottate da tempo. Cucinelli ha il suo quartier generale in Umbria, in un borgo antico da lui ristrutturato e trasformato in ambiente di lavoro dalle dimensioni umane. Ed l che, sotto le antiche volte, nascono maglie ma anche piumini, giacche e
altri capi raffinatissimi, tutti elegantemente confezionati con il cachemire, venduti in Italia e nei
mercati pi ricchi di tutto il mondo.
Un posto di rilievo spetta anche a Ballantyne,
celebre marchio scozzese, amato dalla regina
dInghilterra, diventato un fiore allocchiello del
made in Italy da quando stato acquistato nel 2004
dal fondo Charme che fa capo a Luca Cordero di
Montezemolo. I rombi di Ballantyne restano il
tratto distintivo di questi pullover, dove spesso gli
argyle si mescolano ai disegni di paesaggi, fiori e
animali, nelle tonalit pastello. Ma cachemire non
solo sinonimo di maglie. Infatti ci sono intere collezione di abiti, molto alla moda, tutte giocate su
questo filato, prodotto dalle capre che vivono sugli altopiani e nelle regioni montuose dellAsia.
Il cachemire arriva dal Tibet e dalla Mongolia,
ma anche dalla Cina. Fa un lungo viaggio prima di
approdare da noi e poi finisce sotto i riflettori del
made in Italy nelle versioni pi raffinate, come
quelle di Loro Piana, Lanificio Colombo, Piacenza, Malo, Pringle, Zanone, Les Copains. Un panorama ampio e variegato, che mette in mostra tutte
le sue sfaccettature del cachemire. Dalle voluttuose sculture elaborate con filati corposi alle versioni minimal, con maglie impalpabili, pi adatte a
chi vive in citt, in appartamenti ben riscaldati. Il
cachemire vive dinverno ma cerca di conquistarsi anche lestate in versioni light o con speciali
connubi realizzati con i filati di seta. Perch il suo
obiettivo diventare il signore del guardaroba.
RIPRODUZIONE RISERVATA

KANGRA
Gioca
coi rombi fucsia,
rossi e blu
su fondo grigio,
il bauletto
Kangra
che sceglie
il cachemire
al posto
del solito
pellame

PIACENZA

Un viola deciso
con decori di cristalli
di neve. Piacenza
cachemire rivisita cos
il lupetto classico
Perfetto in citt
come in montagna

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 47

ZANONE

BALLANTYNE

PRINGLE

LES COPAINS

BIAGIOTTI

MALO

Quando il golfino dolcevita


grigio perla fa la differenza
allinsegna della semplicit
la proposta cachemire
di Zanone

Sexy ma comodissima
la mise Ballantyne: maglione
con collo sciallato e cintura
fucsia-prugna, parigine
in tono sugli stivali neri

Zig zag bianchi, neri e grigi


in diverse dimensioni
contraddistinguono labito
firmato Pringle. A corredo
la sciarpa morbidissima

Caldissimo il colore cammello


del miniabito con cardigan
proposto da Les Copains
Il completo indossato
con parigine marrone bruciato

Da autentica regina delle nevi


il maglione in cachemire
Biagiotti, ha sfilato in passerella
sul pantalone di raso panna
Perfetto per le serate di gala

Ed ecco la signora Malo


in cappottino di maglia
cachemire e cuffietta in tinta
A spezzare tanto rigore,
le bordature a ciuffetti

Laura Biagiotti. La mia storia damore


con il cioccolato tessile
aura Biagiotti, meglio conosciuta come
la regina del cachemire, racconta come cominciata la sua storia damore...
Quali segreti condivide con questo filato
prezioso?
Tutto nato da un twin set che ho acquistato a Londra quando avevo quindici anni e
quel golf con mini pull, naturalmente in cachemire, portato con la gonna scozzese e il giro di perle era perfetto. Da subito ho avvertito
che il cachemire era una materia dolce, che
trasmette calore umano. E a ventanni, quando mi sono trovata di fronte a un bivio, dovevo cio scegliere se continuare luniversit o
dedicarmi a una delle aziende di famiglia che
produceva maglie da uomo, non ho avuto
dubbi. E cos iniziata una storia di amore che
va avanti da cinquantanni.
Negli anni Sessanta, il cachemire aveva
una connotazione pi maschile che femminile e quello doc si comprava a Londra.
Vero, ma io ho vinto una grande sfida: ho
fatto in modo che il cachemire non venisse pi
associato al guardaroba di un vecchio signore. E se prima i pull con le toppe ai gomiti, profumavano di tabacco, grazie alle mie creazioni hanno cambiato immagine, diventando
pi femminili, con una nazionalit nuova.
Non pi british ma made in Italy e finalmente
alla moda.
Tra i suoi capi di culto in cachemire, labito da bambola con le balze ha fatto storia.
S, perch con quellabito sono riuscita a
rilanciare il cachemire in una chiave nuova.
Non solo maglioncino con lo scollo a V, ma anche abito, poncho, sciarpa e pannello da
drappeggiare intorno al corpo.
Quanto si pu giocare con il cachemire?

CRUCIANI
Non solo meravigliosi
e coloratissimi gilet,
Cruciani (specialista
in cachemire) punta
a una produzione
di ottima qualit

COLOMBO
Il lanificio Colombo
offre alle donne
lelegante possibilit
di affrontare il gelo
con i guanti lunghi
in soffice cachemire

Il cachemire va oltre la noia del modello


classico al cento per cento. Per me vale unaltra regola: visto che il filato prezioso, maglie
e abiti devono avere un tocco di creativit in
grado di reggere lurto del tempo.
A cosa si ispira quando disegna una di queste maglie?
Penso sempre alla vita reale. Il cachemire
come una coccola per il corpo, una specie
di cioccolata tessile che ci trasmette dolcezza e morbidezza. E in pi, il cachemire intelligente e dalla parte delle donne. Essendo un
filato elastico, anche se si ingrassa un po, si
adegua al nostra corpo.
Per molti, il cachemire come la coperta di
Linus. Perch?
Perch il buon cachemire vive a lungo e ci
accompagna per lunghi tratti della vita. Una
maglia anche se bucata non si butta mai, la si
mette a letto, in casa e alla fine diventa anche
cuccia dei gatti di casa.
Nel suo laboratorio ci sono intere pareti
con centinaia di colori per il cachemire.
S, con gli anni sono arrivata a definire fino
a cento sfumature di rosa, di verde, di rosso.
Tutti colori a cui do un nome: rosa sfinito,
verde panchina, rosso Laura.
Da qualche anno, lavora con sua figlia Lavinia. Anche lei una fan del cachemire?
S e da me ha imparato tutti i segreti.
Scusi, ma lei il suo cachemire come lo lava?
Con lo shampoo per i bimbi, poi lo arrotolo in un asciugamano e lo lascio a dormire l
finch non asciutto. E poi siccome le tarme
ne vanno ghiotte, lo difendo dai loro attacchi
con i grani di pepe.
(l.a.)
RIPRODUZIONE RISERVATA

CUCINELLI

ILLUSTRAZIONE YUKO SHIMISU

LORO PIANA
Maglioni
con trecce, lane
melange,
colori classici:
Loro Piana
al cachemire
dedica
da sempre
il massimo
dellattenzione

Brunello
Cucinelli
a proporre
il classico
cardigan
maschile
dai disegni
norvegesi
Un dono
classico
da Epifania

48 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 3 GENNAIO 2010

lincontro

tra le star pi desiderate, le hanno


attribuito una lunga serie di fidanzati
(da Nicolas Cage a Matt Damon)
e ora molti dicono stia per sposarsi
con Javier Bardem
Ma lei non parla della sua
vita privata. Timida
e riservata, si accende solo
se racconta della sua vera
passione, il cinema
Fin da bambina, dice,
quando il salone da parrucchiera
di mia madre divenne il mio primo
set. Allora i miei si rassegnarono

Muse da Oscar

Penelope Cruz

enelope Cruz incinta. Penelope Cruz sta per sposarsi con Javier Bardem. Sono
due notizie la prima
smentita, la seconda solo non confermata e dunque chiss che in questi
giorni agitano il vasto mondo del gossip, tanto che perfino David Lettermann, dallalto della su impudente ironia, ha cercato risposte dallattrice
ospite del suo show. Invano. De eso no se
habla. Non parlo della mia vita privata, ripete come un tormentone la Cruz
da anni, da quando lattenzione dei media si accesa su di lei. Del resto, arrivando alla prima di Vanilla Skya Los Angeles al braccio di Tom Cruise, che allora era il 2001 era la star pi pagata
e anche la pi chiacchierata di Hollywood per il tormentato finale del matrimonio con Nicole Kidman, non poteva pensare di passare inosservata. Lo
aveva sedotto nella vita come sullo
schermo? Il sospetto fu che fosse un
amore inventato per il lancio del film,
ma, vero amore o no, le immagini della
coppia imperversarono sulla stampa fino al 2004.
Intanto il cinema americano aveva
scoperto che gli uomini amano anche
le brune e Penelope Cruz, immagine
rappresentativa del fascino latino, aveva cominciato a scalare le classifiche
delle star pi desiderate, con tanto di
pettegolezzi inevitabili sui suoi rapporti con i partner dei film: nessuno, da Nicolas Cage a Matt Damon a Matthew
McConaughey, si sarebbe salvato. Allinizio mi faceva rabbia leggere notizie
su una mia presunta storia damore o
addirittura su un futuro matrimonio,
ma ho capito che non ero la sola. Per un
personaggio pubblico quasi impossibile evitare lassedio dei fotografi e la
curiosit di certa stampa. Ma perch a
una persona solo perch nota si pu
chiedere con chi va a letto? Non giusto, sono sempre stata timida e riservata, ma alla fine ho imparato a non farci
caso, non mi arrabbio pi, non voglio

vivere con qualcosa che avesse a che fare con larte.


N pensavano allarte i genitori
quando la iscrissero a una scuola di
danza. Lo fecero per farmi sfogare
energie, ero troppo irrequieta e casinara. Dopo due ore di fatica e di sudore con
la maestra di danza, tornavo a casa pi
tranquilla. Mi piaceva, sentivo che esibirmi davanti a qualcuno mi faceva superare la timidezza. La scoperta del cinema cominci a otto anni, quando in
casa entr un videoregistratore Betamax e le serate della famiglia riunita a
guardare film sul teleschermo diventarono unabitudine. Tutto il mio tempo
libero era dedicato a guardare film, ne
affittavo uno al giorno, li divoravo, ripetevo le battute con le amiche, rifacevamo le scene che mi avevano colpito.
Grazie al Betamax ho scoperto Billy Wilder, Audrey Hepburn, Anna Magnani,
Sofia Loren. E mi sono innamorata di
Almodovar e del suo mondo di donne.
Era lo stesso mondo che vedevo nel salone di mia madre, dove stavo da una

Lilluminazione
definitiva
fu con Legami!

Lho visto e rivisto,


avevo quindici anni
e non avevo pi
dubbi: avrei fatto
lattrice. Lattrice
di Almodovar

FOTO CORBIS

ROMA

sprecare energie.
Pedro Almodovar, il regista che la conosce pi di chiunque, conferma: Penelope davvero molto riservata. Dipende anche dai momenti che sta vivendo, quando innamorata sul serio
cos gelosa della sua privacy che diventa
timidissima, scontrosa, quasi inavvicinabile. E visto che in questo periodo
cos tenacemente sulla difensiva a proposito del legame con Javier Bardem,
forse innamorata sul serio. Lei trentasei anni, lui quaranta, si sono incontrati
per la prima volta nel 1992, quando lui
era laitante indossatore di biancheria
intima, protagonista di Jamon Jamon di
Bigas Luna e lei, diciassettenne al primo
film, usava ogni malizia per sedurlo. In
seguito si sono sfiorati pi volte, fino allincontro fatale nel 2008, sul set di Vicky
Cristina Barcelona, complice involontario Woody Allen.
Se largomento Bardem compagno di
vita tab, Penelope Cruz parla volentieri del percorso professionale. Dopo la
candidatura allOscar per Volver di Almodovar, la statuetta come migliore attrice non protagonista arrivata proprio
con il film di Woody Allen, un anno dopo lOscar a Bardem per Non un paese
per vecchi, il primo assegnato ad un attore spagnolo. Non una coincidenza
fantastica? Javier e io abbiamo cominciato insieme e nel giro di due anni abbiamo raggiunto lo stesso obiettivo.
Troppo bello per essere vero! Ma vero
dice. Tiene la statuetta nella casa di Madrid e continuo a spostarla da una stanza allaltra, prima di decidere la collocazione definitiva. Lho sognata troppo e
sembrava un sogno impossibile.
Lincontro con Penelope Cruz sempre sorprendente. Glamour, gossip,
successo e definizioni altisonanti Io
bomba sexy?! Ma se peso poco pi di
cinquanta chili! non hanno scalfito
la freschezza e lentusiasmo quasi infantile che mostrava per il suo lavoro
agli inizi, quando nei primi anni Novanta venne in Italia per interpretare la
Madonna in Per amore solo per amore
di Giovanni Veronesi o la siciliana selvaggia e ringhiosa in La ribelle di Aurelio Grimaldi. Minuta e agile, 1,68 di altezza, la sorpresa anche per gli obiettivi raggiunti da una ragazza timida e riservata, con alle spalle una famiglia
borghese, prima di tre figli, padre
Eduardo commerciante e madre Encarna parrucchiera, nata alla periferia
di Madrid nel quartiere di Alcobendas
(il 28 aprile 1974) e cresciuta in un ambiente ristretto come un piccolo paese, dove non cera neanche un teatro e
solo lidea di diventare attrice sembrava una follia. Nessuno si guadagnava da

parte fingendo di fare i compiti e invece


ascoltavo le loro chiacchiere, i loro segreti, i problemi con i figli, il matrimonio, i divorzi, le insicurezze, i sogni, le
fantasie: tutto quello che ho ritrovato
nel cinema di Almodovar. Il salone di
mia madre stata la mia prima vera
scuola di attrice.
Lilluminazione definitiva fu con Legami!. Avrei fatto qualunque cosa per
essere al posto di Victoria Abril in quel
film. Lho visto e rivisto, avevo quindici
anni e non avevo pi dubbi sul mio futuro: avrei fatto lattrice e sarei diventata
lattrice di Almodovar. Naturalmente da
parte della famiglia e di tutto il vicinato
fu una gara per scoraggiarmi e mettermi
in guardia dai pericoli, secondo loro
lambiente del cinema era pieno di sesso, di tradimenti, di droga, mi raccontavano i drammi di Jodie Foster e di Maria
Schneider e di tutte quelle che avevano
cominciato giovanissime. Ma io non
potevo fare altro. I miei si rassegnarono
ed grazie al loro sostegno che io non ho
mai avuto nessun tipo di trauma.
Lincontro con Almodovar avvenne
grazie a Jamon Jamon. Non ho un ricordo piacevole di quel film, ero inesperta, non capivo cosa volesse Bigas
Luna, solo dopo anni sono tornata a lavorare volentieri con lui. Crescendo mi
sono resa conto che non c niente di
male nel nudo, che il sesso tra le cose
essenziali della vita ed giusto che il cinema lo racconti, dice. Ma proprio grazie a quel film Almodovar si accorse di
lei e nel 1997 le mise addosso il personaggio della ragazza che allinizio di
Carne tremula partorisce su un autobus. Per me Penelope esprime il senso
della maternit, sostiene Almodovar
che in Tutto su mia madre le offr il personaggio della suora che rimane incinta dopo una notte con un transessuale
drogato.
Affermatasi come simbolo della bellezza mediterranea, Penelope Cruz sullo schermo stata spagnola, messicana,
greca (Il mandolino del capitano Corelli sulleccidio di Cefalonia), colombiana (Blow con Johnny Depp), italiana.
Lultima bella interpretazione nel nostro cinema stata con Sergio Castellitto in Non ti muovere nel 2004. Unattivit frenetica, una cinquantina di film in
una carriera intensa e fortunata. La
fortuna centra, ma anche vero che ho
faticato tanto. Ho sempre lavorato, ho
accettato tutto quello che mi offrivano,
ero una drogata del lavoro. Drogata ma
felice, ho fatto anche film brutti, ma non
ne rinnego nessuno. Quanto ai soldi
guadagnati, mi piace tanto spenderli.
Compro vestiti, unassurdit perch
in genere mi vesto in jeans e maglioni,

ma mi piace tanto guardarli appesi nellarmadio. Poi ho preso un appartamento a New York e ho comprato due
case a Madrid, che sempre la mia citt,
la mia vera vita. Mi piace lavorare in
America, ma non potrei mai vivere a Los
Angeles, dove la vita mi sembra allegramente artificiale rispetto allEuropa.
Finora ha lavorato con una media di
quattro, cinque film lanno. Poi arrivato Gli abbracci spezzati, il quarto film
con Almodovar, il regista per cui farei
qualunque cosa, sul set sono totalmente nelle sue mani, fuori dal set lamico
al quale confidare anche i segreti pi gelosi. Dopo aver ritrovato Almodovar
e Bardem? latteggiamento di Penelope Cruz verso il lavoro cambiato.
Dipende dai bisogni che cambiano.
Adesso vorrei fare un film lanno, scegliendo con pi razionalit, e vorrei una
carriera a lungo termine, recitare anche
nonne e vecchie signore. Intanto ho bisogno di pi tempo per me. Semplicemente per vivere, sono tante le cose da
vedere e da fare fuori dal cinema.
Lultimo film Nine, una rivisitazione di Fellini e di Otto e mezzo firmata da
Bob Marshall con Daniel Day Lewis nel
ruolo di Guido che fu di Mastroianni, e
un cast di grandi nomi, compresa Nicole Kidman, Marion Cotillard e Sofia Loren, interprete della madre defunta di
Guido che appare nella memoria. La
Cruz Carla, la fragile amante che balla,
canta (A Call from the Vatican il titolo
di una delle canzoni) e tenta il suicidio
per amore. Nineper lei un altro sogno
realizzato, perch adoro ballare, dopo
qualche lezione ho ritrovato facilmente
i movimenti giusti. E adoro cantare, anche in italiano, mia madre era appassionata di Raffaella Carr quando faceva la tv in Spagna, conosco tante sue
canzoni. Poi ho potuto conoscere da vicino Sofia Loren. Durante i pasti in comune lei mi rimproverava perch mangiavo poco, io la tormentavo di domande, volevo sapere tutto su Fellini, su Mastroianni, sulla dolce vita. stata
unoccasione preziosa, Sofia uno dei
miei miti, il simbolo del cinema che mi
ha fatto innamorare del cinema.

MARIA PIA FUSCO

RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbero piacerti anche