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Poli Nice Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 Gennaio 1749 - Firenze, 8 Ottobre 1803
Poli Nice Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 Gennaio 1749 - Firenze, 8 Ottobre 1803
ALFIERI
POLINICE
PERSONAGGI
PERSONAGGI
Eteocle
Giocasta
Polinice
Antigone
Creonte
Guardie d'Eteocle
Sacerdoti
Popolo
AT.1, SC.1
<GIOC.> Tu sola omai della mia prole infausta,
Antigone, tu sola, alcun conforto
rechi al mortal mio duolo: e a te pur vita
l'incesto di; ma il rio natal smentisci.
D'Edippo io moglie, e in un di Edippo madre,
inorridir di madre al nome io soglio:
eppur da te caro mi quasi il nome
udir di madre... Oh se appellar miei figli
i tuoi fratelli ardissi! oh se ai superni
Numi innalzar la mia colpevol voce!
io pregherei, che in me volgesser sola,
in me, la giusta loro ira tremenda.
<ANTIG.> In ciel, per noi, piet non resta, o madre;
noi tutti abborre il cielo. Edippo, nome
tal, che a disfar suoi figli per s basta;
noi, figli rei gi dal materno fianco;
noi, dannati gran tempo anzi che nati...
Che piangi or, madre? il d, che noi nascemmo,
era del pianto il d. Nulla vedesti
(misera!) a quanto anco a veder ti avanza:
nuovi fratelli, e nuovi figli, appena
dato Etecle e Polinice han saggio
finor di s... <GIOC.> Poco finor pietosi
al padre, ver; tra lor crudi fratelli;
deh! che non sono alla lor madre iniqua
nemici, a miglior dritto? In me null'altra
pena che il duol, scarsa al mio orribil fallo.
In trono io seggo, e l'almo sole io veggio,
mentre infelice ed innocente Edippo,
privo del d, carco d'infamia, giace
negletto; e lo abbandonano i suoi figli:
forza , per lor, che doppio orrore ei senta
d'esser de' propri suoi fratelli il padre.
<ANTIG.> Lieve aver pena a paragon d'Edippo,
madre, a te par: ma da sue fere grotte
bench'or pel duolo, or pel furore, insano,
morte ogni d ben mille volte ei chiami;
bench in eterne tenebre di pianto
sepolti abbia i suoi lumi; egli assai meno
di te infelice fia. Quel, che si appresta
spettacol crudo in questa reggia, ascoso
gli sar forse; o almen co' paterni occhi
ei non vedr ci che vedrai; gl'impuri
empi del vostro sangue avanzi feri
distruggersi fra loro. Al colmo giunti
gi son gli sdegni; e in lor qual sia pi sete,
se di regno, o di sangue, mal diresti.