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Camminando nellOsireion

Da un viaggio RdK di ottobre 2009


PREMESSA: Questa volta, approfittando del fatto che le scorte non sono pi un vincolo, e che
in poche persone ci si muove pi liberamente, abbiamo approfittato per programmare un
viaggio che ci desse la massima possibilit di visitare a fondo alcuni siti gi noti. Per esempio
Denderah e tutto ci che abbiamo sempre trascurato di approfondire nel recinto del suo tempio
di Hathor, e la stessa cosa per Abydos. Invece di soffermarci a visitare soltanto il tempio di
Seti I con una rapida toccata e fuga allOsireion, abbiamo optato per fare una vasta
ricognizione in tutta larea archeologica, compreso il cenotafio di Ramesse II, le fortezze di
Kasekhemwy e Qaa a Shunet el Zebib, i resti del Tempio di Osiride a Kom el Sultan, e persino
una camminata sulla via processionale che porta a Umm el Qaab, alle tombe delle prime
dinastie (ma ci siamo fermati perch senza il permesso di del vecchio Zahi, non si pu fare di
pi!). Abbiamo anche realizzato unarrampicata sui contrafforti meridionali dellaltopiano per
vedere ci che le spedizioni americane hanno lasciato della tomba rupestre di Ahmose, ed i
resti di una piccola piramide di Pepi II, come pure i tumuli ormai sfatti delle piramidi di Ahmose
e della madre Tetishery. Poi, tornando a Luxor ci siamo concessi una rapida visita al tempio di
Montu a Medamud, e nei momenti seguenti una capatina a el-Tod. Il finale, che non poteva
mancare, ci ha visti impegnati nellEast Bank a Karnak e nel West Bank alla Valle dei Re, a
Sheik abd-el Qurna per le tombe dei nobili, il Ramesseum, il tempio di Seti I a Qurna, il
tempietto di Iside a Deir el Shelwit, i resti ormai tristi del palazzo di Amenhotep III a Malqata
Medinet Habu e cos via
Fatto questo rapido accenno, non vi tedio oltre e cominciamo con due passi nellemozionante
e ancora molto discusso Osireion, con le sue misteriose strutture allagate dallacqua.

Mappa aerea della zona relativa allOsireion e le sue strutture accessorie

La casa

Ed eccoci qui, incantati dalla sottile magia di una dimora


misteriosa, luminosa eppur discreta, nella sua penombra
traforata da cerulei raggi, delicati e come sospesi, segno quasi
tangibile della potenza radiosa di Ra.
Dalla celestiale greca geometrica della tromba delle scale, che
portano ai piani superiori, giunge tenue unipnotica melodia il
tono di chiamata di un Nokia, che risuona malinconico ed
ignorato, mentre il proprietario assente, assorto, forse, in
chiss quali pensieri
Apro lentamente luscio di ferro, pesante schermo colorato di
vivo carminio, che ci isola dal bruciante mondo sabbioso del
deserto. Socchiudo gli occhi per compensare la terrificante
differenza di luminosit, e, a poche decine di metri, scorgo la
cinta imponente, lingresso massiccio del cenotafio di Ramesse
II. Il tempio quasi sfocato nella distanza, tremolante nelle
onde di aria surriscaldata che si alzano dal suolo.

Un leggero soffio alza la polvere della strada in mulinelli appena visibili: la sabbia delle
plaghe desertiche che ci separano dalle tombe delle prime dinastie, a Umm el Qaab come
una presenza insistente e appena percepibile, si infiltra dappertutto e rende il colore delle cose
uniforme e morbido. Come una nenia tenue e esotica, che filtri da una porta socchiusa, cos il
soffio del vento desertico ci sfiora e se ne va, titillando la nostra mente e i nostri sensi,
sussurrando racconti di cimiteri lontani, densi di attesa di potenti credenze arcaiche, di grandi
dei di un tempo, celebrati sulla rampa processionale nei loro misteri drammatici. Upuaut, lo
sciacallo apri-piste, Osiride e il suo entourage di difensori, Apophi, Seth e i suoi accoliti
demoni ed eroi, che negli abissi del tempo si affrontavano simbolicamente sulla via del
deserto, per aprire la mente ed il cuore dei fedeli Qui accanto, ad appena poche centinaia di
metri si apriva la via processionale: dallimmenso recinto del tempio di Osiride, attraverso il
portale bianco di Ramesse II, la processione attraversava la Grande Terrazza del Dio e si
avviava nella depressione dello wadi serpeggiante verso il mitico sito di Poker, in mezzo al
deserto, sotto i contrafforti dellaltopiano roccioso.
Ma lasciamo che il ricordo si snodi, attraverso le
emozioni, per far brillare ancora una volta la
consapevolezza, per estrarre dal buio dellarchivio
della nostra mente e del nostro cuore altre storie,
altre avventure Come scribi che si aggirano nella
Casa della Vita, alla ricerca di antichi papiri,
svolgiamo la nostra opera: ed lOsireion, dopo le
ore passate nel tempio di Sethi I a rivivere
nellimmaginazione i rituali e le scene di vita del
clero lOsireion che ci chiama, e i ricordi dei testi
di F.Petrie e della dott.sa Murray ci assalgono ad
ondate, temprati dallo schermo della percezione,
LOsireion visto dallalto
che ci dona ancora una volta uno spettacolo unico.
Massicci blocchi, ciclopiche masse granitiche immerse nella verde frescura di unacqua che
probabilmente non proviene dal Nilo. E davvero uno spettacolo inquietante, e mi chiedo
quanto sia ossigenata e viva questacqua, in cui vedo fluttuare silenziosi e agili, grossi pesci
gatto, con i barbigli che si irradiano vibranti attorno al muso scuro.

E impressionante questa struttura: la piattaforma


centrale, apparentemente scavata in un blocco unico,
presenta due incavi profondi: uno di forma rettangolare e
uno quadrata come una piattaforma rocciosa in cui sia
stata ricavata lultima dimora terrena di una divinit
rampe che sprofondano nel verde smeraldo delle acque
immobili recessi forse poco profondi, che acquistano
una inquietante invisibilit, anche in pieno sole, grazie al
velo opaco di alghe che intorbidano questo specchio di
acque dolci. I pilastri, squadrati perfettamente e allineati
in due filari, hanno la potenza dei megaliti di Stonehenge,
e la stabilit monolitica delle basi delle piramidi di Giza.
Tutto attorno al perimetro, ricavate nella parete
dellenorme vano sotterraneo, si aprono innumerevoli
salette, tutte uguali e poco profonde, inondate dal verde
fluido che pervade tutta la piattaforma.
Tutta la struttura imponente e silenziosamente magnetica: non si pu fare a meno di
rimanerne impressionati ma la sensazione completamente differente dalla maestosa
sgomenta riverenza che incutono i giganteschi mostri piramidali di Giza: qui ben diversa
latmosfera ed ogni volta che ci sono stato ho provato questo senso intenso di dj-vu, e
contemporaneamente di frustrazione perch una struttura fatta per essere sperimentata,
percorsa, sentita, vissuta come una meravigliosa installazione una macchina che a suo
tempo doveva essere perfetta per celare, evocare, celebrare, santificare ed oggi proibita,
chiusa, limitata, controllata Eppure, per una volta, qualcosa di nuovo sta per accadere:
il nostro amico Ahmet (lo chiamer cos, per non tradire la sua fiducia), che vive qui da tutta
la vita, e conosce ogni cosa, ha deciso di farci un dono: ci accompagner a visitare la grande
sala a nord, quella denominata la Sala del Sarcofago. Lo faremo anche se in questa stagione
lacqua invade il cenotafio dappertutto. Poche parole, pochi consigli, ed io e Carla siamo partiti
per la nostra esplorazione, guidati dalla mano del nostro amico.
Lacqua, nel passaggio dove ci avventuriamo
alta soltanto mezzo metro, e Ahmet ci indica
tutti i punti su cui passare, per evitare di
cadere nel fosso che circonda tutta la
piattaforma o nelle rampe di scale che vi sono
scavate profondamente nel corpo non tanto
quello
che
vedremo
che
ci
attrae
irresistibilmente, quanto lesperienza di vivere
e passare a attraverso queste masse,
attraverso i volumi, per compiere un percorso
che migliaia di anni fa qualcun altro avr fatto
ritualmente
per
adempiere
a
qualche
Linizio della passeggiata
cerimonia sacra.
Quello che vedremo, e che conosciamo dai
testi e dalle foto e raffigurazioni manuali non
che un residuo postumo: incisioni fatte da
Merenptah, relative ai libri dellAmduat, delle
Caverne qualcosa che, a mio avviso, stato
apposto come arricchimento successivo su
una struttura che, come le antiche piramidi di
Giza, probabilmente era stato creato glabro e
privo di qualsiasi iscrizione.
Ed cos, essenziale e liscio, perfetto e
completo in se stesso, che il luogo ha un
significato, seppur occulto al pensiero
La cosiddetta camera del Sarcofago: sul lato ovest si
profano.
notano dei blocchi emergenti dallacqua che si appoggiano
alla parete

Come in un sogno, nel quale i movimenti si


snodano lenti e armoniosi, come se il corpo fosse
staccato dalla mente, con gli occhi prigioneri
dellincanto delle sale segrete che si aprivano
davanti a noi cos abbiamo attraversato questa
barriera fra noto e ignoto, tra luce e buio, tra la
realt e la magia insondabile della Duat
Davanti a noi, dapprima il buio, appena trafitto
dai sottili raggi delle nostre pile poi uno squittio
stridulo
e
inferocito:
pochi
nervosissimi
pipistrelli, creature delloscurit, si agitavano,
appesi sul soffitto dai due versanti inclinati come
il tetto di una casa

Mi metto allasciutto per


qualche minuto

Dal soffitto del lato est della sala spiccano il volo


nervosamente alcuni ospiti

Ahmet ha unespressione a dir poco inquietante

giunto il momento di
andare

Dallacqua densa e verde che sommerge i pavimenti fino al ginocchio emerge un blocco
allungato e piatto, quasi un invito per stare in piedi allasciutto mentre riprendiamo lambiente
con foto e filmati. Osserviamo stupefatti e col fiato sospeso le ampie superfici del soffitto,
inclinate e illuminate dal sole: ormai i geroglifici e le raffigurazioni sono slavati e ridotti a tenui
ombre sul fondo o si sono deteriorati nellultimo secolo, oppure la dott.sa Murray deve aver
avuto eccezionali capacit di lettura E quasi incredibile pensare alla complessit delle
iscrizioni decifrate agli inizi del 900 e contemplare ora le scarse vestigia. Pochi minuti di
silenzio, mentre lasciamo che la sensazione di irrealt ci pervada e ci isoli dal rovente mondo
esterno
Poi siamo di nuovo fuori, mentre la frescura
delle sale ombrose si stempera in una vampata
secca nella radiosa aura solare. Ci attende il
lungo e geometrico corridoio di accesso che si
astende per decine di metri sotto le sabbie del
deserto che si stende attorno allOsireion. Non ci
dato di percorrerlo fino in fondo, per
fotografare i testi e le figure dei libri delle
Caverne, e dellAmduat possiamo solo fermarci
allimbocco per catturarne le immagini nelle
profondit del tunnel oscuro: in fondo si
intravvede la luminosa sala Sud, ormai
scoperchiata, che conserva ancora testi e figure.
Lingresso del tunnel dalla parte del deserto

Ecco alcuni particolari che altre volte non abbiamo potuto notare a causa del poco tempo a
disposizione e della mancanza di un supporto locale per accedere a zone solitamente offlimits.

Immagine presa a livello dellacqua, mentre ci


spostavamo sulla piattaforma

Raffigurazioni sullarchitrave orientale, mai viste prima a causa


della prospettiva che le nasconde al visitatore
finch non si con i piedi nellacqua

Dallentrata del tunnel lato deserto, una vista del cunicolo: si


pu osservare il soffitto a tetto spiovente

Il pilastro che porta incisi tre fiori della vita,


fotografato da una nuova prospettiva

Una foto con zoom su un particolare del tunnel

Ingrandimento di due fiori della vita

Devo dire che questa volta la sorte ci ha riservato unemozione particolarmente intensa.
Potersi muovere sul piano centrale dellOsireion ci ha permesso di sperimentare le stesse
prospettive, gli stessi percorsi praticati dagli officianti del tempo E se Ahmet ha ragione,
anche lo stesso livello delle acque (che a suo dire provengono da un fiume sotterraneo con
regime totalmente indipendente dal Nilo) probabilmente era in tempi antichi soggetto alla
stessa ciclicit di variazioni. Ahmet, che vive da una cinquantina danni in questo posto ci ha
assicurato che fin da piccolo, e senza nessuna eccezione, lOsireion stato invaso dalle acque
per tutto lanno tranne che in prossimit dellattuale 1 gennaio. In questi giorni lacqua
regolarmente si ritira ed il fondo dellOsireion rimane completamente asciutto.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma voglio lasciare che siano le foto e le note tecniche a
raccontare che cosa abbiamo visto il resto beh, come sempre, il resto

Unaltra storia!

Dettagli: La GRANDE SALA MERIDIONALE

La Sala di accesso a SUD, angolo ovest: in lontananza si vede allungarsi il soffitto angolare del corridoio
sotterraneo che termina con un accesso nel deserto.

La Sala di accesso a SUD, angolo est: tra le incisioni i cartigli di Merenptah.

Il cartiglio di Merenptah cos come lo aveva letto e tradotto Champollion

Prenome

bA
n(y)
Ra

Lo Spirito

Del Sole

mr(y)
Amato da

jmn

Ammon

Nel caso di Abydos presente la variante

mr(y) nTr.w
Amato dagli dei

Nome

mr(y)
n
ptH
Htp

LAmato

Da Ptah

Colui che mantiene

Hr
MAat

La Giustizia

Ovviamente interpretazioni successive possono dare sfumature sensibilmente diverse, come ad


esempio htp Hr Maat che pu essere tradotto anche la Maat gioisce. Peraltro nella
versione specifica incisa nella Camera Sud troviamo una diversit: il sovrano non viene definito
amato da Amon, ma amato dagli dei: mer(y) nTr.w

Il SOFFITTO DELLA CAMERA DEL SARCOFAGO

Ci che resta e abbiamo fotografato del soffitto


Della Camera del Sarcofago
Ed ecco quello che ha potuto vedere Naville nel 1914 sotto riporto un riferimento tratto dal web.

In 1914, by an entry of thieves, Naville penetrated in a room of the Osireion, so-called room of
the sarcophagus: On the ceiling, he discovered an immense representation of the sky
with the body of the Nut goddess and explanatory texts (Traunecker, 2001). This scene will
be called the Book of Nut, that one will recover later the ceiling of the sepulchral room of
Ramss IV. It would have been drawn under Merenptah. Another part of the ceiling is covered
with a part of the Book of the Night (until the 9th hour) inscribed under Sety I (Hornung,
2007).
The body of Nut (A) spreads from east to west, sustained by the god Shu (B). The Geb god
(the earth C) is not represented. In the evening, the sun is swallowed by the goddess (F) and
follows a given way (described in G). At the dawn, the sun (H) is below the horizon. Then the
sun appears (J) and it goes up (K). The newborn sun is under the shape of a winged scarab
(kheper L)). It is the visible world in which moves the sun. The Nekhbet goddess , protector
of the south, is drawn at the left (D). This ceiling also consists of a description of the external
world (E) : "The faraway region of the sky is dived in the obscurity, one doesn't know its
limits... this country is unknown of the gods (Traunecker, 2005)." So the visible world is an
illuminated bubble surrounded by a cold and sink set, that surrounds it of all parts.
This drawing has been duplicated from the book of M. Clagget (1995), according to Frankfort
(The cenotaph of Seti I at Abydos, London-1933). The letters are fromTraunecker (2005) and

have been added by me on the drawing.

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